Restauro del monumento a pellegrino rossi

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Restauro del Monumento a Pellegrino Rossi in Piazza Gramsci a Carrara


Il monumento marmoreo a Pellegrino Rossi (1787-1848), insigne giurista carrarino, è collocato in Piazza Gramsci (già Piazza d’Armi) a Carrara ed è opera eseguita su modello dello scultore Pietro Tenerani. La sua inaugurazione avvenne il 3 settembre 1876.

Il monumento è costituito da un piedistallo quadrangolare con due bassorilievi raffiguranti l’uno lo statista mentre tiene una lezione alla Sorbona di Parigi e l’altro in atto di consegnare alla confederazione svizzera il patto che porta il suo nome. Sul piedistallo poggia la scultura del Rossi seduto in atto di scrivere. Nel 1978, il giorno precedente l’arrivo del Ministro Giulio Andreotti venuto a presentare il suo libro proprio su Pellegrino Rossi, un attentato dinamitardo ridusse la scultura in molti pezzi.


Successivamente numerosi atti vandalici hanno deturpato la scultura e il basamento; ultimo quello risalente all’anno 2006 quando vennero prese a martellate le figure e le teste dei bassorilievi laterali e il fiocco della camicia di Pellegrino. Molti di questi elementi furono ritrovati da cittadini e consegnati in custodia al locale Comando dei Carabinieri, dagli stessi conservati per la dovuta ricollocazione.


Stato dei Luoghi Il piedistallo si presentava con diffusa contaminazione di scritte di varia natura, spray, pennarelli, grafite, acrilici, ecc. oltre a patine di biodeteriogeni, concrezioni e depositi coerenti; i bassorilievi presentavano anche lacune e rotture dovute a successivi atti vandalici di cui sopra riportato.

Numerose anche le patine rosse da cianobatteri localizzate soprattutto negli angoli alti e bassi del piedistallo.


La figura è ricoperta da uno spesso strato di biodeteriogeni, alghe e licheni e da particolato atmosferico di deposito successivo. Sono visibili numerose e diffuse fessurazioni superficiali del lapideo stesso e delle stuccature che si sono susseguite nei vari precedenti interventi di restauro, con anche sovrapposizioni di materiali chimicamente e fisicamente incompatibili. Molte le superfici con craquelure soprattutto nel panneggio del mantello e numerose le stuccature fuorisquadra e sopraquota.


Particolari patine biologiche e stuccature


Particolare degrado bassorilievi laterali del basamento


Prima dell’inizio delle lavorazioni è stata eseguita indagine diagnostica, che riportiamo in allegato, consistente in prelievi e analisi di laboratorio. Sui prelievi sono state eseguite analisi petrografiche al microscopio polarizzatore per determinare la composizione mineralogica delle stuccature e delle patine. Su un prelievo è stata eseguita anche analisi chimica per la determinazione dei sali solubili. Dalle osservazioni in situ e dalle analisi di laboratorio, il monumento è caratterizzato da una superficie lapidea corrosa e tendente alla polverizzazione superficiale. Le patine che ricoprono diffusamente le superfici lapidee sono di natura biologica e costituite soprattutto da depositi di alghe e cianobatteri e subordinatamente da licheni; gli organismi biologici risultano penetrati all’interno della superficie del marmo e delle stuccature, favorendone i fenomeni di corrosione e polverizzazione.


L’intervento La prima fase dell’intervento ha comportato il trattamento biocida eseguito in tre mani successive a distanza di 15 giorni l’una dall’altra utilizzando benzalconio cloruro al 3% dato a spruzzo. Successivamente, nelle aree con presenza di licheni, è stata utilizzata miscela di Algophase® in opportuno solvente irrorata a spruzzo.

Particolare dell’azione del trattamento biocida che ha provocato il viraggio di colore dei biodeteriogeni necrotizzati


Particolari delle colonie licheniche nel panneggio e nella nuca della scultura


Successivamente sono state approntate le prove di rimozione graffiti e scritte con diversi solventi applicati con polpa di cellulosa.

Particolari prove rimozione scritte


Particolare impacchi di polpa di cellulosa e solvente


Particolare risultati impacchi assorbenti


Una volta abbinati gli opportuni solventi alle scritte, si è provveduto alla loro rimozione completa e selettiva mediante batuffoli di cotone e solvente.


Per rimuovere gli spray pi첫 tenaci si sono resi necessari pi첫 impacchi successivi


In data 21-07-2011 sono stati recuperati presso il Comando dei Carabinieri di Carrara i frammenti delle figure colpite dall’atto vandalico del 2006.


Dopo la rimozione dei graffiti e delle vernici spray, è stata eseguita la finitura del basamento e dei gradini con metodo Jos utilizzando acqua, carbonato di calcio 0-120 ¾m e P=0,5 bar


Identificazione delle lacune colmabili dai frammenti recuperati e riadesione degli elementi stessi mediante microimperniature in fibra di vetro e resina epossidica fillerizzata



A pulitura ultimata sono emerse numerose altre patologie precedentemente nascoste dai depositi algali e dal particolato atmosferico: stuccature fuori quota, stuccature sovrapposte a diversi livelli eseguite anche con materiali tra loro incompatibili, stuccature lesionate al di sotto delle quali erano presenti ancora depositi algali infiltratisi dalle lesioni, nella maggior parte dei casi localizzate nelle pieghe del panneggio e nei sottosquadri. Sono venuti alla luce anche vecchi perni in ferro (ormai ossidati) che erano stati utilizzati per il riassemblaggio degli elementi della scultura dopo l’attentato dinamitardo del 1978.

