MILANO MUSEI, SPAZI PRIVATI E LUOGHI DEL DESIGN
Le esperienze per vivere al meglio la città
NUOVI RISTORANTI E INDIRIZZI SEGRETI PER LO SHOPPING DI QUALITÀ
Allegato al n° 4 di Dove 2019
EDITORIALE
L’ id ea
S im o n a T edeSco simona.tedesco@rcs.it
di
m iL ano
I 6,8 milioni di turisti che nel 2018 hanno visitato Milano sono pronti a testimoniarlo: a Milano vale la pena fermarsi. Tramontata per sempre, dopo Expo 2015, l’immagine della fredda e grigia città business, ora Milano è nella top ten delle destinazioni da visitare in Italia. E l’onda positiva (c’è da scommetterlo) non si arresterà nemmeno nel 2019, grazie all’anno di Leonardo e all’effetto domino delle inziative (pubbliche e private) che arricchiscono il panorama degli eventi. Riassumere in poche pagine la capitale delle idee non è semplice: solo qui in RcsMediagrup, come un’orchestra, stiamo dando fiato a diversi racconti, in occasione del palcoscenico offerto dal Salone del Mobile, dal 9 al 14 Aprile. Il Corriere della Sera il 5 marzo ha dedicato uno speciale di 32 pagine alla città, il mensile di moda Style uscirà il 24 aprile con un allegato ad hoc e così, ovviamente, faranno i mensili di architettura Abitare (5 aprile) e di arredamento Living (3 aprile). Noi di Dove abbiamo scelto, in queste pagine, di darvi le chiavi per aprire le porte sulle esperienze che in questo momento raccontanto un’idea di Milano, città europea e inclusiva per storia e lanciata in verticale verso un futuro sostenibile.
GIOVANNI TAGINI
A Milano ora vale tutto e il contrario di tutto: si esce a cena per rimanere a dieta, si va in piazza per ascoltare dell’ottima musica o si va al museo per una colazione di lavoro. Nelle balere si presentano libri e al mercato si cerca il prodotto raffinato da mettere in tavola. Il centro non è più il Duomo, dipende da che centro si sta cercando, e le periferie (non tutte purtroppo) sono sempre più laboratori di progetti di riqualificazione. “Milano”, come cantava negli anni Ottanta Ivano Fossati, “è una città del futuro e chi ci vive non sa come sta, però stanno tutti insieme, stanno tutti là” . E non c’è altro modo per capirla. Solo infilare in tasca le chiavi di Dove e iniziare a viverla.
Coloris, opera di Pascale Marthine Tayou, installata ed esposta a CityLife. 5
DOVE
www.rhb.ch
Il Bernina Express Molto piĂš di un semplice treno
Informazioni e prenotazioni Ferrovia retica, Railservice, Tel +41 (0)81 288 65 65, railservice@rhb.ch
MILANO S O M M A R I O
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MILANO MUSEI, SPAZI PRIVATI E LUOGHI DEL DESIGN
Le esperienze per vivere al meglio la città
NUOVI RISTORANTI E INDIRIZZI SEGRETI PER LO SHOPPING DI QUALITÀ
Allegato al n° 4 di Dove 2019
In copertIna Vista su Porta Nuova e sulla UniCredit Tower dalla terrazza della galleria Carla Sozzani. In primo piano, opere dell'artista Kris Ruhs. Foto di Giovanni Tagini/DOVE
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u n a c i t tà d a s c o p r i r e
Dove Viaggi Dove Viaggi
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LE IDEE NASCONO QUI Nuove prospettive. Tante città in una. Tutte da scoprire, dalla balera al grattacielo, dal centro alla periferia con l’anima
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L’ARTE AIUTA A PENSARE Specchio dei tempi. Nei nuovi spazi pubblici e privati, nei musei storici o sui muri di periferia. Cronaca di un’art city che prima non c’era
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IL CIBO È CULTURA Tutti a tavola. I pranzi stellati a prezzi da bistrot, le cene in terrazza, i locali da-mattina-a sera. Gli indirizzi delle nuove tendenze gastronomiche
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE Palcoscenico del design. Dal 9 al 14 aprile va in scena la grande kermesse. Tre guide d’eccezione svelano i segreti di questo spettacolo
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60 Direttore responsabile SIMONA TEDESCO simona.tedesco@rcs.it, tel. 02.25.84.31.52 Caporedattore centrale GIOVANNI MORO giovanni.moro@rcs.it, tel. 02.25.84.68.44 Caporedattore FABIO SIRONI fabio.sironi@rcs.it, tel. 02.25.84.68.31 IVANA ZAMBIANCHI (caporedattore Guide e Speciali) ivana.zambianchi@rcs.it, tel. 02.25.84.36.56 Art Director CINZIA BRUNONE VECCHIATTO (caporedattore) cinzia.brunone@rcs.it, tel. 02.25.84.39.72 Redazione immagine e grafica FRANCESCO REMONATO (vicecaporedattore) francesco.remonato@rcs.it, tel. 02.25.84.68.30 RENZO POLI (vicecaposervizio) renzo.poli@rcs.it, tel. 02.25.84.68.29 MARCO STINGO marco.stingo@rcs.it, tel. 02.25.84.68.28 Photoeditor DENISE MALERBA denise.malerba@rcs.it, tel. 02.25.84.66.52
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Redazione SUSANNA PERAZZOLI (caposervizio) Lifestyle e Attualità susanna.perazzoli@rcs.it, tel. 02.25.84.68.34 CARLOTTA LOMBARDO (caposervizio) carlotta.lombardo@rcs.it, tel. 02.25.84.60.34 GIANFRANCO RAFFAELLI (vicecaposervizio) gianfranco.raffaelli@rcs.it, tel. 02.25.84.68.47 MAURIZIA BONVINI maurizia.bonvini@rcs.it, tel. 02.25.84.68.35 SILVIA FERRARIS silvia.ferraris@rcs.it, tel. 02.25.84.37.62 MARI MOLLICA (coordinamento web) mariangela.mollica@rcs.it, tel. 02.25.84.45.29 Segreteria di direzione e di redazione CINZIA BACCHETTA Cinzia.Bacchetta@rcs.it, tel. 02.25.84.68.36. Amministrazione collaboratori, tel. 02.25.84.68.36 Hanno collaborato a questo Speciale: Claudio Agostoni, Mariarosaria Bruno, Olivia Cremascoli, Simona Girella, Mariella Grossi, LS International, Chiara Pasqualetti Johnson, Cristina Piccinotti, Ilaria Simeone, Giovanni Tagini Progetto grafico CINZIA BRUNONE VECCHIATTO Publisher DAVIDE PONCHIA davide.ponchia@rcs.it, tel. 02.25.84.81.67 Brand manager LINDA MOSCOLARI linda.moscolari@rcs.it, tel. 02.25.84.45.52 Advertising manager GABRIELLA MAROTTA gabriella.marotta@rcs.it, tel. 02.25.84.68.66 International Editions Maria Francesca Sereni mariafrancesca.sereni@rcs.it Content syndication press@rcs.it Coordinamento tecnico Enrico Santinelli è pubblicato da
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UN GIRO PER BOTTEGHE Artisti del mestiere. Orafi, decoratori, maestri dell’intaglio. Eredi di un saper fare artigiano che guarda al futuro. Volti, storie, atelier
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ESPERIENZE IN CITTÀ Accesso libero. L’insider che conosce gli angoli nascosti, la passerella tra le guglie, le prove alla Scala… Le chiavi che aprono le porte di Milano
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Presidente e amministratore delegato URBANO CAIRO Consiglieri MARILÙ CAPPARELLI, CARLO CIMBRI, ALESSANDRA DALMONTE, DIEGO DELLA VALLE, VERONICA GAVA, GAETANO MICCICHÈ, STEFANIA PETRUCCIOLI, MARCO POMPIGNOLI, STEFANO SIMONTACCHI, MARCO TRONCHETTI PROVERA Direttore Generale News ALESSANDRO BOMPIERI Direzione e redazione Via Angelo Rizzoli 8, 20132 Milano tel. 02.25.84.68.36, fax 02.25.84.68.78 L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. È ovviamente a piena disposizione per assolvere quanto dovuto nei loro confronti.
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n. 4 - 2019. Registrato al tribunale di Milano, n. 778 del 12.12.1990 Certificato n. 8610 del 18.12.2018 ISSN 1121-1792
MILANO DA SCOPRIRE
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1 6 4 1 TANTE CITTÀ IN UNA
Archiviata Expo, a Milano si sono accese tante energie nuove: laboratori d’avanguardia, start up, poli dell’innovazione. Spesso insediati in aree lontane dal centro, da NoLo a Via Mecenate, all’avveniristica CityLife (nella foto sopra), riportate a nuova vita. Così cambia e si trasforma la città.
2 SPAZIO ALL’ARTE Tra aperture di gallerie, spazi istituzionali rinnovati e una pioggia di grandi mostre, a Milano si respira aria nuova anche nel mondo dell’arte (nella foto a sinistra, la Fondazione Prada). Che la capitale del design e della moda sia alla ricerca di un altro primato?
GIOVANNI TAGINI / DOVE, BRESCIA/AMISANO © TEATRO ALLA SCALA, GIANLUCA DI IOIA / LA TRIENNALE DI MILANO
4 UNA METROPOLI DA VIVERE
Turismo esperienziale a Milano? La città ha molto da offrire: una passeggiata in quota con vista sulle guglie del Duomo, la colazione in un caffè storico, una serata speciale al Teatro alla Scala (nella foto sopra) e tanto altro.
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3 A TAVOLA I milanesi amano le novità e sono sempre pronti ad abbracciare le ultime tendenze, anche a tavola. Cene in terrazza con vista sullo skyline, locali aperti da mattina a sera, ristoranti salutisti, alta cucina in versione bistrot (nella foto qui sotto, il ristorante Sine) sono le mode del momento.
5 ANDAR PER BOTTEGHE Suona quasi paradossale, ma la città che è riuscita a trasformare la serialità in valore sta riscoprendo il piacere del fatto-amano, il fascino del pezzo unico ed esclusivo. Così, cambiano le rotte dello shopping e, lontano dalle vetrine delle griffe, si va alla ricerca di artigiani e atelier (nella foto a destra, Paolo Girotto nel suo laboratorio di cornici).
6 LE VIE DEL DESIGN Molte novità per la Design Week milanese (dal 9 al 14 aprile), dal nuovo Museo permanente del design italiano alla XXII Esposizione della Triennale appena inaugurata (nella foto a sinistra). Percorsi alla scoperta di una città creativa sempre più allargata. 11
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NUOVE
PROSPETTIVE di C laudio a gostoni foto di g iovanni t agini
1 | La Torre Diamante, nel nuovo centro direzionale di Porta Nuova, vista dal pronao della chiesa di San Gioachimo (fine XIX secolo). 12
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LE IDEE NASCONO QUI
Tante città in una. Che si scoprono cambiando quartiere, ora del giorno, stagione. Dalla balera al grattacielo, dal centro aperto al mondo alla periferia con l’anima
È
una delle città più interessanti al mondo”, dichiara l’architetto Stefano Boeri, classe 1956, presidente della Triennale, firma di uno dei grattacieli più celebrati al mondo, il Bosco verticale di zona Porta Nuova. “Dal dopoguerra continua a cambiare. Oggi è il centro italiano più aperto all’innovazione”. Lodi di un innamorato? No, un dato di fatto. Per l’ICity Rate 2018, rapporto annuale del Forum delle pubbliche amministrazioni, questa è “la città più smart d’Italia”. Aggiornata, connessa, un laboratorio di soluzioni. Per il quinto anno consecutivo. Milano “al centro di un’entusiasmante rinascita”, secondo la rivista inglese Wallpaper, che le ha assegna l’Award 2019 per il design. Milano, circa 120 metri sul livello del mare, che si candida a sede delle Olimpiadi invernali del 2026 insieme alla veneta Cortina (40 mila persone di passaggio in città ogni giorno dell’evento, secondo il dossier allegato alla candidatura). O finisce per la prima volta in cima alla classifica della qualità della vita de Il Sole 24 Ore. Grazie al livello dei redditi e dell’occupazione, certo. Ma anche per i servizi, la spesa per la cultura, l’uso democratico delle nuove tecnologie. Come a dire che qui si vive bene perché si produce e si lavora al meglio. Ma è vero anche il contrario.
UN NUOVO SKYLINE
Innovazioni, idee. Ci sono quelle immateriali e quelle in vetro e cemento. Tra le prime, Urbi, portale ideato dal milanese Emiliano Saurin che riunisce in una mappa i servizi della nuova mobilità, da Car2Go a Enjoy. O 30-day Fitness, famiglia di app per allenarsi, prodotto di punta di Bending Spoons, software house di corso Como, età media degli impiegati 28 anni, le cui applicazioni sono fra le più scaricate dall’App store. O, ancora, piccole grandi idee come un nuovo servizio sul territorio urbano per i clienti Telepass: il lavaggio dell’auto o della moto parcheggiata mentre si va a fare shopping o dal parrucchiere, da prenotare e pagare con l’App Telepass Pay. Le seconde, le idee da vedere e toccare sono, di solito, verticali. I 231 metri della Torre Unicredit, fulcro del Progetto Porta Nuova, firmata da César Pelli nel 2014 e grattacielo più alto d’Italia, nonché nuovo marchio plastico della città. La Torre Solaria, poco lontano, l’edificio residenziale più alto del Paese. I tre grattacieli firmati da Arata Isozaki, Zaha Hadid e Daniel Libeskind (il suo Curvo sarà pronto nel 2020) nell’ambito della riqualificazione dell’ex Fiera in area Portello, quella CityLife destinata a essere la più vasta zona pedonale in città. Ma anche una selva di altre torri prossime venture. Un progetto di Maurice Kanah (BG&K Associati) ricaverà dalla Torre Galfa, vicino alla Stazione 14
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1 | La Torre Hadid - tra i simboli di CityLife, progetto di riqualificazione dell’ex Fiera di Portello - e Coloris, scultura di Pascale Marthine Tayou (2018). 2 | Una veduta aerea della Biblioteca degli alberi e di piazza Gae Aulenti. 3 | L’area coworking di BASE Milano, nelle ex officine Ansaldo di zona Tortona.
LUCA CONDORELLI
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Dalla Torre Unicredit al Diamante, fino al “Curvo” di Daniel Libeskind, quasi pronto a CityLife, Milano è sempre più una città verticale
Centrale, un albergo, appartamenti e negozi. In via Melchiorre Gioia, al posto della Torre Inps, sorgerà entro il 2020 Gioia 22, 30 piani firmati Pelli Clarke Pelli Architects che si allargano verso l’alto. Sarà pronto in estate Giardini d’inverno, in via Pirelli, 15 piani di superlusso residenziale con 110 serre su balconi e terrazze. Peter Pichler, classe 1982, eletto “giovane talento dell’architettura italiana” dal Consiglio nazionale degli architetti, si è stabilito a Milano cedendo al richiamo di una città “internazionale e ricca di ispirazioni”. “Non so se tra questi edifici c’è il nuovo grattacielo Pirelli (progettato da Giò Ponti nel 1950 e, per 35 anni, edificio più alto d’Italia, ndr)”, commenta. “Ma progetti come CityLife o Porta Nuova hanno importanti qualità urbane. Pensiamo alla connessione tra piazza Gae Aulenti e corso Como: la dimostrazione di un masterplan funzionale. Senza vita e cultura il progetto, nell’insieme, non funziona”.
