Il Museo Nazionale di San Matteo di Pisa raccoglie opere provenienti dai principali edifici ecclesiastici della città e del territorio. La collezione di scultura lapidea comprende opere dal primo Medioevo al Cinquecento, tra cui spiccano notevoli testimonianze del periodo “romanico” e i capolavori di Nicola e Giovanni Pisano, di Andrea e Nino Pisani, Francesco di Valdambrino, Donatello, Michelozzo e Andrea della Robbia. Ricchissima la collezione di pittura, che annovera oltre duecento dipinti dell’arte toscana tra il Cinquecento e il Settecento. La pinacoteca, una delle più notevoli al mondo per l’arte cristiana, conserva mirabili
tavole di Giunta Pisano, Berlinghiero, Volterrano, Simone Martini, Lippo Memmi, Francesco Traini, Taddeo Gaddi, Spinello Aretino affiancate, per il Quattrocento, dalle opere eccelse di Masaccio, di Gentile da Fabriano, del Beato Angelico, di Benozzo Gozzoli e del Ghirlandaio. Il museo conserva anche importanti testimonianze di codici miniati (secoli XII-XIV), di scultura lignea del Trecento e del Quattrocento, di ceramiche medievali (oltre 600 rarissimi bacini ceramici di fattura islamica dei secoli X-XIII e maioliche arcaiche pisane dagli inizi del XIII secolo).
MUSEO NAZIONALE DI SAN MATTEO
Il complesso, che dal 1949 è sede del Museo Nazionale di San Matteo, è una parte dell’antico convento della monache di San Matteo di regola benedettina che affiancava il lato nord della chiesa omonima risalente al secolo XI. L’edificio in origine era costituito da un unico corpo parallelo alla chiesa con finestre a bifora. Ad esso si aggiunsero (sec. XIII) i corpi laterali che vennero così a chiudere al loro interno un cortile quadrangolare circondato su tre lati da un porticato, sormontato da gallerie con apertura a bifora, ristrutturato nel secolo XVI. Anche nel XIX
secolo l’edificio subì vaste modifiche, in particolar modo al piano terra. In vari ambienti sono visibili numerosi frammenti dell’originaria decorazione pittorica delle pareti caratterizzata da motivi geometrici, analoghi a quelli che decoravano gli interni degli edifici civili pisani (casetorri). Passato al demanio in seguito alle soppressioni dei beni conventuali nel XIX secolo, il complesso fu destinato a carcere giudiziario e dopo la seconda guerra mondiale ristrutturato per accogliere il museo.
L’edificio
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0/100/95/5 255/26/39 #E11A27
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70/70/65/75 34/30/31 #231F20 g.
LOGOTIPO
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Restyling del logotipo basato sulla ricerca di un lettering e di una scelta cromatica che richiamino la storia e il prestigio delle opere in mostra nel museo, un collegamento al territorio pisano e la modernità dell’apparato espositivo. a. Logotipo b. Dimensioni minime
c. Dimensioni usuali di applicazione su supporti cartacei (folder, carta intestata, busta, ...) d. Versione su sfondo scuro e. Versione su sfondo rosso f. Versione monocromatica g. Colori con indicazione di percentuale nei vari metodi di colori
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TR AJAN PRO ABCDEFGHIJKLMNOP QRSTUVWXYZÀÈÉÌÒÙ &0123456789(€=:!,.)
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MYRIAD PRO Light
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MYRIAD PRO Regular
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ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUV WXYZÀÈÉÌÒÙabcdefghijklmno pqstuvwxyzàèéìòù&01234567 89(€=:!,.)
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZÀÈÉÌÒÙabcdefghi jklmnopqstuvwxyzàèéìòù& 0123456789(€=:!,.)
MYRIAD PRO Italic
MYRIAD PRO Semibold
MYRIAD PRO Semibold Italic
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Colori e font utilizzati per la nuova immagine museale e regole di posizionamento del logotipo. a. Area bianca da mantere sempre intorno al logotipo
b. Posizionamento del logotipo su sfondo bianco c. Posizionamento del logotipo su sfondo colorato d. Font utilizzato per il logotipo e. Font utilizzati per la comunicazione museale
e.
