ROUBAIX pedalare forte e sul velluto di Valerio Lo Monaco
Ricerca, SVILUPPO E TECNOLOGIA portate al massimo per la realizzazione di un telaio con valori di RESISTENZA E COMODITÀ ai VERTICI DELLA CATEGORIA: questo il risultato che l’azienda statunitense ha raggiunto con il modello Roubaix. La versione Comp, inoltre, ha un PREZZO ACCESSIBILE a tutti pur adottando un telaio in fibra di carbonio con gli INSERTI ZERTZ per eliminare le vibrazioni.
Un telaio leggero e scattante, senza alcuna flessione e anche comodo nelle lunghe distanze è, praticamente, il massimo ottenibile.
M. VENDITTI - LA CUBA
SPECIALIZED
PER LE COMPETIZIONI
SPECIALIZED ROUBAIX on sono molte le aziende produttrici di biciclette che riescono a portare avanti gli studi e lo sviluppo di soluzioni tecniche in grado di andare anche oltre lo specifico oggetto ciclistico. In un mondo specifico dove vi è la rincorsa costante al materiale più adatto per la costruzione di biciclette, dove la ricerca in merito alle geometrie più corrette sembra avere un periodo di assestamento anche sui canoni provenienti da oltre oceano, trovare ulteriori sviluppi in settori nuovi è certamente un valore aggiunto di non facile valutazione dal punto di vista economico. Soprattutto nei casi in cui questo avviene contemporaneamente al continuo miglioramento di tutti gli altri fattori. La Specialized è una di queste aziende e, oltre all’innovazione tecnologica relativa ai materiali, è stata in grado di sviluppare quella che si può tranquillamente definire come una vera e propria rivoluzione ulteriore alle altre già in atto nel mondo ciclistico. Il modello che presentiamo in questa circostanza, ovvero il Roubaix, ne è una delle prove tangibili. E non è un caso, probabilmente, che il nome stesso scelto per questa specialissima, derivante da uno dei “mostri sacri” del ciclismo di tutti i tempi, si affianchi a tale importante progetto. Ma andiamo con ordine.
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“BODY GEOMETRY”
Probabilmente tutto è partito dal concetto di “body geometry”, che la Specialized porta avanti ormai da diversi anni, e dall’intuizione che oltre alla leggerezza e alla resistenza, alla funzionalità e all’efficacia tecnica di una specialissima, si dovesse affiancare anche un altro aspetto che troppe volte, al fine della migliore prestazione tecnica possibile, era sembrato essere in secon-
do piano: la comodità del ciclista. A fronte di biciclette estremamente funzionali, resistenti e rigide, qualità utili in termini di efficacia del mezzo, troppo spesso, infatti, si dimenticava il ciclista che poi tale biciclette doveva pedalare. Ma la comodità dell’atleta, proprio in termini di efficacia del gesto, soprattutto nelle lunghe corse e su percorsi piuttosto accidentati o nelle fasi finali di gara, può essere una vera e propria arma in più per riuscire a tirare fuori il massimo, da sé stessi, quando magari altri atleti hanno già perduto tante delle loro energie proprio per assorbire e contrastare le sollecitazioni ricevute durante la prova, kilometro dopo kilometro. Il concetto di “body geometry”, che la Specialized ha dapprima applicato a tutta una serie di componenti e accessori come sella, guanti e scarpe, ha permesso alla Casa americana di studiare alcuni materiali in grado di migliorare sensibilmente la comodità in corsa. E stavolta applicandola al telaio, principalmente, oltre che ad alcuni altri componenti specifici. Descrivere la Roubaix impone quindi di interpretare non solo le caratteristiche geometriche e quelle relative al materiale di realizzazione, ma soprattutto il nuovo “sistema” di assorbimento delle sollecitazioni. Quindi, partiamo proprio da qui...