ORTI E FORESTE: LA CITTÀ GREEN
Lo skyline di Porta Nuova dalle vetrate del Radio Rooftop Bar, lounge al decimo piano dell’hotel ME Milan Il Duca. Pagina a lato, l’East Market, in un ex magazzino di via Mecenate. 16
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Nuove torri d’acciaio come simbolo della città. Ma solo se inserite in un contesto organico, attento al sociale e all’ambiente. Per questo a CityLife sono sorti anche un parco con orti urbani, una cava verde per tirare di golf e un’area giochi. E la Torre Unicredit oggi si specchia nel laghetto della Biblioteca degli alberi: 135 mila piante di cento specie e 500 alberi, 9,5 ettari di verde
LUDI STUDIO
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sempre aperto alla città. Nuovo verde e verde rinato. Come l’Orto botanico di Brera, restituito alla fruizione della città dopo una riqualificazione, per renderlo più funzionale, con l’aggiunta di una Vasca dei pensieri per riflettere e riposare. Sbocciano i “giardini condivisi”. “Nuovi centri pulsanti dei quartieri”, racconta l’assessore all’urbanistica Pierfrancesco Maran. “Nati grazie all’impegno di associazioni, cittadini e municipi, spesso in aree abbandonate o inutilizzate”. Se all’Isola, di fianco alla stazione di Porta Garibaldi, c’è l’Isola Pepe verde, sede anche di un popolare mercatino dell’usato, alla Barona, periferia sud-ovest, il Giardino nascosto offre un labirinto sensoriale per i bambini o come terapia per l’Alzheimer. Mentre all’orizzonte si profilano - è già partito il concorso - i progetti per rilanciare gli scali ferroviari dismessi di Milano: oltre 675 mila metri quadri da reinventare. Anche all’insegna del verde. Intanto City Sightseeing sta sperimentando qui il suo primo mezzo elettrico: perfino i bus scoperti per il tour della città diventano green (city-sightseeing.it). Lo spunto perfetto per parlare di un altro sfizio che Milano si sta togliendo: i turisti. Il 2018 ha visto oltre sei milioni di visitatori da tutto il mondo secondo dati del Comune, quasi il dieci per cento in più del 2017. In principio sono arrivati per Expo 2015 e, adesso, sono una presenza consueta. Crescono i giovani: quasi un terzo degli arrivi hanno dai 19 ai 30 anni. Molti vengono per 17
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La vera vocazione della città? Mettere in contatto le persone. Dagli spazi per il coworking alle nuove agorà di quartiere restare. Grazie alle università top (il Politecnico è nel 2018, per la quarta volta, nel QsWorldUniversityRankings, il migliore ateneo italiano), alle startup (secondo il Ministero dello sviluppo economico, la provincia ha il record di nuove aziende innovative, il 16,8 per cento del totale), alle multinazionali tecnologiche che hanno stabilito qui i loro quartier generali, da Google a Facebook, da Microsoft a Ibm, che, a giugno, inaugurerà nell’ex Unicredit Pavilion di piazza Gae Aulenti i suoi Studios, uno spazio di ricerca e innovazione digitale. Ad attrarre è anche un’altra storica vocazione locale: la capacità di far incontrare.
SPAZIO ALLA CONDIVISIONE
Ci si incontra seguendo l’ultima moda urbana. Come gli ostelli di nuova generazione, per esempio l’Ostello Bello (una sede in Duomo, un’altra vicino alla Stazione Centrale) dove si propongono bookcrossing e attività culturali quotidiane gratuite. Ci si ritrova con i sempre nuovi eventi a tema. Formato weekend come MuseoCity a marzo, PianoCity a maggio, BookCity a novembre. O settimanale, dalla storica Fashion Week alla Design Week e all’ArtWeek di aprile. Ci si incrocia in nuovi luoghi mutanti e inclassificabili. A BASE Milano, progetto di recupero dell’ex Ansaldo, si va per studiare o chiacchierare? “La giornata inizia alle nove tra universitari e professionisti che condividono il wi-fi e il bar, incrociando i creativi delle nostre residenze d’artista. Il pomeriggio arrivano i liceali. Ci sono gli spazi per aziende. quelli in partnership con gli atenei e alcuni veri laboratori artigiani”, racconta Giulia Cugnasca, responsabile della programmazione della struttura di via Tortona. Al Meet, primo centro internazionale per la cultura digitale in Italia, nell’ex Spazio Oberdan, zona Porta Venezia, ecco incontri, mostre e corsi. La nuova “piazza” può essere griffata. Come quella del Liberty, vicino al Duomo, rielaborata dall’archistar britannica Norman Foster per lo scenografico Apple store. O soprelevata, nell’ennesima terrazza da cui godersi il nuovo orizzonte cittadino. Come il Radio Rooftop Bar, elegante lounge al decimo piano dell’Hotel ME Milan Il Duca: da una parte il verde di piazza della Repubblica, dall’altra le guglie di vetro di Porta Nuova. Ci si ritrova nei bike café, come l’Upcycle a Lambrate, base per chi pedala. Milano, del resto, secondo il rapporto Focus 2 Ruote 2018 di Legambiente è prima in Italia per il bike sharing (oltre 16.600 mezzi, 1.343 dei quali elettric, e più di 250 mila abbonati), quarta per servizi e incentivi alle due ruote a pedali o motore. O, ancora, ci si incontra nel nome di un altro elemento chiave del “rinascimento milanese”: il quartiere.
LA RINASCITA DELLE PERIFERIE
Un paradosso: nella città dalla pianta radiale e concentrica per eccellenza, nuovi poli generatori di cultura ed energia sociale sorgono sempre più lontani dal Duomo. C’è il caso di NoLo, nel primo tratto di via Padova, zona 18
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L’Upcycle Cafè, rifugio dei ciclisti urbani di Lambrate, è ciclofficina e bistrot. Secondo Legambiente, Milano è la capitale italiana del bike sharing. per numero di mezzi a disposizione e di abbonati. Pagina a lato, lo shopping center sotterraneo di CityLife.
LA FAVOLA DI NOLO Via Padova: quattro chilometri e mezzo di colori, odori ed etnie diverse che si allungano da piazzale Loreto verso nordest. Un laboratorio sociale, tra bar di quartiere dove ora si parla solo cinese e caseggiati dove i migranti dal sud del mondo si sono sostituiti a quelli del sud Italia. Eppure è qui, dove il tasso di criminalità e di tensione sociale è ancora alto, tra ristorantini di ceviche e macellerie magrebine, che è scoppiata la favola di Nolo, quel North of Loreto (l’acronimo è attribuito da Il Sole 24 Ore al designer Francesco Cavalli) dove la reazione alla marginalità è partita dai locali, senza progetti pubblici o restyling di grido. Per poi diventare tendenza con gli strumenti della fantasia e del web, coinvolgendo i creativi e le famiglie giovani che arrivano qui in cerca di rapporti, e affitti, più umani. Luoghi simbolo? La birreria Ghe Pensi Mi, in piazza Morbegno (la San Babila di Nolo), con le sue serate di cabaret, il Cinema Beltrade che resiste con i suoi film d’essai, o La Salumeria del Design. “Come associazione e studio di design siamo qui dal 2014, da meno di due anni siamo anche bar”, racconta Giulia Durante, designer e socio fondatore. “Da noi, grafici e
artigiani lavorano e macinano idee, ma si può anche venire per degustare prodotti genuini e sempre freschi”. Tutto collaborando con il quartiere. È la Salumeria che ha lanciato Le pulci pettinate, mercatino degli artigiani di zona. Via Padova 36 è invece il progetto di housing sociale che ha recuperato uno stabile d’epoca, oggi casa per 44 famiglie e diverse coop sociali. Al piano terra, un negozio di abbigliamento di seconda mano di qualità e lo spaccio di un’innovativa capsula di caffè del commercio equo e solidale completamente riciclabile. Il resto l’ha fatto il Nolo Social District, gruppo di aggregazione che dalla sua vetrina su Facebook coordina Radio Nolo, il gruppo di fotografia PhotoNolo e molte altre cose. Matteo Speroni, giornalista, autore di romanzi ambientati nella zona - come I diavoli di via Padova (Cooper, 2010) -, è convinto che qui non possa avvenire una gentrificazione: “Si sono formate radici veramente profonde: è un quartiere popolare che ha stratificato i propri abitanti da più di un secolo. Hanno saputo sovrapporsi gli uni agli altri, diventando un ottimo modello sociale di laboriosa convivenza”.
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La fontana davanti all’Apple Store di piazza del Liberty. In città hanno voluto ultimamente un nuovo quartier generale brand come Google, Facebook e Microsoft.
HOTEL LABORATORIO Ci sono anche i nuovi hotel che, a Milano, misurano la febbre di sperimentare e contaminare. L’NH Milano Palazzo Moscova ha aperto l’autunno scorso in quella che fu la prima stazione ferroviaria milanese, serbandone dettagli e atmosfere: le 65 camere e la Spa sono nell’ex magazzino e nell’officina. Piccolo è bello: ha solo 18 camere Savona 18 Suites, hotel e galleria d’arte disegnato da Aldo Cibic che riutilizza balconi e cortili di una casa di ringhiera tra i Navigli e Tortona. La Locanda Pandenus, nel cuore della vecchia Brera, è invece un boutique hotel di quattro eleganti camere dove ci si sveglia con gli aromi del forno. È infatti l’esperimento nell’hôtellerie dell’omonima catena milanese di caffetterie e bistrot, uno dei quali si trova proprio sotto l’albergo. Il VIU Hotel, zona Porta Volta, tra ex fabbriche e case popolari, ha aperto nel 2017, ma non poteva non essere citato qui: quando Wallpaper ha eletto Milano Città del design pensava anche a questa struttura dagli arredi firmati, giardino verticale in facciata e, sul tetto, una piscina con vista a 360 gradi sulla città. Fra le novità a venire, invece, un boutique hotel del brand Ferragamo nell’ex Seminario Arcivescovile (il via libera dal Comune è arrivato in dicembre) e un enorme Sheraton San Siro, con Suite presidenziale.
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multietnica e da sempre problematica in piena rinascita (vedere il riquadro alla pagina precedente). E quello di via Mecenate, estremo est, rivitalizzata dall’East Market, dove chiunque può scambiare ogni tipo di merce. Ospitato in un vecchio magazzino, l’appuntamento, fin dalla sua comparsa, cambia periodicamente le giornate e i percorsi di centinaia di persone. E dopo le contrattazioni si mangia street food (prossime date su eastmarketmilano.com). All’Ortica, sempre sul fronte orientale, le balere del liscio, oggi anche con corsi di lindy hop o boogie wooogie, sono così rétro da essere tornate una tendenza, specie dopo la riapertura della storica Balera dell’Ortica. In zona sono spuntate inoltre 20 opere d’arte urbana tra le più grandi in Italia. Un progetto dell’associazione Orme e del collettivo Orticanoodles per raccontare il Novecento milanese, dal partigiano su un muro scrostato al ritratto del Cardinal Ferrari (fu arcivescovo di Milano dal 1894 al 1921). “Di solito lavoriamo su non luoghi come i muri delle ferrovie”, spiega Walter Contipelli di Orticanoodles, “ma qui sono i proprietari che chiedono di colorare le case: un modo per riappropriarsi del quartiere”. Altri luoghi rinati? Bicocca, intorno al campus universitario. Isola, benedetta dal Fuorisalone, dalla sede di Google e da nuovi locali d’ogni genere. Anche Stefano Boeri crede nelle periferie. “Ma servono progetti insieme edilizi e culturali, che coinvolgano uomo e natura. Il Bosco Verticale è stato un esperimento, ha richiesto grandi investimenti nella ricerca. Ma proprio perché è stato possibile dare vita a quel format si può pensare oggi di replicarlo a basso costo, nell’edilizia sociale”. Portare le torri, insegne dei primati milanesi, oltre la circonvallazione esterna. E il cerchio si chiude.
LE IDEE NASCONO QUI
Le nostre scelte Dormire 1 NH MILANO PALAZZO MOSCOVA
Nella vecchia stazione, memorie, benessere e aree business. Divertenti le camere a due livelli, con mezzanino Indirizzo: viale Monte Grappa 12 | Tel. 02.29.06.03.12 Web: nh-hotels.it | Prezzi: doppia b&b da 52 a 276 € 2 VIA SAVONA 18 SUITES
Il massimo? Le Suite Savona view nei giorni del Salone Indirizzo: via Savona 18 | Tel. 02.25.55.201 Web: savona18suites.it | Prezzi: doppia da 191 a 355 € 3 LOCANDA PANDENUS
Hotel di charme e caffetteria a Brera. Camere in diversi stili; romantica la “doppia francese” Madonnina Indirizzo: via Mercato 24 | Cell. 348.25.47.803 Web: pandenus.it | Prezzi: doppia b&b da 250 a 350 € 4 VIU HOTEL MILAN
Non solo albergo. Qui si viene per gli aperitivi in terrazza a bordo piscina e i menu dello stellato Giancarlo Morelli Indirizzo: via Fioravanti 6 | Tel. 02.80.01.09.10 Web: hotelviumilan.com | Prezzi: doppia da 288 a 360 € 5 OSTELLO BELLO
Scegliete le doppie private, con servizi Indirizzo: via Medici 4 | Tel. 02.36.58.27.20 Web: ostellobello.com | Prezzi: doppia da 103 a 114 €
Mangiare 6 UPCYCLE CAFÉ
Cucina nordica, ciclofficina: un altro modo per darsi appuntamento a Milano | Indirizzo: via Ampère 59 Tel. 02.83.42.82.68 | Web: upcyclecafe.it 7 BIRRERIA GHE PENSI MI
A NoLo, birre, cocktail, taglieri, musica e cabaret. Meglio prenotare | Indirizzo: piazza Morbegno 2 Cell. 351.97.44.469 | Prezzi: tagliere e birra da 8 €
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8 RADIO ROOFTOP BAR
Lounge con vista skyline. Specialità: tapas Indirizzo: via Marco Polo 18 | Web: radiorooftp.com Tel. 02.84.22.01.09
Comprare 9 APPLE STORE
Il negozio icona | Indirizzo: piazza del Liberty 1 | Tel. 02.30.30.24.00 | Web: apple.com/it/retail/piazzaliberty 10 EAST MARKET
Mercatino e street food | Indirizzo: via Mecenate 84 Web: eastmarketmilano.com
Visitare 11 ORTO BOTANICO DI BRERA
La nuova Vasca dei pensieri: uno spazio per riposare e riflettere | Indirizzo: via Brera 28 | Web: ortibotanici. unimi.it 12 COPERNICO
Uffici, caffè, spazi per incontri | Indirizzo: via Copernico 38 | Web: copernicomilano.it 13 BASE MILANO
Un luogo mutante: postazioni di coworking, laboratori, bar | Indirizzo: via Bergognone 34 | Web: base.milano.it 14 MEET
Il primo centro in Italia di sviluppo della cultura digitale Indirizzo: via R. Lambruschini 7 | Web: meetcenter.it 15 SALUMERIA DEL DESIGN
Associazione culturale, studio di design, bar Indirizzo: via Stazio 18 | Web: salumeriadeldesign.com Fotografa il QR e scarica sul tuo smartphone queste informazioni utili
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La Fondazione XXXXXXXXXXX Prada, “cittadella dell’arte” in un ‘ex distilleria allo scalo di Porta Romana, ristrutturata tra il 2008 e il 2018. Nella collezione ci sono opere di Jeff Koons e Damien Hirst, fra i tanti.