LOGOTIPO
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p.zza S Matteo in Soarta, 1 56126 Pisa www.smatteo.it
a. p.zza S Matteo in Soarta, 1 56126 Pisa tel. 39 050 541865 fax. 39 050 542640 info@smatteo.it www.smatteo.it
Nome Cognome via qualunque, 123 12345 città PR
Gentile Nome, Agnationes debiscidem remporio ex eliquia volesequis sed moluptam, omnis eos ad qui soloris sus magnimint. Geni di dolorio nsequas amus, aliti nientore conserum et placerspel inciisc itiatem qui abo. Ucil inciae nonsequid mincte et erro bea qui nes de mil ea quidi ut quo erovita tatest, utemoluptur apiet adignis ex earum estem volenimi, cus, autempost volore, ut optatur? Ant volorias sit moluptate animped quo cum corerest, inisinulpa solorumquiam fuga. Is rehendus. Ebitates es nisi sape verspient ellantionsed quidero molupiducium alia sam aut asimodipsa cus eium isincia volupiende dis eostior poreiunt fugitibus esenemporro cus. Il ea verro inctem sant. Poribus eum a volupta necum commoss inciatem voluptaquia nis et odit plique ellis re prorionseque di ium erio. Itatem quae lacest hicaeri orepudi orestia voluptur, nimpe velibus doloreptat. Ga. Incti doloribusae molesto cusam que pelis aborro opta voluptas dendeni magniss equatumque sitati abor aspeles editis maion conet, at velloribeati utate volorerrovit laborrum ant is alit quam quis volessumet audissus et, ipis quuntius, ipient il maio min nita ditias anient raes quas explaboria nobisciandae id ut as nem. Et ut eos etur, quas quas acest, sequide duscitis sitinct otaquodis preris sed quunt, comnima ximolore explibu sdandam, optatquisit latur? Int, sit la delis prae vel in rent velluptus apiet abo. Itas exces non eos quam ium quoditat. Lectatior saes num repudam quate suntiuribusa invellest, totataquo venitium earum veliquo il es adissinusdam saeserum voloris sunt esectati officias a duscipsum fuga. Que alit ut qui occumet et ad earcimpore rehendam non Osamus velibus dus eum re dollant. Udaesequi nestorae ad quoditius moditis conseque nobisinimus estrume sin res planda doluptur sin pernatestio qui dolent occupta eptus. Am fuga. Abor molecabore pariorro moditis aute qui quae eumquae eum a coreptur? Equi ilia sam exceatur? Nobitiam ellatat aspeles reicitiis veliandit laborem eaquatur, est, culparchil ideliquo inime voles doluptur, quatur se offic to blaccaeptio cum velignihil im as aboress equaecto endus si beatur adiamust, conseque sunt quostibusam fuga. Bisitest, et officiur se consequi nestrum quae officia turisint omnimpo reiustrum laborerum facea ad minto qui voluptaepror serferum esse aut asseditatia nobis et lacepro voluptiis eostint omnihitium quuntus, quas assit provid quam, inimus non cusae num excepro quos ipis sit voluptae. Occab in nos utem a nusam, sam delique vendi ilitatur atur mos volupta nonsequate labore sitationest quod quia solupta doloreh enessin imusto omnist, ommos maximi, ut et facea ipsunt pa solent, tem que et fugia et odi oditaquam, omniminus sinvend uciumquam quunt. Fero dolupis ressi ut plicid estiis accum qui quis nus eum ilis perio voluptatio doluptior sent odis estrupt asperio ini blaudi alibus veria nonsequi tempor simin perae. Omnisita cum et alique nullest, solorro ommoluptam laborepre vel eum, utemo tem dolupta tentur siminvella ini officip suntis con corpor sumque officillia nullatque voluptur alic tem verspitatio dollab illest rentem volupiet alitat. Cordiali saluti. Nome Cognome
BUSTA E CARTA INTESTATA
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Busta e carta intestata. a. Modello di busta, dimensioni 23x11 cm b. Modello di carta intestata con indicazioni sull’impaginazione del testo e i segni di piegatura. Dimensioni 29,7x21 cm.
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MUSEO NAZIONALE DI SAN MATTEO Ingresso Ingresso Emesso il 5/04/2011 - 16.20 Euro 8,00 € Biglietto n° 495141 A0001561 504938 - 6330A4656D30B89B
Biglietto di ingresso. Dimensioni 16x6,8 cm
In collaborazione con:
Emesso il 5/04/2011 - 16.20 Euro 8,00 € Biglietto n° 495141
a. Fronte del biglietto per la mostra permanente b. Fronte della tipologia di biglietto per le mostre temporanee c. Retro del biglietto d. Dimensioni del biglietto
6,8 cm
Gentile visitatore, desideriamo ricordarle che anche grazie al contributo del suo biglietto è possibile conservare, restaurare e valorizzare il complesso del Museo di San Matteo e le opere d’arte in esso presenti. Benvenuto e buona visita.
Ricevuta del museo
BIGLIETTO D’INGRESSO
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p.zza S. Matteo in Soarta, 1 56126 Pisa info@smatteo.it www.smatteo.it
via S.ta Marta
Orari di apertura: giorni feriali: 9:00/19:00 giorni festivi: 9:00/14:00 Chiuso il lunedÌ via Gere
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piazza G. Mazzini Med
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via G. iceo
via S.t a Mar
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piazza San Silvestro
CARTOLINA
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Fiume Arno
Cartolina promozionale distribuita all’interno del a. Fronte museo, all’ufficio del turismo e in hotel o in cen- b. Retro comprensivo di indicazioni sulla potri di informazione della città. sizione del museo e informazioni sugli orari di apertura. Dimensioni 11x15 cm Carta patinata opaca, 250 gr/mm2
p.zza S. Matteo in Soarta, 1 56126 Pisa info@smatteo.it www.smatteo.it
Orari di apertura: Giorni feriali: 9:00/19:00 Giorni festivi: 9:00/14:00 Chiuso il lunedĂŒ Open: Tuesday/Saturday: 9:00/19:00 Sunday: 9:00/14:00 Closed on Monday
a.
Set di segnalibri in vendita presso la biglietteria a. Fronte in varie proposte grafiche del museo. b. Retro
b.
SEGNALIBRI
Dimensioni 5x21 cm. Carta patinata opaca, 250 gr/mm2
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PIANO SECONDO
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ITALIANO
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1. La pittura nel ‘200 2. Sala dei codici miniati e Bibbia di Calci (XII e XIV sec.)
