MARIANNA GIACALONE architecture portfolio

Page 1

Marianna Giacalone | 1

MARIANNA GIACALONE ARCHITECTURE PORTFOLIO SELECTED WORKS 2009 - 2015


2 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 3

CONTENTS 5

CURRICULUM VITAE

9

PROGETTI

12 26 36 46

Liegi, il Museo della Città Thuin, l’orizzonte verde Vernazza, l'orizzonte blu Urban infill: residenza monofamiliare e densità urbana a Torino

54

Skopje, ricostruire la città

66

Torino: riqualificare, densificare, sopraelevare! INTERESSI

75

Disegno

89

Fotografia


4 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 5

CURRICULUM VITAE


6 | Marianna Giacalone

Marianna GIACALONE architetto

ESPERIENZE PROFESSIONALI

Politecnico di Torino, Biblioteca Centrale di Architettura, Torino (TO) 01/03/2013 - 26/07/2013

Contratto di collaborazione Addetta alla sala lettura e reception

Gestione e supervisione della sala lettura, consegna delle chiavi degli armadietti per l’accesso alla sala lettura, registrazione degli ingressi e delle uscite, riordino del materiale librario e riorganizzazione degli scaffali, assistenza per la ricerca in sede di cataloghi cartacei ed on-line.

INFORMAZIONI

Data e luogo di nascita: 05/09/1984 Castelvetrano (TP), Italia Nazionalità: Italiana Residenza: via Corte d’Appello 2 10122 Torino (TO) Telefono: +39 011 7652354 +39 329 7789375 Mail: giacalone.mar@gmail.com Disponibilità al trasferimento in Italia e all’estero

Living architettura d’interni srl, Torino (TO) 01/03/2012 - 31/07/2012

Tirocinio Tirocinante all’interno dell’ufficio tecnico dell’azienda Tirocinio formativo all’interno dell’ufficio tecnico dell’azienda: - realizzazione, modifica e renderizzazione di modelli 3D, mediante l’ausilio dei software autocad e 3d studio max; - preparazione di documenti di trasporto, verbali d’installazione e dichiarazioni di conformità per gli arredi da consegnare ai clienti; - gestione dell’archivio; - implementazione del sito dell’azienda con prodotti per l’e-commerce; - preparazione di un manuale delle certificazioni UNI degli arredi con relative prove di conformità; - creazione fogli Excel per facilitare la gestione degli ordini; - contatti con clienti e fornitori.

Edisu piemonte, Torino (TO) 01/09/2011 - 31/12/2011

Contratto di collaborazione Addetta al front office Verifica e risoluzione delle problematiche degli studenti richiedenti benefici all’Ente per il Diritto allo Studio Universitario del Piemonte, gestione dati sensibili, riorganizzazione archivi cartacei, codifica ed inserimento nel sistema informatico dei dati relativi alle operazioni effettuate allo sportello.

The Big, Palermo (PA) 16/01/2007 – 30/08/2008

Commessa Commessa full time presso negozio di abbigliamento, calzature ed accessori donna Gestione del negozio, assistenza al cliente, operazioni di cassa, allestimento vetrine e banchi di merce, gestione merce.

Studio privato, Santa Ninfa (TP) 24/11/2003 - 03/12/2006

Disegnatrice cad

Realizzazione di disegni tecnici mediante l’utilizzo del software autocad.

LINGUE

Italiano: madrelingua Francese: livello avanzato Inglese: livello medio Certificazione: English Language Skills Assessment (ELSA), 2011

Olandese: livello base


Marianna Giacalone | 7 ISTRUZIONE E FORMAZIONE

Laurea magistrale in Architettura, Costruzione, Città

COMPETENZE

Pacchetto Office

Classe di laurea in Architettura ed Ingegneria Edile

Politecnico di Torino Settembre 2012 – Luglio 2015 Tesi di laurea: “Il Museo della Città di Liegi: progetto di restauro del’antica infermeria dell’abbazia di Saint-Jacques-le-Mineur”.

Workshop in disegno dal vero Lemps, Drôme Provencale, Francia Maggio 2014

Corso di lingua Olandese. Katholieke Hogeschool Vives (Associatie KU Leuven), Kortrijk, Belgio Febbraio 2013 – Marzo 2014

Programma erasmus e tesi all’estero Université Catholique de Louvain - Faculté d’architecture, d’ingénierie architecturale, d’urbanisme (LOCI), Tournai, Belgio Settembre 2013 – Luglio 2014

Laurea triennale in Scienze dell’Architettura e dell’Ingegneria Edile Politecnico di Torino Settembre 2008 – Dicembre 2012 Tesi di laurea: “La città sulla città. Verso un approccio sostenibile al costruito”. votazione 100/110

Maturità Classica Liceo Classico “Giovanni Pantaleo” Castelvetrano 1998 - 2003

SU DI ME...

