LA NOSTRA GRÖN SÄTT. LA VOSTRA GRÖN SÄTT.
grön sätt Magazine sponsored by Saab creato e disegnato da Köttbullar Autori: Simone Allevi Cristina Bea Martina Bonanomi Luana Caiazzo Tommaso Diena Stefano Di Fonzo
EDITORIALE In un mondo governato dalla tecnologia, troviamo che la natura abbia ancora un posto d’onore nella vita dell’uomo ed è per questo motivo che l’innovazione tecnologica deve mettersi al servizio del pianeta, al fine di preservare questo bene prezioso. Crediamo fortemente che l’uomo possa vivere conciliando questi due mondi apparentemente così diversi. Proprio per questo vogliamo mostrare ai nostri lettori che tutto ciò non è il solo frutto di sogni utopistici, offrendo loro un punto di vista moderno ed originale. Vi porteremo alla scoperta di nuovi progetti eco e strategie di riutilizzo dei materiali per risparmiare e ridurre gli sprechi. Vivere in un mondo responsabile e più attento alla natura è possibile e alla portata di tutti; a dimostrazione di ciò viaggeremo in tutti i posti del mondo nei quali questi ideali sono già diventati realtà. L’intento dei nostri articoli è quello di affrontare tutti questi temi, ascoltando con attenzione i pareri e le impressioni delle persone coinvolte direttamente e indirettamente. Abbiamo scelto di appoggiare questi ideali percorrendo una strada più verde, una Grön sätt.
SOMMARIO ARCH&DESIGN 6
Bo01 la città del futuro
13 Strawscraper il grattacielo piumato produce energia
TRAVEL 39 Svezia 4 città, mille emozioni 50 Hotel delle meraviglie immersi nella natura senza rinunciare al design
18 Città a misura di bici pedalare non è mai stato così moderno
PEOPLE
TECNOLOGIE
60 Julie Gilhart il futuro della moda
28 Più luce sul risparmio un Nobel per l’ecosostenibilità 34 Robot ERO il riciclo in edilizia
64 Tore Heerup Rub & Stub
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Bo01
la città del futuro
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L’idea di realizzare un quartiere ecosostenibile nacque nel 2001, quando il governo svedese stanziò fondi per il recupero delle zone in degrado. Approfittando di ciò, l’amministrazione della città Malmö, decise di recuperare la zona portuale di Vastra Hamnen e tramutarla in residenziale. Nacque così Bo01, il primo quartiere in Europa completamente a zero emissioni.
Un esempio di riqualificazione urbana che è andata oltre la sola impronta ecologica, rivalutando il capitale naturale e quello umano. Trenta ettari da trasformare in cui fosse appetibile vivere, conservando la biodiversità che li caratterizza. La vegetazione e la fauna locale vengono tutelate, grazie anche ad un nuovo modo di intendere gli spazi verdi: giardini floreali ed arborei collocati
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in spazi pubblici e non, e a copertura degli edifici. Ampio spazio è lasciato, quindi, alle energie rinnovabili che vengono prodotte in loco da sistemi eolici, fotovoltaici e geotermici. Per monitorare il bilancio energetico viene utilizzato un sistema per informare ogni cittadino sul consumo energetico proprio e del quartiere. In questo modo, gli abitanti sono coinvolti in prima persona nelle politiche in materia di efficienza energetica e, a loro volta, si fanno promotori di buone pratiche verso gli altri. L’obiettivo appare così raggiunto: sensibilizzare tutti i cittadini e indirizzarli verso un uso più sostenibile delle risorse. Nel Bo01, il sistema ciclopedonale è quello più utilizzato, grazie alle numerose piste ciclabili e alle lunghe passeggiate panoramiche. Per sostenere questo programma di mobilità alternativa, senza rinunciare alla tecnologia, gli abitanti del quartiere possono usufruire di un servizio di car sharing con auto
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sensibilizzare i cittadini verso un uso sostenibile delle risorse
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elettriche e servizi di trasporto pubblico efficientissimi. Insomma, ogni aspetto è pensato per essere autosufficiente e la comunità, coinvolta nel monitoraggio dei consumi, è al centro delle scelte. Cittadini “sentinella” e sostenibilità al 100%, ecco perché la Comunità Europea e il Dipartimento Europeo per l’Energia lo hanno indicato come il miglior esempio di quartiere ecosostenibile in Europa.
