Filosofia dei documenti

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TEORIA DEI DOCUMENTI A cura di Francesco Marinuzzi – www.marinuzzi.it Esempio di derivazione e fondazione “dialettica” del formato. Nota: richiede conoscenze del metodo dialettico.

Introduzione Attualmente viviamo nell’era dell’informazione; tutti i giorni siamo “sommersi” da quantità informative sempre maggiori sia nella sfera privata sia nella sfera lavorativa. In quest’ultima i documenti stanno diventando sempre più documenti “elettronici” che vengono composti a partire da altri documenti con strumenti avanzati di composizione comprensivi di correttori grammaticali sintattici e traduttori multilingua e inviati in rete elettronica ai vari interessati o pubblicati sul web a disposizione degli utenti del sito. Tutto ciò ha abbassato la soglia minima per la composizione e pubblicazione di documenti con l’effetto di trovare sempre più documenti dalle forme grafiche ed esterne “professionali” grazie ai tools utilizzati ma carenti dal punto di vista dei contenuti e della strutturazione interna. Si ritiene importante fare uno sforzo di astrazione per dedurre i tipi e le strutture principali dei documenti al fine di semplicare la stesura e valutazione dei medesimi. OBIETTIVI Il presente documento ha i seguenti obiettivi: 1. – derivare in modo dialettico i vari formati esistenti; 2. – definirne la loro struttura ottimale; 3. – dimostrare operativamente la ricchezza del metodo utilizzato.


LA DIALETTICA IN SE’ DEL DOCUMENTO IN QUANTO SCRITTO L’approccio che si vuole seguire è tale che deve poter “dedurre” sia i tipi sia le strutture dei documenti dal concetto stesso di possibile documento. Il punto di base è che il documento è uno scritto. La dialettica in se’ del documento in quanto scritto LA NASCITA DELLO SCRITTO

1. - Il documento in quanto documento scritto in prima istanza si oppone al “parlato”. 1.a In vero il parlare è solo una parte del messaggio della comunicazione interumana e trova la sua identità nel resto del messaggio non verbale. 1.b In vero lo scritto contiene tutto il messaggio della comunicazione e trova la sua identità nella storia degli scritti pregressi. 2.a Il parlato, in vero, si diffonde tramite lo scritto. 2.b Lo scritto, in vero, è figlio del parlato. 3.a Il parlato cosciente del suo esser scritto, è il discorso o in forma negante il suono musicale. 3.b Lo scritto, cosciente del suo esser parlato, è la relazione o in forma negante l’ipostasi. LO SCRITTO MATURO

1. Lo scritto, in questa istanza si oppone al “fare”. 1.a In vero il fare è ciò che è stato e ciò che potrà essere. 1.b In vero lo scritto contiene tutta l’azione che è stata o futura. 2.a L’azione, in vero, si svolge tramite lo scritto del Piano. 2.b Lo scritto, in vero, si sostanzia con le azioni ed è esso stesso risultato dell’azione. 3.a L’azione, cosciente del suo essere scritto e/o pre-scritto. è il Compito/Lavoro o in forma negante il Di-vertimento. 3.b Lo scritto, cosciente dell’azione, è la Cronaca o in forma negante il Romanzo. LA MORTE DELLO SCRITTO

1. - Lo scritto, in questa istanza, si oppone all’esser dato. 1.a In vero l’essere è ciò che è dato e ciò che può esser dato. 1.b In vero lo scritto è descrizione e/o negazione dell’essere. 2.a L’essere in vero, si da nella descrizione dello scritto e/o dell’Immagine o nella negazione della Norma. 2.b Lo scritto, in vero, si sostanzia con il suo essere e con il suo porsi all’essere esterno. 3.a L’essere, cosciente del suo essere de-scritto è il Fenomeno o in forma negante il Miracolo. 3.b Lo scritto, cosciente dell’essere, è la Legge Fisica o in forma negante la Norma


