Direttore responsabile: Ennio Triggiani. Responsabile di redazione: M. Irene Paolino Registrazione n. 1373 del 18.06.1998 Tribunale di Bari
Diritto di voto all’estero
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a Commissione europea ha pubblicato gli orientamenti destinati agli Stati membri dell’UE in cui vigono norme che causano una limitazione del diritto di voto alle elezioni nazionali per i cittadini che hanno esercitato semplicemente il proprio diritto alla libera circolazione nell’Unione. Attualmente cinque Stati membri (Danimarca, Irlanda, Cipro, Malta e Regno Unito) applicano regimi che causano tali conseguenze. Sebbene nell’ambito dei trattati dell’UE spetti agli Stati membri stabilire chi può beneficiare del diritto di voto alle elezioni nazionali, pratiche di limitazione di questo diritto possono ripercuotersi negativamente sul diritto di libera circolazione dell’Unione. Tali pratiche sono, infatti, in contrasto con il principio fondamentale della cittadinanza dell’UE. Il voto è uno dei diritti politici fondamentali del cittadino, insito nel tessuto democratico, per cui privare i cittadini del diritto di voto quando si trasferiscono in un altro paese dell’UE equivale di fatto a punire coloro che hanno esercitato il diritto alla libera circolazione. La cittadinanza dell’UE riconosce ai cittadini dell’Unione il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni locali ed europee nel paese UE di
n. 1 - Gennaio 2014
SOMMARIO Diritto di voto all’estero Riforma del settore bancario Controlli di qualità nell’istruzione Giornata della protezione dei dati personali 2014 Premi europei per la promozione di impresa
residenza alle stesse condizioni dei cittadini del paese stesso. Tuttavia, questi diritti non sono estesi alle elezioni nazionali e regionali nei tredici Stati membri in cui le regioni hanno poteri legislativi. Nei cinque paesi citati vigono attualmente norme nazionali che comportano una perdita del diritto di voto a livello nazionale a seguito di periodi di permanenza all’estero. Le norme variano notevolmente da uno Stato all’altro. I cittadini ciprioti perdono il diritto di voto se non hanno risieduto a Cipro nei sei mesi precedenti un’elezione; i cittadini britannici devono aver risieduto nel Regno Unito nei quindici anni precedenti per mantenere il diritto di voto. Altri Stati membri consentono ai propri cittadini di mantenere
Campagna Generation Awake agire, reagire, decidere il diritto di voto a determinate condizioni: l’Austria richiede ai cittadini residenti all’estero di rinnovare periodicamente l’iscrizione alle liste elettorali; la Germania impone ai cittadini di conoscere e approfondire la politica nazionale o di aver risieduto in Germania per almeno tre mesi negli ultimi 25 anni. Gli orientamenti invitano gli Stati membri a: • consentire ai cittadini che si avvalgono del diritto alla libera circolazione nell’UE di mantenere il diritto di voto alle elezioni nazionali, se continuano a dimostrare interesse per la vita politica del proprio paese, ad esempio
2 chiedendo di rimanere iscritti alle liste elettorali; • assicurarsi che i cittadini residenti in un altro Stato membro che chiedono di mantenere il diritto di voto possano farlo in modalità elettronica; • informare i cittadini in tempo utile e in modo adeguato circa le condizioni e le modalità pratiche per mantenere il diritto di voto alle elezioni nazionali. (Fonte: UE)
Per saperne di più: Iniziativa Il tuo voto conta: http://ec.europa.eu/avservices/video/player.cfm?ref=I083108 Sito web Commissione europea — Cittadinanza dell’UE — Diritti elettorali: http://ec.europa.eu/justice/citizen/voting-rights/ index_en.htm
Nella relazione 2010 sulla cittadinanza dell’Unione, la Commissione ha riconosciuto che la questione della “perdita del diritto di voto” è un problema per i cittadini dell’UE che si avvalgono del diritto alla libera circolazione e ha avviato un dibattito sulle possibili soluzioni. Il 19 febbraio 2013 il Parlamento europeo e la Commissione hanno organizzato un’audizione comune sulla cittadinanza europea. I partecipanti, tra cui cittadini interessati, rappresentanti della società civile, deputati al Parlamento europeo ed esperti, hanno sottolineato la necessità di riesaminare le politiche vigenti che limitano il diritto di voto dei cittadini e le motivazioni su cui si basano, alla luce degli attuali sviluppi verso una partecipazione democratica più inclusiva. Inoltre, in una recente indagine di Eurobarometro sui diritti elettorali, due terzi degli intervistati ha ritenuto che la perdita del diritto di voto alle elezioni nazionali nel proprio paese non fosse giustificata dal semplice fatto di risiedere in un altro paese dell’UE. La relazione 2013 sulla cittadinanza dell’Unione individua 12 azioni concrete per aiutare gli europei a fare un uso migliore dei loro diritti, dalla ricerca di lavoro in un altro Stato membro alla partecipazione alla vita democratica. Nella relazione la Commissione si è impegnata a operare in modo costruttivo per consentire ai cittadini dell’UE di mantenere il diritto di voto alle elezioni nazionali nel proprio paese di origine. Le relazioni sulla cittadinanza dell’Unione possono essere richieste per email allo Europe Direct Puglia.
