FripUP - dai tempo al tempo

Page 1



NABA NUOVA ACCADEMIA DI BELLE ARTI - FACOLTÀ DI DESIGN LAUREA TRIENNALE DI PRIMO LIVELLO IN DESIGN DEL PRODOTTO TITOLO: FRIP-UP BETTINELLI MASSIMILIANO Matricola n°: 6683D Terzo anno - A.A. 2016/2017 Diploma accademico di 1° livello - Design Relatore di tesi: CLAUDIO LARCHER Sessione: seconda sessione (invernale) Finito di stampare nel dicembre 2017 Stampatore: Cad.Copy.Print Via Beato Angelico, 20158 Milano (MI) Carta: Tintoretto neve 95 gr Formato documento: 180 x 250 mm



FripUP. DOCUMENTAZIONE DI TESI

DAI TEMPO AL TEMPO // Per tutti i momenti e le emozioni passate in questi tre anni...



INDICE. DOCUMENTAZIONE DI TESI

pag.

15

pag.

21

pag.

23

pag.

41

pag.

49

INTRODUZIONE PREFAZIONE. Perché il tempo? OBBIETTIVI. E brief CAPITOLO 00 TEMPO. Di cosa si tratta? CAPITOLO 01 MILANO. Super local _Ambito delle mie esperienze _Viaggio in metro _Pendolarismo: casa-lavoro, lavoro-casa _Bus bunching e tempi d’attesa _O’clock. Time design, design time _Cambiare con passare del tempo CAPITOLO 02 PSICOLOGIA. Mente e città _La storia del contadino _Attesa e come attendere CAPITOLO 03 UNO SGUARDO. Al passato _Sole e ombra: la meridiana _Sabbia e acqua: la clessidra _Oscillare: il pendolo _Lancette: l’orologio meccanico _Funzionalità: gli orologi del futuro


DOCUMENTAZIONE DI TESI

pag.

61

pag.

69

pag.

97

CAPITOLO 04 CALENDARIO. Dal passato ad oggi _Scienza e fede: gli eventi astronomici _La storia: il calendario Gregoriano _Fisica-Filosofia-Scienza-Religione CAPITOLO 05 CALENDARI. E design _Concept: l’importanza dell’idea _Grafica: saper comunicare _Prodotto: più di un’idea _Ecologia: per la sostenibilità CAPITOLO 06 CARTA. Alla base del calendario _Antenati: i precursori della carta _Materie prime: da cosa partire _Usare le mani nella lavorazione della carta Eco-sostenibilità: riciclare la carta _100% a favore dell’ambiente


INDICE. PROGETTO DI TESI

pag.

113

pag.

121

pag.

131

pag.

153

pag.

201

CAPITOLO 07 IDEE. Dai spazio alla fantasia _Provette: esperimenti di laboratorio _Schizzi CAPITOLO 08 CONCEPT. Il potere della carta _La ricetta: carta FripUP _Peculiarità: carta FripUP CAPITOLO 09 GRAFICA. Prima e dopo lo strappo _Giorni: calendario giornaliero _Lune: calendario lunare _Stagioni: calendario stagionale CAPITOLO 10 PRODOTTO. Elementi di progetto _Legno: un materiale vivo _Argilla: la sapienza dell’artigiano _Acciaio: il materiale guida CAPITOLO 11 ECOLOGIA. Vite che crescono _Piante grasse: crescere giorno per giorno _Piante rampicanti: arrampicarsi fino alla luna _Piante tappezzanti: distendersi al sole


PROGETTO DI TESI

pag.

199

pag.

219

pag.

247

pag.

249

253 pag. 255 pag.

CAPITOLO 12 BRAND. Gli ultimi passi _Schizzi _Nome e logo: studio e realizzazione _Packaging: protezione sostenibile _Disegni tecnici _Prezzo e stima dei costi complessivi CAPITOLO 13 PRODOTTO. L’oggetto finito CONCLUSIONE RISULTATI. Arrivare alla meta RINGRAZIAMENTI GRAZIE. A tutti voi... E GRAZIE. A tutti i frettolosi BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA




“Noi viviamo immersi in una miscela inscindibile di Spazio e Tempo; e siamo fatti di questa miscela. [...] Nella descrizione della realtà in cui viviamo e di cui siamo fatti, è necessario avere una delle due componenti di natura immaginaria.”

Antonio Zichichi

13



PREFAZIONE

PREFAZIONE. perché il tempo? A tutti i lettori:

non l’ha ancora capito nessuno cosa sia veramente. Siamo solo riusciti a dargli una specie di aspetto, l’abbiamo rinchiuso all’interno di numeri e di variabili riuscendo a scandire gli anni, le settimane, i giorni, le ore, i secondi, ecc. Fino alle più piccole quantità di tempo che il nostro cervello riesca ad immaginare. Ad esempio:

“Cos’è per noi il tempo? Questa domanda, o meglio l’oggetto di questa domanda (il tempo), mi ha sempre affascinato fin da piccolo. Il problema è che da piccoli non ci si pone il problema come si dovrebbe; anzi nel mio caso, mi sembrava qualcosa a cui dovessi correre incontro, qualcosa da velocizzare per riuscire a fare di più: giocare di più, diventare grande più velocemente e fare “le cose dei grandi”...

-43

10 s Spero che questo numero, detto anche tempo di Planck, vi dica qualcosa o quantomeno vi faccia pensare alla fisica, perché il tempo è un’unità fondamentale proprio di questa disciplina. Della fisica che ci circonda, noi riusciamo a percepire come vera e reale solo una piccola parte, ma esistono anche altri livelli fisici che non riusciamo a vedere ad occhio nudo. Ad esempio, la fisica quantistica, che si occupa

Poi però, con il tempo, grandi lo si diventa davvero e si comincia ad avere una consapevolezza maggiore di cosa sia questo scorrere e questo fluire di eventi. È qui che tutto si complica. Perché, diciamocelo, il tempo

15


DOCUMENTAZIONE DI TESI

di studiare la materia a grandezze atomiche e subatomiche. Come dicevo però, anche se su questo argomento hanno lavorato alcune del-

il tempo o comunque di scandirlo. Di questo però ne parleremo più avanti... Adesso (tornando al presente), ci renderemo conto che il

le migliori menti che la Terra abbia mai visto, il tempo risulta essere ancora un bel mistero per tutti noi. Questo non significa che non ne capiamo niente, anzi, al contrario sono state fatte molte scoperte interessanti, altre invece oserei definirle sorprendenti, ma siamo ancora molto lontani dal capire appieno cosa sia davvero.

tempo è ben radicato nella nostra vita di tutti i giorni: impegni, appuntamenti, l’orario del dentista, il giorno del matrimonio, o qualsiasi altra cosa vi possa venire in mente. Questi avvenimenti (belli o brutti che siano), condizionano enormemente le nostre scelte di vita perché sono eventi che si fissano nel tempo e diventano reali nel momento in cui li viviamo.

A questo punto vi starete chiedendo come mai vi sto assillando con questi discorsi, ma dovete comprendere che in questi ultimi mesi di studio, i libri sul tempo sono stati il mio pane e i loro scrittori i miei mentori. Senza considerare il fatto che la tematica del tempo (e della fisica in generale), mi ha sempre affascinato. Però, la mia tesi non si occupa di fisica; ma si occuperà bensì, di design e di alcuni oggetti a noi ben noti e di uso comune: i calendari. Proprio loro. Ognuno di noi ne ha in casa uno, o più di uno; e nel caso non l’avesse, di certo utilizzerà un dispositivo elettronico per accedervi. PC e smartphone infatti ne sono forniti. Inoltre ci indicano sempre data, giorno, luogo e ora.

In questa tesi si parlerà quindi del tempo non solo come oggetto di studio e di misurazione, ma anche come qualcosa che influisce a livello psicologico e che quindi, in qualche modo, ci condiziona e ci fa percepire gli eventi in modi estremante diversi a seconda dello stato d’animo. Infatti è stato analizzando le mie abitudini di pendolare e la mia giornata, che mi sono reso conto di tutto ciò e che sono diventato sempre più consapevole di quanto il tempo fosse affascinante. Senza anticipare altro, vi basti immaginarvi durante una fantastica settimana di vacanze al mare. Quanto passano velocemente i giorni? Non avete fatto in tempo ad arrivare che già ve ne state andando... Al contrario quanto è frustrante passare il tempo in sala d’attesa? Quanto sarà passato? 10 minuti o un’ora? Il dubbio è reale e il fastidio che ne deriva lo è altrettanto. Eppure il tempo scorre con la stessa velocità sia al mare che nella sala d’attesa... (Sempre che quest’ultima non viaggi alla velocità della luce, ma questo è un altro discorso...).

Ma perché è così importante saperlo? Beh, mi verrebbe da dire che se non lo sapessimo forse saremmo molto più rilassati, ma come faremmo a darci degli appuntamenti? A programmare delle attività? La risposta è semplice: sarebbe impossibile. Per questo motivo fin dai tempi più antichi si è cercato di costruire degli oggetti in grado di misurare

Per questi e per altri motivi ho deciso di dedicare il mio lavoro conclusivo, al tempo e

16


per farlo ho scelto un oggetto che mi sembrasse interessante sia dal punto di vista concettuale, sia dal punto di vista materico. Per ultimo, ma non per importanza, mi sono voluto cimentare con una progettazione che abbracciasse vari ambiti. Infatti non ho voluto accontentarmi e ho tentato di sfidare me stesso e quello che riuscivo a fare per cercare di creare un oggetto non solo utile, ma anche accattivante, che analizzasse la tematica del tempo in modo alternativo, un po’ come se lo guardassi sottosopra. Nella documentazione di tesi cercherò di non svelare troppo, perché poi ne parlerò approfonditamente nell’ultima parte dedicata al progetto. Vi anticipo però, che se i vostri calendari indicano solo i giorni e magari vi danno la possibilità di appuntare alcune informazioni, il mio può fare di più e portarvi a scoprire che (forse) il tempo non scorre in una sola direzione e che (forse) il tempo non viene tutto perso o sprecato, ma a volte basta poco per avere di più. Ora, dopo aver speso tutte queste parole per introdurvi al lavoro e al ragionamento fatto per sviluppare il mio progetto, mi auguro solo che venga apprezzato e capito fino in fondo.” Buona lettura, Massimiliano

A sinistra, una rappresentazione grafica delle linee temporali.



OBBIETTIVI

OBBIETTIVI. e brief

P

artendo dall’analisi della città di Milano abbiamo dovuto sviluppare un concetto attorno al quale poter formulare e poi progettare la nostra tesi. La tematica fornitaci era SUPERLOCAL e si riferiva più in generale al contesto cittadino, ma il nostro esempio principe era appunto la città milanese. Potevamo studiare qualsiasi ambito volessimo: cultura, infrastrutture, viabilità, stati sociali, problemi politici, ecc. Avevamo piena libertà, l’importante era arrivare ad un concetto forte, che fosse possibilmente d’impatto. Al fine di realizzare un oggetto, o una famiglia di oggetti in grado di raccontarsi da soli.

scrivania o d’arredo. Implementare il ragionamento fatto sulla creazione e sull’utilizzo delle particolari tabelle di carta riciclata. Inoltre dovrò tenere conto dell’intenzione di creare un oggetto semplice ed immediato nell’utilizzo, senza che questo ne sminuisca il concetto o l’intento eco-sostenibile. Mi impegnerò inoltre, considerata la mancanza di parti elettroniche e/o meccaniche, a produrre tre prodotti finiti, che (in futuro) possano essere ingegnerizzati, anche su larga scala. Nonostante ciò durante la prototipazione ho lavorato e sviluppato in modo artigianale varie parti del progetto.” Con i migliori auspici e gli ambiziosi obbiettivi da raggiungere, nei prossimi capitoli comincerò a snocciolare le varie tematiche.

Entrando nel particolare i miei obbiettivi sono: “creare una collezione di tre calendari di piccole dimensioni, da utilizzare come oggetti da

19


DOCUMENTAZIONE DI TESI

20


00 CAPITOLO

CAPITOLO 0 | IL TEMPO

TEMPO.

di cosa si tratta?

N

ella prefazione ho cominciato a scrivere ponendo al lettore una piccola domanda... E prima di essa ho riportato una frase di Antonio Zichichi che mi ha molto affascinato durante la lettura del suo libro “L’irresistibile fascino del tempo”. Ora riprenderò il tema con un’altra delle sue citazioni:

durata di un intervallo di tempo, cioè “quanto tempo”, un evento si è verificato prima o dopo un altro. Il tempo, quindi, è una grandezza fisica misurabile.” Ho già accennato, sempre nella prefazione, e ne parlerò più avanti, del fatto che non è sempre così scontato riuscire a misurare il tempo. Vedremo anche come io e tutti noi ci rapportiamo ad esso, non solo nel momento in cui leggiamo l’ora, ma magari nel momento in cui attendiamo qualcosa.

“Il tempo fluisce incessantemente sempre e solo dal passato verso il futuro” Per questo diventiamo vecchi. E per questo mentre sto scrivendo questo capitolo, il tempo, sta scorrendo. Il vocabolario Treccani inoltre ci dice:

Ora sappiamo da quali assunti parte il mio ragionamento e qual è la tematica fondamentale che bisogna tenere a mente leggendo questa tesi.

“Il tempo è il concetto che permette di determinare l’ordine degli eventi, stabilendo in particolare quale fra essi è avvenuto prima e quale dopo. Ma è anche possibile conoscere la

21


DOCUMENTAZIONE DI TESI

22

L’EXPO GATE di via Largo Beltrami a Milano - anno 2014


01 CAPITOLO

CAPITOLO 1 | LA CITTÀ

MILANO. super local

F

ino a qui abbiamo capito che la tematica affrontata è quella del tempo e che lo strumento da sviluppare sarà il calendario. Proprio per questo analizzeremo la sua storia, dal passato ad oggi, e vedremo come il design entra in maniera forte all’interno di questo oggetto. Ma... Cosa c’entra la città di Milano con il tempo e i calendari? Ho già accennato al fatto che la tematica generale di progetto fosse Super-Local e che per noi questo “super luogo” veniva identificato con la città, anzi proprio con la metropoli con la quale più riuscivamo ad avere un rapporto stretto. Quindi? Milano.

peri provenienti da tutto il mondo. Per noi, la NABA, svolge quest’importante compito di formarci e di guidarci verso il mondo del lavoro. Inoltre per i giovani designer italiani, ma non solo, Milano è la capitale italiana del design, ma vanta anche molte altre eccellenze in svariati campi come la moda, l’arte, la cultura, la gastronomia, ecc. Si tratta infatti di una città poliedrica e variegata dove svariate culture si incontrano e strutturano rapporti a diversi livelli. Per questi e per altri motivi il mio relatore di tesi ci ha dato il compito di studiare questo luogo, alla ricerca di un concetto da utilizzare nel mondo del design. Dall’analisi della città infatti dovremo essere ispirati per riuscire a progettare qualcosa di innovativo e di possibilmente utile. Spetta a noi trovare la giusta direzione da prendere!

Partiamo però dal principio. Milano è il capoluogo della Lombardia, nonché una delle più vaste aree metropolitane ed industrializzate d’Europa. Inoltre per noi studenti è un polo culturale nazionale ed internazionale. All’interno delle varie università si incontrano sa-

23


DOCUMENTAZIONE DI TESI

AMBITO.

dalle mie esperienze Nel periodo di ricerca che è intercorso prima dell’inizio vero e proprio della progettazione mi sono immedesimato molto nel personaggio del “pensatore” che si vede nella pagina a fianco. La ricerca infatti è partita da me stesso e dalle mie abitudini. Girando per la città e per i luoghi che abitualmente frequentavo andando in accademia, cercavo di guardarmi intorno con occhi nuovi, come se fosse la prima volta che visitavo quei posti. In questo modo, ho cercato di allargare i miei orizzonti e di pensare a cosa mi appassionava di più o cosa colpiva di più la mia attenzione.

a noi. I miei ragionamenti quindi erano diventati quasi circolari e giravano tutti attorno ad una tematica comune: il tempo e il modo con il quale ci relazioniamo ad esso. Cominciai allora a stilare una lista delle cose che analizzavo e che potevano essere interessanti, come ad esempio: il tempo atmosferico, quello cronologico, i mezzi di trasporto, i luoghi d’attesa, i materiali che cambiano con il tempo, la natura, ecc. Insomma, mi stavo affezionando a questa tematica complessa, ma affascinante. Dovevo però trovare il modo di affrontarla dal giusto punto di vista.

Giorno dopo giorno, mi accorsi che le mie riflessioni rispecchiavano proprio quella che era la mia esperienza di vita nei confronti della città. Io infatti per poter studiare faccio la vita del pendolare e sono quindi costantemente in viaggio. Di conseguenza sono soggetto ai tempi e agli orari dei vari mezzi di trasporto. Non sono però l’unico essere umano ad avere a che fare con problemi di tempistiche, ma tutti noi (chi più, chi meno) ne siamo letteralmente immersi, tanto che è diventato fondamentale avere sempre con sé qualcosa che ci dica che ora è, che appuntamenti abbiamo, dove dobbiamo andare, ecc. Tutte queste funzioni vengono spesso svolte dal nostro smartphone, ma a volte può non bastare e comunque non migliora di certo le nostre sensazioni in relazione a ciò che avviene attorno

Nella pagina a fianco vediamo la foto de IL PENSATORE di Auguste Rodin - 1904

24



VIAGGIO. in metro

MERCOLEDÌ 8 MARZO 2017 - RITORNO

Partenza alle ore 16.15 dalla NABA. - l’intento è quello di tornare a casa il prima possibile Incontro un amico per strada, appena prima di uscire. - piccola perdita di tempo Pezzo di strada da fare a piedi tranquillo e senza intoppi. Attendo la metro verde per 30 secondi. - tutto sta filando liscio, felicità A Cadorna cambio la metro verde con quella rossa, tempo d’attesa 3 minuti. - sono fin troppo lunghi e sembrano durare di più - cerco un modo per non pensarci Salgo sulla rossa che è molto affollata, fa caldo e ha un odore sgradevole. - non vedo l’ora di scendere, fastidio per la situazione Per raggiungere la metro gialla mi faccio influenzare dalla freneticità di tutti. - ansia di perdere la metro e poi il treno, fretta Salgo sulla gialla, ma non riesco a sedermi perché troppo affollata. - sono stanco e infastidito per non essermi seduto Sono sulle spine perché ho fretta e devo prestare attenzione ai miei beni Il viaggio è lungo e non particolarmente gradevole Passo il tempo osservando la gente - stress e ansia tutte assieme Raggiungo San Donato e mi faccio strada tra la folla per raggiungere il pullman e cercare di tornare a casa.

26


Come possiamo vedere nella pagina a fianco durante un normale viaggio ci sono vari momenti in cui si entra in contatto (anche molto stretto) con persone che non conosciamo. Già di per sé questo è fastidioso, perché per la psicologia umana, questa gente, invade il nostro “spazio vitale”, in più se in questi momenti siamo già agitati per il ritardo del mezzo o per altri motivi, il nostro malumore non può che aumentare.

Gotthold Ephraim Lessing diceva: “L’attesa del piacere è essa stessa il piacere” Questa frase ci sarà forse più nota per il famoso spot pubblicitario della Campari e potrebbe anche essere vera, se non la guardassimo dal punto di vista del pendolare in ritardo e sotto stress. In questi casi (come quelli riportati nella pagina a fianco), il viaggio diventa piuttosto stressante ed ansioso, con continui sbalzi d’umore. Inoltre l’occhio risulta essere costantemente sull’orologio, che lo controlla freneticamente, per paura di perdere altro tempo.

In questo stato giocano un ruolo importante anche i momenti d’attesa, che sono sempre all’ordine del giorno, ma che se si riveleranno essere troppi o troppo lunghi, ci porteranno ad essere ancora più alterati.

27


DOCUMENTAZIONE DI TESI

PENDOLARISMO. casa-lavoro, lavoro-casa

P

urtroppo la mia esperienza personale mi porta ad analizzare il mio pendolarismo. Mi trovo infatti in quella spiacevole situazione in cui la distanza da casa non mi obbliga necessariamente a cercare un appartamento nella città di Milano. Per questo motivo ogni giorno affronto il lungo viaggio che da casa mia, mi porta in accademia per studiare e al ritorno, dall’accademia, torno a casa per riposarmi e ripartire la giornata seguente. Ma in generale, cos’è il pendolarismo? “Nel linguaggio della sociologia e della geografia umana, viene definito il fenomeno del duplice spostamento quotidiano (da casa al posto di lavoro, e viceversa) di masse di lavoratori. Si tratta di un avvenimento che ha assunto un particolare rilievo socio-economico nelle maggiori agglomerazioni urbane.”

Situazione tipica di affollamento metropolitano, affrontata dai pendolari.

Questa è la definizione data dal vocabolario Treccani e mi sembra che calzi abbastanza a pennello. Infatti la situazione del pendolare comporta anche un vero e proprio impegno psicologico da parte della persona. Sempre in base alla mia esperienza ricordo come (all’inizio) fosse stato difficile abituarsi ai lunghi viaggi, che comportavano enormi perdite di ore. Solo con il tempo ho imparato ad abituarmi e ho cercato il modo o i modi, di sfruttare proficuamente anche il viaggio. Inoltre essere

28


CAPITOLO 1 | LA CITTÀ

pendolare spesso è una scelta ed uno stile di vita che si affronta per non essere costretti a vivere in città o per poter tornare ogni giorno a casa dai propri cari. Insomma, non si tratta sempre di una scelta forzata, ma da alcuni studi sembra che certe persone amino questo stile di vita e sembra che da esso riescano a trarne il meglio, così da vivere felici, senza sprecare il loro tempo. Il mio progetto quindi si direziona verso quelle persone che non riescono ad essere in pace con loro stesse e hanno bisogno di una mano e di un suggerimento per non far sprecare loro tutto il tempo che hanno a disposizione. I pendolari che hanno fatto questa scelta di vita sembrano essere più consapevoli delle loro scelte e affrontano di petto la loro situazione, un po’ come se durante il viaggio si trovassero fuori dal tempo e dallo spazio.

Esistono molti pendolari che viaggiano regolarmente in tutto il mondo utilizzando gli aerei.

