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CARI LETTORI, la cosa più bella e strana dello scrivere una serie è che dialoghi e dettagli, scritti in uno spirito di sperimentazione, diventano invariabili una volta che il libro viene stampato. Qualche volta devo rivisitare i miei libri per imparare di nuovo le regole che ho inventato. Cinque anni fa, tre libri della serie di Fallen, ho ambientato una scena sul fiume Giordano nel 1000 a.C. circa, con il mio personaggio preferito, Cam. È stata una scena di una separazione, piena di ardore velenoso – un frammento di una storia d’amore, una lente attraverso cui guardare la storia di Luce e Daniel, il cui amore così consumato nel suo contesto che ha lasciato spazio per poco altro. Allora non conoscevo Lilith. Non capivo perché Cam la amasse. Certamente non sapevo che per queste quattro pagine di Passion – tirate giù a uno scaffale del mio ufficio per rispondere a una domanda di una fan la scorsa estate – avrebbero ispirato un nuovo romanzo di Fallen. Questa è una storia rock and roll, una storia di una seconda possibilità, una storia dal punto di vista del cattivo (il cattivo è sempre l’eroe di un’altra storia) – e, soprattutto, una testimonianza del potente esperimento dell’amore. Molti di voi mi hanno chiesto: Che cosa è successo a Cam? Una parte di me deve sempre aver saputo che sarei tornata sul personaggio più enigmatico. Penso che anche voi lo sapeste. Questa è una storia per voi.
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CARI FAN, In occasione dell’uscita del nuovo romanzo della saga di Fallen ho pensato di prepararvi un regalino, così ho iniziato a tradurre l’anteprima gratuita che si può leggere sul sito della casa editrice che pubblicherà il libro in lingua originale. Ecco quindi il prologo tradotto da me, il primo capitolo è in corso di traduzione. Ci tengo a precisare che questa è una traduzione amatoriale, senza alcuno scopo di lucro nè di infrangere il copyright. In oltre non sono una traduttrice professionista, ho comunque fatto del mio meglio per trasmettere ciò che Lauren ha scritto in lingua originale così come le ha trasmesse a me nella lettura. Nonostante questa sia una traduzione fatta a solo scopo di divertimento e per dare ai fan italiani un piccolo assaggino di questo romanzo, vi chiedo di non copiare, riutilizzare o spacciare per vostro il mio lavoro. Colgo l’occasione per invitaervi a seguire la mia fan page sulla saga di Fallen su Facebook: Fallen Saga by Lauren Kate (https://www.facebook.com/Fallen-Saga-byLauren-Kate-223574677698531/) e su Twitter potete trovarmi come @Fallen_Italia.
La vostra admin di fiducia
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PROLOGO NON CI DIVIDERA’ MAI LILITH
Gli stivali di Cam atterrarono sul cornicione della vecchia chiesa sotto un cielo freddo e
stellato. Chiuse le sue ali e contemplò il paesaggio. Tillanzia, bianca nella luce della luna, appesa come ghiaccioli di alberi prebellici. Edifici color cenere incorniciati da un campo di erbacce e un paio di tribune scheggiate. Il vento frusciava dal mare. Vacanze invernali alla Sword & Cross Reform School. Non un’anima nel campus. Che cosa ci faceva lui lì? Era passato un minuto dalla mezzanotte, e lui era appena volato lì da Troia. Aveva fatto il viaggio in uno stato di stordimento, una forza sconosciuta aveva guidato le sue ali. Si era ritrovato a canticchiare una melodia che non si era permesso di ricordare da diverse migliaia di anni. Forse era tornato indietro perché questo era il luogo in cui gli angeli caduti avevano incontrato Luce nella sua ultima, maledetta vita. Era la sua trecentoventiquattresima incarnazione – e trecentoventiquattro volte gli angeli caduti si erano radunati per vedere come la maledizione sarebbe andata a finire. La maledizione adesso era spezzata. Luce e Daniel erano liberi. E dannazione se Cam non era geloso. Il suo sguardo sfrecciò attraverso il cimitero. Non avrebbe mai immaginato di sentirsi nostalgico per questa discarica, ma c’era stato qualcosa di elettrizzante in quei primi giorni alla Sword & Cross. La traccia di Lucinda era stata più luminosa, tenendo gli angeli a fare supposizioni quando una volta credevano di sapere che cosa aspettarsi. Per sei millenni, ogni volta che lei compiva diciassette anni, loro avevano inscenato una variazione della stessa performance: i demoni – Cam, Roland e Molly – provavano di tutto per indirizzare l’alleanza di Luce con Lucifero, mentre gli angeli – Arriane e Gabbe e qualche volta Annabelle – lavoravano per far rientrare Luce nelle schiere del Paradiso. Nessuna parte si era avvicinata a convincerla. Per ogni volta che Luce incontrava Daniel – e lei incontrava sempre Daniel – niente importava tanto quanto il loro amore. Di volta in volta, loro si innamoravano, e di volta in volta, Luce moriva in un fulgore di fiamme. Poi, una notte alla Sword & Cross, tutto era cambiato. Daniel aveva baciato Lucinda, e lei era sopravvissuta. Tutti lo erano venuti a sapere. A Luce era finalmente concesso di scegliere. Poche settimane dopo erano tutti volati sul luogo della loro originaria caduta, a Troia, dove Lucinda aveva scelto il suo destino. Lei e Daniel si erano di nuovo rifiutati di schierarsi con il Paradiso 7
o con l’Inferno. Invece, si erano scelti l’un l’altra. Avevano rinunciato alla loro immortalità per passare una vita mortale insieme. Luce e Daniel se n’erano andati adesso, ma erano ancora nei pensieri di Cam. Il loro trionfante amore gli faceva bramare qualcosa a cui non osava dar voce. Stava canticchiando di nuovo. Quella canzone. Persino dopo tutto questo tempo, lui se la ricordava… Chiuse gli occhi e vide la sua cantante: la parte posteriore dei suoi capelli rossi legati in una treccia allentata, le sue lunghe dita che accarezzavano le corde di una lira mentre era appoggiata a un albero. Non si era concesso di pensare a lei in migliaia di anni. Perché adesso? «Questa non può essere rotta,» disse una voce familiare. «Me ne lanci un’altra?» Cam si girò di scatto. Non c’era nessuno. Notò un movimento tremolante attraverso il vetro colorato frantumato della finestra sul tetto. Si sporse in avanti e sbirciò giù attraverso di esso, dentro la cappella che Miss Sophia Bliss aveva usato come suo ufficio quando era la bibliotecaria della Sword & Cross. Dentro la cappella, le ali iridescenti di Arriane si flessero appena lei scosse una bomboletta di colore spray e si sollevò dal suolo, puntandola sul muro. Il suo murales aveva l’aspetto di una ragazza in una foresta blu iridescente. La ragazza indossava un vestito nero a balze e guardava verso un ragazzo biondo che teneva in mano una peonia bianca. Luce e Daniel 4ever scrisse Arriane in lettere gotiche argentate sotto la campana della gonna. Dietro Arriane, un demone con la pelle scura e i dread stava accendendo un’alta candela che esibiva la Santa Muerte, la dea della morte. Roland stava facendo un altarino nel luogo in cui Sophia aveva assassinato l’amica di Luce, Penn. Gli angeli caduti non potevano entrare nei santuari di Dio. Non appena ne avessero oltrepassato la soglia, l’intero edificio sarebbe andato in fiamme, incenerendo ogni mortale al suo interno. Ma questa cappella era stata sconsacrata quando Miss Sophia vi si era trasferita. Cam dispiegò le sue ali e si lasciò cadere attraverso la finestra rotta, atterrando dietro Arriane. «Cam.» Roland abbracciò il suo amico. «Vacci piano,» disse Cam, ma non lo allontanò. Roland inclinò la testa. «Una bella coincidenza, trovarti qui.» «Davvero?» domandò Cam. «Non se ti piace la carnitas,» disse Arriane, lanciando a Cam un piccolo pacchetto. «Ricordi il carro del taco a Lovington? Lo desideravo da quando siamo fuggiti da questa palude.» Aprì il suo pacchetto e divorò il suo taco in due morsi. «Una delizia.» «Cosa ci fai qui?» chiese Roland a Cam. Cam si appoggiò sulla fredda colonna di marmo e scrollò le spalle. «Ho lasciato la mia Les Paul nel dormitorio.» «Tutta questa strada per una chitarra?» Roland annuì. «Suppongo che tutti noi dobbiamo trovare nuovi modi per riempire i nostri interminabili giorni, adesso che Luce e Daniel se ne sono andati.» Cam aveva sempre odiato la forza che spingeva gli angeli caduti verso gli amanti maledetti ogni diciassette anni. Aveva lasciato battaglie e incoronazioni. Aveva lasciato le braccia di ragazze deliziose. Una volta se n’era andato dal set di un film. Aveva abbandonato tutto per Luce e 8