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STRAWSCRAPER
il grattacielo piumato produce energia
Se in futuro, recandovi a Stoccolma, doveste imbattervi in un grattacielo piumato, non sorprendetevi: si chiama Strawscraper e si tratta di un innovativo progetto architettonico che coniuga un’estetica originalissima ad un nuovo modo di produrre energia verde. Lo strano edificio nasce da un’idea di Belatchew
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Labs, costola interna a Belatchew Arkitekter, e si basa su una costruzione già esistente, la Söder Torn, un palazzo residenziale progettato da Henning Larsen. Gli architetti di Belatchew Labs vogliono ridare alla Söder Torn le dimensioni previste dal progetto originale, aggiungendo un tocco di innovazione in chiave green. Lo Strawscraper sarà quindi l’estensione di un edificio, e sarà avvolto da una sorta di involucro fatto di cannucce, che produrranno elettricità grazie al vento. Sfrutteranno infatti la tecnologia piezoelettrica (alcuni cristalli producono energia quando sottoposti a trazione o compressione) ed il risultato sarà
un’innovativa centrale elettrica cittadina che funziona ad energia eolica. Tale principio si potrebbe naturalmente applicare a qualsiasi tipo di edificio, aggiungendo un tassello al percorso dell’autosufficienza delle costruzioni. Dunque, le cannucce che avvolgono Strawscraper sono composte di materiali con proprietà piezoelettriche, in grado di trasformare il movimento in energia: ma qual è il vantaggio rispetto alle classiche turbine eoliche? Semplicemente il fatto che sono silenziose e non aumentano in nessun modo l’inquinamento acustico in città, ed inoltre non disturberebbero l’ecosistema. Basta una leggera brezza per far muovere queste cannucce, che funzionano perfettamente anche quando il vento spira a bassa velocità. Da non sottovalutare inoltre l’aspetto estetico: lo skyline di Stoccolma avrà un nuovo ed originale elemento a contraddistinguerlo. Viste anche da poca distanza le cannucce appaiono come un
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lo skyline di Stoccolma ospiterà un’innovativa e creativa centrale elettrica
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piumaggio in costante movimento ondulatorio: un palazzo che sembra vivere e respirare, in totale antitesi con l’usuale staticità delle costruzioni. Di notte poi le cannucce vengono illuminate, accentuando ancora di più l’effetto del movimento che diventa così un vero e proprio spettacolo di bagliori. Un’idea visionaria e sperimentale, che segue perfettamente la filosofia di Belatchew Labs. L’obiettivo è di sfidare la comune percezione dell’urbanistica, investigare e testare nuovi approcci e soluzioni architettoniche, e Strawscraper ne è il primo esempio.
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CITTÀ A MISURA DI B pedalare non è mai stato così moderno
BICI
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Come ve la immaginate la città sostenibile del futuro? Pensiamola in grande, come hanno fatto gli architetti svedesi di “We Are You” progettando i piani per lo sviluppo di Jönköping, da qui al 2050. Una città in cui non sono le biciclette ad essere progettate per la città, bensì la città ad essere progettata per le biciclette. Utopia? Chi può dirlo. Intanto sognamo e vediamo cos’hanno in mente questi architetti. Il loro progetto si
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chiama Jönköping by Bike e nasce dalla collaborazione con Super Sustainable. Gli architetti hanno presentato al comune di Jönköping alcune strategie per lo sviluppo futuro e la crescita della città fino al 2050. Jönköping diventerà una delle principali stazioni ferroviarie e sarà collegata a tutte le principali città d’Europa, assumendo così una posizione unica nella regione. I treni, che viaggeranno a 300 km/h, ridurranno le distanze, creando la possibilità di
usufruire del pendolarismo tra Jönköping e grandi città come Stoccolma, Göteborg e Copenaghen. Piuttosto che puntare ad estendere la città verso la periferia, è stato proposto al comune, da We are e Super Sustainable city, di densificare la città il più vicino possibile al centro già esistente. Gli architetti vogliono occuparsi nello specifico dell’area a sud di Munksjön, “il lago della città”. La pianificazione urbana mira a creare quartieri di piccole
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dimensioni, ognuno con la sua identità, con abitazioni alternate ad uffici in modo che le persone vadano a vivere il più vicino possibile al loro posto di lavoro. Tram e piste ciclabili collegheranno tutti i punti della città; inoltre ci sarà una grande predominanza di facciate e bar immersi nel verde. Ogni spazio urbano sarà raggiungibile in bicicletta in un tempo massimo di dieci minuti, creando la possibilità di avere una vita sana e rispettosa nei confronti dell’ambiente. Naturalmente, tutti gli abitanti si sposteranno in bicicletta e le bici saranno gratis, a disposizione di tutti 24 h su 24, con punti per riparare o gonfiare le gomme lungo il percorso. Sulle piste ciclabili saranno presenti tettoie ricoperte da pannelli solari per proteggere i ciclisti dalla pioggia e dalle intemperie, anche d’inverno.