29


DOCUMENTAZIONE DI TESI

BUS BUNCHING. e tempi d’attesa

N

on solo le metropolitane hanno i loro problemi e i loro ritardi, ma anche altri mezzi di trasporto sono afflitti da alcune problematiche. La più famosa forse è quella che viene definita bus bunching, cioè quel fenomeno per cui dopo aver aspettato per svariati minuti l’autobus, ecco che ne arrivano due o tre accodati. Ma da cosa dipende questo problema che affligge tante città? Purtroppo si tratta di fisica urbana. Ipotizziamo che i pullman partano tutti con una distanza di 5 minuti tra l’uno e l’altro. Ipoteticamente dovrebbero mantenere questo distacco per tutto il viaggio. Mettiamo però, ad esempio, che ad un certo punto, si verifichi un’incidente e un pullman venga coinvolto. A quel punto l’autobus dietro di lui si avvicinerà irrimediabilmente al mezzo che lo precede. Il bus che ha accumulato ritardo quindi caricherà più passeggeri del normale visto che si sono affollati alle pensiline mentre lo aspettavano. Quello dietro, al contrario, sarà sempre più vuoto e quindi più veloce dell’altro, i cui tempi di sosta saranno irrimediabilmente più lunghi a causa della quantità di passeggeri a bordo. Il risultato sarà quello di avere due autobus che viaggiano appaiati. Tra di loro, il primo, sarà pieno di passeggeri infastiditi dalla ressa e dalla lunga attesa. Un esempio reale è riportato nella foto, con i pullman di

Il fenomeno del BUS BUNCHING a Chicago, che letteralmente significa “mazzo di autobus”.

30


Chicago. Anche Milano e altre città italiane però hanno problemi di mobilità e di fluidità nei trasporti pubblici.

siderando che ci sono sempre in ballo i costi delle aziende di trasporti in relazione al benessere degli utenti. Nel capitolo successivo infatti vedremo meglio come le persone si approcciano all’attesa e in che modo cercano di combatterla, anche nel caso stiano aspettando un pullman alla fermata del bus.

La famosa applicazione Moovit infatti ha pubblicato alcune statistiche sui tempi di utilizzo e di attesa dei mezzi pubblici nelle varie città del mondo. Purtroppo in Italia, Milano e Roma si piazzano ai primi posti con tempi di attesa che vanno rispettivamente dall’ora, all’ora e mezza. Inoltre scopriamo che i disagi maggiori sono dovuti alla mancanza di informazione: non avere notizie di quando arriverà il mezzo e non conoscere la strada più veloce per percorrere la tratta. Purtroppo risolvere questi problemi non è affatto semplice con-

31


DOCUMENTAZIONE DI TESI

O’CLOCK.

time design, design time

F

ortunatamente non sono stato il primo a farmi delle domande sul tempo, ma già alcuni designer, prima di me, sono intervenuti sul tema e proprio la città di Milano ha ospitato una mostra in onore del tempo. Sto parlando della mostra chiamata O’clock che si è svolta dall’11 ottobre 2011, fino all’8 gennaio 2012 in Triennale; a cura di Silvana Annicchiarico e Jan van Rossem. La mostra aveva il compito di indagare i rapporti tra Tempo e Design e venne realizzata in collaborazione con Officine Panerai. Lo spunto di riflessione parte dal fatto che il design spesso limita il tempo racchiudendolo entro alcune categorie ben definite, come: la precisione, la misurabilità e la funzionalità. I rapporti però, potrebbero essere molto più complessi, sia dal punto di vista estetico, che funzionale.

Veduta della mostra O’CLOCK presso la Triennale di Milano nel 2011 - foto di Fabrizio Marchesi.

“i rapporti fra tempo e design sono molto più complessi e tali da aprire prospettive sorprendenti sia dal punto di vista estetico che da quello funzionale.” Recitano alcune frasi di presentazione della mostra riportate sul sito della Triennale. Per questo motivo, artisti e designer sono stati invitati a rispondere ad alcune domande, tramite le loro opere.

32


CAPITOLO 1 | LA CITTÀ

_In che modo misurare il tempo? _Come mostrare il tempo che passa? _Come vivere in modo esperienziale il tempo? Sempre sul sito della Triennale possiamo leggere: “La tendenza apparentemente dominante oggi è la “presentificazione”, cioè un processo per cui la memoria diventa sempre più breve. Ci sono però sempre più forti tendenze che affermano l’inopportunità del ricordo, del passato. E sempre più debole è la capacità di immaginare il futuro. In questo quadro di appiattimento del tempo sul presente l’urgenza della mostra è essere quella di far vedere la multiprospetticità del tempo, il suo incessante lavorio e il suo trascorrere.”

Catalogo Electa dell’esposizione O’CLOCK - time design, design time.

Ho deciso di riportare queste frasi per intero, perché credo che inconsciamente mi abbiano segnato molto e mi siano rimaste impresse, guidando le mie scelte e più in generale il progetto verso questa direzione.

La mostra è stata poi riproposta in una seconda edizione al Cafa Art Museum di Pechino, con l’aggiunta di alcuni lavori.

33


DOCUMENTAZIONE DI TESI

CLOUD, la nuvola casalinga, di Richard Clarkson - 2014

CAMBIARE. col passare del tempo

L

a mostra in Triennale, non è stata l’unica a raccogliere oggetti che riflettono sul passaggio del tempo. Nelle prossime pagine ho raccolto alcuni progetti che mi hanno stimolato, sotto questo punto di vista. Se si parla di tempo infatti, non si fa per forza riferimento ad orologi, a calendari, o comunque a qualcosa di simile (non in senso stretto quantomeno), ma con la potenza del pensiero si può arrivare a degli oggetti molto più potenti e comunicativi, in grado di trasmettere, insieme allo scorrere del tempo, anche delle emozioni.

34


YUUE STUDIO.

Tangible memory & Time killer

L

o studio Yuue è quello che ha progettato questi due accessori. Il primo sulla sinistra è un portafoto digitale dove la foto che contiene all’interno diventa sempre più sfocata con il passare del tempo, un po’ come succede nella nostra memoria. Per riportarla alla nitidezza originaria dobbiamo toccare lo schermo, come se stessimo ripescando il ricordo dalla nostra memoria. Il secondo oggetto fotografato sotto invece è un orologio che, come dice il nome, uccide il tempo... Ma in segreto. Infatti è dotato di un sensore che ferma la sega se siamo nei paraggi, come se il tempo potesse andarsene e scomparire, solo se noi non siamo presenti.

Link project one at: http://www.yuuedesign.com/ portfolio-item/tangible-memory/

Link project two at: http://www.yuuedesign.com/ portfolio-item/time-killer/

35


MARTEEN BAAS’.

Grandfather & Shiphol clock

L

e foto rappresentano progetti con la stessa tematica di fondo: si tratta di pellicole di 12 ore di video in cui il designer disegna e cancella le lancette di un orologio, facendo così scorrere il tempo minuto per minuto. La prima collezione è stata lanciata nel 2009 a Milano in occasione del salone del mobile. Di essa, faceva parte anche la collezione Grandfather che vediamo sulla sinistra. Sono seguite poi altre collezioni e commissioni, tra cui lo Shiphol clock posto nell’aeroporto di Amsterdam nel luglio del 2016. È interessante pensare come Maarten Baas’ sia riuscito ad unire arte, design, cinema e teatro in un unico oggetto che in realtà non contiene nulla. Neanche il tempo, se solo non venisse disegnato ogni volta.

Link project one at: http://maartenbaas.com/ real-time/grandfather-clocks/

Link project two at: http://maartenbaas.com/ real-time/schiphol-clock/

36


DÖOPPEL STUDIO. Cristal palace

L

o studio è nato dall’incontro tra due giovani designer francesi. Come possiamo vedere dalle foto, questo loro progetto non parla di tempo in senso stretto, ma lo analizza dal punto di vista del cambiamento. Le loro lampade infatti vengono prima create grazie all’utilizzo della stampante 3D e poi vengono immerse in una speciale soluzione cristallina. In seguito giocando con le diverse temperature e con l’utilizzo dell’elettricità indotta, si arriva alla vera e propria cristallizzazione dei minerali sulla struttura precedentemente creata. Il tempo quindi non viene indicato, ma il suo trascorrere viene mostrato dalla quantità di cristalli che si sono formati sugli oggetti.

Link project at: http://sayhito-mag.com/ content/objetstrouvees/doppelstudio

37


DAAN SPANJERS. Momentum & Atmosphere

I

due progetti di questo designer fanno entrambi un ragionamento sul tempo e sui colori. Il primo sulla sinistra, instaura una relazione con la spazio intorno a noi. Infatti adegua i propri colori e la propria intensità luminosa a seconda della luce presente nella stanza. Atmosphere, invece è un progetto che tenta di instaurare un rapporto con l’esterno. In base alla geo-localizzazione dell’oggetto e ai parametri ambientali di quel luogo, l’oggetto fotografato in basso, crea delle configurazioni uniche di colori. Ad esempio cerca di ricalcare quelli che sono i colori del sorgere del sole o del suo tramontare. Entrambi i progetti sono molto poetici e hanno una forte componente emotiva al loro interno.

Link project one at: http://daanspanjers.nl/ projects/momentum/

Link project two at: http://daanspanjers.nl/ projects/atmosphere/

38


Guardare le cose che cambiano è come guardare la vita che scorre


DOCUMENTAZIONE DI TESI

40


02 CAPITOLO

CAPITOLO 2 | TEMPO E ATTESA

PSICOLOGIA. mente e città

F

ino ad ora il ragionamento che stavo facendo ricalcava le mie abitudini e quello che io stesso riuscivo a percepire della città, ma allargando gli orizzonti è facile accorgersi che non sono l’unico ad essere infastidito dalla sensazione di spreco di tempo in città. Infatti essa ci obbliga molto spesso a dei momenti di attesa in cui siamo costretti ad aspettare qualcosa. Alcuni esempi potrebbero essere: l’aspettare il treno, il pullman, il nostro turno per un colloquio, il nostro momento di pagare la spesa, il momento di poter ripartire appena scatta il verde al semaforo, ecc. Tutte queste situazioni d’attesa vengono vissute dal nostro subconscio in maniera non molto positiva e spesso per riuscire a trascorrere questo tempo che ci sembra infinito, dobbiamo ricorrere ad alcuni stratagemmi per distrarci. Proprio per questi motivi negli ascensori sono posti degli specchi e ci sono delle musichette (spesso non

molto belle) utilizzati a tal fine. Lo specchio aiuta appunto a valorizzare il nostro ego, quindi passeremo il tempo a specchiarci o a cercare qualche piccolo difetto sul nostro viso da sistemare, prima che si riaprano le porte. La musica invece serve a distrarre il nostro udito e la nostra attenzione. Immaginate adesso di trovarvi in un’ascensore senza nessuna distrazione e di essere costretti a fare venti piani con uno sconosciuto. Subito vi sentireste molto a disagio perché lo spazio è molto ristretto e non ci piace stare vicino a persone che non conosciamo. Inoltre cercheremmo sicuramente qualcosa da fare, come rifugiarci nello schermo del nostro smartphone, oppure leggere con estrema attenzione l’etichetta che riporta la portata massima dell’ascensore. Insomma, tutto questo per dire cosa? Per capire che quando non abbiamo nulla da fare, ci annoiamo alla velocità della luce e dobbiamo assolutamente trovare dei passatempi.

41


DOCUMENTAZIONE DI TESI

Un altro esperimento potrebbe essere quello di osservare le persone alla fermata del bus. Nel caso questi individui siano da soli, le principali azioni che potrebbero compiere sarebbero quelle di: iniziare ad utilizzare il telefono, guardare convulsamente l’orologio sperando che il tempo passi il più in fretta possibile, camminare avanti e indietro cercando qualcosa da fare, osservare con molta attenzione ciò che li circonda. Queste sono tutte azioni che, se ci pensate, anche noi compiamo quando stiamo aspettando qualcosa. A questo punto, le domande che dobbiamo porci sono: cosa ci induce a questi comportamenti? Perché abbiamo bisogno di far passare il tempo in modo più veloce?

te. Un altro fattore importante è che l’attesa diventa ancora più estenuante se abbiamo già vissuto dei dispiaceri durante la giornata, che quindi si sommano a quello dell’aspettare. Per il nostro vissuto soggettivo infatti la fine dell’attesa equivale alla fine di un dispiacere: “tanto più frustrante è il momento che si vive, tanto più lunga è I’attesa della sua fine. Al contrario, il tempo sembra fermarsi nell’attimo in cui il desiderio trova il suo oggetto.” In queste situazioni estenuanti, come già abbiamo detto, lo svago diventa molto utile, perché chi si trova assorto in un compito (anche se autoindotto e di poca importanza), perde la consapevolezza dello scorrere del tempo. Lo psichiatra giapponese Tomio Hirai, nell’esemplificare il principio dice che “la mente umana, se si concentra, può trovare motivo di interesse e di fascino pressoché in tutto”. Queste riflessioni mi sono sembrate estremamente interessanti e ho pensato che sarebbe stato utile trovare un modo per contrastare questi momenti d’attesa. Utopisticamente parlando la soluzione migliore sarebbe quella di velocizzare il tempo, trovare il modo di farlo andare più veloce. Purtroppo però sappiamo tutti che non è possibile (quantomeno sulla Terra) e per questo motivo nella pagina a fianco ho trascritto una storia simpatica nella quale mi sono imbattuto nei miei studi. La storiella del contadino ci insegna a “dare tempo al tempo”.

Le risposte a queste domande arrivano da uno studio che è stato chiamato: la psicologia dell’attesa. Essa ci dice che tutti i tempi di attesa ci risultano dilatati rispetto al tempo reale. Riprendendo i personaggi di prima che stavano aspettando il pullman, se chiedessimo a ciascuno da quanto tempo lo stanno attendendo, 4 volte su 5, il tempo che ci riferiranno sarà più lungo rispetto a quello che hanno effettivamente atteso. In più se alla pensilina si è rotto il display che ti dice quanto manca all’arrivo del prossimo pullman, la situazione sarà ancora più critica, perché la mancanza di informazioni peggiora la nostra percezione del tempo e ci turba maggiormen-

42


LA STORIA. del contadino

TIRARE I GERMOGLI PER AIUTARLI A CRESCERE

Un tempo, nel regno di Song viveva un contadino che era sempre molto attivo e che non riusciva a essere paziente in nessuna delle cose che faceva. Una volta, dopo aver piantato dei germogli di riso, il contadino si mise a controllare le piantine e ogni giorno correva più volte al campo per vedere se erano cresciute. Passarono alcuni giorni ma ancora non si vedevano cambiamenti e le piantine sembravano non crescere affatto. Il contadino iniziò a spazientirsi e decise che doveva inventare qualcosa per far sì che le piantine crescessero più in fretta. Così ci pensò su e, dopo una giornata passata a spremersi le meningi, alla fine gli venne un’idea. Il contadino entrò nell’acqua del campo e da solo si mise a tirare un germoglio alla volta finché non ebbe tirato su tutte le piantine. Alla fine della giornata l’uomo era distrutto dalla fatica ma finalmente le piante sembravano più alte. Il contadino tornò a casa soddisfatto, si buttò sul letto e, fra uno sbuffo di stanchezza e l’altro, disse ai suoi familiari: «Oggi sono davvero a pezzi! Ho lavorato senza sosta nel campo per tutto il giorno e non ho più nemmeno la forza per alzarmi. Però il mio lavoro non è stato vano, tutte le piantine sono cresciute parecchio!» Il figlio del contadino fu molto sorpreso da queste parole e il giorno dopo di prima mattina andò a vedere cosa fosse successo. Appena arrivato al campo, il ragazzo rimase senza parole: dovunque guardasse, si vedevano solo piantine morte.


DOCUMENTAZIONE DI TESI

GLATZEGG BUS STOP, Amateur Architecture Studio, Wang Shu e Lu Wenyu.

ATTESA.

e come attendere

A

bbiamo già parlato delle varie difficoltà di dover aspettare qualcosa, come ad esempio i mezzi di trasporto. Per questo ho scelto alcuni progetti che hanno pensato ad alcune soluzioni intelligenti, utili per passare il tempo nel modo corretto o comunque per migliorare il luogo d’attesa. Dalle nuove pensiline di queste pagine, ai nuovi metodi di raccontare storie... vedremo come riuscire a far passare quei fatidici 5 minuti, in alcune zone del mondo, sia leggermente più semplice.

44


BUS STOP KRUMBACH. various architects

D

alle foto vediamo alcune pensiline di pullman realizzate in Austria da sette famosi architetti, in collaborazione con artigiani locali e progettisti del luogo. Tutti i progetti sono site specific, quindi unici e progettati in base al luogo in cui sono posti. Tutti infatti hanno lavorato con l’intento di far famigliarizzare utenti e turisti con la foresta di Bregenz, che è caratteristica della zona. Il progetto è nato in modo un po’ scherzoso e provocatorio, ma ora le sette pensiline sono state veramente realizzata e sono in uso ogni giorno sul servizio pubblico di autobus regionale, cambiando la monotonia delle solite pensiline.

Link project one at: https://www.domusweb.it/it/ design/2014/06/17/bus_stop_ krumbach.html

45


DISTRIBUTORE DI STORIE. casa editrice Short Édition

S

i trova a Grenoble questo simpatico distributore automatico di racconti. L’idea è venuta al presidente di una casa editrice del luogo, che davanti a dei normali distributori per bevande si è chiesto se non si potesse fare la stessa cosa con dei racconti. Il distributore è fornito di tre pulsanti che stampano al momento delle brevi storie a seconda del tempo che bisogna attendere. L’intento è quello di combattere l’uso compulsivo ed ossessivo del telefonino, una volta che si è costretti ad aspettare in un luogo pubblico.

Link project one at: https://www.wired.it/play/ cultura/2015/10/16/distributori-automatici-racconti-lalternativa-smartphone-compulsivo/

46


STORIE IN CODA.

by Eleonora Morrea - Follie letterarie

L

’idea nasce proprio dal progetto della pagina a fianco “distributore automatico di racconti”, al contrario però, il progetto non dichiara una guerra aperta agli smartphone, ma ne abbraccia le dinamiche e l’uso. Storie in coda infatti non è altro che un’applicazione che ci permette di leggere varie storie e racconti di diverso tipo e di diversa lunghezza. A seconda del tempo che si ha a disposizione, infatti, si può scegliere tra “racconti in piedi” e “Racconti in relax” In questo modo si possono passare i tempi d’attesa riscoprendo il piacere della lettura, con il sogno di risvegliare in noi qualche emozione positiva. L’applicazione è disponibile sia su App Store, che su Google Play.

Link project one at: http://www.follieletterarie. com/storie-in-coda-la-app-follie-letterarie/

47


DOCUMENTAZIONE DI TESI

48


03 CAPITOLO

CAPITOLO 3 | MISURARE IL TEMPO

UN SGUARDO. al passato

C

ome accennato durante la prefazione, il tempo viene utilizzato come unità di misura, ed è quindi legato allo scorrere degli eventi. Esso segna la distinzione tra ciò che è stato (in passato) e ciò che sarà (in futuro). Da quel che sappiamo inoltre, il tempo esiste da sempre, o almeno dalla nascita dell’universo e proprio da quel momento ha cominciato a scorrere nel verso a cui siamo abituati. Tutto quello che ci circonda quindi (che si muove e che cambia) è soggetto al fluire temporale. Proprio di questo (ormai molti anni fa) gli uomini si sono accorti, che le cose cambiano. Non sono quasi mai in uno stato di stasi, oppure anche se lo sembrano in realtà stanno cambiando solo più lentamente delle altre. Si pensi ad esempio ad una roccia che ci mette miliardi di anni per consumarsi e sgretolarsi. Nell’immediato sembra ferma, e imperturbabile, ma se avessimo la possibilità di osservarla per secoli, allora vedremmo dei

piccoli, ma graduali, cambiamenti anche in lei. Altri esempi di “cose” che cambiano ce le fornisce l’universo. Ad esempio la rotazione della Terra sul proprio asse. Questo movimento che ha un ciclo che dura un’intera giornata, determina l’alternarsi tra il giorno e la notte. Gli uomini di una volta si sono accorti anche loro di questa alternanza e ovviamente si saranno chiesti il motivo di tali condizioni. Inoltre si sono basati su questa alternanza per costruire i primi sistemi di misurazione temporale. I movimenti astrali infatti, vennero studiati, capiti (con il passare dei secoli) ed utilizzati per scandire il tempo. Un altro esempio è la rivoluzione del nostro pianeta attorno al Sole che ha un ciclo molto più lungo e scandisce quindi l’alternarsi delle stagioni. E così altri esempi ancora. Dopo aver introdotto la città e i suoi problemi, torniamo quindi alla nostra analisi temporale, dando uno sguardo al passato...

49


DOCUMENTAZIONE DI TESI

SOLE E OMBRA. la meridiana

A

nticamente capire che ora fosse, era un’arte. In base alla posizione del Sole nel cielo, gli uomini erano in grado di approssimare quanto mancasse al tramonto. Si trattava quindi di un metodo impreciso e che necessitava di molta esperienza per essere attendibile. Proprio per questo motivo si cercò di rendere più precisa questa tecnica. Qui entra in gioco uno dei primi strumenti usati per scandire il tempo e capire esattamente quale ora del giorno fosse: lo gnomone. Si trattava semplicemente di un bastone che veniva infisso nel terreno e che nei giorni di sole proiettava un’ombra a terra. Osservandone la direzione e la lunghezza era possibile capire in modo più accurato che ora fosse. Quest’oggetto venne inventato dai Sumeri e venne introdotto in Europa all’incirca nel 600 a.C. grazie al filosofo Anassimandro.

LA MERIDIANA di Piazza Carlo Coletti a San Donato Val di Comino (FR).

50


CAPITOLO 3 | MISURARE IL TEMPO

Partendo dallo studio dello gnomone, si arrivò a progettare la meridiana, molto più precisa ed affidabile. Essa non è altro che uno gnomone posto su un piedistallo con una griglia riportante le varie ore del giorno. Questo orologio solare quindi non aveva bisogno di molta esperienza per essere letto e grazie alla griglia era molto più preciso. Di meridiane ne esistono vari tipi, sia da terra che da parete. Inoltre gli orologi solari erano già conosciuti ed usati nell’antico Egitto. Poi da lì, si espansero ad altre civiltà, fino ad arrivare ai greci e ai romani. Si pensa però, che tale arte abbia un’origine ancora più antica, tanto che alcune testimonianze sembrano risalire fino al Neolitico. L’altra faccia della medaglia rispetto alla meridiana è l’orologio negativo solare, in cui al posto dell’ombra, vengono proiettati sulla griglia dei raggi di sole. Per concludere, come tutti sanno, lo svantaggio degli orologi solari è la loro inutilità nei giorni nuvolosi, dove non c’è abbastanza sole per riuscire a proiettare delle ombre.

