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l'albutn di Elais Prcslegt Verso la metà degli Anni Cinquanta, nelI'America conservatrice del présidente Eisenhower e del senatore McCarthv. è oroprio Hollywood, da McCarthy particdtarmente presa di mira nella sua lotta contro le «attività antiamerican€», che per prima intuisce il desiderio di ribellione degli ado_ lescenti americani verso una cultuÉ e un modo di vivere che non sentono più loro e lo rispecchia in film come «ll sòlvaggio, con Marlon Brando (1954) e «ll ribelle» con James Dean (1958). La morte di Dean, nei. confronti
del quale, più che in quelli
della figura un po'scostante di Brando, è stato facile il processo di identificazione
dei giovani, lo trasformerà in un mito e
lascerà un vuoto. Ed è sempre Hollywood che si fa veicolo del rinnovamento in corso nel campo della musica popolare utillzzando «Rock around the Clock» di Bill Haley nella colonna sonora della riduzione cinematografica del romanzo di Evan Hunter «Blackboard Jun_ gle» (ll seme della violenza), ambientato
nel mondo scolastico. Solo I'aggressivo
rock di Haley può fornire il sufficiente contrasto con le testimonianze di una cultura giudicata superata dalle giovani generazioni, esemplificata dai 78 giri d-egli Anni
Trenta
e
Quaranta che il- profeslore fa
ascoltare ai suoi allievi e che questi man_ dano in frantumi. Ma se Bill Haley ha avuto la giusta ispirazione circa la musica che i giòvani vogtiono, non può essere lui, con la sua ària sostanzialmente paffuta e bonacciona, il personaggio-simbolo che i teen-agers cer-
cano, specie dopo Dean.
la morte dl
James
C'è da stupirsi allora dell,effetto che fa sugli adolescenti americani prima, e su ouel_ li di-tutto il mondo poi, I'apparizione Oi Et_ vis Presley? E giovane come loro, e bello
come loro vorrebbero essere, ed ha il
co_
faSSig d.i esprimere, ed in musica per giun-
ta, ciò che loro spesso sentono soìo cònfusamente. Non è corrucciato come Brando. non è melanconico e «perdente» come
Dean, e trasforma la ribèllione sorda del primo e cupa del secondo in un fatto entu_,
siasmante, divertente ed esclusivo. I «grandi» non lo possono capire. E infatti non lo capiranno. Per ironia'della sorte è
la televisione,
il
mezzo d,informazione oiù
casalingo, più pantofolaio, che si mette più o meno consciamente al servizio del portatore di un messaggio rivoluzionario intriso di sesso e di violònza.
Nel corso.degliAnni Quaranta pochi prevedevano che lo splendore della stellà della radio sarebbe stato offuscato. Nel 1g4g oltre 37 milioni di americani si sintonizzava_ no quotidianamente con le reti nazionali e le innumerevoli stazioni locali, che ricevevano dagli «sponsors» oltre 660 milioni di dollari all'anno, con un utile netto di 60 milioni di dollari. Ma già nel ,49 c,erano una cinquantina di stazioni televisive, mentre il
numero degli apparecchi arrivava
7.00.000 e
a
quello dei potenziali telespettato_
ri a 4 milioni.
Alla metà degli Anni Cinquanta la televisione. ha preso decisamente il soprawento sulla radio, che ha potuto reagire solo in campo musicale, grazie all'intensificata at-
tività dei disc-jockey.
Gli inizi della carriera di presley sono proprìo legati all'intervento di uno di qu'esti «dee-jay», Dewey Phillips, della stazione locale WHBQ di Memphis, che si entusiasma per il suo primo disco, «That's All Right», lo manda in onda per la prima volta alle 21 e 30 circa del 3luglio 1954 e, subissato dalle telefonate degii ascoltatori, lo trasmette di nuovo per quattordici volte di fila. La radio comunque, tra il 'S4 e il '55.dà a Presley solo una notorietà provinciale, anche se alla fine del '55 lo fa'classi-
ficare dalla rivista specializzata
«Bil-
lboard» come il più promettente nuovo inteprete_«co]ntry» dell,anno. poi, il 2g gennaio 1956, Elvis fa la sua prima appari-Zione televisiva nel programma nJacki'e Glea_ son Presents the Dorsey Brothers», che va in onda ogni sabato su écala nazionale pei la rete CBS. Eccolo quindi sul piccblo
schermo, di fronte agli occhi esteréfati di milioni di famiglie americane, che subito si divideranno in pro (i figli) e contro (i genitori). Al centro della scèna, tissanOd tà camera, le gambe divaricate, con un piccolo movimento delle spalle si aggiusta ia giacca sportiva, fa scattare quasi-impercetiibil_ mente il ginocchio destro e attacca «Heartbreak Hotel». Come, dopo il primo versò, interviene la chitarra del fido Scotty Moe_
re, le gambe di Elvis scattano e si contorcono. lmbraccia anche lui una chitarra, ma, più che per suonarla, per agitarla ad eloquente completamento dei movimenti del corpo. Le sue anche vibrano con la musica. Sogghigna beffardo, allusivo; sorride sprezzantemente con I'angolo sinistro della bocca. Usa tutta una serie di trucchi
eccitanti che ha perfezionato durante
i
suoi già molti concerti e che hanno infallibilmente portato le ragazzine urlanti in platea ai limiti dell'orgasmo, e che sono tanto più efficaci in quanto gli vengono naturali,
spontanei.