LA DIALETTICA DEL DOCUMENTO DI “LAVORO” Come dedotto nella sezione precedente il Compito/Lavoro è l’azione cosciente del suo esser scritto e/o pre-scritto (p 3.a) e lo scritto, cosciente dell’azione, è la Cronaca (p 3.b) A sua volta l’azione si svolge tramite lo scritto del Piano (p 2.a). e lo scritto si sostanzia con le azioni ed è esso stesso risultato dell’azione (p 2.b). Ne segue che lo scritto e dunque il documento contiene tutta l’azione che è stata o che sarà. Da ciò si deducono due tipologie fondamentali di documenti: il Report per l’Azione Futura; la Cronaca dell’Azione Passata. Il Report vive nella dimensione del CHE/COME o FINE/MEZZO; la Cronaca vive nella dimensione del QUANDO/DOVE. Il buon report produce come risultato il PIANO che specifica il QUANDO/DOVE mentre la buona Cronaca produce come risultato l’INFORMAZIONE che specifica il CHE/COME.

IL REPORT PER L’AZIONE FUTURA

Questo documento aziendale. La sua struttura è la seguente: SU CHE: Delimitazione del campo del documento. - PREMESSA CHE/COME in sintesi qualitativa - INTRODUZIONE CHE per ogni COME per ogni CHE (breve di specifica) - OBIETTIVI COME per ogni CHE per ogni COME (di altri e di se’, esteso di dimostrazione) – MODALITA’ CHE/COME in sintesi Quantitativa - PIANO CHE - BENEFICI COME - COSTI CHE/COME – COSTI/BENEFICI - Misura Graficamente:

CHE

COME

$(ds,dt), Sp., Te. ACQUISTO

DeltaSp, DeltaTe. $$,$$ - LAVORO


LA CRONACA PER L’AZIONE PASSATA

Questo documento è il tipico documento giornalistico. La sua struttura è la seguente: SU CHE: Delimitazione del campo del documento – PREMESSA DOVE/QUANDO in sintesi quantitativa – NOTIZIA DI TITOLO DOVE per ogni TEMPO per ogni LUOGO (breve di specifica) – SOTTO TITOLO QUANDO per ogni LUOGO per ogni TEMPO (esteso di dimostrazione) CRONACA DOVE/QUANDO in sintesi Qualitativa (gli insegnamenti, le tendenze) CONCLUSIONI Graficamente:

SPAZIO

TEMPO

Fine, Mezzo Nesso di Causalità

$, Fine, Mezzo

NOTA SUL METODO: il metodo dialettico è stato applicato ad un “primo livello” per l’economicità dell’esempio. Invero può essere applicato “ricorsivamente” per un maggior dettaglio in una modalità simile al calcolo dei “frattali” in ogni sua parte. Ad esempio se si vuole definire maggiormente le componenti “ottimali” di una CRONACA potremmo dire quanto segue: La CRONACA è un Quando per ogni luogo per ogni tempo e pertanto il suo Quando è determinato da una parte nel tempo trascorso dal momento della lettura fondando il valore dell’attualità, dall’altra è nel tempo in sé della sua data che ha un suo senso in se e un valore rispetto al luogo. Questo, infatti, trova da una parte la sua identità nel momento o data dell’evento ( ad esempio per la strada di un incidente un conto sono le 3 di notte e un conto sono le 8 di mattina) dall’altra ha un suo senso in se nella sua forma e rispetto al tempo della stessa (ad esempio era una strada fatta da poco). Infine, l’alternarsi degli eventi nello spazio e nel tempo del contesto danno la sequenza della “storia” o “cronaca” e lo spazio dei possibili sensi o significati. Da una parte la successione nel tempo riflette una potenziale causa efficiente dall’altra un possibile risultato mancato denuncia una potenziale causa finale. Lo sviluppo di quest’ultima antinomia ci porta dalla “CRONACA” all’EDITORIALE o all’Articolo di OPINIONE nel quale il soggetto autore è esplicito nel suo contributo e nel suo punto di vista.


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