51

L’OROLOGIO NEGATIVO SOLARE a Santiago de Quéretaro in Messico.


DOCUMENTAZIONE DI TESI

SABBIA E ACQUA. la clessidra

D

opo aver studiato il sole, i suoi movimenti e le sue possibili complicazioni, si è arrivati a progettare dei piccoli dispositivi in grado di “contenere una determinata quantità di tempo”. Detta così sembra che si stia parlando di un sistema molto complesso e rivoluzionario, ma in realtà mi riferisco alle clessidre. Le prima erano ad acqua, infatti il nome deriva dal greco e significa letteralmente “ruba acqua”. In seguito l’acqua è stata sostituita dalla sabbia (che è più precisa, non lascia residui e non evapora), ma il funzionamento è lo stesso. Le clessidre ci sono di diverse dimensioni e in base alla quantità e alla velocità con cui il contenuto scorre da un’ampolla all’altra, sappiamo che è passata una determinata quantità di tempo. Si potevano misurare intervalli di pochi secondi, fino all’intera giornata di 24 ore. Questi dispositivi non servivano a capire l’ora del giorno, come gli orologi solari, ma si avvicinano più a degli antichi cronometri.

La CLESSIDRA era lo strumento prediletto dai naviganti, perché era l’unico orologio in grado di funzionare sulle navi.

Le prime testimonianze delle clessidre ad acqua sembrano risalire tra il 1500 a.C. e il 1400 a.C. Al tempo erano strumenti usati per scandire la durata di gare, giochi, cambi della guardia, ecc. Oltre a questi utilizzi, nella vita di tutti i giorni, venivano usati principalmente la notte, in sostituzione delle meridiane.

52


CAPITOLO 3 | MISURARE IL TEMPO

OSCILLARE. il pendolo

N

el 1581 d.C., Galileo Galilei scoprì che l’oscillazione di un pendolo avviene ad intervalli regolari di tempo, e ciò indipendentemente dalla massa usata e dall’ampiezza dell’oscillazione stessa. In altre parole, il tempo impiegato dal pendolo per andare e tornare in un viaggio di oscillazione completa è sempre lo stesso. La storia vuole che lo scienziato pisano arrivasse a questa scoperta osservando una lampada oscillare, sotto la spinta di una corrente d’aria, nella cattedrale della sua città, mentre assisteva ad una funzione religiosa. Si dice anche che per controllare l’isocronismo delle oscillazioni della lampada il giovane Galilei (a quel tempo studente di medicina), si sia avvalso delle pulsazioni del proprio polso. Uno dei pendoli più famosi è quello di Foucault usato per dimostrare la rotazione della Terra e l’effetto di Coriolis 1851

In seguito l’isocronismo del pendolo fu strutturato da Christian Huygens, il quale costruì il primo orologio a pendolo, pochi anni dopo la morte di Galilei. Da qui in avanti questo strumento subì progressive modifiche ed aggiornamenti perfezionandosi sempre più e diventando il principale metodo di misurazione del tempo.

53


DOCUMENTAZIONE DI TESI

LANCETTE.

l’orologio meccanico

L

’orologio meccanico fu inventato nel Medioevo e i primi utilizzatori furono i monaci. Erano loro infatti ad avere maggior bisogno di regolare le loro giornate e seguirne le fasi con precisione e dedizione. Ancora prima dell’orologio a pendolo, nacquero gli svegliatoi monastici ad acqua, cioè dei rudimentali orologi. Solo tra il 1200 e il 1300 d.C. nacquero i primi orologi completamente meccanici. Intanto anche fuori dai monasteri, cominciava a prendere importanza la vita associativa e le città avevano bisogno di una regolazione temporale. Fu proprio in questi anni che nacquero i più grandi orologi meccanici: gli orologi da torre e da campanile.

A destra il dettaglio degli ingranazzi di uno degli OROLOGI PATEK PHILIPPE.

Il BIG BEN di Londra, posizionato all’angolo nord-est del palazzo di Westminster.

54



DOCUMENTAZIONE DI TESI

Nella pagina a fianco L’OROLOGIO BRAUN per Deezen vincitore del premio Red Dot award - 2017

Con il passare del tempo, però, questi grossi orologi comuni non bastavano a scandire in modo preciso le ore che passavano, soprattutto se si abitava molto distante dalle torri che ospitavano gli orologi. Nacque così la necessità di avere un metodo di misurazione personale, un dispositivo da poter portare con sé in qualsiasi luogo si vada. Dai giganteschi orologi, si passa quindi all’invenzione degli orologi da taschino. I primi modelli rimanevano comunque abbastanza ingombranti e scomodi da portare con sé, ma affinando la tecnica si arrivò ad avere orologi che stavano comodamente nel palmo di una mano o che potevano essere riposti in un taschino. Orologio da taschino con quadrante trasparente in cui poter vedere il movimento degli ingranaggi interni.

Oggi una distinzione importante è da fare tra gli orologi con il quadrante a lancette, detti anche analogici e gli orologi senza lancette, detti anche orologi digitali, nati nelle loro prime versioni tra il 1960 e il 1970.

56


Con l’avvento degli orologi meccanici, già a partire dalle clessidre ad acqua fino all’orologio a pendolo, diviene naturale l’impiego del quadrante a lancette. Nella versione più nota, due o più indicatori (lancette), uno più corto per indicare le ore, l’altro più lungo per indicare i minuti, ruotano su un quadrante su cui sono incisi le ore e i minuti. Può esservi anche un terzo indicatore più sottile per i secondi.

Inventati nel 1927 da due tecnici americani di nome W. A. Morrison e J. Horton. Essi sfruttano una particolare proprietà di questi minerali. In breve un orologio al quarzo permette il passaggio di impulsi elettrici ad intervalli di tempo ben definiti (circa 50.000 impulsi al secondo). Contando il numero di impulsi trasmessi è possibile conoscere quanto tempo è passato.

Negli orologi analogici le lancette avanzano impercettibilmente senza soluzione di continuità, mentre un orologio digitale mostra un orario preciso e ad un certo momento passa di scatto al valore successivo. Questo metodo è utilizzato per esempio negli orologi al quarzo.

Attualmente, l’orologio forse più preciso è quello al Cesio, inventato nel 1955 dal professore Louis Essen. Su tale orologio è basata l’attuale definizione del secondo.

57


DOCUMENTAZIONE DI TESI

FUNZIONALITÀ. gli orologi del futuro

L

’Apple Watch è uno smartwatch prodotto dalla Apple Inc. La prima versione dell’orologio, è stata presentata durante il Keynote del 9 settembre 2014 tenutosi presso il Flint Center di San Francisco. All’evento, dallo stesso palco dal quale Steve Jobs ha lanciato in passato il Macintosh e poi l’iMac. Oltre alla funzione come orologio, l’Apple Watch permette di effettuare pagamenti con Apple Pay, è anche in grado di ricevere telefonate, SMS ed iMessage. Inoltre l’Apple Watch può tracciare ogni attività di fitness, può eseguire app di terze parti e sfruttare la funzione “Handoff” introdotta con iOS 8 se si dispone di un altro dispositivo Apple. L’Apple Watch può controllare la Apple TV e le presentazioni di Keynote, funzionare da walkie-talkie e da mirino per la fotocamera dell’iPhone o consentire l’ascolto di musica, ecc.

APPLE WATCH - Serie 2 Link: https://www.apple.com/ it/watch/

Oltre agli Apple Watch di prima generazione, sono stati lanciati negli anni successivi anche quelli chiamati di Serie 1 e nel 2016 è uscita la Serie 2.

58


Gli orologi non sono piĂš quelli di una volta

59


DOCUMENTAZIONE DI TESI

60


04 CAPITOLO

CAPITOLO 4 | IL CALENDARIO

CALENDARIO. dal passato ad oggi

O

ltre agli orologi e ai sistemi di misurazione del tempo che abbiamo brevemente illustrato prima, esiste un altro sistema di valutazione: il calendario. Anche questo oggetto è nato parecchi anni fa e al posto di contare secondi, minuti ed ore, esso conta i giorni, le settimane e i mesi. Noi siamo ormai abituati a guardare il calendario come uno strumento preciso ed affidabile, ma una volta non era così. Anzi la strada per raggiungere questa perfezione è stata molto lunga. Guardando un calendario non si ha la stessa percezione del tempo che passa, come avviene guardando le lancette di un orologio che scorrono, ma si tratta comunque di uno strumento estremamente complesso e preciso in cui il tempo è quasi nascosto, e si cela dietro tabelle e numeri, ma esso continuerà inesorabilmente a scorrere. Ma chi è stato ad inventare questo metodo di scan-

sione del tempo? Ancora una volta l’umanità si è affidata ai cari vecchi monaci. Sono stati proprio loro i primi che hanno cercato di dare un senso allo scorrere dei giorni e soprattutto delle stagioni. Purtroppo però come dicevo non è stato semplice. Infatti i primi calendari avevano una suddivisione dei mesi arbitraria e quindi errata che portava (dopo pochi anni) a guardare sul calendario il 15 di agosto, ma in realtà ci si trovava in pieno inverno. A cosa era dovuto questo sfasamento? Non era una domanda semplice a cui rispondere. La rotazione terrestre, la sua orbita, la distanza dal sole, il moto lunare, ecc. Infatti sono molti i parametri che bisognava considerare se si voleva arrivare al calendario perfetto. Nei prossimi capitoli quindi daremo un’altra piccola occhiata al passato, per scoprire come siamo arrivati al nostro Calendario Gregoriano, cioè quello che ancora oggi usiamo.

61


DOCUMENTAZIONE DI TESI

SCIENZA E FEDE. gli eventi astronomici

S

uddividere, calcolare, rappresentare... Il tempo. Tutto ciò rappresenta in parte, il calendario. Esso è stato preso e modificato più e più volte, infatti anche adesso nel mondo esistono diversi tipi di calendari ufficiali con date e festività che possono cambiare da stato a stato.

tostare ai “capricci” degli eventi astronomici, per questo necessita dell’aggiunta di un giorno extra ogni 4 anni. Queste ventiquattro ore vengono sommate il ventinove febbraio negli anni detti bisestili. I calendari inoltre susseguono (numerandoli) un anno dietro l’altro. Il conteggio, con l’anno Zero, parte dalla nascita di Gesù Cristo. Il calendario infatti non è solo uno strumento matematico o scientifico, ma in esso vi si cela una forte componente religiosa. Se non fosse stato per la fede di molti uomini forse oggi non avremmo il calendario che conosciamo. Dobbiamo infatti un grande favore al monaco Dionigi il Piccolo, che fu il primo a prendere l’impegno di calcolare in quale anno viveva e quindi s’incaricò di gettare le basi per l’attuale calendario.

L’intero sistema però è nato dall’osservazione e dallo studio dell’universo e più in particolare del sistema solare, e della relazione della Terra con esso. Da queste osservazioni sono naturalmente scaturite alcune unità di tempo fondamentali: il giorno, cioè la rivoluzione della terra su sé stessa. La settimana, rappresentata da una fase lunare. Il mese, cioè il ciclo completo di tutte le fasi lunari e infine l’anno, cioè la rivoluzione della Terra attorno al Sole. Queste unità fondamentali però purtroppo non sono perfette, cioè non sono definite da numeri interi e da qui nascono i problemi riguardanti il progettare un calendario che rispecchi perfettamente l’andamento annuale senza perdere dei giorni, o al contrario senza aggiungerne. Ad esempio una fase lunare corrisponde a 7,01 giorni, mentre un ciclo di fasi corrisponde a circa 28,07 giorni. Come dicevo il calendario Gregoriano è lo strumento usato abitualmente da noi, ma pur essendo molto accurato, deve comunque sot-

Nella pagina a fianco vediamo la foto di un’ECLISSI SOLARE TOTALE.

62



DOCUMENTAZIONE DI TESI

LA STORIA.

il calendario Gregoriano

S

embra che ai tempi di Romolo (intorno all’VIII secolo a.C.), l’anno civile fosse di 304 giorni, divisi in 10 mesi, dei quali 6 di 30 giorni e 4 di 31. I nomi dei mesi erano quelli attuali, ad eccezione di gennaio e febbraio, che non esistevano, poiché l’anno veniva fatto iniziare a marzo. Il mese di luglio veniva chiamato Quintilis, cioè “quinto mese”, ma fu cambiato in Julius in onore di Giulio Cesare (che era nato in quel mese). Anche il mese di agosto inizialmente non si chiamava così: il suo nome era Sextilis, cioè “sesto mese”. Fu Cesare Augusto che successivamente ne cambiò il nome in Augustus. E’ ovvio che i mesi da settembre in poi sono così chiamati perché inizialmente erano il settimo, l’ottavo, il nono e il decimo mese dell’anno. I mesi di gennaio e febbraio furono aggiunti, secondo la leggenda, da Numa Pompilio (secondo re di Roma), che avrebbe così portato l’anno a 355 giorni. Tuttavia la differenza di circa dieci giorni e mezzo fra l’anno solare e quello di Numa Pompilio provocò in breve tempo un notevole distacco tra l’andamento delle stagioni e quello dell’anno civile, per questo si tentò di rimediare aggiungendo, ogni due anni, un tredicesimo mese che avrebbe dovuto essere, alternativamente, di 22 e di 23 giorni.

In alto vediamo una rappresentazione di Papa Gregorio.

Fu Giulio Cesare che, nel 46 a.C., procedette a una nuova riforma. Dopo aver assegnato la durata di 445 giorni all’anno 708 di Roma, lo

64


CAPITOLO 4 | IL CALENDARIO

definì ultimus annus confusionis. In seguito stabilì che la durata dell’anno sarebbe stata di 365 giorni, e che ogni quattro anni si sarebbe dovuto intercalare un giorno complementare. L’anno di 366 giorni fu detto bisestile, perché quel giorno complementare doveva cadere sei giorni prima delle calende di marzo, e chiamarsi così bis sexto die ante Kalendas Martias (= nel doppio sesto giorno, prima delle calende di marzo).

io, che scese a 28 giorni, per darlo ad agosto, mentre fu cambiato il numero dei giorni degli ultimi quattro mesi dell’anno, per evitare che ci fossero tre mesi consecutivi con 31 giorni. In definitiva, da una situazione di mesi alterni di 31 e 30 giorni si passò alla situazione, che persiste tutt’oggi. Lo scopo di far aderire il calendario civile all’anno solare non era stato ancora raggiunto perfettamente, poiché quest’ultimo è circa undici minuti più corto di 365 giorni e un quarto. Questa piccola differenza produce il divario di un giorno intero in circa 128 anni, o di circa tre giorni in 400 anni. Da questa constatazione derivò la riforma attuata nel 1582 da papa Gregorio XIII. Con tale riforma, si stabilì che dovessero essere comuni (anziché bisestili) quegli anni secolari che non fossero divisibili per 400. Quindi, in definitiva, rimangono bisestili tutti gli anni non terminanti con due zeri e divisibili per 4, e quegli anni terminanti con due zeri ma divisibili per 400. Si potrebbe, dunque, ulteriormente migliorare il calendario gregoriano togliendo tre giorni ogni diecimila anni; a tale riguardo, Antonino Zichichi, nel suo saggio “L’irresistibile fascino del tempo”, cita la regola del ‘calendario perfetto’: “i giorni dell’anno sono 365, più uno ogni quattro anni, meno tre ogni quattro secoli, e meno tre ogni diecimila anni.”

Con la riforma di Giulio Cesare (che stabilì così la regola del calendario giuliano) l’anno restò diviso in 12 mesi, della durata, alternativamente, di 31 e 30 giorni, con la sola eccezione di febbraio, che era destinato ad avere 29 giorni oppure 30. Inoltre gennaio e febbraio diventarono i primi mesi dell’anno, anziché gli ultimi. Purtroppo, già nel 44 a.C., subito dopo la morte di Cesare, si iniziò a commettere errori, inserendo un anno bisestile ogni tre anziché ogni quattro anni. A ciò si pose rimedio nell’8 a.C., quando Augusto ordinò che fossero omessi i successivi tre anni bisestili, rimettendo a posto le cose. In quello stesso periodo il Senato decise di dare il nome di Augustus al mese di Sextilis, in onore dell’imperatore. Non limitandosi a ciò, stabilì anche che questo mese dovesse avere lo stesso numero di giorni del mese che onorava la memoria di Giulio Cesare, ossia Julius. Fu così che fu tolto un giorno a febbra-

65


FISICA. e il cosmo

Fin dalla nascita dell’universo il tempo ha cominciato a scorrere inesorabilmente e proprio ispirandosi ai pianeti e al sistema solare si è capito come scandirlo e si è arrivati ai primi rudimentali sistemi di misurazione, che poi nel tempo si sono evoluti e perfezionati, fino ai precisissimi orologi di oggi.

FILOSOFIA. e psicologia

Il tempo non è solo qualcosa da misurare, ma essendo parte della nostra vita, anche le scienze umanitarie cercano da anni di carpirne i segreti. Se ci si pensa infatti la percezione del tempo cambia per ognuno di noi, in base a come siamo fatti, ma anche a come ci sentiamo o ci comportiamo.


SCIENZA. ed esperimenti

In materia di tempo, chi meglio della fisica potrebbe occuparsene? Dal passato, fino ai giorni nostri le migliori menti si stanno ancora occupando di capire cosa sia davvero il tempo e di sviscerarne ogni aspetto, ma purtroppo molti di essi ci rimangono ancora oscuri.

RELIGIONE. e fede

Anche le varie religioni sono una parte importante che bisogna considerare quando si parla di tempo. Infatti spesso i calendari vengono modificati in base a credenze religiose. Inoltre è grazie a studiosi credenti, se oggi abbiamo un calendario estremamente preciso e funzionale.


DOCUMENTAZIONE DI TESI

68


05 CAPITOLO

CAPITOLO 5 | CASI STUDIO

CALENDARI. e design

D

opo aver analizzato la città di Milano e dopo essere passato attraverso un’analisi storica sui metodi di misurazione del tempo, ho scelto di focalizzarmi sul calendario. Anche per lui ho riportato una breve analisi storica, ma adesso posso dedicarmi più strettamente al design per capire in che modo affrontare il mio progetto. Attraverso un’accurata selezione di progetti, nelle prossime pagine, illustrerò i tre aspetti (+ uno) principali che ho analizzato e su cui mi sono fermato a riflettere per la progettazione della mia collezione. Ho quindi suddiviso questi progetti secondo la loro predilezione ad essere: calendari studiati per trasmettere un concetto o un’idea; oppure calendari dove la grafica era il punto focale dell’elaborato; oppure ancora, se il calendario dovesse essere non solo una semplice stampa, ma anche un vero e proprio oggetto da toccare e con il quale interagire. Infine ho studiato alcuni progetti (non forzatamente calendari) il cui intento è quello di far riflettere nell’ottica del riciclo e del riutilizzo.

69


DOCUMENTAZIONE DI TESI

CHRONO SHREDDER di Susanna Hertrich - 2007-2015

CONCEPT.

l’importanza dell’idea

I

calendari che andrò a progettare, lavoreranno sulla tematica del tempo che scorre e viene forzatamente perso. Il concetto quindi, dovrà essere molto potente ed arrivare all’utente in modo chiaro e preciso. Per questo motivo, mi sono preso la briga di analizzare vari lavori che abbiano già indagato in parte questa tematica o tematiche simili. In questo modo mi sono fatto un’idea di cosa già esistesse sul mercato o di cosa fosse stato fatto dal punto di vista puramente concettuale.

70


CARPE DIEM. by Doiy

S

i tratta di un calendario innovativo, nel quale possiamo vedere l’intero anno nel momento in cui non è ancora stato utilizzato. Può essere appeso alla parete e i giorni vengono conteggiati uno alla volta in piccoli quadratini. La particolarità sta nel fatto che ogni giorno è già pre-tagliato, in modo da poterlo rimuovere facilmente. I foglietti che vengono staccati contengono ciascuno la relativa data e il numero della settimana corrispondente. Inoltre c’è un po’ di spazio bianco in cui poter scrivere a biro una piccola nota. Prezzo: 17,50 €

Link project at: https://doiydesign.com/ product/carpe-diem-calendar-2018/

71


TEA CALENDAR. by Hallsan e Lion

T

utto è cominciato con l’idea di fondere il tè tradizionale, con uno dei regali promozionali più antichi del mondo, il calendario. Ciò ha portato alla creazione di un calendario annuale unico, fatto di tè vero e proprio. Consiste in 365 pagine di tè pressate e sapientemente aromatizzate. Questa nuova idea sensazionale di prodotto è stata lanciata in un progetto congiunto con l’agenzia creativa Kolle Rebbe di Amburgo, e da allora ha vinto diversi premi internazionali di design. Il calendario di tè è stato prodotto come una edizione speciale limitata, ma era faticosamente artigianale e non è in vendita. A questa prima edizione seguirà un ampio periodo di sviluppo fino a quando il calendario non sarà pronto per il mercato.

Link project at: http://www.haelssen-lyon. de/?59&L=1

72


INK CALENDAR. by Oscar Diaz

I

l designer spagnolo Oscar Diaz ha progettato un calendario che utilizza l’azione capillare dell’inchiostro liquido, il quale si diffonde su carta per visualizzare la data del mese. L’inchiostro viene assorbito lentamente e i numeri vengono “stampati” quotidianamente: uno al giorno, fino alla fine del mese. Il calendario aumenta la percezione del passare del tempo tramite una visualizzazione fisica. Lo scopo del progetto infatti è quello di stimolare i nostri sensi, piuttosto che il cervello logico e cosciente. Il calendario per l’inchiostro è stato esposto in una mostra chiamata Sueños de un Grifo Diseño con Alma de Agua al Círculo de Bellas Artes di Madrid.

