Sommario Premessa
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Metodo democratico e partecipativo
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Cosa si intende per democrazia partecipata 8 Come si attuerà nella nostra città 8 Quali saranno i principi cardine della partecipazione 9 Le forme di democrazia partecipata che saranno intraprese 9 La base di dati ed il concetto di “sistema vitale” – Adesione ad Agenda 21 10
Rigenerazione urbana Perché avviare l’iter per l’approvazione del PUG Gli obiettivi da perseguire L’iter da seguire: il metodo partecipativo I costi sostenuti dal PUG Valorizziamo il nostro territorio: realizziamo orti urbani Progetto “Piazze vive”: riappropriamoci dei nostri spazi! La situazione disastrosa della mobilità Rigeneriamo la mobilità e il nostro modo di vivere la città: il PUMS Il percorso partecipativo per arrivare alla redazione del PUMS Come intervenire: alcune idee preliminari I vantaggi dell’adozione del PUMS Il PUMS e il PNRR Efficientamento energetico Acqua come risorsa: parte uno - le case dell’acqua. Acqua come risorsa: parte due - l’acqua nelle case Gli alberi come una infrastruttura di salute pubblica La manutenzione delle caditoie delle acque piovane Riprendiamo la strada verso la “strategia rifiuti zero” – La trasparenza La Tariffa puntuale
Rigenerazione economica Creazione di uno sportello informativo sulla auto-imprenditorialità Snellire la burocrazia comunale con maggiore efficienza del SUAP Ripopoliamo le botteghe chiuse del centro storico Un’opportunità da cogliere: le ZES. Occupazione del suolo pubblico nel periodo estivo Revisione dell’IMU per le attività produttive I diritti nelle campagne Azioni a favore dell’agricoltura Un patrimonio da (ri)scoprire La nostra città raccontata sui social e sul web Progetto “Lungo Fiume”
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Mercati rionali e rigenerazione delle Piazze
Rigenerazione sociale e culturale Cosa sono i patti educativi di comunità (PEC) Fare “rete” Il finanziamento dei PEC Aule studio e sportello universitario Più spazio per noi bambini La casa del volontariato I luoghi della cultura La Casa dei Cantastorie Disabilità: la rete degli Assistenti alla Comunicazione Lo sportello del debitore Consulta del terzo settore
Rigenerazione amministrativa Una Task Force per i finanziamenti e il fondo di rotazione Bilancio partecipato Baratto Amministrativo Implementazione dei PUC (Progetti utili alla collettività) Il Servizio Civile in Comune Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione Convenzione di servizi Comune-AMA Formazione del personale dell’Ente comunale
Designazione Assessori
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Il presente programma politicoelettorale è la sintesi del confronto libero e democratico di tanti cittadini che hanno deciso di sostenere la mia candidatura e questa coalizione alle prossime elezioni amministrative del 12 Giugno.
A queste difficoltà strutturali si sono aggiunti due anni di pandemia che hanno lacerato il tessuto sociale ed economico della città e hanno evidenziato la drammaticità della condizione in cui versano le famiglie e le attività produttive.
La nostra città si trova a vivere un momento difficile della sua storia: le difficoltà in cui versano le casse comunali, la carenza di personale amministrativo, gli impedimenti a partecipare a bandi e finanziamenti da parte degli uffici comunali, l’assenza di una visione chiara e condivisa di città, la mancanza di politiche sociali adeguate. E si potrebbe andare avanti con un lungo elenco.
Questo progetto politico, questo programma, nasce con l’obiettivo di porre un argine a questa deriva attraverso ciò che è concretamente realizzabile, con politiche innovative e che mirano a creare la necessaria coesione sociale, indispensabile per il rilancio della città. Attorno ad ogni tematica sono state raccolte diverse azioni che, in modo integrato, possono contribuire a migliorare in modo
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Premessa
significativo la situazione attuale. Tutte le proposte presenti nel presente programma hanno un unico comune denominatore: ogni processo strategico di attuazione della governance della città dovrà essere adottato attraverso il metodo partecipativo inclusivo e la trasparenza amministrativa. Si tratta di un chiaro elemento distintivo che ha molteplici finalità: se da un lato il metodo partecipativo ha l’obiettivo di disinnescare i potenziali conflitti sociali e responsabilizzare maggiormente i cittadini chiamati a dare un contributo concreto alla determinazione dell’indirizzo amministrativo generale, dall’altro consente di creare un clima di maggiore fiducia verso la politica e
la gestione del bene comune. Ritengo infatti che l’ottenimento di significativi risultati amministrativi di una città sia strettamente legato alla fiducia che i cittadini ripongono nei confronti di chi li amministra e, più in generale, nei confronti della politica. Bisogna iniziare a ritrovare fiducia e serenità e un clima di collaborazione tra tutti gli attori politici e le forze sociali, seppure nel pieno rispetto della dialettica democratica. È proprio nei momenti di difficoltà che siamo tutti chiamati a rinunciare agli egoismi e ai personalismi e a trovare sostegno nella difesa del bene comune. Siamo tutti chiamati a scrivere insieme un’altra storia per questa città.
Maria Grazia Pannitteri
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Cosa si intende per democrazia partecipata La democrazia partecipata è una forma decisionale che punta all’inclusione, alla collaborazione e ad un rapporto trasparente e di mutua fiducia fra istituzioni e società civile. L’idea è quella di attribuire alla cittadinanza una diretta responsabilità nell’esercizio (anche parziale) del potere pubblico nelle sue varie forme: assumere decisioni, fare proposte, co-gestire un bene pubblico, coorganizzare un servizio o monitorare e valutare l’attuazione delle politiche pubbliche. Il tentativo è quello di andare oltre la delega totale del potere ai rappresentanti politici eletti, ma per contro ciò non significa un esercizio esclusivo da parte dei cittadini o una deresponsabilizzazione delle istituzioni. La democrazia partecipata si basa piuttosto sul principio di una relazione interattiva, collaborativa o anche costruttivamente conflittuale, fra soggetti pubblici e società civile, per migliorare il perseguimento dell’interesse generale. Questo processo di governo di una città non è solo la logica conseguenza di quanto disposto da precetti
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normativi in materia (per esempio) di adozione del Piano Urbano Generale o del Piano sulla Mobilità Sostenibile, ma di una precisa scelta politica e amministrativa. Secondo il nostro punto di vista, non è possibile governare una città, adottare delle misure strategiche per il futuro e relativi piani di sviluppo senza la necessaria partecipazione di cittadini, gruppi d’interesse, mondo del lavoro e delle professioni.
Come si attuerà nella nostra città La partecipazione inclusiva nella costruzione dei processi di pianificazione e, in senso lato, nella condivisione di una visione precisa di città, si attuerà attraverso forum e tavoli di lavoro mediante i quali l’Amministrazione comunale coinvolgerà e responsabilizzerà tutti gli attori sociali, politici ed economici che possono essere definiti portatori d’interessi particolari e la cittadinanza tutta. In tal senso, l’Amministrazione Comunale svolgerà un ruolo di garanzia del corretto svolgimento del confronto democratico, con l’ausilio di tecnici, facilitatori e, appunto,
Metodo democratico e partecipativo coinvolgendo i diversi attori sociali. Al di là delle previsioni di legge, cioè laddove è disposto direttamente dalle norme, l’Amministrazione comunale adotterà il metodo partecipativo ogni volta che la decisione amministrativa riguarderà attuali o potenziali conflitti e quando si avrà la necessità di raccogliere e valorizzare il “sapere esperto e diffuso”, fatto di informazioni e di esperienze di vita, di soggetti che non sono solitamente invitati a sedere al tavolo delle decisioni.
Quali saranno i principi cardine della partecipazione In tutti passaggi del metodo partecipativo saranno adottati due principi cardine: l’inclusione e la trasparenza del processo. Per quanto riguarda l’inclusione, sarà necessario analizzare il territorio e la collettività in funzione della materia trattata e individuare in maniera mirata gli attori da coinvolgere. Questi saranno chiamati, in via ufficiale, a partecipare al confronto nei forum e nei tavoli di lavoro con modalità di volta in volta indicate. Ogni attore, se non direttamente chiamato, potrà presentare istanza motivando la propria richiesta di partecipazione. Per quanto riguarda la trasparenza del processo, essa consisterà nel rendere pubblico e facilmente accessibile a chiunque ogni singola fase del processo partecipativo.
Le forme di democrazia partecipata che saranno intraprese
A seconda del tipo di decisione da adottare, l’Amministrazione comunale potrà intraprendere quattro forme di partecipazione della cittadinanza. In primo luogo, la mera informazione ai cittadini. Il passaggio d’informazione può contribuire a rendere chiare le politiche pubbliche e facilitare la comprensione e l’appropriazione dei progetti che riguardano il quartiere o il Comune da parte dei paternesi. I cittadini, in questo caso, non saranno coinvolti nell’elaborazione del progetto, né nel processo decisionale. Questo livello sarà una condizione primaria e necessaria, alla base di un processo partecipato, per garantire la reciprocità della comprensione. In secondo luogo, potrà esserci una consultazione dei cittadini: questa modalità servirà all’Amministrazione Comunale (AC) per raccogliere le opinioni della popolazione riguardo un progetto. L’AC potrà poi prendere in considerazione gli elementi desunti dalla consultazione che ritiene pertinenti e continuare a informare la cittadinanza sulle scelte finali. L’obiettivo, quindi, sarà quello di raccogliere opinioni, suggerimenti e critiche dei cittadini riguardo una questione precisa, dopo che questi ne siano stati informati. Il terzo livello riguarda una vera e propria concertazione con i cittadini: dialogo e scambio di idee all’interno di percorsi istruiti dentro tavoli di lavoro o forum con le persone interessate da una decisione, Questa modalità di partecipazione dovrà prevedere la costituzione di una fase di dibattito attorno ai bisogni e le principali caratteristiche di un progetto.
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Metodo democratico e partecipativo Il quarto e ultimo livello riguarderà invece una coproduzione di azioni e risultati con i cittadini e il partenariato: partecipazione volta all’elaborazione di un progetto e decisioni relative alla sua attuazione. Nel partenariato tra Amministrazione comunale e cittadini entrambi giocheranno un ruolo a pieno titolo: si elaborerà congiuntamente un programma, si disegnerà un progetto condiviso. Dinanzi alla sfida proposta da tale processo, sarà importante stabilire sin dall’inizio le regole del gioco: identificare le decisioni chiave e quelle secondarie, organizzare la squadra di progetto, definire le modalità di accordo. Diverse esperienze importanti in altri contesti, a livello nazionale e internazionale, hanno mostrato come la partecipazione funziona se esistono dei luoghi permanenti dedicati alla gestione di tali processi, chiamati Urban Center. Anche Paternò potrà dotarsi di tale infrastruttura per la democrazia. Il primo vero cambiamento quindi si attuerà sul metodo democratico e partecipativo del processo decisionale. Una città che cambia con la consapevolezza e la condivisione delle decisioni strategiche è una città matura, più forte e determinata.