1 Il tubo di sterzo, con la serie di scorrimento integrata, offre una soluzione estremamente rigida, soprattutto per il dimensionamento delle parti relative alla connessione dei tubi superiore e obliquo, che proprio con il tubo di sterzo hanno un’unione molto estesa e solida.
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3 Il cannotto reggisella fa parte della vastissima produzione della Specialized relativa alla componentistica: in questo caso ci troviamo di fronte a un modello in fibra di carbonio che ingloba, a ulteriore efficacia del sistema, anche l’inserto in Zertz. 4 Stesso discorso, in merito alla comodità, anche per la forcella in fibra di carbonio, sempre della Casa americana, che completa questo “frame set”. per quanto riguarda il telaio - nei punti da cui, dalle ruote, le vibrazioni passano al ciclista, ovvero i foderi superiori del carro posteriore e i foderi della forcella, consente invece di ridurre drasticamente il passaggio delle vibrazioni. Vale la pena chiarire che, in termini percentuali, il sistema Zertz consente di ridurre le vibrazioni di oltre l’80%, in pratica quasi tutte. E la cosa è notevolissima, soprattutto in uno sport di resistenza come il ciclismo. Dai mozzi, dunque, le vibrazioni passano ai foderi, ma gli Zertz le eliminano evitando di fargli raggiungere il ciclista.
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Geometrie e taglie Tutte le misure della Specialized Roubaix. A B C D E F G H 49 450 410 518 75.5° 412 72° 983 52 480 430 537 74° 412 72° 989 54 500 450 548 73.5° 415 72° 1000 56 520 470 565 73.25° 415 72.5° 1010 58 540 490 582 73° 418 72.5° 1029 61 570 520 600 72.5° 420 73° 1038 Legenda: A = taglia; B = tubo verticale c/f; C = tubo verticale c/c; D = lunghezza superiore; E = angolo verticale; F = carro posteriore; G = angolo sterzo; H = passo totale.
La scelta di lasciare il carbonio a vista solo in alcuni punti e l’inserimento del rosso rendono questa specialissima molto aggressiva. Per non parlare della “trasparenza” degli inserti Zertz...
2 Gli inserti in materiale viscoelastico, presenti sui foderi superiori del carro posteriore, consentono di ridurre le vibrazioni provenienti dalla ruota motrice - e altrimenti dirette al ciclista -, che invece, con questa soluzione, riescono a essere intercettate e ridotte con valori oltre l’80 per cento. Il materiale con il quale sono realizzati questi inserti rende possibile anche la soluzione “trasparente” della loro conformazione, con un’indubbio effetto anche dal punto di vista estetico.
IL SISTEMA ZERTZ
Il sistema Zertz funziona con degli inserti in materiale viscoelastico, facilmente individuabili in virtù della loro composizione trasparente, che i tecnici della Specialized hanno inserito in alcune zone sensibili del telaio (e di alcuni componenti). Si tratta di inserti realizzati in un materiale in grado di intercettare e annullare le vibrazioni provenienti dalla strada che, attraverso il telaio, se non neutralizzate arrivano generalmente alla sella, al manubrio e ai pedali, ovvero ai punti di contatto tra bicicletta e atleta e che, di conseguenza, devono essere assorbite dal ciclista. L’inserimento di questo sistema -
ROSSO SPECIALIZED
I MATERIALI
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A questo si aggiunge il fatto che questo sistema è inserito in un telaio che somma già tutte le caratteristiche straordinarie che la Specialized ha raggiunto sui suoi modelli in fibra di carbonio.
