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Stelle Michelin, chef Italo Bassi

Michelin Starred Chef Italo Bassi una passione per la cucina nata sulla Riviera Romagnola, vissuta intorno al mondo e approdata in Costa Smeralda

Articolo di Maurizio Pelli, editore Fotografia Ristorante ConFusion Porto Cervo

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Italo Bassi, romagnolo doc, è nato a Fusignano nel 1969, dopo aver frequentato la scuola alberghiera nel 1988, inizia le sue prime esperienze stagionali negli hotel e ristoranti delle Riviera Romagnola e negli hotel a cinque stelle di Riolo Terme - Ravenna, nota elegante - esclusiva zona termale, già conosciuta come Riolo dei Bagni e frequentata dai bolognesi sino dal 1870.

Inizierà la sua più importante esperienza formativa, entrando nelle cucine del famoso ristorante “Trigabolo di Argenta“ a Ferrara, sotto la guida e la regia dello chef Igles Corelli, precursore della sperimentazione e grande innovatore dell’alta cucina italiana, chef Italo fa il suo ingresso nel mondo all’alta ristorazione dove apprese l’uso delle attrezzature più complesse e la lavorazione delle materie prime di alta qualità. Dopo una breve, ma significativa esperienza a Piacenza presso “l’Osteria del Teatro”, a soli 19, fa il suo ingresso nelle cucine dell’Enoteca Pinchiorri, dove durante gli anni scalerà tutte le posizioni della carriera di chef, fino a diventarne un’icona.

Nel 1992 venne inviato a Tokyo, in qualità di responsabile della cucina, in occasione dell’apertura del “Enoteca del Sol Levante”. Un ruolo che lo vedrà co-protagonista del successo riscontrato da oltre quindici anni dall’Enoteca Pinchiorri, in tutto l’oriente, quale divulgatrice della cucina e dei prodotti italiani nel mondo. Un anno dopo rientra a Firenze, durante i primi mesi del 1993, gli venne offera la posizione di Executive Chef dell’Enoteca Pinchiorri, da poco insignita della terza stella Michelin. Negli anni successivi, nel 2003, con qualche difficoltà, ma sempre con grande impegno e capacità, riuscì a riconquistare l’ambitissima terza stella Michelin che fu persa qualche anno prima, riportando così l’Enoteca ai vertici della cucina italiana e internazionale e ripagando la fiducia ripostagli dai titolari Giorgio Pinchiorri e Annie Feolde. Una conquista importante, che gli consentirà di viaggiare nel mondo, da New York a Parigi, da San Francisco a Los Angeles, Stoccolma, Vienna, Bangkok, Singapore, Hong Kong, Rio de Janeiro, dagli Emirati Arabi Uniti fino all’Australia. Costantemente promuovendo la cucina italiana dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze, lavorando con i migliori chef internazionali, riuscendo a farsi apprezzare sia per le sue spiccate capacità professionali che per le sue doti umane. Nel febbraio del 2013 apre il suo primo ristorante, il “ConFusion Verona“. Nel 2015, dopo 27 anni, lascia l’incarico di Executive chef dell’Enoteca Pinchiorri per dedicarsi esclusivamente ai suoi progetti. Nel 2016, apre un secondo ristorante, il “ConFusion Restaurant” di Porto Cervo, dove conquisterà una Stella Michelin nel 2019, la prima e unica conferita in tutta la Costa Smeralda. L’ambito riconoscimento gli è stato riconfermato anche per il 2020.

Un concept esclusivo, dove l’eccellenza della cucina si fonde con il lusso e la raffinatezza degliambienti. Cucina, eleganza e design, il ConFusion rappresenta il meglio la filosofia dell’eno-gastro-edonismo. A Porto Cervo, Chef Italo Bassi propone la sua nuova visione di Grande Cucina, basata sulla tradizione italiana, arricchita dai profumi esotici e dalle materie prime di altissima qualità, dedicando una particolare attenzione ai prodotti tipici della Sardegna, in particolare ai crudi di mare. La sua proposta segue il filo conduttore dell’eccellenza, spaziando da piatti gourmet alle de

gustazioni di ostriche e caviale accompagnati dagli champagnes delle Grandi Maison. Un offerta di menu creati appositamente per eventi speciali e le serate A fianco di Italo Bassi, in sala, si gode dell’inconfondibile tocco di “Madame Confusion” donna Tatyana Rozenfeld, fondatrice del “Club dei degustatori cronici”, che grazie alla sue esperienze internazionali, nel campo del design, contribuisce a rendere il ConFusion, un autentico gioiello di arte moderna.