Sono una persona molto creativa, abituata a lavorare in team; mi appassiono molto a quello che faccio e pongo sempre una particolare attenzione alla cura dei dettagli. Mi piace mettere continuamente alla prova le mie capacità, impegnarmi in nuove esperienze che mi permettano di crescere sia a livello umano che professionale. Adoro viaggiare, conoscere diverse culture, incontrare persone nuove e con queste confrontarmi. Nutro un amore particolare per il disegno, strumento che mi permette di osservare meglio il mondo che mi circonda e di reinterpretarlo, filtrandolo con le mie emozioni. Autorizzo il trattamento dei dati personali contenuti nel mio curriculum vitae in base all’articolo 13 del D.Lgs. 196/2003.

Photoshop Illustrator InDesign 3D Studio Max SketchUp Autocad 2D e 3D Revit RDF (Raddrizzamento fotografico)


8 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 9

PROGETTI


Thuin, l'orizzonte verde 10 | Marianna Giacalone

Liegi, il Museo della Citta'


Vernazza, l'orizzonte blu

Marianna Giacalone | 11

Urban infill: residenza monofamiliare e densita'Ă urbana a Torino

Skopje, ricostruire la citta'Ă

Torino: riqualificare, densificare, sopraelevare!


12 | Marianna Giacalone

01 IL MUSEO DELLA CITTA' DI LIEGI


Marianna Giacalone | 13


14 | Marianna Giacalone

01 IL MUSEO DELLA CITTA' DI LIEGI Tesi di laurea magistrale all’estero Université Catholique de Louvain - politecnico di Torino Luglio 2015

Un museo della città Progetto individuale

La presente tesi affronta il tema del restauro di un edificio, sito in Place Emile Dupont a Liegi, che al suo interno ingloba i resti di quella che fu l’infermeria dell’antico complesso abbaziale di Saint-Jacques-le-Mineur. L’obiettivo di questo lavoro è quello di proporre un progetto che sappia interpretare la storia dell’edificio e che sia in grado di farlo rivivere, pur nelle sue molteplici contraddizioni di oggetto stratificato, restituendolo alla città. L’idea di questo lavoro nasce e si sviluppa in seno all’esperienza erasmus svolta presso l’Université catholique de Louvain di Tournai, Belgio, in seguito ad un incontro con la docente del corso di restauro Caroline Bolle, architetto e archeologo responsabile del cantiere che ha

interessato i lavori d’indagine conoscitiva dell’edificio. La particolare e strategica collocazione, l’ha reso partecipe nel corso dei secoli, di un processo di trasformazione che ha interessato l’impianto urbanistico dell’area. L’attuale complesso architettonico è il risultato di alcuni interventi avvenuti nel corso del tempo, e in particolare nel secolo scorso, che hanno alterato in gran parte l’originaria struttura del nucleo architettonico. L’analisi storica condotta attraverso uno studio approfondito e dettagliato delle fonti documentarie, scritte e iconografiche, ha permesso di mettere in luce le antiche origini dell’edificio, di individuarne i proprietari e dì identificare le fasi del processo di trasformazione architettonica.


Marianna Giacalone | 15


16 | Marianna Giacalone

Disassamento del tetto rispetto all’asse della facciata su strada

Facciata sud dell’edificio, lato cortile

Facciata nord dell’edificio, affaccio sulla piazza

Chiesa di Saint-Jacques-le-Mineur

Vista della piazza con la chiesa


Marianna Giacalone | 17

Il progetto di restauro interviene sull’edificio che ingloba l’ex-infermeria con l’intento di restituirlo alla città, trasformandolo in un museo che ne narri le sue vicissitudini. Il museo vuole mostrare il percorso dell’evoluzione di un territorio, ed è concepito in modo da accompagnare il visitatore in un viaggio attraverso i luoghi e le vicende che hanno portato dalla nascita del complesso abbaziale fino ai giorni nostri, cercando di mostrare le relazioni che intercorrono tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda. L’azione di restituzione dell’edificio alla città fornisce anche lo spunto per la riqualificazione della piazza sulla quale questo si affaccia e che lo separa dalla chiesa di Saint Jacques: l’obiettivo è quello di sviluppare le potenzialità urbane e architettoniche insite nel luogo, andando a ricostruire un tessuto di rapporti e connessioni fisico-percettive tra il campo urbano circostante e

Città di Liegi, planimetria | scala 1/10000

gli oggetti che si trovano al suo interno, quali la chiesa e l’infermeria, in modo da contribuire alla formazione di un nuovo spazio pubblico e di luoghi collettivi che moltiplichino le occasioni di incontro per la cittadinanza e i visitatori. Il principio fondamentale che ha guidato l’approccio progettuale è stato quello di evitare di sovrascrivere i diversi layer e di preservare la qualità della complessità del manufatto. I problemi con i quali il progetto si confronta sono fondamentalmente tre (di natura statica, di fruizione dell’edificio, di mantenimento della memoria storica) ed a questi si tenta di dare una risposta attraverso: - un risanamento strutturale - un nuovo programma distributivo - una valorizzazione del complesso, proponendo una lettura contemporanea delle trasformazioni.