Link project at: https://www.dezeen. com/2009/07/17/ink-calendarby-oscar-diaz/

73


LIFE CALENDAR. by Brigada Creativa

L

a brigada creativa ha disegnato una serie di calendari che evidenziano diversi aspetti della nostra vita. Il primo della serie risponde ad una semplice domanda e da essa ne prende il nome: “Com’è stata la tua giornata?” I 365 giorni sono rappresentati da un emoticon che devi disegnare in base a come si è svolta la tua giornata (molto buona, regolare, cattiva, ecc...). Una peculiarità di questo calendario è che non è progettato per nessun anno specifico, infatti è possibile iniziarlo ad usare in qualsiasi momento! Ad esempio quando si inizia un nuovo anno, un anniversario, una data importante o il giorno che preferisci :) Prezzo: 10 €

Link project at: http://www.haelssen-lyon. de/?59&L=1

74


GOLDEN CALENDAR. by Yurko Gutsulyak

L

a sfida di creare un calendario unico basato su un concetto bancario, è stata lanciata dalla Banca Pivdennyi, che è una delle maggiori banche commerciali nazionali, nonché un’impresa leader nel sud dell’Ucraina. Nel periodo di recessione e di svalutazione monetaria, la questione del risparmio del capitale è stato di grande importanza. Una soluzione a questo problema è il servizio bancario di investimenti in metalli preziosi, in particolare in oro. L’oro inoltre ha un impatto significativo sulle persone. Il calendario raccoglie e racconta dodici aneddoti sull’oro, poco conosciuti e interessanti per il pubblico. Ogni storia è illustrata da un disegno originale e il periodo Art Déco ispira lo stile delle illustrazioni.

Link project at: http://www.gstudio.com.ua/ works/calendar/work:GoldenCalendar

75


DOCUMENTAZIONE DI TESI

CALENDAR BLUE di Coco Lapine - 2017

GRAFICA. Saper comunicare

U

n calendario, per poter esprimere un concetto molto forte, deve essere in grado di comunicarlo nel modo piĂš appropriato. Qui entra in gioco lo studio grafico di questi oggetti: font, tabelle, numerazione, impaginazione, ecc. Fa tutto parte di un complesso mondo di progettazione che bisogna tenere a mente durante il progetto. Per questo motivo ho studiato anche alcuni calendari il cui punto focale era incentrato sulla grafica. Non solo oggetti da utilizzare, ma soprattutto messaggi stampati, creati da un occhio critico fuori dal comune.

76


COLOR CALENDAR. by Jonathan Davies

S

i tratta di uno speciale calendario che associa ad ogni stagione una parola e ad ogni parola, un colore. Basta guardare la copertina che riassume il concetto, per farci subito un’idea di quello che troveremo all’interno. Dentro, però verremo sicuramente stupiti dall’uso sapiente del colore e delle sue varie gradazioni e sfumature. Sotto la fascia colorata inoltre troviamo le tabelle con i giorni e i mesi dell’anno. Si tratta di un calendario, semplice, ma dove l’impatto visivo e la sintesi grafica la fanno da padrone.

Link project at: https://www.behance.net/ gallery/53834/2008-Calendar

77


ONE SEVEN. by Kristina Krogh

S

tampato in Danimarca, questo calendario, usa una speciale tipografia con fogli di rame, su fogli in carta di colore verde scuro. La carta usata ha una grammatura di 175 gr. Il foglio di rame invece è stato utilizzato in modo che, muovendosi all’interno della stanza, la luce che colpisce il calendario crei riflessi differenti. I calendari sono dell’anno 2017 e sono disponibili in due versioni a colori: ‘Dark Green & Copper’ e ‘Light Grey & Gold’. Il calendario è attentamente avvolto in carta di seta e spedito in un tubo di cartone per evitare danni durante il viaggio. Prezzo: 50 €

Link project at: http://www.kkrogh.dk/product/2017-calendar-dark-green-copper

78


VERTICAL CALENDAR. by Studio Nack

I

l “calendario verticale” è un calendario a parete che mostra il tempo in modo confortevole e lineare. Viene anche fornito con un set di bloccaggio per eliminare danni alle pareti alle quali viene appeso, come vorrebbe la filosofia dello studio che l’ha progettato: “Fori nel tuo muro e nel tuo calendario sono un dolore atroce? Siamo arrivati con la nostra soluzione che utilizza quattro super magneti e speciali piattaforme. I nostri clienti li amano!” I calendari mostrano un mese alla volta, ma funzionano molto bene assieme e si consiglia di appenderli almeno a coppie, uno accanto all’altro. Il calendario viene inoltre venduto con degli speciali adesivi che ci aiutano a ricordare eventi particolari durante l’anno. Prezzo: 43 €

Link project at: https://nack.is/vertical/

79


LUNAR CALENDAR. by Dimitri Lima

S

i tratta del calendario lunare 2017 stampato su fondo nero in serigrafia argento. Ăˆ stato realizzato con un linguaggio di programmazione utilizzando i programmi Python, Nodebox e PlotDevice. Prezzo 35â‚Ź

Link project at: http://dmtr.org

80


MINIMAL CALENDAR. by Kyle Eertmoed

U

n nuovo anno richiede un nuovo calendario. Quest’ultimo utilizza un’estetica minimalista con sette colonne che rappresentano i giorni della settimana: da domenica (sulla sinistra), a sabato (sulla destra). Associati alle righe ci sono dei piccoli segni di spunta che consentono di dividere visivamente ogni mese. Il calendario è stato stampato su una lamina in grado di restituire diversi colori in base alla posizione da cui la si guarda. Prezzo: 25 €

Link project at: http://shop.knoed.com/product/minimal-2017-calendar

81


DOCUMENTAZIONE DI TESI

TIMOR di Enzo Mari e prodotto da Danese - 1966

PRODOTTO. più di un’idea

I

l calendario non è fatto solo da un bel concetto, o disegnato e basta con una bella grafica, ma a volte si tratta anche di un oggetto utile e fisico, che spesso si avvicina ad essere un vero e proprio prodotto industriale. Per questo motivo ho studiato anche alcuni oggetti che non fossero fatti solo di carta, ma che indagassero anche altre dinamiche, altre forme e altri concetti legati alla forma, alla funzione e all’utilizzo da parte del cliente finale. In questo modo ho aperto la panoramica anche allo studio dell’ingegnerizzazione del mio prodotto.

82


DODECAL. by Studio 8

D

odeCal è un calendario in legno di ciliegio americano, progettato con precisione matematica e rifinito a mano. Si tratta di un oggetto tattile e tridimensionale che combina funzionalità e design contemporaneo. Esso trova il suo posto in qualsiasi casa o in qualsiasi posto di lavoro. Il suo processo produttivo celebra l’unione tra il design moderno (con una piccola aggiunta di tecnologia digitale ) e la tradizionale lavorazione del legno. Prezzo: 86 €

Link project at: http://dodecal.com

83


PERPETUUM CALENDAR. by Yonoh Studio

I

spirata all’architettura del boom industriale, la forma di Perpetuum è un cenno ai tetti “segati” delle fabbriche costruite negli anni ‘20 e ‘30. La base in tessuto è stata stampata 3D e richiama il passaggio dal passato, verso il futuro. Per funzionare correttamente, questo calendario analogico richiede l’interazione umana; tenendo la nostra attenzione lontano dallo schermo degli apparecchi tecnologici, per riportarla nel mondo fisico. I “quadranti” sono in oro 14K . Si tratta di edizioni limitate e numerate. Il calendario è stato sviluppato con Othr, cioè un’azienda con sede a New York che lavora sulla tecnologia di stampa 3D.

Link project at: http://www.yonoh.es/projects/ perpetuum-calendar-othr/

84


MONTHLY MEASURE. by Sebastian Bergne

S

i tratta sia di un calendario, che di un righello, entrambi perpetui. La stella è posizionata sul lato seghettato, per mostrare il giorno e la data nel mese. Quest’ultima è facilmente modificabile ruotando la stella lungo la lunghezza dell’oggetto. Le date sono state collocate a distanza di un centimetro, per questo il calendario può essere utilizzato anche come righello metrico di 30 cm. Monthly Measure viene prodotto in legno e alluminio fuso ed è disponibile in legno naturale o con una finitura nera. La stella ha le iniziali dei giorni in inglese da un lato e in francese dall’altro. Prezzo: 38 €

Link project at: http://www.sebastianbergne. com/product/monthly-measure/

85


LAND ROVER. by Zainep Orbey

S

i tratta di un calendario quotidiano dell’anno 2014, disegnato dal direttore artistico della Land Rover, Zeynep Orbay. Il calendario è formato da una sovrapposizione di stampe che, una volte impilate fra loto, creano una versione 3D di una mappa tipografica. I colori di ogni livello oltre a dare profondità al disegno, rappresentano anche i diversi mesi, mentre i numeri a lato di ogni pagina mostrano quanti giorni mancano alla fine dell’anno.

Link project at: http://www.fubiz.net/ en/2014/06/12/land-rover-topographic-calendar/

86


ROOL VERTICAL. by Studio Sovrappensiero

S

i tratta di un calendario perpetuo che mantiene sempre la sua struttura ripetitiva. Progettarne uno significa dare forma all’infinito attraverso un ciclo di combinazioni e ripetizioni. La struttura in legno del calendario sostiene le strisce graduate che indicano anche i giorni dell’anno. Muovendo le rotelle è possibile impostare qualsiasi giorno.

Link project at: https://crowdyhouse.com/ shop/roll-vertical-scroll-calendar/

87


DOCUMENTAZIONE DI TESI

GROWING PAPER - start up nata a Napoli - Italia.

ECOLOGIA. per la sostenibilità

I

l calendario che sto progettando non è un semplice oggetto che alla fine dell’anno viene preso e gettato via, ma vuole avere una marcia in più. Vuol mostrare che non sempre il tempo che passa viene sprecato e/o perso per sempre, ma con un calendario si può dar vita a qualcos’altro... Per questo motivo ho studiato alcuni progetti che sperimentano l’uso di materiali in modo alternativo e in un’ottica eco-sostenibile; immaginando per ognuno di essi una seconda vita dopo l’utilizzo.

88


SPROUT.

by Democratech

È

bello scrivere con una matita in legno, perché ti da delle sensazioni tattili che anche le migliori matite meccaniche non possono darti. Inoltre quando la punta è troppo corta bisogna temperarla e questo ci obbliga a prenderci una pausa e a guardarci intorno...Ma cosa succede quando la matita diventa troppo corta? Generalmente andrebbe buttata. Questo gruppo di progettisti però, si è chiesto: “E se le matite potessero crescere?” Sprout è una matita che nella sua seconda vita vuole essere una pianta. Quando è troppo corta per essere usata infatti, basta piantarla per coltivare erbe, fiori e molto altro ancora!

Link project at: http://www.democratech.us/ sprout/

89


LEAFLING PLANT. by Julian Hagen

G

razie a questo designer nasce la Growing Paper, che è un nuovo oggetto vegetale biologico costituito da carta fatta a mano con semi di piante incorporati a forma di lettere e simboli. Non appena il tampone cartaceo viene inumidito, i semi iniziano a germogliare e a crescere come lettere o simboli verdi. Non hai bisogno di alcun terreno, solo di acqua, di luce e di tempo. Le condizioni di luce, la germinazione e lo sviluppo delle piantine, sono fattori che non possono essere calcolati, ma sono stati adottati come principi di progettazione che influenzano la leggibilità di ogni lettera. Si tratta infatti di uno studio grafico molto particolare, rispetto al solito, che dà importanza alla materialità e al pensiero laterale.

Link project at: https://crowdyhouse.com/ shop/leafling-plant-growingpaper/

90


CRUSH. by Favini

C

rush è la nuova gamma di carta ecologica progettata da Favini e realizzata con sottoprodotti di lavorazioni agro-industriali che sostituiscono fino al 15% della cellulosa proveniente dagli alberi. I residui di agrumi, uva, ciliegie, lavanda, mais, olive, caffè, kiwi, nocciole e mandorle sono le materie prime naturali che, salvate dalla discarica, vengono utilizzate per la produzione di queste esclusive carte dall’aspetto tattile inusuale. Crush è adatta a tutte le applicazioni, compresi packaging di lusso, cataloghi, cartellini, inviti ed etichette. Quale migliore idea di usare una carta che contiene residui di uva per l’etichetta di una bottiglia di vino?

Link project at: http://www.favini.com/gs/carte-grafiche/crush/cos-e-crush/

91


PLANTATION. by Alicja Patanowska

P

lantation è un progetto caratterizzato da una serie di elementi in porcellana destinati alla coltivazione di erbe e piante ornamentali che crescono utilizzando i principi idroponici. Grazie all’utilizzo di solo acqua e nessun terreno, questo metodo consente di osservare il processo di crescita sia degli steli che delle radici delle piante. Il progetto nasce dalla volontà di Alicja Patanowska di trovare un uso quasi simbolico per gli oggetti abbandonati nella notte sulle strade della città. Il risultato è un oggetto di porcellana incastrato su un comune bicchiere, che consente l’osservazione del processo di crescita delle piante, dello stelo e delle radici.

Link project at: http://www.patanowska.pl/ dizajn/38/plantation/

92


DROP BY DROP. by Patric Ghosh

S

otto una grossa cupola di vetro si trovano delle piante. Una serie di tubi invece permette di aggiungere acqua nella “serra” per essere purificata e poi successivamente raccolta una goccia alla volta. Il sistema di purificazione è stato progettato per l’acqua grigia, cioè proveniente da lavatrici, lavandini e bagni. Una luce all’interno della cupola innesca nelle piante la fotosintesi clorofilliana, intanto l’acqua passa dallo stato liquido e a quello gassoso e durante il processo viene purificata dalle radici e dalle foglie. Infine una pompa controlla il flusso d’aria del sistema e crea un vuoto per accelerare la traspirazione.

Link project at: https://www.dezeen.com/2017/07/10/ drop-by-drop-plant-based-water-filtration-system-works-as-mini-amazonrca-graduate-pratik-ghosh/

93


PHABIT.

by Jen-Hsien Chiu

P

habit è pensato per aiutare le persone a sviluppare le loro migliori abitudini. Esso include un’applicazione con un quiz sulla personalità, che richiede agli utenti di rispondere a diversi scenari e analizza le loro reazioni. In questo modo riesce ad individuare le sfide adatte per ognuno. Come molte applicazioni di monitoraggio del fitness, Phabit si connette anche all’applicazione sanitaria di iPhone per accedere, ad esempio, al conteggi dei passi o ad altre informazioni. Quello che cambia rispetto a tutte le altre app è che Phabit si collega anche ad un dispositivo simile ad un tubo, con una pianta all’interno. L’impianto funziona come un annaffiatoio, che eroga l’acqua solo se il proprietario raggiunge i suoi obbiettivi. In caso contrario la pianta viene lasciata morire.

Link project at: https://www.dezeen. com/2017/07/03/phabit-device-rewards-good-habits-by-keeping-plant-alive-design-royal-college-art-graduates-2017/

94


BIOS INCUBE. by Bios Urn

S

i tratta di un’urna biodegradabile che contiene ceneri derivanti dalla cremazione di un defunto. Insieme ad esse, viene fornito un seme , che se piantato all’interno potrà diventare un albero. Quando l’urna è sepolta nell’incubatore intelligente, gli utenti possono monitorare l’avanzamento della crescita della pianta, utilizzando un’applicazione smartphone. Il Bios Incube è descritto dai suoi progettisti come il “primo incubatore ad albero progettato per l’aldilà”. Più e più persone infatti sono alla ricerca di modi rispettosi dell’ambiente e economicamente fattibili per seppellire i loro cari.

Link project at: https://www.dezeen.com/2017/07/10/ drop-by-drop-plant-based-water-filtration-system-works-as-mini-amazonrca-graduate-pratik-ghosh/

95


DOCUMENTAZIONE DI TESI

96


06 CAPITOLO

CAPITOLO 6 | QUALCOSA DI SOSTENIBILE

CARTA.

alla base del calendario

F

ce, i più civili (ormai sempre meno), lo gettano nel primo cestino che trovano, ma ovviamente senza curarsi della raccolta differenziata.

ino ad ora abbiamo detto che il tempo mi ha sempre affascinato e abbiamo capito, come nel corso degli anni, gli uomini si sono approcciati ad esso. Ho anche spiegato che il tempo si lega alla città e più in particolare anche a me stesso, a causa delle mie abitudini giornaliere e perché tutti noi siamo coinvolti nel suo scorrere. Inoltre abbiamo visto che ci influenza a seconda delle occasioni e dei nostri stati d’animo.

Beh... Arrivati a questo punto, dopo settimane passate a riflettere sul tema del tempo e sulle persone frustrate dai continui viaggi, sono arrivato a farmi questa domanda: io, nel mio piccolo, come posso essere utile a me e al mondo? La risposta mi è arrivata proprio da questi giornali che vedevo sparsi ovunque: giornali fatti di carta! Carta che poteva essere riutilizzata per avere una seconda vita e che poteva entrare all’interno del mio progetto. In questo capitolo analizzeremo quindi la storia della carta e capiremo perchè è un ottimo materiale con il quale progettare.

Ma perché ho scelto il calendario e non un altro oggetto? Forse questa è la domanda che da un po’ di capitoli vi affligge. Beh, la risposta è semplice e parte sempre dal mio vissuto personale. Nel mio solito viaggio da pendolare, infatti, vedo sempre quanta carta viene utilizzata per fare i giornali, che migliaia di persone prendono prima di salire in metro. Una volta seduti lo sfogliano per leggere qualche notizia e dopo poco lo abbandonano per strada. Inve-

97


DOCUMENTAZIONE DI TESI

ANTENATI.

i precursori della carta

N

on possiamo parlare di carta, se prima non parliamo brevemente della scrittura. La carta infatti è uno dei principali supporti usati per questa disciplina (almeno fino a qualche anno fa), ma ciononostante, è stata inventata parecchio tempo dopo la scrittura. Gli uomini primitivi infatti cominciarono a scrivere tracciando graffiti nelle pareti rocciose, oppure venivano usati ossa, sassi e bastoni per incidervi il passare dei giorni. I primi ad inventare una vera e propria scrittura furono i Sumeri nel 3500 a.C. circa ed utilizzarono tavolette d’argilla. Furono gli egizi che per la loro “scrittura sacra” inventarono il papiro, che altro non era che la sovrapposizione di fibre vegetali di una pianta acquatica. Il papiro quindi fu il primo vero antenato della carta e venne presto esportato in tutta Europa. Il secondo antenato della carta fu la cosiddetta cartapecora, cioè la pergamena. Essa fu inventata a Pergamo, una città dell’Asia minore.

PAPIRO EROTICO, conservato al Museo Egizio di Torino.

L’invenzione della carta vera e propria viene fatta risalire a circa 2000 anni fa in Cina. La sua produzione avveniva facendo bollire pezzi di corteccia e vecchie reti da pesca in disuso. In seguito veniva ridotto tutto in poltiglia e messo in stampi fatti di Bamboo. I cinesi fabbricavano gran quantità di carta usando svariati materiali come: stracci, fibre vegetali, steli di bambù, germogli di giunco, scorza di

98


CAPITOLO 6 | QUALCOSA DI SOSTENIBILE

gelso, salice, paglia di riso e di grano, bozzoli del baco da seta, ecc. Per oltre cinquecento anni l’arte della carta rimase confinata in Cina e solo successivamente riuscì ad espandersi. Furono gli arabi a perfezionarne la tecnica di produzione, aggiungendo la collatura ad amido. In Europa la carta venne introdotta dagli Arabi nell’XI secolo in Spagna e la prima grande cartiera europea venne costruita attorno al 1150 vicino a Valencia. Allo stesso periodo risale la prima cartiera italiana, legata al nome di Polese da Fabriano, costruita vicino a Bologna. Tuttavia sembra che già prima del 1000 a Palermo vi fosse un laboratorio per la sua fabbricazione. Le prime grandi cartiere italiane nacquero ad Amalfi (1220), in Liguria (1235) e a Fabriano (1268), per poi diffondersi a Bologna (1275), Padova (1340), Genova e Venezia.

Stampa raffigurante la nascente industria della produzione della carta.

Da qui in avanti l’arte della carta cominciò ad evolversi sempre di più introducendo nuovi tipi di macchinari e nuove lavorazioni. L’industria della carta che nasce così in Italia si diffonderà al resto dell’Europa e proprio in quel periodo (1450-1455) venne anche introdotta la stampa a caratteri mobili che fece aumentare considerevolmente l’impiego e la produzione di carta.

99


DOCUMENTAZIONE DI TESI

MATERIE PRIME. da cosa partire

D

opo aver brevemente visto come è nata la carta, vediamo da cosa è formata. Le materie prime principali si dividono in due grandi categorie: le materie fibrose, che servono alla formazione del “feltro di fibre”, il quale costituisce la struttura del prodotto e le materie non fibrose che gli conferiscono le caratteristiche tecnologiche (grammatura, spessore, colore, liscio, lucido, permeabilità, stampabilità, ecc.). La prima categoria è costituita principalmente dalla cellulosa che viene impiegata in quantità più o meno pura. Inoltre una distinzione importante va fatta in base alla lunghezza della fibra: fibre lunghe, provenienti principalmente da legni di resinose (abete, pino, larice...) e fibre corte, provenienti da legni di latifoglie (pioppo, betulla, faggio, eucalipto...). Le altre materie prime (fibrose) possono essere costituite da: stracci di cotone, lino, canapa, iuta, paglia di grano o di riso, canne, sparto, kenaf, ecc.. Prima del loro utilizzo però, gli stracci debbono essere spezzettati, sgrassati e decolorati a caldo in autoclave con soda o calce, e quindi sfilacciati e spappolati in appositi mescolatori per ottenere la sospensione di fibre. Nel settore industriale inoltre vengono usate anche grandi quantità di carta di recupero, costituita da carta da macero o ritagli e scarti di lavorazione. Anche in questo caso, devono essere effettuati pre-trattamenti di

Fibre di CELLULOSA viste al microscopio.

100


raffinazione delle fibre. Queste lavorazioni però impiegano grandi quantità di acqua e di agenti chimici.

dotto, conferendo una maggiore durabilità agli agenti esterni. Infine rendono il foglio meno assorbente. Per ultimi i coloranti vengono usati, oltre che per dare la colorazione voluta, anche per rendere i prodotti più o meno lucidi.

