Quaderni di Azimuth 2011 4

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A S S O C I A Z I O N E

I T A L I A N A

GUIDE E SCOUTS d’EUROPA CATTOLICI DELLA FEDERAZIONE DELLO SCAUTISMO EUROPEO

Don Giuseppe Cavoli

“CON LE MIE OPERE TI MOSTRERO’ LA MIA FEDE” USCITA DI SPIRITUALITA’

QUADERNI DI AZIMUTH ON LINE

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uaderni di Azimuth on line è una collana di testi ad esclusivo uso

delle Capo e dei Capi dell’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici, per lo svolgimento delle attività associative. E’ disponibile mediante download dal sito dell’Associazione. Ogni diritto di pubblicazione è riservato all’Associazione.

Supplemento ad Azimuth n. 3/2011 (giugno 2011). Direttore Responsabile: Giuseppe Losurdo Direttori: Marialuisa Faotto e Pietro Antonucci A cura di Pier Marco Trulli Collaborazione grafica: Donegrafica


Don Giuseppe Cavoli

“CON LE MIE OPERE TI MOSTRERO’ LA MIA FEDE” USCITA DI SPIRITUALITA’

QUADERNI DI AZIMUTH ON LINE

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CON LE MIE OPERE TI MOSTRERÒ LA MIA FEDE (Gc 2.18) Quella che segue è la traccia dell’Uscita di spiritualità per Capi effettuata nel 2008 a Fonte Avellana. La struttura dell’uscita prevedeva una prima parte più intensa, di introduzione e lancio nella serata del primo giorno (venerdì); il secondo giorno era dedicato alla strada insieme e a momenti di condivisione per gruppi. Il terzo giorno, infine, era previsto l’incontro con la comunità monastica e la liturgia domenicale. Per un inquadramento della traccia proposta, vedi anche: Giovanni Paolo II, Redemptor hominis (in particolare nn, 11-15), 1979. Cortesi e A. Tarquini (a cura di), “Teologia dell’incarnazione oggi, Dio dell’umanità, umanità di Dio”, Edizioni Nerbini, 2007. E. Sgreccia - M.L. Di Pietro, “La vita dello spirito nella corporeità: persona e personalità”, www.academiavita.org

PRIMA GIORNATA - SERA In forma umana Il Cristo condivide fino in fondo la sorte dell’umanità Idee di fondo Teologia dell’incarnazione: il Figlio di Dio si è fatto uomo, ha scelto un corpo, in un corpo crocifisso ci ha redenti, è risorto nel suo vero corpo. L’importanza decisiva del corpo e delle opere nell’approccio cristiano alla vita. Non esiste fede che non coinvolga la corporeità.

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Per sottolineare questa idea, così fondante, preghiamo con i cinque sensi, mettiamo in moto il nostro corpo. Quello che tocchiamo, che vediamo, che sentiamo, che gustiamo è importante, è il banco di prova e di maturazione della nostra esperienza di fede Veglia Convocazione Se possibile, il sacerdote è solo, all’inizio, nel luogo della veglia. Qui giunto, convoca ciascuno, chiamandolo per nome. Chi è chiamato risponde “Eccomi” e va a sedersi, in cerchio, insieme agli altri. Occorre un elenco dei partecipanti. Quando tutti sono stati convocati: Canto iniziale: Vivere la vita; oppure: Insieme. Vivere la vita con la gioie e coi dolori di ogni giorno, è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e inabissarti nell’amore è il tuo destino, è quello che Dio vuole da te. Fare insieme agli altri la tua strada verso lui,, correre con i fratelli tuoi. Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai. Vivere la vita è l’avventura più stupenda dell’amore, è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e generare ogni momento il Paradiso, è quello che Dio vuole da te.

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Vivere perché ritorni al mondo l’unità, perché Dio sta nei fratelli tuoi. Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai. Vivere perché ritorni al mondo l’unità, perché Dio sta nei fratelli tuoi. Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai, una scia di luce lascerai. Oppure: Insieme Insieme abbiam marciato un dì per strade non battute; insieme abbiam raccolto un fior sull’orlo di una rupe. Rit.

Insieme, insieme, è il motto di fraternità, insieme nel bene crediam.

2.

Insieme abbiam portato un dì lo zaino che ci spezza; insieme abbiam goduto alfin del vento la carezza (Rit.).

3.

Insieme abbiamo appreso ciò che il libro non addita; abbiam compreso che l’amor è il senso della vita (Rit.).

Saluto e accoglienza +

Nel nome del Padre…

+

Il Signore Gesù che ci ha redenti offrendo il proprio corpo sulla croce e risorgendo per la nostra salvezza e liberazione, sia con tutti voi.