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pedalare in modo fashion e sicuro: il nuovo casco Hovding
In Svezia, anche a proposito di bici, l’attenzione per l’ambiente viaggia di pari passo con l’attenzione alla sicurezza. Per garantire l’incolumità dei ciclisti, infatti, la fabbrica svedese Hovding ha brevettato un casco che si indossa come una sciarpa, al cui interno si trova un airbag che quando si gonfia avvolge completamente la testa. Questa iniziativa ha preso piede nel 2005, quando Haupt e Alstin erano ancora studentesse di design industriale presso l’Università di Lund ed erano alle prese con la tesi di laurea.
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La scintilla è scoccata da un sondaggio sui possibili modi per migliorare il look e la praticità d’uso dei caschi per bicicletta, accessorio spesso sottovalutato nonostante le sue certificate doti di prevenzione (riduce del 60% i danni causati da incidenti, lo confermano varie
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“usare Hovding quando sono in bicicletta è naturale quanto mettersi la cintura quando si sale in macchina”
Venduto come un accessorio di moda, il casco è realizzato in uno speciale tessuto rimovibile e lavabile. È fornito in due colorazioni diverse, ma presto ne arriveranno altre, per poterlo abbinare ai vestiti. Una chiusura di sicurezza evita le aperture accidentali ed un led segnala se il dispositivo di apertura è attivo o no. Il casco è stato selezionato per far parte del Design Museum di Londra e lo scorso anno ha vinto un premio per il design in Danimarca.
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PIÙ LUCE SUL RISPARMIO
un Nobel all’ecosostenibilità
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È la sostenibilità ad essere premiata quest’anno con il Nobel della Fisica. Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e Shuji Nakamura sono stati insigniti dell’ambito riconoscimento grazie alle loro scoperte sui sistemi di illuminazione a Led (lightemitting diode), e in particolare per l’invenzione di diodi blu, che, combinati con i già esistenti diodi rossi e verdi, ha permesso lo sviluppo di sorgenti di luce
bianca luminose ed economiche. «Con l’arrivo delle lampade a Led ora abbiamo lampadine molto più efficienti e che durano molto di più rispetto alle vecchie fonti luminose», si legge nella motivazione del premio; infatti i Led durano fino a 100mila ore, mentre le vecchie lampadine a incandescenza potevano arrivare fino a mille e le lampade fluorescenti a diecimila. Anche la loro efficienza energetica è
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un’invenzione che vale il Nobel: tanto piccola, quanto importante
nettamente superiore ai sistemi tradizionali di illuminazione (grazie alla capacità di non disperdere calore), ed è in costante miglioramento: al momento, il record è di circa 300 lumen per watt, che equivale a quella di 16 lampadine a incandescenza e di circa 70 lampade a fluorescenza. Se si pensa che un quarto dell’energia mondiale è impiegata per l’illuminazione, si può intuire la portata di questa conquista tecnologica. Molte sono le municipalità che stanno sostituendo i loro lampioni con lampade a Led, e al momento il record spetta a Venezia: dei
circa 190mila punti luce a Led presenti in Italia, oltre 51mila sono in laguna. La tecnologia a Led consente un risparmio energetico valutabile tra il 50 e l’80 per cento mentre i costi di manutenzione sono circa un decimo dei vecchi. Il tutto senza che risulti compromessa la qualità dell’illuminazione. Anche Milano si muove in questa direzione: proprio nei giorni scorsi è stato presentato un nuovo piano di illuminazione pubblica che prevede la sostituzione di tutti i punti luce presenti sul territorio comunale, oltre 140mila. Investire in Led e negli altri sistemi efficienti di illuminazione sia nelle case che negli uffici e nelle industrie consentirebbe di eliminare completamente la produzione di elettricità di tutti gli impianti a carbone.