La base di dati ed il concetto di “sistema vitale” – Adesione ad Agenda 21 “Agenda 21” è il documento d’intenti e di obiettivi programmatici per il XXI secolo, elaborato dalla Conferenza mondiale sullo sviluppo sostenibile, sui problemi dell’ambiente, economia
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e società. Attualmente si applica in Italia attraverso il Coordinamento Agende 21 Locali Italiane. È stata pensata per facilitare il dialogo tra tutte le componenti della società affinché indirizzino le loro attività e la loro economia in azioni aderenti ai presupposti teorici dello sviluppo sostenibile, per far sì che le azioni di governo e quelle di gestione del territorio possano essere orientate verso tali intenti in modo da poter prospettare insieme il futuro sostenibile di ogni territorio. Si basa sulla raccolta e la sistematizzazione di tutti i date base sull’ambiente fisico, sociale, economico, con il successivo monitoraggio e relativo aggiornamento degli stessi. In Italia numerose amministrazioni locali stanno promuovendo i processi di Agenda 21 sul proprio territorio e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ha dato loro un forte impulso con il cofinanziamento di progetti. La stipula di detto protocollo d’intesa avvia nei comuni l’applicazione dei principi dello sviluppo sostenibile, attraverso la valorizzazione delle identità e delle vocazioni espresse dai singoli territori, con l’attivazione della ricerca del confronto sistematico, finalizzato a tutelare e valorizzare le risorse ambientali, economiche, e sociali secondo modalità integrate a livello locale e regionale. L’adesione ad Agenda 21 permette di avere a disposizione una conoscenza di tutte le informazioni sulla consistenza e connotazione delle varie risorse naturali (rurali, antropiche, storiche – archeologiche), nonché di quelle attinenti tutte le attività sociali
Metodo democratico e partecipativo ed economiche, presenti nel territorio comunale. I dati, armonizzati con le linee strategiche emanate dalla Città Metropolitana di CT e degli altri Enti sovracomunali, permetteranno di definire e caratterizzare il ruolo che compete a Paternò nel comprensorio e nella stessa Città Metropolitana. La richiamata adesione ad Agenda 21 non richiede assunzione di risorse finanziarie. Il territorio diventa attore del proprio sviluppo, non più semplice spazio fisico, ma soggetto imprenditoriale attivo, fonte di risorse materiali e immateriali, sistema vitale, dove lo spazio, una volta mero supporto passivo alla varietà dei suoi contenuti fisici, culturali e sociali, risulta serbatoio di forze vive e attrattive. L’imprenditorialità applicata al territorio richiede la capacità di delineare la visione del nuovo modello identificativo del territorio (imprenditore di se stesso) e di implementare il progetto del futuro desiderabile dei luoghi: una visione capace di catalizzare forme di consenso diffuso da parte delle diverse componenti della leadership e della società civile.
La collina storica, con tutte le sue sfaccettature, rientra, a pieno titolo, in detto “sistema vitale”: ne è un tassello, importante ma non a sé stante: un insieme da modellare con visione unitaria, assegnando ai singoli edifici monumentali funzioni e destinazioni tra loro organiche e coordinate. Un “sistema vitale” che dovrà prestare attenzione allo sviluppo degli altri comparti produttivi sofferenti, come quello artigianale che risente della mancata previsione della “zona artigianale”, di iniziativa pubblica, ovvero l’area P.I.P. - Piano Insediamenti Produttivi -, trascurata malgrado la ZES dagli strumenti urbanistici pregressi.
Tale azione metodologica (quella dei territori imprenditoriali) tende a dare maggiore valore all’intero perimetro urbano e alle varie categorie economiche che esso esprime, per dare loro maggiore competitività: intende fare emergere, anche, tutti gli aspetti che caratterizzano l’identità socio economico, culturale, animando il “genius loci”, con il recupero e la esaltazione della storia, dell’arte, della cultura, dell’artigianato popolare, delle tradizioni (in tutte le forme), del folclore. 11
Perché avviare l’iter per l’approvazione del PUG Il decreto di approvazione dell’attuale Piano Regolatore del Comune di Paternò è del lontano 5 maggio 2003. Sono trascorsi quindi 19 anni, 3 sindaci e 4 legislature. Nel frattempo la città è notevolmente cambiata, le previsioni di crescita demografica previste dal censimento del 1991 sono state totalmente disattese. In molti comparti, dalla Zona Ardizzone alla Scala Vecchia, la parte pubblica non ha adempiuto alla costruzione di quei servizi di quartiere indispensabili per una città moderna e vivibile. La frattura tra centro storico e quartieri si è dilatata, con collegamenti fragili e spesso dilaniati da criticità. Il centro storico si è sempre più spopolato e degradato e le vie principali hanno visto una progressiva chiusura di tante attività commerciali. Nel frattempo, e proprio recentemente, è intervenuta la nuova legge urbanistica regionale n. 19 del 13 agosto 2020 che prevede una significativa riforma del sistema della pianificazione territoriale e urbanistica siciliana introducendo, fra l’altro, nuove forme e contenuti
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degli strumenti urbanistici comunali, allineandosi così ai processi urbanistici di ultima generazione già avviati nel resto d’Italia.
Gli obiettivi da perseguire Col nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG) Paternò sarà in grado di impostare le linee strategiche fondamentali delle trasformazioni del territorio in maniera sostenibile, agendo sia per la promozione di processi di recupero e di rigenerazione del tessuto urbano, sia limitando il consumo del suolo che porterà all’azzeramento di nuovi insediamenti. Si tratta di un’occasione unica per tracciare il futuro urbano di Paternò, un’occasione per renderla più vicina ai suoi cittadini e ai loro bisogni e al tempo stesso per recuperare il suo carattere identitario. L’ambizione dell’Amministrazione sarà quella di poter disporre di uno strumento capace di trasformare la città rendendola vivibile e sostenibile, sia nel presente che nel prossimo futuro.
L’iter da seguire: il metodo
Rigenerazione urbana
partecipativo Così come previsto dalle norme, il percorso che deve portare alla definizione del PUG dovrà vedere la partecipazione attiva di tutti, con il coinvolgimento diretto dell’Università di Catania, degli Ordini professionali, dei gruppi d’interesse, del mondo delle associazioni e dei semplici cittadini. Tutti dovranno essere ascoltati e chiamati a dare il proprio contributo per costruire responsabilmente la città del futuro. Tuttavia, occorre prestare la giusta attenzione affinché i princìpi enunciati nella Legge non restino solo dichiarazioni d’intenti. Per tale ragione, una genuina alleanza tra attori territoriali, attraverso l’approccio partecipativo, potrà condurre all’elaborazione di un PUG realmente utile alla città. L’iter di formazione e approvazione del nuovo piano urbanistico è disciplinato dalla nuova Legge urbanistica regionale e prevede diverse fasi. Nella fase preliminare l’Amministrazione comunale sarà chiamata ad acquisire studi propedeutici alla formazione del PUG e l’emanazione delle direttive attraverso un atto di indirizzo da parte della Giunta Comunale. Inoltre istituirà l’Ufficio del Piano, che sarà chiamato a svolgere compiti attinenti alla pianificazione, tra cui la predisposizione e la gestione del PUG, la predisposizione e la gestione dei Piani di Recupero del Centro storico, la predisposizione degli accordi operativi e dei piani attuativi di iniziativa pubblica. La prima fase è quella dell’attivazione
del percorso partecipativo rivolto alla cittadinanza, agli Enti, alle associazioni, agli Ordini professionali, attraverso tavoli di lavoro o forum, per discutere vari livelli e tematiche inerenti alla redazione del PUG. Gli obiettivi da raggiungere sono molteplici. In primo luogo favorire la conoscenza del PUG e plasmare una sensibilità maggiore verso una cultura urbanistica che sia più attenta alla sostenibilità ambientale e al consumo del suolo. In secondo luogo, conoscere la percezione dei contesti urbani di riferimento da parte dei cittadini e l’attenzione verso la valorizzazione delle risorse territoriali. E, infine, favorire l’idea di città come bene comune perseguendo un miglioramento della qualità urbana ed edilizia, con un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale e alla vivibilità dei quartieri, individuando gli spazi e i luoghi della rigenerazione urbana. Nella seconda fase il Consiglio Comunale sarà chiamato ad elaborare e approvareun documento preliminare, previo l’avvio della Conferenza di Pianificazione con gli Enti preposti al rilascio delle necessarie autorizzazioni. Tale documento darà un quadro generale delle criticità geologiche e sismiche del territorio, descriverà le principali problematiche urbanistiche, individuerà gli obiettivi da raggiungere a medio e lungo termine identificando le risorse economiche disponibili e attivabili. Inoltre, tra le varie cose che dovrà disporre, descriverà le linee generali d’intervento e le aree oggetto del Piano particolareggiato, con particolare attenzione al centro storico paternese.
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Rigenerazione urbana In tal senso, e proprio in relazione al centro storico, il Documento preliminare approvato dal Consiglio consentirà di avviare immediatamente la progettazione di piani di recupero per iniziativa sia pubblica che privata, anche prima della definitiva approvazione del PUG. La terza e ultima fase sarà quella della redazione e approvazione del definitivo “Piano Urbanistico Generale” da parte del Consiglio Comunale, previa Conferenza di Pianificazione e procedura di osservazioni al PUG da parte di chiunque. Sarà un percorso lungo e faticoso, ma che darà alla nostra città lo strumento necessario per costruire e modellare una città vivibile, sostenibile e più attenta ai bisogni dei cittadini e delle attività produttive paternesi.
I costi sostenuti dal PUG Le Linee guida per l’approvazione del PUG, approvate con decreto del Presidente della Regione n. 117 del 7 luglio 2021, prevedono un contributo a fondo perduto pari al 30% delle spese sostenute (compensi professionali, indennità ai componenti degli uffici incaricati della redazione del PUG, professionisti che si occuperanno di studi demografici e indagini socio-economici) per i Comuni che decideranno di dotarsi del PUG. Il Comune di Paternò, con uno strumento urbanistico vetusto e in relazione alla sua dimensione demografica, potrebbe ricevere un contributo pari a 150 mila euro.