Daniel. Ma adesso che l’irresistibile spinta era svanita, gli mancava. La sua eternità era spalancata. Che cosa ne avrebbe fatto? «Quello che è successo a Troia ti ha dato, non so…» la voce di Roland si affievolì. «Speranza?» Arriane afferrò il taco intatto di Cam e lo mandò giù. «Se, dopo tutte queste migliaia di anni, Luce e Daniel possono stare davanti al Trono e prendersi un lieto fine, perché non può farlo chiunque? Perché non noi?» Cam lanciò lo sguardo attraverso la finestra in frantumi. «Forse non sono quel tipo di ragazzo.» «Tutti noi trasportiamo dei pezzi dei nostri viaggi con noi,» disse Roland. «Tutti impariamo dai nostri sbagli. Chi dice che non meritiamo la felicità?» «Ascoltaci.» Arriane si toccò le cicatrici sul collo. «Che ne sappiamo noi tre uccelli stanchi dell’amore?» Spostò lo sguardo da Cam a Roland. «Giusto?» «L’amore non è proprietà esclusiva di Luce e Daniel,» disse Roland. «Ne abbiamo tutti avuto un assaggio. Forse lo riavremo.» L’ottimismo di Roland colpì un tasto dolente di Cam. «Non io,» disse. Arriane sospirò, arcuando la schiena per spiegare le sue ali e si sollevò alcuni centimetri da terra. Il suono fluttuante dello sbattere delle ali riempì la chiesa vuota. Con abili fendenti della sua vernice bianca, aggiunse un sottile accenno di ali al di sopra delle spalle di Lucinda. Prima della Caduta, le ali degli angeli erano fatte di luce empirica, tutte perfette, un paio indistinguibile dagli altri. Da quel tempo, le loro ali erano diventate espressive delle loro personalità, dei loro errori e impulsi. Gli angeli caduti che avevano dato la loro lealtà a Lucifero portavano ali dorate. Quelli che erano tornati dalla parte del Paradiso portavano l’accenno dell’argento del Trono in tutte le loro fibre. Le ali di Lucinda erano speciali. Erano di un puro, sbalorditivo bianco. Incontaminate. Innocenti delle scelte che il resto di loro aveva compiuto. L’unico altro angelo caduto che aveva preservato le sue ali bianche era Daniel. Arriane accartocciò l’incarto del secondo taco. «A volte mi chiedo…» «Cosa?» chiese Roland. «Se voi ragazzi poteste tornare indietro e non fallire in modo così epico nel settore amore, lo fareste?» «Che senso ha chiederselo?» chiese Cam. «Rosaline è morta.» Scorse Roland trasalire al nome della sua amata perduta. «Tess non ti perdonerà mai,» aggiunse, guardando Arriane. «E Lilith–» Ecco. Aveva detto il suo nome. Liltith era l’unica ragazza che Cam avesse mai amato. Le aveva chiesto di sposarlo. Non aveva funzionato. Sentì di nuovo la canzone, palpitare nella sua anima, accecandolo con il rimpianto. «Stai canticchiando?» Arriane socchiuse gli occhi guardando Cam. «Da quando canticchi?» «Lilith che cosa?» disse Roland. Anche Lilith era morta. Tuttavia Cam non aveva mai saputo come lei avesse vissuto i suoi giorni sulla Terra dopo la loro separazione, sapeva che aveva lasciato questo mondo e che era ascesa in Paradiso molto tempo fa. Se Cam fosse stato un tipo diverso di ragazzo, gli avrebbe portato pace immaginarla avvolta da gioia e luce. Ma il Paradiso era così dolorosamente distante, trovava meglio non pensare a lei affatto. Roland sembrò leggergli nella mente. «Puoi farlo a modo tuo.» 9
«Io faccio sempre a modo mio,» disse Cam. Le sue ali pulsarono silenziosamente dietro di lui. «È uno dei tuoi tratti migliori,» disse Roland, guardando le stelle attraverso il soffitto distrutto, poi di nuovo Cam. «Cosa?» domandò Cam. Roland rise sommessamente. «Io non ho detto niente.» «Permettimi,» disse Arriane. «Cam, questo è assolutamente il momento in cui tutti si aspettano che tu faccia una delle tue drammatiche uscite in quelle nuvole portatili.» Indicò a un filo di nebbia che pendeva dalla Cintura di Orione. «Cam.» Roland fissò Cam, allarmato. «Le tue ali.» Vicino all’estremità dell’ala destra di Cam c’era un singolo, fine filamento bianco. Arriane lo fissò a bocca aperta. «Che cosa significa?» C’era un solo puntino in mezzo all’oro, ma costrinse Cam a ricordare il momento in cui le sue ali erano diventate da bianche a dorate. Aveva accettato il suo destino da lungo tempo, ma adesso, per la prima volta in millenni, si immaginava qualcos’altro. Grazie a Luce e Daniel, Cam aveva un nuovo inizio. E un solo rimpianto. «Devo andare.» Estese per intero le sue ali, e una brillante luce dorata inondò la cappella non appena Roland e Arriane si fecero da parte. La candela rovesciata e a pezzi, la sua fiamma che si affievoliva sul freddo pavimento di pietra. Cam si lanciò nel cielo, trafiggendo la notte, e dirigendosi verso le tenebre che lo stavano aspettando sin dal momento in cui era volato via dall’amore di Lilith.
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