Finiture cementizie o a gesso in fase di distacco con al di sotto precedenti stuccature


Si notino i diversi livelli di stuccatura e i diversi materiali costituenti i giunti


Per dare uniformitĂ alla superficie lapidea, si è allora resa necessaria la rimozione meccanica delle stuccature in fase di distacco e l’abbassamento con microfrese e microscalpelli delle stuccature sopra quota e lesionate fino a raggiungere un supporto litoide e compatto per creare la base per nuove sigillature


Affioramento di vecchi elementi in ferro, passivati poi in fase di intervento


Particolare delle stuccature rimosse su una parte del panneggio


Particolari rimozione stuccature e substrato con elementi in ferro ossidati


Successivamente, dopo pulitura del supporto, si è provveduto alla nuova stuccatura e ricostruzione in piÚ fasi dei livelli e degli ornati.


Fasi intermedie delle ricostruzioni


Finitura delle stuccature, delle ricostruzioni e loro adeguamento cromatico


L’operazione finale ha comportato l’applicazione di protettivo alchilalcossisilano e di antialga per rallentare la formazione di nuova microflora


Il monumento restaurato


Particolari



9 settembre 2011 il giorno dell’inaugurazione


ANALISI DI LABORATORIO MATERIALI LAPIDEI E PITTORICI DR. MARCELLO SPAMPINATO

Monumento in marmo a Pellegrino Rossi - Carrara Osservazioni in sito e analisi petrografiche e chimiche su campioni di stuccature e patine Committente: Baldini srl

Dr. Marcello Spampinato

Via delle Gavine 215/M S.Macario in Piano 55056 Lucca Tel/Fax: 0583-495539 e-mail: marcellospampinato1@virgilio.it

Lucca 28/07/11


Premessa Dopo osservazione delle superfici lapidee si è ritenuto opportuno effettuare il prelievo di due campioni da sottoporre ad analisi di laboratorio. Sui prelievi sono state effettuate analisi petrografiche al microscopio ottico polarizzatore, sulle sezioni stratigrafiche sottili e opache, per determinare la composizione mineralogica degli intonaci e delle patine. Su di un prelievo è stata effettuata analisi chimica per la determinazione dei sali solubili


Prelievo n°1

Stuccatura nel panneggio

All’analisi petrografia (vedi descrizione a pagina seguente), la stuccatura risulta costituita da un impasto di calce e cemento bianco e inerte di polvere di marmo. La patina brunastra osservabile sulla superficie della malta è attribuibile a depositi biologici di alghe e cianobatteri, penetrati all’interno della porzione superficiale dell’impasto (organismi endolitici) e quindi causa del suo aspetto corroso. Nella zona inferiore della stuccatura, a contatto con la superficie lapidea, è presente un deposito polverulento costituito sia da depositi di natura biologica (alghe e cianobatteri), sia da materiale inorganico (particellato atmosferico e residui della superficie di marmo). Sul prelievo è stata effettuata anche analisi chimica, i cui risultati sono riportati nella tabella seguente, e dalla quale si evidenzia un contenuto salino molto scarso ed ininfluente ai fini dello stato di conservazione dell’opera solfati ±

cloruri ±

nitriti -

nitrati ±

+ + + anione in concentrazione elevata + + anione in concentrazione discreta + anione presente ± anione presente in tracce - anione non rilevato


Prelievo n°1 Descrizione stratigrafica (dallo strato più profondo al più superficiale): A Deposito di materiale polverulento presente nella superficie inferiore dello stucco a contatto con la superficie lapide; è composto da granuli di calcite (probabilmente residui della superficie lapidea di marmo), particellato atmosferico composto da particelle carboniose, ossidi di ferro e quarzo, depositi di natura biologica di colore brunastro identificabili come alghe e cianobatteri B Stuccatura costituita da legante a calce e cemento bianco (si rilevano aggregati di allumosilicati di calcio parzialmente amorfi tipici di clinker cementizio), e inerte di polvere di marmo. La granulometria dell’inerte è variabile in continuità da poche decine di micron fino a massimi di circa 1mm di diametro. Il rapporto in volume legante è inerte è di circa 1/2 C Deposito di natura biologica di colore brunastro costituito da alghe e cianobatteri, penetrato all’interno della superficie dello stucco

