IL RESTO DEL CARLINO - LA NAZIONE - IL GIORNO
MARTEDÌ 5 AGOSTO 2008
PRIMO PIANO OMBRE SUI GIOCHI
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REAZIONI
Ma il Cio non vede e non sente — PECHINO —
PER IL COMITATO olimpico internazionale non è possibile stabilire se vi sia un legame fra l'attentato nello Xinjiang e i Giochi olimpici. «Non possiamo fornire una reazione immediata del Cio sull'attentato — ha detto Emmanuelle Tonge, dell'ufficio stampa del Cio — Ma per quanto riguarda i Giochi, abbiamo fiducia che le autorità cinesi stiano facendo tutto ciò che è possibile per assicurare che l'Olimpiade si svolga nella massima sicurezza». La portavoce del Cio ricorda poi che «In ogni caso la sicurezza dei Giochi, come è tradizione, è nelle mani del Paese ospitante». Esce dal coro del «tutto va bene a Pechino» solo Robert Menard, il segretario di Reporters sans Frontieres (Rsf), organizzazione di difesa della libertà di espressione e di stampa, terreno su cui nessuno incalza il regime cinese. Né il presidente francese Sarkozy, né il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), Jacques Rogge (nella foto) che pure si era impegnato a difendere la libertà dei giornalisti durante i Giochi. «Rogge è un Ponzio Pilato» accusa Menard che critica la «coalizione dei vigliacchi», a cui sono iscritte tutte le autorità politiche mondiali che fanno prevalere gli interessi economici con la Cina sulla difesa dei diritti umani.
Olimpiadi
gli sfrattati della nuova Pechino ti sull’Impero. Anche a cospetto del rinnovamento urdevastante attentato di Kashgar. Sen- banistico figlio za la presenza massiccia dei media del progetto-Giostranieri, sbarcati a Pechino per i Gio- chi. Ieri gli sfratchi, probabilmente le autorità avreb- tati sono scesi bero seguito la prassi di sempre. Cioè per strada, hanavrebbero censurato la notizia, tenen- no cercato di modola nascosta per chissà quanto tem- strare cartelli, si po. Invece stavolta hanno giocato sono scontrati d’anticipo: le tv e le agenzie di stam- con le forze pa hanno divulgato in fretta i partico- dell’ordine. Prilari sull’eccidio, hanno raccontato di ma di essere portaun camion imbottito di esplosivo e di ti via, alcuni sono due ribelli arrestati. Paradossalmen- riusciti a srotolare te, un evento (l’Olimpiade) fortissi- uno striscione. Somamente voluto dal regime per con- pra c’era scritto: «La sacrare il trionfo delle sue rigide cer- felicità della Olimpiade è tezze, beh, rischia di rivelarsi un boo- stata costruita sul nostro domerang. Nel senso lore». Una verità che, se tutto il mondo CITTA’ PROIBITA d i f f i c i l m e n t e ti guarda e ti guarda contestabile. AnLa rivolta degli ex da vicino, nascondere abitanti di Qianmen che in questo cala spazzatura sotto il so la notizia non zona rasa al suolo tappeto non si può è stata negata dal per i piani olimpici regime. In un paepiù fare. Almeno per tre settimane. se che non ha mai raccontato ai suoi cittadini la traIN PIAZZA. In piccolo, lo stesso di- gedia di Piazza Tien An Men, un scorso vale per i poveri (ex) abitanti buco nero nella memoria a quasi di Qianmen, il quartiere che fronteg- vent’anni dal massacro, forse giava la Città Proibita. E’ stato raso al l’azione coraggiosa dei senza casa è suolo dalle autorità, nell’ambito del un piccolo passo avanti.
GLI ATTENTATORI CHI E’ IL GRUPPO ISLAMICO ACCUSATO DALLE AUTORITA’ CINESI DELL’ATTACCO A KASHGAR. LEGAMI CON AL QAEDA
Gli uiguri: etnia turca, fede in Allah, ribelli a Pechino
TIMORI Controlli di polizia all’aeroporto di Pechino
GLI UIGURI. Questi per Pechino sono i principali indiziati dell’attentato di Kashgar, che ieri è costato la vita a 16 poliziotti più altrettanti feriti. Ma chi sono gli uiguri? Sono un popolo. "Alleati" e "uniti", questo il significato della parola turca uiguri, che indica l’etnia turcomanna e musulmana che vive nel nord-ovest della Cina, nella «Provincia Autonoma Uigura dello Xinjiang». Secondo gli autoctoni Turkestan orientale. Una regione grande almeno cinque volte l’Italia, storicamente conosciuta per esser parte della Via della Seta, e più di recente per il suo territorio ricco di petrolio, metano, oro e altre risorse naturali. Kashgar, la città protagonista degli attentati, è considerata la capitale del sepa-
ratismo turco-musulmano della Cina che negli ultimi 20 anni ha compiuto 260 attentati. Il gruppo più famoso è sicuramente il Movimento Indipendentista islamico del Turkestan Orientale (Etim), che sogna di ripetere le gesta di Yakoub Khan, l’autore dell’indipendenza della regione dal 1862 al 1876. L’Etim è una sigla che le autorità di Pechino conoscono bene. Infatti l’anno scorso la polizia cinese sgominò un loro campo di addestramento nell’altopiano del Pamir, al confine con Pakistan e Afganistan. Attraverso queste frontiere gli islamici uiguri, e in particolare l’Etim, sarebbero entrati in contatto con Al-Qaeda. Legami che hanno fatto inserire quest’ultimo gruppo nella lista delle organizzazioni terroristiche
della Cina, ma anche di Usa e Onu. La loro attività risale alla fine degli anni ottanta, all’indomani del ritiro dell’Urss dall’Afganistan. Durante l’invasione sovietica un gruppo di paesi occidentali chie-
se alla Cina di lasciare partecipare combattenti musulmani da affiancare ai mujeiddin. Migliaia di uiguri lasciarono il paese per la combattere i sovietici. Al loro ritorno in patria i reduci iniziarono ad organizzarsi per chiedere l’indipendenza del Turkestan e per denunciare le violenze del governo. A DARE VOCE a queste denunce sarà soprattutto Rabiya Kadeer, arrestata nel 1999 prima di incontrare una delegazione di deputati statunitensi e dal 2005 esiliata negli Usa. In questo paese è presidente del Congresso Mondiale Uiguro dal 2006 e, nello stesso anno, è stata proposta come premio Nobel per la pace. Dall’anno scorso fa parte del Partito Radicale Transnazionale, perché questo partito ha «aiutato a far conoscere al mondo intero la nostra causa».