La seconda categoria di materie prime (non fibrose) invece è formata principalmente da: cariche, collanti e coloranti che vengono aggiunti, dove necessari, nella fase di preparazione degli impasti o durante la finitura della carta. Le cariche vengono usate per riempire gli spazi tra le fibre in modo da ottenere un prodotto più bianco, più opaco e più ricettivo all’inchiostro. Le principali sono: il caolino, il carbonato di calcio, il biossido di titanio e il calcio. Le sostanze collanti invece hanno il compito di migliorare la resistenza del pro-

La foto mostra alcuni fogli della famosa azienda FABRIANO, nata nel 1264

101


DOCUMENTAZIONE DI TESI

USARE LE MANI.

nella lavorazione della carta

V

isto che il mio intento è proprio quello di mettere mano al processo di produzione della carta ho analizzato l’antica lavorazione della carta, al posto di concentrarmi su tutti i processi della lavorazione industriale.

nari detti macchine continue. Durante il mio lavoro, io ho riproposto tutti i passaggi che venivano fatti un tempo per la produzione della carta. Ma nonostante una buona dose di studio e di preparazione dei materiali, ho incontrato comunque non poche difficoltà. Il processo, in qualsiasi caso, può essere riprodotto in modo casalingo per riciclare alcuni fogli da buttare o per liberare la fantasia creando dei prodotti unici con materiali vegetali e di scarto.

Il processo di fabbricazione della carta si basa sulla feltrazione, che permette alle fibre di cellulosa disperse in acqua di unirsi fra loro. Si parte infatti dalla preparazione di una tinozza contenente acqua calda e la polpa di cellulosa. In seguito viene immerso un setaccio che serve a raccogliere la fibre e a dargli forma. Una volta estratto lo stampo bisogna lasciarlo sgocciolare. In seguito va rivoltato e posto su dei feltri che ne assorbono l’acqua in eccesso. Una volta che il prodotto si è asciugato abbastanza lo stampo può essere rimosso, per poi essere pressato sotto torchio a vite. Infine i fogli possono essere tolti dai feltri per essere lasciati ad essiccare naturalmente all’aria. Un tempo venivano anche impermeabilizzati grazie ad un bagno di gelatina animale. I passaggi successivi sono quelli di apparecchiatura, lisciatura o calandratura e infine di cernita o sceglitura per eliminare i fogli difettosi o rotti.

Nella pagina a fianco vediamo la PILA IDRAULICA A MAGLI MULTIPLI del XVIII sec. conservata all’interno delle Cartiere di Fabriano, da cui proviene l’esemplare del Must.

Nelle moderne cartiere, tutte le operazioni descritte, comprese quelle di finitura del foglio, vengono eseguite da particolari macchi-

102



DOCUMENTAZIONE DI TESI

ECO-SOSTENIBILITÀ. riciclare la carta

A

bbiamo visto che nel processo di produzione della carta, parte della cellulosa utilizzata viene presa dalla carta di scarto, detta anche carta da macero. Questo si fa perché la carta è un prodotto estremamente versatile e si può riciclare più e più volte senza il bisogno di dover disboscare l’intero pianeta per attingere a materiale vergine. Durante il processo industriale però le fibre vengono nobilitate e questo comporta alcuni processi di lavorazione non molto ecologici. Inizialmente va preparato l’impasto dove il macero viene separato da materiali non idonei come la plastica o il metallo. Poi si ha la fase di spappolamento in cui si ottiene il pulp, che viene successivamente depurato tramite centrifugazione e filtrazione attraverso fori molto piccoli. Segue poi la fase di frazionamento dove le fibre vengono divise tra quelle corte (che hanno già subito vari cicli di lavorazione) e quelle lunghe (più nuove e resistenti). A questo punto si può passare alla seconda fase di depurazione in cui vengono separati i contaminanti come le cere, le paraffine, le colle, e materiali simili. Infine si effettua la raffinazione dell’impasto e una terza fase di purificazione, detta “fine”. In caso di necessità possono essere applicati dei trattamenti di disinchiostrazione per rendere l’impasto più bianco e simile a quello vergine. Questo processo può essere ripetuto più volte, ma solitamente la qualità del pulp

Alcune pile di giornali, pronte per il diventare materiale da riciclo.

104


CAPITOLO 6 | QUALCOSA DI SOSTENIBILE

ottenuto dipende sempre dalla qualità della carta da macero utilizzata in partenza. Per questo motivo, se si vuole ottenere della carta di qualità, si dovrà usare una percentuale maggiore di fibre vergini unite ad un macero più pregiato. L’ultimo passaggio del processo è l’aggiunta di materiali chimici ausiliari. A quel punto l’impasto sarà finalmente pronto per essere mandato nella macchina continua. Nel mio processo di produzione ho utilizzato della carta da macero che non era ancora stata riciclata per riuscire ad ottenere in modo casalingo un prodotto finale di buona qualità. Inoltre ho evitato di utilizzare prodotti che siano inquinanti per l’ambiente, ho cercato di limitare la quantità di acqua utilizzata e non ho aggiunto additivi chimici per migliorare la finitura o le qualità meccaniche della carta.

CARTA DA MACERO, immagine proveniente dall’azienda Benfante per la raccolta e il riciclo della carta.

Infine c’è da dire che la carta oltre ad essere facilmente riciclabile, se conservata nel giusto ambiente ha una buona durabilità, ma per il mio progetto era fondamentale che fosse anche biodegradabile al 100% e in breve tempo. Infatti più il prodotto viene lavorato con l’aggiunta di additivi chimici e più il risultato finale sarà resistente e si opporrà alla decomposizione, rilasciando anche microparticelle dannose per la natura.

105


DOCUMENTAZIONE DI TESI

100%

a favore dell’ambiente

L

a biodegradabilità è una proprietà di alcune sostanze organiche e di alcune sostanze sintetiche di potersi decomporre in natura, grazie all’azione di alcuni batteri detti saprofiti che attaccano i materiali e ne estraggono gli enzimi necessari alla decomposizione dei prodotti semplici. In seguito gli elementi vengono naturalmente assorbiti dal terreno. Come ho già detto la carta è biodegradabile al 100%, ma bisogna comunque fare attenzione a che tipi di lavorazione è stata sottoposta e quindi alla resistenza che ha acquisito verso gli agenti esterni. La velocità di decomposizione dipende quindi dal tipo di carta e dalle dimensioni. In media possiamo dire che un pezzo di carta può essere assorbito dall’ambiente in quindici giorni circa, ma se parliamo di carta accoppiata o di scatole di cartone, allora i tempi si allungano, variando dai 5 ai 9 mesi di tempo per il completo assorbimento. Esistono poi alcuni prodotti che non sono biodegradabili, ma che anzi se lasciati nell’ambiente lo possono danneggiare e dare inizio ad altre problematiche correlate. In generale, quindi è sempre meglio avere a che fare con materiali bio-compatibili.

In alto una foto dall’azienda VALTELLINA ECO-RICICLI, per il riciclo dei rifiuti.

La mia carta quindi vuole seguire il più possibile quest’esempio e cerca di essere assorbita il più velocemente possibile. Per questo,

106


una volta che è stata utilizzata, le serve un ambiente adatto e biologicamente attivo, come il suolo. Se al suo interno il processo riesce a raggiungere la sua interezza, si arriva alla decomposizione della carta in sostanze inorganiche semplici come acqua, anidride carbonica e metano, che aiuteranno a sostenere il benessere del microambiente che ho creato nel mio progetto e a favorirne la crescita. La carta infine è ottima per la pacciamatura del terreno. Può essere infatti utilizzata per creare uno strato superficiale che lo protegge, sia dagli agenti esterni, che dalla crescita di altre piante indesiderate. La pacciamatura naturale infatti, a differenza di quella in cui si

utilizzano teli di plastica o altri materiali aiuta il terreno ad essere più morbido, più caldo e ben aerato. Mano a mano, che gli strati di carta vengono decomposti, si trasformano naturalmente in compost che va ad alimentare le piante. Lo scopo della mia carta infatti sarà quello di favorire la crescita e lo sviluppo di alcune piante, precedentemente travasate all’interno di un vaso, pieno di terra naturalmente attiva e ricca di materiali nutrienti per le specifiche specie vegetali che sono state scelte. La carta quindi non sarà solo veicolo di informazioni, ma sarà anche una nuova fonte nutritiva ed un incentivo per lo sviluppo futuro.

107



FripUP. PROGETTO DI TESI

DAI TEMPO AL TEMPO // Al futuro, per quello che di bello ci attende e deve ancora venire.

109



“E’ il tempo che hai speso per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.”

Il Piccolo Principe

111


PROGETTO DI TESI

112


07 CAPITOLO

CAPITOLO 7 | CONCEPT

IDEE.

dai spazio alla fantasia

G

te non era un compito facile... Nelle prossime due pagine però vedremo una serie di schizzi con alcune considerazioni in merito, per cercare di capire in che modo le mie scelte progettuali sono state affrontate.

razie alla parte di documentazione abbiamo imparato molto parlando di tempo, di città, di psicologia e di carta. Ora è arrivato il momento di capire come il calendario possa diventare un oggetto e un progetto che riesca a coniugare tutti i punti che sono stati toccati.

In che modo avrei sfruttato le caratteristiche dei calendari? In che modo mi sarei approcciato alle difficoltà? Come sarei riuscito a creare qualcosa di unico?

All’inizio, quando mi sono trovato davanti ai fogli bianchi, avevo un sacco di idee che mi frullavano nella testa e non sapevo bene da che parte iniziare a schizzare, ma sapevo che l’intento doveva essere quello di creare un oggetto che aiutasse le persone a non sprecare il loro tempo, ma che anzi facesse capire loro, che esso non sempre viene buttato via, ma può comunque fruttare in altri modi. Inoltre il mio oggetto avrebbe dovuto in qualche modo aiutare la gente a prendersi cura del proprio tempo. Si capisce subito che quello che avevo in men-

113


SCHIZZI.




CALENDARIO GIORNALIERO Le bozze, quasi definitive, del calendario piĂš classico, in cui i fogli non sono appesi, ma vengono appoggiati ad una struttura in legno.

CALENDARIO LUNARE Le bozze, quasi definitive, del calendario lunare che si estende principalmente in verticale. I fogli sono appesi e arrotolati, mentre il tubolare metallico entra all’interno del vaso.

CALENDARIO STAGIONALE Le bozze, quasi definitive, del calendario stagionale, che si estende principalmente in lunghezza sia con il vaso, che con le tabelle del calendario.


PROGETTO DI TESI

PROVETTE.

esperimenti di laboratorio

D

menti ho scelto di dare a tutti i calendari una base solida e ben definita; così che l’intero esperimento riuscisse a poggiare su qualcosa di sicuro. Per la base e per i vasi, ho scelto dei materiali in qualche modo vivi e legati alla natura, che accompagnassero bene la carta e che (nel nostro immaginario) con il tempo crescessero e si modificassero insieme alla pianta.

opo aver dato libero sfogo alla fantasia con i primi schizzi, mi sono innamorato delle provette e dell’estetica da laboratorio ad essa connessa. Nelle pagine precedenti, si può dunque vedere una certa ricerca formale che rinvia al mondo laboratoriale. Mi sembrava infatti che il progetto fosse perfetto per legarsi all’idea di sperimentazione. Fin dall’inizio, anche la parola scienza e/o fisica, ritorna più volte come punto focale del discorso, perciò il mio approccio al progetto è stato proprio quello della sperimentazione e della scoperta. Il mondo della chimica e degli esperimenti mi ha dato alcuni spunti formali molto utili e significativi. Come in tutti gli esperimenti infatti ci vuole una ricetta da seguire, con le quantità e le dosi giuste. Inoltre i vari passaggi non possono essere invertiti, ma devono seguire un filo ed un ordine logico ben preciso. Per questo, nei miei calendari, ho deciso di usare una barra metallica piegata che in qualche modo guidasse l’utente da una parte all’altra dell’oggetto mostrandogli la strada e i passaggi da fare per arrivare al vaso, che idealmente, rappresenta la provetta nel quale l’esperimento nasce, cresce e prende atto giorno, dopo giorno.

Nella pagina a fianco vediamo una serie di BEUTE utilizzate in laboratorio.

Infine, ad accompagnare il complesso sistema di almanacchi, beute, provette e altri stru-

118


119


PROGETTO DI TESI

120


08 CAPITOLO

CAPITOLO 8 | NON SOLO CARTA

CONCEPT. il potere della carta

P

utilizzandoli per creare la ricetta della carta che è possibile leggere nella prossima pagina. Essa riassume i vari passaggi, che già avevo elencato nel capitolo dedicato alla carta, ma riporta più nello specifico quantità, tempistiche e consigli.

er raccontare le fasi progettuali del mio lavoro, ho deciso di tenere lo schema che ho utilizzato durante lo studio dei calendari. I prossimi quattro capitoli quindi saranno divisi in: concept, grafica, prodotto ed ecologia. Questo metodo di suddivisione, oltre ad essere quello cronologico, mi permette anche di tracciare un discorso che sia il più chiaro e lineare mostrando tutti i passaggi progettuali. Cominciamo quindi ad introdurre il primo capitolo, cioè quello relativo all’idea. Le forme che più o meno si stavano definendo nella mia testa grazie agli schizzi, dovevano essere supportate dal lavoro pratico. Per questo mi sono messo a lavorare proprio sulla carta, che nel mio caso è la regina del progetto. Ho cominciato a sperimentare utilizzando dei fogli di carta già stampati e che erano destinati a finire nella raccolta differenziata. Così li ho in qualche modo “salvati”

Una volta realizzati i miei primi fogli speciali, ho cominciato a confrontarmi anche con le misure. Mi ero infatti preparato uno stampo in legno delle dimensioni di un A4, ma purtroppo è praticamente impossibile ottenere un foglio perfetto di quella dimensione con uno stampo così piccolo. Per questo le tabelle che ho dovuto creare dovevano essere necessariamente più piccole di un A4, e anzi ho deciso di tenere un certo margine d’errore, nel caso avessi incontrato altre difficoltà... Nel capitolo analizzerò nello specifico ogni problematica che mi avrebbe portato alla realizzazione dei (minimo) 23 fogli necessari.

121


LA RICETTA. carta FripUP

QUANTITATIVI PER 7/8 FOGLI

Riempi di acqua calda una bacinella abbastanza ampia per contenere 15/20 fogli di carta da riciclare fatti a pezzi in modo grossolano. - non perdere troppo tempo a sminuzzare i fogli - è preferibile usare fogli non precedentemente riciclati Attendi 40 min circa, ora la carta è morbida e delicata. Metti quindi metà dei fogli in un frullatore contenente 50 cl di acqua calda. Frulla il tutto in modo accurato. - ripeti il passaggio con l’altra metà dei fogli rimasti nella bacinella Svuota il contenuto del frullatore in una bacinella più grande dello stampo per la carta. Aggiungi circa 8 litri di acqua calda. Aggiungi il concime per le piante seguendo le dosi indicate sulla confezione. Aggiungi il colorante alimentare in polvere per ottenere il colore marrone. - giallo + rosso + (un pizzico di) blu Mescola il tutto in modo uniforme, poi inserisci lo stampo per raccogliere le fibre in sospensione (attenzione alla quantità!). Tira fuori delicatamente lo stampo e fallo scolare fino a che non smette di gocciolare. - le fibre sullo stampo sono più opache se contengono meno acqua Ribalta lo stampo su un panno di stoffa e asciuga delicatamente il retro dello stampo con una spugna. - meglio se il panno è spesso e appoggiato su una base da poter spostare Stacca delicatamente lo stampo e lascia il foglio ad asciugare Una volta asciutto stacca il foglio, stiralo e taglia i bordi frastagliati.

122


Il processo di preparazione della carta è abbastanza lungo, quindi ci vuole pazienza, così da non rovinare i fogli e non doverli rifare più e più volte. Inoltre è un lavoro che consiglio di fare d’estate o quantomeno durante una giornata soleggiata, in modo da lasciare al sole i fogli preparati. Una volta che saranno abbastanza asciutti potranno essere anche staccati dal panno di partenza ed appoggiati su altri panni non bagnati, ma è un lavoro che bisogna fare con molta attenzione, soprattutto nel caso il foglio sia ancora umido, altrimenti si rischia di rovinare tutto. Un altro consiglio che posso dare è quello di non muovere troppo il panno su cui si posa il foglio, perché si rischia di far increspare le fibre di carta che si

stanno unendo e il risultato finale non sarebbe quello sperato. In qualsiasi caso il foglio avrà una texture molto marcata (in particolare dalla parte dello stampo), ma se fatto bene una volta asciutto sarà ottimo per la stampa a getto d’inchiostro. Sconsiglio infatti l’utilizzo di stampanti laser perché rovinano l’effetto finale, in quanto il colore non penetra nel foglio, ma rimane in superficie creando la tipica patina traslucida. L’ultimo consiglio è quello di tagliare i fogli con una forbice e non con un taglierino, perché quest’ultimo rischia di tirare le fibre senza riuscire a tagliarle efficacemente, soprattutto nel caso di grammature fini.

123


Dopo aver fatto ammorbidire la carta per il macero e preparato una bacinella piena d’acqua, è importante frullarla bene, in modo che non ci siano pezzi troppo grossi.

Anche l’aggiunta dei coloranti in polvere (e successivamente dei concimi) è fondamentale e va fatta con criterio per riuscire ad ottenere il colore voluto.


Dopo aver mescolato tutto uniformemente, è il momento di utilizzare lo stampo per raccogliere la giusta quantità di fibre a seconda della grammatura che si vuole ottenere.

Ora il nostro foglio di carta è intriso di acqua, perciò è molto delicato. Per questo motivo, prima di stenderlo è importante farlo abbondantemente sgocciolare.


Una volta ribaltato lo stampo su uno straccio è necessario asciugare l’acqua in eccesso con una spugna. Questa operazione serve anche a pressare bene tra loro le varie fibre.

A questo punto possiamo alzare delicatamente lo stampo stando attenti a non rompere o strappare il foglio che è ancora molto delicato.


Quando lo strato di carta è abbastanza asciutto lo si può staccare dal panno in modo che asciughi più velocemente. Muovere il foglio quando è ancora umido, però, può compromettere il risultato finale.

Quando il foglio sarà completamente asciutto potremo rifilarlo usando una forbice, così da squadrarlo e renderlo idoneo alla stampa, senza che rischi di incepparsi.


PROGETTO DI TESI

PECULIARITÀ. carta Frip-UP

A

bbiamo visto in questo capitolo che la carta che ho creato io è stata pensata per essere parte del mio calendario e quindi ha sorvolato su alcune lavorazioni che l’avrebbero resa più performante. Farò quindi un recap finale per capire meglio le sue caratteristiche, spesso dovute alla mancanza di collanti e additivi chimici:

1 - Basse capacità meccaniche (taglio, strappo, ecc.)

2 - Elevata porosità ed assorbenza. 3 - Elevata eco-sostenibilità e biodegradabilità.

4 - Dimensioni minori (e variabili) rispetto ad

Focus sulla carta in fase di asciugatura in cui vediamo alcune lettere prestampate sui fogli riciclati.

un foglio A4.

5 - Grammatura variabile e non perfettamente omogenea.

6 - Presenza di lettere prestampate derivanti dalla carta utilizzata per il macero.

7 - Opacità, porosità che creano un pattern particolare dovuto allo stampo utilizzato.

8 - Capacità di rilasciare sostanze nutritive durante la decomposizione.

128


La bellezza si nasconde nei dettagli

129


PROGETTO DI TESI

130

Alcune delle prime sperimentazioni realizzate a partire dalla carta riciclata.


09 CAPITOLO

CAPITOLO 9 | SAPER COMUNICARE

GRAFICA.

prima e dopo lo strappo

C

lune e le stagioni. Le tematiche si riferiscono a temi comuni per quanto riguarda il mondo del calendario, ma ipotizzando una futura espansione del mio progetto, posso immaginare di allargare la mia collezione a calendari che parlino del nostro vissuto quotidiano e personale. Ho scelto, però di stare “sul classico” in modo che l’intero progetto sia facilmente capibile ed utilizzabile da qualsiasi tipo di utente.

ome ho preannunciato, dopo il capitolo di concept in cui ho parlato dell’idea di fondo, ora si passa al capitolo di grafica in cui per la prima volta comincerò veramente a raccontare del progetto e dei suoi sviluppi. Lo scopo infatti è quello di creare una collezione con lo stesso tema di fondo, ma con alcune differenze sostanziali. Disegnare le grafiche e le tabelle adatte alla mia idea, non è stato semplice per me. Infatti possiamo dire che graficizzare qualcosa non è il mio forte. Fortunatamente non dovevo disegnare chissà quale forma o sistema, ma sono partito dalla disposizione dei numeri o degli elementi all’interno delle tabelle dei calendari. Esatto, avete letto bene, non solo numeri. In base alla ricerca che avevo svolto infatti ho cercato di differenziare i tre calendari seguendo dei concetti semplici, ma che avrei potuto sviluppare a modo mio: i giorni, le

Da adesso in poi, quindi, mi riferirò ai tre tipi di calendari seguendo queste denominazioni: calendario giornaliero, calendario lunare e calendario stagionale.

131


PROGETTO DI TESI

DIMENSIONI TABELLE:

01

CALENDARIO GIORNALIERO SCALA 1:10 Dimensioni: 140 x 160 mm Quantità: 6+6 fogli

CALENDARIO LUNARE SCALA 1:10 Dimensioni: 100 x 210 mm Quantità: 7 fogli

CALENDARIO STAGIONALE SCALA 1:10 Dimensioni: 210 x 70 mm Quantità: 4 fogli

132


CAPITOLO 9 | SAPER COMUNICARE

GIORNI.

calendario giornaliero

I

l primo calendario su cui ho lavorato è stato questo... Ho scelto di cominciare da un’idea semplice, che si rifacesse maggiormente ai tipici calendari da scrivania a cui siamo abituati tutti. Nelle prossime pagine analizzerò le varie problematiche che ho riscontrato durante la progettazione e racconterò delle soluzioni adottate per risolverle. Nella pagina a fianco ho evidenziato di quale calendario parliamo con le relative dimensioni.

zione. Infatti una caratteristica importante di questi fogli di carta (dovuta alla lavorazione) è che sono molto ricettivi per quanto riguarda l’inchiostro. Questo perché nella preparazione dell’impasto non ho aggiunto colle o altri additivi chimici per migliorarne le prestazioni. È comunque possibile scrivere sui fogli utilizzando delle biro, ma sconsiglio di usare inchiostri a gel o liquidi, oppure pennarelli e simili, perché la carta potrebbe assorbire molto inchiostro e rovinare le scritte.