Riforme del settore bancario
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a Commissione europea ha proposto nuove norme per impedire alle banche più grandi e più complesse di dedicarsi alla rischiosa attività di negoziazione per conto proprio. Le nuove norme, inoltre, conferirebbero alle autorità di vigilanza il potere d’imporre a tali banche di separare alcune attività di negoziazione potenzialmente rischiose dalla funzione di raccolta di depositi, se l’esercizio di tali attività compromette la stabilità finanziaria. Contestualmente a questa proposta, la Commissione ha adottato delle misure di accompagnamento volte ad accrescere la trasparenza di alcune operazioni nel sistema bancario ombra, che completano le riforme già avviate per rafforzare il settore finanziario dell’UE. Nell’elaborare le proposte la Commissione ha tenuto conto della relazione del gruppo di alto livello presieduto dal governatore della Banca di Finlandia Erkki Liikanen, delle norme nazionali vigenti in alcuni Stati membri, della riflessione in materia in corso a livello mondiale (principi del Consiglio per la stabilità
finanziaria) e degli sviluppi in altre giurisdizioni. Le misure proposte rafforzeranno ulteriormente la stabilità finanziaria, evitando che le conseguenze degli errori commessi dalle banche siano scaricate sui contribuenti. La proposta si applicherà soltanto alle banche dell’UE più grandi e più complesse che svolgono attività di negoziazione significative, prevedendo: 1. il divieto di negoziazione per conto proprio in strumenti finanziari e in merci, al solo scopo di ottenere un utile per la banca, attività che comporta molti rischi ma nessun beneficio tangibile per i clienti della banca o per l’economia in genere; 2. il potere dell’autorità di vigilanza, e addirittura l’obbligo in determinate circostanze, d’imporre il trasferimento di altre attività di negoziazione ad alto rischio (attività di supporto agli scambi, operazioni complesse in derivati e cartolarizzazioni, ecc.) a
3 entità giuridiche di negoziazione distinte, per scongiurare il rischio che la banca effettui comunque attività occulte di negoziazione per conto proprio che, per le proporzioni troppo grandi che assumono o l’elevato indebitamento che generano, possono mettere a repentaglio la banca ed il sistema finanziario. La banca avrà la possibilità di non separare le attività se sarà in grado di dimostrare all’autorità di vigilanza che i rischi generati sono attenuati tramite altri mezzi; 3. le norme che disciplinano i rapporti economici, giuridici, operativi e di governance tra l’entità di negoziazione distinta e il resto del gruppo bancario. Per evitare che le banche tentino di aggirare queste norme trasferendo parti delle attività al settore meno
regolamentato del sistema bancario ombra, occorre che le misure di separazione strutturale di disposizioni migliorino la trasparenza del sistema bancario ombra. La proposta di accompagnamento sulla trasparenza prevede, infatti, una serie di misure volte ad aiutare le autorità di regolamentazione e gli investitori a comprendere meglio le operazioni di finanziamento tramite titoli, operazioni che nella crisi finanziaria hanno costituito una fonte di contagio, di indebitamento e di prociclicità. (Fonte: UE) Per maggiori informazioni: http://ec.europa.eu/internal_market/bank/structural-reform/index_en.htm
Dall’inizio della crisi finanziaria, l’Unione europea e i suoi Stati membri hanno attuato una profonda revisione della regolamentazione bancaria e della vigilanza nel settore e hanno avviato riforme per attenuare l’impatto dei potenziali dissesti bancari, nell’intento di creare un sistema finanziario più sicuro, più sano, più trasparente e più responsabile che sia al servizio dell’economia e della società nel suo complesso. Per aumentare la resilienza delle banche e per attenuare l’impatto dei loro potenziali dissesti, sono state adottate nuove norme sui requisiti patrimoniali per le banche e sul risanamento e la risoluzione delle crisi bancarie.
