TESI DI Elisabetta Fusar Poli Marta Minetti Relatore: Camillo Magni Politecnico di Milano Scuola di Architettura e SocietĂ
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La nostra ricerca progettuale si sviluppa a partire dalla richiesta funzionale presentata dall’associazione onlus Missione Possibile, attiva da anni nella promozione dello sviluppo sociale e nel miglioramento delle condizioni di vita in paesi terzi: la costruzione di una scuola secondaria nel villaggio Roong, distretto di Bathi, provincia di Takeo, Cambogia. Il contesto in cui ci troviamo ad intervenire è quello di un paese che inizia in questi anni a proiettarsi nel panorama economico internazionale. Avendo infatti avviato un rapido e impulsivo sviluppo industriale, si ritrova oggi a dover rispondere alle conseguenti necessità di un popolo che vive per la grande maggioranza al di sotto del livello di condizioni di vita accettabili per un essere umano, con carenze sotto ogni punto di vista: igienico sanitarie, sociali, istruzione.. Il forte incremento dell’edilizia industriale provoca uno smisurato spostamento di masse verso i nuovi poli di produzione che nascono nelle campagne, generalmente nei pressi di importanti rotte commerciali e strade statali per la grande distribuzione. Accade così che piccoli villaggi isolati, abitati da agricoltori, artigiani e piccoli commercianti che vivono in palafitte spesso costruite con materiali di fortuna, si ritrovino ad essere attraversati ogni giorno da mezzi pesanti che recapitano materiali ai grandi cantieri edilizi. Ecco dunque le due facce di una medaglia che inevitabilmente porta da un lato il paese sulla via dello sviluppo economico e dell’accrescimento del suo prestigio a livello internazionale, mentre dall’altro si ritrova a stravolgere territori, insediamenti e meccanismi di quotidianità misera ma dignitosa dei ceti meno abbienti. 8
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Nel territorio della Cambogia le foto aeree hanno mostrato l’esistenza di vari sistemi di divisione a diverso orientamento. Un’accurata indagine sul terreno ha rilevato la complessità di questo sistema ed ha permesso di distinguere tre ordini: una maglia regolare di canali che suddivide il suolo in grandi appezzamenti ortogonali tra loro, una rete di tracciati stradali completamente slegata dal disegno della campagna, e una maglia rappresentata dagli insediamenti urbani che si attestano perpendicolarmente al sistema viario. La divisione del territorio basata sull’incrocio di assi ortogonali in moduli di 100m x 100m è presubilmente attribuibile, in un primo momento, alle opere di canalizzazione volute dai re di Angkor che si fecero promotori di grandi progetti di irrigazione e di bonifica e che permisero un crescente aumento della popolazione e della prosperità dell’Impero khmer; e successivamente alla dittatura di Pol Pot. Il primo passo di Pol Pot, al secolo Saloth Sar, fu infatti di svuotare la capitale Phnom Penh, imponendo ai due milioni di abitanti di andare a lavorare nelle campagne presso campi di lavoro dove venivano miseramente ridotti in schiavitù. L’idea di fondo era di trasformare la Cambogia in una grande cooperativa agraria, di stampo maoista, dominata dalla classe agricola. S’intendeva rifondare l’intera società cambogiana su base comunista e contadina i cui terreni venivano suddivisi secondo il sistema della centuriazione che consiste propriamente nella misurazione e divisione regolare del territorio. La centuriazione veniva così a costituire un sistema di organizzazione e di controllo dello Stato. 10
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La tipologia della scuola cambogiana si presenta come una struttura ben identificata e codificata, nonostante non esista una normativa al riguardo. Esiste tuttavia una linea guida definita in un manuale, che viene seguita alla lettera, per la costruzione di tutte le scuole statali, e anche di quelle promosse da ONG o istituti privati che si occupano dell’avvio dell’attività in previsione di una futura autonomia di competenza statale. Il complesso scolastico è rigorosamente recintato, quasi sempre da muri, e posto perpendicolarmente alla strada sulla quale si affaccia l’ingresso, in posizione centrale. I corpi destinati alle aule si articolano intorno ad un grande spazio aperto centrale, destinato al gioco. Le aule hanno dimensioni di 8 metri per 7 e si affacciano su uno spazio porticato di distribuzione. In posizione periferica, generalmente in un angolo del lotto opposto all’ingresso, si trovano le latrine. Alcuni complessi comprendono anche strutture ausiliarie come alloggi per gli insegnanti, cucina e spazi destinati a lezioni all’aperto. Anche la tecnologià è chiaramente determinata: struttura portance in cemento armato, tamponamenti in laterizio e coperture in lamiera. Tutti i corpi sono dotati di basamento, aperture multiple nei tamponamenti per favorire l’areazione naturale e rampe per l’accesso ai disabili. Questi accorgimenti sono frutto di un miglioramento del comfort avvenuto nel tempo e sono quindi presenti sono nelle strutture di recente costruzione, a differenza di quelle più datate che presentano controsoffitti che bloccano il ricircolo dell’aria. Le scuole analizzate si trovano nei pressi della citta di Sihanoukville, nell’omonima provincia. 20
La principale tipologia abitativa tradizionale cambogiana è quella della palafitta. Questo perché la popolazione si è adattata ad un territorio che subisce drastici cambiamenti durante le diverse stagioni e si trova a dover affrontare mesi di piogge torrenziali con conseguenti allagamenti e mesi di quasi completa siccità. Le residenze sono quindi composte di una stanza sopraelevata destinata a zona notte quasi sempre priva di separazioni interne e di uno spazio aperto o semi-aperto al piano terra che sfrutta l’ombreggiamento determinato dal piano superiore ospitante generalmente più funzioni senza soluzione di continuità.