18 | Marianna Giacalone

Area di progetto | scala 1/1000

Entrata

Uscita

A

B

Pianta piano terra | scala 1/200

A


Marianna Giacalone | 19

DISTRIBUZIONE uno degli obiettivi principali del progetto è quello di garantire la fruizione ed il riuso dell’edificio e configurarne i percorsi di visita. Una volta entrati nel museo, passando attraverso uno spazio a più altezze che ospita la nuova struttura, un sistema di ascensori, passerelle e scale sospesi nel vuoto si insinua all’interno dei diversi volumi, definendo un percorso distributivo; l’idea è quella di enfatizzare l’imponente muro medievale e costruirgli intorno una spazialità suggestiva. Il complesso sistema di passerelle e scale è strutturato in modo da fornire al visitatore esperienze sempre diverse, man mano ci si inoltra verso l’interno e si percorrono le varie sale, in una logica che è il più possibile quella della promenade architecturale. Come tutti gli elementi del progetto, anche il sistema distributivo ha il compito di assolvere diverse funzioni: - connettere fra di loro le varie parti dell’architettura, nella quale vengono a crearsi nuovi rapporti spaziali tra gli elementi - ricostruire delle logiche di percorso andate perdute e allo stesso tempo crearne di nuove - ripristinare il piano di calpestio nei punti in cui questo è stato smantellato per effettuare le ricerche archeologiche - accompagnare il visitatore attraverso la storia narrata dagli strati. Il modello distributivo propone lo sdoppiamento degli accessi, cosa che permette di avere un sistema di percorsi organizzato secondo un itinerario, costituito da spazi di percorrenza alternati a spazi di sosta e contemplazione; questo sistema penetra e fuoriesce diverse volte dal volume medievale ai vari livelli, lo percorre nel suo perimetro e lo guarda dall’esterno. Gli spazi espositivi si articolano su 4 livelli, da quello seminterrato, occupato dal canale, al sottotetto, percorribili in una sequenza che non segue un andamento cronologico dei resti. La distribuzione verticale si sdoppia, una per la zona orientale ed una per quella occidentale dell’edificio: nella parte orientale i sistemi di discesa e risalita non sono continui da un piano all’altro, mentre nella parte occidentale, dove la porzione svuotata risulta più ampia, esiste un sistema di scale continuo, che parte dal livello del canale per giungere fino a quello di sommità.

B


20 | Marianna Giacalone


Vista dell’ingresso dell’edificio

Marianna Giacalone | 21

Pianta piano interrato | scala 1/500

Pianta primo piano | scala 1/500

Pianta secondo piano | scala 1/500


22 | Marianna Giacalone

Il racconto degli strati Dopo essere entrati nel Museo dal numero 9 di Place Emile Dupont, ci si ritrova in uno spazio a tripla altezza, scandito dalla presenza ritmica di sottili pilastri in acciaio. In questo luogo avviene una sorta di corto circuito temporale, dato dalla compresenza di tutti gli strati precedentemente analizzati e che compongono l’edificio. Da qui è possibile osservare la porzione del muro medievale, completata idealmente da un nuovo blocco scatolare in acciaio, che da questa parte si presenta compatto e senza bucature. Varcando il perimetro medievale, ci si ritrova a contemplare una delle grandi sale dell’ex-infermeria, quella più ad est nella quale era presente un piccolo oratorio, nel quale è presente una grande apertura sormontata da un arco: in questo punto la passerella si sporge a sbalzo su di un altro spazio a tripla altezza, dal quale è possibile scorgere il canale e le scale che, da poco più avanti, conducono al piano interrato. La percorribilità, in questa zona privata del pavimento in seguito alle indagini archeologiche, è garantita dal sistema di passerelle, sorretto dalla struttura che qui si insinua all’interno per andare a consolidare il solaio soprastante. Al livello -1, ci si ritrova nel lungo tunnel che sormontava il vecchio canale; al posto dell’acqua, il progetto inserisce una superficie in resina azzurra, che la memoria dell’acqua vuole richiamare, percorribile in tutta la sua lunghezza. All’alveo del canale si accede grazie alla rampa, nella zona ovest, o alle scale, nella zona est dell’edificio.

Spazio a tripla altezza Grande arco sul pignone orientale Canale sotterraneo

Sezione AA’ | scala 1/100


Marianna Giacalone | 23


24 | Marianna Giacalone


Strutture Architettura svelata. L’inserimento della struttura non avviene in maniera casuale: la griglia tridimensionale che si crea dalla combinazione ripetuta, ma non sempre uguale, degli elementi portanti orizzontali e verticali, è in asse con la facciata ottocentesca, a sottolineare il fatto che non esistono solo la realtà e la memoria dell’edificio primigenio. Se l’allineamento ottocentesco aveva lo scopo di riportare un certo ordine e rigore nel caos di matrice medievale all’interno del tessuto cittadino, e quindi la facciata nasceva con l’obiettivo di rettificare un allineamento considerato non più idoneo per l’epoca, lo stesso non succede nel progetto di restauro: lo svuotamento di alcuni volumi dell’edificio, e il conseguente inserimento del traliccio strutturale, non sono azioni che intendono negare l’esistenza di una