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TEMPI di C hia r a P a squaletti J ohnson foto di G iovan n i t aGi n i
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In nuovi spazi pubblici e privati. Nei musei storici e sui muri di periferia. O nelle sedi di un calendario di eventi sempre più ricco. Cronache della nascita di una art city che prima non c’era
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assati i tempi in cui Milano si accontentava del titolo di capitale della moda e del design. La città, si sa, non manca d’ambizione e così, dopo il primato conquistato anche nel mondo del food grazie a Expo 2015, ora sembra che abbia tutte le intenzioni di candidarsi pure come protagonista del mondo dell’arte. Tra aperture di gallerie, rinnovamento di spazi istituzionali e una pioggia di grandi mostre, l’aria di rinascita si respira ovunque. Merito della capacità rigenerativa di una città che, anche nell’arte, ha saputo creare una rivoluzione partendo dalle sue fondamenta. Abbracciando il futuro, senza rinnegare il passato. È quello che sta succedendo alla Pinacoteca di Brera, che da un paio d’anni scala la graduatoria dei musei più visitati d’Italia (è ottava, ma a Milano si posiziona subito sotto il Cenacolo), con una media di mille visitatori al giorno che nelle domeniche a ingresso libero schizzano a 4.500. “Milano in questo momento è in piena crescita ed è in grado di prendere il suo posto sul palcoscenico internazionale”, assicura James Bradburne, il direttore anglocanadese arrivato nel 2015 da Firenze per risollevare le sorti di un museo che non riusciva a decollare, nonostante una collezione ricchissima di capolavori. Basti pensare a opere come il Cristo morto di Mantegna o la Cena in Emmaus di Caravaggio, che da sole valgono il prezzo del biglietto. Il rilancio è partito da un nuovo allestimento, concluso a ottobre, basato su grandi didascalie (di tre tipi: per i bambini, firmate da scrittori famosi e curatoriali) e pareti color amaranto e blu lapis che esaltano gli ori dei polittici medievali e i gioielli della pinacoteca, dallo Sposalizio della Vergine di Raffaello a Il bacio di Hayez, fino alla Pala Montefeltro, illuminata dalla lampada Brera di Achille Castiglioni, ispirata proprio all’uovo dell’opera di Piero della Francesca. Ma anche dall’introdu-
Il bar del Ristorante Torre, al sesto e settimo piano della Fondazione Prada. Pagina a lato, nelle sale del Mudec, Museo delle culture aperto nel 2014 in zona Tortona.
zione di orari flessibili (“Brera di sera”, ogni primo giovedì del mese fino alle 22, biglietto 2 €), da iniziative speciali, come i concerti davanti ai capolavori (“Brera/musica” ogni terzo giovedì del mese, 3 €) e, non ultimo, dall’apertura, come in tutti i grandi musei internazionali, di uno spazio caffetteria, il Caffè Fernanda, un salotto color ottanio dedicato a Fernanda Wittgens, direttrice della Pinacoteca negli anni Quaranta, la prima donna con questo incarico in Italia. La prossima sfida sarà l’apertura di Palazzo Citterio, dove l’anno prossimo inaugurerà Brera Modern, dedicata alle collezioni d’arte moderna, con opere di grandi maestri, da Boccioni a Modigliani.
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UNA STAGIONE DI GRANDI MOSTRE
Anche sul fronte delle grandi mostre Milano ha tirato fuori le unghie. Palazzo Reale è entrato nella lista dei cento musei più visitati al mondo. “Questo dimostra che la città è sempre più attrattiva, non solo per il Duomo o il Castello, ma anche per le proposte espositive”, ha commentato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno. Dopo le rassegne su Antonello da Messina (fino al 2 giugno) e Ingres (fino al 23 giugno), dal 19 giugno arriva I Preraffaelliti e l’Italia, con i capolavori della collezione della Tate Britain di Londra; il 25 settembre aprirà la grande antologica su Giorgio de Chirico, il padre della Metafisica, mentre a novembre sarà la volta di Emilio Vedova. A queste proposte mainstream fanno da corollario quelle del vicino Museo del Novecento, dove vale la pena di entrare anche solo per ammirare lo spettacolo del Duomo visto attraverso le vetrate della sala dedicata a Fontana, protagonista anche della mostra temporanea che lo mette a confronto con Leonardo (fino al 15 settembre).
CACCIA AI TESORI Ci sono gioielli nascosti a Milano? E dove cercarli? A guidare l’insolita caccia al tesoro tra musei e fondazioni, è uno straniero curioso e ben informato, il direttore della Pinacoteca di Brera, James Bradburne. Da dove si parte? “Dal Museo della Scienza e della Tecnologia, dove ammirare il San Rocco di Bernardino Luini e altre opere del pittore rinascimentale esposte in occasione del cinquecentenario di Leonardo da Vinci” (museoscienza.org). Da non perdere il Museo Poldi Pezzoli (museopoldipezzoli.it): “qui, suggerisco di cercare l’Autoritratto di Francesco Hayez, per farsi un’idea della brillantezza di questo pittore come artista contemporaneo”. Nella Casa museo Bagatti Valsecchi (museobagattivalsecchi.org), tra tante meraviglie, Bradburne indica “un piatto di Faenza, esposto su una cassapanca nella sala dell’Affresco: un piccolo capolavoro”. Mentre alla Pinacoteca Ambrosiana (ambrosiana.it) il pezzo da cercare è la Madonna col bambino e tre angeli, nota come Madonna del Padiglione, di Botticelli. Per finire, una tappa nel museo a cielo aperto di Milano, “il Cimitero Monumentale, in particolare per la Cappella Korner firmata da Adolfo Wildt”.
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1 | Il collettivo Orticanoodles davanti a una loro opera nel quartiere Ortica. 2 | Pirelli HangarBicocca, nella periferia nord. 3 | Giuseppe Verdi su un murale in via Pio IV, vicino alle Colonne di San Lorenzo.
STRADE A COLORI A Milano l’arte dilaga oltre i confini istituzionali per entrare nei locali, negli hotel e, soprattutto, nelle strade. La si trova sempre dietro l’angolo, basta alzare gli occhi. Sui muri accanto alla basilica di San Lorenzo un gruppo di street artist ha ritratto i protagonisti della storia milanese, da Leonardo a Giuseppe Verdi, mentre in piazza Cardinal Ferrari ci sono tre enormi murales firmati da superstar come Pao, Ivan Tresoldi e gli Orticanoodles. Anche le fermate del passante ferroviario ospitano un museo alternativo, tappezzato dai murales mappati su artepassante.it. Per orientarsi in questa geografia che cambia di giorno in giorno, è nato il Maua, il primo Museo italiano di arte urbana aumentata, la più grande mappatura cittadina di street art con 218 opere fotografate, dal Giambellino al Corvetto, da Niguarda alla Bovisa (streetartfactory.eu).
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Poi ci sono le aperture di nuovi spazi espositivi, pubblici e privati. A partire dal Mudec, il Museo delle Culture inaugurato nel 2015 in zona Tortona e ormai entrato a pieno titolo tra i più amati dai milanesi (e no). Dopo la mostra su Banksy (fino al 14 aprile), a maggio arriva Roy Lichtenstein, mentre a ottobre inaugura Sogni d’oriente. Monet, Van Gogh, Gauguin, gli italiani e il Giappone. Nello spettacolare edificio progettato da David Chipperfield non si va solo per le mostre: ci si ferma a lungo nell’atrio per fotografare la luce bianca che filtra dalle vetrate, si fa un salto al Mudec Photo, il nuovo settore dedicato alla fotografia, poi si sale al terzo piano per concedersi un pranzo al ristorante dello chef Enrico Bartolini, due stelle Michelin. L’abbinamento cibo-musei è un trend globale che ha investito anche Milano. Alle Gallerie d’Italia, scrigno delle collezioni della Fondazione Intesa Sanpaolo, in piazza della Scala, Alessandro Negrini e Fabio Pisani, chef del bistellato Luogo di Aimo e Nadia, hanno aperto Vòce, elegante indirizzo per un business lunch con piatti a tema con le mostre in corso. È anche un’ottima scusa per passare qualche ora tra gli stucchi e i capolavori di Hayez, Segantini e Boccioni esposti nel palazzo ottocentesco che, da ottobre, ospita la mostraevento Canova-Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna.
IL BELLO DEL MODELLO AMBROSIANO
La vitalità culturale della città trova alimento nel cosiddetto “modello Milano”, basato sulla collaborazione virtuosa tra pubblico e privato. Non è un caso che molti dei contenitori d’arte nati negli ultimi anni abbiano visto la luce grazie a fondazioni private. Attraverso progetti, oltretutto, che in molti casi hanno cambiato il volto di aree un tempo degradate. Capofila sono stati i grandi stilisti come Giorgio Armani, con il Silos progettato da Tadao Ando nell’ex stabilimento Nestlé di via Bergognone, e Miuccia Prada, che ha fatto della sua Fondazione uno dei nuovi poli del contemporaneo milanese. L’ex distilleria allo scalo di Porta Romana è ormai una “cittadella dell’arte”, affiancata
L'ARTE AIUTA A PENSARE
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È nato nel 2017 il Maua, portale web per mappare la street art milanese. Che oggi è in pieno boom da una dépendance aperta lo scorso dicembre nella centralissima Galleria Vittorio Emanuele: l’Osservatorio, dedicato alla fotografia. In largo Isarco, accanto alle aree espositive che dal 6 aprile saranno invase dai video immersivi di Lizzie Fitch e Ryan Trecartin (fino al 5 agosto), un anno fa si è aggiunta la Torre che ospita un ristorante dove la vista è appagata non solo dalla spettacolare vetrata panoramica, ma da opere di Jeff Koons e Lucio Fontana. La Torre ospita il progetto Atlas, con lavori di Carla Accardi, Mona Hatoum e Walter De Maria, oltre ai giganteschi funghi capovolti di Carsten Höller, una delle opere più instagrammate di Milano. È a prova di selfie anche lo spettacolare Pirelli HangarBicocca che, da oltre dieci anni, propone mostre gratuite di altissimo livello. Nelle navate extralarge degli ex stabilimenti Breda, dominate dall’installazione permanente dei Sette palazzi celesti di Anselm Kiefer, sono in arrivo i lavori dell’artista indiana Sheela Gowda (dal 4 aprile al 15 settembre) e, in autunno, le opere di Cerith Wyn Evans, che esplorano le potenzialità espressive della luce e del suono. L’ultima novità si chiama Ica Milano, Istituto Contemporaneo per le Arti, uno spazio no profit appena inaugurato tra i muri ruvidi di una fabbrica dismessa degli anni Trenta, nell’ex area industriale di via Orobia. Una cornice perfetta per opere site specific, performance, proiezioni e conferenze. Ha scelto zona Sarpi, la Chinatown milanese, Finarte, prestigiosa casa d’aste, per la sua nuova sede aperta da poche settimane negli ambienti ristrutturati dello storico ex cinema teatro Aurora: mille metri quadrati di superficie fra sala vendite, caveau e spazi espositivi che nascono con la vocazione ad aprirsi alla città (finarte.it). Nascosta tra le mura rinascimentali di Casa Parravicini, un palazzo antico a due passi da piazza San Babila, la Fondazione Carriero sta cominciando a con-
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I “ristoranti da museo”, magari stellati, sono una delle nuove attrattive dei luoghi della cultura cittadini
Il Caffè Fernanda, salotto color ottanio aperto a gennaio nella Pinacoteca di Brera, accanto alle tele di Mantegna e Bronzino. In alto, riproduzioni di opere di Margherita Sarfatti sulle finestre di Palazzo Reale.
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tendere la scena ai big, con nomi del calibro di Sol Lewitt, Giulio Paolini e, fino al 21 luglio, Lygia Pape. “È giusto che chi ha le possibilità provi a creare spazi culturali per la città, per tenere viva la sua bellezza. Milano sta vivendo una rinascita culturale e noi vogliamo fare la nostra parte”, ha dichiarato Giorgio Carriero, imprenditore e anima della fondazione. C’è anche chi si dedica ai giovani artisti, come la Fondazione Adolfo Pini, che li promuove e ospita mostre (il 1° aprile inaugura quella di Carlos Amorales) e cicli di incontri. Se fino a qualche anno fa le gallerie d’arte cittadine erano templi riservati a pochi eletti, ora anche qui le inaugurazioni attirano un pubblico sempre più eterogeneo. Lia Rumma merita una visita anche solo per l’edificio che la ospita, una versione in piccolo del New Museum di New York, in zona Cenisio. Per un’esperienza più informale basta attraversare la strada ed entrare in quelli che erano gli spazi della galleria Peep-Hole presso la leggendaria Fonderia Artistica Battaglia, dove qualche mese fa ha aperto Kura, con un programma espositivo dedicato agli artisti nati negli anni Ottanta. Chi cerca un contatto più ravvicinato con l’arte lo trova a Viasaterna, la galleria di Irene Crocco allestita nelle stanze del suo elegante appartamento di fine Ottocento affacciato su un giardino segreto in zona Cadorna, dove gli artisti internazionali hanno trovato un ambiente ideale per raccontarsi e confrontarsi. A conferma della vivacità della scena artistica milanese, proprio in questi giorni (1-7 aprile), eventi diffusi e aperture speciali di mostre e spazi espositivi in tutta la città animano la Milano Art Week, che precede e accompagna MiArt, fiera internazionale d’arte contemporanea (a Fieramilanocity, 3-7 aprile). Così come non è un caso che sia proprio il capoluogo lombardo a ospitare l’edizione italiana di Affordable Art Fair, network internazionale che, da Londra a New York, da Melbourne a Hong Kong, promuove l’arte contemporanea a prezzi accessibili (affordable, appunto). Perché, come diceva Oscar Wilde, “si può esistere senza arte, ma senza di essa non si può vivere”.
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Le nostre scelte Visitare 1 PINACOTECA DI BRERA
Il nuovo allestimento esalta i capolavori della collezione. All’interno, il Caffè Fernanda Indirizzo: via Brera 28 Web: pinacotecabrera.org | Tel. 02.72.26.32.64 2 PALAZZO REALE
Le mostre più prestigiose vanno in scena qui Indirizzo: piazza del Duomo 12 Web: palazzorealemilano.it 3 MUSEO DEL NOVECENTO
Imperdibile la sala dedicata a Lucio Fontana, con vista sul Duomo | Indirizzo: palazzo dell’Arengario, via Marconi 1 | Web: museodelnovecento.org 4 MUDEC
Da visitare, oltre che per le collezioni, per l’architettura firmata David Chipperfield. All’interno, il ristorante dello stellato Enrico Bartolini Indirizzo: via Tortona 56 | Web: mudec.it; enricobartolini.net
CESARE MAIOCCHI, ANDREA ROSSI / PHOTOROUGE.it
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Capolavori dell’Otto-Novecento, da Hayez a Boccioni. All’interno, il ristorante Vòce Aimo e Nadia Indirizzo: piazza della Scala 6 Web:gallerieditalia.com; voceaimoenadia.com 6 SILOS ARMANI
Per ammirare mostre temporanee e le creazioni dello stilista realizzate in quarant’anni di carriera Indirizzo: via Bergognone 40 Web: armani.com/silos/it
ristorante Torre | Indirizzo: largo Isarco 2 Web: fondazioneprada.org 8 PIRELLI HANGARBICOCCA
Negli ex stabilimenti della Breda. Qui passano i grandi nomi dell’arte contemporanea Indirizzo: via Chiese 2 | Web: hangarbicocca.org 9 FONDAZIONE CARRIERO
Un luogo di promozione dell’arte più innovativa Indirizzo: via Cino del Duca 4 Web: fondazionecarriero.org 10 FONDAZIONE ADOLFO PINI
Fra i suoi obiettivi, il sostegno ai giovani artisti Indirizzo: corso Garibaldi 2 Web: fondazionepini.net 11 ICA MILANO
Opere site specific e performance in una fabbrica dismessa degli anni Trenta | Indirizzo: via Orobia 26 Web: icamilano.it 12 LIA RUMMA
La “casa” di una delle galleriste più famose al mondo merita la visita anche per l’edificio che la ospita Indirizzo: via Stilicone 19 | Web: liarumma.it 13 KURA
Negli spazi della mitica Fonderia artistica Battaglia Indirizzo: via Stilicone 10 | Web: k-u-r-a.it
Un momento di Miart, fiera milanese dell’arte moderna e contemporanea: quest’anno dal 5 al 7 aprile presso la Fiera di Milano.
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La galleria di Irene Crocco, nelle stanze del suo appartamento di fine Ottocento | Indirizzo: via Leopardi 32 | Web: viasaterna.com
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Una cittadella dell’arte dedicata al contemporaneo. Al sesto e settimo piano, da non perdere una cena al
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Il “tavolo degli amici”, che lo chef Giancarlo Morelli ha collocato nella cucina del suo ristorante all’interno 33 DOVE dell’Hotel Viu.
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I ristoranti salutisti, i pranzi stellati a prezzi da bistrot, le sedute conviviali, le cene in terrazza, i locali da-mattina-a-sera, i nuovi food district. Ecco gli indirizzi scelti da Dove per le tendenze emergenti della gastronomia milanese
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l light lunch del lunedì per ripartire, l’aperitivo, il pranzo di lavoro e la cena del giovedì prima che tutti scappino dalla città. Chi resta, il venerdì sera va a provare il nuovo indirizzo di cui tutti parlano. E la domenica brunch. È fitta e varia l’agenda gastronomica dei milanesi, pronti all’ultima novità, ma anche a riconoscersi nei riti urbani di sempre, perennemente in bilico sul confine tra business e tempo libero, notte e giorno, amici e colleghi, privacy e socialità. Con a disposizione una città consacrata, ormai dai tempi di Expo 2015, a capitale italiana dei foodie, dove ogni tendenza dal mondo arriva prima. E altrettanto velocemente passa di moda.