Valorizziamo il nostro territorio: 14
realizziamo orti urbani Un orto urbano è uno spazio verde di proprietà comunale, quasi sempre non sfruttato,la cui gestione è affidata per un periodo di tempo definito ai singoli cittadini o ad alcune associazioni. Lo scopo dell’orto urbano comunale non è solo recuperare uno spazio incolto per destinarlo alla coltivazione di frutta e verdura, ma la riscoperta del valore della terra, la collaborazione tra cittadini e agricoltori e la cura diretta del territorio. Inoltre sono utili per sensibilizzare le nuove generazioni verso una città più sostenibile e per gli anziani per fare attività fisica all’aria aperta. L’Amministrazione comunale sarà chiamata quindi ad individuare una o più aree nel territorio urbano adatte alla creazione di un orto sociale, creare un regolamento per il suo funzionamento e pubblicare quindi un bando, aperto ad associazioni e cittadini, che affidi la gestione dell’iniziativa direttamente ai soggetti assegnatari. Il progetto di coltivazione dell’orto urbano dovrà avere anche finalità legate alla solidarietà: verdura, ortaggi e frutta verranno distribuite alle famiglie che vivono fragilità economiche e sociali e alle mense sociali cittadine.
Progetto “Piazze vive”: riappropriamoci dei nostri spazi! Nella lotta contro il degrado e l’abbandono, utilizziamo l’approccio dell’urbanismo “tattico”. Attraverso un coinvolgimento diretto degli abitanti del quartiere nei processi di
Rigenerazione urbana rigenerazione urbana, il progetto ha lo scopo di far tornare le piazze ad essere luoghi centrali della vita del quartiere, non più solo parcheggi selvaggi o aree di passaggio. Lo scopo è restituire le piazze, i giardini e le aree verdi ai cittadini che potranno dare un senso compiuto allo spazio urbano come luogo di relazioni del quartiere con attività, incontri o anche solo vivendo l’area. L’Amministrazione sarà chiamata quindi a contribuire a gestire questi spazi, programmando eventi insieme ai cittadini o ai Comitati di quartiere. Tali eventi potranno essere di natura ludica, come eventi stagionali o spettacoli, o di tipo commerciale, come fiere e mercatini. Gli interventi dovranno essere pensati per funzionare in maniera efficiente, fornendo nuovi spazi pubblici, incroci sicuri e accessibili in grado di favorire i pedoni e i negozi locali con impatti minimi sul traffico complessivo. Il progetto verrà lanciato attraverso avviso pubblico in cui cittadini, comitati di quartiere e associazioni potranno presentare idee creative, attività aggregative o artistiche, interventi di recupero dell’arredo urbano destinati a rivalutare e rendere ospitale per la socialità lo spazio urbano individuato.
La situazione disastrosa della mobilità La situazione della mobilità e viabilità di Paternò oggi è disastrosa. Diversi fattori storici e culturali hanno contribuito a renderla di fatto insostenibile: la condizione penosa in cui versano strade e marciapiedi, gli inesistenti collegamenti con mezzi pubblici tra centro e periferie della
città, la scomparsa di un sistema di stalli a pagamento che consentiva una rotazione veloce dei parcheggi, una cultura dello spostamento basato esclusivamente sull’uso intensivo dell’auto. Questi e altri fattori hanno ridotto le nostre strade in condizioni pessime sia in termini di vivibilità e socialità che da un punto di vista della sicurezza stradale. Inoltre è stato ampiamente dimostrato come una pessima mobilità cittadina contribuisca, e non poco, al degrado urbano e metta in grave difficoltà le attività commerciali della città, rendendo vano qualsiasi tentativo di creare un parco commerciali cittadino.
Rigeneriamo la mobilità e il nostro modo di vivere la città: il PUMS È necessario dunque ripensare da zero tutto il sistema della mobilità, ripartendo (anche in questo caso) da due concetti chiave: sostenibilità e partecipazione. Il miglioramento del sistema della mobilità urbana è obiettivo imprescindibile sia per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici sia per il contrasto dei fenomeni di inquinamento atmosferico a scala locale. Il miglior modo per costruire una pianificazione strategica della mobilità è la redazione e approvazione di un Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (PUMS). Sebbene Paternò non abbia un obbligo di legge in tal senso (il decreto sui PUMS del 4 agosto 2017 impone l’obbligo solo alle città che hanno una popolazione superiore
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Rigenerazione urbana ai 100 mila abitanti), è altamente auspicato e auspicabile, dalle stesse norme nazionali ed europee, l’adozione di una pianificazione decennale. Tra l’altro, i Comuni che adottano un PUMS hanno premialità e incentivi su tutti i bandi e finanziamenti nazionali, regionali ed europei. Ecco perché è così importante dotarsi di questo strumento strategico.
network dei circuiti associativi e dei gruppi d’interesse del territorio già attivati con i Tavoli di confronto.
Il percorso partecipativo per arrivare alla redazione del PUMS
Monitoraggio, a PUMS operativo, di eventuali osservazioni e criticità emerse.
Come previsto dalla normativa nazionale e dalle direttive europee, tutti i cittadini saranno chiamati a dare il proprio contributo alla costruzione del Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile. Il processo partecipativo consisterà in azioni di comunicazione e interazione a vari livelli, costruite secondo le linee guida dell’Osservatorio nazionale sulla partecipazione. Esse potranno riguardare: L’organizzazione di alcuni incontrilaboratori per approfondimenti tematici su ambiti di particolare interesse e criticità (trasporto pubblico, mobilità pedonale e ciclistica, moderazione del traffico privato) o ad elevato grado di innovazione; Indagini online sui temi discussi con le criticità del sistema dei trasporti nel territorio, la visione del Piano e gli obiettivi prioritari, gli scenari di Piano e le principali alternative di intervento. Tali indagini verranno lanciate su apposito sito web del PUMS di Paternò, sui portali istituzionali degli Enti locali, sui social e attraverso i
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L’attivazione di canali di comunicazione continuativa con i cittadini sia di tipo più “istituzionale” (spazio web del PUMS, mail dedicata), sia di tipo informale (social network) per raccogliere domande, osservazioni, valutazioni a cui verranno assicurati adeguati feedback.
I risultati e la raccolta dei dati e delle informazioni saranno soggette a trasparenza e rese pubbliche in qualsiasi momento. Costituiranno le indicazioni fondamentali con cui la Giunta comunale o il Consiglio comunale adotteranno il Piano e lo renderanno operativo.
Come intervenire: alcune idee preliminari Innanzitutto sarà necessario aderire come Comune alla rete facente parte dell’Osservatorio PUMS – Endurance Italia, che è gratuita. Tale adesione permetterà di ottenere una serie di informazioni e attività di consulenza, usufruendo dei servizi offerti dall’Osservatorio (occasioni di confronto con altre città italiane ed europee, partecipazione a workshop e conferenze dedicate ai PUMS, formazione con professionisti nazionali e internazionali, un contatto diretto con partner di esperienza e la Commissione Europea su attività portate avanti nell’ambito della mobilità sostenibile).
Rigenerazione urbana Nell’attesa del percorso che porterà all’adozione del PUMS, sarà necessario intervenire con azioni mirate per migliorare la vivibilità e la sicurezza delle nostre strade cittadine. Tali misure saranno: • Rifacimento segnaletica orizzontale e verticale in tutta la città; • Riattivazione degli stalli a pagamento (strisce blu) con individuazione di aree di parcheggio gratuito e pass per residenti; installazione di parchimetri con pagamento attraversi sistemi alternativi digitali (es. Easypark); • Rifacimento e ampliamento dei marciapiedi per favorire la mobilità pedonale e gli spazio per la socialità; • Rifacimento del manto stradale delle vie del centro e delle periferie, attraverso bandi e finanziamenti pubblici periodicamente accessibili; •
Implementazione del servizio bus urbano esistente, con definizione di percorsi, fermate, acquisto biglietti e campagna informativa e sensibilizzazione sull’utilizzo del mezzo pubblico.
• Maggiore controllo del territorio con una riorganizzazione interna strategica della Polizia Municipale. • Individuazione di parcheggi scambiatori e collegamenti con le fermate della FCE; • Campagna di sensibilizzazione in città e nelle scuole della mobilità alternativa all’uso dell’automobile, incluse le domeniche della sostenibilità con la chiusura del
centro storico e la valorizzazione della mobilità pedonale e dell’uso della bicicletta.
I vantaggi dell’adozione del PUMS Le strategie europee sulla mobilità urbana indicano il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile come strumento essenziale per stimolare e governare il cambiamento necessario. L’utilizzo del PUMS è considerato un fattore competitivo nell’accesso ai finanziamenti europei, che rappresentano la principale risorsa oggi a disposizione per gli Enti Locali. Se il nostro Comune, dunque, dovrà accedere a finanziamenti per migliorare la condizione delle strade, i marciapiedi, l’arredo urbano e tutto ciò che occorre per migliorare la vivibilità e l’inclusione sociale, è indispensabile l’adozione del Piano perché ritenuto privilegiante e prioritario rispetto agli altri progetti. Ecco alcuni esempi di finanziamenti a cui sarà possibile accedere: • Fondo per iniziative di mobilità sostenibile, 2021 – DECRETO LEGGE SOSTEGNI BIS art. 51 (DL 25 MAGGIO 2021); • Programma di interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici nei siti naturalistici UNESCO; • Misure attuative delle disposizioni per la promozione del trasporto scolastico sostenibile – DECRETO MATTM del 28 ottobre 2020 (bando scaduto ma che sarà riproposto)
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Rigenerazione urbana • Risorse destinate alle ciclovie urbane – DECRETO MIT del 12/08/2020 • Contributi ai Comuni per efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile – DECRETO CRESCITA; • L’ Articolo 202, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 istituisce il “Fondo per la progettazione di fattibilità delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese, nonché per la project review delle infrastrutture già finanziate”;
Il PUMS e il PNRR Il PNRR prevede nel breve periodo opportunità di investimento per l’attuazione dei PUMS, in particolare nell’ambito della MISSIONE 2 (RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA) e della MISSIONE 3 (INFRASTRUTTURE PER UNA MOBILITÀ SOSTENIBILE). Tra gli obiettivi generali della Missione 2, che è la più ricca e complessa (4 componenti e 59,47 miliardi di € totali), la componente M2C3 Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile menziona esplicitamente tra i suoi obiettivi lo “Sviluppo di un trasporto locale più sostenibile, non solo ai fini della decarbonizzazione ma anche come leva di miglioramento complessivo della qualità della vita (riduzione inquinamento dell’aria e acustico, diminuzione congestioni e integrazione di nuovi servizi)” (obiettivo 4). La componente di missione comprende in particolare 4
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ambiti di intervento: • Rafforzamento mobilità ciclistica: circa 600 milioni di €, attraverso cui si prevede la realizzazione di circa 570 km di piste ciclabili urbane e metropolitane e di circa 1.250 km di piste ciclabili turistiche. • Investimento 4.2: Sviluppo trasporto rapido di massa: 3,6 miliardi di €, il cui obiettivo è ottenere uno spostamento di almeno il 10 per cento del traffico su auto private verso il sistema di trasporto pubblico. • Investimento 4.3: Sviluppo infrastrutture di ricarica elettrica: 740 milioni di €, destinati allo sviluppo di 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada e 13.755 in centri urbani, oltre a 100 stazioni di ricarica sperimentali con tecnologie per lo stoccaggio dell’energia. • Investimento 4.4: Rinnovo flotte bus, treni verdi: 3,64 miliardi di € che serviranno all’acquisto di circa 3.360 bus a basse emissioni; 53 nuovi treni e 100 carrozze di nuova concezione sviluppate con materiali riciclabili e rivestite con pannelli fotovoltaici. oltre all’ammodernamento del parco automezzi dei Vigili del Fuoco. La componente di missione M2C2 prevede inoltre la messa a punto di procedure più rapide per la valutazione dei progetti nel settore dei sistemi di trasporto pubblico locale con impianti fissi e nel settore del trasporto rapido di massa (Riforma 4.1). Infine, vi è tutto il programma (un elenco lunghissimo) di finanziamenti
Rigenerazione urbana europei a sostegno della Mobilità Sostenibile (che non si riporta per brevità).