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Controlli di qualità nell’istruzione
econdo due relazioni sulla garanzia della qualità nell’istruzione superiore e nella formazione professionale, pubblicate dalla Commissione europea, gli Stati membri devono aggiornare i loro sistemi di qualità per migliorare le prestazioni delle università e delle scuole professionali. Le relazioni sottolineano che sono necessarie ulteriori riforme per garantire una “cultura della qualità”, per allineare l’insegnamento al mercato del lavoro e alle esigenze sociali, incentivare maggiormente la cooperazione internazionale e favorire il coinvolgimento degli studenti nel processo decisionale. La relazione sull’insegnamento superiore illustra come la garanzia della qualità contribuisce a fissare obiettivi di qualità e ad affrontare sfide quali il numero crescente di studenti in Europa, che dal 2000 è aumentato di oltre il 25% raggiungendo i 20 milioni. Sottolinea, inoltre, l’importanza di sfruttare appieno le tecnologie basate sulle TIC e i sistemi di garanzia della trasparenza.
Dalla relazione sul quadro europeo di riferimento per la garanzia della qualità dell’istruzione e della formazione professionali (EQAVET) emerge che è possibile sviluppare una cultura della qualità anche attraverso mezzi di sostegno, come uno strumento on-line per monitorare i sistemi di garanzia della qualità, e la condivisione di esperienze e di buone pratiche. Anche in questo caso, tuttavia, sono necessari ulteriori interventi per rendere più trasparente la garanzia della qualità e per accrescere la fiducia reciproca nelle qualifiche ottenute nei diversi paesi. Per migliorare la qualità dell’apprendimento sul lavoro, com-
4 presi gli apprendistati, e la definizione e valutazione dei risultati dell’apprendimento, sarebbe necessaria una maggiore cooperazione. Ciò aiuterebbe gli studen-
Istruzione superiore La relazione della Commissione sulla garanzia della qualità nell’istruzione superiore è parte del seguito dato all’Agenda per la modernizzazione dell’istruzione superiore della Commissione europea e ad una raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 2006 e si basa su una precedente relazione pubblicata nel 2009.
ti delle scuole professionali e i lavoratori ad ottenere il riconoscimento all’estero delle loro abilità, delle loro competenze e delle loro qualifiche. (Fonte: UE)
Istruzione e formazione professionale La rete EQAVET riunisce rappresentanti degli Stati membri, della Commissione europea, dei datori di lavoro e dei sindacati per favorire la cooperazione nello sviluppo e nel miglioramento della garanzia della qualità. La relazione si basa sui risultati della prima valutazione.
ERASMUS+ Erasmus +, il nuovo programma dell’UE per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport, fornirà finanziamenti agli Stati membri destinati a sviluppare i loro sistemi di garanzia della qualità nell’istruzione superiore e professionale, ad identificare le buone pratiche e a sostenere la cooperazione europea in questo campo. Per migliorare la garanzia della qualità gli Stati membri possono utilizzare i fondi strutturali e d’investimento europei.