ll
pubblico televisivo non
ha
mai visto niente di simile. I programmi più seguiti non hanno mai avuto nulla a che fare con la libido. «Elvis the Pelvis», come lo soprannomine-
toccare questo nuovo simbolo del male neanche con un bastone. Gli indici d'ascolto, però, sono gli indici d'ascolto, ed hanno il loro peso sugli «sponsors» che pagano.
Sullivan deve inghiottire il suo orgoglio e la CBS sborsare 50.000 dollari. Presley ha così i suoi ultimi tre passaggi televisivi, il 9 settembre, il 28 ottobre e il 6 gennaio, ripreso dalla cintola in sù. Presenta, tra l'altro, ancora una volta «Heartbreak Hotel», tre volte «Hound Dog» e «Don't Be Cruel», due volte «Love Me Tender», una volta «Love Me». L'indice d'ascolto è superiore all'9?oÀ, traducibile
in circa 54 milioni
di
telespettatori. Ma Elvis non è solo un feno-
rà la stampa, partecipa altre cinque volte
meno televisivo. La televisione è stata un'enorme, istantanea ribalta per qualcosa che preesisteva e sarebbe comunque esistito. Ed infatti egli dimostrerà di poter-
allo show di Jackie Gleason, il 4, l'11 e il 18 febbraio, il 17 e il 24 marzo, cantando otto
vi soltanto tre volte: nel '60, al termine del
canzoni,
tra le quali per altre tre
volte
«Heartbreak Hotel» e due volte «Blue Suede Shoes» e «Tutti Frutti». Le successive tre apparizioni televisive vengono mandate in onda dalla rete rivale della CBS, la NBC, che paga 5.000 dollari per ognuno dei due passaggi nel «Milton Berle Show», dove Presley esegue ancora una volta «Heartbreak Hotel» e «Blue Suede Shoes» e lancia «l Want You, I Need You, I Love You» e «Hound Dog», e 7.500 dollari per l'intervento sempre con queste due canzoni, nel popolare programma della domenica sera, «Tonight» di Steve Allen. Elvis vi è costretto a restare quasi immobile, a partecipare ad uno stupido sketch di sapore western, a cantare «Hound Dog» indirizzandosi ad un annoiato basset-hound che indossa un cilindro e un cravattino da smo-
king, Ma tutto è inutile. ll mito di Elvis è ormai nato, ed è il primo mito televisivo della storia.
Nel 1956 lo show televisivo più seguito negli U.S.A. è quello di Eddy Sullivan, «Toast of the Town», trasmesso anch'esso la domenica sera, ma dalla CBS. Sullivan, politi-
camente conservatore e devoto cattolico, ha pubblicamente dichiarato di non voler
ne fare tranquillamente a meno, tornando-
servizio militare, nel '68, per un memorabile «special», nel '73, per un altrettanto memorabile collegamento via satellite con Honolulu, in occasione di un suo grande con-
ll contatto con il pubblico lo terrà prima servendosi di Hollywood (Hollywood però si servirà di lui) e poi attravercerto.
so un'incredibile serie di concerti, ma anche e soprattutto attraverso i suoi dischi, che in questa raccolta sono rappresentati dai brani di maggior successo.