Didascalie documentazione microfotografica delle sezioni stratigrafiche (allegata di seguito); le lettere indicate nelle foto corrispondono a quelle della descrizione stratigrafica: 1) luce riflessa della sezione opaca (120x): inquadratura della porzione inferiore della stuccatura dove è presente il deposito polverulento 2) luce riflessa della sezione opaca (120x): inquadratura della superficie dello stucco dove si osserva il deposito di natura biologica 3) luce trasmessa e nicol incrociati della sezione sottile (120x): inquadratura della stuccatura dove si osservano i granuli di polvere di marmo, e la loro variabilità granulometrica, nella matrice carbonatica 4) luce trasmessa e nicol incrociati della sezione sottile (250x): particolare della stuccatura dove la freccia indica un aggregato di allumosilicatico appartenente alla frazione idraulica cementizia 5) luce trasmessa e nicol paralleli della sezione sottile (250x): inquadratura della superficie inferiore della stuccatura dove si osserva il deposito polverulento dove si distinguono depositi biologici brunastri di alghe e cianobatteri, granuli di calcite e di quarzo, oltre a granuli carboniosi nerastri (smog) e ossidi di ferro 6) luce trasmessa e nicol incrociati della sezione sottile (250x): stessa inquadratura della foto precedente dove nel deposito si osservano i granuli birifrangenti di calcite 7) luce trasmessa e nicol paralleli della sezione sottile (600x): particolare del deposto inferiore dove la freccia indica una colonia di cianobatteri 8) luce trasmessa e nicol paralleli della sezione sottile (600x): particolare della superficie della stuccatura dove si osserva il deposito brunastro di alghe e cianobatteri


microfoto 1 – prelievo n°1

microfoto 2 – prelievo n°1


microfoto 3 – prelievo n°1

microfoto 4 – prelievo n°1


microfoto 5 – prelievo n°1

microfoto 6 – prelievo n°1


microfoto 7 – prelievo n°1

microfoto 8 – prelievo n°1


Prelievo n°2

Patina giallo bruna, pieghe del vestito

La patina è in realtà un deposito biologico di tipo algale, penetrato anche all’interno della superficie marmorea, causandone fenomeni di corrosione e polverizzazione. Vedi descrizione stratigrafica a pagina seguente.


Prelievo n°2 Descrizione stratigrafica (dallo strato più profondo al più superficiale): A Superficie di marmo; si presenta sensibilmente corrosa con tendenza alla polverizzazione B Deposito di natura algale (si distinguono organismi di forma filamentosa) penetrato anche all’interno della superficie lapidea. Ingloba poco pulviscolo atmosferico

Didascalie documentazione microfotografica delle sezioni stratigrafiche (allegata di seguito); le lettere indicate nelle foto corrispondono a quelle della descrizione stratigrafica: 1) luce riflessa della sezione opaca (120x): inquadratura d’insieme della sequenza stratigrafica 2) luce riflessa della sezione opaca (120x): altra inquadratura d’insieme 3) luce trasmessa e nicol paralleli della sezione sottile (250x): inquadratura dove si distingue meglio il deposito algale superficiale dalla superficie di marmo 4) luce trasmessa e nicol incrociati della sezione sottile (250x): stessa inquadratura della foto precedente dove si apprezza l’aspetto frammentato e corroso della superficie del marmo 5) luce trasmessa e nicol paralleli della sezione sottile (600x): particolare del deposito dove si distinguono organismi algali di aspetto filamentoso


microfoto 1 – prelievo n°2

microfoto 2 – prelievo n°2


microfoto 3 – prelievo n°2

microfoto 4 – prelievo n°2


microfoto 5 – prelievo n°2


Osservazioni generali Dalle osservazioni in sito e dalle analisi di laboratorio, il monumento in marmo è caratterizzato da una superficie lapidea corrosa e tendente alla polverizzazione superficiale. Numerose sono le mancanze di materiale, originate sia per degrado naturale della pietra, sia per atti vandalici, in parte reintegrate con stuccature cementizie di colore bianco. Queste stuccature sono molto compatte, e non contengono quantitĂ apprezzabili di sali solubili, tuttavia nella zona a contatto con la superficie di marmo si rileva la presenza di consistenti depositi sia di natura biologica, sia di particellato e materiale polverulento in genere (tra cui cristalli della superficie lapidea), che possono innescare ulteriori processi di degrado del marmo. Le patine che ricoprono diffusamente le superfici lapidee sono di natura biologica e costituite soprattutto da depositi di alghe e cianobatteri e subordinatamente da licheni. I depositi di alghe e cianobatteri presentano soprattutto colorazione dal giallo bruno al nerastro, e subordinatamente di colore rosso (nel basamento). Gli organismi biologici risultano penetrati all’interno delle superficie del marmo e delle stuccature, favorendone i fenomeni di corrosione e polverizzazione. Non sembrano presenti patine attribuibili a trattamenti come ad esempio pellicole ad ossalato di calcio.


Si osservano patina giallo grigiastre di alghe e cianobatteri; sulla testa sono presenti depositi lichenici

Croste licheniche di colore giallo in corrispondenza della nuca

pigmentazione rossastra, che ha impregnato il marmo del basamento, dovuta alla probabile presenza di alghe rosse


ricostruzione del piede con malta di cemento bianco dove le patine grigio nerastre sono depositi di alghe e cianobatteri; in particolare si osserva il consistente deposito nerastro che si è formato sotto una porzione di stuccatura


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