Sezione BB’ | scala 1/100

Marianna Giacalone | 25

determinata trasformazione avvenuta in passato, sono piuttosto gesti concepiti con l’intenzione di rafforzare un altro elemento fondamentale, il tracciato regolatore portante del XIX secolo. Osservando le piante dei vari livelli, salta subito all’occhio la presenza di angoli strani, di spazi che sembrano quasi degli elementi di risulta, generati dalla differenza di inclinazione degli assi delle due facciate. Questo risultato è intenzionale e non frutto di una non troppo attenta ricerca progettuale: il progetto non vuole leggere l’aggiustamento tra le parti, ma i frammenti, gli elementi incongrui che derivano dallo scontro di due elementi forti, i due differenti allineamenti per l’appunto, di cui le facciate non sono altro che la materializzazione. Il progetto riporta in luce queste differenze, nascoste in passato da svariati elementi di partizione interna, enfatizzandole, assurgendole a protagoniste per la prima volta dalla loro nascita, e la griglia è utilizzata in modo da metterle in valore. Struttura portante. L’obiettivo perseguito è stata la realizzazione di una struttura leggera, funzionale e totalmente reversibile, una sorta di gabbia metallica che ospita al suo interno gli elementi distributivi orizzontali e verticali. Il nuovo organismo strutturale, costituito da pilastri e travi HE in acciaio cor-ten, di 10 cm di lato, è stato pensato come elemento indipendente dalla struttura esistente, con la quale dialoga in maniera puntuale, fornendo sostegno nei punti più critici dal punto di vista statico. È il caso, ad esempio, dei solai trecenteschi, bisognosi di un’azione di consolidamento a causa dello stato di deterioramento di alcune travi: in questa occasione si è intervenuto facendo “penetrare” la griglia all’interno del nucleo più antico, là dove necessario, in modo da creare una nuova orditura a sostegno degli elementi lignei portanti dei solai. In corrispondenza della parte orientale dell’edificio, la griglia strutturale esce fuori in corrispondenza del terrazzino, divenendo visibile in facciata.


26 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 27

02 THUIN, L'ORIZZONTE VERDE


28 | Marianna Giacalone

02 THUIN, L'ORIZZONTE VERDE ERASMUS - ATELIER Projet d’architecture V Université Catholique de Louvain, Master 2 Secondo semestre A.A. 2013/2014

Un conservatorio dell’ambiente Progetto individuale

La città di Thuin è costruita su una collina circondata da due fiumi, la Sambre e la Biesmelle, e i divide in due parti, città alta e città bassa. Queste due città sono separate fisicamente da due sistemi: - sistema naturale, costituito da una fascia boscosa a nord che corre da est a ovest - sistema antropico, costituito da terrazzamenti rivolti a sud I due sistemi si incontrano in un punto, nella parte più occidentale del promontorio collinare, prima che questo digradi a valle, verso il punto in cui confluiscono i due fiumi. E’ qui che il conservatorio dell’ambiente va ad inserirsi, facendo da trait-d’union fra i due sistemi e allo stesso tempo andando a ricostruire unfronte urbano all’ingresso della città alta. Il programma di progetto prevede la creazione di un’hall d’entrata, un auditorium, spazi espositivi, biblioteca e polo di ricerca. Queste funzioni si articolano all’interno di tre diversi volumi, connessi al livello del piano interrato da uno spazio distributivo comune, al quale si accede da una piazzetta posta nel cuore dei tre diversi corpi di fabbrica.


Marianna Giacalone | 29


B

A

30 | Marianna Giacalone

SEZIONE AA’ | SCALA 1/2000

B’

A’

PLANIMETRIA GENERALE | SCALA 1/2000


Marianna Giacalone | 31

SEZIONE BB’ | SCALA 1/2000

Procedendo dalla strada, il conservatorio dell’ambiente si presenta come un lungo muro di cinta in pietra posata a secco, al quale si “appendono” dei volumi in calcestruzzo poggianti su pilastri a pianta rettangolare, arretrati rispetto al filo facciata nella parte interna del complesso. Questo arretramento crea, al piano interrato, nel cuore del conservatorio, una “faglia” che spacca in due l’edificio in direzione sud-est nord-ovest, consentendo un apporto di luce naturale all’interno di spazi che altrimenti risulterebbero totalmente bui. Al piano superiore questa faglia “esce allo scoperto”, diventando percorso pedonale che suddivide formalmente i vari poli, riconnettendo così questa zona agli altri itinerari turistici presenti nella città. L’area espositiva è concepita come una promenade architecturale, con un percorso che si sviluppa attorno a dei tagli di luce che interrompono la facciata, in corrispondenza dei quali si creano dei piccoli giardini d’inverno. Lo spazio non è mai monotono, ma consta di un’alternanza di ambienti a diverse altezze, in successione l’uno dietro l’altro.