Il telaio Roubaix, infatti, è realizzato interamente in fibra di carbonio e con la tecnologia Fact, nata dalle strutture della Specialized stessa. Con la sigla appena citata, la Casa americana intende il sistema Functional Advanced Composites Technology che, un precisissimo sistema di studio, utilizzo e lavorazione della fibra di carbonio. Nulla di esoterico, ma la schietta e soprattutto efficiente soluzione per creare il miglior telaio possibile secondo i tecnici americani. Alla Specialized, per ottenere questo, utilizzano diversi tipi di fibra di carbonio, ma lo studio non è tanto concentrato nella scelta del materiale quanto nel suo utilizzo specifico all’interno delle varie parti del telaio. Il processo attraverso il quale si riescono a costruire i telai con il compromesso più elevato tra resistenza, rigidità, basso peso e capacità di assorbimento delle vibrazioni, si chiama Lsd, ovvero Lay-up Schedule Development. Tradotto in termini semplici (cosa difficile, considerata la complessità del sistema), si tratta di studiare e capire quale è il tipo di fibra migliore e i posizionamenti e orientamenti ottimali per ogni singola porzione del telaio. Il che è tutto. Lsd significa dunque che questi fattori sono studiati e messi a punto per ogni singola sezione del telaio - parliamo di circa duecento punti differenti sui
quali vengono effettuati tali calcoli e che poi, a processo ultimato, conferiscono alla struttura completa le caratteristiche più elevate possibili. Tanto per intenderci, secondo dei calcoli effettuati dalla Specialized, il telaio Roubaix ottiene il più basso peso e la più alta resistenza rispetto ad altre realizzazioni comparabili per livello di gamma. Tutto ciò, inoltre, si sposa con il concetto ulteriore dell’assorbimento delle vibrazioni di cui abbiamo già parlato: lo Zertz.
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VALORI RECORD
La taglia 56 di questo telaio - ovvero non una delle più piccole, ma una classificabile come medio-grande pesa appena 1135 grammi (addirittura 1025 nella versione S-Works della Roubaix), e i test effettuati per arrivare a stabilire i valori di cui abbiamo accennato sono stati realizzati soprattutto in due direzioni. Il primo, definito Torsion Test, è un test generale che viene effettuato per verificare la torsione di un telaio dal tubo di sterzo alla parte posteriore, e indica, quando i valori sono molto alti, una grande attitudine a non flettere. Dal punto di vista pratico, ovvero una volta in sella, tale capacità si avverte soprattutto nella possibilità di mantenere perfettamente le traiettorie in curva, nella facilità e precisione della guida e nella stabilità, so-
2 prattutto alle alte velocità. Il secondo test, assolutamente indicativo per quello che riguarda un telaio da corsa, è il BB Pedal Stiffness Test: si tratta di un test che verifica la capacità del telaio di resistere alle sollecitazioni che si generano durante la pedalata, soprattutto in occasione di scatti e accelerazioni. Quando il ciclista pedala, la rotazione della pedaliera comporta una “sofferenza” in primo luogo per il
1 Il carro posteriore ha una struttura e delle sezioni piuttosto esili dal punto di vista dell’estensione di ogni singolo elemento. Alla soluzione monostay dei foderi superiori corrisponde invece una struttura massiccia, ma non pesante alla vista, per la connessione dei foderi inferiori con la scatola movimento. È questo, probabilmente, uno dei segreti della rigidità di questo telaio, che ha fatto registrare, in tal senso, dei valori di vertice nella sua categoria. 2 La zona sterzo è sempre di Casa Specialized: all’attacco in alluminio corrisponde la piega manubrio, anatomica, che presenta al suo interno gli inserti Zertz. movimento centrale, ma anche per il tubo obliquo e, soprattutto, per il carro posteriore. Se il telaio flette considerevolmente sotto le spinte dei pedali, molta della forza che si è riusciti a imprimere alla pedaliera, anziché raggiungere fedelmente attraverso la catena - il pacco pignoni posteriore e, quindi, la ruota motrice, per generare la velocità, viene invece dispersa nella flessione del telaio.
1 In linea con la scelta di questo modello, in merito al contenimento del prezzo finale senza intaccare la qualità dei componenti, la ruote che sono state scelte per l’assemblaggio sono il modello WH-560, attribuibile alla gamma del gruppo Shimano 105 con il quale è assemblata buona parte della Roubaix Comp.