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PIANO PRIMO
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1. Sala delle croci dipinte 2. La scultura nel XII secolo 3. La scultura nel XII secolo Nicola e Giovanni Pisano 4. La pittura nel ‘300 5. Andrea Pisano e i figli Nicola e Giovanni Pisano 6. Pittura pisana della seconda metà del ‘300 7. I bacini ceramici islamici dei secoli X- XV 8. Le sculture lignee 9. Sala del Monetiere (XIV sec) 10. Pittura pisana nel XIV-XV secolo 11. La pittura del ‘400 12. Sala Benozzo Gozzoli 13. La scultura del XV secolo
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5 3 4 2 1
p.zza S. Matteo in Soarta, 1 56126 Pisa PIANO PRIMO tel. 39 050 541865 fax. 39 050 542640 1. Scultura a Pisa nei secoli XII-XV info@smatteo.it Aree non accessibili www.smatteo.it Chiesa di San Matteo
p.zza S. Matteo in Soarta, 1 56126 Pisa tel. 39 050 541865 fax. 39 050 542640 info@smatteo.it www.smatteo.it
Biglietto d’ingresso: Intero 5.00€ Ridotto 2.50€ (giovani dai 18
Biglietto d’ingresso: Intero 5.00€ Ridotto 2.50€ (giovani dai 18
Sale dedicate a mostre temporanee
Sale dedicate alla collezione permanente anni ai 25 e docenti di Scuole Statali)
anni ai 25 e docenti di Scuole Statali)
Orari di apertura: giorni feriali: 9:00/19:00 giorni festivi: 9:00/14:00 Chiuso il lunedÌ
Orari di apertura: giorni feriali: 9:00/19:00 giorni festivi: 9:00/14:00 Chiuso il lunedÌ
LEGENDA Ascensore Scale
1
Biglietteria/ info Come raggiungerci:
Come raggiungerci: in autobus Linea 21 verso aeroporto, 4 verso Belli fermata Mediceo 2
in autobus Linea 21 verso aeroporto, Servizi igienici 4 verso Belli fermata Mediceo 2
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Prospettiva mostrante l’ordine di apertura
FOLDER
8
Ordine di lettura
Folder a quattro ante da distribuire ai visitatori a. Fronte con indicazione della lingua e disponibile anche nei centri del turismo della b. Retro con piccola mappa della città e città di Pisa. informazioni utili c. Modelli esplicativi dell’ordine di lettura e della Dimensioni 39,8x21cm simulazione di apertura Carta patinata opaca, 160 gr/mm2
9,9 cm
PIANO SECONDO
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10,0 cm ITALIANO
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1. La pittura nel ‘200 2. Sala dei codici miniati e Bibbia di Calci (XII e XIV sec.)
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PIANO PRIMO
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1. Sala delle croci dipinte 2. La scultura nel XII secolo 3. La scultura nel XII secolo Nicola e Giovanni Pisano 4. La pittura nel ‘300 5. Andrea Pisano e i figli Nicola e Giovanni Pisano 6. Pittura pisana della seconda metà del ‘300 7. I bacini ceramici islamici dei secoli X- XV 8. Le sculture lignee 9. Sala del Monetiere (XIV sec) 10. Pittura pisana nel XIV-XV secolo 11. La pittura del ‘400 12. Sala Benozzo Gozzoli 13. La scultura del XV secolo
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5 3 4 2 1
p.zza S. Matteo in Soarta, 1 56126 Pisa tel. 39 050 541865 fax. 39 050 542640 info@smatteo.it www.smatteo.it
PIANO PRIMO 1. Scultura a Pisa nei secoli XII-XV Aree non accessibili Chiesa di San Matteo
Biglietto d’ingresso: Intero 5.00€ Ridotto 2.50€ (giovani dai 18
Sale dedicate a mostre temporanee Sale dedicate alla collezione permanente
LEGENDA
anni ai 25 e docenti di Scuole Statali)
Orari di apertura: giorni feriali: 9:00/19:00 giorni festivi: 9:00/14:00 Chiuso il lunedÌ
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Ascensore
Biglietteria/ info
Scale
Servizi igienici
Come raggiungerci: in autobus Linea 21 verso aeroporto, 4 verso Belli fermata Mediceo 2
a. 10,0 cm
10,0 cm
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La pittura e la scultura nel secolo XIV
Nonostante la fine del secolo XIII segni un momento di crisi che attraverserà il nuovo secolo e porterà la città alla perdita dell’indipendenza, l’inizio del Trecento vede concretizzarsi a Pisa eccezionali momenti di produzione artistica. Nella pittura un momento nodale è rappresentato dal polittico eseguito verso il 1320 per la Chiesa di S.ta Caterina da Simone Martini, il pittore senese che costituì un punto di riferimento e uno stimolo di rinnovamento linguistico per tutto il secolo. Suo diretto seguace pisano è Giovanni di Nicola alle cui novità si mostrarono attenti il cosiddetto Maestro della Carità e Francesco di Traino, pittore tra i maggiori del Trecento italiano che elaborò un originale linguaggio prezioso da cui derivarono tutti i pittori pisani del secolo. Anche per la scultura Pisa è testimone nel XIV secolo di momenti di grande slancio innovativo. Il rivoluzionario linguaggio figurativo elaborato nella seconda metà del Duecento e agli inizi del Trecento da Nicola e Giovanni Pisano è tra i momenti più alti della storia della scultura italiana. Nel museo tali novità si possono cogliere nei leggii marmorei e nella formella a bassorilievo con la Natività di Tino di Camaino, il più noto tra i seguaci di Giovanni. Alla inscindibile collaborazione tra Andrea Pisano e il figlio Nino si deve la Madonna con Bambino detta “del latte”, preziosa scultura marmorea policroma e dorata proveniente dalla chiesa di S.ta Maria della Spina. Di questo secolo sono le numerose sculture in legno policromate e dorate riferibili ad artisti quali Andrea Pisano, il senese Agostino di Giovanni e Francesco di Valdambrino.
L’edificio
Il complesso, che dal 1949 è sede del Museo Nazionale di San Matteo, è una parte dell’antico convento della monache di San Matteo di regola benedettina che affiancava il lato nord della chiesa omonima risalente al secolo XI. L’edificio in origine era costituito da un unico corpo parallelo alla chiesa con finestre a bifora. Ad esso si aggiunsero (nel sec. XIII) i corpi laterali che vennero così a chiudere al loro interno un cortile quadrangolare circondato su tre lati da un porticato, sormontato da gallerie con apertura a bifora, ristrutturato nel secolo XVI. Nel XIX secolo l’edificio subì vaste modifiche, in particolar modo al piano terra. In vari ambienti sono visibili numerosi frammenti dell’originaria decorazione pittorica delle pareti caratterizzata da motivi geometrici, analoghi a quelli che decoravano gli interni degli edifici civili pisani (casetorri). Passato al demanio in seguito alle soppressioni dei beni conventuali nel XIX secolo, il complesso fu destinato a carcere giudiziario e dopo la seconda guerra mondiale ristrutturato per accogliere il museo.