Per ulteriori informazioni: Istruzione e formazione: http://ec.europa.eu/education/index_en.htm Qualità e pertinenza nell’istruzione superiore: http://ec.europa.eu/education/policy/higher-education/quality-relevance_en.htm EQAVET: http://eqavet.eu/gns/home.aspx
Giornata della protezione dei dati personali 2014
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l 25 gennaio 2012 la Commissione europea ha proposto una riforma globale della normativa UE del 1995 in materia di protezione dei dati nell’intento di rafforzare i diritti della privacy on line e stimolare l’economia digitale europea. Si tratta di una riforma radicale delle norme dell’UE sulla protezione dei dati per adattarle al nuovo secolo, che la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo ha votato, ad ottobre 2013, a larga maggioranza. Nel frattempo, le proposte sono state discusse a più riprese dal Consiglio “Giustizia e affari interni”, senza avviare i negoziati con il Parlamento. Il 28 gennaio, nella Giornata europea della protezione dei dati personali, Viviane Reding, Commissaria europea per la Giustizia, ha esortato a stabilire un “Patto di protezione dei dati personali per l’Europa”, basato sui seguenti otto principi:
1. integrare nella legge la riforma della protezione dei dati personali; 2. eliminare le distinzioni fra settore privato e settore pubblico, considerato che anche il settore pubblico raccoglie, riunisce e talvolta addirittura vende dati personali e compra spazi di memoria sulle nuvole informatiche private; 3. le leggi che disciplinano la protezione dei dati personali o che incidono sulla tutela della vita privata devono essere discusse dai cittadini, perché sono in gioco le libertà civili; 4. i dati dovrebbero essere raccolti in modo mirato e limitatamente al conseguimento delle finalità previste, eliminando la sorveglianza totale e indiscriminata dei dati delle comunicazioni elettroniche; 5. le leggi devono essere chiare e sempre ag-
5 giornate, per inquadrare programmi di sorveglianza e tecnologie moderne; 6. la sicurezza nazionale è una motivazione che si può addurre solo in via eccezionale; 7. l’autorità giudiziaria deve avere un ruolo fondamentale nel controllo effettivo, mentre il controllo dell’esecutivo è utile, quello del parlamento necessario; 8. le norme sulla protezione dei dati personali dovrebbero applicarsi a prescindere dalla cittadinanza dell’interessato, dato il carattere aperto di internet. I dati si possono considerare la moneta dell’era digitale: dalle assicurazioni alle banche, ai siti dei media sociali ai motori di ricerca. In un mondo globalizzato, non esistono frontiere nel web e nel cloud computing. Inoltre, il 92% dei cittadini europei si preoccupa del fatto che le applicazioni mobili raccolgano dati che li riguardano senza il loro consenso, l’89% vuol essere informato quando i dati
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inseriti sul proprio smartphone vengono condivisi con terzi. Con norme affidabili, anche il trattamento dei dati diverrà più sicuro e affidabile. A sua volta, la maggiore fiducia dei cittadini nell’economia digitale alimenta la crescita: secondo alcune stime, il prodotto interno lordo dell’UE potrà aumentare di un ulteriore 4% da qui al 2020 se l’Unione adotterà le iniziative necessarie per creare un mercato unico digitale moderno. (Fonte: UE) Per una panoramica della situazione e i benefici che la riforma recherà a consumatori e imprese si veda il Dossier per la stampa sulla riforma della protezione dei dati all’indirizzo: http://ec.europa.eu/justice/newsroom/data-protection/news/120125_en.htm Per saperne di più: Commissione europea — Protezione dei dati personali: http://ec.europa.eu/justice/data-protection
Premi europei per la promozione di impresa
a Commissione europea ha inaugurato l’edizione 2014 dei Premi europei per la promozione di impresa, un concorso destinato a dare un riconoscimento alle iniziative più creative ed efficaci realizzate da enti pubblici e da partenariati pubblico-privati a sostegno dell’imprenditoria e in particolare delle piccole e medie imprese. Le competizioni a livello nazionale iniziano ora, mentre a maggio verranno selezionati i vincitori per i singoli paesi, che si cimenteranno poi a livello internazionale. L’aspirazione massima dei partecipanti è di essere proclamati vincitori del Gran Premio delle giuria nella cerimonia che si terrà a Napoli in ottobre. A cinque anni dall’attuazione dello Small Business Act, la promozione dell’imprenditorialità contribuisce ad ispirare gli organismi pubblici e i partenariati pubblico-privati europei ad essere business friendly e maggiormente aperti alla dimensione imprenditoriale. Le sei categorie dei premi sono: • promuovere lo spirito imprenditoriale • investire nelle competenze
• migliorare il contesto imprenditoriale • sostenere l’internazionalizzazione delle imprese • sostenere lo sviluppo dei mercati verdi e dell’efficienza delle risorse • imprenditorialità responsabile e inclusiva. Il concorso si svolge in due fasi: i candidati devono prima concorrere a livello nazionale per poi essere ammessi a cimentarsi a livello europeo. Per il concorso nazionale ciascun paese selezionerà entro maggio 2014 due candidature da designarsi per il concorso europeo. Tutti i classificati delle competizioni a livello nazionale ed europeo saranno invitati a presenziare alla cerimonia di premiazione
6 che dà un riconoscimento ai vincitori per le loro iniziative ed offre loro l’opportunità di presentarsi in un contesto europeo. I vincitori riceveranno i premi durante una cerimonia che si terrà il 2-3 ottobre a Napoli in occasione dell’assemblea 2014 delle PMI. Per ulteriori informazioni: http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/best-practices/european-enterprise-awards/index_en.htm
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Dal 2006 i Premi europei per la promozione di impresa rappresentano il riconoscimento dell’eccellenza della promozione dell’imprenditorialità e delle piccole imprese a livello nazionale, regionale e locale. Dall’inizio del concorso sono più di 2.500 i progetti presentati che, nel loro insieme, hanno sostenuto la creazione di ben più di 10.000 nuove imprese. Il loro obiettivo è individuare e riconoscere le azioni e le iniziative di successo adottate per promuovere le imprese e lo spirito imprenditoriale, dare visibilità alle migliori politiche e pratiche imprenditoriali e condividerle, sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica sul ruolo degli imprenditori nella società ed, infine, incoraggiare e ispirare i potenziali imprenditori.