SPECIALIZED ROUBAIX Insomma, un telaio con un alto coefficiente di rigidità, nel punto critico del movimento centrale, assicura, in maniera speculare al ragionamento appena effettuato, la più alta risposta nei confronti della ruota motrice. Anche in questo caso, tradotto in termini pratici significa che durante la pedalata e, soprattutto, nei casi delle variazioni di ritmo sia da seduti che, soprattutto, in fuorisella (pianura, discesa o salita che sia), un telaio rigido offre una risposta più immediata ed efficace di uno che invece flette sotto le gambe. Anche in questo caso, il Roubaix della Specialized ha ottenuto dei valori al “top” della categoria, e se a questo si aggiunge il fatto che in una comparazione definitiva di resistenza in base al peso ci troviamo sempre ai vertici, la somma finale di quanto raccontato fino a ora ci mette a parte di un telaio ai vertici della tecnologia ciclistica attuale.
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3 Intrusa, nell’assemblaggio Shimano 105/Ultegra, troviamo una K-Force in fibra di carbonio della Fsa, con corone di tipo “compact” 50/36 a completare la dotazione di serie di questa specialissima. I pedali non sono compresi.
LE FORME
Dal punto di vista delle sezioni ci troviamo di fronte a una classica realizzazione di tipo monoscocca, ma senza lo “stravolgimento” delle forme che troviamo, invece, su molte altre realizzazioni. Il tubo verticale è a sezione cilindrica, mentre il tubo superiore e l’obliquo sono realizzati in modo più articolato per rispondere meglio alle flessioni di tali zone. Molto interessante la porzione relativa al tubo di sterzo, dove gli altri due tubi del triangolo principale vi si connettono: ci troviamo di fronte a un tipo di unione con superficie molto allargata e, tuttavia, affatto pesante alla vista. Questo comporta una rigidità notevole, utile soprattutto nelle fasi di guida. Il carro posteriore ha delle sezioni piuttosto lineari e i foderi superiori sono uniti con soluzione monostay mentre gli inferiori seguono fedelmente il profilo della ruota per ottenere ancora maggiore rigidità nel carro. La forcella che completa il “frame set”, sempre di Specialized e in fibra di carbonio, ha i foderi schiacciati e rastremati in corrispondenza dei forcellini ma, soprattutto, gli inserti Zertz nella parte mediana della loro estensione.
LA GEOMETRIA
Il modello Roubaix è realizzato in sei misure differenti, in grado, per come sono state disegnate e scelte, di coprire molto bene tutta la calzata necessaria alla maggior parte dei ciclisti.
2 La sella proviene direttamente dagli studi Body Geometry che la Specialized conduce ormai da anni. Soprattutto la forma, ma anche l’inserimento di materiale assorbente al di sotto del rivestimento della sella, sono pertanto stati scelti proprio per aumentare ulteriormente il comfort.