21 cm
Le raccolte
La storia del Museo Nazionale di San Matteo prende avvio nel XVIII secolo con la costituzione di una delle prime collezioni private di “primitivi”. Il canonico pisano Sebastiano Zucchetti era infatti venuto raccogliendo circa 150 dipinti su tavola a fondo oro che lasciò, nel 1796, all’Opera della Primaziale di Pisa. La raccolta fu subito collegata alla scuola di disegno ove, dal 1807, insegnò Carlo Lasinio e con essa, divenuta poi Accademia delle Belle Arti, fu oggetto di ben sei spostamenti di sede: la cappella Dal Pozzo nel Camposanto Munumentale, l’ex Seminario dei Chierici (oggi sede del Museo dell’Opera), il Casino de’ Nobili, il Palazzo Pretorio, la Casa Bracci, un edificio in Via San Frediano. Frattanto, nel corso del secolo, l’originario nucleo dell’Accademia si era accresciuto grazie a donazioni di raccolte di opere da parte di patrizi pisani, a depositi di vari enti, nonchè per effetto dell’indemaniazione delle opere d’arte facenti parte dei beni conventuali soppressi dopo la costituzione del Regno d’Italia. Fu perciò decisa la costituzione del Museo Civico che fu ordinato, ad opera di Iginio Benvenuto Supino, nell’ex convento di San Francesco ed inaugurato nel 1893. Qui il Museo godé di una sosta di circa mezzo secolo e si accrebbe di nuove donazioni, tra cui rilevanti quelle di Moisè Supino, Augusto Bellini Pietri e Antonio Ceci. Si aggiunsero così raccolte di sigilli e monete medievali pisane, di libri e materiale fotografico, di dipinti genovesi, veneziani e fiamminghi, disegni, ceramiche e miniature di avorio di età moderna. Con la seconda guerra mondiale le opere furono nuovamente spostate e, al termine della guerra, si trasferirono nella sede attuale appositamente restaurata dallo Stato cui furono cedute in uso perpetuo tutte le raccolte del Museo Civico e tutte le opere di interesse storico-artistico del Comune di Pisa passate e future. Nacque così nel 1949 il Museo Nazionale di San Matteo, ordinato da Piero Sanpaolesi.
Da sinistra: dettaglio di un bassorilievo; vaso decorato. A destra: vista sulla corte interna.
A destra: Madonna del latte di Andrea e Nino Pisano. Sotto da sinistra: croce dipinta; vista sulla corte interna; dettagli di bassorilievo.
La pittura a Pisa nei secoli XII e XIII
L’attività artistica a Pisa nell’età repubblicana fu ricchissima e varia, si regestrano alti vertici qualitativi e posizioni culturali fra loro notevolmente diversificate. Le croci provenienti dalle chiese di S. Paolo all’Orto, di S. Sepolcro (fine del XII secolo), dal Convento di San Matteo (inizi del sec. XIII) e i frammenti di affreschi staccati dalle chiese di S. Michele degli Scalzi e di S. Pietro in Vinculis, si devono ad artisti che operarono nella tradizione romana e toscana e in quella greco-bizantina. Le grandi croci dipinte sono le opere più rappresentative della ricca cultura pittorica pisana tra la fine del sec. XII e gli inizi del sec. XIII. Dei vari filoni pittorici che nascono e convivono a Pisa anche nel XIII secolo, il più autorevole fa capo al pittore Giunta di Capitini, che accentua le modificazioni prodotte dai sentimenti sull’atteggiarsi dei volti e dei corpi con vigore, per cogliere gli aspetti più umani della figura del Cristo, in armonia con le predicazioni degli ordini mendicanti, di cui è considerato il primo pittore ufficiale. Ad un diverso filone della tradizione bizantina si rifà Enrico di Tedice, mentre il nipote Ranieri di Ugolino testimonia un linguaggio aggiornato sulle novità di Cimabue. In parallelo fiorisce nella città la personalità dell’ignoto pittore conosciuto come Maestro di San Martino che si ispira alla tecnica miniatoria bizantina.
La pittura e la scultura del secolo XV
Nel 1409 Pisa perse la sua libertà e cadde sotto il dominio di Firenze. Da questa data la cultura artistica vide scomparire i maestri pisani, sostituiti da pittori e scultori legati alla committenza fiorentina; ciò segna un notevole salto qualitativo. Nella Chiesa del Carmine venne a dipingere il polittico dell’altar maggiore il giovane Masaccio, cui si deve il primato del rinnovamento pittorico fiorentino, nel Museo si conserva oggi l’unica parte rimasta a Pisa del grandioso complesso: la tavola a fondo oro con la figura di San Paolo. Giunsero inoltre a Pisa preziosissimi altaroli portatili, come quello di cui faceva parte la tavoletta con la raffinata Madonna dell’Umiltà di Gentile da Fabriano, che fu uno dei maggiori esponenti italiani delle corrente artistica oggi definita solamente come “gotico internazionale”, che convisse in Firenze con la corrente “umanistica”, avviata da Masaccio e proseguita con accenti di grande originalità e delicatezza da frà Giovanni da Fiesole, di cui il Museo conserva una tavola con la Madonna col Bambino della chiesa parrocchiale di Cedri. Della seconda metà del secolo è anche ben documentata l’attività di Domenico Ghirlandaio e del suo ambito e di Benozzo di Lese attivo a Pisa e nel territorio negli anni della maturità. Intorno alle opere di tali grandissimi artisti se ne collocarono altre di numerosi pittori fiorentini meno novatori che attestano la varietà e la fecondità di quella cultura. Anche nella scultura sono presenti opere di artisti forestieri, per lo più fiorentini, quali i bassorilievi in terracotta invetriata della bottega dei Della Robbia e delle opere di Michelozzo e dell’ambito di Jacopo Rustici.
b.
a. Fronte del pieghevole con copertina, retro di b. Interno del pieghevole con in cui viene spiecopertina e mappa dei percorsi all’interno del gata la storia dell’edificio, le raccolte e vegono museo con indicazioni di piegatura e quote. date informazioni relative ad alcune delle principali aree espositive. Il modulo di inserimento delle immagini riprende quello usato per tutta la comunicazione museale.