32 | Marianna Giacalone

PIANTA PIANO TERRA| SCALA 1/500


Marianna Giacalone | 33

PIANTA PRIMO PIANO | SCALA 1/1000


34 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 35

SEZIONE TRASVERSALE | SCALA 1/200


36 | Marianna Giacalone

03 VERNAZZA, L'ORIZZONTE BLU


Marianna Giacalone | 37


38 | Marianna Giacalone

03 VERNAZZA, L'ORIZZONTE BLU ERASMUS - ATELIER Projet d’architecture V Université Catholique de Louvain, Master 2 Primo semestre A.A. 2013/2014

Un conservatorio dell’ambiente Progetto di gruppo

Incastonata fra le montagne a picco sul mare, uno dei gioielli delle 5 terre, Vernazza è il luogo in cui nasce e si evolve il progetto di un conservatorio dell’ambiente. La definizione progettuale di questo edificio parte in concomitanza a delle riflessioni che si fondano sull’osservazione della morfologia urbana del piccolo borgo. Il villaggio, rimasto isolato (come gli altri delle 5 terre) per secoli, si è sviluppato crescendo su se stesso nel corso del tempo, sfruttando ogni singolo spazio a disposizione. Le abitazioni presentano tutte la medesima tipologia, strette e sviluppate in altezza (4/6 piani), poste in asse perpendicolarmente alla montagna, costituiscono degli isolati compatti. Gli spazi interstiziali risultanti tra un isolato e l’altro vanno a costituire le viuzze (carrugi) del borgo, caratterizzate da una sezione variabile e da fraquenti differenze di quota. L’arrivo della linea ferroviaria ha interrotto l’isolamento che per lungo tempo ha preservato l’unicità di questi borghi, sintesi della perfetta inerazione tra uomo e natura. Ma il progresso, che da un lato consente un’apertura sul mondo, dall’altro comporta una cesura nella storia: da quel momento in poi la vita a Vernazza cambia, tutto comincia a ruotare intorno al turismo. E’

possibile osservare questa frattura nell’impianto urbano cittadino: la costruzione della stazione si pone come elemento di singolarità e di interruzione, nonostanti incarni in sé lo spirito della continuità con altri luoghi, della connessione con il resto del mondo. A partire da questa evidente contraddizione si sono sviluppate le prime idee progettuali, volte ad avere come primo obiettivo la riconnessione del tessuto urbano frammentato nella zona intorno alla stazione ferroviaria.


Marianna Giacalone | 39

PLANIMETRIA GENERALE | SCALA 1/2000

Parte pubblica

Linee direttrici del progetto

Parte privata

Schema sezione


40 | Marianna Giacalone

PIANTA PIANO TERRA | SCALA 1/1000

Il progetto del conservatorio dell’ambiente indaga un nuovo modello di edificio civile: da una parte un luogo dove il sapere e la conoscenza possano e debbano essere diffuse, dall’altra un luogo dove lo stesso sapere e conoscenza possano continuare ad arricchirsi. Questo binomio di obiettivi si traduce nell’ideazione di un edificio costituito da due poli: uno pubblico, dedicato alla diffusione ed ospitante un museo, una sala congressi, la hall di distribuzione e la nuova stazione; uno privato, contenente la biblioteca e laboratori ed atelier dedicati alla ricerca scientifica. Durante la prima fase di elaborazione del progetto, il lavoro è stato svolto essenzialmente ricorrendo all’ausilio di modellini di studio, in modo da trovare la volumetria più appropriata. Una delle decisioni prese è stata quella di non ipotizzare nessuna demolizione degli edifici esistenti, fatta eccezione per la stazione di Vernazza, sostituita con un volume integrato nel nuovo progetto architettonico.

PIANTA PRIMO PIANO | SCALA 1/1000


Marianna Giacalone | 41

PIANTA SECONDO PIANO | SCALA 1/200


42 | Marianna Giacalone

Auditorium

PIANTA TERZO PIANO | SCALA 1/500

Hall conservatorio

Stazione ferroviaria


Marianna Giacalone | 43

La parte pubblica del conservatorio dell’ambiente si costituisce fondamentalmente di due grandi volumi: uno centrale, che si pone come singolarità, un volume accogliente la stazione, la hall d’entrata e la sala conferenze. Tra i volumi pubblico e privato, trova posto una piccola piazzetta. L’edificio si integra nel villaggio, completando il tessuto urbano da un lato e dall’altro ricucendolo, in maniera tale da ricordare l’habitat tradizionale vernazziano: tetti spioventi, divisi in piccoli volumi e viuzze tra le case. L’obiettivo è quello di avere una divisione formale esterna e una unità funzionale all’interno. L’incontro tra la parte pubblica del conservatorio (sala conferenze, sala, sale espositive) e la parte privata (laboratori di ricerca e seminari, biblioteca, spazi di lavoro individuali e collettivi) crea uno spazio introverso che

mette in rapporto tutte queste funzioni. Nonostante la volontà di mantenere la struttura tipologica di Vernazza, si è deciso di vetrare completamente il piano terra, sia della parte pubblica che della parte dedicata alla ricerca; le grandi superfici vetrate consentono di creare delle interazioni tra l’interno e l’esterno dell’edificio. All’interno dell’edificio un volume vuoto a più altezze evidenzia i muri di sostegno di pietra e accoglie tutte le circolazioni verticali e orizzontali. La sala conferenze è orientata in modo da avere la vista più profonda possibile sul villaggio e sul paesaggio marittimo. L’area espositiva è concepita come una promenade, che consente ai visitatori di non percorrere due volte gli stessi spazi. I ricercatori accedono all’edificio loro dedicato attraverso un passaggio sotterraneo accessibile dalla hall.