Un percorso tutto il salita, passare dalla riviera romagnola alle più ambite città del mondo, il passo è breve?

Il passo è tutt’altro che breve! Il percorso è stato molto difficile ma sempre caratterizzato dalla mia volontà, determinazione, professionalità, e perché no, dalla mia bravura. Certo non è stato un passaggio improvvisato o dettato dalla fortuna, ma graduale e basato sui tanti anni di esperienza che mi hanno portato ad ottenere tantissimi risultati che per me sono motivo di grande orgoglio.

Cos’è rimasto, da cosa non ti sei mai separato, della cucina romagnola durante tutti questi anni?

Non mi sono mai separato da uno degli ingredienti più semplici della nostra terra che è il sale di Cervia, indispensabile per esaltare tutte le pietanze. Il sale dolce di Cervia, usato fin dai tempi antichi, fu valorizzato molto dai Dogi di Venezia, quale elemento non solo di commercio ma anche fondamentale per insaporire i piatti.

Quali sono le cucine estere che più ti hanno ispirato e quali sono gli ingredienti esotici che più hanno contribuito all’evoluzione della cucina ConFusion di oggi?

Tantissime cucine estere mi hanno ispirato nel corso della mia carriera e mi ispirano tutt’oggi, perché non sono mai sazio dell’apprendimento e delle nuove scoperte. Sono molto legato alla cucina asiatica, ai suoi prodotti e alle sue spezie e ai profumi ed alle sue erbe. L’ingrediente di cui non posso fare a meno è il coriandolo sia fresco che in semi, così come le diverse qualità di curry, latte di cocco o lime. Anche la lemongrass è di fondamentale importanza per la mia idea di cucina leggera, profumata ed elegante.

Dopo aver vissuto le cucine delle “Città del mondo”, cosa ti ha fatto decidere di aprire il tuo ristorante in Italia? Perché Verona?

E’ stata una conseguenza naturale voler mettere in pratica la mia esperienza nell’alta cucina in un mio locale. Il ConFusion nasce a Verona, ma la sua caratteristica è quella di sapersi adattare ad ogni località, valorizzando i prodotti locali ed aggiungendo altri ingredienti pregiati con l’obiettivo finale di rendere la cucina molto confusion!

Ventisette anni di Enoteca Pinchiorri, passati sempre in tensione? Oppure sei riuscito a raggiungere un consolidato “modus operandi” di stabile routine?

Ventisette anni che hanno rappresentato per me tanta soddisfazione a livello personale e lavorativo. La tensione non è mai mancata, ma non è mai stata routine, in quanto ogni giorno era sempre un giorno a sé, così come ogni stagione ed ogni anno. Una continua evoluzione nel corso del tempo, un percorso di grande crescita dove tante idee sono state sviluppate fino al riottenimento delle tre stelle Michelin, con il glorioso ritorno all’apice della ristorazione non solo italiana ma anche mondiale.

Cosa rimpiangi della posizione di Executive Chef nelle cucine della più famosa delle enoteche italiane? Cosa invece “meno digerisci” della tua posizione di attuale imprenditore – Chef Patron?

Invidio la meravigliosa collezione di grandi vini dell’Enoteca Pinchiorri, così come il lavoro di squadra, che quotidianamente lavora fianco a fianco per raggiungere grandissimi risultati. Aver avuto dei dipendenti come me, che sono rimasti tantissimi anni come pilastri di un progetto molto ambizioso è una grande fortuna, oltre che un’assoluta rarità. Se devo essere sincero sono molto felice e soddisfatto della mia attuale posizione di imprenditore e Chef Patron del mio ristorante. Svegliarmi alla mattina e poter decidere cosa fare, avere la possibilità di spaziare e creare senza dover assecondare le richieste della proprietà, è per me motivo di grande stimolo, giorno dopo giorno.

Aprire il tuo secondo ristorante a Porto Cervo, fu per scelta o per caso?

L’apertura del ristorante Confusion Boutique Restaurant di Porto Cervo è avvenuta per caso, anzi per un’occasione. Mi hanno fortemente voluto qui, perché la ristorazione era troppo improvvisata, hanno scelto di puntare su di me per ottenere grandi risultati. Dopo soli due anni, sono riuscito ad ottenere l’unica stella Michelin nella storia della Costa Smeralda, penso che questo sia un grande riconoscimento, sia a livello personale che per la ristorazione di Porto Cervo e di tutta la Costa Smeralda.

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