Quando questa tipologia incontra il tessuto stradale principale, il tema dello spazio prettamente “diurnoâ€? cambia aspetto e si trasferisce direttamente sul ciglio della strada, approfittando dell’ombra fornita dai numerosi alberi piantati per irrigidire il rilievo sottostante alle carreggiate. Queste vie di comunicazione a scorrimento veloce si trovano infatti ad una quota nettamente superiore al piano di campagna, con dislivelli anche di 6 o 7 metri. Le palafitte dunque diventano molto piĂš alte di quelle che troviamo nei villaggi e sono spesso collegate al piano stradale con una passerella sospesa nel vuoto.
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L’intento progettuale è stato quello di reinterpretare questi temi assumendo il principio insediativo dell’ortogonalità dei fabbricati rispetto alla rete viaria e il diretto rapporto tra costruzioni e strada come punti di partenza per creare uno spazio di vita pubblica che dialoghi con il frizzante ambiente della strada e quello più riservato della residenza privata. Fondamentale è stata quindi la collocazione della scuola sull’asse principale del villaggio e il suo sviluppo perpendicolare ad esso; così come l’arretramento dell’ingresso rispetto alla strada principale che propone un momento di scambio e relazione tra la vita del villaggio e quella della scuola. 38
L’esperienza costruttiva locale, i diversi usi degli spazi pubblici e abitativi studiati, le tradizioni ed i recenti mutamenti, propongono metodologie e sistemi consolidati che forniscono la base per l’esplorazione di nuove proposte architettoniche, che attraverso integrazioni, modifiche e particolari innovazioni portano a soluzioni progettuali innovative ed economicamente convenienti. Ecco dunque che la questione del recinto, elemento basilare nell’assetto delle scuole tradizionali di tutto il Paese, viene alterata e rielaborata proponendo un muro perimetrale che pur mantenendo integra la funzione di chiusura e protezione si apre verso la strada secondaria con un gioco visivo che cambia a seconda dello spazio interno. 40
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L’impianto nel suo insieme è costituito da tre corpi principali che si articolano intorno ad un grande spazio aperto centrale. I volumi dell’ingresso includono ufficio della presidenza, segreteria, un’aula computer, una sala polivalente che può ospitare una piccola biblioteca e fungere da sala riunioni, le latrine per gli studenti e un locale tecnico contenente i serbatoi di raccolta dell’acqua. L’edificio dedicato alla scuola ospita al piano terreno 4 aule, per circa 30 ragazzi ognuna, e un laboratorio di avviamento alla professione, mentre al piano superiore si trovano 2 aule, una all’aperto per attività più ludiche e uno spazio per il tempo libero. La stecca articolata parallelamente alla strada secondaria è destinata alle residenze. Troviamo infatti 4 alloggi per gli insegnanti, 2 camerate da 8 posti ciascuna per i volontari di Missione Possibile, latrine e docce, cucina con annessa sala pranzo e locale tecnico. La particolarità di questi alloggi stà nell’interpretazione delle usanze e delle abitudini del vivere locale che ha portato alla creazione al piano terra di questo complesso di uno spazio flessibile, che potesse accogliere una promiscuità funzionale tipicamente cambogiana. Gli spazi privati posti al livello superiore sono dotati di doppio ingresso, uno verso la scuola e uno direttamente sulla strada che agevola la fruizione degli spazi da parte degli insegnanti anche al di fuori dei momenti dedicati alla vita scolastica. 42
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1. Spazio dell’attesa e dell’ingresso. Sono presenti sedute e dispositivi portabiciclette. 2. Spazio del gioco libero. Predisposti campi da gioco per calcio e pallavolo. 3. Giochi attrezzati: arrampicata, altalene, corde e sedute. 4. Spazio del laboratorio all’aperto. 5. Spazio delle rappresentazione e delle conferenze. 6. Spazio per le lezioni all’aperto: lavagne e sedute a diverse altezze. 44