DALL’ALBA ALLA NOTTE
Per questo, forse, un ultimo segnale sono locali capaci di mutare faccia, e facce, secondo l’ora o il giorno della settimana. “La ricchezza e il rinnovamenteo delle formule degli spazi, dagli stellati ai locali monoprodotto, è uno dei modi con cui Milano sta cercando di imporsi come meta gastronomica”, afferma Roberta Garibaldi, ricercatrice e autrice del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2019. “Ora ecco gli all day long, aperti da mattina a sera, con un’offerta modulata nell’arco di tutta la giornata, dalla colazione al dopocena”. Formula in sintonia con una città in perenne movimento, dove si vive soprattutto fuori casa. La città che si specchia in luoghi come l’Emporio Armani Caffè e Ristorante, a due passi da via Montenapoleone, riaperto a febbraio dopo un rinnovo completo nel design e nell’offerta: uno spazio elegante e versatile, dove far colazione con la
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1-2 | Un nuovo spazio all’interno de Il luogo di Aimo e Nadia, e una delle proposte del menu: La Michetta, un finto panino dolce. 3-4 | Ossobuco di vitello e risotto alla milanese: un classico della Trattoria Masuelli San Marco, ora guidata da Max Masuelli, terza generazione.
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pasticceria di produzione propria, prendere un aperitivo, pranzare in maniera informale con classici come il risotto allo zafferano o la cotoletta alla milanese. Chi vuole sperimentare piatti gourmet, poi, a cena può salire al primo piano sulla scenografica scala verde e oro e accedere al ristorante, con tanto di champagne bar e cucina a vista. Lontano dal glamour del Quadrilatero della moda, invece, nell’ultimo dei quartieri emergenti, NoLo, acronimo per North of Loreto (vedere anche pag. 19) ha aperto Tipografia Alimentare, “bistrot e food hub”: ampie vetrate, stile nordico, una sala per prendersela comoda tra macchine per scrivere, libri e giornali. L’ha pensato Carla Di Girolamo, trent’anni di giornalismo alle spalle, con la figlia Martina Miccione e con Mattia Angius, laureati in scienze gastronomiche. Ci si ferma per un caffè selezionato, per pranzare con i piatti del giorno - sempre semplici, con materie prime di piccoli produttori scelti in tutta Italia -, per una pausa dopo una passeggiata lungo il vicino Naviglio Martesana assaporando una torta di carote. A fine giornata aperitivo prolungato (il locale chiude alle 22): salumi, formaggi solo a latte crudo, calici di vino naturale. Un’altra parolina magica, questa, oggi a Milano. Non solo per il vino.
PAOLO TERZI
LA RELIGIONE DEL MANGIARE
Sarà la consapevolezza di vivere in un luogo non sempre salutare per i ritmi, per lo smog, per il tempo e i modi dedicati al cibo; sarà che la cura maniacale del look, tipica milanese, significa sempre più attenzione alla 35
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1-2 | L’Emporio Armani Caffè e Ristorante ha riaperto da poco, dopo un rinnovo degli spazi. Tra i piatti proposti, il piccione intero. 3 | Franco Aliberti, chef pasticciere alla regia del Tre Cristi, in Porta Nuova, dove propone la sua cucina antispreco. 36
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forma fisica. Sarà, anche, che la nuova sensibilità all’ambiente, agli animali, al territorio è ormai, più che moda, stile di vita consolidato. Fatto sta che la galassia del green, dove finiscono insieme il bio, il vegano, il chilometro zero, dilaga ormai ovunque in città. Spopolano le catene di negozi biologici (28 punti vendita fra Natura Sì e Bio c’ Bon). La cucina salutista e in declinazione vegetariana/vegana, non a caso, ha avuto qui il suo capostipite, il Joia, regno dello chef Pietro Leemann, il primo, e fino a pochi anni fa l’unico, ristorante d’alta cucina naturale stellato d’Europa. Ora gli epigoni non si contano. Soulgreen, nel cuore di Porta Nuova, è un locale dal décor molto curato, dove si pranza tra piante che pendono dal soffitto, mentre in tavola arrivano preparazioni vegane e rigorosamente senza glutine come il Topinamburger (burger di patate, topinambur e menta, accompagnato da scalogno caramellato e maionese vegana), o l’Indian mish mash (zuppa di lenticchie con spezie come curry, cumino e coriandolo con l’aggiunta di verdure croccanti). E, a dimostrazione che la cucina vegana può essere tutt’altro che punitiva nei sapori, si conclude la cena con un Coffee crumble (crumble di farina di riso e caffè, accompagnato da gelato al caffè e cioccolato). Inaugurato a settembre, da allora sempre affollato, Plato Chic Superfood è un locale salutista dal piglio trendy, aperto da mattina a sera, dove la carta è stata studiata con la nutrizionista Valentina Chiozzi. Qui le proteine animali non sono messe all’indice. “La nostra è una cucina basata su prodotti stagionali e sui cosiddetti superfood, alimenti ricchi di nutrienti preziosi come il tè matcha, i semi di chia, le bacche di Goji, ma anche i comuni broccoli”, spiega. In carta, preparazioni gustose e salutari insieme: il Tre crunch di verdure (bis di Veli sfoglie sottili senza lievito e glutine - con cuscus croccante di cavolfiore, pesto di prugne e noci di macadamia), o il Salmone all’orientale (salmone croccante con chia bianca, riso venere arrostito alle verdure, fonduta di sedano rapa e
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PAOLO RASO, FEDERICA BOTTOLI, PAOLO PICCIOTTO
curry). Altrove il salutista si incrocia a un’onda etnica che continua a crescere e diversificarsi. È ormai una mania il poke, il sushi hawaiano: grandi ciotole di riso, pesce crudo marinato e verdure, da comporre a scelta. Tra i tanti luoghi nati di recente per proporlo c’è Pokeia, aperto da Marco De Crescenzio, uno dei fondatori del seguitissimo sito web Il Milanese Imbruttito, con la compagna Stefania Giotta e il bartender Flavio Angiolillo. “È un piatto sano, super nutriente e veloce, come piace ai milanesi”, spiega De Crescenzio. “La città è cambiata tanto, si è evoluta in una direzione internazionale, e la ricerca di stimoli culinari è sicuramente un aspetto di questa voglia di sperimentare”. Salutisti, ma insieme informali e veloci, i panini di Flower Burger (flowerburger.it), hamburgeria con due insegne in città, dove si ordinano Cherry bomb o Spicy cecio, coloratissimi burger con ripieno vegano. Oppure, nella bella stagione, si va da Gud CityLife, chiosco estivo con ombrelloni e sdraio, ai piedi dei nuovi grattacieli di zona Fiera, per le focacce gourmand di sole farine integrali e bio, o per gli Italian Cirasci, ciotole di riso Carnaroli, cucinati alla giapponese, ma con ingredienti mediterranei.
MERCATO GLOBALE
Proprio qui, sotto le Tre Torri, nuovo hot spot cittadino, nel CityLife Shopping District ha preso forma una delle ultime tendenze in città: un intero piano dedicato ai sapori, una piazza del cibo dove, fra locali e botteghe gastronomiche,imilanesiconiminuticontatirisolvonoinsiemeilpranzoela spesa di casa. Fra le insegne, Attimi, il bistrot griffato Heinz Beck, dove si assaggiano le creazioni del fuoriclasse tedesco, incoronato da tre astri Michelin a La Pergola di Roma. A cena l’esperienza culinaria, in puro spirito meneghino, può essere plasmata sui minuti a disposizione: 70 per la degustazione di sei portate, 50 per cinque. Poco lontano ha appena aperto il secondo negozio
Dal centro alla periferia nascono locali aperti dalla colazione al dopocena, in sintonia con una città in perenne movimento
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La colorata sala di Pokeia, indirizzo giovane e informale consacrato al poke, il sushi delle Hawaii che spopola sotto la Madonnina. Sotto, Viviana Varese, chef stellata di Alice Ristorante, all’ultimo piano di Eataly Smeraldo.
Peck,storicagastronomiamilanesedatata1883.Bottegaincuiacquistareclassici golosi come l’insalata russa e il mitico paté, ma anche ristorante, enoteca e cocktail bar. Progettato dallo studio Vudafieri-Saverino Partners, il nuovo spazio incarna davvero, adesso, lo spirito della città. Tiziano Vudafieri, interior designer e partner di tanti ristoranti in città, e appassionato gourmet, ha le idee chiare sulle tendenze di oggi: “Piacciono i locali monoprodotto o con forte focus su un concetto, l’entertainment, ma, soprattutto, la convivialità”.
AGGIUNGI UN POSTO ALLA TAVOLATA
È una metropoli di single, Milano. Lo dicono i dati dell’anagrafe comunale che, nella prima metà del 2018, registrava oltre 400 mila nuclei monofamiliari (più del doppio delle coppie, ferme a quota 163 mila), dagli studenti fuori sede ai professionisti in missione. Che amano mescolarsi nei nuovi social table, tavoli comuni dove accomodarsi, anche da soli. “Il tavolo sociale è un’estensione naturale del bancone del bar”, prosegue Vudafieri, “un posto in cui star bene in gruppo, ma anche di fianco a uno sconosciuto”. Come al bancone di Fishon, dove si spilluzzicano “pasticcini di mare”: macaron con crema di calamari o il bignè al sapor di gambero. La tavolata può
Con la formula business lunch, nei ristoranti stellati il conto risulta più leggero anche del 50 per cento essere anche stellata. La prima è spuntata da Carlo e Camilla in Segheria, con Carlo Cracco tra i soci fondatori. Tra gli ultimi, il desco collettivo voluto da Giancarlo Morelli, astro Michelin del brianzolo Pomiroeu, nel ristorante che porta il suo nome all’interno dell’Hotel Viu, in piena Chinatown. Qui il social table è in cucina. “È il tavolo degli amici, da 14 posti”, spiega lui. “Senza tovagliato, come nella fattoria dove sono cresciuto. L’obiettivo? Cancellare tutte le barriere”. Il tutto assaporando il Risotto, ostrica e latte di cocco.
BUSINESS CON GUSTO
Affaccia sulla cucina a vista il piano in legno kauri neozelandese a 19 posti di Alice Ristorante, regno della stellata Viviana Varese all’interno di Eataly Smeraldo. Conveniente con la formula business lunch, un pranzo con due portate scelte tra piatti come le mezze maniche di farro con crema di ceci e spuma di baccalà o la tartare di pescato del giorno con burrata, datterini, avocado, pane carasau e aceto balsamico. Il “pranzo di lavoro”, dove si stacca per un’ora, ma si affinano anche alleanze e strategie, è un altro rito milanese che non tramonta. Per la pausa di mezzogiorno, una carta ridotta, nelle proposte e nei prezzi, è un classico di tutti (o quasi) i ristoranti meneghini. Particolarmente allettante nei ristoranti stellati, dove, grazie a questa formula, il conto può essere più leg38
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gero anche del 50 per cento rispetto alla cena. Così, anche templi della ristorazione come Il luogo di Aimo e Nadia, due stelle Michelin, e i suoi grandi piatti come la zuppa etrusca con verdure dell’orto, legumi e farro della Garfagnana, erbe aromatiche e fiori di finocchio selvatico, diventano alla portata. Da Seta, all’interno del Mandarin Oriental, per esempio, il bistellato Antonio Guida, solo a pranzo, propone la Carta bianca: tre portate a cura dello chef, “dedicato a chi ha poco tempo, ma cerca comunque il piacere della tavola”. Offre un business lunch anche Tre Cristi, che da pochi mesi vede ai fornelli il cuoco-pasticciere Franco Aliberti, giunto da La Preséf, stella Michelin valtellinese. A pochi passi da Porta Nuova, si pranza velocemente con piatti antispreco, in alcuni casi milanesi nei nomi e nei sapori come il Castello, piedini di vitello, insalata e ortaggi, o con ricette che puntano su produttori di nicchia, di cui è indicata la distanza dalla città. Come il Portanuova: riso della Riserva San Massimo, cavolo cappuccio viola, trota affumicata e panna acida. Anche la cena gourmand, a Milano, ha le sue nuove regole. Più sostanza, meno microporzioni e ostentazione fine a sé stessa, meno lusso più sapori, ricette e materia prima di qualità non troppo lontana dai luoghi di produzione e con un pizzico di tradizione. La cucina d’autore accessibile si trova anche di sera in bistrot come la Locanda Perbellini, aperto dal bistellato veronese Giancarlo Perbellini nel 2018, nel cuore di Brera. Sobrio ed elegante, rilegge piatti-icona con elementi creativi. E non si esce con la fame. Ecco gli gnocchi come una carbonara o la milanese alla farina di fagioli, pane croccante e maionese di pomodoro confit. Qualità accessibile anche con lo chef
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1 | La torta di carote e robiola proposta da Sine Ristorante Gastrocratico. 2 | Gli spaghetti alla chitarra con cozze, pomodoro e limone di Altriménti. 3 | Cercami, con sgombro marinato, scarola alla piastra, alga nori e caviale, tra le creazioni di Alice Ristorante. 4 | La tartare di Fishion, nuovo fish bar vicino corso Como.
LA TRADIZIONE È SERVITA Dove mangiare un buon risotto giallo? Domanda d’obbligo a Milano. Tanti i templi della tradizione, dove provare il piatto simbolo della città, mantecato “all’onda”: dalla Trattoria Masuelli San Marco (masuellitrattoria.com), bottega storica di Milano e Lombardia alla terza generazione, all’Antica Trattoria della Pesa (anticatrattoriadellapesa.com), attiva dal 1880, dal più moderno Ratanà (ratana.it) dello chef Cesare Battisti, in Porta Nuova, a L’Altra Isola, dove a interpretare alla perfezione la cucina milanese tradizionale è uno chef cinese. Fuoriporta c’è l’Antica Osteria La Rampina (rampina.it), il locale più vecchio della provincia di Milano ancora in attività, che ha visto nascere la Confraternita dell’ossobuco.
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L’ultimo rito milanese? Le cene panoramiche sulle nuove terrazze, con vista sullo skykline 1 | Terrazza Latitude 45, caffè e ristorante con vista spettacolare sul Duomo. 2 | Il più milanese dei riti si evolve: l’aperitivo si fa con un calice di vino, meglio se naturale. Come alla Cantina Urbana, sui Navigli (cantinaurbana.it).
di origini partenopee Roberto Di Pinto, ex Bulgari Hotel che ha aperto un bistrot gourmand dall’approccio democratico: Sine Ristorante Gastrocratico. “Potere al cibo, senza pesi superflui sul piatto, sul tavolo e sul conto”, precisa. In un tratto defilato di viale Umbria, tra lumi rosa e dettagli semplici ma raffinati, è da provare il menu gastrocratico in cinque portate che esaltano la materia, come nei gamberi rossi con burro d’arachide e mela verde. In zona Fiera, invece, stampe colorate di illustratori contemporanei accolgono nel “ristorante di quartiere” Altriménti, aperto a febbraio con lo chef Eugenio Boer tra i soci, dove la carta è divisa per temi - verdure, carni, pesci, dessert - e permette di comporre il pasto a piacere senza confini di portate.