Personaggio artisticamente complesso, frutto di una fortunata contaminazione di musica bianca e nera, del «blues» e del «country», Presley non dimenticò mai la
sua estrazione, le sue origini. Nato l'8 gennaio 1935 a Tupelo, Mississippi, da una famiglia povera di origine contadina, Elvis
Aron Presley ebbe probabilmente le sue prime esperienze musicali nel corso dei servizi religiosi domenicali della chiesa della First Assembly of God, sempre ac-
compagnati da canti spirituali, intonati dal coro, seguiti dalla congregazione e movimentati da predicatori che, oltre a cantare e suonare, si agitavano a tempo di musica. Nel 1948 si trasferì assieme ai genitori a Memphis, Tennessee, città importante per la musica nera nello stato culla della
musica «country». Era ciò che trasmettevano le radio locali ed era ciò che Elvis ascoltava e cercava di ripetere accompagnan-
dosi con la chitarra. Già allora tendeva a vestirsi in maniera insolita, un po'vistosa, si era lasciato crescere i capelli sul collo, le basette, il ciuffo sulla fronte. Sembrava
volesse farsi comunque notare, quasi a compensare una naturale timidezza e le modeste prestazioni negli studi e nelle atti-
vità sportive. Nel 1953, terminata la scuola, cominciò a lavorare come autista in una ditta di materiale elettrico. Un disco inciso per quattro dollari come regalo per
sua madre lo portò all'attenzione di Sam Phillips, un produttore bianco affascinato dalla musica nera, e in particolare dal «blues», al quale si era dedicatò tra il '51 e il '53, facendo incidere alcuni dei migliori cantanti di colore di Memphis, come Bobby Bland e B.B. King. Phillips aveva appena fondato una sua casa discografica, la <<Sun», e pubblicato i primi 78 giri con la
sua etichetta, ottenendo due successi regionali: «Love My Baby» di Little Junior Parker e, con i Prisoners, complesso i cui membri erano ospiti del Penitenziario dello Stato del Tennessee, «Just Walking in the Rain», che nel '56 Johnny Ray avrebbe portato ad un successo mondiale. ln presley Phillips pensò di aver trovato un bianco che cantava come un nero, qualità che, era convinto, avrebbe potuto rendere milioni di dollari. Gli affiancò Scotty Moore alla
chitarra elettrica e Billy Black al basso e, dopo che per alcuni mesi ebbero provato una serie di pezzi, nel giugno del '54 comin-
ciò a registrarli, pubblicando via via, tra il '54 e il '55, una serie di cinque dischi. Fin dal primo, «That's All Right», un pezzo del cantante nero di «country blues» Arthur «Big Boy» Crudup, Presley cominciò a ven-
dere (20.000 copie) e a farsi notare: il «Billboard», uno dei grandi settimanali musicali americani, riconobbe la sua potenzialità di affermazione sia sul mercato del «country & western» che su quello del «rhythm & blues». La radio, dopo la spinta iniziale
data dal «dee-jay» locale Dewey Phillips (non parente di Sam) a «That's All Right», non sempre però si mostrò favorevole a
trasmettere dei dischi nei quali non si capiva bene se il cantante fosse bianco o nero. La partecipazione al programma radiofonico della «Grand Ole Opry» di Nashville, roccaforte del «country», non ebbe esito molto positivo. Ben diversa invece fu l'accoglienza a Shreveport per «Louisiana Hayride», altro importante programma radiofonico, più aperto alle novità. E soprattutto ben diverso I'entusiasmo del pubblico nei concerti che, accompagnato dai fidi Moore e Black, Presley cominciò a tenere in tutto il Sud, ovunque trovasse un ingaggio. Man mano Elvis si rese così conto delI'effetto che avevano sul pubblico, in specie femminile, i movimenti coi quali, dapprima istintivamente, poi sempre più consapevolmente, accompagnava e sottolineava I'interpretazione delle sue canzoni. Era dai tempi di Sinatra giovane che non si sentivano più le ragazzine strillare così istericamente. E ben presto passò dai piccoli centri alle città: Jacksonville, New Orleans, Nashville, Memphis. A Jacksonville, per la prima volta, la polizia dovette intervenire per salvarlo da un'orda di ammiratri-
ci scatenate. Fu a questo punto che, a dare una svolta
alla carriera di Presley, intervenne il Colonnello Tom Parker, già manager di due im-
portanti artisti «country», Eddy Arnold e
Hank Snow, ambedue sotto contratto con la RCA. Grazie al suo intervento Sam Phillips accettò di cedere alla RCA il contratto di Elvis e le registrazioni già effettuate, in cambio di 35.000 dollari per sé e 5.000 per
Elvis. E
il
Colonnello Parker divenne
il
«personal manager» di Presley, in cambio, pare, di un 25oÀ sui suoi futuri guadagni.