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L’intero complesso è facilmente suddivisibile in sottosistemi materici che rappresentano anche un ordine indicativo della messa in opera del progetto. La struttura dell’intero complesso è pensata per limitare l’impiego di materiali e tecnologie importati, estranei alla naturale predisposizione della popolazione all’autocostruzione e contrari alla crescita economica del Paese. Il primo tema è quello del basamento: tutti i corpi si trovano ad una quota superiore rispetto al piano di campagna per ovviare al problema dell’umidità e degli allagamenti durante la stagione delle piogge (tenendo conto che il livello dell’intero lotto è stato portato a sua volta alla quota della strada di accesso con un riempimento). Questo è costituito da blocchi in cemento armato, che reggeranno i pilastri della struttura portante, e da una soletta in cemento con rete elettrosaldata. In seconda battuta vengono eretti i muri perimetrali e i corpi ad essi annessi: mattoni in terra cruda vengono allineati sopra un cordolo di cemento e legati tra loro con malta a base di argilla. I corpi di fabbrica compresi in questo sistema hanno una natura diversa da quella delle aule o delle residenze, si tratta infatti di uffici e sala computer, i quali necessitano di una maggiore preclusione, e di locali tecnici e latrine, per i quali si devono invece considerare norme igienico sanitarie particolari. E’ poi il momento della struttura portante in bambù, principale materiale utilizzato, assemblata in sito: un sistema trave-pilastro costituito da culmi di 10 cm di diametro, ancorato al basamento attraverso ferri di ripresa predisposti. Questo ordine comprende gli elementi portanti delle coperture dei fabbricati in mattoni, l’intero complesso ospitante aule e laboratorio, e la stecca delle residenze. Nell’edificio destinato alla scuola le travi, costituite da 4 culmi di bambù affiancate e unite da barre filettate imbullonate, si intersecano secondo la geometria cartesiana ai pilastri, formati da 4 culmi posti in posizione quadrangolare. La sezione strutturale così costituita si ripete con un passo di 2 metri ed è concettualmente infinitamente ripetibile. L’intero organismo viene rafforzato da controventi posti tra i pilastri su entrambe le facciate e contrafforti che sorreggono le due ali, posizionati longitudinalmente ogni 8 metri. Anche l’architettura delle residenze è concepita come un sistema modulare ripetibile e ampliabile, questo grazie alla regolarità della griglia strutturale che permette, con l’aggiunta di pochi elementi, di raddoppiare i metri quadri dello spazio abitativo. Alla costante della maglia in pianta si sovrappone la diversità delle altezze, determinate sempre dalla predisposizione a un futuro ampliamento, per cui le nuove coperture potranno sfruttare la struttura esistente creando un gioco di falde opposte. Nelle unità più alte lo spazio in verticale viene sfruttato creando un soppalco, che determina la formazione di diversi ambienti all’interno della stessa cellula. La struttura viene poi tamponata con pannelli prefabbricati che raggiungono, al piano terra della scuola, la stessa 66
altezza degli elementi murari, creando una continuità visiva nell’intero complesso. I tamponamenti degli spazi scolastici sono realizzati in quincha prefabbricata: un sistema costruttivo basato sulla tecnica della quincha tradizionale, che standardizza i suoi processi col fine di ottenere un migliore rendimento del materiale nella costruzione. Si utilizzano pannelli modulari che consistono in telai di legno ai quali vengono intrecciate piccole canne di bambù poi ricoperte con fango e paglia. I pannelli vengono ancorati ad un cordolo ligneo sia all’estremità superiore che a quella inferiore, il quale è a sua volta fissato ai pilastri di bambù. Così facendo si facilita il loro spostamento per permettere la manutenzione della struttura o dei pannelli stessi. Dopo l’assemblaggio i pannelli vengono intonacati. I serramenti lignei hanno una struttura modulare di 30cm di larghezza che si amplia a seconda dell’uso spazio; i pannelli oscuranti scorrono su binari permettendo un’accurata regolazione dell’illuminazione interna e una vivace variazione nella facciata. Per quanto riguarda le residenze, l’intento è quello di utilizzare una tecnologia più permeabile all’aria, essendo quelli delle camere spazi in cui la fruizione avviene per un tempo più prolungato, che sia al tempo stesso industrializzabile e flessibile. I pannelli progettati hanno una struttura in legno che può essere tamponata con diversi materiali come tessuti, intrecci di vimini o incannucciato di bambù. Anch’essi vengono inchiodati ad un cordolo ligneo che assicura l’ancoraggio alla struttura portante e dal quale possono essere facilmente rimossi per permettere l’ampliamento dell’abitazione o la sostituzione. Ultimo livello quello delle coperture, costituite da pannelli XPS che hanno la funzione di riflettere ed evitare il passaggio all’interno degli ambienti del calore assorbito dalle lamiere sovrastanti, indispensabili per permettere un efficace deflusso delle acque meteoriche. Importante accorgimento che permette la naturale ventilazione degli ambienti attraverso camini spontanei, è quello di sollevare le coperture rispetto ai tamponamenti così come i solai dei piani superiori.