Efficientamento energetico Il comune sarà protagonista nella transizione energetica, nell’efficientamento energetico e nella mobilità sostenibile, mediante l’utilizzo degli incentivi e dei finanziamenti messi a disposizione dalle varie misure in atto (PNRR, Conto termico, Ecobonus, bandi e finanziamenti). In primo luogo bisogna procedere alla revisione e pianificazione delle misure contenute nel PAES (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile) mediante l’impiego di fondi comunitari specifici (Jessica, Horizon 2020, per esempio). Di conseguenza, andrà istituito e organizzato l’ufficio dell’Energy Manager, figura essenziale prevista anche dalla legge, per l’attuazione di strategie e progettualità finalizzate ad un uso razionale dell’energia e al risparmio energetico degli edifici pubblici. Ma il risparmio energetico andrà promosso anche nella cittadinanza, attraverso l’apertura dell’ufficio “transizione energetica” che si occuperà: • di offrire supporto ai cittadini, alle imprese ed alle CER, promuovendo incontri dedicati per le opportunità in corso (PNRR, finanza agevolata, bandi, gare, mostre, fiere, convegni, eventi ed ecc); • di promuovere tutte le iniziative atte ad agevolare la transizione energetica, tipo: buone prassi, procedure, accordi, con gli enti
sovracomunali, e lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili; • di promuovere la collaborazione tra gli stakeholders, le università e le associazioni di volontariato per la definizione di nuovi modelli di sviluppo, con particolare attenzione all’agro-voltaico ed agli impianti di biomassa di origine agricola. L’amministrazione sarà promotrice della costituzione di una o più Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), per promuovere la produzione, la condivisione e l’autoconsumo dell’energia. In accordo alla direttiva Europea ed al DLgs 199/2021, saranno concesse alle CER le superfici e le aree disponibili per la realizzazione di impianti di energia da fonte rinnovabile al servizio della comunità. Le Comunità Energetiche Rinnovabili dovranno incentivare e finanziare l’adesione delle famiglie a basso reddito, e progetti per la collettività.
Acqua come risorsa: parte uno le case dell’acqua. L’acqua che sgorga dalle nostre fontanelle è controllata, sicura e buonissima di sapore. Per questa ragione molti cittadini dei paesi limitrofi, passando dalla nostra città, attingono alle nostre fontanelle per bere e portare via l’acqua paternese. Eppure, non si sa per quale moda o falsa credenza, i cittadini di questa città acquistano acqua al supermercato, conservata per mesi dentro bottiglie di plastica e il cui costo incide tanto sul bilancio di una famiglia. Inoltre lo smaltimento delle bottiglie ha un
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Rigenerazione urbana impatto economico notevole per la nostra comunità. Da rimarcare inoltre che l’Istituto Superiore della Sanità ha smentito che l’acqua, quella con un residuo fisso alto (come è la nostra acqua), possa avere conseguenze sulla nostra salute (es. calcoli renali). Per valorizzare una risorsa primaria indispensabile sarà necessario quindi agire in una duplice direzione: • Costruire “case dell’acqua” in diversi punti strategici della città. I punti di distribuzione dell’acqua potabile sono di semplice realizzazione. Si tratta di strutture collegate all’acquedotto locale che permettono di prelevare acqua da bere, refrigerandola e/o aggiungendo anidride carbonica per renderla frizzante. Il servizio base è pubblico e gratuito, ma è possibile prevedere un costo per l’acqua frizzante. I vantaggi della casa dell’acqua sono notevoli. Innanzitutto partiamo da un risparmio economico: anche quando è previsto un pagamento per la gassatura il prezzo è molto contenuto. E poi consentono di attuare politiche di sostenibilità ambientale: il consumo di acqua alla spina a chilometro zero abbatte drasticamente il volume dei rifiuti, facilitando la raccolta differenziata. • Attuare campagne informative e di sensibilizzazione nelle scuole, tramite le associazioni e in città con il progressivo abbandono dell’uso dell’acqua in bottiglia a favore del consumo dell’acqua nostrana.
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Acqua come risorsa: parte due l’acqua nelle case E’ un paradosso, ma troppe famiglie sono colpite dal disservizio della mancanza di acqua nelle case. Tutto questo non è più ammissibile. Per questa ragione l’Amministrazione comunale, visti i costi attuali di affitto dei pozzi che alimentano la rete idrica urbana, ritenendo antieconomico procedere con la stipula di altri affitti, vuole procedere all’acquisto di nuovi pozzi da integrare ai contratti esistenti per sopperire alla mancanza periodica dell’acqua in diversi quartieri della città.
Gli alberi come una infrastruttura di salute pubblica C’è un modo semplice ed economico per migliorare la salute delle persone: piantare alberi. Oltre ad essere belli e a rendere più gradevoli i nostri centri abitati, ci regalano infatti della preziosa aria pulita. La piantumazione di alberi, dal nostro punto di vista, dovrebbe essere inclusa nei finanziamenti per la salute pubblica. L’Amministrazione comunale quindi deve essere chiamata ad attuare politiche che incoraggino i privati cittadini a piantare alberi, promuovere la protezione del nostro patrimonio verde, educare la popolazione sui benefici della salute pubblica del piantare alberi così come sull’impatto economico delle zone verdi. Il Ministero della Transizione ecologica ha recentemente pubblicato, nell’ambito del PNRR, la misura M2C4 Investimento 3.1 in tema di tutela e valorizzazione del verde urbano ed
Rigenerazione urbana extraurbano proprio sulla forestazione in ambito cittadino.
La manutenzione delle caditoie delle acque piovane Abbiamo ben presenti tutti quanto accaduto lo scorso autunno con forti piogge e allagamenti in tutta la città. Anche se la pioggia è di intensità eccezionale da far ritenere l’evento atmosferico assolutamente imprevedibile e straordinario, il Comune è tenuto a risarcire gli immobili allagati e le auto danneggiate se non dimostra che la rete fognaria, per lo scolo delle acque piovane, era funzionante. Non vale, quindi, a esonerare l’amministrazione dal pagamento la considerazione che, se anche le pompe per il filtraggio dell’acqua avessero funzionato correttamente, esse non sarebbero comunque riuscite a smaltire la mole di pioggia caduta per effetto del nubifragio (Sent Cassazione). È dunque opportuno agire in via precauzionale, tramite attività di prevenzione: il corretto funzionamento delle caditoie viene mantenuto attraverso la pulizia e lo svuotamento delle camere di sedimentazione dove presenti, per mantenerne l’efficienza ed evitare così il ristagno delle acque meteoriche. L’Amministrazione deve costruire quindi un calendario di manutenzione ordinaria e straordinaria e provvedere alla pulizia di chiusini e caditoie, eseguita da aziende specializzate.
Riprendiamo la strada verso
la “strategia rifiuti zero” – La trasparenza Primo imperativo dell’Amministrazione comunale sarà riprendere il cammino verso la strategia “rifiuti zero”, una delibera consiliare di alcuni anni fa che impegnava il nostro comune ad arrivare, nel 2020, a produrre zero rifiuti. Nel frattempo molte cose sono accadute e gli impegni che il Comune aveva assunto con se stesso e con i cittadini paternesi è stato disatteso. Non solo il livello di differenziata non ha raggiunti valori minimi accettabili, ma la trasparenza della gestione, la certezza dei dati è venuta a mancare. L’Osservatorio comunale sui Rifiuti Zero si è smarrito e non ha mai iniziato il lavoro di controllo e pubblicazione dati per cui era nato. Il primo punto è questo: la ricostituzione dell’Osservatorio così come prevedeva la delibera consiliare sulla Strategia Rifiuti Zero. Nel contratto con la società appaltatrice della raccolta differenziata, infatti, manca un elemento indispensabile per una crescita consapevole della cittadinanza: la possibilità per i cittadini di segnalare, riportare feedback di varia natura, proporre suggerimenti. Tutto ciò che, insomma, costituisce un monitoraggio della qualità del servizio. Questa funzione sarebbe stata centrata con il lavoro indipendente dell’Osservatorio. In termini sempre di trasparenza di gestione, l’Amministrazione comunale deve essere chiamata a compiere un ulteriore sforzo: l’adesione a “Zero Waste Italy”, organizzazione indipendente che controlla e monitora che la dichiarazione di principio “zero
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Rigenerazione urbana rifiuti” sia rispettata.
La Tariffa puntuale L’obiettivo è semplice: pagare in base alla quantità di rifiuti indifferenziati prodotti e gettati nella spazzatura. La tariffa puntuale è questo: un prezzo che nasce dal sistema di calcolo dei rifiuti prodotti dal singolo cittadino, o meglio dalla singola utenza (domestica e non domestica), che consente di determinare una tariffa proporzionale, almeno in parte, alla fruizione del servizio di raccolta rifiuti. Un approccio che si contrappone al sistema fino ad ora utilizzato che basa il calcolo su una presunzione di conferimento di rifiuti. Un modo per ridurre i costi ambientali ed economici e al tempo stesso rendere più equa una tassa che sino ad oggi si è basata esclusivamente sulle dimensioni dell’immobile e il numero di utenti, penalizzando molte famiglie a basso reddito. Ecco quindi la sfida: chi sa ridurre i rifiuti indifferenziati paga una bolletta più leggera. Un sistema equo perché ottiene una partecipazione diretta dei cittadini premiando i comportamenti virtuosi di chi differenzia correttamente i materiali riciclabili e riduce al minimo i rifiuti non riciclabili. La tariffa è equa e trasparente e la verifica del comportamento virtuoso è resa possibile dalla misurazione attraverso un sistema di lettura elettronico.