FOLDER
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1,4 x c.
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Toilets
Toilets a.
Ascensore Elevator
Scale Stairs
Esposizione permanente Permanent collection
Mostra temporanea Temporary exibition
Primo piano First Floor
Ingresso Entrance
Uscita Exit
SEGNALETICA INTERNA
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Progetto della segnaletica interna.
Secondo piano Second Floor
a. Rapporti da mantenere nelle varie parti della grafica riportata a lato, b. Segnaletica dei servizi c. Segnaletica dei percorsi d. Segnaletica di emergenza
Esposizione permanente Permanent collection
Toilets Ingresso Entrance
42 c m
150 cm
Ascensore Elevator
a.
b.
Modelli di segnaletica interna da stampare in a. Fronte del totem con applicato un esempio di serigrafia su totem in plexiglass e base in acciaio. segnaletica dei servizi b. Fronte del totem con applicato un esempio di Dimensioni 42x150 cm. segnaletica dei percorsi c. Render del totem
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SEGNALETICA INTERNA
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a.
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7. - 8. 11.
9. 3.
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12. 1. 2. 13.
2.
1.
1.
PIANO TERRA
PIANO SECONDO
PIANO PRIMO
1. Scultura a Pisa nei secoli XII-XV
LEGENDA
1.
Sala delle croci dipinte
2. La scultura del XII secolo
1. Sala dei codici miniati e Bibbia di Calci (XIII e XIV sec.)
3.
La scultura del XIII secolo Nicola e Giovanni Pisano
4. La pittura nel ‘300
2. La pittura nel ‘200
5.
6. La pittura della seconda metà del ‘300 8. I bacini ceramici islamici dei secoli X-XV
Entrata/ Entrance
Percorso scultura
Percorso Monetiere
7.
Andrea Pisano e i figli Nicola e Tommaso Le sculture lignee
Servizi/ Toilettes
Percorso pittura
Sala Gozzoli
9.
Sala del Monetiere (XIV sec)
Tickets - Info
Percorso ceramica
Sala codici miniati
10. Pittura pisana del XIV-XV secolo
11.
La pittura del ‘400
12. Sala Benozzo Gozzoli
Scale/ Stairs
Spazio non aperto al pubblico
13.
La scultura del XV secolo
Ascensore/ Elevator
Spazio dedicato alle mostre temporanee
a.
10.
6.
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7. - 8. 11.
9. 3.
4.
2.
1.
12. 1. 2. 13.
PANNELLO DEI PERCORSI
Percorso scultura
Percorso Monetiere
Servizi/ Toilettes
Percorso pittura
Sala Gozzoli
Tickets - Info
Percorso ceramica
Sala codici miniati
Spazio non aperto al pubblico Spazio dedicato alle mostre temporanee
Sala delle croci dipinte
2. La scultura del XII secolo
1. Sala dei codici miniati e Bibbia di Calci (XIII e XIV sec.)
4. La pittura nel ‘300
2. La pittura nel ‘200
3.
La scultura del XIII secolo Nicola e Giovanni Pisano
5. 7.
Andrea Pisano e i figli Nicola e Tommaso Le sculture lignee
9.
Sala del Monetiere (XIV sec)
10. Pittura pisana del XIV-XV secolo
La pittura del ‘400
12. Sala Benozzo Gozzoli
11. 13.
La scultura del XV secolo
6. La pittura della seconda metà del ‘300 8. I bacini ceramici islamici dei secoli X-XV
70 cm
Scale/ Stairs Ascensore/ Elevator
Pannello dei percorsi da applicare nell’atrio del a. Modello del pannello museo con l’indicazione delle sale espositive e b. Rendering con posizionamento nell’atrio dei servizi. Dimensioni 200x160 cm
12
1.
1. Scultura a Pisa nei secoli XII-XV
Entrata/ Entrance
PIANO SECONDO
PIANO PRIMO
LEGENDA
130 cm
230 cm
1.
PIANO TERRA
a.