ll
10 gennaio 1956 Elvis mise piede per la
prima volta negli studi della RCA di Nashville per registrarvi, tra I'altro, «Hear-
tbreak Hotel», inizio di una favolosa carriera che il Colonnello Parker condusse con estrema abilità. Sia lui che la RCA erano
ben convinti delle enormi possibilità del
loro pupillo e ne ottennero un lancio formidabile su scala nazionale utilizzando per la
prima volta in maniera sistematica il piu potente mezzo di comunicazione di massa disponibile: la televisione. Nell'arco di un
anno, dal 28 gennaio 1986 al 6 gennaio 1957, Elvis apparve per dodici volte in televisione, presentando diciassette canzoni,
le più importanti delle quali ripetute più volte. Nello stesso periodo la RCA, dopo aver rieditato i cinque dischi della Sun,
pubblicò ben dodici nuovi singoli in versione 78 e 45 giri, dieci 45 giri extended-play (di cui uno doppio) e due LP, utilizzand6 sia materiale inedito della Sun sia tutta una nuova serie di registrazioni nelle quali era evidente un netto miglioramento qualitativo, oltre ad una evoluzione del tipo di repertorio, che passava ad includere tutta una serie di travolgenti rock'n'roll. I risultati non si fecero attendere. ll 28 febbraio 1956 «Heartbreak Hotel» era primo
nelle «Hit Parades», e primi in classifica
andarono anche «Don't Be Cruel», «Love Me Tender» e i due LP, mentre «Hound Dog» e «Too Much» ottennero un secondo posto. Nel 1956 Presley occupò il primo
posto nelle classifiche dei singoli per
19
settimane e per 21 nel 1957. Ancor più notevole che in ambedue gli anni abbia avu-
tore David Weisbart (quello di «ll gigante» di James Dean) fece in modo da giustificare la sua interpretazione di quattro canzoni di sapore «country», tra le quali «Love Me Tender», che finì per dare il titolo al film. Presentata a novembre al Teatro Paramount di New York, la pellicola suscitò scene di delirio collettivo e, anche se le critiche non furono molto favorevoli (il settimanale «Time» definì Elvis un incrocio tra una salsiccia e un pesciolino rosso disegnato da Walt Disney, ma con il talento interpretativo della prima), incassò in poche settimane oltre 2 milioni di dollari. E alla fine dell'anno Presley si trovò impegnato con il suo secondo film, il primo per la Paramount, «Loving You», nel quale, fat-
to che si sarebbe rivelato più unico che
raro, ebbe un ruolo che gli stava a pennello: se stesso. Era infatti la storia abbastanza curala a realistica dell'ascesa di un giovane cantante del Sud degli Stati Uniti dall'oscurità al successo, e non solo rispecchiava la vicenda già vissuta da Elvis, ma in certo qual modo ne preannunciava il fu-
to fino a dieci titoli contemporaneamente nelle classifiche dei primi 100. Le vendite assommarono a milioni di copie. Persino
turo, facendo passare il protagonista,
lione di pezzi. lntanto, tra una televisione e l'altra, Elvis continuava I'intensa attività concertistica, tra folle sempre più folte di ragazzine ur-
no al suo fianco come accompagnatori Scotty Moore e Bill Black), a esibizioni contenute e studiate, espresse in immagini
«Love Me», pubblicato su EP, superò il mi-
lanti, in una trionfale tournée attraverso I'America che solo a Las Vegas, la città
del giuoco e dei divertimenti con un pubblico di adulti benestanti che non era ancora il suo pubblico, trovò una battuta di arresto. Ma a San Diego la polizia dovette chiamare in aiuto la Guardia Costiera per arginare la folla, e ben presto Presley dovette essere costantemente protetto da guardie del corpo e da un servizio d'ordine anche soltanto per riuscire a raggiungere il luogo del concerto e ripartirne.
Alla TV e ai concerti si era nel frattempo aggiunto anche il cinema. Già nell,aprile del '56 aveva fatto un provino con la para-
mount e il produttore Hal B. Wallis, vecchia volpe hollywoodiana, si era assicurato il diritto a girare con lui tre film, dietro compenso di 100.000, 150.000 e 200.000 dollari. Ma il primo film Presley lo realizzò con la 20th Century Fox, nell,agosto di quello stesso anno. Era una storia ambientata all'epoca della Guerra di Secessione, avrebbe dovuto intitolarsi «The Reno Brothers» e non vi erano state previste delle canzoni. Elvis vi ebbe una parte secondaria e, nel corso della lavorazione il produt-
an-
ch'egli un ex-camionista, da esecuzioni piene di vigore e spontaneità, girate con taglio quasi documentaristico (aveva persi-
che tendevano ad accentuare le caratteristiche ormai mitiche della sua figura. Non erano comunque soltanto i dischi, la TV, i concerti e i film a fruttare montagne di dollari. Novello Re Mida Presley (o il Colonnello Parker?) sembrava poter tra-
sformare ogni cosa in oro. E la fantasia
del Colonnello nel campo del «merchandising» sembrava senza limiti: il nome e l'immagine di Elvis vennero usati per avallare i prodotti più svariati, dalle magliette ai bastoncini di rossetto, dalle sciarpe ai basset-hounds di pezza, in un giro d'affari stima-
to per il dollari.