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Robot ERO il riciclo in edilizia
35 Arriva dalla Svezia una nuova soluzione tecnologica per lo smaltimento dei rifiuti edili. Si tratta di un robot che ricicla i residui di un intervento di demolizione con un notevole risparmio di energia e acqua. Il macchinario, chiamato Ero, è stato messo a punto e brevettato da Omer Haciomeroglu, uno studente della Umeå Institute of Design, e ha vinto l’International Design
il passaggio dalla polverizzazione brutale alla decostruzione intelligente
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Excellence Award (IDEA) del 2013 nella categoria “Creazioni degli Studenti”. Ero agisce in modo piuttosto innovativo rispetto alle normali procedure di smaltimento dei rifiuti edili. Il robot, infatti, scansiona l’area del cantiere sulla quale deve agire per pianificare strategicamente l’intervento da compiere. Poi inizia la demolizione del calcestruzzo da rimuovere accompagnandola con due getti d’acqua ad alta pressione che ripuliscono i tondini di ferro dalle polveri. Successivamente i residui di calcestruzzo frantumati vengono separati dall’acqua, quest’ultima viene depurata e riutilizzata mentre il materiale di scarto viene ripulito e imballato in pacchetti singoli, tutti cifrati e pronti per essere rivenuti alle
imprese di costruzione. Rispetto alle procedure standard di demolizione (le grandi costruzioni ricorrono anche all’esplosivo), Ero ha sicuramente tempistiche più lente. Tuttavia il tempo viene recuperato dal processo di smaltimento, che non avviene dopo la demolizione ma in contemporanea ed evita la solita trafila di camion che devono trasportare i materiali di scarto nelle stazioni di riciclaggio. Senza contare poi che un robot può lavorare sempre, anche di notte. Cosa non secondaria, infine, è che Ero potrebbe efficacemente sostituire gli esseri umani nei processi di rimozione dell’amianto. Ad oggi non è chiaro come il robot si comporterebbe in queste situazioni, ma potrebbe essere questa l’evoluzione ulteriore di un prodotto non ancora in vendita ma che sta destando interesse in tutto il mondo.
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“no dust, no waste”
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SVEZIA
4 città, mille emozioni Se in futuro recandovi a Stoccolma doveste imbattervi in un grattacielo piumato non sorprendetevi: si chiama Strawscraper e si tratta di un innovativo progetto architettonico che coniuga un’estetica originalissima ad un nuovo modo di produrre energia verde. Lo strano edificio nasce da un’idea di
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STOCCOLMA Stoccolma, capitale della Svezia, sorge su 14 isole che dal lago Mälaren si protendono a oriente, sul Mar Baltico. Di certo una delle cose che colpiscono visitandola per la prima volta, è il senso di armonia che sembra pervadere tutto: civiltà, natura, tecnologia, passato e futuro convivono. Stoccolma è decisamente una città verde: da sempre l’amore e il rispetto per la natura sono elementi chiave della società svedese. Vincitrice del premio come capitale Green Europea nel 2010, presenta moltissime aziende che puntano sul trend ecologico. Eco Tours Stockholm offre numerose eco-escursioni che ti portano in tutti i luoghi giusti per godere di architettura, design e cucina tutti rigorosamente
eco e bio. La città vecchia, Gamla Stan, racchiude tutta la storia della capitale: tra le stradine medievali, gli edifici perfettamente conservati, il Palazzo Reale e le chiese gotiche. Attrazione centrale è lo SkyView, navicella di vetro sferica che sale fino a 130 metri di altezza in cima all’Ericsson Globe. Altro punto rilevante è la metropolitana: una galleria d’arte sotterranea, acquistando un biglietto della metro si possono infatti vedere sculture, mosaici, quadri, installazioni, incisioni e rilievi dagli anni ’50 ai giorni nostri nella maggior parte delle stazioni.