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Rigenerazione urbana
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Creazione di uno sportello informativo sulla autoimprenditorialità Tanti cittadini vorrebbero scommettere su se stessi e sul territorio della città con la propria idea imprenditoriale. Tuttavia ogni giorno si presenta un gap informativo legato alla difficoltà di reperire informazioni corrette su finanziamenti e agevolazioni che sono previste dalla legge a favore sia di nuove iniziative imprenditoriali che di attività economiche esistenti. Inoltre, i futuri imprenditori non hanno la possibilità di un confronto costruttivo sulle grandi e piccole scelte da fare nel percorso progettuale da intraprendere per la costituzione della propria impresa. Ecco allora che bisogna creare le condizioni favorevoli per incoraggiare la nascita di nuove attività imprenditoriali. Per questa ragione l’Amministrazione comunale stipulerà accordi di collaborazione con le associazioni datoriali affinché, attraverso il loro contributo, si creino le condizioni per informare e promuovere la conoscenza delle tante misure a favore della nascite di nuove realtà imprenditoriali
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attraverso uno sportello aperto presso la sede comunale. Da “Resto al Sud” alle agevolazioni CRIAS, passando alle recentissime in materia di Imprenditoria femminile, sono tante le possibilità che la legge prevede per favorire la nascita di nuove imprese. Un front office comunale può aiutare tante persone a diventare gli imprenditori di domani.
Snellire la burocrazia comunale con maggiore efficienza del SUAP Lo sportello Unico per le attività produttive funziona ormai da diversi anni, ma le pratiche presentate dalle imprese risultano ancora troppo lente e le procedure farraginose. La quantità di documenti spesso da presentare è enorme e qualche volta molti documenti sono ridondanti. E’ necessario quindi digitalizzare e potenziare lo Sportello Unico delle Attività Produttive, al fine di rappresentare l’unico interlocutore tra le imprese e le Pubbliche Amministrazioni, in particolare lo sportello dovrà supportare le imprese in tutte le fasi autorizzative e fino all’attivazione delle sede produttiva.
Rigenerazione economica Il processo di digitalizzazione contribuirà a risposte della Pubblica Amministrazione certe e in tempi rapidi. Infine, si vuole costituire presso il SUAP un ufficio “ATTIVITA’ PRODUTTIVE” per il supporto alle imprese, promuovendo incontri dedicati con le imprese del territorio per le opportunità in corso (finanza agevolata, ZES, bandi, gare, mostre, fiere, convegni, eventi ed ecc), e per l’interlocuzione con le pubbliche amministrazioni. L’ufficio delle Attività produttive sarà supportato, in forma gratuita, dalle associazioni professionali, delle associazioni di categoria, dalle associazioni di volontariato e dagli stakeholders.
Creare un incubatore coworking comunale Prendiamo un edificio comunale in disuso e abbandonato, attrezziamolo di stanze, una sala riunione, una segreteria e una connessione internet ad alta velocità. Avremo così trovato un luogo di lavoro condiviso, economicamente sostenibile, un luogo in cui è possibile dare e ricercare collaborazioni tra professionisti e giovani imprenditori. Un luogo della creatività, del lavoro e della socialità. Gli spazi coworking e smart working pubblici sono una realtà in molte città d’Italia e affiancano tante ottime iniziative private. Sono dirette non solo alle nuove attività imprenditoriali e professionali, ma anche a quelle esistenti. Per arrivare alla costituzione di uno spazio coworking saranno necessari due passaggi formali: un avviso
pubblico per l’assegnazione dello spazio e un regolamento comunale per il suo utilizzo. Esistono molteplici forme di finanziamento per progetti di questo tipo, legate all’organizzazione del lavoro e alla digitalizzazione 4.0. Un modo concreto e intelligente dell’Amministrazione comunale per supportare lo sviluppo di progetti imprenditoriali.
Ripopoliamo le botteghe chiuse del centro storico Nelle vie del centro storico, specialmente in Via Vittorio Emanuele, ci tantissime botteghe vuote, sfitte e in disuso. Man mano che passano gli anni questi locali vanno incontro sempre di più al degrado e rimangono un segno evidente della crisi economica delle nostre attività commerciali. Infatti il degrado urbano, la scarsa propensione alla mobilità pedonale, errate scelte progettuali, la difficoltà di trovare un parcheggio, unita alla concorrenza dei centri commerciali, ha progressivamente depauperato e stremato la presenza di attività commerciali nella via centrale della città. In combinata azione con gli interventi in materia di mobilità sostenibile e rigenerazione urbana, l’Amministrazione comunale dovrà sostenere tutti gli sforzi possibili per ripopolare le botteghe chiuse incentivando le attività commerciali a ritornare nelle vie principali, valorizzando così il centro storico. Ciò che si propone, dunque, è stipulare un protocollo d’intesa tra le associazioni datoriali (CNA,
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Rigenerazione economica ConfCommercio, CLAI, Confesercenti, ecc), l’Amministrazione comunalee i proprietari di botteghe del centro storico affinché, dietro il riconoscimento di un significativo abbattimento dell’IMU, quest’ultimi concedano ad attività artigiane e commerciali i loro locali ad un canone di affitto “calmierato” per tutta la durata pattuita. I proprietari di botteghe che non vorranno aderire all’iniziativa, verrà chiesto comunque di mantenere decoroso l’aspetto dei propri locali.
Un’opportunità da cogliere: le ZES. Sono state istituite dal governo regionale le ZES, ovvero le “Zone Economiche Speciali” e, in Sicilia orientale, è stata inclusa anche la Zona industriale di Paternò. Con le ZESdiventeranno vantaggiosi gli investimenti in Sicilia attraverso il credito d’imposta, gli sgravi fiscali, le agevolazioni sul lavoro, gli ammortamenti per le aziende. In tre anni per il Mezzogiorno saranno disponibili duecentocinquanta milioni di euro per agevolazioni e cinquanta dovrebbero essere destinati alla Sicilia. Nel frattempo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge 36 del 30 aprile. All’interno del decreto si inserisce tra le spese ammissibili nelle zone ZES anche le opere murarie, la costruzione e acquisto di immobili, opifici direttamente per le imprese. L’ art. 37 comma 2 infatti istituisce la possibilità di agevolare l’acquisizione, realizzazione e ampliamento di opere murarie funzionali agli investimenti.
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Tale norma consentirà alle imprese di ottenere il credito d’imposta anche per la realizzazione dei capannoni, uno stimolo che spingerà gli investimenti nelle aree. Per il rilancio della nostra zona industriale, quindi, sarà strategico accedere ai finanziamenti per le opere infrastrutturali previsti dalle ZES, in modo da trasformare l’area in un punto strategico attrattivo per molte imprese.
Occupazione del suolo pubblico nel periodo estivo Al fine di favorire la lotta al degrado urbano, incentivare e aiutare gli esercenti della ristorazione e aumentare i momenti di socialità e incontro tra cittadini, l’Amministrazione comunale, durante il periodo estivo, vuole esentare dal pagamento dell’occupazione del suolo pubblico tutti quegli esercizi che ne faranno richiesta.
Revisione dell’IMU per le attività produttive I beni immobili strumentali all’esercizio d’impresa hanno lo scopo ben preciso di produrre il reddito d’impresa, reddito che viene tassato ai fini IRPEF ovvero IRES, nel caso di società di capitali. L’IMU, pertanto, costituisce un costo inerente alla produzione del reddito. La mancata deducibilità del tributo comunale determina, conseguentemente, la tassazione di una parte del reddito d’impresa, quello relativo all’IMU indeducibile, mai realizzato. Da qui il rilievo di
Rigenerazione economica incostituzionalità del tributo in base al principio di capacità contributiva sancito dall’articolo 53 della Legge Costituzionale. Per questa ragione, dal nostro punto di vista, va necessariamente rivista l’aliquota IMU per le attività produttive che utilizzano la propria bottega o il proprio capannone in modo strumentale per la propria attività. Non si può insistere sul reddito d’impresa con una doppia tassazione.
I diritti nelle campagne Vogliamo che la nostra città sia un luogo in cui i diritti fondamentali siano tutelati e in cui tutti gli esseri umani, di qualsiasi appartenenza nazionale, religiosa, sociale e culturale siano, vivano in condizioni dignitose. Per questa ragione l’Amministrazione comunale dovrà impegnarsi nella lotta al caporalato imposta con l’intimidazione (il pagamento del pizzo nelle campagne), attraverso l’attività deliberativa, gli opportuni canali socioculturali e la creazione di un’apposita squadra composta dal Sindaco, un Assessore e due consiglieri, che si occupi sia di raccogliere le denunce degli agricoltori e dei lavoratori vessati dalle estorsioni e dai soprusi, sia di accompagnarli e sostenerli durante l’iter giudiziario.
Azioni a favore dell’agricoltura Il territorio di Paternò è costituito da una superficie agricola utile pari a circa il 35% dell’intero territorio comunale. Si tratta di un suolo ad alta fertilità che, grazie alle particolari
condizioni pedoclimatiche – grazie alla presenza del Vulcano Etna e del Fiume Simeto – ha consentito la produzione di diverse colture di qualità, tra cui l’arancia rossa di Sicilia, il ficodindia dell’Etna, l’olio extra-vergine di oliva. Tuttavia, negli anni si è verificato un progressivo abbandono delle attività agricole (specialmente le piccole e medie produzioni) poiché non considerate redditizie e per le gravi carenze infrastrutturali del territorio (fallimento dei consorzi irrigui, scarse condizioni della viabilità rurale, senso di insicurezza nelle campagne, ecc.). Inoltre, altri fattori – tra cui il preoccupante fenomeno degli incendi estivi e gli investimenti destinati a impianti che sottraggono suolo all’agricoltura (tra cui i progetti di vasti campi di pannelli fotovoltaici posti a terra) – rendono il futuro dell’agricoltura locale ancora più incerto e insidioso. È tempo di mettere nuovamente l’agricoltura al centro del dibattito come opportunità reale di sviluppo per il territorio di Paternò, in alleanza con il sistema territoriale ampio in cui la Città si colloca: la Valle del Fiume Simeto e il versante sud-occidentale dell’Etna. In riferimento alla promozione e difesa dell’agricoltura,l’Amministrazione comunale dovrà mettere in campo una serie di misure che possono essere così elencate: • Riorganizzare l’attività agricola attraverso l’istituzione di un osservatorio volto al censimento dei produttori agricoli e delle relative capacità produttive, così da consentire la sponsorizzazione
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Rigenerazione economica dei nostri all’estero;
prodotti
soprattutto
• Promuovere la costituzione di piccole e medie imprese agricole in consorzi, al fine di garantire il controllo e la certificazione del prodotto agricolo e dei suoi prezzi. • Valorizzare la produzione agricola locale attraverso la creazione di un Marchio Territoriale che tuteli e pubblicizzi tutti i nostri prodotti, al fine di certificarne la peculiarità e l’alta qualità. • Creare il mercato del produttore, per dare la possibilità a tutti i produttori di essere tutelati nel processo di vendita. • Attivare una piattaforma comunale online per la vendita dei prodotti territoriali (e-commerce cittadino). Tutte le aziende agricole del territorio che rispettano le qualifiche del Marchio Territoriale avranno il proprio spazio sulla pagina online. • Incentivare la vendita diretta dal produttore al consumatore (Farmer’s Market), così da favorire l’agroalimentare locale e la produzione biologica, garantendo al consumatore qualità e freschezza. • Istituire lo Sportello Europa: info point sulle misure europee a sostegno dell’agricoltura. • Energia Pulita: incentivare gli imprenditori agricoli che installano impianti per la produzione di energia rinnovabile.