1956 attorno
ai 10 milioni
di
La scandalizzata, talora velenosa, reazione dei benpensanti alle esibizioni di Pre-
sley, puntualmente echeggiata ed enfatizzqta dalla stampa, contribuì ad ingigantire
la sua popolarità. Associazioni femminili, di ex-combattenti, di genitori ed insegnan-
ti, preti cattolici e rabbini, politicanti repubblicani e democratici si scagliarono contro colui che John Lardner sul «Newswèek» aveva definito «un motore fuoribordo malato d'amore» pretendendo fosse bandito dalla televisione e i suoi dischi dalla radio. «Presley e il suo rito pagano pieno di fru-
7-
strazioni e di sfida», scrisse indignato Padre William J. Shannon sul «Catholic Sun», «sono divenuti dei simboli del nostro paese, e ci dispiace imbatterci in Ed Sullivan nei ruolo di loro promotore». E Jack Gould' critico del «New York Times», così aveva scritto nel giugno del '56: «ll Sig' Presley non ha alcuna discernibile abilità canora' La s(a specialità sono canzoni ritmiche' che interpreta con un rumoreggia-re indecifrabile; il suo fraseggio, se si può chiama-
re tale, consiste nelle stereotipate variazioni che sono caratteristiche di un princip]an-
te nella vasca da
bagno... Guardando
il
Sig. Presley risulta affatto evidente che la suà abilità è riposta in tutt'altra direzione' Egli è una versione in chiave di rock'n'roll diuno dei piu ovvi numeri del mondo dello spettacolo... La sua vera specialità .sono
oii uc"entruti movimenti del corpo che siòo da night in «Girl Happy» (1964) cow-
boy cantàrino in «Tickle Me» (1964), attore cinematografico e «genero dello sceicco» in oHarui-r Scarumri (1965), giocatore in <rFrankie and .lohnny» (1966), pilota di eli-
cottero in «Paradlse Hawaiian Style» (1969), cantante «country» e nuovamente oilota di macchine da corsa in «Spinout» «Double [rgOO), cantante di discoteca in Ìroubie, (1967), sommozzatore in «Easy
Come, Easy Go» (1967), cowboy da rodeo in «Stay Away, Joe» (1968), per la terza
volta [ltota Oi macchine da corsa in (1968), fo-
usoeeàwavr, con Nancy Sinatra tografo di hoda in «Love a Little, Leave a Litile» (1968), pistolero barbuto col sigaretto in bocca alla Clint Eastwood in «Charro» (1969), manager di uno spettacolo di varietà itinerante degli Anni Venti in «Trouble with Girls» (1969), e inf ine dottore rnnamorato di una monaca in «Change of Habit» (1969). ln tutti questi film, divenuti dal 1964 in poi dei «quickies» (sveltini) girati in neanche tre settimane e i cui incassi and'arono gradualmente calando, Presley interpretò un numero variabile di canzoni,
in genere, salvo qualche eccezione, di me-
dioire levatura. Come dischi i migliori risultati li ebbe con brani realizzati apposta' come «Good Luck Charm», «Devil in Di-
sguise», «Love Letters», «Guitar Man»' Fu-
ròno tutti «millionsellers», ma anche le vendite dei dischi erano in declino. nòra erano stati precipuamente identificati con il repertorio delle procaci bionde dello spogliarello...». E a Gould aveva fatto eco ll' c6ltega Jack O'Brian: «Elvis Presley"' non sa cantare affatto, e compensa le carenze vocali con i piÙ bizzarri ed evidente-
mente calcolati movimenti allusivi, al limite di una danza di accoppiamento primitiva». Alcuni mesi piÙ tardi, tuttavia, lo.stes-
so Gould in un altro articolo per il «Times», si sarebbe abbandonato a considerazioni psico-sociologiche di singolare luci-
dità: «li Sig. Presley ha sin dal principio turbato gli spettatori adulti, diventando istantaneamente un martire agli occhi dei
teen-agers suoi seguaci.. È assai probabile
che gli sia accaduto di inserirsi dove la socie-tà ha mancato... Certamente i ragazzi moderni hanno subito una gran dose di
censura e ricevuto forse troppo poca comprensione. Più numerosi di quanto siano mai stati», continuava alludendo al cosiddetto «baby boom» dell'immediato dopoguerra, nes-si possono aver trovato in Preéley un punto di riferimento, una figura cospiéua su piano nazionale che sembra es-
sere dalla loro Parte...». Nel gennaio 1957, quando oramai il fenomenò Presley stava diventando di portata mondiale, John S. Wilson scriveva sul «Times» di Londra con una tipicamente britannica serenità (e con una buona dose di preveggenza): «La inarrestabile natura deli'asceéà di Elvis Presley a figura di livello nazionale, e particolarmente il furore sociologico sollevato sulla scia di essa, han-