Campagna Generation Awake: basta con gli sprechi di rifiuti!
romossa dalla Commissione europea allo scopo di sensibilizzare i consumatori all’impatto che hanno i loro modelli di consumo sulle risorse naturali, la campagna informativa sta esaminando le conseguenze ambientali, economiche, sociali e personali dell’uso non sostenibile delle risorse. Attraverso un sito web interattivo http:// www.generationawake.eu/ it/, disponibile nelle 24 lingue ufficiali dell’UE, i personaggi di un fumetto illustrano qual è l’impatto ambientale delle decisioni quotidiane di acquisto e descrivono i vantaggi di alcuni comportamenti. Sul sito è possibile vedere come i rifiuti possono essere riutilizzati, riciclati, scambiati e riparati e come provare concretamente a ridurre gli sprechi di prodotti alimentari e dell’acqua. Nonostante gli obiettivi di riciclaggio fissati a livello dell’UE e i buoni risultati conseguiti in certi settori, i rifiuti costituiscono una risorsa sottoutilizzata in Europa. Secondo uno studio, la piena attuazione della legislazione europea sui rifiuti consentirebbe di risparmiare 72 miliardi di euro all’anno, di incrementare di 42 miliardi di euro il fatturato annuo del settore della gestione e del riciclaggio dei rifiuti e di creare oltre 400.000 posti di lavoro entro il 2020.
7 AGIRE, REAGIRE, DECIDERE
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gni cinque anni, i cittadini dell’UE votano i propri rappresentanti al Parlamento europeo. Questa è l’unica istituzione, eletta a suffragio universale, che difende gli interessi dei cittadini nell’ambito del processo decisionale dell’Unione europea. Ogni Stato membro in base alle proprie leggi elettorali stabilisce le date in cui si andrà alle urne durante il periodo elettorale di quattro giorni compreso fra il 22 e il 25 maggio 2014. Inoltre, ogni Stato membro elegge un numero determinato di euro-deputati, sulla base del principio della proporzionalità degressiva: i paesi con una popolazione più elevata hanno più seggi rispetto ai paesi di dimensioni minori, ma questi ultimi ottengono un numero di seggi superiore a quello che avrebbero sotto il profilo strettamente proporzionale. Gli italiani voteranno il 25 maggio per eleggere 73 dei 751 euro-deputati. I risultati elettorali di tutti i 28 Stati saranno resi noti la sera di domenica 25 maggio. Si ricorda che i candidati si presentano alle elezioni nelle liste dei partiti politici nazionali ma, una volta eletti deputati al Parlamento europeo, si aggregano in gruppi politici transnazionali. Sette sono i gruppi politici presenti al Parlamento europeo. Nel 2009, il trattato di Lisbona ha conferito al Parlamento europeo una serie di nuovi e importanti po-
teri. Una delle principali novità introdotte dal trattato consiste nel fatto che, quando gli Stati Membri nomineranno, nell’autunno 2014, il candidato che succederà a José Manuel Barroso come presidente della Commissione europea, per la prima volta dovranno tenere conto dei risultati delle elezioni europee. Ciò significa che gli elettori potranno decidere chi subentrerà alla guida dell’esecutivo dell’UE, in quanto i gruppi politici europei hanno designato il loro candidato alla presidenza dell’organo esecutivo dell’UE. Influendo sulla composizione del Parlamento, ogni cittadino, quindi, ha l’opportunità di influire sulle decisioni che il Parlamento adotterà nel corso della legislatura. Il PE, infatti, essendo diventato, con il Trattato di Lisbona, uno dei cardini del sistema decisionale europeo, contribuisce all’elaborazione di quasi tutte le leggi dell’UE in una posizione di parità con i governi nazionali. Per saperne di più: http://www.europarl.europa.eu/ftu/pdf/it/ FTU_1.3.4.pdf http://www.elections2014.eu http://www.myvote2014.eu/it