Un patrimonio da (ri)scoprire 28
L’Amministrazione comunale è chiamata a ridare centralità ai beni storico-architettonici, naturali e culturali, al patrimonio materiale e immateriale della nostra città e accrescere il valore e la ricchezza del territorio del Simeto attraverso itinerari turistici. In tal senso, l’Amministrazione intende costruire un piano strategico partecipato del patrimonio territoriale, attraverso il coinvolgimento di professionisti del settore, archeologi, storici, ordini professionali, associazioni culturali e semplici cittadini. Tale piano terrà conto anche delle diverse iniziative già poste in campo negli anni per la valorizzazione del patrimonio territoriale e del paesaggio, mediante diverse pratiche di museologie insorgenti, riguardanti l’interno territorio simetino. L’obiettivo è la creazione di un’offerta strutturata per la fruizione comunitaria e l’accoglienza dei visitatori esterni, costituita da itinerari (ambientali, storico-artistici, enogastronomici, ecc.) e da un sistema di storie, narrazioni e luoghi, che sarà possibile promuovere attraverso azioni di comunicazione, informazione e pubblicità veicolata attraverso molteplici canali. Tale piano strategico dovrà individuare un percorso di conoscenza e cura del patrimonio culturale e ambientale e, successivamente, dovrà rendere accessibile i luoghi di visita attraverso la mobilità sostenibile pubblica, opportunamente connessa con gli snodi di scambio del trasporto pubblico della città metropolitana. In questo modo sarà possibile realizzare
Rigenerazione economica un progetto culturale integrato che trasformi Paternò nella città-cerniera tra l’area metropolitana e le aree interne. All’interno di tale piano strategico si prevede inoltre la costruzione di un parco urbano sulla collina storica, la fruibilità delle Salinelle e degli acquedotti, dei terrazzamenti agricolie degli impianti idrici storici. Uno spazio importante sarà dedicato al rilancio del museo del cantastorie, al teatro classico e contemporaneo e all’opera dei pupi. Altre azioni che l’Amministrazione comunale intraprenderà: • Realizzazione di un museo d’arte per raccogliere la produzione dei grandi artisti del passato; • Sostenere la ricerca di studiosi della storia della città e promuovere convenzioni con l’Università per valorizzare le tesi di laurea e di dottorato che si occupano del territorio in forma multidisciplinare; • Attribuire la denominazione di Hybla alla collina storica e individuarla come “borgo storico”; • Istituire un tavolo permanente con la sovrintendenza e le categorie di settore allo scopo di creare un canale diretto con l’amministrazione per fornire proposte, indicare problematiche ed organizzare congiuntamente eventi e percorsi culturali; • Prevedere collaborazioni e convenzioni con le aziende private allo scopo di sponsorizzare le attività del Comune in ambito turistico.
• Prevedere l’inserimento nel sistema museale di Paternò della galleria d’arte sacra. • Aumentare la ricettività turistica e stimolare l’apertura di nuove attività che supportino il turismo (pub, enoteche, caffè letterario, sale da tè, albergo diffuso, internetpoint). • Integrare le strategie di valorizzazione del patrimonio territoriale di Paternò con le più ampie strategie comunitarie di valorizzazione del territorio e del paesaggio già poste in essere nella Valle del Simeto.
La nostra città raccontata sui social e sul web L’importanza di una offerta turistica sostenibile deve essere raccontata in modo coerente ed efficace sul web. È necessario che le informazioni corrette e chiare siano disponibili e fruibili dai turisti e visitatori, ma vogliamo che i paternesi diventino i primi ambasciatori del proprio territorio. Il sito web e la comunicazione social non devono quindi riportare mere informazioni, ma essere attrattivi per i potenziali visitatori dei nostri luoghi. In concerto con i cittadini e le associazioni, l’obiettivo è raccogliere i contenuti generati da residenti e turisti (es. scatti, filmati, blog tour) ed automatizzarne la fruizione attraverso i social network e il web. Mediante sponsorizzazioni, consolidare Paternò come marchio territoriale ed effettuare una campagna di social marketing mirata alle zone dei turisti potenziali.
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Rigenerazione economica Bisogna avviare, in cooperazione con le associazioni di categoria, una campagna per la promozione di prodotti e servizi locali.
Progetto “Lungo Fiume” L’obiettivo di questo progetto, nell’ambito della valorizzazione del nostro territorio, è di rendere fruibile il lungo fiume del Simeto e di offrirlo ai cittadini e ai visitatori come percorso naturalistico ed escursionistico. Il progetto prevede la costruzione di percorsi da fruire a piedi o in bici lungo le due sponde del fiume, nel tratto fra Pietralunga e il bacino di Pontebarca. Con la realizzazione di aree di sosta per gli affacci sui corsi d’acqua e per godere degli straordinari squarci sui monti di Castellaccio e sull’Etna. I percorsi consentiranno di poter visitare le ricche aree archeologiche presenti lungo le sponde e i resti del Ponte Romano. Attraverso delle sistemazioni naturali si potrà consentire l’accesso al fiume per poter navigare con le canoe. Per avvicinare la città e i turisti al fiume si renderà accessibile l’area dal Passo Ipsi e, con un ponticello in legno, poter fruire velocemente delle spiagge che ci sono nella sponda destra. I percorsi potrebbero ulteriormente valorizzare le Salinelle del Fiume, altra straordinaria emergenza naturalistica che determinerebbe un’ulteriore scoperta per i visitatori. Anche questo è un progetto che con poco restituisce molto, ovvero valorizza e restituisce ai paternesi le bellezze naturali del territorio.
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Mercati rionali e rigenerazione delle Piazze Nell’ottica del processo di rigenerazione urbana di alcune piazze e la riqualificazione della vita nei quartieri, l’Amministrazione comunale vuole avviare un progetto sperimentale, organizzato in più punti strategici della città, che consiste nella creazione di micro e piccoli mercati rionali a dimensionamento di quartiere. Le novità rispetto al passato sono due: • Arginare il fenomeno delle “lambrette” dei commercianti ambulanti in ogni angolo della città offrendo loro uno stallo gratuito per 3 anni all’interno della zona rionale in cui nascerà il mercato. Tale concessione deve essere subordinata al possesso di regolare partita iva. • La nascita del mercato rionale deve essere integrata con un’azione di recupero di urbanistica “tattica”: deve essere accompagnato quindi da un progetto di rigenerazione concertata tra Amministrazione, abitanti e/o comitati del quartiere e commercianti ambulanti. L’obiettivo del progetto è triplice: creare le condizioni per i commercianti ambulanti di vivere nella legalità dietro il riconoscimento di una concessione di uno spazio esclusivo; migliorare la qualità della vita nei quartieri; migliorare il decoro urbano e la viabilità di tutta la città.
Rigenerazione economica
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Cosa può fare l’Amministrazione comunale per la scuola? Tantissimo. In un contesto in cui le risorse si riducono e i bisogni crescono, è necessario impostare un nuovo rapporto tra scuola e comunità del territorio. Bisogna quindi creare una vera e propria “alleanza” educativa, un patto di collaborazione tra istituzione scolastiche, ente comunale e terzo settore per prevenire e combattere la povertà educativa, la dispersione scolastica e il fallimento educativo di bambini e ragazzi attraverso un approccio partecipativo, cooperativo e solidale. I patti educativi, inoltre, consentono l’accesso a bandi e finanziamenti ad essi dedicati per migliorare l’edilizia scolastica. Un importante passo per crescere come comunità e aiutare le famiglie socialmente più fragili.
Cosa sono i patti educativi di comunità (PEC) I patti educativi di comunità (PEC) sono stati introdotti con il Piano Scuola 2020-2021 e consentono agli istituti scolastici di ampliare la loro
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offerta formativa, valorizzando le risorse presenti nel territorio in cui le scuole si inseriscono. L’esperienza dei Patti educativi di comunità si colloca nel quadro più ampio dei “Patti di comunità” o “Patti di collaborazione”. Sono accordi stipulati tra cittadini e amministrazioni pubbliche in attuazione dei principi costituzionali di solidarietà, comunanza di interessi e sussidiarietà orizzontale. In un contesto in cui le risorse si riducono e i bisogni crescono è necessario impostare un nuovo rapporto con la comunità del territorio. È qui che interviene il principio di sussidiarietà orizzontale (previsto dall’articolo 118 della Costituzione), il quale permette ai cittadini, anche singoli, di occuparsi dell’interesse generale. I Patti sono quindi uno strumento attraverso il quale è possibile attuare il principio di sussidiarietà. Obiettivi principali dei Patti educativi di comunità sono la necessità di prevenire, e combattere le nuove povertà educative, la dispersione scolastica, il fallimento educativo di un’alta percentuale dei giovani, attraverso un approccio partecipativo, cooperativo e solidale di tutti gli attori in campo che con pari dignità
Rigenerazione sociale e culturale si impegnano a valorizzare e mettere a sistema tutte le esperienze e tutte le risorse del territorio.
Fare “rete” Un Patto educativo innanzitutto si costruisce con la creazione di una rete di strutture e spazi in cui svolgere attività didattiche complementari a quelle tradizionali, comunque volte a finalità educative. Una finalità che si pone come modello di una offerta didattica ampia che non sia limitata solo alle attività possibili tra le mura scolastiche e che sia accessibile a tutti, a prescindere dalla condizione sociale ed economica della famiglia di origine. In seconda istanza, la costruzione di questa rete rende possibile un ulteriore obiettivo, che riguarda la valorizzazione piena dell’autonomia scolastica. Ciò significa rendere le scuole il perno di un progetto educativo che si realizza nella collaborazione con gli attori e i soggetti esistenti sul territorio. Contribuendo a cementare quel rapporto tra gli studenti e la comunità che è una premessa della cittadinanza attiva.