La pittura nel ‘200 Paint in ‘200
L’attività artistica a Pisa nell’età repubblicana fu ricchissima e varia, come si confaceva ad uno dei centri politici ed economici più importanti del Mar Mediterraneo in contatto con numerose e diverse aree culturali. In effetti nell’attività dei pittori che operano tra i secoli XII e XIII si regestrano non solo alti vertici qualitativi, ma anche posizioni culturali fra loro notevolmente diversificate. Ciò appare evidente sia che si esamini l’attività miniatoria, che ha una delle più antiche e preziose attestazioni nella Bibbia del Monastero di San Vito (1168), più nota come Bibbia di Calci, sia che si ripercorrano i copiosi resti dell’attività pittorica a fresco e su tavola conservati nel museo. Le croci provenienti dalle chiese di S. Paolo all’Orto, di S. Sepolcro (fine del XII secolo), dal Convento di San Matteo (inizi del sec. XIII) e i frammenti di affreschi staccati dalle chiese di S.Michele degli Scalzi e di S. Pietro in Vinculis dopo i danni della seconda guerra mondiale, si devono infatti ad artisti che operarono sia nella tradizione romana e toscana sia in quella greco-bizantina. Le grandi croci dipinte sono dunque le opere più rappresentative della ricca cultura pittorica pisana tra la fine del sec. XII e gli inizi del sec. XIII: in esse, che erano in origine collocate in alto sotto l’arco trionfale delle chiese o erette sopra i recinti presbiteriali che dividevano le navate dalla zona riservata al clero, si colgono i diversi modi di sentire e divulgare la storia sacra che caratterizzarono la vita religiosa dell’epoca: il Cristo vi è infatti raffigurato ora “triumphans”, divinità vivente che guarda con occhi spalancati e volto sereno dalla croce, ora “patiens”, morto e umanamente accasciato. Dei vari filoni pittorici che nascono e convivono a Pisa anche nel XIII secolo, il più autorevole fa capo al pittore Giunta di Capitinio (documentato tra il 1236 e il 1254 e morto prima del 1257) che sceglie la corrente ellenizzante (vedi Bibbia di Calci e croce di S.Matteo) attenta alle modificazioni prodotte dai sentimenti sull’atteggiarsi dei volti e dei corpi. Giunta, anzi, le accentua con vigore, teso com’è a cogliere gli aspetti più umani della figura del Cristo, in armonia con le predicazioni degli ordini mendicanti ed in particolar modo dei francescani, di cui è considerato il primo pittore ufficiale. Si ipotizza che Giunta possa essersi formato anche nell’ambito del pittore Berlinghiero (documentato dal 1228 al 1232, già morto nel 1236) ritenuto lucchese, ma che la firma frammentata, recuperata di recente sulla Croce di Fucecchio, ora conservata nel Museo di S. Matteo. Egli fu capostipite di una famiglia di pittori attivi soprattutto a Lucca, ma che offrirono spunti, oltre che ad artisti operanti in Pisa, anche a numerosi maestri di una vasta area tra l’Emilia e l’Umbria.
The crosses from the churches of S. Paul Orto, S. Sepulchre (end of XII century), the Convent of San Matteo (beginning of the century. XIII) and fragments of frescoes from the churches of S. Michele degli Scalzi and S. Peter Vinculis after the ravages of World War II, it should be indeed to artists who worked in both the Roman and Tuscan tradition is in the greek-byzantine. The large painted crosses are therefore the most representative works of the rich artistic culture of Pisa at the end of the century. XII and the beginning of the century. XIII: in them, which were originally located at the top of the churches under the triumphal arch erected over the fences or presbyterial dividing the aisles from the area reserved for the clergy, we capture the different ways of feeling and spread the story that marked the sacred religious life of the time: Christ is portrayed in fact now “triumphans” living deity who looks with eyes wide open and serene countenance from the cross now, “patiens,” humanly collapsed and died. Pictorial of the various strands that are born and live in Pisa also in the thirteenth century, the most authoritative reports to the Executive Committee of the painter comes in (recorded between 1236 and 1254 and died before 1257) that selects the current Hellenizing (see Bible and Kicks cross of St. Matthew) sensitive to changes in attitude produced by the feelings of the faces and bodies. Giunta, indeed, accentuated by force, stretched as it is to grasp the more human figure of Christ, in harmony with the preaching of the mendicant orders, and especially the Franciscans, which is considered the first official painter. It is suggested that council may have also formed part of the painter Berlinghiero (documented from 1228 to 1232, already dead in 1236) held in Lucca, but that the signature fragmented recently restored on the Cross of Fucecchio, now preserved in the Museum of S. Matthew, stood to be the source of Volterra. He was head of a family of painters active mainly in Lucca, but offered suggestions, as well as to artists working in Pisa, including several masters of a vast area between Emilia and Umbria. On a different strand of the Byzantine tradition goes back to Henry instead Tedice (attested in 1254) in which these elements are, however, derived from Berlinghiero and the Board, while his grandson Rainier of Ugolino, in his only known work, in the Museum, shows already a language to date with news of Cimabue in Pisa is at a figurative mosaic in the apse of the cathedral. In parallel blooms in the city’s personality of the unknown painter known as the Master of San Martino: very sensitive to the previous culture of Pisa he looks rather more than I have done the same Cimabue, the Byzantine tradition of miniaturist technique.