GUARDANDO I GRATTACIELI
Cena con vista? Per i milanesi sempre più innamorati del mutevole e avveniristico skyline della loro città, il tavolo panoramico è ormai irrinunciabile. Dopo il successo di luoghi come Ceresio 7, due piscine, ristorante e lounge bar sul tetto di Palazzo Dsquared, in zona Monumentale, ecco la Terrazza Latitude 45, caffè e spazio gastronomico aperto a gennaio in cima al Palazzo Matteotti The Dedica Anthology, ristrutturato di recente dall’architetto Patrizia Quartero. Un luogo elegante e raffinato, con una vista magica sul Duomo e piatti mediterranei firmati dallo chef Maurizio Lai, che si candida ufficialmente a diventare uno dei nuovi indirizzi di riferimento dei milanesi più veri. Perché da lassù Milano è ancora più bella. 40
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IL CIBO È CULTURA
Le nostre scelte Mangiare 1 EMPORIO ARMANI CAFFÈ E RISTORANTE
Aperto da colazione a cena | Indirizzo: via Croce Rossa 2 | Tel. 02.72.31.86.80 | Web: armani.com | Prezzo medio: 80 € 2 TIPOGRAFIA ALIMENTARE
Bistrot a NoLo | Indirizzo: via Dolomiti 1 Tel. 02.83.53.78.68 | Web: tipografiaalimentare.it Prezzo medio: 20 € 3 SOULGREEN
Piatti vegani | Indirizzo: p.le P. Clotilde Web: soulgreen.com | Prezzo medio: 30 € 4 PLATO CHIC SUPERFOOD
10 MORELLI
Dentro l’Hotel Viu. Ottimi i risotti | Indirizzo: via A. Fioravanti 4 | Tel. 02.80.01.09.18 | Web: morellimilano. it | Prezzo medio: menu da 70 a 130 € 11 LOCANDA PERBELLINI
Il bistrot di Giancarlo Perbellini | Indirizzo: via Moscova 25 | Tel. 02.36.63.14.50 | Prezzo medio: 40-45 € 12 SINE RISTORANTE GASTROCRATICO
Cucina gourmet a prezzi accessibili | Indirizzo: viale Umbria 126 | Tel. 02.36.59.46.13 | Web: sinerestaurant. com | Prezzo medio: menu di 5 portate 45 € 13 ALICE RISTORANTE
Qui si cucina con cibi ricchi di sostanze nutrienti Indirizzo: via C. Battisti 6 | Tel. 02.55.01.36.02 Web: platomilano.com | Prezzo medio: 30 €
Piatti di mare stellati | Indirizzo: piazza XXV Aprile Tel. 02.49.49.73.40 | Prezzo medio: pranzo 55 €
5 FISHION
Alta cucina firmata Alessandro Negrini e Fabio Pisani Indirizzo: via Montecuccoli 6 | Tel. 02.41.68.86 | Web: aimoenadia.com | Prezzo medio: pranzo 50 €
Aperitivo ittico | Indirizzo: via Maroncelli 15 Web: fishionrestaurant.com | Prezzo: 10 € 6 TRE CRISTI
Piatti sostenibili | Indirizzo: via G. Galilei 5 Tel. 02.29.06.29.23 | Web: trecristimilano.com Prezzo medio: 80 €, business lunch 40 € 7 GUD MILANO CITYLIFE
CHRISTIAN ALGRANATI
Tel. 02.77.67.96.74 | Prezzo medio: 60 €
14 IL LUOGO DI AIMO E NADIA
15 SETA
Al Mandarin Oriental, oasi a due stelle | Indirizzo: via Monte di Pietà 18 | Tel. 02.87.31.88.97 Web: mandarinoriental.it | Prezzo medio: pranzo 70 € 16 ALTRIMÉNTI
Chiosco estivo. Cirasci all’italiana | Indirizzo: piazzale Arduino 1 | Web: gudmilano.com | Prezzo medio: 10 €
Bistrot di quartiere | Indirizzo: via M. Bianco 2/a | Tel. 02.82.77.87.51 | Web: altrimenti.eu | Prezzo medio: 47 €
8 ATTIMI BY HEINZ BECK
17 POKEIA
Bistrot del tre stelle Heinz Beck | Indirizzo: piazza Tre Torri | Tel. 02.48.02.94.31 | Web: attimi-heinzbeck.it Prezzo medio: 60 € 9 TERRAZZA LATITUDE 45
Cena con vista Duomo | Indirizzo: corso Matteotti 4/6
Focacce gourmand e cocktail, tra le proposte di Gud CityLife, il chiosco estivo ai piedi dei nuovi grattacieli di zona Fiera.
Si va per il poke | Indirizzo: via Magolfa, 25/27 | Tel. 02.36.51.39.23 | Web: pokeia.com | Prezzo medio: 15 € Fotografa il QR e scarica sul tuo smartphone queste informazioni utili
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PALCOSCENICO del
DESIGN
di O liv ia C r emas C Oli foto di G i Ovan n i T aGi n i
Progetti creativi a TheFabLab, centro di ricerca e sviluppo e laboratorio di fabbricazione digitale condiviso, ospitato all’interno di Talent Garden, 43 DOVE spazio di coworking e formazione.
SPECIALE SALONE DEL MOBILE
Dal 9 al 14 aprile va in scena la kermesse del design in città. In esclusiva per Dove, tre guide d’eccezione svelano i segreti di questo spettacolo
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ncorapochigiornieMilanotorneràatrasformarsiinunimmenso palcoscenico all’aperto per eventi, happening, performance, mostre diffuse in ogni angolo della città. Debutta la Design Week (dal 9 al 14 aprile), la kermesse che, da quasi trent’anni, consacra il capoluogo lombardo capitale mondiale della creatività. Un primato confermato dai numeri: all’ultima edizione, nei sei giorni della manifestazione, che unisce le iniziative diffuse del Fuorisalone e del Salone del Mobile (la fiera ospitata nei padiglioni di Rho-Pero), oltre 1.200 eventi hanno richiamato 434 mila visitatori da 188 Paesi, in crescita del 26 per cento rispetto all’anno precedente. Un successo che altre città europee hanno provato a emulare, da Barcellona a Vienna, da Londra a Eindhoven (Olanda), senza tuttavia riuscire mai a insidiare la leadership milanese. Del resto, qui, il design è di casa da sempre. La Triennale nasceva nel 1933 nel Palazzo dell’Arte, gioiello razionalista progettato da Giovanni Muzio per l’occasione, ed è tuttora un punto di riferimento. Non solo come custode della storia del design italiano, dispiegata attraverso i 1.600 oggetti firmati da grandi maestri della collezione del Museo permanente che inaugurerà l’8 aprile con la direzione del quarantenne Joseph Grima. Ma come luogo di riflessione e di elaborazione culturale e progettuale. La XXII Esposizione Triennale, la prima targata Stefano Boeri, presidente nominato giusto un anno fa, ha aperto i battenti l’1 marzo scorso (sarà visitabile fino all’1 settembre) con il titolo Broken Nature. Design Takes on Human Survival: un richiamo al potere/ dovere del design di promuovere il cambiamento. Non degli interni domestici, ma del mondo. Mai appagata, Milano si prepara ad accogliere un secondo museo dedicato al progetto, l’Adi Design Museum Compasso d’oro, apertura prevista nel 2020: 3.000 metri quadri espositivi, 2.000 oggetti in collezione e una mostra permanente dedicata ai progetti vincitori del prestigioso premio ideato da Gio Ponti nel 1954. Tutto in un’ex area industriale riprogettata e rinnovata, fra via Ceresio e via Bramante. Che è, anche, un contributo alla riqualificazione del quartiere. Nulla di nuovo: il mondo del design è da sempre il vero motore della trasformazione e del rilancio della città. A partire proprio dal Fuorisalone, volano che ha fatto partire il recupero di interi quartieri. Ne è la dimostrazione il capostipite dei design district milanesi, quella zona Tortona dove la setti-
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1 | Un evento del Fuorisalone. XXXXXXXXXXX La manifestazione ha in carnet più 1.200 appuntamenti. 2-3 | Un disegno di Elena Salmistraro ritratta, accanto, fra le sue opere in ceramica.
1 3 ELENA SALMISTRARO Classe 1983, designer, ceramista, illustratrice e artista – le piace molto disegnare e dipingere, con uno stile un po’ fiabesco – vive e lavora a Milano. Si è laureata al Politecnico e, nel 2009, ha fondato il suo studio (elenasalmistraro. com), ora nel fascinoso vicolo Calusca, verde e pedonale, che ha per puro caso “ereditato” dall’attore Renato Pozzetto. Collabora con diverse aziende italiane e per Bosa Ceramiche ha progettato originali serie di vasi-totem da collezione, dai Primates, arzigogolati e coloratissimi musi di scimmia, ai Most Illustrious, cioè le effigi dai colori pastello dei maestri del design contemporaneo (Castiglioni, Sottsass, Mendini, De Lucchi), e anche vivacissimi Mickey Mouse Rock, in occasione dei 90 anni di Topolino. Tutto ciò che progetta, partendo da un disegno, risulta una commistione tra arte e design, che comprende lo stile poetico, l’armonia delle forme e dei colori, la ricerca del linguaggio espressivo dell’oggetto che, per lei, deve sempre evocare emozioni. Nel 2017 ha vinto il Salone del Mobile Milano Award come “miglior designer esordiente” e, nello stesso anno, il ministero degli Affari Esteri, l’ha nominata ambasciatrice del design italiano nel mondo.
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DENIS SANTACHIARA Nato a Campagnola (Reggio Emilia) nel 1950, si definisce “un autodidatta”. È un designer anomalo e un outsider nel panorama del progetto, dove esordisce, nei primi anni Settanta, con opere al confine tra l’arte e il design (denisantachiara.it). Viene definito “il poeta del design in movimento”, quello trasversale, performativo, tecno-poetico, che nasce grazie anche al ricorso ad animazione, sensorialità, interattività e doppio utilizzo. Ne è un esempio il pouf che si trasforma in un letto d’emergenza o quello che diventa anche elemento illuminante. Nel 1986 l’Adi, Associazione per il disegno industriale, gli assegna un premio Compasso d’oro per il libro La materia dell’invezione, firmato insieme ad Alberto Meda ed Ezio Manzini (Arcadia), e un secondo, nel 2004, per il porta-bottiglia Vivawine progettato per Morellato. Nel 2014 dà vita a Cyrcus, piattaforma on-line di design autoriale, che propone progetti di creativi diversi per formazione ed età, prodotti tramite la digital fabrication. L’obiettivo è sviluppare nuove estensioni linguistiche nella cultura del progetto, come il cosiddetto download design, che Santachiara presenta in workshop e corsi mirati.
mana del design debuttò fra edifici industriali abbandonati e decadenti che ora accolgono i quartier generali di prestigiose griffe della moda, da Armani a Fendi, da Moncler ad Antonio Marras, che ha fatto del suo concept store, affascinante spazio in un cortile nascosto di via Cola di Rienzo, un luogo di incontri, mostre ed eventi dove, nei giorni del Fuorisalone, viene allestito un ristorante temporaneo di incredibile eleganza, da prenotare con largo anticipo. O il quartiere Isola, la cui rinascita, ben prima dell’arrivo dei grattacieli di Porta Nuova e delle multinazionali del digitale come Google, Facebook e IBM, è iniziata proprio con l’invasione del popolo del design.
DA PORTA VENEZIA ALLA BOVISA
Vale per le periferie, ma anche per il centro. Porta Venezia, quattrocento metri dal Quadrilatero della moda, era un buco nero nella mappa cittadina prima che la Design Week facesse riscoprire la bellezza dei suoi edifici Liberty, come l’Albergo diurno Venezia, capolavoro di Piero Portaluppi, restaurato e affidato alla gestione del Fai. Oggi è una delle zone più vivaci della movida, che pullula di locali trendy, come Mimmo Milano, ristorante e lounge bar con dehors sempre affollato, in un angolo defilato di via Sirtori. O Champagne Socialist, enoteca di vini naturali, ultima passione dei milanesi. Ogni anno si allarga la geografia delle aree recuperate. Nel distretto di Bovisa-Dergano sta per vedere la luce La Repubblica del Design, un insieme di progetti, mostre, installazioni, che nasce per il Fuorisalone, ma ha l’ambizione di durare 365 giorni l’anno, proponendosi come motore di riscatto del quartiere. E poi c’è NoLo (North of Loreto), ex terra di nessuno ad alta densità etnica intorno a via Padova, ormai nella mappa creativa della città (vedere a pag. 19), tanto da aver lanciato BienNoLo, Biennale d’arte contemporanea (dal 17 al 26 maggio), ospitata nell’ex fabbrica di panettoni Cova, emblema della pasticceria milanese. I percorsi del design si moltiplicano e si allungano: fanno tappa a due passi dalla basilica di Sant’Ambrogio, nel labirintico e fascinoso Spazio Rossana Orlandi, regina del design milanese e scopritrice di talenti, da poco affiancato dal BistRo di Aimo e Nadia, decorato con tessuti e carte da parati di Etro Home, e arrivano al Mare Culturale Urbano, quasi hinterland, cascina che ha smesso l’attività agricola nel 2011 (ma risale al XVI sec.), per esordire come spazio polifunzionale aperto tutti i giorni, fino alle due di notte: centro di produzione artistica, co-working, trattoria e cinema estivo. La mappa della città, insomma, si allarga e si frantuma, con il rischio di finire fuori rotta. Per non perdere la bussola, Dove ha chiesto a tre designer e progettisti, appartenenti a generazioni, correnti ed esperienze diverse, gli indirizzi della loro Milano, quelli della metropoli in evoluzione, e quelli che valgono sempre, inossidabili alle mode.
IL TICINESE IERI E OGGI
Partendo dal Ticinese che, design o non design, è il posto dove approdano tutti, milanesi e no. Ed è la zona dove è nata, cresciuta, vive e lavora Elena Salmistraro, 35 anni, artista-designer, talento riconosciuto, “Mio nonno raccontava come, negli anni Settanta, questo fosse un quartiere un po’ malfamato, mentre oggi è il cuore della movida. Design e architettura hanno operato il miracolo: la Darsena s’è trasformata in una piazza affollata e l’area tra via Tortona e via Savona, grazie anche al Mudec e al contiguo
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Il Fuorisalone è un esempio di evento democratico, aperto a tutti, non solo agli addetti ai lavori Base, spazio per i nuovi talenti della creatività, s’è qualificata come un’area intensamente innovativa”. Al Ticinese i locali nascono e si rinnovano senza sosta; difficile tenere il passo dei cambiamenti. “Fa tendenza l’Huan oriental bistrot, ristorante e cocktail-bar, progettato da Brizzi+Riefenstahl”, prosegue Salmistraro. “Ma anche il Six Project, nel classico cortile della vecchia Milano, un luogo multitasking che riunisce un concept store di design, Six Gallery, il bistrot gastronomico Sixième e lo spazio di progettazione del verde di Irene Cuzzaniti, allestiti grazie alla creazione di David Lopez Quincoces. Però io subisco anche il fascino della Milano d’antan, di ristoranti classici come El Brellin e l’Osteria del Binari”. Poi ci sono i posti che cambiano anima senza cambiare pelle. “Sono sedotta dalla capacità che ha l’architettura d’interni nel ridare vita a luoghi stanchi. Per esempio, mi piacciono il Santeria Social Club, centro culturale con musica, cinema, teatro, bar e cucina, e Cascina Cuccagna, settecentesca oasi di campagna in città, oggi ristorante con orto, bar, foresteria e mercato agricolo il martedì. Pur nelle loro differenze, entrambi creano aggregazione, energia, dibattito, e portano a unire più informazioni, più discipline, più culture”. Tra gli indirizzi legati al mondo dell’arte e del design, Salmistraro segnala Palermo Uno di Sophie Wannenes, la nuova galleria di Brera con oggetti contemporanei, di modernariato e pezzi di antiquariato. “Per lavoro e per piacere frequento Puzzo, storico laboratorio ceramico, punto di riferimento per
In alto, uno spazio di Talent Garden, fucina di nuovi creativi. Sotto, un progetto del designer britannico Timoty Oulton esposto nell’ultima edizione del Fuorisalone.
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1 | Le linee ardite dell’edificio sghembo di Luigi Moretti. 2 | La fontana di Aldo Rossi, dedicata a Sandro Pertini nel cuore di Milano. 3 | Una sala della XXII Esposizione della Triennale intitolata Broken Nature. Come il design potrebbe salvare il mondo, aperta fino all’1 settembre.
designer e artisti, e la Fornace Curti, le cui decorazioni in cotto sono tra l’altro all’Arcivescovado di Milano e alla basilica di Santa Maria delle Grazie. E dato che la fornace è un miniborgo con edifici intatti di varie epoche, collegati da cortili, suggerisco di andare a conoscerla con una visita guidata”.