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MALMÖ Malmö è la terza città più grande della Svezia, situata nel sud del Paese e conosciuta per il famoso ponte che collega la nazione con la Danimarca, il ponte di Öresund. Città che possiede un grande fascino multietnico, è costituita infatti da circa 80.000 cittadini di origine straniera; nel complesso, sono circa 150 le nazioni straniere presenti nella città. È una delle città più sostenibili al mondo, vanta infatti numerosi premi e riconoscimenti per il suo impegno concreto verso la sostenibilità urbana, ed è anche il centro del design scandinavo e internazionale nel campo dell’arredamento, della gioielleria e dei tessuti. Attira continuamente visitatori non solo grazie alla sua moderna architettura urbana, che si fonde
armoniosamente alle caratteristiche abitazioni scandinave, ma anche alla rapida evoluzione di Malmo da città industriale a città che sta indirizzando il suo sviluppo verso lo studio di nuove tecnologie. Malmo è ricca di numerose attrazioni turistiche, racchiuse in particolare lungo la città vecchia, dove troviamo edifici appartenenti al periodo 1300-1600. La parte moderna di Malmö è rappresentata dal nuovo grattacielo Turning Torso, il più alto della Svezia, e il Västra Hamnen, il nuovo quartiere residenziale e commerciale di Malmö che si affaccia sullo stretto di Öresund.
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GÖTEBORG Göteborg si trova sulla costa occidentale della Svezia e sorge sulla foce del fiume Göta Älv, al centro del grande Arcipelago della Costa Occidentale caratterizzato da centinaia di isole, isolotti e scogli. Göteborg è una città “verde” disegnata dai parchi e dall’acqua, costellata di musei, ristoranti di qualità e negozi, ma è anche un importante centro industriale e commerciale: alcuni dei più importanti gruppi industriali svedesi sono nati qui ed il porto di Göteborg è il più grande porto naturale della Scandinavia. Negli ultimi dieci anni la città è passata dall’essere conosciuta esclusivamente come importante centro industriale ad essere città rinomata nel nord Europa per la qualità degli eventi, delle iniziative culturali, e dell’arte culinaria.
La maggior parte degli eventi di portata internazionale si svolge nei mesi estivi, duranti i quali le strade si popolano di spettacoli all’aperto e di musicisti di ogni tipo. Importante centro culturale in Svezia, con le sue quattro università, è anche il punto d’incontro di molte delle strade della Svezia occidentale. È una città a misura d’uomo: la maggioranza dei negozi, dei ristoranti e dei luoghi d’interesse è raggiungibile a piedi o con i tanti mezzi disponibili. Göteborg è una città di mare, ricca di divertimenti e di luoghi spettacolari pieni di attrazioni, gite e spettacoli.
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ÅRE La città di Åre è situata nella Lapponia Svedese, la parte più settentrionale della Svezia. È un importante centro per gli sport invernali, nel 2007 ha ospitato i mondiali di sci alpino. Il 25% dell’economia del comune è basata infatti sul turismo, principalmente grazie alle località sciistiche. L’area lappone è stata definita nel 1996 Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, e così anche alcuni parchi nazionali. Dal punto di vista storico e culturale, la provincia svedese fa parte della più vasta regione etnografica omonima abitata dai Sàmi e oggi suddivisa tra Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. Un’attrazione è l’Aurora Sky Station, costruita per osservare il più grande spettacolo di luci sulla terra: l’aurora
boreale. Nelle zone più settentrionali, durante l’estate il sole non scende sotto l’orizzonte per quasi tre mesi, un contrasto incredibile se paragonato ai lunghi mesi bui dell’inverno. Questi luoghi offrono le più belle escursioni della Svezia: escursioni con renne e husky nei meravigliosi territori della regione. La vastità del territorio fa sentire il singolo essere umano davvero piccolo, pervade a sensazione di armonia e unità con la natura. La cittadina di Åre è una meta turistica sin dal 1700: una delle destinazioni preferite per godersi la natura e l’aria pulita.
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HOTEL DELLE MERAV immersi nella natura senza rinunciare al design
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VIGLIE La popolazione al giorno d’oggi cerca sempre più il riavvicinamento con la natura, la Svezia propone luoghi incantevoli dove potersi immergere nel verde senza rinunciare al design e alla tecnologia. Veri e propri paradisi dove l’uomo ha provato a inserirsi nella natura senza distruggerla o invaderla, ma dando l’occasione ai turisti di viverla al meglio potendola vedere e toccare da vicino.