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Vedere e sentire Invocazione allo Spirito Viene acceso il fuoco, da sempre, nella divina liturgia, segno e simbolo dell’agire dello Spirito, che brucia, purifica, riscalda e illumina. Si prega con la sequenza di Pentecoste, recitata a cori alterni fra uomini e donne. Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, Padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni luce dei cuori. Consolatore perfetto; ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, raddrizza ciò che è sviato.

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Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Spazio di silenzio e riflessione, guidati da alcune domande stimolo: Chi vede te, si avvicina a Gesù e al Vangelo? I tuoi gesti, le tue parole “profumano” dinanzi a Dio? Sei disposto a purificare la tua vita alla luce e nel fuoco dell’amore di Cristo? Quando ha terminato di riflettere, ciascuno offre, gettando nel fuoco, una manciata d’incenso(preparato in un recipiente) – ad esprimere l’offerta della propria vita, attraverso il dono dello Spirito, a Dio e la disponibilità a fare della propria vita un profumo soave per la carità di Cristo. Orazione +

“Siano rese grazie a Dio, il quale ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo intero! Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo (2Cor 2,1416)”. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Ascoltare e toccare Canto di preparazione: Ogni mia parola Come la pioggia e la neve scendono giù dal cielo e non vi ritornano senza irrigare e far germogliare la terra.

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Così ogni mia parola non ritornerà a me, senza operare quanto desidero, senza aver compiuto ciò per cui l’avevo mandata, ogni mia parola, ogni mia parola. Ci sediamo, segno della disponibilità e della calma necessarie per ascoltare, e facciamo il gesto delle mani a ciotola, segno di disponibilità ad ascoltare. Durante il canto viene portato solennemente il libro della Scrittura, con i testi pronti. Il libro viene consegnato al sacerdote che lo consegna al primo lettore. La Scrittura è trasmissione dell’esperienza di Dio del popolo di Israele e della Chiesa. La Chiesa, nel tempo, la ridona la Parola a ciascuno, nella celebrazione della liturgia. Prima lettura Lett.1

Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Filippesi (2,6-11)

Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

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Il primo lettore passa il libro al solista del salmo. Salmo 139 (Solista e assemblea). A

Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo.

S

Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta.

A

Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano. Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo.

S

Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti.

A

Se prendo le ali dell'aurora per abitare all'estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra.

S

Se dico: «Almeno l'oscurità mi copra e intorno a me sia la notte»; nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce.

A

Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo.

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S

Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro;

A

i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno.

S

Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio; se li conto sono più della sabbia, se li credo finiti, con te sono ancora.

A

Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri: vedi se percorro una via di menzogna e guidami sulla via della vita.

Il solista porge il libro a chi presiede. Canto dell’alleluia: Ed oggi ancora Ci alziamo in piedi, esprime la preghiera dei risorti, che stanno in piedi dinanzi al Padre; segno della disponibilità a mettersi in moto, a vincere l’immobilismo. Assumiamo la posizione dell’attenzione: prima si ascolta, si riflette, si sceglie e poi ci si muove sulla scorta di tali atteggiamenti. Vangelo Un gesto antico e significativo accompagna da secoli la proclamazione del testo evangelico: un segno di croce è tracciato sulla fronte, sulle labbra, sul cuore. Questa parola voglio comprenderla, voglio annunciarla, voglio testimoniarla con l’amore. + Dal vangelo secondo Luca (10,38-41)

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“Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta»”. Ciascuno venera il libro con il bacio: non potrò capire, annunciare, amare se non riconosco che Dio mi ama e che questa Parola è preziosa e amabile, da essa dipende la salvezza della mia vita. Spazio di silenzio e riflessione, guidati da alcune domande stimolo: Ti capita di pensare che alcuni gesti, atteggiamenti non hanno nulla a che vedere con la tua vita di fede e la tua relazione con Dio? Nella tua vita ci sono relazioni, spazi, esperienze che non si collegano alle altre e nelle quali ti succede di essere una persona “diversa” per le varie situazioni? Marta, è una figura negativa? Ti senti più vicino a Marta o a Maria, in questo momento della tua vita? Breve catechesi omiletica

Toccare e gustare Con il mio corpo ti mostro la mia fede. Con il mio corpo sono chiamato, nella Chiesa, a vivere la fraternità e il servizio, la letizia e l’accoglienza dell’altro, specie se piccolo, povero o antipatico e nemico,, sull’esempio di Cristo Signore. Lett. 2

Dal vangelo di Giovanni (13,34-35)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri»”.