no teso a porre in ombra quello che do-
vrebbe essere il nocciolo della questione: la sua musica. Sebbene il Sig' Presley sia di frequente visto come un frenetico fenomeno senza solide fondamenta, le sue registrazioni... che gli permettono di essere àscoltato senza prendere in considerazione tali controversi elementi collaterali quali il suo aspetto e le sue attività fisiche' rivelano non solo che egli attinge efficacemente ad alcuni validi aspetti della musica folk americana, ma che egli ha in effetti un impressionante, pur se talvolta svisato' talento. Ci sono diversi lati nella personalità
del Sig. Presley. Egli è un cantante di blues òhe si è impregnato dello spirito e dello stile dei cantanti neri di «country
blues»... Ha anche assorbito quella schietta, non edulcorata parte del «country» che va da Jimmy Rodgers a Eddy Arnold' Ma non è alieno dal pàssare alla nasale pateti-
cità di alcuni interpreti di ballate «coun-
trv» o dal combinare questo stile con quellodei oiùr sofisticati cantanti sentimentali"' È orodabile che alcuni suoi manierismi vosiano stati intenzionalmente perfezio""li nati da coloro che lo hanno guidato'.. Se le manifestazioni fisiche siano state anch'esse intenzionalmente incrementate o slano meramente la risposta allo stimolo fornito
dal pubblico entusiasta, ciò è meno facilmente deter'minabile. Ma il fatto che il Sig. Presley abbia scelto di esprimersi nel modo che gli è peculia-re... suggerisce.essenzialmente che egli è
in sintonia col suo tempo con la stessa
infallibile precisione con cui Frank Sinatra negli Anni Quaranta e Benny Goodmqn negliAnni Trenta lo erano con il loro". E proÉabile che... egli finisca per inserirsi nella corrente principale dei cantanti popolari... E dal punto di vista della sua capacità a perfezionarsi, il Sig. Presley non deve essere sottovalutato... ll miglioramento nella dizione, nell'uso che fa della sua voce naturalmente possente e nello studio dell'interpretazione è molto marcato. Tutto ciò suggerisce che i suoi orizzonli sono lontani dall'essere limitati». Anche gli orizzonti del Colonnello Parker erano lòntani dall'essere Iimitati. Suo scopo era quello di rendere accetto Elvis non àolo al [ubblico dei teen-agers, ma anche a ouello deqli adulti. Una serie di mosse
concorsero à questo fine, come I'evidenziare I'amore e il rispetto (veri) che Elvis ave-
va per i suoi genitori, il fargli cantare nelI'ultimo spettacolo televisivo un pezzo di
sapore mistico, «Peace in the Valley»», poi pu'bblicato in un EP insieme ad altri brani del genere, seguito successivamente da un LF natalizio, e soprattutto, quando Presley fu chiamato a prestare il servizio militaré, il riuscire a non largli ottenere alcun trattamento preferenziale' E un contributo ai suoi sforzi gli venne persino dal terzo », che segnaElvis. «Jailhouse Rock», film di Elvis, va la consacrazione di Presley a re del rock'n'roll attraverso I'esaltazione del suo stile interpretativo non soltanto vocale' ln esso, infatti gli spontanei movimenti di Elvis vennero òontrollati, stilizzati ed inseriti in una immacolata coreografia da balletto, che oreludeva in certo qual senso a «West Side Story», i cui balletti, anzi sono persino più reàlistici, «Jailhouse Rock», inoltre, è aÀche I'unico film in cui Presley interpretò un personaggio prima negativo (finché si identifica coi cantante di rock) e poi positivo nel lieto fine, dove soffre, si ravvede e diventa un bravo tagazzo quale, sotto sotto, sin dal principio sarebbe stato se non fosse stato traviato dal mondo cattivo' ll richiamo alle armi di Elvis subì soltanto un iinvio di tre mesi per permettergli di girare il suo quarto film, «King Creole», 9 éu sua esplicita richiesta, fatta non per sé' ma oer evitare che un progetto' su cul erano dtati già spesi dalla Paramount dai 300 ai 3S0.000 dollari, andasse in fumo: «Così
questa gente non perderà tutto questo denaro e tutto ciò che ha fatto finora», egli scrisse alla commissione di leva, concludendo la sua letterina con gli auguri di Natale. ll 24 marzo 1958, comunque, presley divenne Ia matricola N.83310761 dell,Eseicito americano, e il giorno seguente i suoi oramai famosi capelli caddero sotto le for-