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TREE HOTEL la casa sull’albero che hai sempre sognato L’idea nasce dal progetto di un artista che tempo fa costruì una casetta su un albero della foresta, la casetta rimase lì e i turisti di passaggio cominciarono a chiedere se vi potessero alloggiare. Nasce quindi il pensiero di sviluppare un modo nuovo di vivere e rapportarsi alla foresta risvegliando nei visitatori l’interesse per l’esperienza in natura per mezzo del design. Una carattestica del Tree Hotel è l’ecosostenibilità: ognuna delle casette è alimentata grazie a risorse rinnovabili e usufruisce di sistemi ecocompatibili, ed i materiali utilizzati non sono stati trattati chimicamente.
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SILVERMINE un riutilizzo insolito per un hotel sotterraneo SIlvermine è una vecchia miniera di argento perfettamente conservata da circa 400 anni. L’edificio principale in superficie è attualmente un ostello, ma la vera chicca è la possibilità di dormire nella suite più profonda del mondo che si trova a 155 metri di profondità. Il soggiorno permette di fare un tour guidato nella miniera fra gallerie e caverne mozzafiato, di ammirare il suggestivo lago Christina e di godersi il pernottamento in questa suggestiva camera che dispone di un interfono radio per comunicare con l’esterno. Una vacanza insolita in un luogo che è stato recuperato ridandogli nuova vita.
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SKEPPSHOLMEN l’albergo in città immerso nella natura Nel cuore della capitale svedese, in un palazzo del 1699 con la struttura in stile e l’arredamento assolutamente moderno. È situato su un’isoletta immerso nella natura fatta di boschi e acque tranquille, il luogo perfetto per combinare relax, cultura, gastronomia e arte. Un paradiso verde a soli pochi passi dalla città vecchia e dal vivace centro di Stoccolma, questo luogo offre ai turisti la possibilità di assaporare il fascino di un’altra epoca per scoprire la magica atmosfera di Stoccolma. Un luogo che sfrutta metodi ecosostenibili pur mantenendo la trasizionalità esteriore dell’edificio, un vero paradiso verde nel cuore della città.
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JULIE GILHART il futuro della moda
Ex direttore di moda di Barneys, il grande magazzino più influente d’America, negli ultimi tre anni ha lavorato con Amazon dando consigli su come avvicinare l’e-commerce al commercio del lusso. Le abbiamo chiesto cosa ne pensa dell’approccio dell’alta moda verso la sostenibilità e che cosa creda ci riserverà la moda nel futuro. Quando hai deciso di impegnarti nelle questioni ambientali anche in ambito lavorativo? Perchè? Ero ad una sfilata di alta moda a Parigi e sono venuta a sapere che la produzione era costata oltre un milione di dollari, la povertà, soprattutto in alcune regioni dell’Africa, era un tema caldo in quel periodo. Stavo guardando i vestiti, e nessuno era disponibile per la vendita reale. Era una moda non fruibile a tutti, e ad un tratto quella realtà non aveva più senso per me. E’ stato un momento importante ed ho deciso di attuare un cambiamento drastico.
Quali ritieni essere i temi più importanti della sostenibilità che il mondo dell’alta moda debba affrontare? Stella McCartney è stata la prima progettista a raccogliere la sfida della sostenibilità ed ha cercato di produrre una collezione di capsule organiche, ora una buona parte della sua collezione pret-à-portè incorpora tali principi. Molti designer, da Ralph Lauren a Oscar de le Renta a Martin Margiela, non si sono mai addentrati nel mondo della sostenibilità, questa nuova ricerca sta nascendo solo negli ultimi anni e si spera che cresca sempre più.
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Pensi che le persone siano consapevoli delle connessioni tra loro abitudini di spesa ed eventi come il disastro Rana Plaza, o il tempo meteorologico in continuo cambiamento? Fino a poco tempo, le persone non pensavano esistessero collegamenti tra ciò che andavano ad acquistare e le loro origini. La trasparenza dell’informazione è un fattore chiave, le immagini del Rana Plaza e lo spreco di risorse naturali hanno avuto un impatto sui modelli di acquisto. È giusto pensare che le grandi marche sono in grado di non farsi pesare la piccola perdita iniziale di profitto dovuto all’inizio della produzione sostenibile? Forse ci potrebbe essere una perdita iniziale nel passare dalla vecchia alla nuova produzione, ma nel lungo termine impegnandosi attivamente nella produzione con materiali e metodi sostenibili si possono effettivamente aumentare i profitti.