Laboratori di ricerca Hall ricercatori

Ingresso zona ricercatori

SEZIONE BB’ | SCALA 1/200


44 | Marianna Giacalone

Sala ricercatori

Biblioteca

Dal punto di vista strutturale, gli edifici sono progettati come una grande scocca in calcestruzzo che poggia su dei pilastri. Questo da l’impressione di una scatola galleggiante su un vuoto; il pilastri risultano arretrati rispetto alla facciata . In determinati punti questa scocca in calcestruzzo ridiscende fino al suolo per permettere il controventamento della struttura. Il piano terra di ogni edificio è molto aperta verso l’esterno, mentre a partire dal primo piano l’edificio si chiude in se stesso, aprendosi alla luce solo in determi-

nate occasioni. Al primo piano della parte dei ricercatori si è deciso di consentire l’apporto di luce naturale unicamente dal tetto, ottenendo degli spazi introversi, ideali per il lavoro e la concentrazione. Per quanto riguarda la parte espositiva, la luce penetra attraverso le finestre presenti in facciata e dalle vetrate presenti al livello della piazza fra i due corpi di fabbrica, per poi ridiscendere nei diversi locali attraverso la “faglia”. Le aperture in facciata, nella parte espositiva, si dischiudono in diversi punti per fornire viste mirate sul villaggio e sul paesaggio circostante.


Marianna Giacalone | 45

Foyer

Spazi espositivi

SEZIONE TRASVERSALE | SCALA 1/100


46 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 47

04 URBAN INFILL: residenza monofamiliare e densitA' urbana a Torino


48 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 49

04 URBAN INFILL: residenza monofamiliare e densitA' urbana a Torino UNITA’ DI PROGETTO DI ARCHITETTURA-ESTIMOTECNOLOGIA politecnico di Torino, Laurea Magistrale in Architettura Costruzione Città secondo semestre A.A. 2012/2013

Un edificio residenziale Progetto individuale

Il tema di progetto è l’ideazione di un edificio residenziale unifamiliare a sviluppo verticale, tipologia che consente di edificiare nuove unitò abitative in contesti urbani già densamente costruiti, sfruttando gli spazi di risulta tra le costruzioni; l’edificio deve inoltre essere efficiente dal punto di vista energetico e competitivo dal punto di vista economico, a fronte di una maggiore dotazione impiantistica e di soluzioni tecnologiche mirate.


Zona notte 50 | Marianna Giacalone

Zona giorno

Studio/Ufficio

L’intervento si colloca al centro della città di Torino, in prossimità della Mole Antonelliana. Il lotto, affacciato su via Gaudenzio Ferrari, separa due edifici rispettivamente di tre e cinque piani fuori terra, e può ospitare fino a sei unità abitative. In questo vuoto si è optato per l’inserimento di sei unità abitative a differenti altezze, in modo da ricucire il fronte su strada mancante e disegnare un prospetto unico e lascaire invece piena libertà nel disegno del retro. L’affaccio sul retro è caratterizzato dalla presenza di un cortile, spazio verde privato ad uso personale di chi abita l’unità. La residenza di progetto si sviluppa su sei livelli, collegati

fra loro da un nucleo interno composto da scale e ascensore. Al piano terreno, separato dal resto dell’edificio, è presente un volume soppalcato adibito a studio/ ufficio. A partire dal secondo piano fuori terra predne piede un’abitazione familiare, con la zona giorno posta ai livelli più bassi e connessa col giardino, e la zona notte ai piani superiori. Completano l’edificio una terrazza panoramica, un garage, pannelli fotovoltaici e solare termico, oltra da un involucro altamente performante costituito da un sistema di pannelli portanti in XLAM.


Marianna Giacalone | 51

PIANTE DEI VARI LIVELLI | SCALA 1/200


52 | Marianna Giacalone 1 - finitura per interni 2 - pannello in gesso 3 - isolante a soffitto 4 - telo di tenuta all’aria 5 - pannello portante multistrato in XLAM 128 mm 6 - barriera al vapore 7 - doppio pannello in lana di roccia 8 - guaina traspirante 9 - tavolato di appoggio del manto di copertura 10 - rivestimento di copertura in lamine metalliche 11 - canale di gronda 12 - doppio vetro basso emissivo 13 - infisso in pvc

14 - massetto 25 mm con p = 2% 15 - isolante in lana di roccia 30 mm 16 - scossalina in alluminio 17 - listoni in legno per il rivestimento di facciata