1-

2 -

Per queste tabelle ho scelto tre colori particolari: il nero imbottito, un magenta molto saturo e un blu scuro. Questo tipo di nero è stato utile perché volevo che i numeri e i giorni risultassero ben visibili anche dalla distanza. Sempre durante le prime prove di stampa infatti, mi sono accorto che il nero normale di-

Il formato che avevo scelto mi dava sicurezza per la creazione della carta, infatti ci sta comodamente su un foglio A4. Inoltre potevo riportare in modo leggibile tutti i giorni del mese. Ho sottolineato leggibile, perché facendo le prime prove di stampa sulla carta speciale, mi sono accorto che tutti i testi con una dimensione inferiore ai 13 pt risultavano illeggibili. Lo stesso valeva per qualsiasi altro tipo di segno grafico (punti, linee, disegni, ecc). Questa constatazione complicava di molto la mia progettazione. Infatti, inizialmente, avevo creato delle tabelle molto ricche di informazioni e particolari, ma poi ho dovuto semplificarle per rendere tutto chiaro e ben leggibile. Per la stampa ho usato una stampante ad inkjet, perché lasciava inalterate le caratteristiche del foglio e l’inchiostro veniva assorbito bene, senza rimanere in superficie, ma comunque manteneva un’ottima defini-

ventava un po’ troppo anonimo e non spiccava come volevo, mentre i colori come il giallo o l’azzurro, venivano letteralmente assorbiti

Immagine di focus sulla stampa definitiva del calendario a pagina 139.

133


PROGETTO DI TESI

5-

dalla carta, diventando illeggibili. Per evidenziare i fine settimana invece ho scelto il rosso, che era abbastanza forte da resistere all’assorbimento della carta. Infine il blu è stato usato per evidenziare le festività più importanti.

Il nome del mese e l’anno corrente sono stati stampati in alto sulla destra per fare in modo che fino all’ultima settimana risultassero sempre leggibili. In caso contrario si sarebbe potuta creare confusione.

6-

Uno dei problemi più difficili da risolvere è stato quello della scelta del font. Dopo una lunga ricerca ho deciso di usare il Brown Regular per i numeri e il Brown Bold per le lettere. La scelta è ricaduta su questo font, sia per il mio gusto personale, sia perché i font bastoni (a differenza di quelli graziati) risultavano molto più ordinati e leggibili all’interno delle tabelle. Purtroppo però Il Brown non è dotato della versione “mono”, come ad esempio l’Akkurat che uso per questo testo. Questo vuol dire che i numeri non occupano lo stesso spazio. Facciamo un esempio:

3-

Il successivo problema da affrontare era quello della disposizione dei giorni della settimana in modo che fossero ordinati, in ordine cronologico e che suggerissero lo strappo da effettuare alla fine di ogni settimana. Ho scelto quindi di ordinarli verticalmente, con una lettura dall’alto verso il basso e suddividendo il foglio in 5 colonne: le cinque settimane del mese. C’è da dire, che anche i mesi con una sesta settimana, sono stati disposti sempre su cinque colonne, seguendo ad esempio l’ordine: domenica, lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e di nuovo domenica. Se non avessi agito in questo modo, avrei dovuto disegnare delle “pagine speciali” per questi mesi (aprile, luglio e dicembre) da 6 settimane, ma lo spazio e le dimensioni dei caratteri non lo permettevano.

01

Akkurat mono

4-

Un altro segno grafico per incentivare lo strappo viene dato dallo sfalsamento delle colonne, che non sono perfettamente ordinate, ma si spostano su e giù, con diversi giochi di movimento per ogni mese.

01

Brown regular

Come si vede dall’esempio l’1 del Brown ha una spaziatura molto differente rispetto agli altri numeri. Per questo sono intervenuto su di esso modificandolo, così da renderlo più simile agli altri:

1

Brown mono

134


CAPITOLO 9 | SAPER COMUNICARE

7 - Dopo aver scelto il font ed averlo reso idoneo per spaziature e dimensioni, ho aggiunto un’ulteriore segno grafico: il taglio dei numeri. Esso, oltre ad essere un altro segno distintivo, appena viene visto, fa pensare che ci sia qualcosa che non va, qualcosa che non quadra nel solito uso dei numeri. Tutto diventa però chiaro con il taglio laser che viene fatto dopo la stampa.

8-

Per preparare il file del taglio laser sono stato molto preciso, infatti se avessi sbagliato qualche misura, la finta fustellatura, avrebbe potuto finire sui numeri o sulle scritte rovinando le tabelle. Per questo, dopo la stampa, il foglio passava direttamente al taglio laser, che veniva posizionato grazie ai crocini di taglio. Ho utilizzato questo macchinario come

Nella foto vediamo la storia cronologica delle varie tabelle di prova.

alternativa alla fustellatura per non dover creare una matrice per ciascun calendario e perché era un metodo veloce e sicuro con il quale non avrei rovinato la carta. L’unica piccola pecca, è la bruciatura che inevitabilmente rimane sul bordo.

9 - Dovendo strappare le strisce, di settimana in settimana, ho dovuto creare due differenti colori per la carta, così che non si sarebbe creata confusione per colpa della sovrapposizione delle tabelle impilate sul calendario. I mesi quindi, hanno colorazioni alterne.

135


PROGETTO DI TESI

PROVE GRAFICHE:

I riquadri raffigurano alcuni degli esperimenti fatti prima di riuscire ad arrivare alla progettazione della tabella finale. Partendo dall’alto, possiamo quindi ripercorrere tutte le varie scelte fatte: font, disposizione, stile, ecc.

136


CAPITOLO 9 | SAPER COMUNICARE

FONT UTILIZZATI:

LUNEDÌ MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ VENERDÌ SABATO DOMENICA

Dimensioni: 13 pt per le lettere 38 pt per i numeri

GENNAIO

2018

REGULAR:

BOLD:

01 06 02 07 03 08 04 09 05 10

01 06 02 07 03 08 04 09 05 10 137


Foto effettuata durante il processo di taglio laser, in cui il foglio stampato veniva tagliato nella sua dimensione corretta e veniva “fustellato�.

Dalla foto, possiamo vedere che il foglio non è perfettamente planare, per questo il laser doveva essere settato alla perfezione, in modo da evitare il piÚ possibile errori di parallasse.



PROGETTO DI TESI

DIMENSIONI TABELLE:

CALENDARIO GIORNALIERO SCALA 1:10 Dimensioni: 140 x 160 mm Quantità: 6+6 fogli

02

CALENDARIO LUNARE SCALA 1:10 Dimensioni: 100 x 210 mm Quantità: 7 fogli

CALENDARIO STAGIONALE SCALA 1:10 Dimensioni: 210 x 70 mm Quantità: 4 fogli

140


CAPITOLO 9 | SAPER COMUNICARE

LUNE.

calendario lunare

P

re per favorire lo strappo alla fine di ogni settimana, ma stavolta però le lune sono ordinate in orizzontale. Anche il verso della lettura è stato invertito: si leggerà dal basso verso l’alto, anziché dall’alto verso il basso (come siamo abituati). Questa può sembrare una scelta stupida e azzardata, ma è motivata dal fatto che questo calendario non ha dodici tabelle separate e distinte come di consueto, ma i 7 fogli vengono uniti fra loro, così da formare un lungo rotolo contenente tutti i mesi (+ gennaio 2019).

er questo secondo calendario, ho deciso di trattare la luna come il protagonista principale che, giorno per giorno, viene mostrata nelle sue varie fasi.

1-

Stavolta ho scelto di lavorare su un formato verticale. Prima di arrivare a questa decisione però, ho fatto varie altre prove con diverse dimensioni ed impostazioni. Le difficoltà di scelta erano dovute alla quantità di informazioni che volevo inserire nelle tabelle. Purtroppo però vale lo stesso discorso che ho fatto per il calendario giornaliero: tutti gli elementi troppo piccoli o con un colore inadatto, risultavano illeggibili. Per questo ho dovuto inventarmi alcune soluzioni alternative. Prima fra tutte la stilizzazione della luna. Un disegno semplice infatti era perfetto per le varie prove e poteva essere scalato più volte mantenendone la leggibilità. Partendo quindi dalle prime sperimentazioni, che si sono rivelate fallimentari, ho cominciato a scaricare le tabelle degli elementi non necessari.

4 -

Una volta stampate e tagliate le tabelle, mi sono quindi posto il problema di come unirle fra loro. Ho scelto di cucirle insieme grazie ad un filo di stoffa dello stesso colore della carta. La cucitura infatti è abbastanza resistente da mantenere i fogli uniti, ma allo stesso tempo può essere facilmente rimossa quando è il momento di strappare quella particolare settimana. La stoffa infatti, non si de-

2 -

I colori sono gli stessi del calendario giornaliero: nero imbottito, magenta e blu. Quest’ultimo però è stato usato per indicare le lune nuove e le lune piene, dando così importanza all’inizio e alla fine delle varie fasi lunari. Immagine di focus sulla stampa definitiva del calendario a pagina 145.

3 - La disposizione dei giorni è sempre linea-

141


PROGETTO DI TESI

compone in fretta come la carta, ma ci mette molto più tempo e sarebbe meglio rimuoverla prima di porla nel vaso insieme alla pianta. I lati positivi invece sono che: la cucitura è molto fine e si mimetizza perfettamente, inoltre evita l’utilizzo della colla. Quest’ultima infatti (come abbiamo visto nel capitolo sulla carta) non farebbe bene alla pianta. In una futura ottica potrei risolvere questo problema creando un foglio molto più lungo, che non abbia la necessità di essere cucito o incollato.

5-

Visto che stavolta non avevo problemi di sovrapposizione della carta, dato che sarebbe stata srotolata un pezzo alla volta, ho optato per tenere la stessa tonalità sull’intero rotolo.

6 - Dovendo appendere il rotolo del calenda-

Una delle prime prove del calendario e il focus sulle prove di cucitura.

rio e dovendolo srotolare pian piano, dovevo trovare il giusto modo di fermare il foglio. Per farlo ho utilizzato una graffetta triangolare, disegnata e realizzata da me.

7 - Per quanto riguarda la finta fustellatura, ho usato lo stesso metodo del taglio laser, mentre il nome del mese è stato stampato a lato del foglio e riprende “il gioco del taglio” proposto per i numeri nel calendario precedente. Infine, anche i font utilizzati sono gli stessi.

142


CAPITOLO 9 | SAPER COMUNICARE

PROVE GRAFICHE:

Nei riquadri possiamo vedere le prime prove, quando ancora non ero a conoscenza dei vari problemi di stampa. In queste prime disposizioni però si poteva già notare lo studio delle fasi lunari e la stilizzazione della luna.

143


Nella foto metto a confronto una delle prime prove grafiche stampate sulla carta speciale, con la stampa finale su carta normale.

Una delle prove fondamentali per questo calendario è stata quella della stampa cucita, arrotolata e disposta sul suo supporto stampato in 3D.



PROGETTO DI TESI

DIMENSIONI TABELLE:

CALENDARIO GIORNALIERO SCALA 1:10 Dimensioni: 140 x 160 mm Quantità: 6+6 fogli

CALENDARIO LUNARE SCALA 1:10 Dimensioni: 100 x 210 mm Quantità: 7 fogli

03

CALENDARIO STAGIONALE SCALA 1:10 Dimensioni: 210 x 70 mm Quantità: 4 fogli

146


CAPITOLO 9 | SAPER COMUNICARE

STAGIONI.

calendario stagionale

I

2 - Questa volta ho utilizzato i colori in modo

l terzo e ultimo calendario della serie vuole raccontare il passare del tempo attraverso le stagioni e come al solito si differenzia un po’ dagli altri due. Ripercorriamo ancora una volta i punti principali della progettazione grafica:

un po’ più particolare: oltre ai soliti nero e magenta, ho scelto dei gradienti di colore che stessero bene stampati sulla mia carta e li ho usati per differenziare le 4 stagioni. Il blu invece non è presente, perché i giorni più importanti sono stati evidenziati ingrandendo i font. In realtà, le colorazioni scelte non hanno davvero una correlazione diretta con la stagione, ma giocano principalmente con i colori dell’alba e del tramonto alternandoli e sfumandoli tra loro. Il giallo e l’arancio invece sono stati usati per creare la sfumatura che si alza e si abbassa durante i mesi e che ci mostra graficamente quante ore di sole e quindi anche quante ore di buio avremo in quei mesi.

1-

Il formato cambia di nuovo e stavolta è quello più piccolo: 210 x 70 mm. Per questo motivo è il calendario che porta meno informazioni esplicite e non mostra neanche tutti i giorni della settimana, ma si concentra sulle domeniche e sui giorni della settimana in cui si verificano i solstizi e gli equinozi, cioè quei giorni in cui si passa da una stagione all’altra. Di seguito riporto la loro divisione nell’arco dell’anno:

3-

Le colorazioni non sono disposte a caso per tutta la tabella del calendario, ma sono

Primavera/Autunno Equinozio di primavera 20-21 marzo Equinozio d’autunno 22-23 settembre

racchiuse in una semplificazione del sole. In questo modo, accostando tutte le tabelle tra loro potremo vedere la quantità di luce gior-

Durante queste date, il giorno e la notte hanno la stessa durata. Estate/Inverno Solstizio d’estate 20-21 giugno Solstizio d’inverno 20-21 dicembre Durante queste date abbiamo rispettivamente il giorno più lungo dell’anno e quello più corto.

Immagine di focus sulla stampa definitiva del calendario a pagina 151.

147


PROGETTO DI TESI

naliera che si alza e che si abbassa con il passare del tempo.

4 - Nel momento in cui ho deciso che lo strappo sarebbe avvenuto ogni mese e non più ogni settimana, ho avuto meno problemi di posizionamento dei giorni. Ho scelto infatti di non riportare ogni giorno della settimana, ma solo le domeniche, i solstizi e gli equinozi. Le tabelle con tutti i giorni della settimana infatti, non ci sarebbero materialmente stati, a causa dei noti problemi di stampa. Ho ripreso poi il solito gioco del taglio con: i nomi dei mesi, l’anno e la stilizzazione del sole.

5 -

A differenza del calendario giornaliero dove le tabelle vengono appoggiate e a differenza di quello lunare dove vengono unite e arrotolate, in questo calendario sono appese

Le prove su carta bianca 80 gr con i gradienti di colore e la quantità di sole nei vari mesi dell’anno.

grazie a degli anelli metallici creati da me.

6 - Come nel primo calendario, anche stavolta le tabelle sono sovrapposte e per questo motivo anche questi i fogli hanno due colori differenti. Una volta strappati quindi, non si creeranno confusioni tra un mese e l’altro.

7-

La finta fustellatura e i fori per gli anelli sono stati creati sempre attraverso il taglio laser. Anche i font per numeri e lettere sono rimasti inalterati.

148


CAPITOLO 9 | SAPER COMUNICARE

PROVE GRAFICHE:

In questa serie di riquadri possiamo vedere l’intento di utilizzare il colore per richiamare l’idea del sole e legarlo al calendario. Questi gradienti sono stati poi drasticamente ridotti per rendere le grafiche più simili alle altre e per non coprire del tutto il foglio.

149


Nella foto vediamo come i colori della stampa a getto d’inchiostro vengono stesi molto bene sulla carta, senza nasconderne i particolari del riciclo, che la rendono unica.

In questo caso invece ho associato la tabella del calendario agli anelli metallici che pensavo di utilizzare, ma che poi sono stati sostituiti da altri piĂš fini e meno invasivi.



PROGETTO DI TESI

152

Un esempio di moodboard dei materiali utili alla progettazione.


10 CAPITOLO

CAPITOLO 10 | DAL PROGETTO, ALL’OGGETTO

PRODOTTO. elementi di progetto

È

così da arrivare alla fine con una stima realistica dei costi che ho dovuto affrontare per realizzare i prototipi.

dal capitolo 7 che ho in parte accantonato lo sviluppo del calendario come oggetto, per affrontare altri problemi che hanno caratterizzato il mio lavoro. Avevamo infatti visto alcune possibili soluzioni formali dove l’idea di sperimentazione sulla carta era coniugata ad una struttura o meglio ad un sistema in cui anche altri materiali e altri elementi entravano in gioco. In questo capitolo vedremo quindi quali materiali ho scelto per accompagnare un tipo di carta così particolare. Tramite i disegni tecnici e delle rappresentazioni 3D ci faremo anche un’idea delle dimensioni dei vari pezzi. Infine daremo uno sguardo ai primi modelli di studio e alle lavorazioni artigianali che mi hanno permesso di realizzare gli oggetti completi. Da qui in avanti, visto che parlo di lavorazioni e produzione, accennerò anche ai vari prezzi,

153


PROGETTO DI TESI

LEGNO.

un materiale vivo

V

to, nonostante la sua caratteristica di essere composito.

isto che il progetto si svolge tutto in ottica biologica ed eco-sostenibile ho scelto di utilizzare materiali provenienti dalla natura per la creazione dei calendari.

Purtroppo tutti questi punti di forza, vengono acquisiti grazie a varie pre-lavorazioni: riduzione dei tronchi in lamelle, essiccazione, piallatura, calibratura, incollaggio e finitura. Fortunatamente si tratta comunque di un materiale riciclabile e le aziende durante la produzione cercano sempre la continua evoluzione e il miglioramento delle tecniche produttive.

Per le basi avrei voluto utilizzare un legno massello, proveniente direttamente dal tronco della pianta e che quindi non ha subito particolari lavorazioni, tranne la fase di invecchiamento. Come leggiamo nel titolo però il legno è un materiale vivo e io avevo bisogno di molta precisione per fresare i miei pezzi, così che poi ogni incastro funzionasse alla perfezione. Se avessi utilizzato un massello quindi, c’era la possibilità che, a causa dell’umidità presente nell’aria, i pezzi si sarebbero potuti deformare. In particolare con spessori abbastanza fini come quelli di cui avevo bisogno. Per questo motivo sono andato sul sicuro, utilizzando un faggio lamellare. Questo tipo di legno essendo un materiale composito mi garantisce delle prestazioni meccaniche più elevate ed uniformi sull’intero pezzo. Inoltre, ha una resistenza agli agenti esterni e al fuoco maggiore. Essendo un oggetto da usare all’interno degli ambienti domestici, infatti, è giusto che sia prodotto con materiali sicuri. Il legno di faggio inoltre è uno dei più leggeri e più economici, infatti il prezzo oscilla tra i 500 € e i 700 € al metro cubo. Parlando di estetica, la sua finitura superficiale mi piace mol-

Per quanto riguarda i miei pezzi, sono abbastanza piccoli e con uno spessore contenuto di 15 mm. Considerando quindi il prezzo del legno, sommato al prezzo della fresatura su ciascun elemento, arrivo ad una spesa complessiva di circa 100 €.

154


155


Per la lavorazione dei pezzi in legno sono partito da tavole di spessore e ingombro simile agli oggetti che dovevo creare.

Grazie ad una macchina a controllo numerico sono riuscito a fresare i pezzi in modo da ottenere la maggior precisione possibile.


Dopo aver sagomato il pezzo la macchina è stata impostata (a partire dai modelli 3D) e dotata di punte leggermente piÚ grandi di 4 mm, in modo da fresare le scanalature e i fori di fissaggio.

In questa foto vediamo la macchina al lavoro durante la piallatura dell’appoggio in legno. Molto materiale è stato asportato per raggiungere lo spessore di 4 mm.


PROGETTO DI TESI

APPOGGIO.

calendario giornaliero Sostegno per i fogli, in legno lamellare di faggio, fresato a macchina. NUMERO DI PEZZI: 1 SCALA DISEGNI TECNICI: 1:10 UDM: mm A1: Scanalatura posteriore per supporto metallico

MATERIALE Faggio lamellare

LAVORAZIONE Fresatura

158


CAPITOLO 10 | DAL PROGETTO, ALL’OGGETTO

3

R1 140

180

R2

36,50

R5

DETTAGLIO A SCALA 2 : 1

R1

° 100 159


PROGETTO DI TESI

BASE.

calendario giornaliero Base d’appoggio in legno lamellare di faggio, fresato e forato a macchina.