TRA HUB TECNOLOGICI E CAFFÈ D’ARTE
L’inizio della modernità a Milano? Nel 1955, con l’edificio sghembo, dice il designer Giulio Iacchetti 2
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Ha da sempre lo sguardo rivolto al futuro Denis Santachiara, classe 1950, pioniere del download design e inventore di Cyrcus, piattaforma di design d’autore che utilizza la digital fabrication: “La nuova frontiera è la creatività partecipativa”, afferma lui che è stato all’avanguardia dell’avanguardia, “che non ha ancora attecchito molto in Italia perché mancano infrastrutture digitali e volontà di svilupparle”. La sua Milano è tra hub tecnologici, come TheFabLab, presso il Talent Garden Calabiana, un vero campus di 8.500 metri quadrati, vicinissimo alla Fondazione Prada, dove, oltre a tecnologie, ci sono professionisti del design che aiutano nella realizzazione dei progetti. Oppure WeMake, spazio in cui creare e connettersi a una community. Mentre, per apprendere i segreti della digital fabrication, Santachiara consiglia un indirizzo dell’innovazione in un’istituzione strorica, la FabLab Academy all’interno della Società d’incoraggiamento d’arti e mestieri, sorta a Milano nel 1838 e installata nella vecchia sede di via Santa Marta, al Carrobbio-Sant’Ambrogio. Ma il progettista s’illumina quando parla di Meet, primo Centro internazionale per la cultura digitale in Italia. Ospitato nell’ex Spazio Oberdan, progettato da Gae Aulenti e oggi ristrutturato da Carlo Ratti (M.I.T. di Boston), Meet è la quintessenza di un luogo d’incontro, confronto e co-design, in un palazzo storico di Porta Venezia. Messo da parte il lavoro, quali sono gli indirizzi nel carnet di Santachiara? “Adoro Serge Milano, una minuscola pasticceria design oriented a due passi dal Duomo, che produce prelibatezze come macarons, brioches e cioccolato artigianale e dove si servono cannoncini farciti al momento con crema pasticciera, cioccolato o zabaione”. Nato a Campagnola Emilia, parla deliziato di Tagliabrodo, piccola trattoria in via Solari dal design minimale e con cucina a vista, dove ci si nutre principalmente con il cucchiaio: zuppe, minestre, creme, di ogni consistenza e provenienza, oggi tornati in auge. Fra i luoghi del cuore del progettista ci sono anche due caffè: quello dei Bagni Misteriosi, piscina pubblica con area verde e caffè-bistrot all’aperto, nati dal recupero dell’ex Centro balneare Caimi, struttura degli anni Trenta a ridosso del Teatro Parenti. E il nuovo Caffè Fernanda, all’interno della Pinacoteca di Brera, disegnato dal milanese Rgastudio (già autore del bistrot al Pirelli HangarBicocca), che a Santachiara piace perché si respira, anche da lì, la grande arte.
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GIANLUCA DI IOIA/LA TRIENNALE DI MILANO
L’EDIFICIO SGHEMBO E I MONUMENTI DI ALDO ROSSI
Altro designer, altri luoghi. Secondo Giulio Iacchetti (classe 1966), autore, tra l’altro (insieme a Matteo Ragni), del Moscardino, miniposata in plastica biodegradabile che unisce forchetta e cucchiaio, la città s’è trasformata, nel corso dei decenni, grazie a quelli che definisce “macro-oggetti che irradiano”: tra questi, in corso Italia, l’“edificio sghembo” progettato da Luigi Moretti nel 1955, che, dice, “ha imposto a Milano la condanna della modernità: un edificio ardito, tanto da fare impallidire i grattacieli del nuovo distretto tra Porta Nuova e porta Garibaldi”. Ed è proprio lì che Iacchetti vede altri “macro-oggetti” che ama: “le due torri residenziali del Bosco Verticale, concentrato di natura nel cuore della città, disegnate da Stefano Boeri”, progetto che, nel 2014, è stato insignito dell’InternationalHighriseAward come grattacielo più bello del mondo. Poi spiega che, tra i suoi maxioggetti d’affezione, ci sono anche diversi monumenti, tutti firmati da Aldo Rossi (Milano, 1931-1997), in primis l’imponente fontana dedicata all’ex presidente della Repubbica, Sandro Pertini, tra via Manzoni e via Montenapoleone. Oltre alle macrostrutture, ad affascinare il designer sono anche i piccoli oggetti. Come quelli che si diverte a scovare ogni ultima domenica del mese al Mercatone dell’antiquariato sul Naviglio Grande. Ma lo intrigano anche le innovative montature per occhiali disegnate da Oliviero Toscani che propone l’Ottica Aspesi, negozio storico nel cuore di Milano, dal 1910 di fronte alla rinascimentale Ca’ Granda, sede dell’Università Statale, luogo-simbolo della storia milanese e da sempre tappa del Fuorisalone. Iacchetti a Milano si sposta solo in bicicletta. “Pedalando faccio chilometri, anche per mangiare da Poporoya, il primissimo sushi bar milanese con annessa bottega di alimentari giapponesi; invece, vicino al mio studio, in viale Tibaldi, frequento volentieri la Dispensa Fusetti, osteria con mescita di vini e bottega di conserve portoghesi. E mi piace andare al 28 Posti, bistrot dove, oltre a mangiare bene, ci sono gli arredi disegnati da Francesco Faccin”. Insieme a oggetti e stoviglie solidali dalla vecchia mostra Made in slum, allestita nel 2013 alla Triennale, le cui idee davvero anticipano gli stili e irradiano la città di nuove idee.
GIULIO IACCHETTI Classe 1966, nato a Castelleone (Cremona), vive e lavora a Milano, occupandosi dal 1992 di industrial design (giulioiacchetti.com). Collabora con alcuni dei maggiori brand italiani, da Alessi ad Artemide, da Danese a Foscarini, a Magis, a Molteni & C. Nel 2012 ha lanciato il marchio Internoitaliano – Design per la casa, il giardino e la persona, sistema di produzione e vendita di arredi e oggetti per la casa, progettati da designer e realizzati da artigiani italiani. Nel maggio 2009, la Triennale di Milano ha ospitato una sua personale, intitolata Giulio Iacchetti. Oggetti disobbedienti, nata da una riflessione su quei prodotti che sfuggono a una chiara catalogazione e si ribellano alle logiche del puro consumo. Nel corso della sua carriera, ha ricevuto due premi Compasso d’Oro: nel 2001 per l’innovativa posata Moscardino, disegnata con Matteo Ragni e prodotta in bioplastica Mater-BI da Pandora Design, e nel 2014, per i tombini della serie Sfera, progettati per Montini.
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Le nostre scelte Mangiare 1 HUAN ORIENTAL BISTROT
Locale fusion dove sapori e tecniche della cucina orientale si mescolano a materie prime e creatività italiane Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese 69 Tel. 02.89.76.06.37 | Web: huanmilano.com
3 OSTERIA DEL BINARI
Piscina all’aperto, giardini e caffè in quello che un tempo fu il Centro balneare Caimi | Indirizzo: via Sabina 1 Tel. 02.59.99.52.06 | Web: bagnimisteriosi.com
4 SANTERIA SOCIAL CLUB
Progetto di recupero, con cibo, drink, concerti, spettacoli teatrali e cinema | Indirizzo: viale Toscana 31 Tel. 02.22.19.93.81 | Web: santeria.milano.it
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7 TAGLIABRODO
Piccolo ristorante specializzato in zuppe, minestre, brodi, creme | Indirizzo: via A. Solari 30 | Tel. 02.84.96.31.76 Web: tagliabrodo.it
Ricette tipiche servite, nella bella stagione, anche in un ampio giardino | Indirizzo: via Tortona 3 | Tel. 02.83.95.095 | Web: osteriadelbinari.com
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Pasticceria di design con cannoncini farciti express, macarons e cioccolata artigianale | Indirizzo: via G. Mazzini 8 | Tel. 02.89.09.49.18 | Web: sergemilano.com
2 EL BRELLIN
Sui Navigli, ristorante di tipica cucina lombarda della vecchia Milano | Indirizzo: vicolo dei Lavandai Tel. 02.58.10.13.51 | Web: brellin.com
Brera è uno dei quartieri più frequentati nei giorni della Design Week milanese.
6 SERGE MILANO
5 CASCINA CUCCAGNA
Settecentesca cascina urbana con orto, mercato contadino, bar e ristorante Un Posto a Milano Indirizzo: via Cuccagna | Tel. 02.83.42.10.07 Web: cuccagna.org
8 BAGNI MISTERIOSI
9 POPOROYA
Il primissimo ristorante nippo e sushi bar di Milano Indirizzo: via B. Eustachi 17 | Tel. 02.29.40.67.97 Web: poporoyamilano.com 10 DISPENSA FUSETTI
Bottega e osteria (vini alla mescita e ricette lusitane) Indirizzo: via E. Torricelli 21 | Cell. 393.43.62.112 Web: dispensafusetti.it 11 28 POSTI
Bistrot di cucina contemporanea, diretto dallo chef
Marco Ambrosino | Indirizzo: via Corsico 1 Tel. 02.83.92.377 | Web: 28posti.org
da Etro | Indirizzo: via M. Bandello 14/16 Tel. 02.46.74.471 | Web: rossanaorlandi.com
12 UPCYCLE/MILANO BIKE CAFÉ
24 NONOSTANTEMARRAS
Primo bike bistrot d’Italia, che ricorda un po’ un’officina meccanica | Indirizzo: via A. M. Ampère 59 Tel. 02.83.42.82.68 | Web: upcyclecafe.it 13 MIMMO MILANO
Ristorante di tendenza con lounge bar al piano terra. Il giovane Andrea Marinello propone una cucina di territorio semplice, ma personale | Indirizzo: via Sirtori 34 | Tel. 02.20.24.20.06 | Web: mimmomilano.it 14 CHAMPAGNE SOCIALIST
Enoteca interamente dedicata ai vini naturali, con 500 etichette. Ambiente eclettico e informale | Indirizzo: via Lecco 1 | Tel. 02.20.47.295 | Web: socialist.wine
Comprare 15 IL CIRMOLO
Oggettistica vintage e modernariato | Indirizzo: via Fiori Chiari 3 | Tel. 02.80.52.885 | Web: ilcirmolo.it 16 MERCATINO PENELOPE
Mercatino dell’usato e del vintage d’arredo, dagli anni Cinquanta agli anni Settanta | Indirizzo: via M. Melloni 6 | Tel. 02.39.68.05.88 | Web: mercatinopenelope.it 17 FORNACE CURTI
È un miniborgo, visitabile, con 20 studi d’artista, laboratori, tornio | Indirizzo: via W. Tobagi 8 Tel. 02.81.35.049 | Web: fornacecurti.it 18 PUZZO
Storico laboratorio ceramico dal sapore d’altri tempi Indirizzo: Via Caianello 1 | Tel. 02.68.89.806 Web: ceramichepuzzo.com 19 THEFABLAB
Laboratorio professionale per la digital fabrication di nuovi prodotti e per piccole produzioni | Indirizzo: via Calabiana 6 | Tel. 02.99.77.82.60 | Web: thefablab.it/ tag/talent-garden 20 WEMAKE
Space dove creare oggetti in stampa 3D e connettersi a una community | Indirizzo: via Stefanardo da Vimercate 27 | Tel. 02.87.19.79.05 | Web: wemake.cc 21 MERCATONE DELL’ANTIQUARIATO
L’ultima domenica di ogni mese, mercato delle pulci Indirizzo: Alzaia Naviglio Grande 4 Web: navigliogrande.mi.it/mercatone-dellantiquariato 22 OTTICA ASPESI
Il negozio di ottica più antico di Milano | Indirizzo: largo Richini 1 | Tel. 02.58.30.70.24 | Web: aspesi1910.com 23 SPAZIO ROSSANA ORLANDI
In un’ex fabbrica di cravatte, il luogo di culto del design milanese. Annesso, il BistRo di Aimo e Nadia, decorato
Spazio espositivo per moda e accessori, design e complementi, ma anche per mostre d’arte e presentazione di libri | Indirizzo: via Cola di Rienzo 8 Tel. 02.89.07.500 | Web: antoniomarras.com/milano 25 SIX PROJECT
Progetto che riunisce la Six Gallery, il bistrot Sixième e la boutique di floral design | Indirizzo: via Scaldasole 7 Tel. 02.45.48.95.40 | Web: six-gallery.com 26 PALERMO UNO
Galleria-appartamento, dove Sophie Wannenes mette in vendita design contemporaneo e vintage | Indirizzo: via Palermo 1 | Web: palermouno.it
Vedere 27 TRIENNALE DI MILANO
Dal 1933, l’istituzione italiana per l’architettura e il design, dove ha sede il Museo permanente del design italiano. Con biblioteca, teatro, caffetteria, giardino con bar e ristorante panoramico | Indirizzo: viale Alemagna 6 Tel. 02.72.43.41 | Web: triennale.org 28 ALBERGO DIURNO VENEZIA
Capolavoro Art Déco, progettato da Piero Portaluppi, di proprietà del Comune di Milano e gestito dal Fai con un’apertura mensile | Indirizzo: piazza Oberdan Tel. 02.65.92.330 29 MARE CULTURALE URBANO
Centro di produzione artistica per l’inclusione sociale, la rigenerazione urbana e l’innovazione culturale, con co-working, affitto spazi, sale prova, residenze artistiche, birre e cucina | Indirizzo: via G. Gabetti 15 Cell. 331.81.34.754 | Web: maremilano.org
Andrea Marinello, giovane chef di Mimmo Milano, ristorante di tendenza in Porta Venezia. In alto, le vie di Brera affollate nei giorni del Fuorisalone.
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Il primo centro italiano di cultura digitale, riprogettato da Carlo Ratti dell’M.I.T. di Boston | Indirizzo: piazza Oberdan, ang. viale Vittorio Veneto | Tel. 02.79.87.60 Web: meetthemediaguru.org 31 EDIFICIO MORETTI
Complesso edificato tra il 1949 e il 1955 da Luigi Moretti Indirizzo: corso Italia, 13 32 BOSCO VERTICALE
Nel nuovo Centro direzionale di Milano, due palazzi residenziali a torre progettati da Boeri Studio Indirizzo: via Federico Confalonieri 33 MONUMENTO A SANDRO PERTINI
All’incrocio tra via Manzoni e via Montenapoleone, fontana a ricircolo (1990), progettata da Aldo Rossi Indirizzo: via Croce Rossa Fotografa il QR e scarica sul tuo smartphone queste informazioni utili
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A R T I S T I
MESTIERE
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di S uSanna P erazzoli foto di G iovanni T aG ini
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TOMAS BERTELSEN/MICHELANGELO FOUNDATION
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1 | Claudio Onorato “incorniciato” da una sua opera in tela e alluminio. 2 | Un allestimento di White Pepper Studio, marchio dietro cui si nascondono tre giovani floral stylist. 3 | Il laboratorio di ceramiche Paravicini. 4 | Uroš Mihic tra i suoi origami-scultura. 5 | Gli attrezzi del mestiere della sartoria Musella. 6 | La Fucina di Efesto.