Il finanziamento dei PEC Dalla valorizzazione delle competenze linguistiche, logico-matematiche e digitali allo sviluppo di una cittadinanza attiva e responsabile, dall’alfabetizzazione all’arte al potenziamento delle attività di laboratorio. Sono solo alcune delle possibilità potenzialmente previste
dall’autonomia scolastica. In molti casi, per realizzarle concretamente, la “messa a sistema” della rete socioeducativa al di fuori della scuola diventa imprescindibile. Anche per questa ragione, durante l’emergenza Covid, alla costruzione dei patti educativi di comunità il ministero dell’istruzione ha contribuito con 10 milioni di euro assegnati agli uffici scolastici regionali proprio con lo scopo di finanziare le esperienze di questo tipo sul territorio. Ma vi sono anche tanti altri bandi che finanziano prioritariamente i PEC, anche interventi per migliorare l’edilizia scolastica. Il bando “Spazi aggregativi di prossimità”, per esempio, che ha l’obiettivo di contrastare i fenomeni di segregazione scolastica che incidono sui minori nella fascia di età 6-13 anni. Oppure quelli predisposti direttamente dal Ministero della Pubblica Istruzione, (Decreto Dipartimentale n. 192 del 17/02/2021 del “Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione”) diretti proprio alla costituzione dei Patti educativi.
Aule studio e sportello universitario L’Amministrazione comunale può diventare un interlocutore delle difficoltà che molti studenti universitari incontrano nel percorso di studi. In primo luogo si parte da un fatto elementare, ma di indiscutibile necessità: la riattivazione dello Sportello universitario per semplificare il loro rapporto con la burocrazia.
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Rigenerazione sociale e culturale In secondo luogo c’è qualcosa che gli studenti chiedono: ampliare le aule studio esistenti e crearne nuove. Aprire le porte di edifici comunali inutilizzati, organizzarli opportunamenteper ospitare gli studenti, garantire loro orari comodi. Sono piccoli interventi a basso costo ma che aiutano a trasformare la percezione che molti giovani hanno della città.
Più spazio per noi bambini Non c’è dubbio, Paternò è una città adulto-centrica. I bambini in questa città sembrano passare inosservati: gli spazi urbani a loro destinati sono limitati, i luoghi dello sport sono strutture fatiscenti, la mobilità è improbabile per le famiglie, i giardini pubblici, a partire da Villa Moncada, sono abbandonati e distrutti. E’ arrivato il momento quindi recuperare questi spazi anche attraverso interventi di urbanistica “tattica”, con il coinvolgimento dei cittadini e dei comitati di quartiere. E nel recupero bisogna dare priorità allo spazio per famiglie. Innanzitutto più cura degli spazi verdi, più rigenerazione delle piazze, con progetti mirati alla creazione di parchi gioco. Quasi quattro milioni di euro sono stati stanziati nel 2021 dalla Regione Sicilia per creare nuovi parchi gioco dotati di attrezzature utilizzabili sia dai bambini normodotati che con disabilità. I parchi devono sorgere in spazi comunali individuati e il contributo è previsto nella misura massima di cinquantamila euro.
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La casa del volontariato Se pensiamo alla bellezza di Paternò non si può fare a meno di indicare tutto il mondo di associazioni e comitati che rendono viva, solidale e inclusiva Paternò. Ci sono tantissime associazioni e comitati che descrivono un mondo: quelle culturali, quelle per la tutela della famiglia, quelle sportive, quelle ricreative, di solidarietà, di soccorso, di impegno sociale e civile, di tutela ambientale. Ognuno di noi ha una dimensione sociale in cui è possibile lavorare, su base volontaria, per la propria comunità. Poiché il volontariato e l’associazionismo sono una ricchezza per una città, vogliamo mettere tutte le associazioni nelle condizioni di operare al meglio per il bene collettivo, a partire dal fornire una “casa” comunale a tutte loro. L’Amministrazione comunale pubblicherà un Avviso Pubblico attraverso la quale stabilirà modalità di adesione delle associazioni richiedenti e criteri di selezione. La casa del volontariato sarà autogestita e disciplinata da un regolamento di funzionamento a cui tutte le associazioni e comitati dovranno attenersi.
I luoghi della cultura All’interno del piano strategico partecipato del patrimonio territoriale, avranno una valenza chiave il Piccolo Teatro e la Casa dei cantastorie,
Rigenerazione sociale e culturale Palazzo delle Arti, il Museo Savasta, il Museo d’arte Moderna, ex Cinema S. Barbara. Questi sono solo alcuni dei luoghi da troppo tempo dimenticati e non valorizzati. Tutti questi luoghi hanno bisogno di una regia unica capace di coordinare promozioni, eventi, spettacoli teatrali e musicali, mostre d’arte e artigianato. Per questa ragione l’Amministrazione comunale istituirà il “Polo della Creatività”, un coordinamento di associazioni di promozione culturale che potrà programmare, gestire, promuovere e coordinare gli eventi nei luoghi della cultura. Il Polo della Creatività dovrà riprendere il percorso del mondo dei cantastorie: sarà fondamentale tornare al filo della relazione con i portatori della tradizione, con le famiglie degli eredi per allestire un vero museo e organizzare visite guidate sui cantastorie. L’Amministrazione si adopererà affinché il Museo dei cantastorie entri nel sistema dei musei etnoantropologici e bisognerà sostenere la candidatura come patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco. In tal senso, verrà istituito un premio/ festival sui cantastorie, musica popolare e world music. Infine, deve essere messo in cantiere il recupero dell’ex cinema S. Barbara, destinandolo ad un utilizzo come un atelier in progress per l’arte contemporanea. Una specie di coworking dell’arte.
La Casa dei Cantastorie In quanto patria dei Cantastorie
vogliamo progettare e pianificare un percorso di eventi periodici, di rilievo nazionale, così da promuovere questa eccellenza paternese incentivando il turismo e l’economia locale. In particolare volgiamo: • Indire un concorso letterario dedicato alla metodologia di scrittura inerente la figura dei Cantastorie che coinvolga tutte le scuole di primo e secondo grado. • Mettere in calendario e progettare a livello nazionale la rinascita dei Cantastorie nelle piazze, partendo con eventi sistematici dalla prima piazza unica in Italia, piazza “AURNA” la piazza dei Cantastorie.
Disabilità: la rete degli Assistenti alla Comunicazione La Legge di Bilancio 2022 include varie misure e stanziamenti in favore delle persone con disabilità. Una di queste è il Fondo per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità, con una dotazione di 100 milioni di euro annui a decorrere dal 2022, destinato al “potenziamento dei servizi per gli alunni con disabilità delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo e di secondo grado”. Come si legge nel comma 180 dell’Art. 1, il fondo è ripartito fra gli enti territoriali (70%) e comuni (30%). Gli Assistenti all’Autonomia e Comunicazione sono importantissime figure professionali di supporto al lavoro del docente di sostegno, previste dall’art. 13 della Legge 104/92 , per gli alunni con disabilità sensoriale (sordi o ciechi o sordociechi), psicofisica e
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Rigenerazione sociale e culturale con autismo per favorire il processo di integrazione scolastica e garantire il loro pieno diritto allo studio. Accedere a questi finanziamenti significa supportare concretamente le famiglie e il corpo docente nell’azione educativa del bambino con disabilità. L’obiettivo dell’Amministrazione comunale, una volta ottenuti tali finanziamenti, sarà di implementare la quantità di ore a disposizione di ogni singoli alunno e, quindi, di ampliare la disponibilità numerica degli Assistenti alla Comunicazione. Così le famiglie con bambini disabili o con bisogni educativi speciali potranno usufruire di una figura professionale importantissima.
Lo sportello del debitore Durante la fase acuta della pandemia la crisi da sovra-indebitamento e di insolvenza ha assunto nella nostra cittàuna dimensione drammatica. Si tratta di un fenomeno sociale che impedisce alle famiglie e alle imprese di riprendere fiato e ostacolare la ripresa economica. Come è noto il sistema bancario è regolato da normative, nazionali ed europee, la cui corretta applicazione impedisce il finanziamento delle imprese in stato di crisi o di insolvenza. Pensare di utilizzare il sistema delle garanzie statali per forzare tali regole è velleitario ed inutile. Nel nostro Paese la tecnica del “congelamento dei debiti” è sempre stata ampiamente utilizzata per il salvataggio di grandi aziende. Le famiglie in difficoltà e le aziende in crisi hanno un assoluto bisogno
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di strumenti similari che dopo il “congelamento e la ristrutturazione del debito pregresso” possono riattivare il processo produttivo e tornare quindi a ricavare marginalità da destinare al pagamento del debito corrente ed anche pregresso. Tutto questo deve essere attuato con rigore, trasparenza e nell’interesse comune del creditore e del debitore. In quest’ottica l’Amministrazione comunale vuole attivare un servizio che tenti di aiutare i soggetti indebitati, che attraversano gravi difficoltà economiche, mediante l’attivazione di uno “Sportello del debitore”, un front office che consenta a cittadini e aziende di incontrare consulenti specializzati che li possano concretamente aiutare nel percorso di uscita dal tunnel dell’indebitamento attraverso la legislazione vigente. L’AC stipulerà un Protocollo d’intesa con l’Associazione nazionale “I Diritti del debitore” che, in modo gratuito e con il supporto logistico di un ufficio comunale, potrà incontrare e ricevere cittadini e imprese per analizzare e tentare di risolvere caso per caso. Un modo per agevolare chi versa in gravi difficoltà finanziarie ed economiche.
Consulta del terzo settore L’AC promuoverà una consulta del terzo settore per rendere organica la collaborazione tra ente pubblico e associazioni, soprattutto per ovviare le manchevolezze del primo per mancanza di risorse materiali ed umane. In tal senso diventerà importante per l’assegnazione di
Rigenerazione sociale e culturale quegli immobili comunali in disuso e vandalizzati, affidandoli alle associazioni in cambio di servizi.