In termini puramente indicativi tali misure sono definite dai valori 49, 52, 54, 58 e 61, riferendosi ai centimetri del tubo verticale ma, per una comprensione maggiore, come è ormai abitudine parlando di geometrie provenienti da oltre oceano e soprattutto di tipologia sloping, è certamente alla lunghezza che vale la pena fare più attenzione. Cosa fatta in primo luogo dalla Specialized stessa che, giustamente, rende disponibili le quote di questo segmento misurate orizzontalmente. La taglia definita con il numero “49”, infatti, presenta un tubo verticale centro/centro da 410 millimetri e un valore centro/fine da 450. Perché allora definire tale taglia con il numero 49? Semplice: andando a vedere la quota relativa alla lunghezza del tubo superiore, troviamo infatti un valore di 518 millimetri che, se rapportato ai 490 definiti per il verticale, fanno immediatamente capire, dal punto di vista anche pratico e non solo numerico, che ci stiamo riferendo a delle misure di tipo tradizionale adatte a un ciclista con statura inferiore ai 170 centimetri. Salendo nella disamina delle taglie per atleti di altezze superiori, troviamo infatti la misura “52” con valori centro/centro e centro/fine del verticale di 430 e 480 millimetri, ma soprattutto con lunghezza da 537. Quindi la “54” con valori di 450/500 e lunghezza di 548, la “56” con 470/520 e lunghezza di 565, la
“58” con 490/540 e 582 millimetri e la “61” con 520/570 per 600 millimetri. I carri posteriori vanno da lunghezze di 412 millimetri per la taglia più piccola fino ai 420 di quella più grande, mentre le angolazioni del tubo verticale sono di 75.5°, 74°, 73.5° 73.25°, 73° e 72.5°. Vi è da notare che la Specialized ha realizzato le forme di questo telaio tenendo bene presente tutti i particolari, nel senso che non si è badato a spese per la realizzazione di ogni singolo stampo necessario per la loro realizzazione e che, anche se nei termini di qualche millimetro, ognuno di essi è stato modificato al fine di consentire la realizzazione del telaio finito adeguatamente preciso in ogni sua dimensione secondo le necessità di ogni singolo caso. Non è decisamente cosa da poco per un telaio che, visti il materiale di realizzazione e le tecniche costruttive, necessita di un grande sforzo anche dal punto di vista economico - per la costruzione di ogni singolo stampo.
L’ASSEMBLAGGIO
La bicicletta completa che abbiamo ricevuto in redazione è stata assemblata per ottenere un rapporto qualità/prezzo molto elevato. Tutti i componenti, pertanto, sono stati calibrati tenendo a mente la realizzazione di un modello di alta gamma
ma senza sconfinare in un prezzo di vendita non accessibile alla maggior parte degli amatori. La specialissima Roubaix Comp, infatti, ha un prezzo al pubblico di 2490 euro. La componentistica della versione che presentiamo in queste pagine ha un gruppo base della Shimano, e precisamente il 105, del quale sono presenti i comandi al manubrio, i corpi freno, il deragliatore e il pacco pignoni (12-27). Il cambio posteriore è invece del gruppo Ultegra, mentre la catena è stata scelta nel catalogo Kmc con il modello S-10 Super Narrow. Unici “intrusi” alla linea Shimano, ma comunque autorevoli, sono la guarnitura e la serie sterzo. Nel primo caso ci troviamo di fronte a una Sl-K della Fsa in fibra di carbonio, scelta, per l’occasione, con corone da 50 e 36 denti e la soluzione Mega Exo, mentre la serie sterzo, di tipo integrato, è della Cane Creek. Il reggisella di questa specialissima è un prodotto di Specialized realizzato in fibra di carbonio e inteso per integrare il sistema Zertz già presente sul telaio e sulla forcella. Ovvero, all’interno della sua struttura è presente proprio un ulteriore inserto in grado di assorbire le ultime vibrazioni eventualmente provenienti dalla strada: si tratta del modello Pavé Fact. Stesso discorso per la zona sterzo, dove a un attacco manubrio in alluminio sempre della Specialized corrisponde la piega manubrio Specialized Zertz Pro Handlebar che, in sintonia con il progetto generale, adotta anch’essa gli inserti Zertz sempre a tutto vantaggio del comfort, soprattutto in considerazione del fatto che, ulteriore particolare e sempre relativo a uno dei punti di appoggio critici della specialissima, anche il nastro manubrio, chiamato Body Geometry Bar Phat, Cork Ribbon con 2.5 mm di “gel padding”, dona un surplus di comfort. Sempre proveniente dal concetto Body Geometry è infine la sella, ovvero la Body Geometry Avatar, ricoperta con finitura in microfibra e contenente i “gel padding” studiati dalla Casa americana per evitare i problemi al soprassella. Le ruote complete sono di Shimano, scelte nel modello 105, WH-560, con 16 raggi per l’anteriore e 20 per la posteriore, gommate, per l’occasione, con i copertoncini Specialized All Condition Pro, da 700x23 millimetri, a 120 Tpi e con talloni in Aramid.
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