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Sono orafi, decoratori, maestri dell’intaglio… Promotori del bello, eredi di un saper fare artigiano che aggiornano alla luce delle nuove tecnologie. Ecco i loro volti, le loro storie, i loro atelier 1
i riparte anche grazie a loro. Artigiani della carta, maestri del taglio e del cuoio, saldatori, decoratori, orafi. Con bottega, o atelier, nella vecchia Milano e nei nuovi crocevia dello shopping, dove la capitale della finanza italiana conquista con vetrine scintillanti e mestieri di un tempo. La bellezza del fare. Dopotutto, questo tenacissimo plotone di artigiani e creativi sa, come nessun altro, abbellire il nostro quotidiano. Sono loro i nuovi demiurghi, depositari di un patrimonio di saperi e mestieri che, “se messo in rete, potrebbe incrementare il Pil di un punto”, fa notare Alberto Cavalli, direttore della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e cofondatore della Michelangelo Foundation, che pochi mesi fa ha organizzato, a Venezia, una mostra-evento, Homo Faber: Crafting a more human future, per fare riscoprire artigiani di tutta Europa e rinsaldare quell’alleanza tra artigianato e design, saper fare e creatività, motore economico del domani e, oggi, ingrediente irrinunciabile dell’industria del lusso (da leggere, Costruttori di valore, il ruolo strategico del saper fare italiano, a cura di Maurizio Dallocchio, Marsilio, 2016). Dopo anni di oblio, e alterne fortune, torna in auge l’homo faber, appunto, colui che “esprime ancora il desiderio di svolgere bene un lavoro per sé stesso” (Richard Sennet, L’uomo artigiano, Feltrinelli, 2017). Il suo è un tributo all’abilità che matura solo nel tempo. Dove ha selezionato in città alcuni protagonisti dell’arts&crafts meneghino, alcuni con esperienze antiche, altri approdati alla scuola artigianale solo di recente, ma con un vantaggio in più: saper mettere la tecnologia al servizio della creatività. Come i milanesissimi Enrico Casati e Jacopo Sebastio, poco più che trentenni e con il pallino per le scarpe: hanno condiviso studi alla Bocconi, poi entrambi hanno preso il volo. Il primo per Shanghai, il secondo per gli Stati Uniti. Tornati in Italia hanno cominciato a setacciare paesi e contrade per incontrare ciabattini, calzolai, artigiani della pelle. Si sono seduti accanto a loro e in pochi mesi hanno messo da parte un tesoro di informazioni e segreti per costruire scarpe da uomo. Da mettere in vetrina, ma soprattutto in rete, su velasca.com. Solo calzature tradizionali, francesine, derby, sneaker in pelle. Un progetto, Velasca, nato per caso (“a Singapore, dove ho vissuto per mesi, trovavo solo modelli made in China, racconta Enrico Casati), decollato grazie alla formula “dal produttore al consumatore”, nessun intermediario. Il risultato? Prezzi competitivi e calzature costruite con metodi tradizionalissimi da artigiani marchigiani e toscani: la portabilità è garantita grazie alla tecnica Blake rapid (la risposta italiana alla lavorazione inglese Goodyear che, a detta di molti, regala alla scarpa la giusta morbidezza solo dopo molto tempo). Per l’estate ci sarà una novità, il mocassino a sacchetto, una manifattura speciale (il soletto viene eliminato) per ottenere massimo comfort e morbidezza. Saranno nelle vetrine
1 | Disegni classici e contemporanei decorano i servizi da tavola del laboratorio Paravicini. 2-3 | Claudio Onorato davanti al suo studio, annunciato dall’opera in corten Octopus, e un particolare de Il veliero. 54
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CHE STOFFA!
di piazza Sempione (il negozio è aperto tutti i giorni e il lunedì fino alle 21 per chi fa tardi in ufficio) da aprile.
FREGI E DECORI ANIMALIER
Sapienza artigianale e soluzioni tecnologiche. Formula vincente pure per il laboratorio di Margherita e Benedetta Medici, nella Milano antica, in quel dedalo di botteghe nascoste dietro via Torino, là dove trent’anni fa cominciò Costanza Paravicini, che non ha mai smesso, carnet alla mano e uno spiccato gusto per le cose belle, di elaborare decori, fregi, arabeschi. Immaginando grandi tavolate con gli amici con piatti e servizi da portata belli, ma anche pratici. Si entra nell’atelier e la Milano high-tech sembra lontana anni luce: tavoli intrisi di colori, schizzi bellissimi, pennelli. Qui si decora ancora a mano, per ore; oppure si mette a punto il disegno che può anche essere realizzato a
Si torna a fare il sarto. Una nuova generazione riprende in mano ago e filo e va a bottega. Come un tempo. Ai tavoli delle sartorie oggi si siedono giovani e giovanissimi che nulla sanno di giro manica, impunture, martingala e cannoncini. Tra loro c’è Gianfrancesco Musella Dembech, laurea in comunicazione digitale, e un’inclinazione naturale all’eleganza. Pochi anni fa ha cominciato a costruire abiti come una seconda pelle, con quell’attenzione ai dettagli che il padre gli ha insegnato, lui che per decenni ha confezionato i doppipetti di Gianni Agnelli nella bottega milanese Donnini. Oggi questo modello viene riproposto con la medesima maniacale attenzione al rever, che non deve essere schiacciato sul petto ma deve “rollare”, e al punto vita, che deve fasciare con lievità. “Per la prossima stagione sono molto richiesti gli spigati in solaro e i gessati in fresco lana, come pure gli abiti in cotone con tre tasche a toppa con quattro bottoni anziché sei”. Per le camicie su misura, con i morbidissimi tessuti del cotonificio Albini, si va alla Camiceria Santolmo (via Olmetto 8a, tel. 02.72.00.01.30), un laboratorio artigianale per uomo e donna.
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Carta, legno, vetro, metalli preziosi, tessuti. Trasformati per abbellire il nostro quotidiano
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RICHARD ALCOCK
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stampa, applicato poi, come una decalcomania, su piatti, vasi, centritavola, alzatine. I motivi sono innumerevoli: mongolfiere, serpenti, simboli zodiacali; grazie alla tecnica “a gran fuoco” i decori, molto luminosi, risultano atossici e indelebili. Bellissima la collezione Giungla, un’orchestra di animali e piante che fa venire voglia d’Africa. Ma al Salone del Mobile ci saranno motivi di ispirazione Déco, rinato tra le mani di questo atelier tutto al femminile. Ha scelto NoLo, periferia nord di Milano, nuovo polo di attrazione per artisti e creativi, Federico Carrassi, classe 1991 e studi all’Accademia di Brera, per aprire il suo laboratorio dove nascono cornici magnifiche, di piccole dimensioni e anche per grandi dipinti, colorate, in legno di tiglio, ciliegio, rovere, da ordinare su misura o scegliere tra i modelli appesi alle pareti. Ogni passaggio è manuale, dall’imprimitura (viene steso sul legno grezzo una mano di colla di coniglio) all’immanitura (più mani di gesso di Bologna), un processo lungo e sapiente. “Ogni opera è un lungo confronto con il committente”, racconta questo giovane artigiano che solo pochi mesi si è fatto notare incorniciando i capolavori di Giacomo Balla esposti nella galleria milanese Bottegantica. In fatto di cornici, è un indirizzo storico la bottega di Paolo Girotto, laboratorio in Brianza e showroom nel cuore di Milano, in via Quadrio. Non si contano i modelli, i decori, gli intagli. Un’antologia di stili che non ha eguali: ogni pezzo viene eseguito a mano da abilissimi artigiani che fanno rivivere i motivi a foglia, l’argentatura a guazzo, le volute prese in prestito al barocco siciliano. È una bottega che non dà spazio all’approssimazione, tutto è fatto ad arte. Parte della collezione è anche online, ma certe essenze bisogna toccarle per sentire vibrare, sotto le mani, la delicatezza e la precisione dell’intaglio. E al tatto si coglie la bellezza delle carte da muro che ogni giorno nascono dietro le vetrate di Fabscarte, fucina e laboratorio pieno di luce in un cortile che sa d’altri tempi. Si incontra Luigi Scarabelli, assieme a Emilio Brazzolotto l’anima di questo atelier votato alla decorazione pittorica, e subito si coglie lo sguardo di un artigiano che attinge all’umanesimo, mettendo al centro l’uomo e il rapporto con la natura, che è pura armonia: “Solo le cose fatte dagli uomini esprimono emozione”, sottolinea Scarabelli mentre sfiora raffinatissime carte da parati, oggi tornate di moda, i cui colori sono il risultato di una conoscenza sopraffina dei materiali, la texture è materica come le sperimentazioni di Burri,
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1 | Daniela De Marchi, artigiana del gioiello. 2 | Nell’atelier Fabscarte si realizzano a mano carte per abbellire pareti e muri. 3 | Alcune creazioni della collezione Diamond di Daniela De Marchi. 4 | Segnalibri realizzati dalla Bottega Ghianda su un disegno di Gae Aulenti del 1988. 5 | L’atelier di Gianfrancesco Musella Dembech.
i disegni destrutturati, deformalizzati. Bosco, Dalì, Albero regalano giochi cromatici toccanti come un dipinto e unici sono i fogli realizzati con artisti di fama come Martyn Thompson, Studio Blanco, Francesco Simeti. Biglietti da visita e carte speciali stampate a mano si trovano in un altro angolo magico della città, la cartoleria e tipografia Fratelli Bonvini, che conserva ancora gli ambienti originali dell’epoca e tre macchine tipografiche, del 1930, 1950 e di fine Ottocento. È un mondo a parte, ma conosciuto dai raffinatissimi editori di Monocle, dove la ricerca vintage della calligrafia, del piacere di scrivere a mano passa attraverso una selezionatissima offerta di penne, matite, taccuini, timbri, inchiostri. Sul sito si trovano le date dei workshop, da non perdere.
SCULTURE DI CARTA E D’ACCIAIO
Con le carte “gioca” tutti i giorni anche il serbo Uroš Mihic. Il padre, architetto, e il nonno, scenografo, gli hanno insegnato tutto sulle maschere in cartapesta, i vasi in papier-mâché, l’uso delle tinte forti. Poi, un giorno, in Serbia, tra le montagne di Kopaonik, ha scoperto l’origami. Da allora questo giovane in bilico tra design (studi al Politecnico) e artigianato non si è più fermato, 57
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lavorando per le maison più celebri (per Pomellato ha realizzato una vetrina con coralli e scogli). Ha inventato allestimenti e piccole scenografie, creato libriscultura e scatole particolarissime. Le sue miniature di carta possiedono il rigore del pensiero zen, sono microcosmi dalla bellezza minimale che simulano universi astratti, forme architettoniche, ecosistemi naturali. È un mondo fantastico anche quello di Claudio Onorato, carriera ultradecennale alle spalle, artista funambolo e poetico che si muove con agilità tra disegno, scultura, pittura. È arrivato per primo, 33 anni fa, negli spazi della Fabbrica Orobia dando vita, nel tempo, a My Gallery, un atelier aperto anche al pubblico. I suoi lavori, che si ispirano all’arte di Escher e alla pittura fitta di simbolismi e allegorie di Bosch, “vivono di luce e di aria”, come ha scritto la curatrice d’arte Elena Forin: la carta è il supporto con il quale Onorato si misura ogni giorno, la incide, la ritaglia, lasciando che i vuoti siano riempiti proprio dalla luce e dai suoi riflessi. I suoi lavori (scatole, tavolini, multipli, insegne) sono narrazioni di un cantastorie che osserva l’oggi e lo reinventa con la precisione di un miniaturista. Tanta sperimentazione, disciplina, e passione per il saper fare animano pure la Fucina di Efesto, alla Bovisa, negli spazi annessi alla cascina di un convento benedettino del Seicento. L’ha fondata Alessandro Rametta, scultore autodidatta. Il laboratorio è aperto alla contaminazione e all’esplorazione: “siamo nati (il socio progettista è Andrea Capriotti) come scultori dell’acciaio al carbonio, poi siamo passati ai metalli nobili e oggi, grazie a tecniche antiche, siamo in grado di unire diversi materiali: bronzo, rame, ottone”. Nascono vasi e opere uni-
Gli interni di Fratelli Bonvini, bottega di cartoleria in un’ex tipografia di inizio Novecento, dove si stampano a mano biglietti di ogni tipo. In alto, Paolo Girotto fra le cornici che realizza su commissione. 58
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che di grande leggerezza, raffinate come Ginko, con foglie in rame saldate in lega di argento, tecnica propria dell’arte orafa piuttosto che di quella fabbrile. Sono ancora top secret quelle progettate per il Salone del Mobile, ospiti della piattaforma Design Italy, che per l’occasione allestisce spazi in centro. Proprio l’arte orafa è la passione di Daniela De Marchi, che da vent’anni ne indaga metodi e materiali nella sua bottega nel cuore di Milano. Inizia ad appassionarsi al gioiello artigianale vincendo una borsa di studio all’Istituto Europeo di Design e oggi è un punto di riferimento per tante milanesi. La sua cifra stilistica, il dropage (piccolissime sfere irregolari che ricoprono in modo più o meno fitto le superfici di tutte le collezioni), impreziosisce anelli di grande eleganza, minimali, amati anche dai giapponesi. Lavora con l’argento, il bronzo, l’ottone. Ma nelle sue mani i metalli si spogliano della loro naturale lucentezza per accogliere smalti e bruniture, e abbinarsi poi a pietre naturali, labradorite, avventurina verde, corniola, quarzo fumé. Per riporli sono perfetti i vassoi disegnati da Gae Aulenti nel 1979, realizzati interamente a mano e levigati fino a ottenere un effetto seta: sono uno dei molti capolavori in legno di Bottega Ghianda, nata 200 anni fa e oggi nelle mani di Romeo Sozzi, designer ed appassionato ebanista, che con i figli Stefano, Davide e Paolo ha raccolto l’eredità di Pierluigi Ghianda, perpetuando quel mix di saper fare e creatività che il mondo ci invidia.
SERGIO TORNAGHI
La vecchia tipografia Fratelli Bonvini è oggi il paradiso per gli appassionati di cartoleria e stampa a mano
UN GIRO PER BOTTEGHE
Le nostre scelte Comprare 1 VELASCA
Scarpe realizzate da artigiani toscani e marchigiani Indirizzo: piazza Sempione 2 | Tel. 02.92.86.18.13 Web: velasca.com
belle le carte da parati in vendita | Indirizzo: via Foppa 50A | Tel. 02.42.29.03.88 | Web: fabscarte.it 9 BOTTEGA GHIANDA
2 CLAUDIO ONORATO ART STUDIO
Pezzi unici in legno fatti a mano, alcuni disegnati da celebri designer: tra questi Gae Aulenti, Michele De Lucchi | Indirizzo: via Formentini 9 Tel. 02.87.20.13.62 Web: bottegaghianda.com
3 LA FUCINA DI EFESTO
Gioielli e accessori realizzati a mano Indirizzo: via dei Piatti 9 | Tel. 02.86.99.50.40 Web: danielademarchi.it
A due passi dalla Fondazione Prada, opere decorative in carta | Indirizzo: via Orobia 15 Cell. 333.45.96.489 | Web: claudioonorato.it Bottega di sperimentazione su metalli e patine inedite. Nel 2018 Alessandro Rametta è insignito del titolo di Maestro d’arte e mestiere | Indirizzo: via Arrivabene 24 | Tel. 02.31.63.539 | Web: lafucinadiefesto.com 4 GIANFRANCESCO MUSELLA DEMBECH
Giovane sarto da uomo. Richiestissimi i suoi doppiopetti e gli abiti in fresco lana Indirizzo: via Celestino IV 9| Cell. 340.85.20.357 Web: muselladembechmilano.com 5 LABORATORIO PARAVICINI
Atelier di ceramiche dipinte a mano | Indirizzo: via Nerino 8 | Tel. 02.72.02.10.06 | Web: paravicini.it 6 UROŠ MIHIC
Installazioni e sculture di carta con tecnica origami. Visite su appuntamento | Indirizzo: via Tucidide 56 Cell. 338.84.85.837 | Web: urosmihic.com 7 PAOLO GIROTTO
Cornici con riproduzioni di motivi dal ‘500 al ‘900. Anche legni ebanizzati, finta porcellana e laccatura in smalto lucido | Indirizzo: via Quadrio 12 | Tel. 02.65.95.162 | Web: girottocornici.com 8 FABSCARTE
Decorazioni murali di ogni genere e tecnica; molto
10 DANIELA DE MARCHI
11 FRATELLI BONVINI
Una ex tipografia del 1909 in zona Corso Lodi, oggi cartoleria dal sapore vintage, con macchine originali. Oggetti per la scrittura, album, taccuini. Biglietti stampati a mano | Indirizzo: via Tagliamento 1 | Tel. 02.53.92.151 | Web: bonvini1909.com 12 AGAPANTHUS
Gioielli realizzati con lavorazioni artigianali Indirizzo: via Cerva 14 | Tel. 02.76.00.22.47 Web: agapanthusgioielli.it 13 WHITE PEPPER STUDIO
La bottega orafa Agapanthus, nel cuore di Milano.