18 - intonaco esterno 19 - pannello OSB 15 mm 20 - sistema di orditura in alluminio 21 - pannello in gesso 15 mm 22 - doppio pannello isolante in lana di roccia 80+60 mm 23 - pannelo portante multistrato in XLAM 85 mm 24 - pannello isolante in lana di roccia 30 mm 25 - pannello in gesso 15 mm 26 - intonaco interno

27 - isolante a soffitto 28 - pannelo portante multistrato in XLAM 85 mm 29 - barriera al vapore 30 - massetto alleggerito per gli impianti 120 mm 31 - doppio pannelo isolante in lana di roccia 80+60 mm 32 - telo antipolvere 33 - sistema radiante a pavimento 34 - pannello isolante in lana di roccia 40 mm 35 - pavimento in gres porcellanato

36 - solaio controterra in calcestruzzo armato 500 mm 37 - isolante idrofugo resistente ala compressione 80 mm 38 - barriera al vapore 39 - massetto alleggerito per gli impianti 150mm 40 - pannello isolante in lana di roccia 40mm 41 - telo antipolvere 42 - sistema radiante a pavimento 43 - pannello isolante in lana di roccia 40 mm 44 - pavimento in gres porcellanato

SEZIONE TECNOLOGICA | SCALA 1/50


Marianna Giacalone | 53

SEZIONE LONGITUDINALE | SCALA 1/100


54 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 55

05 SKOPJE, RICOSTRUIRE LA CITTA' UNITA’ DI PROGETTO DI ARCHITETTURA-URBANISTICA politecnico di Torino, Laurea Magistrale in Architettura Costruzione Città Primo semestre A.A 2012/2013

Parco urbano e complesso residenziale Progetto di Gruppo


56 | Marianna Giacalone

SKOPJE - MACEDONIA INQUADRAMENTO TERRITORIALE L’area oggetto di intervento, e’ situata ad ovest rispetto al centro di Skopje e confina a nord con il fiume Vardar. Prima del terremoto del 1963 l’area era interamente adibita ad uso agricolo. Con il masterplan definitivo del 1965 l’area oggetto di analisi risulta concepita come un corridoio di servizi tra edifici residenziali disposti ad est ed ovest. Le aree limitrofe sono state destinate ad ospitare residenze provvisorie che hanno in seguito caratterizato una maglia insediativa con singoli edifici puntuali all’interno di un lotto aperto. Attualmente la parte nord dell’area risulta essere non edificata, infatti il piano regolatore tuttora vigente destina questa parte a giardino botanico e giardino zoologico.

PROPOSTA DI PROGETTO Il terremoto del 1963 comporta una ricostruzione efficiente e veloce, ma anche affrettata della città di Skopje: il risultato è l’estrema omogeneità di alcuni quartieri, caratterizzati da abitazioni che all’inizio dovevano essere soltanto provvisorie. Un “terremoto artificiale” si propone come occasione per un cambiamento di assetto di uno dei brani di città non interessato da alcuna pianificazione, un tratto di città ai margini, che prende forma dalla relazione fra spazio costruito e spazio aperto, e dalla volontà di determinare una struttura insediativa che privilegi il valore della vita comunitaria. La proposta di progetto muove dall’idea di individuare una fascia edificabile in modo da connettere l’area preesistente, sottostante il Boulevard Llinden e il nuovo parco attrezzato limitrofo al fiume. -STATO DI FATTO: presenza di aree brownfields, assenza di accesso carrabile e di edifici significativi. - SVILUPPO DEL PROGETTO: definizione delle spezzate per il nuovo disegno del terreno, identificazione di linee guida per l’allineamento delle strade carrabili, demolizione delle preesistenze. - PROPOSTA DI PROGETTO: realizzazione del parco attrezzato, nuova viabilità e nuovi parcheggi, realizzazione di edifici residenziali.

pre-terremoto


Marianna Giacalone | 57

LINEE PROGETTUALI

1965 Il parco fluviale è diviso in “stanze”, ognuna con uno specifico trattamento del verde che ne definisce l’uso e la biodiversità.

Allargamento della passeggiata pedonale con la possibilità di inserire attrezzature e alberature in modo da rendere il percorso più appetibile e fruibile.

La dimensione e la forma degli edifici è variabile, ma la disposizione è vincolata lungo delle linee di forza, in modo tale da favorire la permeabilità verso il parco.

Uso pubblico area del parco fluviale percorsi e spazi pubblici aree alberate

Uso semi-pubblico aree aperte/accessibili edifici ad uso commerciale o servizi edifici ad uso misto

Uso privato aree chiuse edifici ad uso residenziale edifici ad uso industriale o uffici

Il percorso centrale è un elemento riunificatore di fondamentale importanza in un’area attualmente molto eterogenea e frastagliata. Esso è caratterizzato dalla forte presenza di elementi naturali che riprendono l’idea originale del masterplan del 1965.


58 | Marianna Giacalone

Definizione della forma del nuovo parco urbano e delle linee guida che caratterizzeranno le connessioni longitudinali e trasversali.