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Una Task Force per i finanziamenti e il fondo di rotazione L’esperienza ci ha mostrato l’estrema difficoltà, per non parlare della impossibilità, riscontrata dall’Amministrazioni pubblica (non solo la nostra, ma circa l’80% delle amministrazione pubbliche in Italia) nella redazione di progetti che potrebbero ricevere un finanziamento regionale, nazionale ed europeo. Oggi i progetti hanno natura multidisciplinare, richiedono competenze e software specialistici che difficilmente le amministrazioni possiedono al loro interno, mentre il mondo della libera professione è invece capace di creare delle associazioni temporanee di professionalità tali da integrare le competenze richieste. Sarà quindi necessario affidare all’esterno gli incarichi di progettazione, attraverso gli strumenti previsti dalle vigenti norme. Dovrà essere prioritario e urgente, quindi, la costituzione di una Task Force che si occupi di scandagliare in modo costante tutti i finanziamenti e i bandi disponibili, studiarne le
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caratteristiche, fare studi di fattibilità, individuare quelli su cui esistono maggiori probabilità di essere finanziati, calibrando gli sforzi in relazione agli obiettivi strategici che l’Amministrazione comunale intende perseguire. A questo fine occorre disporre di fondi che, in mancanza di finanziamento del progetto, non sono tuttavia nella disponibilità delle nostre casse comunali. Ecco che a questo punto si può far leva sul fondo di rotazione: la nostra Amministrazioni, infatti, può prelevare da questo fondo le somme necessarie per l’affidamento del progetto con l’impegno di restituirle non appena ricevuto il finanziamento dell’opera da realizzare, che comprende anche le somme della progettazione. Le somme restituite sono poi di nuovo immediatamente disponibili per altre amministrazioni che hanno bisogno di redigere altri progetti. La nostra Amministrazione avrà così la possibilità di costruire un parco progetti immediatamente appaltabili, riducendo il rischio che i finanziamenti disponibili vadano perduti. Questo strumento potrebbe essere
Rigenerazione amministrativa utilizzato anche per concorsi di progettazione da indire per apportare migliorie ai progetti definitivi esistenti, per evitare le nefaste conseguenze di una simile procedura attivata in fase di appalto delle opere.
Bilancio partecipato “Il bilancio partecipativo è uno strumento per promuovere la partecipazione dei cittadini alle politiche pubbliche locali, e in particolare, al bilancio preventivo dell’ente cioè alla previsione di spesa e agli investimenti pianificati dall’amministrazione”. L’iter da seguire che l’Amministrazione vuole implementare è il seguente: • Progettazione del bilancio partecipativo: si scelgono obiettivi, i soggetti da coinvolgere e gli strumenti attraverso cui consentire la partecipazione. • Comunicazione: si scelgono le strategie comunicative per coinvolgere i cittadini ed informarli. Il sito web è uno strumento necessario per ampliare il bacino d’utenza. • Svolgimento: si mettono in atto gli strumenti e le strategia prestabilite e si continua la campagna di promozione del bilancio partecipativo.
introdotto nel 2014 e consente ai cittadini con difficoltà economiche di pagare tasse e, in generale, debiti con il fisco attraverso il proprio lavoro fino alla compensazione di quanto dovuto. Gli interventi possono riguardare pulizia, manutenzione e abbellimento aree verdi, piazze, strade, la valorizzazione di zone limitate del territorio. I contribuenti, per usufruire del baratto amministrativo, dovranno comprovare lo stato di disagio economico; infine, dovranno fare richiesta Comune, per farsi accettare il baratto amministrativo, e cioè il consenso a poter pagare le tasse dovute, attraverso lo svolgimento di un’attività socialmente utile. L’Amministrazione comunale emanerà un Regolamento Generale del Baratto Amministrativo attraverso il quale saranno delineati i contorni applicativi dell’istituto, i requisiti soggettivi e oggettivi, la tipologia di interventi richiesti, l’individuazione degli importi e i destinatari del baratto amministrativo.
Implementazione dei PUC (Progetti utili alla collettività)
Baratto Amministrativo
Nell’ambito dei Patti per il lavoro e per l’inclusione sociale, i beneficiari del Reddito di Cittadinanza sono tenuti a svolgere Progetti Utili alla collettività (PUC) nel comune di residenza per almeno 8 ore settimanali, aumentabili fino a 16.Oltre ad un obbligo, i PUC rappresentano un’occasione di inclusione e crescita per i beneficiari e per la collettività:
Il baratto amministrativo è stato
• per i beneficiari, perché i progetti
• Valutazione: si raccolgono i risultati del bilancio e si comunicano ai cittadini.
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Rigenerazione amministrativa saranno strutturati in coerenza con le competenze professionali del beneficiario, con quelle acquisite anche in altri contesti ed in base agli interessi e alle propensioni emerse nel corso dei colloqui sostenuti presso il Centro per l’impiego o presso il Servizio sociale del Comune; • per la collettività, perché i PUC dovranno essere individuati a partire dai bisogni e dalle esigenze della comunità locale e dovranno intendersi come complementari, a supporto e integrazione rispetto alle attività ordinariamente svolte dai Comuni e dagli Enti pubblici coinvolti. Le attività messe in campo dovranno rispondere ad uno specifico obiettivo da raggiungere in un intervallo di tempo definito, attraverso la messa in campo di risorse umane e finanziarie. Le linee guida prevedono che i progetti possono riguardare attività di interesse generale, come identificate dall’articolo 5 del D. Lgs. 117/2017 Codice del Terzo Settore. Queste attività potranno essere: • In ambito sociale, prestazioni sanitarie e sociosanitarie, la cooperazione allo sviluppo, l’agricoltura sociale e la tutela dei diritti; • In ambito culturale: l’organizzazione di attività turistiche e la radiodiffusione sonora a carattere comunitario; • In ambito formativo, la promozione della cultura della legalità e della non violenza e le attività sportive e dilettantistiche;
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• In ambito ambientale protezione civile;
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la
Il Servizio Civile in Comune Il Servizio civile universale è la scelta volontaria di dedicare alcuni mesi della propria vita al servizio di difesa, non armata e non violenta, della Patria, all’educazione, alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, attraverso azioni per le comunità e per il territorio.Il Servizio civile universale rappresenta una importante occasione di formazione e di crescita personale e professionale per i giovani, che sono un’indispensabile e vitale risorsa per il progresso culturale, sociale ed economico del Paese. I settori di intervento nel nostro Comune potrebbe riguardare progetti che vedono impegnati gli operatori volontari in: • assistenza; • protezione civile; • patrimonio ambientale riqualificazione urbana
e
• patrimonio culturale;
e
storico,
artistico
• educazione e promozione culturale, paesaggistica, ambientale, dello sport, del turismo sostenibile e sociale; • agricoltura sociale e biodiversità. Il Comune di Paternò, in sintonia con i principi del Servizio civile universale, potrebbe usufruire dell’apporto continuato di giovani volontari tra i 18 e i 28 anni per promuovere una serie di progetti importanti per la collettività.
Rigenerazione amministrativa budget che il Comune può mettere a disposizione a breve termine.
Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione Le risorse messe a disposizione degli Enti da parte del Ministero per l’Innovazione Tecnologica per attuare un processo di digitalizzazione ammontano a 43 milioni su un totale di 50 milioni dell’intero Fondo, che con l’ultima legge di bilancio è diventato strutturale. Le quote, assegnate ai Comuni in base alla popolazione residente, vengono erogate in due tranche, dopo la verifica dello stato di avanzamento dei processi di digitalizzazione. Si tratta di un’opportunità che il nostro Comune, a maggior ragione per la carenza di personale, non può farsi scappare. Internet e i device digitali sono sempre più presenti nelle vite dei cittadini. Per tale motivo è utile che il Comune della nostra città si apra finalmente all’offerta dei propri servizi online. Così facendo ci sarebbe un risparmio di tempo e non si verrebbero a creare code e assembramenti davanti agli uffici. Bisognerà partire dall’individuazione di un Responsabile per la Transizione Digitale che potrà avere anche un affiancamento esterno. Infatti, anche in presenza di linee guida precise, potrà servire un aiuto esterno che sia in grado di analizzare la situazione del Comune e redigere un progetto di Trasformazione Digitale che tenga conto anche e soprattutto delle esigenze dei cittadini, oltre che del al
All’interno del PNRR sono presenti fondi destinati ad accelerare il processo di digitalizzazione dei Comuni. E’ un treno che il nostro Ente locale non può perdere.
Convenzione di servizi ComuneAMA Si rende necessario regolamentare il rapporto tra il Comune e la sua unica partecipata, l’AMA. L’approvazione di un’apposita convezione di servizi tra i due enti sarà necessaria per stabilire in modo chiaro e trasparente il funzionamento del rapporto.
Formazione del personale dell’Ente comunale Anche alla luce del processo di digitalizzazione del nostro Ente comunale, l’Amministrazione dovrà concertare il riavvio della formazione professionale prevista per legge per i propri dipendenti. L’assolvimento del fabbisogno formativo incontra diverse esigenze che ogni amministrazione pubblica è chiamata a svolgere: stare al passo coi tempi e con l’evoluzione tecnologica, la nascita di nuove esigenze dei cittadini, l’ottimizzazione delle risorse e una riorganizzazione degli uffici più funzionale, il miglioramento costante dei servizi alla città, l’aggiornamento su normative e procedure. Nel 2022 parte il nuovo programma per la formazione dei dipendenti pubblici. Vengono introdotte nuove opportunità per la riqualificazione
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Rigenerazione amministrativa delle risorse umane nell’ambito del Piano strategico per la valorizzazione e lo sviluppo del capitale umano chiamato “Ri-formare la PA. Persone qualificate per qualificare il Paese”. Tale programma di formazione per i dipendenti pubblici rientra negli obiettivi del PNRR che individua nelle persone, prima ancora che nelle tecnologie, il motore del cambiamento e dell’innovazione nella pubblica amministrazione. Si tratterà di palesare l’adesione alla manifestazione d’interesse del programma formativo al Dipartimento della funzione pubblica del Ministero e organizzare le adesioni ai corsi formativi organizzati. Il Ministero ha anche chiarito che ulteriori strumenti per la formazione permanente dei dipendenti pubblici sono messi a disposizione da INPS attraverso il Fondo Gestione Unitaria per le Prestazioni Creditizie e Sociali. Tra questi, il programma “Valore PA” che seleziona corsi universitari di formazione proposti da atenei italiani in collaborazione con soggetti pubblici o privati su aree d’interesse delle stesse amministrazioni, con il finanziamento delle quote di partecipazione dei dipendenti selezionati.
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Rigenerazione amministrativa
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La sottoscritta Maria Grazia Pannitteri, candidata sindaco alle elezioni amministrative Paternò 2022, procede alla designazione dei seguenti assessori: • Caruso Cinzia Rosa Katie Laura, nata a Paternò il 04/11/1975; • Chinnici Sante, nato a Catania il 10/05/1962; • Condorelli Filippo Matteo, nato a Paternò il 26/09/1952; • Muzzicato Francesco Salvatore, nato a Paternò 02/12/1972.
Paternò, li Maria Grazia Pannitteri
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