La scultura nel XII secolo Nicola e Giovanni Pisano Sculpture in the XII c. Nicola and Giovanni Pisano L’attività artistica a Pisa nell’età repubblicana fu ricchissima e varia, come si confaceva ad uno dei centri politici ed economici più importanti del Mar Mediterraneo in contatto con numerose e diverse aree culturali. In effetti nell’attività dei pittori che operano tra i secoli XII e XIII si regestrano non solo alti vertici qualitativi, ma anche posizioni culturali fra loro notevolmente diversificate. Ciò appare evidente sia che si esamini l’attività miniatoria, che ha una delle più antiche e preziose attestazioni nella Bibbia del Monastero di San Vito (1168), più nota come Bibbia di Calci, sia che si ripercorrano i copiosi resti dell’attività pittorica a fresco e su tavola conservati nel museo. Le croci provenienti dalle chiese di S. Paolo all’Orto, di S. Sepolcro (fine del XII secolo), dal Convento di San Matteo (inizi del sec. XIII) e i frammenti di affreschi staccati dalle chiese di S.Michele degli Scalzi e di S. Pietro in Vinculis dopo i danni della seconda guerra mondiale, si devono infatti ad artisti che operarono sia nella tradizione romana e toscana sia in quella greco-bizantina. Le grandi croci dipinte sono dunque le opere più rappresentative della ricca cultura pittorica pisana tra la fine del sec. XII e gli inizi del sec. XIII: in esse, che erano in origine collocate in alto sotto l’arco trionfale delle chiese o erette sopra i recinti presbiteriali che dividevano le navate dalla zona riservata al clero, si colgono i diversi modi di sentire e divulgare la storia sacra che caratterizzarono la vita religiosa dell’epoca: il Cristo vi è infatti raffigurato ora “triumphans”, divinità vivente che guarda con occhi spalancati e volto sereno dalla croce, ora “patiens”, morto e umanamente accasciato. Dei vari filoni pittorici che nascono e convivono a Pisa anche nel XIII secolo, il più autorevole fa capo al pittore Giunta di Capitinio (documentato tra il 1236 e il 1254 e morto prima del 1257) che sceglie la corrente ellenizzante (vedi Bibbia di Calci e croce di S.Matteo) attenta alle modificazioni prodotte dai sentimenti sull’atteggiarsi dei volti e dei corpi. Giunta, anzi, le accentua con vigore, teso com’è a cogliere gli aspetti più umani della figura del Cristo, in armonia con le predicazioni degli ordini mendicanti ed in particolar modo dei francescani, di cui è considerato il primo pittore ufficiale. Si ipotizza che Giunta possa essersi formato anche nell’ambito del pittore Berlinghiero (documentato dal 1228 al 1232, già morto nel 1236) ritenuto lucchese, ma che la firma frammentata, recuperata di recente sulla Croce di Fucecchio, ora conservata nel Museo di S. Matteo. Egli fu capostipite di una famiglia di pittori attivi soprattutto a Lucca, ma che offrirono spunti, oltre che ad artisti operanti in Pisa, anche a numerosi maestri di una vasta area tra l’Emilia e l’Umbria. Ad un diverso filone della tradizione bizantina si rifà invece Enrico di Tedice (attestato nel 1254) in cui sono tuttavia presenti elementi desunti da Berlinghiero e Giunta, mentre il nipote Ranieri di Ugolino, nella sua unica opera nota, presente nel Museo, testimonia già un linguaggio aggiornato sulle novità di Cimabue, di cui resta a Pisa una figua a mosaico nell’abside del Duomo. In parallelo fiorisce nella città la personalità dell’ignoto pittore conosciuto come Maestro di San Martino: poco sensibile alla precedente cultura pisana egli guarda piuttosto, più di quanto non abbia fatto lo stesso Cimabue, alla tradizione della tecnica miniatoria bizantina.
The artistic activity in Pisa in the republican was rich and varied, as befitted one of the most important political and economic centers of the Mediterranean Sea in constant contact with many different cultural areas. In fact, in the activities of artists working between the twelfth and thirteenth centuries is not only regestrano high level of quality, but also cultural differences between their positions considerably diversified. This is evident both for research into the activities illuminator, which has one of the oldest and most valuable claims in the Bible of the Monastery of San Vito (1168), better known as the Bible of Calci, whether you go over the abundant remains of painting a fresh and board in the museum. The crosses from the churches of S. Paul Orto, S. Sepulchre (end of XII century), the Convent of San Matteo (beginning of the century. XIII) and fragments of frescoes from the churches of S. Michele degli Scalzi and S. Peter Vinculis after the ravages of World War II, it should be indeed to artists who worked in both the Roman and Tuscan tradition is in the greek-byzantine. The large painted crosses are therefore the most representative works of the rich artistic culture of Pisa at the end of the century. XII and the beginning of the century. XIII: in them, which were originally located at the top of the churches under the triumphal arch erected over the fences or presbyterial dividing the aisles from the area reserved for the clergy, we capture the different ways of feeling and spread the story that marked the sacred religious life of the time: Christ is portrayed in fact now “triumphans” living deity who looks with eyes wide open and serene countenance from the cross now, “patiens,” humanly collapsed and died.
c.
75 c m
Pictorial of the various strands that are born and live in Pisa also in the thirteenth century, the most authoritative reports to the Executive Committee of the painter comes in (recorded between 1236 and 1254 and died before 1257) that selects the current Hellenizing (see Bible and Kicks cross of St. Matthew) sensitive to changes in attitude produced by the feelings of the faces and bodies. Giunta, indeed, accentuated by force, stretched as it is to grasp the more human figure of Christ, in harmony with the preaching of the mendicant orders, and especially the Franciscans, which is considered the first official painter. It is suggested that council may have also formed part of the painter Berlinghiero (documented from 1228 to 1232, already dead in 1236) held in Lucca, but that the signature fragmented recently restored on the Cross of Fucecchio, now preserved in the Museum of S. Matthew, stood to be the source of Volterra. He was head of a family of painters active mainly in Lucca, but offered suggestions, as well as to artists working in Pisa, including several masters of a vast area between Emilia and Umbria. On a different strand of the Byzantine tradition goes back to Henry instead Tedice (attested in 1254) in which these elements are, however, derived from Berlinghiero and the Board, while his grandson Rainier of Ugolino, in his only known work, in the Museum, shows already a language to date with news of Cimabue in Pisa is at a figurative mosaic in the apse of the cathedral. In parallel blooms in the city’s personality of the unknown painter known as the Master of San Martino: very sensitive to the previous culture of Pisa he looks rather more than I have done the same Cimabue, the Byzantine tradition of miniaturist technique.
180 cm
Ad un diverso filone della tradizione bizantina si rifà invece Enrico di Tedice (attestato nel 1254) in cui sono tuttavia presenti elementi desunti da Berlinghiero e Giunta, mentre il nipote Ranieri di Ugolino, nella sua unica opera nota, presente nel Museo, testimonia già un linguaggio aggiornato sulle novità di Cimabue, di cui resta a Pisa una figua a mosaico nell’abside del Duomo. In parallelo fiorisce nella città la personalità dell’ignoto pittore conosciuto come Maestro di San Martino: poco sensibile alla precedente cultura pisana egli guarda piuttosto, più di quanto non abbia fatto lo stesso Cimabue, alla tradizione della tecnica miniatoria bizantina.