Trasformazione delle linee guida fino a creare delle spezzate che generano il movimento del terreno.

Movimento verticale del terreno e generazione di diversi dislivelli.

Faglie nel suolo, accentuazione dei dislivelli del terreno.

PLANIMETRIA GENERALE - PIANTA DELLE COPERTURE | SCALA 1/2000


STATO DI FATTO L’area di progetto è caratterizzata dalla presenza di un’area verde in stato di degrado nei pressi del fiume. Viene proposta la demolizione della presistenza fatta eccezione per un edificio significativo.

Marianna Giacalone | 59

CONNESSIONE URBANA E E VERDE PUBBLICO Connessione dell’area con la viabilità esistente. Realizzazione di spezzate per il nuovo disegno dello spazio verde pubblico.

EDIFICI IN PROGETTO

SEZIONE AA’ | SCALA 1/2000

SEZIONE bb’ | SCALA 1/2000


60 | Marianna Giacalone

PROSPETTO EST EDIFICIO TIPO | SCALA 1/500


Marianna Giacalone | 61

PLANIMETRIA PIANO TERRA | SCALA 1/500

SEZIONE AA’ | SCALA 1/500

SEZIONE BB’ | SCALA 1/500


62 | Marianna Giacalone

PIANTA PRIMO PIANO | SCALA 1/200


Marianna Giacalone | 63

PIANTA SECONDO PIANO | SCALA 1/200

SEZIONE AA’ | SCALA 1/200


64 | Marianna Giacalone


tipologia di edifici in linea

GLI EDIFICI

Marianna Giacalone | 65

Gli edifici diventano paesaggio, rimodellando lo skyline dell’area, riprendendo con il loro profilo le diverse inclinazioni del terreno. DIAGRAMMI BLOCCHI FUNSIONALI deformazione dei volumi

nuovi profili

Le soluzioni tipologiche adottate hanno origine da un principio di modularità che permette di interpretare al meglio le esigenze di flessibilità dell’alloggio nell’abitare contemporaneo. Lo schema distributivo nasce infatti dall’aggregazione di elementi base, sempre contenuti all’interno di una maglia regolare in modo da lasciare lo spazio il più possibile libero da vincoli strutturali. La distribuzione interna è stata pensata per agevolare le viste, la luce e la ventilazione naturale, prediligendo un-esposizione ad est per la zona giorno e ad ovest per la zona notte. La soluzione con la quale è stato impostato il progetto planimetrico, con moduli che si ripetono e si alternano nella sovrapposizione verticale, garantisce che la composizione dei prospetti non risulti omogenea e simmetrica. DIMENSIONI E TIPOLOGIA ALLOGGI Gli edifici sono caratterizzati non solo dai blocchi residenziali ma anche dagli spazi comunitari localizzati al piano terra, spazi che gli abitanti potranno modulare in base alle esigenze. Alcuni esempi sono costituiti da lavanderie, sale riunioni, depositi comuni, spazi ludici, spazi aperti.

tipologia A - 60 mq

tipologia duplex A+A - 120 mq

tipologia B - 70 mq

tipologia c - 120 mq


66 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 67

06 TORINO: RIQUALIFICARE, DENSIFICARE, SOPRAELEVARE!


68 | Marianna Giacalone

06 TORINO: RIQUALIFICARE, DENSIFICARE, SOPRAELEVARE! LABORATORIO DI ARCHITETTURA-RESTAURO politecnico di Torino, Laurea triennale in Scienze dell’Architettura e dell’Ingegneria Edile Secondo semestre A.A. 2009/2010

Un edificio residenziale Progetto individuale Il tema di progetto è parte integrante del processo di rinnovamento dell’area Spina 2, vicino la stazione di Porta Susa, zona di grandi trasformazioni urbane dalla metà del XIX secolo. Il progetto prevede il recupero e la trasformazione di una scuola elementare in edificio per appartamenti, con affaccio diretto sulla nuova avveniristica stazione ferroviaria di recente costruzione. L’edificio ha una forma innovativa rispetto al tessuto urbano esistente: si presenta come una sorta di ingranaggio composto da piani che ruotano attorno ad un asse principale, la cui forma ricorda il profilo delle mura della vecchia cittadella fortificata di Torino, situata nelle vicinanze dell’area di progetto.


Marianna Giacalone | 69


70 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 71

pianta

del

piano

terra

pianta

del

terzo

piano


72 | Marianna Giacalone

SEZIONE AA’


Marianna Giacalone | 73

SEZIONE di dettaglio


74 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 75

DISEGNO


76 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 77


78 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 79


80 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 81


82 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 83


84 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 85


86 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 87


88 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 89

FOTOGRAFIA


90 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 91


92 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 93


94 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 95


96 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 97


98 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 99


100 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 101


102 | Marianna Giacalone


Marianna Giacalone | 103

GRAZIE PER L'ATTENZIONE


MARIANNA GIACALONE ARCHITETTO giacalone.mar@gmail.com 3297789375


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.