bici implacabili del barbiere di Fort Chaffee, Arkansas. Compiuto quindi il suo addestramento con la lla Divisione Corazzata a Fort Hood nel Texas, interrotto solo da due brevi licenze, in giugno per due sedute di registrazione a Nashville e in agosto per essere al capezzale della madre morente, il 22 settembre il soldato presley si imbarcò per raggiungere il suo reparto in Germania, tornandone col grado di .sergente il 3 marzo 1960, per eésere quindi, il 5 successivo, restituito alla vita civile. ln tutto questo periodo presley praticamente non cantò una nota. Ma per lui cantarono i suoi dischi. Dal marzo 1957 al marzo 195g la RCA aveya pubblicato quattro singoli soltanto («All
Shook Up», «Teddy Bearr, «Jeailhouse Roc.k» e «Don't»), ma tutti erano andati primi in classifica. Uscirono anche sei Ep e tre LP, di ..cui quello intitolato «Loving You» e quello natalizio ottennero un primò posto nelle «Hit Parades» e la prima «compilation» di «golden records» un terzo. Durante l'assenza di «King» Elvis i suoi suddi-
I
ti furono aiutati a non dimenticarlo da una
serie di cinque 45 giri (venne in quel periodo abbandonata la versione a 78) sette Ep (tra cui uno contenente brani deile interviste_fattegli in occasione della partenza per la Germania) e quattro LP, per i quali venne utilizzato tutto l'utilizzabile. I successi non mancarono. «Hard Headed Woman» e «A Fool Such As l» ottennero un secondo posto, «One Night» e «l Got Stungr, pubblicati sulle due facciate di uno stesso disco, un quarto e un ottavo, e «A Big Hunk of Love» addirittura un primo. Nel 1g60 pre-
sley si riaffacciò prepotentemente alla ribalta di un mondo della musica leggera che in due anni era alquanto cambiato. Con il rock'n'roll e i suoi protagonisti praticamente usciti di scena (Chuck Berry in
prigione, Little Richard dedicatosi alla religione, Jerry Lee Lewis con la carriera rovinata per aver sposato la cuginetta tredicenne, Buddy Holly e Eddie Cochran morti tragicamente), era il momento dei giovanissimi cantanti dall'aspetto per bené che
interpretavano canzoncine per bene, e l'ora dei Beatles e dei Rolling Stones, di Bob Dylan e dei gruppi psichedelici era ancora da venire. Forte di una personalità artistica ulteriormente maturata, di un repertorio scelto ac_ curatamente per piacere al pubblico più vasto possibile e delle eccellenti nuove tecniche di registrazione messe a punto
dallo studio della RCA a Nashville, presley si confermò famoso e fortunato fin dal pri_
mo nuovo 45 giri che, presentato nello
show televisivo di Fqank Sinatra, andò subito in classifica con ambedue t'e tacciàte («Stuck on You» al primo posto e «Fame and Fortune» al diciassettesimo). E per due o tre anni fama e fortuna non lo ab_
bandonarono. «Elvis is Back», Lp che celebrava il suo ritorno, andò secondo in classifica e vendette oltre un milione di copie, e primo in classifica il 45 di «lt,s Now or
Never», versione a tempo di beguine di «'O sole mio», con quasi nove milioni di copie. E di nuovo primo fu «G.1. Blues», Lp dal film omonimo, che incassò oltre 4 milioni di dollari in U.S.A. e Canada, primo il 45 di «Are You Lonesome Tonight?», lacri-
mosa «talk ballad» degli Anni Venti, primo
il 45 di r«Surrender», versione a tempo di rumba di «Torna a Surriento», primo'«Something for Everybody», Lp dal titolo assa.i rappresentativo (Qualcosa per tutti), primo «Blue Hawaii», Lp dal film omonjmo, bestseller assoluto tra i suoi Lp. Durante la realizzazione di quest'ultimo film Presley diede a Honolulu un concerto il cui incasso era destinato all'erezione di un mausoleo sul luogo dove era affondata la nave da battaglia «Arizona» durante l,attacco dei giapponesi a Pearl Harbor. Da allora, per sette anni, il pubblico lo vide cantare solo nei film. Prima di «Blue Hawaii» ne aveva girati due di qualche prete-
sa con la 20th Century Fox,
«Flaming
Star», in cui recitava con maestria il ruolò dì mezzo-sangue indiano e cantava pochissimo, e «Wild in the Country», con sceneg-
giatura del commediografo Clifford Odeté,
ma
i
risultati economici non erano stati