MATERIALE Faggio lamellare

NUMERO DI PEZZI: 1 SCALA DISEGNI TECNICI: 1:10 UDM: mm

A: Scanalatura per supporto metallico

C: Scanalatura per appoggio e per fogli B1: Foro

B2: Foro

LAVORAZIONE Fresatura

160


CAPITOLO 10 | DAL PROGETTO, ALL’OGGETTO

200 4

14

60

R2

30

260

80

60

0

SE IO E A A

A

A DETTAGLIO D SCALA 2 : 5

R1

10

,5

5

0

140

SE IO E

R2

15

C

C

161

SE IO E C C


PROGETTO DI TESI

BASE.

calendario lunare Base d’appoggio in legno lamellare di faggio, fresato e forato a macchina. MATERIALE Faggio lamellare

NUMERO DI PEZZI: 1 SCALA DISEGNI TECNICI: 1:10 UDM: mm

A: Scanalatura per supporto metallico

B1: Foro

B2: Foro

LAVORAZIONE Fresatura

162


CAPITOLO 10 | DAL PROGETTO, ALL’OGGETTO

115 4

14

45

SE IO E A A

DETTAGLIO E SCALA 2 : 1 50

, R1

30 A

A

R2

R5

15

60

160

R5 SE IO E

163


PROGETTO DI TESI

BASE.

calendario stagionale Base d’appoggio in legno lamellare di faggio, fresato e forato a macchina. NUMERO DI PEZZI: 1 SCALA DISEGNI TECNICI: 1:10 UDM: mm

MATERIALE Faggio lamellare A1: Scanalatura per supporto metallico

B1: Foro

B2: Foro

LAVORAZIONE Fresatura

A2: Scanalatura per supporto metallico

164


CAPITOLO 10 | DAL PROGETTO, ALL’OGGETTO

250 4

14

100

SE IO E A A

50

80

15

R2

0

345

A

A 0

C 15

SE IO E C C

R5

,5

0

R1

R1

,50

C

R2

R2 DETTAGLIO D SCALA 1 : 2 165


PROGETTO DI TESI

ARGILLA.

la sapienza dell’artigiano

Q

uale materiale potevo associare al legno? Sono partito da questa domanda, per scegliere la terracotta di cui sono formati i vasi. Ho optato per questo materiale perché anch’esso è “vivo”: proviene infatti dalla terra e se lavorato nel modo giusto, da sapienti artigiani, può trasformarsi in fantastici manufatti. Mi sono quindi rivolto alla fornace di Milano, fondata da Michele Puzzo, e con lui ho portato avanti la progettazione dei vasi in terracotta che avrebbero dovuto contenere le tre differenti piante. Come vedremo nelle foto successive i vasi per il calendario giornaliero e lunare sono stati realizzati al tornio utilizzando l’argilla rossa. Anche il vaso del calendario stagionale utilizza lo stesso tipo di argilla, ma ha una forma che non poteva essere lavorata al tornio, perché non si tratta di un solido di rivoluzione. Per questo è stato realizzato artigianalmente “scolpendo” il pezzo un po’ alla volta. Un’alternativa sarebbe stata quella di creare uno stampo in gesso, ma dovendo realizzare un unico esemplare non era necessario. Il costo di un pezzo che necessita dello stampo infatti si alza a 50 € circa, al contrario dei pezzi artigianali e di quelli realizzati al tornio che hanno un costo di 30 €. In argilla ho realizzato anche delle piccole sferette che utilizzerò per coprire la parte terminale delle barre metalliche. Per loro tre, è stato realizzato lo stampo in gesso a partire da una sfera metallica. In

questo modo, è stato possibile creare in successione e in tempi più brevi svariati pezzi tutti uguali. Una volta plasmati tutti i vasi e tutte le sfere, abbiamo dovuto attendere la fase di essiccazione, in cui l’argilla si solidifica e l’acqua contenuta al suo interno evapora. Durante questo processo essi si rimpiccioliscono di circa il 12 %. Una volta ben asciutti si passa alla fase di cottura in forno in cui l’argilla raggiunge gradualmente una temperatura di 1000°C. Terminata questa operazione gli oggetti possono essere decorati, ma per i miei vasi e le mie sfere ho deciso di non smaltarli, ma di mantenerli grezzi in modo che una volta riempiti di terra il vaso fosse in grado di traspirare. Così facendo, quando si annaffia la pianta, l’acqua in eccesso viene assorbita dalla terracotta che la fa evaporare pian piano. Questo materiale evita quindi che l’acqua ristagni al suo interno e crea un maggior comfort per la pianta: la terra e le radici possono respirare, ma allo stesso tempo rimangono più calde e protette. Alla fine di tutte le lavorazioni ho raggiunto un costo complessivo di circa 100 €.

166


167


Per la lavorazione dei vasi mi sono appoggiato ad un artigiano di Milano che ha cercato di seguire, i disegni che gli ho fornito, adattandoli alle capacitĂ e alle possibilitĂ del materiale .

Per i vasi del calendario giornaliero e lunare è stato possibile lavorare al tornio. Questa tecnica necessita di molta esperienza, ma è utile per ottenere pezzi abbastanza precisi e in breve tempo.


Il vaso del calendario stagionale invece ha seguito una lavorazione molto piĂš artigianale, per evitare di dover realizzare uno stampo in gesso, che sarebbe stato inutile per un solo prototipo.

Per le sferette invece è stato creato lo stampo a partire da una sfera metallica. Come si vede dalla foto, dopo la cottura, l’argilla acquisisce la caratteristica colorazione rossa.


PROGETTO DI TESI

SFERETTE. tutti i calendari

MATERIALE Terracotta

Sferette in terracotta per nascondere il pezzo finale delle barre in acciaio, realizzate partendo da una matrice metallica. LAVORAZIONE Stampo in gesso

NUMERO DI PEZZI: 3 SCALA DISEGNI TECNICI: 2:1 UDM: mm

A: Foro per supporto metallico

170


CAPITOLO 10 | DAL PROGETTO, ALL’OGGETTO

4

R

,5

0

SE IO E A A

A

A

,25

171


PROGETTO DI TESI

VASO.

calendario giornaliero

MATERIALE Terracotta

Vaso in terracotta realizzato artigianalmente con lavorazione al tornio. NUMERO DI PEZZI: 1 SCALA DISEGNI TECNICI: 1:5 UDM: mm

LAVORAZIONE Al tornio

A: bordo per appoggio del supporto metallico

172


CAPITOLO 10 | DAL PROGETTO, ALL’OGGETTO

6 40

DETTAGLIO SCALA 1 : 1

R2 100

82

A

SE IO E A A A

173


PROGETTO DI TESI

VASO.

calendario lunare

MATERIALE Terracotta

Vaso in terracotta realizzato artigianalmente con lavorazione al tornio. NUMERO DI PEZZI: 1 SCALA DISEGNI TECNICI: 1:2 UDM: mm

LAVORAZIONE Al tornio

A: bordo per appoggio del supporto metallico

174


CAPITOLO 10 | DAL PROGETTO, ALL’OGGETTO

6

DETTAGLIO C SCALA 1 : 1

20

R2

80

R3

0

122

A

SE IO E A A SCALA 1 : 2

A

175


PROGETTO DI TESI

VASO.

calendario stagionale

MATERIALE Terracotta

Vaso in terracotta realizzato artigianalmente con una modellazione manuale. NUMERO DI PEZZI: 1 SCALA DISEGNI TECNICI: 1:5 UDM: mm

LAVORAZIONE modellazione artigianale

A: bordo per appoggio del supporto metallico

176


CAPITOLO 10 | DAL PROGETTO, ALL’OGGETTO

DETTAGLIO B SCALA 1 : 1

SEZIONE C-C

C

R2

C

210 bordo d'appoggio a discrezione dell'artigiano

A

70

60

SEZIONE A-A A

spessore a discrezione dell'artigiano

177


PROGETTO DI TESI

ACCIAIO.

il materiale guida

P

di lavorazioni, non lavorano con tirature così limitate (3 pezzi diversi tra loro) e i costi sono molto elevati. Per questo la piegatura a freddo e la saldatura ad elettrodo sono stati realizzati artigianalmente e sono state le ultime lavorazioni perché il metallo doveva coincidere perfettamente con gli incastri nel legno e con le dimensione della terracotta. Una volta conclusa la fase preparatoria dei pezzi grezzi, si è passati alla carteggiatura delle tre barre, per renderle più ricettive alla vernice. In seguito sono state prima verniciate con un fondo per metalli leggeri e una volta asciutte sono state date due mani di vernice colorata per metalli.

er unire tutti gli elementi dei calendari, mi serviva qualcosa in grado di guidare lo sguardo e i gesti dell’utente durante l’utilizzo. Inoltre volevo che l’oggetto in sé apparisse come un sistema unico e non solo la semplice unione dei vari pezzi messi insieme. Per questo motivo, ispirandomi sempre al mondo laboratoriale, ho pensato di creare delle strutture metalliche che dessero gioco e leggerezza ai tre calendari e che gli donassero un po’ di colore e vivacità. Riprendendo in mano gli schizzi, ho quindi scelto tre diversi disegni per i tubolari metallici. Una volta scelta la loro forma, dovevo integrarli alle basi e permettergli di stare in piedi. Per questo, come abbiamo visto, i pezzi in legno sono dotati di scanalature e di fori. Le scanalature funzionano come inviti per mantenere in posizione le barre metalliche, mentre i fori servono a renderle stabili e ferme. Alle barre infatti sono stati saldati dei piccoli dentini che si inseriscono perfettamente nei fori del legno scomparendo alla vista. In questo modo sembra che tutto stia in piedi per magia, ma in realtà non è così.

L’intero processo, considerata la lavorazione artigianale, ha un prezzo molto elevato: circa 150 €. Mentre la verniciatura ammonta a circa 15 € al pezzo per un totale di 195 €.

Questa serie di pezzi è stata la più difficile da realizzare. Ho dovuto seguire un processo completamente artigianale, infatti le aziende che hanno le macchine adatte per questo tipo

178


179


Per la lavorazione delle barre metalliche ho seguito una lavorazione molto artigianale. Il primo passo è stato la piegatura a freddo, grazie a dime tonde del raggio adatto e grazie ad una morsa.

I pezzi poi venivano carteggiati e se necessario smerigliati per prepararli alla saldatura e poi alla successiva verniciatura.


La saldatura è stata eseguita ad elettrodo, dopo aver fissato i pezzi in morsa. Una volta saldati sono stati nuovamente rifiniti con lime per metalli e carta vetrata, così da rimuovere il metallo in eccesso.

L’ultima fase è stata quella di verniciatura: la prima mano, che vediamo in foto, è stata quella del fondo per leghe leggere. Mentre le successive mani sono state di colore per metalli a seconda del calendario.


PROGETTO DI TESI

BARRA.

calendario giornaliero MATERIALE Barra di acciaio

Barra metallica in acciaio, piegata e saldata (dove necessario) a stagno. NUMERO DI PEZZI: 1 SCALA DISEGNI TECNICI: 1:5 UDM: mm

LAVORAZIONE Saldatura ad elettrodo

C: sostegno per il peso del vaso

B1: incastro

B2: incastro A: alloggiamento per vaso giornaliero

LAVORAZIONE Piegatura a freddo

182


248 1 6

DETTAGLIO A SCALA 1:1

R1 0

138

0

R1

4

100 140 240 320

183

R5 2

CAPITOLO 10 | DAL PROGETTO, ALL’OGGETTO


PROGETTO DI TESI

BARRA.

calendario lunare

LAVORAZIONE Piegatura a freddo

Barra metallica in acciaio, piegata e saldata (dove necessario) a stagno. NUMERO DI PEZZI: 1 SCALA DISEGNI TECNICI: 1:5 UDM: mm

MATERIALE Barra di acciaio

A: terminale che finisce nel vaso lunare

B1: incastro

B2: incastro

LAVORAZIONE Saldatura ad elettrodo

184


CAPITOLO 10 | DAL PROGETTO, ALL’OGGETTO

200

R1 0 110

0 R1

1 0

165 240

185

0

DETTAGLIO A SCALA 1:1

5

R1

R1

0

30

4


PROGETTO DI TESI

SUPPORTO. calendario lunare

Supporto in PLA stampato in 3D che serve da supporto per il rotolo di carta. NUMERO DI PEZZI: 1 SCALA DISEGNI TECNICI: 1:1 UDM: mm A: scanalatura per balla metallica

MATERIALE PLA

LAVORAZIONE Stampa 3D

B: Apertura per aggancio

186


R1 2, 50

R2

CAPITOLO 10 | DAL PROGETTO, ALL’OGGETTO

R

4

SUPPORTO AGGIUNTIVO:

60

Questo oggetto risulta essere nascosto all’interno del calendario lunare, perché intorno ad esso è arrotolata la lunga striscia di carta su cui sono stampati i mesi. Si tratta però di un elemento fondamentale del progetto perché permette al rotolo di essere srotolato. Inoltre aiuta a mantenerne la forma e la posizione sulla barra metallica.

187


PROGETTO DI TESI

BARRA.

calendario stagionale MATERIALE Barra di acciaio

Barra metallica in acciaio, piegata e saldata (dove necessario) a stagno. NUMERO DI PEZZI: 1 SCALA DISEGNI TECNICI: 1:5 UDM: mm C1: curvatura

LAVORAZIONE Piegatura a freddo

C2: curvatura C3: curvatura

A: guida per vaso stagionale

B1: incastro

B2: incastro

LAVORAZIONE Saldatura ad elettrodo

188


CAPITOLO 10 | DAL PROGETTO, ALL’OGGETTO

100

0

35

R1

R1

0

280 1 5,50

0

R1

118

R5

12

180

52,50

4

65,50

R1

0

110 260 3 0

189


PROGETTO DI TESI

190


11

CAPITOLO CAPITOLO 11 | LA NATURA

ECOLOGIA. vite che crescono

O

migliorando i calendari, con altre tipologie di piante.

rmai manca poco ad arrivare alla fine di questo percorso e ci rimane solo da analizzare cosa la nostra carta speciale ci aiuta a far crescere. In questo capitolo, quindi, vedremo quali piante ho scelto di associare ad ogni calendario e perché mi sono fatto ispirare proprio da queste tipologie.

Inoltre, una volta che si ritiene che la crescita sia eccessiva, si può travasare la pianta in un vaso più grosso o in giardino, così da far germogliare qualcosa anche all’esterno. Nulla ci vieta di utilizzare la carta di FripUP per far crescere altre piante dentro e fuori la nostra piccola casa.

Capiremo alcune scelte formali, che ho fatto precedentemente e che a priori potevano sembrare essere spinte solo dal semplice gusto, ma in realtà si cela un piccolo ragionamento dietro tutto. Inoltre volevo far presente che i calendari, assieme ai loro vasi, sono dei piccoli pretesti per supportare il mio ragionamento: che come ben ricorderete è partito delle mie esperienze personali. Ho quindi fatto delle scelte, secondo i miei gusti, ma ognuno in realtà è libero di interagire con la mia collezione come meglio crede, abbellendo e/o

191


PROGETTO DI TESI

PIANTE GRASSE. crescere giorno per giorno

A

rrivato a questo punto del progetto dovevo scegliere quale pianta abbinare ai vasi e ai calendari che avevo disegnato. In realtà mi ero già fatto un’idea durante la progettazione, infatti dovevo già sapere quali nutrienti usare durante la preparazione della carta, ma non avevo ancora definito nel dettaglio quale pianta sarebbe stata la protagonista. Per il calendario giornaliero quindi ho scelto le piante grasse e più in particolare la pianta che si vede nella foto sulla sinistra. Ho scelto questa specie perché ha bisogno di poche cure ed è molto resistente. Quindi anche nel caso di una persona poco attenta o sbadata, la pianta non avrà problemi a sopravvivere, sia durante l’inverno, che durante il periodo caldo. L’Haworthia Reinwardtii inoltre è molto decorativa, grazie al suo portamento a rosetta che la contraddistingue. Si tratta di una pianta molto facile da allevare, come lo sono i cactus, infatti è originaria delle zone aride, per questo necessita di molta luce e di correnti d’aria calda. Questa caratteristica la rende perfetta per l’ambiente casalingo, magari in una stanza ampiamente illuminata. Va innaffiata poco, infatti necessita di poca acqua. È consigliabile bagnarla solo una volta che il terreno è completamente asciutto. Per la piantagione si utilizza un terreno per cactaceae e visto che la pianta non tollera ristagni

L’Haworthia Reinwardtii, la pianta grassa che ho scelto per il calendario giornaliero.

192


d’acqua è perfetta per un vaso in terracotta che permette la traspirazione. Si tratta inoltre di una pianta che fiorisce, ma essi sono piccoli e poco interessanti. Per le persone più attente alla sua cura sarebbe consigliabile potarli, appena si formano, in modo da mantenere la pianta sana e forte.

Riporto nel dettaglio quelli utilizzati da me: Azoto (N) totale 0,4 % di cui: Azoto (N) nitrico 2,5% Azoto (N) ammoniacale 1,5% Anidride fosforica (P2 O5) solubile in acqua 6% Ossido di potassio (K 2 O) solubile in acqua 8% Boro (B) solubile in acqua 0,05% Rame (Cu) solubile in acqua 0,01% Manganese (Mn) solubile in acqua 0,01% Manganese (Mn) chelato con EDTA 0,01% Zinco (Zn) solubile in acqua 0,01%

Come abbiamo già detto la speciale carta del calendario giornaliero contiene gli appositi nutrienti, tutti importanti (anche se in minime quantità) per una crescita equilibrata della pianta.

193


PROGETTO DI TESI

PIANTE RAMPICANTI. arrampicarsi fino alla luna

P

er il calendario lunare ho scelto una pianta che potesse arrampicarsi e crescere sulla barra metallica che entra nel terreno del vaso. Per questo ho scelto di usare l’edera, in particolare l’Hedera Algeriensis che si differenzia dalle altre specie per le particolari foglie bordate di bianco. Questa pianta fa parte della famiglia delle Araliaceae e viene comunemente chiamata edera come le altre specie. L’ho scelta perché mi piaceva l’idea che potesse arrampicarsi e crescere, accentuando anche il punto di vista simbolico del calendario che si estende in altezza. In realtà però si tratta di una pianta che non è molto adatta agli spazi ristretti. Infatti è capace di raggiungere altezze di 2 o 3 metri, con un’espansione simile anche in larghezza. Fortunatamente per raggiungere tali dimensioni ci impiega svariati anni (dai 5 ai 10 a seconda delle condizioni) e quindi in caso di una crescita eccessiva, si ha tutto il tempo di travasarla. La pianta inoltre non necessita di particolari attenzioni e si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno. Nel caso però si volesse essere particolarmente precisi, è consigliabile usare terricci di tipo gessoso, grasso, sabbioso e argilloso. Per quanto riguarda l’esposizione al sole, anche in questo caso si adatta a tutte le condizioni alla quale la sottoponiamo. È abbastanza resistente anche durante

L’Hedera Algeriensis, la pianta rampicante che ho scelto per il calendario lunare.

194


il periodo invernale, infatti sopravvive fino a temperature di -15°C. Infine c’è da dire che l’edera, pur essendo a foglia larga, è una pianta perenne e sebbene durante lo sviluppo perda qualche foglia, la potatura va effettuata molto di rado eliminando solo le foglie morte.

Riporto nel dettaglio quelli utilizzati: Azoto (N) totale 6% di cui: Azoto (N) nitrico 1,7% Azoto (N) ammoniacale 2,0% Azoto (N) aureico 2,3% Anidride fosforica (P2 O5 ) solubile in acqua 6% Ossido di potassio (K 2 O) solubile in acqua 6% Boro (B) solubile in acqua 0,05% Rame (Cu) solubile in acqua 0,01% Rame (Cu) chelato con EDTA 0,01% Manganese (Mn) solubile in acqua 0,01% Manganese (Mn) chelato con EDTA 0,01% Zinco (Zn) solubile in acqua 0,01% Zinco (Zn) chelato con EDTA 0,01%

Non essendo una pianta che necessita di particolari esigenze, per la creazione della carta ho usato una serie di nutrienti universali, che potessero adattarsi bene anche per altri vegetali. L’utilizzo di questi elementi rende gli arbusti più vigorosi, stimolando una crescita regolare e favorendo uno sviluppo sano e rigoglioso.

195


PROGETTO DI TESI

PIANTE TAPPEZZANTI. distendersi al sole

U

ltimo, ma non per importanza, il calendario stagionale, che all’interno del suo vaso ha una pianta tappezzante. In questo caso ho scelto il Sedum Spathulifolium ‘Cape Blanco’, che è di tipo erbaceo e appartiene alla famiglia delle Crassulaceae. Per questo calendario è perfetta, perché, non raggiunge mai un’altezza superiore ai 10 cm, a parte in casi veramente eccezionali. Al contrario però, in breve tempo, riuscirà ad espandersi su tutta la superficie del vaso andando a creare un rigoglioso strato. Infatti ha una crescita abbastanza veloce e raggiunge il suo massimo vigore tra i 2 e i 5 anni. Un’altra caratteristica fondamentale è che è abituata a vivere in terreni rocciosi, per questo, una volta coperto lo strato di terra, comincerà ad espandersi fuori dai bordi del nostro vaso, creando un magnifico effetto a cascata. Come l’edera e le piante grasse, il Sedum è molto resistente e si adatta a qualsiasi condizione climatica alla quale viene sottoposta. L’unico accorgimento che bisogna tenere in considerazione è quello di non bagnarla troppo per evitare dei ristagnamenti di acqua. La pianta infatti viene comunemente usata all’esterno, nei giardini, ma come ho detto, si adatta molto bene a crescere anche in vaso. Proprio perché si tratta di una pianta da esterno, riesce a resistere molto anche al freddo intenso. Le sue foglie sono perenni, ma a differenza delle altre due piante, questa

I fiori del Sedum Spathulifolium Cape Blanco, la pianta tappezzante che ho scelto per il calendario stagionale.

196


Riporto comunque nel dettaglio i nutrienti utilizzati:

è caratterizzata da un’intensa fioritura che avviene in primavera, indicativamente nei mesi di marzo e aprile. I piccoli fiori gialli che si vedono nella pagina a fianco sbocciano a centinaia, colorando tutto il vaso. Ho scelto, per questo calendario, dei fiori gialli per richiamare il colore del sole, tema principe di questo progetto.

Azoto (N) totale 6% di cui: Azoto (N) nitrico 1,7% Azoto (N) ammoniacale 2,0% Azoto (N) aureico 2,3% Anidride fosforica (P2 O5 ) solubile in acqua 6% Ossido di potassio (K 2 O) solubile in acqua 6% Boro (B) solubile in acqua 0,05% Rame (Cu) solubile in acqua 0,01% Rame (Cu) chelato con EDTA 0,01% Manganese (Mn) solubile in acqua 0,01% Manganese (Mn) chelato con EDTA 0,01% Zinco (Zn) solubile in acqua 0,01% Zinco (Zn) chelato con EDTA 0,01%

Anche stavolta, per quanto riguarda la creazione carta, non avevo particolari necessità da seguire, quindi ho usato gli stessi nutrienti, che si trovano anche nel calendario lunare. In questo modo garantisco una vita sana e rigogliosa a qualsiasi vegetale vi sia all’interno del vaso.

197


PROGETTO DI TESI

198


12

CAPITOLO

CAPITOLO 12 | BRAND FRIP-UP

BRAND. gli ultimi passi

I

Al momento infatti il progetto sarebbe solo ad uno stato embrionale. Il lavoro svolto fino ad ora è solo un trampolino di lancio da cui poter partire per ingegnerizzare i calendari ed arrivare davvero ad un prodotto commerciabile. Inoltre se FripUP avesse un futuro si potrebbe pensare ad altre soluzioni per ampliare la collezione, oppure si potrebbero gestire meglio alcune problematiche, così da migliorare continuamente i calendari.

n questo ultimo capitolo vedremo l’inizio della fase di brand, studiata per la collezione dei calendari FripUP. Vedremo quindi come è stato pensato il logo dei prodotti. Come gli oggetti vengono venduti attraverso il packaging e faremo un recap dei costi affrontati per la prototipazione. In questo capitolo partirò raccontando della difficile progettazione del logo e delle qualità che lo caratterizzano. In seguito, grazie a disegni tecnici e 3D conosceremo il packaging in tutti i suoi aspetti. C’è da dire, che ovviamente si potrebbe fare molto di più per spingere e sponsorizzare il prodotto: creare pubblicità, dedicargli un sito, far partire una start-up associata, ecc. Per fare tutto questo però ci vorrebbero un sacco di altre competenze, molto tempo in più e molto lavoro da dedicarci.