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Spazio di silenzio e riflessione, guidati da alcune domande stimolo: Chi non amo, in questo momento della mia vita? Con chi non sono in pace? Come si manifesta tutto ciò, con quali gesti o atteggiamenti? Stai gustando la tua vita? Canto: Pace sia Rit.: “Pace sia, Pace a voi” la tua pace sarà sulla terra come nei cieli. “Pace sia, Pace a voi” la tua pace sarà gioia nei nostri occhi, nei cuori. “Pace sia, Pace a voi” la tua pace sarà gioia limpida nei pensieri. “Pace sia, Pace a voi” la tua pace sarà una casa per tutti. “Pace a voi”, sia il tuo dono visibile. “Pace a voi”, la tua eredità. “Pace a voi”, come un canto all’unisono che sale dalle nostre città. “Pace a voi”, sia un’impronta nei secoli. “Pace a voi”, segno d’unità. “Pace a voi”, sia l’abbraccio tra i popoli, la tua promessa all’umanità. Scambiamo con gli altri un gesto e un impegno di pace. La mano stringe la mano, ci si abbraccia, ci si cerca: senza corporeità non esiste pace. Padre nostro Recitato con tre gesti. “Padre nostro che sei nei cieli…”: tendo le mani al cielo nel gesto di chi cerca e si affida al Padre buono per ricevere e capire il bene, ma anche nel gesto delle braccia di Gesù in croce, disposto a soffrire per il bene e per amare. “Dacci oggi il nostro pane quotidiano…”: di nuovo le mani nel gesto di ricevere, a ciotola.

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“Come noi li rimettiamo…”: ci prendiamo per mano, siamo una famiglia di fratelli, tale se disposta a perdonare e a servire. Orazione conclusiva +

Cristo non ha altro corpo sulla terra che il nostro, altre mani che le nostre, altri piedi che i nostri. Tuoi sono gli occhi attraverso i quali guarda la compassione di Cristo per il mondo. Tuoi i piedi con cui Egli va in giro facendo del bene. E tue sono le mani con cui Egli deve benedirci, adesso. Santa Teresa d’Avila

Adesso è il momento della conversione. Alzati e va’, mettiti in cammino. Canto finale: Come fuoco vivo Rit.

Come fuoco vivo si accende in noi un’immensa felicità che mai più nessuno ci toglierà perché tu sei ritornato. Chi potrà tacere da ora in poi che sei tu in cammino con noi, che la morte è vinta per sempre, che ci hai ridonato la vita.

1.

Spezzi il pane davanti a noi mentre il sole è al tramonto: ora gli occhi ti vedono, sei tu! Resta con noi (Rit.).

2.

E per sempre ti mostrerai in quel gesto d’amore: mani che ancora spezzano pane d’eternità (Rit.).

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SECONDA GIORNATA Siamo corpo Lodi Lancio del tema Giacomo 2,14-18 Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa. Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede. La fede senza le opere è morta (cfr.). Quali opere nella vita di un capo scout giovane-adulto? Strada S. Messa del giorno Romani 12,1-2 Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. Divisione in gruppi Ogni gruppo si confronta su un ambito della vita di un giovane-adulto, guidato dalla domanda stimolo: quali opere manifestano la mia fede, vissuta nell’esperienza di capo scout?

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lavoro (vedi anche Enciclica “Laborem exercens” GP II 1981); uso del tempo e del denaro (sobrietà, povertà, esperienze di banche etiche, microcredito, etc.); fraternità tra persone-popoli (costruzione della pace; integralismi, barriere, ecc.); senso dello stato e responsabilità civile; cultura della vita - affettività e sessualità (scelte etiche); Pranzo per equipe con cucina a legna (se possibile) Strada A meta del percorso: condivisione I gruppi si incontrano e riportano quanto emerso nei lavori di gruppo: accentuazioni e sintesi; assunzione di responsabilità. Arrivo a Fonte Avellana Possibilità di deserto e preghiera personale – adorazione in cripta ? Approfondimenti e testi biblici 1Cor 15,53 E' necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità. Rom 6,12-14 Non regni più dunque il peccato nel vostro corpo mortale, sì da sottomettervi ai suoi desideri; non offrite le vostre membra come strumenti di ingiustizia al peccato, ma offrite voi stessi a Dio come vivi tornati dai morti e le vostre membra come strumenti di giustizia per Dio. Il peccato infatti non dominerà più su di voi poiché non siete più sotto la legge, ma sotto la grazia. Rom 7,14-25 Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato. Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto. Ora, se faccio

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quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona; quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato. Cena (fornellino)

TERZA GIORNATA Sulle vie dell’uomo Lodi con i monaci Incontro confronto con Monaco su tema fede e opere. Messa con i monaci

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QUADERNI DI AZIMUTH ON LINE 1. P. Ivan Žužek – Rosario meditato sui misteri gaudiosi 2. Angela Vanini Grieco – Riflessioni sullo scoltismo 3. Don Giovanni Facchetti – Pregare con la natura 4. Don Giuseppe Cavoli – Con le mie opere ti mostrerò la mia fede


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