confortanti, e il Colonnello parker e i pro_ duttori di Hollywood avevano deciso che da allora in poi la formula giusta a cui atte_ nersi sarebbe stata «canzoni e belle ragaz_ ze». E così fu. Per giustificare le une é le altre diedero ad Elvis tutti i ruoli che la
fantasia suggerì loro: guida turistica in «Blue Hawaii» (1961), sceriffo in «Follow That Dream» (1961), pugile in «Kid Galahad» (1962), comandante di un battello da pesca in «Girls! Girls! Girlsl» (1962), pilota di un pignoratissimo aereo in «lt Hàppe_ ned to the World Fair» (1963), trapezisia in
«Fun in Acapulco» (1963), montanaro e sottotenente dell'Aviazione in «Kissin,Cou_ sins»., do-v-e interpretava due diversi perso_ naggi (1964), pilota di macchine da corsa
e cameriere d'albergo in «Viva Las Veun parco dei divertimenti ambulante in
gas», con Ann Margret (1964), tuttofare in
I
«Rustabout» (1964), leader di un complesQuando c'era già chi lo dava per spaccia_ to, ecco il Colonnello organizzare per Elvis il «comeback», il grande ritorno. Annuncia_ to fin dal gennaio 1968, il 3 dicembre di quell'anno andò in onda un suo «special» televisivo intorno al quale aleggiava la ma_ grca cttra di un milione di dollari e con il quale la NBC spazzò dal video per un'ora tutte le concorrenti. presley vi apparve ve_ stito di.pelte nera, non più il ragàlzo un po' goffo degli Anni Cinquanta, non piu il divo levigato di Hollywood, ma un uomo che faticando, sudando, soffrendo, mettendoci tutta I'anima, cantava, tra la commozione
del pubblico americano che con esse era cresciuto, le sue più note canzoni del
pas_
sato e concludeva con un messaooio di pac"g e di speranza, «lf I Can Oreàiir. il «t\ew. york_ I imes», una volta così critico net -suot confronti, lo definì «carismatico» e affermo che aveva contribuito -" òòitr_
re il,mondo del pop dall'illusionà
,iJ;;ì_
ra». La cotonna sonora dello show e il sin_ golo di «tf I Can Dream, to ripòrtaionJ'in testa.alle classifiche, così come tècerò ie regrstrazioni realizzate di nuovo a Mem_ phis.tra i1 gennaio e ir teooiàio oàt'ìòéij,
per la prima volta dopo quattordici oale quatt turono tratti i singoli di «lnanni. the 9l:To,, «Suspicious VinàJ,i e ,«";ù;ti; HA tn ».
Cominciò così quello che sarebbe stato t'utttmo periodo della sua vita e della sua carriera, caratterizzato da una serie àuasi ininterrotta di concerti, cne àoÉe i"Èi" ìi 31. lug.lio di quell'anno alt'lnternatioill É"_ tel di Las Vegas, proprio quetta Las Veqa-s cne, tanto tempo prima, lo aveva snob-ba_ to, ma che ora invece lo accolse triont"f-
I
mente. ll suo pubblico copriva oramai.qua_ si tre generazioni, e per esso erestey'fèòè nsorgere il suo mito, offrendogli uno spet_
tacolo che era una sapientJ miscetd
Oi
passato, presente e futuro, di calcolata iro_ nia e di coreografica fantasia. l-u proprio alla vigilia di un'ennesima tournee, il 16 agosto 1977, che Elvis fu trovato morto nel bagno a Graceland, la sontuosa villa nei sobborghi di Memphis cf,e avàvà
acquistato nel
'S7.
Molto è stato scritto con accenti spesso scandalistici sulla vita privata Oi prbslev. Essa in realtà, tranne òhe per if perioO'o della sua for.m.azione, ebbe.ioca riievanià sulla sua attività artistica. E se mai vero il contrario, e cioè che il cantante condizio_ nò I'uomo. Uno storico Oella musica oòoo-
lare americana, Henry pleasant, ae'r6À dr questo avviso: «Viene la tentazione di
suggerire che Elvis abbia pagato pesante_
mente in termini di esistenla personale per la fama e la fortuna ed un posto sicuiò
nella storia della musica. L'adulazione dei suoi fans lo ha costretto a rinchiudersi dietro le mura di Graceland o.'. nelle suites degli alberghi di Hollywood o Las Vegas, ma non sembra che si sia mai lamentato. Nonostante l'amabilità sociale del ragazzo e dell'uomo... egli è stato probabilmente per tutto il tempo, internamente, un solitario. trtetla musica specialmente, egli sape'
va ciò che voleva, o lo riconosceva quando ci si imbatteva. Mentre si è rimesso al Colonnello Parker per i problemi promozionali, ha sempre avuto il controllo della musica che faceva. Un'osservazione del suo
amico Johnny Rivers mi è rimasta nella memorial «Egli ha creato un suo mondo. Doveva farlo. Non c'era dltrq. da fare per lui»'
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