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La mancanza di infrastrutture primarie come rete fognaria e idrica, condiziona la progettazione del sistema di approvvigionamento per tutte le costruzioni al di fuori delle città. Il clima di tipo monsonico poi, impone la dotazioni di cisterne per la raccolta durante la stagione delle piogge, a cui si possa attingere durante la stagione secca. Il complesso è dotato di due punti di accumulo con cisterna interrata in prossimità dei blocchi servizi, e di un sistema di raccolta delle acque meteoriche composto da canali a cielo aperto schermati, adiacenti alle linee di gronda delle coperture. Si è scelto di non utilizzare pluviali, ma di dotare le gronde di doccioni, per ovviare ai problemi di manutenzione e usura classici di questi elementi. L’acque viene attinta dalle cisterne tramite pompe che la inducono verso lavabi e docce.
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PRODUZIONE DEL BAMBU’ Specie: Guadua angustifolia Altezza fino a 30 m, diametro fino a 20 cm. È un bambù strutturale dalle eccellenti qualità meccaniche e di durabilità. Viene utilizzato sia per realizzare case a basso costo nei Paesi in cui esso cresce, sia per realizzare opere di enormi dimensioni. Nell’America centrale le costruzioni realizzate con questo bambù hanno resistito a devastanti terremoti. Le coltivazioni di questa specie sono in continuo aumento. Originario del sud-america e coltivato nell’America del sud e centrale, è ora introdotto in molte nazioni asiatiche. Tollera climi fino a -2 °C. La quantità e la produttività dei bambù variano sensibilmente a seconda della specie e delle condizioni ecologiche. La produzione annuale dipende fondamentalmente dal numero di nuovi germogli prodotti ogni anno. La densità delle piantagioni, cioè il numero dei culmi per ettaro, dipende da quanto l’amministrazione è intensa ed energica. Nel caso della Guadua angustifolia si registra un totale di 3000-6000 culmi/ettaro nelle piantagioni naturali, quindi nella peggiore delle ipotesi, per produrre tutto il bambù richiesto in cantiere, sono necessari all’incirca 3000mq di terreno.
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CONCLUSIONI Il progetto si pone come obiettivo quello di soddisfare le quattro componenti necessarie all’avvio di uno sviluppo sostenibile: Sostenibilità economica: intesa come capacità di generare reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione. Sostenibilità sociale: intesa come capacità di garantire condizioni di benessere umano (sicurezza, salute, istruzione). Sostenibilità ambientale: intesa come capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali. Sostenibilità istituzionale: intesa come capacità di assicurare condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione, giustizia. Dal confronto della spesa necessaria per la costruzione di una blocco di 5 aule prodotto con tecnologie tradizionali e materiali principalmente importati, di circa 40.000$, e quello del fabbricato di progetto destinato a 7 aule, di circa 35.000$, si nota che il risparmio in termine economico non è eclatante. Ciò che invece è importante sottolineare, sono le qualità presenti nella concezione di questo lavoro, che pienamente rispecchiano le caratteristiche necessarie ad un progetto affinchè si faccia promotore di un processo di sviluppo sostenibile. Come detto precedentemente è chiaro che la nascita della nuova infrastruttura produce reddito e lavoro per la popolazione locale, promuovendo la formazione di personale qualificato; utilizza materiale facilmente producibile in loco, principalmente bambù, il quale cresce in tempi brevissimi aumentando naturalmente in quantità, ed ha un ciclo di vita che produce risorse anche nel momento del suo smaltimento; si fa portatrice di nuove tecnologie, conoscenze e saperi che migliorano la qualità dell’habitat e dello spazio sociale senza imporsi sulla popolazione stravolgendo costumi e usanze locali.
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