Tre giovani appassionate di fiori e floral styling: Cristina, Camilla, Lena. Decorazioni, allestimenti Indirizzo: via Astesani 54 | Cell. 335.54.30.755 Web: whitepepper.it 14 CORNICI CARRASSI
In legno di tiglio, ciliegio, rovere, di piccole dimensioni o in grandi formati, anche su misura Indirizzo: via privata Astico 21 | Cell. 331.95.70.248 Web: cornicicarrassi.it Fotografa il QR e scarica sul tuo smartphone queste informazioni utili
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BRECIA/AMISANO © TEATRO ALLA SCALA
Le Prove aperte della Filarmonica della Scala sono un’occasione straordinaria per accedere all’interno del teatro e godere della sua acustica perfetta.
Una insider che conosce gli angoli più segreti, la passerella sospesa fra le guglie del Duomo, i concerti preparatori della Filarmonica della Scala: sette chiavi che aprono le porte di Milano
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a Milano classica e quella segreta, la città storica e la capitale dell’aperitivo,ilregnodellearchistarelametropolidaattraversaredicorsa:facce diverse del capoluogo lombardo. Da scoprire con gli occhi, ma, soprattutto, da sperimentare. Ascoltando, correndo, gustando. O inseguendo una passione sopita. Ecco sette idee per chi non si limita a “visitare” Milano, ma vuole viverla e coglierne le tante sfumature. Anche le meno scontate.
OLTRE IL CANCELLO
“Milano è una città schiva, la sua bellezza sta dove non te l’aspetti, in luoghi nascosti, privati. Per questo ho deciso di portare le persone in posti di solito chiusi al pubblico: nell’androne di un palazzo, nei cortili, nei giardini segreti”, racconta Federica Pizzi, guida sui generis della capitale lombarda. Nei suoi tour, organizzati anche per una persona sola, s’infila in quartieri in61
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ESPERIENZE IN CITTÀ
timi e bellissimi, come il Quadrilatero del silenzio, contraltare del notissimo Quadrilatero della moda: una manciata di strade e ville private nate negli anni Trenta. E non si limita a una sosta nella piccola piazza intitolata a Eleonora Duse, o davanti al giardino popolato di fenicotteri rosa di Villa Invernizzi. Ma si introduce nella portineria di Palazzo Fidia, opera futuristica dell’architetto Aldo Andreani, dove un curioso plastico racconta la storia della dimora e dell’isolato; poi prende alle spalle Casa Sola Busca, per i milanesi: Ca’ de l’Oreggia, per mostrare, accanto all’entrata secondaria, l’orecchio di bronzo dello scultore Adolfo Wildt, in origine il citofono del palazzo. E, soprattutto, si fa aprire cortili e giardini invisibili dalla strada. “Milano è davvero Milano quando si va oltre i cancelli e quando, a raccontarla, sono le persone che ci vivono”, dice Pizzi.
APERITIVI PANORAMICI
L’aperitivo è un appuntamento imperdibile per chi vuole conoscere la Milano dei milanesi. E, ora che la città cresce sempre più in verticale, è quasi d’obbligo brindare guardando il nuovo skyline da storici e privilegiati belvedere. Come l’Highline Galleria, il percorso panoramico sui tetti della Galleria Vittorio Emanuele: una passerella di 250 metri che l’architetto Giuseppe Mengoni, ideatore del “salotto di Milano”, utilizzava per controllare i lavori. Quei camminamenti sono diventati luogo d’incontro per un’insolita passeggiata a pochi metri dalle guglie del Duomo, dove la vista spazia, nelle giornate terse, dai nuovi grattacieli alle vette del Cervino e del Rosa. Il percorso accoglie mostre, spettacoli, installazioni; un giardino pensile, questa primavera, e, da maggio, i grandi classici del Cinema Bianchini, da guardare tra comignoli e vetrate. Ogni venerdì e sabato, dalle 18 alle 20, nel biglietto di ingresso sono compresi aperitivo e finger food.
LA SCALA IN ANTEPRIMA
C’è un modo per dribblare tempi e costi e accomodarsi in uno dei salotti più eleganti di Milano, La Scala, con i suoi interni neoclassici e la musica che, in questi spazi dall’acustica mirabile, risuona magicamente. Bisogna intrufolarsi dietro le quinte dei grandi concerti la sera prima che facciano il loro esordio ufficiale. L’opportunità è offerta dalle Prove aperte della Filarmonica della Scala, concerti preparatori, preceduti da una guida all’ascolto, che allietano i sensi e aprono i cuori alla solidarietà: il ricavato degli spettacoli è destinato a iniziative benefiche. I prossimi appuntamenti sono domenica 14 aprile con la prova diretta da Myung-Whun Chung, accompagnato da Sergey Khachatryan al violino; il 28 aprile la serata sarà con Riccardo Chailly, direttore musicale della Scala, e il violino Emmanuel Tjeknavorian. Le prove aperte si chiudono il 12 ottobre con il direttore Daniel Harding e Isabelle Faust al violino. L’incontro con la storia della città è fissato al bar: non uno qualsiasi, ma quello che, dal 1867, è il simbolo della capitale meneghina: Savini, in Galleria Vittorio Emanuele. Qui, nel boudoir culturale che ha accolto ai suoi tavoli Giuseppe Verdi e Maria Callas, Giacomo Puccini e Arturo Toscanini, Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio, Giovanni Verga e Filippo Tommaso Marinetti, che in queste sale firmò il Manifesto del Movimento Futurista, si attraversa il passa62
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GIOVANNI TAGINI
COLAZIONE IN GALLERIA
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Dal Museo del Novecento, sguardo sul Duomo e sui tetti della Galleria Vittorio Emanuele, dove si sviluppa un percorso panoramico.
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ESPERIENZE IN CITTÀ
to della città, con un occhio al presente e uno scorcio sul futuro accompagnati da storici, scrittori, giornalisti e studiosi. Sono gli appuntamenti di Milano a colazione organizzati da Neiade Milano Tours: un viaggio nei luoghi-simbolo della città, ma anche attraverso la moda, il design e l’urbanistica. Partendo, ovviamente, dalla colazione nell’atmosfera romantica e fra gli arredi d’antan che contraddistinguono il locale.
BELLEZZE IN BICICLETTA
Il bagno, certo, non si può più fare, come ricordavano ironicamente Elio e le Storie Tese nella canzone Zelig: la cunesiùn del pulpacc. Ma il Naviglio piccolo, la Martesana che costeggia l’antica strada romana oggi Padana Superiore, si può esplorare anche restando all’asciutto. Per ammirare uno scorcio inusuale di Milano e, poi, perdendosi in un sorprendente paesaggio padano che può portare dopo 38 chilometri fino a Trezzo sull’Adda, EastRiver organizza tour guidati in bicicletta: un itinerario che costeggia case illustri, come Villa Lecchi, Villa Albrighi e Villa Aitelli con la torre ottagonale chiamata il Faro; mulini ad acqua (a Groppello d’Adda, probabilmente su progetto di Leonardo), cascine. Sempre lungo la Martesana ci si può cimentare con percorsi in canoa: East River, insieme a Canottieri San Cristoforo, organizza corsi per tratti brevi e tranquilli, per esplorare storia e paesaggio da un’altra prospettiva.
UNA CENA NELLA STORIA
La cena è servita, ma in ambienti molto particolari: la Cripta di San Sepolcro, la più antica chiesa sotterranea di Milano, fresca di restauri. E all’Archivio Storico della Cà Granda, il primo ospedale “pubblico” della città voluto da Francesco Sforza e realizzato dal Filarete nel Quattrocento. Una serata particolare sotto volte affrescate e su pavimenti romani, tra tele pregiate e scaffali colmi di antichi documenti. Prima di accomodarsi a tavola una visita guidata svela aneddoti e curiosità, ma soprattutto segreti e misteri, ignoti per lungo tempo persino ai milanesi. L’invito a cena arriva dal Gruppo MilanoCard ed è fissato da mercoledì a domenica, con menu anche vegano. Fino a giugno nella Cripta di San Sepolcro si può cenare accanto a due invitati illustri, Leonardo da Vinci e Andy Warhol, celebrati nella kermesse multimediale Leonardo & Warhol in Milano. The genius experience.
Uno scorcio di Galleria Vittorio Emanuele, dove si trova il Savini Caffè. Qui, la domenica, si organizzano colazioni con conferenze sulla storia di Milano.
Correre nel cuore di Milano, dal Parco Sempione a Brera, con le sue viuzze animate da antiche botteghe e gallerie, o attorno a Piazza Duomo. La corsa in città diventa un’esperienza di scoperta e un piacere che appaga lo spirito per chiunque ami gli sport all’aria aperta. Per loro, c’è adidas RunBase, uno spazio attrezzato con spogliatoi e docce che offre la possibilità di usufruire gratuitamente di armadietti custoditi. In più, allenamenti di gruppo con coach specializzati e test dei modelli di scarpe. Per accedere occorre iscriversi, gratuitamente, alla community degli adidas runner: unirsi al movimento permette l’accesso anche alle adidas RunBase in altre 50 città d’Europa e del mondo (C. P.). 65
ANDREA DI LORENZO
CORRERE IN CENTRO
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ESPERIENZE IN CITTÀ
Le nostre scelte Esperienze 1 SCOPRI MILANO TRA GIARDINI E CORTILI
Con Federica Pizzi, tour alla scoperta del Quadrilatero del Silenzio | Cell. 366.36.12.831 | Prezzi: 25 € in gruppo, 35 € per singoli 2 HIGHLINE GALLERIA
Brindisi sul tetto della Galleria Vittorio Emanuele Indirizzo: Highline, via Silvio Pellico 2 Tel. 02.33.141.20 | Web: highlinegalleria.com Prezzi: aperitivo e finger food 12 € 3 LA FILARMONICA DELLA SCALA
Prove generali dei concerti | Indirizzo: via Filodrammatici 2 | Tel. 02.46.54.67.467 Web: filarmonica.it/proveaperte | Prezzi: da 5 a 35 € 4 NEIADE MILANO TOURS
Colazione e conferenze sulla città allo storico Savini Caffè Indirizzo: Galleria Vittorio Emanuele II Tel. 02.36.56.56.94 | Web: neiade.com | Prezzi: 16 € 5 EAST RIVER MARTESANA
Biciclettate sulla ciclabile della Martesana e corsi di canoa
Indirizzo: via Jean Jaures 22 | Cell. 349.297.37.79 Web: eastriver-martesana.it 6 ARSE MILANO
Cene nell’Archivio della Ca’ Granda e alla Cripta di San Sepolcro con visite guidate | Indirizzo: Ca’ Granda, via Francesco Sforza 32 | Cell. 391.49.97.845 Indirizzo: Cripta San Sepolcro, piazza San Sepolcro Cell. 340.40.85.729 | Web: arsemilano.it | Prezzi: Ca’ Granda 35 €, Cripta di San Sepolcro 37 € 7 ADIDAS RUNBASE
Uno spazio dedicato a chi vuole lanciarsi alla scoperta della città di corsa, attrezzato con spogliatoi, docce e armadietti custoditi. Si accede con iscrizione gratuita sul sito | Indirizzo: corso Sempione 10 Cell. 344.10.99.959 Web: adidas.it/adidasrunners
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L’Arco della Pace, incorniciato nel verde di Parco Sempione: da qui si può partire per scoprire la città correndo.
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i nforMazioni a cura di M ariarosaria B runo
pratiche
COME ARRIVARE
In aereo
Milano è servita da tre aeroporti di riferimento, Milano Linate, Malpensa e Bergamo Orio al Serio, con frequenti collegamenti nazionali e internazionali operati da Alitalia (alitalia.com) e dalle principali compagnie di linea e low cost, da Ryanair (ryanair.com) a easyJet (easyjet.com). Dal 27 luglio al 27 ottobre prossimi, Linate chiuderà per lavori e in quei tre mesi i voli verranno dirottati su Malpensa. Dagli scali aeroportuali si raggiunge facilmente il centro città con frequenti navette o bus di linea. Il treno Malpensa Express (malpensaexpress.it) collega lo scalo alle stazioni ferroviarie di Milano Cadorna (circa 35 minuti) e Milano Centrale (60 minuti). Da Orio al Serio si raggiunge Milano in circa un’ora, con transfer operati da compagnie private: Terravision (terravision.eu) e Orio Shuttle (orioshuttle.com).
In auto e In treno
La A1, autostrada del Sole, collega Milano a Napoli, per chi viene dal centro-sud. La A4 mette in connessione Torino-Milano-Brescia, mentre l’A8 Milano-laghi congiunge il capoluogo lombardo con Varese, Como e con l’aeroporto di Malpensa (uscita Busto-Arsizio). La A7 connette con Genova, la A35 BreBeMi con Bergamo e Brescia. I treni ad alta velocità di Trenitalia (trenitalia.com) e di Italo (italotreno.it) collegano Milano alle principali città del centro-sud.
COME MUOVERSI Milano è servita da una capillare rete di trasporti urbani, che include quattro linee della metropolitana, 17 linee tranviarie, quattro filovie e oltre 150 autobus, gestita da ATM, l’azienda del trasporto pubblico locale. Sul sito atm.it, o sull’apposita app scaricabile gratuitamente, si trovano mappe e informazioni sui percorsi di tutte le linee e la possibilità di calcolare l'itinerario più veloce inserendo punto di partenza e destinazione. Per muoversi in città è anche possibile ricorrere al car sharing, scaricando le app principali: da Car2Go (car2go.com, che presto però confluirà in una nuova app, ShareNow, creata in collaborazione con Drive Now) a Enjoy (enjoy.eni.com), alle macchine elettriche di Share’n Go (site.sharengo.it). In città sono presenti anche le principali società di noleggio auto - Avis (avisautonoleggio.it), Europcar (europcar.it), Hertz (hertz.it), Maggiore (maggiore.it), Budget (budgetautonoleggio.it) - con punti negli aeroporti e nei più importanti scali ferroviari. Per muoversi sulle due ruote, infine, BikeMi (bikemi.com) è il sistema di bike sharing di Milano, che mette a disposizione sia biciclette tradizionali sia a pedalata assistita, con diverse stazioni dislocate in tutta la città. A Milano opera anche Mobike (mobike.com) con il sistema a flusso libero, ovvero senza stalli.
WEB E SOCIAL turismo.milano.it è il sito ufficiale del Comune dedicato a chi visita la città e offre informazioni a 360 gradi per organizzare sia il viaggio sia il soggiorno, con approfondimenti su arte e cultura, eventi, itinerari, quartieri, guide e mappe.
APP Cinque app tematiche per vivere al meglio la città e personalizzare e organizzare la propria vacanza.
VISITMILANO L’app ufficiale del Comune, indispensabile per conoscere Milano e muoversi agilmente tra le sue proposte. È aggiornata su eventi, luoghi di interesse, spettacoli, itinerari, con focus su creatività, design e trasporti. Tra le varie funzioni, permette di comprare i biglietti ATM e di prenotare i musei. GUIDAMILANO Per avere a portata di smartphone itinerari culturali suddivisi per epoche storiche e percorsi a tema, con tanto di mappe: dall’arte contemporanea allo shopping, dai palazzi alle chiese, dai musei alla Milano delle scienze. MILANOCARD L’app del Milan City Pass, una carta da 24, 48 o 72 ore a scelta, che permette di usufruire del trasporto pubblico gratuitamente, di muoversi con un autista privato, di girare con audioguida, ma anche di accedere con sconti a diverse attrazioni turistiche e attività. URBI Un utile strumento per chi decide di adottare il car sharing: semplifica la ricerca dell'auto, consentendo di vedere qual è quella più vicina, raccogliendo nella stessa mappa i vari servizi offerti dai diversi operatori presenti a Milano. CITYINSIDER L’app dell’omonima community per scoprire la città da local, seguendo i consigli da insider di persone che conoscono bene Milano. Suggerimenti su dove mangiare, bere un drink, acquistare, a seconda che si viaggi da soli, in coppia o tra amici. 67
DOVE
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