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Credi che questo cambiamento arriverà dalla domanda dei clienti o dovrebbero essere i grandi brand ad aprire la strada? Cosa ne pensi dell’iniziativa di H&M? La responsabilità è di entrambi, ma al momento sono i marchi che devono rispondere ad una domanda sempre più creascente. Sono fermamente convinta che a un certo punto i marchi stessi saranno costretti a cambiare. Trovo che l’iniziativa di H&M sia arrivata nel momento giusto, il mercato necessita di una produzione sostenibile che mantenga però prezzi accessibili nei negozi.
Secondo te la collaborazione tra H&M e Ever Manifesto può portare novità nel panorama della moda internazionale? La collezione Conscious è portata avanti già da un paio anni da H&M, trovo che questa collaborazione possa consolidare questa nuova visione della moda. Ever Manifesto, fondata nel 2009 da Alexia Niedzielski e Elizabeth von Guttman, ha come obiettivo quello di educare e ispirare un senso di ottimismo nel mondo. Tutti noi possiamo fare scelte più responsabili per l’ambiente e possiamo proteggere il mondo dalle azioni negative che vengono svolte quotidianamente. Quest’iniziativa secondo me può creare una grande risonanza nel mondo del fashion design, trovo che la sostenibilità diventerà sempre più un argomento all’ordine del giorno nelle nostre vite e tutto si dovrà adattare a tale visione. Il futuro della moda lo vedo decisamente sempre più verde, spero che il mercato si impegni in quest’obiettivo.
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TORE HEERUP Rub&Stub
Spreco di cibo: il ristorante che serve solo scarti. È quello che ha deciso di fare un gruppo di volontari a Copenaghen aprendo il ristorante «Rub & Stub». Il primo impegnato a combattere lo spreco di cibo, servendo piatti costituiti da ciò che rimane invenduto dalle aziende. Organizzazione no-profit che invia i guadagni in beneficenza.
Come nasce Rub & Stub? Il ristorante è nato quando ho incontrato un gruppo di giovani per pensare a come avremmo potuto ridurre i rifiuti alimentari in Danimarca. Il problema è così grande che si stima che circa 500.000 tonnellate di cibo vengano gettate via ogni anno, pari a 1,6 miliardi di dollari in alimenti che non sono stati consumati. Gli alimenti sono generalmente in buone condizioni? Gran parte del cibo che prepariamo
è stato scartato dal settore a causa della loro durata, ma non c’è niente di sbagliato in questo cibo. Molti prodotti che vengono scartati non sono scaduti e congelandoli in tempo possono essere utilizzati entro tre mesi. Che tipo di difficoltà avete giorno per giorno al ristorante? Una delle nostre maggiori sfide è quella di arrivare alle 5 del pomeriggio con tutto pronto e preparato per i nostri clienti così da aprire il locale in tempo e soddisfare le loro richieste.
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I clienti che hanno da ridire una volta venuti a sapere che il cibo deriva dagli scarti? La maggior parte delle persone vengono perché a loro piace l’idea di evitare gli sprechi alimentari e quindi vogliono collaborare alla causa. Oltre alle norme e alle leggi tutti i ristoranti e negozi alimentari del paese si attivano per rispettare le procedure di manipolazione e mantenimento degli alimenti in cucina. Il tuo ristorante è una rivoluzione nel mondo della gastronomia, ma pensa che questo cambierà il modo di guardare il consumo nella popolazione? Non credo che stiamo andando a cambiare il mondo, ma almeno spero che la gente si fermi a pensare al consumo alimentare. Spero anche che un giorno questo lavoro finirà, perché allora vorrà dire che non sarà stato solo un nostro successo ma che il cibo non sarà più sprecato.
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Font utilizzate: Monotype Grotesk Black | Monotype Grotesk Light Grön Sätt - Magazine Saab realizzato da Köttbullar Simone Allevi | Cristina Bea | Martina Bonanomi Luana Caiazzo | Tommaso Diena | Stefano Di Fonzo Politecnico di Milano - corso di Laurea in Design della Comunicazione Laboratorio di Metaprogetto - Docenti: Paolo Ciuccarelli e Fabrizio Piccolini Anno accademico 2014/2015