The artistic activity in Pisa in the republican was rich and varied, as befitted one of the most important political and economic centers of the Mediterranean Sea in constant contact with many different cultural areas. In fact, in the activities of artists working between the twelfth and thirteenth centuries is not only regestrano high level of quality, but also cultural differences between their positions considerably diversified. This is evident both for research into the activities illuminator, which has one of the oldest and most valuable claims in the Bible of the Monastery of San Vito (1168), better known as the Bible of Calci, whether you go over the abundant remains of painting a fresh and board in the museum.
b.
Totem in plexiglass e base in acciaio da utilizzarsi a, b. Fronte dei totem con applicata la segnaletiper la segnaletica interna delle aree espositive. ca delle aree espositive con titoli e frecce in rosso e testi inglesi in corsivo. Dimensioni 75x180 cm. c. Modello e dimensioni del totem su cui stampare la segnaletica
TOTEM INTERNI
13
16,0 cm
2,5 cm
1,0 cm
1,2 cm
1,0 cm
1,0 cm
2,5 cm
1,0 cm
10,5 cm
2,0 cm
inv. n. 12345
01
NOME OPERA - AUTORE OPERA NAME - AUTHOR
1,0 cm
mezzo, supporto, dimensione medium, surface, dimension a.
inv. n. 12345
01
NOME OPERA - AUTORE OPERA NAME - AUTHOR mezzo, supporto, dimensione medium, surface, dimension Simustorem qui il et voloren tisquam audae. Imusam simagnis dolorem faccati cusda voluptas ma prem faccaborum fugiti ut aute nienimus doloreici quodicae molorep erferum. Simustorem qui il et voloren tisquam audae. Imusam simagnis dolorem faccati cusda voluptas ma prem faccaborum fugiti ut aute nienimus doloreici quodicae molorep erferum. b.
c.
d.
e.
SEGNALETICA OPERE
14
Esempio di etichette per la segnaletica delle a. Modello di etichetta senza descrizione opere. b. Modello di etichetta con descrizione dell’opera c. Modello di etichetta da utilizzarsi per gli appaLarghezza 16 cm (altezza variabile in base alla rati ceramici lunghezza al testo della descrizione dell’opera).
d. Modello di etichetta inserito in una tasca in Indicazioni sul posizionamento dell’etichetta alluminio utilizzato per le statue su basamento e per i vari supporti espositivi utilizzati nel museo. i quadri su pannelli e. Modello di etichetta da incastrare nelle guide di supporto dell’opera utilizzato per i capitelli e le croci dipinte.
SEGNALETICA OPERE
15
300 cm
100 cm
L’arte nel secolo di Lorenzo 26 aprile 30 luglio 2011
a.
b.
c.
STENDARDI
16
Stendardi pubblicitari per richiamare attenzione a. Stendardo per la mostra permanente verso il museo di passanti e di guidatori. b. Modello di stendardo per le mostre temporanee c. Rendering di applicazione dello stendardo Dimensioni 100x300 cm.
L’arte nel secolo di Lorenzo 26 aprile 30 luglio 2011
P.zza S. Matteo in Soarta, 1 56127 Pisa Info: Tel: 050 541865 www.smatteo.it
Orari di apertura: giorni feriali: 9:00/19:00 giorni festivi: 9:00/14:00 Chiuso il lunedì Open: Tuesday/Saturday: 9:00/19:00 Sunday: 9:00/14:00 Closed on Monday
P.zza S. Matteo in Soarta, 1 56127 Pisa Info: Tel: 050 541865 www.smatteo.it
Orari di apertura: giorni feriali: 9:00/19:00 giorni festivi: 9:00/14:00 Chiuso il lunedì Open: Tuesday/Saturday: 9:00/19:00 Sunday: 9:00/14:00 Closed on Monday
a.
b.
70 cm
100 cm
COMUNE DI PISA
c.
Manifesti da installare nelle apposite aree comu- a. Manifesto per l’area espositiva permanente nali per l’affissione con supporto metallico. b. Modello di manifesto per l’area espositiva temporanea Dimensioni 70x100 cm. c. Modello di un’area comunale adibita all’applicazione dei manifesti
MANIFESTI
17
80 cm
L’arte nel secolo di Lorenzo 26 aprile 30 luglio 2011 P.zza S. Matteo in Soarta, 1 56127 Pisa
220 cm
Info: Tel: 050 541865 www.smatteo.it
Orari di apertura: giorni feriali: 9:00/19:00 giorni festivi: 9:00/14:00 Chiuso il lunedì
P.zza S. Matteo in Soarta, 1 56127 Pisa Info: Tel: 050 541865 www.smatteo.it
Open: Tuesday/Saturday: 9:00/19:00 Sunday: 9:00/14:00 Closed on Monday
Orari di apertura: giorni feriali: 9:00/19:00 giorni festivi: 9:00/14:00 Chiuso il lunedì Open: Tuesday/Saturday: 9:00/19:00 Sunday: 9:00/14:00 Closed on Monday
a.
c.
TOTEM ESTERNI
18
b.
e.
d.
Totem per la promozione del museo e delle mostre temporanee da applicarsi davanti al museo, come richiamo visivo per incentivare l’ingresso, e nei punti turistici più importanti della città di Pisa (la stazione, piazza dei Miracoli, piazza Cavalieri, Borgo stretto). Totem in plexiglass con basamento in cemento, come previsto da regolamento comunale.
Dimensioni 80x220 cm. a. Totem per l’esposizione permanente b. Modello per una mostra temporanea c. Esempio di applicazione su un totem esistente d. Modello di totem previsto dal comune di Pisa e. Render con indicata la posizione del totem nella piazza antistante l’ingresso del museo