199


PROGETTO DI TESI

NOME E LOGO. studio e realizzazione

P

ho dato maggiore importanza. Inoltre sembra che la “P” sia una foglia che sta crescendo da un seme. Quest’ultimo non è altro che un pallino che può essere colorato con uno dei tre colori scelti per i calendari. In questo modo anche solo dal logo, possiamo capire a quale oggetto ci stiamo riferendo. Il pallino, insieme ai font tondeggianti, vogliono ricordare la finta fustellatura che contraddistingue le pagine dei calendari. Scindendo il logo in verticale invece possiamo interpretare la “U” come se fosse la stilizzazione del vaso in ceramica da cui cresce la parola “Frip”.

er disegnare il mio logo sono partito ovviamente dal nome. Ho pensato di utilizzare come base il phrasal verbs: “rip up” che in inglese significa strappare. Nella costruzione della frase può essere usato unito, ad esempio: “The guards ripped up his passport in front of him.” Oppure può essere usato dividendolo: “The guards ripped his passport up in front of him.” Questo doppio utilizzo mi piaceva e pensavo potesse ispirarmi nella creazione del logo, inoltre il suo significato calzava a pennello con l’idea di base del mio progetto. L’unica cosa che non funzionava era il “RIP” usato all’inizio nel nome. Per questo ho cercato di mascherarlo aggiungendogli una “F” davanti. Ho scelto la “F” perché il suono della parola “FRIP” mi ricorda il frusciare della carta quando viene strappata. Inoltre nel complesso, il nome, è corto e facile da ricordare e ha una sonorità che rimane impressa.

Nella pagina a fianco possiamo vedere la griglia di costruzione con le varie distanze che si ripetono all’interno del progetto, per dargli uniformità e ordine. Sotto invece si vede come il logo risulti leggibile anche nel caso venga rimpicciolito molto.

Scelto quindi il nome del progetto ho cominciato a schizzare alcune idee. All’inizio però tendevo a caricare troppo il concetto e quindi l’immagine che ne risultava. In generale i loghi risultavano troppo disegnati e fin troppo espliciti. Per questo ho cercato di scaricare l’idea e di semplificare, evitando di cadere nel banale. Nella pagina a fianco possiamo vedere il logo finale che ne è risultato. Si nota subito che ho smontato la parola “UP” e gli

200


CAPITOLO 12 | BRAND FRIP-UP

GRIGLIA E PROPORZIONI: Font di partenza: Circular

COLORAZIONI: RAL: 9010

DIMENSIONI:

L

M

201

RAL: 5018

RAL: 2012

S


PROGETTO DI TESI

PACKAGING. protezione sostenibile

P

er progettare il packaging ho scelto il cartone ondulato da 2 mm. Grazie alle sue caratteristiche di riciclabilità e biodegradabilità, infatti è diventato nel tempo il materiale più richiesto per la produzione di imballaggi robusti e versatili. Tecnicamente questo materiale è un sandwich composto da due fogli di cartone piano (le Copertine) e uno o più fogli di cartone ondulato tenuti insieme da collanti naturali derivati da amidi di mais o fecola. Queste caratteristiche quindi lo rendono perfetto per proteggere i calendari eco-sostenibili durante il trasporto. Per la progettazione e prototipazione delle tre scatole ho lavorato da solo, senza rivolgermi ad aziende specializzate che mi avrebbero portato a dei costi troppo elevati. Per questo ho dovuto far fronte ad alcuni problemi che elencherò e spiegherò di seguito:

Dalla foto vediamo il cartone ondulato da 4 mm, formato da due strati uniti fra loro.

1-

DIMENSIONI: i pannelli di cartoncino che ho trovato in commercio avevano le misure standard di 1000 x 700 mm. Dovevo quindi creare delle scatole, che una volta spianate fossero più piccole. Per farlo ho scelto di evitare gli incastri e di utilizzare piccole ali da incollare. Purtroppo la colla nel mio progetto non casca a fagiolo ed ero sempre riuscito ad evitarla, ma per evitare costi di produzione eccessivi, stavolta ho dovuto fare una scelta.

202


Infatti se mi fossi rivolto ad un’azienda specializzata, alcuni problemi non ci sarebbero stati, ma i costi si sarebbero ampiamente alzati. Questo ci porta al secondo problema. STAMPA: per stampare su cartone, servono delle macchine specifiche e il costo di tali stampe è molto elevato e non viene fatto su pochi pezzi. Per questo ho dovuto evitare qualsiasi grafica applicata su cartone.

da coprire tre lati del pack e che riportassero alcune informazioni fondamentali sia sul materiale dell’imballaggio, sia sul progetto al loro interno. Infatti anche solo guardando esternamente le tre scatole è possibile capire quale calendario contengano e che pianta è consigliabile inserire in ciascun vaso. Infine sono riportati il nome del progettista, la zona geografica in cui è nato il progetto e le dimensioni del pack.

3 -

4 -

2-

GRAFICA: a questo punto mi si poneva il problema di come trasmettere alcune informazioni fondamentali sul packaging. Per farlo ho scelto di progettare delle fasce di carta adesiva che fossero abbastanza lunghe

LAVORAZIONE: il cartone non è stato stampato, ma per dargli la forma voluta è stato tagliato a laser, poi piegato e incollato dove serviva. La parte frontale del packaging è stata dotata di uno strappo (che riprende i

203


PROGETTO DI TESI

fori sulle tabelle dei calendari). Una volta rimossa tale parte sarà possibile richiudere il pack inserendo la linguetta di cartone rimanente, all’interno della scatola.

5 - SPAZIO INTERNO: aprendo il packaging si ha l’impressione che l’interno sia molto vuoto e che sia stata creata una scatola inutilmente grande per contenere pochi oggetti. Questo purtroppo è dovuto al fatto che le barre metalliche sono molto fini, ma occupano un’area molto grande, a causa della loro geometria. Per questo motivo i pezzi del calendario, all’interno delle scatole devono essere appositamente imballati utilizzando altri materiali, in modo che non si muovano e che non si danneggino durante i trasporti. Focus sulla trama del taglio laser per lo strappo sul fronte dei packaging.

Nel complesso i tre modelli di packaging sono abbastanza simili e quindi riconoscibili fra loro come una famiglia di oggetti. Sono anche facili e veloci da montare e risultano resistenti e sicuri. Nella pagina a fianco è possibile vedere le grafiche applicate alle tre scatole con i loro dimensionamenti. Mentre nelle successive pagine troviamo le foto e i disegni tecnici.

204


CAPITOLO 12 | BRAND FRIP-UP

Acqua media

Dimensioni: 240 x 240 x 110 mm

Europeo

FripUP.

Fai crescere qualcosa di buono. Crea un mondo sostenibile.

Designer: Massimiliano Bettinelli

Prenditi le tue pause e rilassati.

Calendario lunare: Vaso alto - Piante rampicanti

Naturale

Vivi ogni giorno in modo positivo.

So leggiato

lunare

Non sprecare il tuo tempo.

Piante rampicanti

Disegnato in: Italia Milano (MI)

Riciclabile

CALENDARIO.

FripUP.

410 x 100 mm

FripUP.

Dimensioni: 345 x 165 x 120 mm

Disegnato in: Italia Milano (MI)

Riciclabile

CALENDARIO.

Poca acqua

535 x 100 mm

giornaliero

Europeo

FripUP.

Fai crescere qualcosa di buono. Crea un mondo sostenibile.

Molto sole Piante grasse

Prenditi le tue pause e rilassati.

Designer: Massimiliano Bettinelli

Vivi ogni giorno in modo positivo.

Calendario giornaliero: Vaso sospeso - Piante grasse

Naturale

Non sprecare il tuo tempo.

Europeo

FripUP.

Fai crescere qualcosa di buono. Crea un mondo sostenibile.

205

Designer: Massimiliano Bettinelli

Prenditi le tue pause e rilassati.

Acqua media Piante tappezzanti

Naturale

Vivi ogni giorno in modo positivo.

So leggiato

stagionale

Non sprecare il tuo tempo.

Calendario stagionale: Vaso lungo - Piante tappezzanti

Dimensioni: 4 0 5 x 1 1 0 x 8 5 mm

Riciclabile

Disegnato in: Italia Milano (MI)

CALENDARIO.

FripUP.

525 x 100 mm






PROGETTO DI TESI

PACKAGING.

calendario giornaliero Packaging in cartone ondulato ad onda singola coperta da entrambi i lati.

MATERIALE Cartone ondulato

NUMERO DI PEZZI: 1 SCALA DISEGNI TECNICI: 1:5 UDM: mm

A: Fori per lo strappo del packaging

LAVORAZIONE Taglio laser

210


CAPITOLO 12 | BRAND FRIP-UP

DETTAGLIO SCALA 1 : 2

10

4

144

65

R2

1 1

55

122

0

R1

345

120

R10

4

165

R2

R10

22

120

R10

DETTAGLIO A SCALA 1 : 2

34

R1

0

4 633 2

211


PROGETTO DI TESI

PACKAGING. calendario lunare

Packaging in cartone ondulato ad onda singola coperta da entrambi i lati.

MATERIALE Cartone ondulato

NUMERO DI PEZZI: 1 SCALA DISEGNI TECNICI: 1:5 UDM: mm

A: Fori per lo strappo del packaging

LAVORAZIONE Taglio laser

212


CAPITOLO 12 | BRAND FRIP-UP

DETTAGLIO SCALA 1 : 2 10

4 134 112

112

0 R1

240

4

R2

240

R10

110

246

R2

R10

DETTAGLIO A SCALA 1:1

22

R10

110

R10

0

R1

240 464 508 2

213


PROGETTO DI TESI

PACKAGING. calendario stagionale Packaging in cartone ondulato ad onda singola coperta da entrambi i lati.

MATERIALE Cartone ondulato

NUMERO DI PEZZI: 1 SCALA DISEGNI TECNICI: 1:5 UDM: mm

A: Fori per lo strappo del packaging

LAVORAZIONE Taglio laser

214


CAPITOLO 12 | BRAND FRIP-UP

DETTAGLIO SCALA 1 : 2 10

4

6, 5 10

R1

405

8

216

8

0

R2

R2

22

85

DETTAGLIO A SCALA 1:1

405

R1 0

R10

4

210

R10

85

R10

5 623 2

215


PROGETTO DI TESI

PREZZO.

e stima dei costi complessivi

A

comprassero dei carichi di materiali più consistenti, il prezzo si abbasserebbe. Lo stesso vale per le lavorazioni che essendo fatte per pochi esemplari, sono artigianali e quindi hanno un prezzo molto elevato. Se si pensa di passare a lavorazioni industriali con tirature molto più elevate, allora anche in questo caso il prezzo diminuirebbe.

lla fine di questo capitolo riporto un breve sommario con tutte le spese di produzione che ho affrontato. In modo da ricapitolare anche tutte le fasi produttive. COSTI DI PRODUZIONE: Calendario: _Base in legno: 26 € _Appoggio in legno: 20 € _Lucidatura 3 € _Barra metallica: 45 € _Verniciatura: 5 € _Vaso in terracotta: 30 € _Fogli fatti a mano: 12 € (1 € a foglio) _Stampa: 3,60 € (0,30 cent. a foglio) _Packaging: 3 €

Il prezzo che leggiamo in questa pagina quindi si riferisce ad un solo prototipo, che come detto non è un oggetto in vendita, ma è la base da cui partire per la sua industrializzazione.

TOTALE: 147,60 € * *Alcuni dei prezzi riportati sono una stima complessiva che comprende il costo del materiale non lavorato, sommato al costo delle varie lavorazioni subite.

Nella pagina a fianco vediamo le sterline inglesi, che attualmente valgono 1,12080736 €

Il prezzo risulta essere già molto elevato. Se poi si pensa che a questa cifra andrebbe aggiunto il 25/35 % per arrivare al prezzo di vendita al pubblico, allora si sfiorerebbero i 200 €. Bisogna però considerare che i materiali sono stati comprati in piccole quantità. Se si

216


217


Le foto ambientate sono state scattate nello showroom CARNET di Crema (CR).


13 CAPITOLO

CAPITOLO 13 | COLLEZIONE FRIP-UP

PRODOTTO. l’oggetto finito

D

scerà già tutti i più piccoli particolari, ma forse non avrà ancora un’idea ben chiara di cosa lo aspetta. Per poter descrivere ogni passaggio, infatti ho dovuto idealmente smontare i calendari e non avevo ancora avuto l’occasione di presentarne una visione complessiva, se non con gli schizzi, che però rendono ben poco l’idea del risultato finale.

opo aver visto ed analizzato i ragionamenti che mi hanno portato ad elaborare questo progetto e dopo aver conosciuto tutte le fasi di lavorazione e produzione, siamo finalmente arrivati alla fine in cui posso mostrare i risultati. Infatti, alla fine di un progetto, di solito viene mostrato solo il risultato finale, magari accompagnato da una breve didascalia, ma dev’essere l’oggetto a saper trasmettere e raccontare da solo la storia che si cela dietro di esso. In un lavoro ben riuscito, non dovrebbe esserci il bisogno di raccontare tutti i passaggi. Questa volta però è stato necessario snocciolare ogni questione, per arrivare solo ora a mostrare il punto d’arrivo. Per questo, il prossimo capitolo sarà molto fotografico e molto poco descrittivo in modo che sia l’oggetto a raccontare la sua storia. In realtà chi ha letto tutte le pagine antecedenti cono-

Nella pagina successiva sono prima riportati gli ingombri massimi dei calendari una volta montati di tutte le loro parti. Poi si passerà ad una sequenza fotografica seguendo il solito ordine: calendario giornaliero, lunare e stagionale.

219


INGOMBRI MASSIMI:

Calendario giornaliero: 180 mm x 320 mm x 100 mm

Calendario lunare: 210 mm x 200 mm x 60 mm

220


In alto una foto dei tre calendari inseriti in un’ambientazione dove vediamo abbastanza bene le differenze dimensionali. Mentre sotto sono riportati gli ingombri massimi una volta montati.

Calendario stagionale: 190 mm x 360 mm x 80 mm

221



CALENDARIO. giornaliero







CALENDARIO. lunare







CALENDARIO. stagionale







COLLEZIONE. FripUP







RISULTATI OTTENUTI

RISULTATI. arrivare alla meta Il lavoro svolto non è stato semplice e il tempo utilizzato per lavorarci non è stato poco, ma sono riuscito ad arrivare ad un risultato soddisfacente.

lendari comunichino bene tra loro e riescano a trasmettere anche il messaggio in maniera efficace. Spero che quest’impressione risulti anche agli occhi di chi guarda il mio lavoro.

Sia la ricerca concettuale, che quella legata al mondo del design, mi sembrano legarsi bene al risultato finale. Anche il processo progettuale mi sembra completo, ben spiegato e sembra mantenere un filo logico. Sono complessivamente soddisfatto del progetto, visto che ha richiesto di cimentarmi in ambiti differenti e mi ha permesso di acquisire competenze nuove in differenti ambiti.

Spero inoltre che l’impegno dimostrato in questi ultimi mesi per questo lavoro, rispecchi il meglio di tutto ciò che ho imparato durate i tre anni di università.

Sono inoltre soddisfatto di essermi messo in gioco, sperimentando in prima persona attraverso i materiali. Tutto infatti è nato dalla voglia di lavorare e di conoscere un materiale interessante come la carta. Dal mio punto di vista, mi sembra che i tre diversi tipi di ca-

247



RINGRAZIAMENTI

GRAZIE. a tutti voi...

D

opo il lungo lavoro svolto, sento di essere riuscito a portare a termine un impegno gravoso... Che però mi porta a sorridere e a capire che la difficoltà maggiore è stata quella di vincere contro me stesso:

va, mentre io mi auto convincevo dicendomi: manca ancora un sacco di tempo, ci penserò... Sbagliato! Dovevo obbligarmi a fare subito le cose, senza fuggire dai miei impegni e senza scappare dai problemi. Per questi due motivi e per altri ancora ringrazio “L’esame di Laurea” che in un certo modo mi ha fatto confrontare con me stesso (e con la mia pigrizia), così da maturare ancora un po’.

“Fare la tesi, scrivere la tesi, elaborare la tesi o che dir si voglia, alla fine è solo uno stato mentale... Detta così sembra essere la solita frase fatta, ma per me non si è rivelata completamente sbagliata. Infatti, uno degli scogli più grandi che ho dovuto affrontare è stato quello di mettermi in testa che questa volta ero da solo, e che da solo avrei dovuto esporre tutto il mio ragionamento. Un’altra difficoltà non da poco è stata quella di combattere contro il tempo. Proprio colui, che come ho già detto più volte, scorre inesorabile senza che ci dia la minima possibilità di controllarlo. Ed è così che giorno dopo giorno mi sfuggi-

In questo difficile percorso che nelle pagine precedenti ho descritto però non sono stato veramente solo, ma quasi in ogni momento, sono stato seguito ed aiutato da chi ne sapeva più di me. Per primo quindi, ringrazio Claudio Larcher che a suo modo mi ha guidato nelle scelte mettendo tutti i puntini sulle “i” (dove servivano) e raddrizzando il tiro ogni volta che era necessario. In secondo luogo ringrazio Andrea Zambardi, per la sua incondizionata disponibilità e per i preziosi consigli che ogni

249


PROGETTO DI TESI

volta mi dava. Ho apprezzato davvero i complimenti che mi faceva durante le nostre revisioni e spero che continui a mantenere questo

a voi riuscirò a partire per altre fantastiche esperienze! Un sincero grazie anche a tutti gli altri miei compagni che dal primo momento in

suo atteggiamento aperto verso noi studenti. I miei saluti fanno un salto anche in laboratorio per ringraziare Carlo Altera che mi ha sopportato in questi tre anni e che sopporta costantemente l’intera popolazione di studenti NABA. Grazie per l’aiuto, le stampe 3D, i tagli laser e tutti i consigli su cui potevo sempre contare.

NABA mi sono stati vicini e con i quali mi sono divertito molto e allo stesso tempo ho imparato molto... Ragazze siete delle pazze e i vostri discorsi mi hanno fatto morire dal ridere! Anto, sei stato il fotografo ufficiale di almeno tre quarti dei miei progetti. Inoltre la Mitica classe del terzo anno mi ha fatto crescere tantissimo per quanto riguarda il design, ma non solo. Abbiamo condiviso delle esperienze bellissime da veri M(itici). Un grazie anche a tutti gli altri amici con cui faccio spesso discorsi assurdi. Probabilmente è assurda anche la mia tesi, ma sarete voi a dirmelo!

Ringrazio poi quel piccolo stress di mia sorella che non riusciva a non chiedermi cosa stessi facendo... Sappi che ti ripagherò con la stessa moneta quando sarà il tuo turno! Suggerisco inoltre a NABA, di mandare una lettera circolare a tutti i genitori apprensivi per fargli sapere che non dipende da noi poveri (e inconsapevoli) studenti, quando escono le date delle lauree. Non posso però non apprezzare il fatto che la voglia dei miei genitori, di vedermi concludere il percorso diventava, la mia impazienza di finire questi tre anni in bellezza. Un altro ringraziamento speciale va alla mia baby (Messican Style), Ilaria Brambillaschi che è riuscita a sopportare tutte le mie lamentele e i miei malumori in fase di progettazione... Ammetto che potrei essere stato (un pochino) insopportabile.

Infine un grazie a tutti gli altri che non ho nominato (nonostante spero di non essermi dimenticato di nessuno). Ognuno di voi è stato e sarà comunque un pezzo importante di me.” Ancora una volta: UN SINCERO GRAZIE A TUTTI VOI!!

Infine volevo ringraziare tutti i miei amici! In particolare Luca Viscardi e Pierluigi Rizzo. In tre anni abbiamo condiviso un sacco di momenti insieme, che mi rimarranno tutti nel cuore, nonostante il tempo cercherà di renderli sempre più sbiaditi. Spero che insieme

250


RINGRAZIAMENTI BREVI

E GRAZIE. a tutti i frettolosi...

P

er tutti quelli che non hanno voglia di leggere i miei poemi: “ringrazio tutti i miei professori che in questi anni mi hanno aiutato a crescere e a formarmi come designer. Spero di essere all’altezza di quello che mi aspetta fuori dall’università! Ovviamente ringrazio anche la mia famiglia e i miei famigliari che mi sono stati vicini e mi hanno permesso di affrontare questo percorso di studi. Infine un grazie alla mia ragazza e a tutti i miei amici che, in ogni situazione, mi fanno ridere e mi rendono felice!” UN SINCERO GRAZIE A TUTTI VOI!!

251



BIBLIOGRAFIA. FONTI BIBLIOGRAFICHE: LIBRI E DOCUMENTI

Baronchelli S., L’intensificazione del pendolarismo a Milano come nuova umanità. Viaggio in attesa, in Librizzi F., Milano, 2014 Bloch A. La legge di Murphy, Los Angeles, Longanesi & C., 1988 Brach C., Gli itinerari della carta. Dall’oriente all’occidente: produzione e conservazione, “s.l.”, Gangemi, 2010 Cattoni, Humor Graphic. Il tempo, “s.l.”, 1989 Cumbo E., Arte, tempo e natura. Bisogni del ventunesiomo secolo, in Favini E., Milano, 2015 Guglielmi A., Il linguaggio segreto del corpo, Asti, Piemme, 1999 Heiddeger M., Essere e Tempo, Halle, Mondadori, 1927 Klein S., Il tempo. La sostanza di cui è fatta la vita, di Stefan Klein, “s.l.”, Bollati Boringhieri, 2015 Maister D. H., The psychology of waiting lines, “s.l.”, 2015 Manciocchi M., Penelope e il senso dell’attesa, “s.l.”, Edizioni Magi, 2015 Mascheretti P., La misura del tempo. Prospettiva storica, Pavia, “s.d.” Parise S., Il senso dell’attesa, “s.l.”, “s.d.” Pedemonte E., La carta. Storia, produzione, degrado, restauro, “s.l.”, Marsilio, 2008 Rovelli C., Sette brevi lezioni di fisica, “s.l.”, Adelphi, 2014 Rovelli C., L’ordine del tempo, “s.l.”, Adelphi, 2017 Tava M., La carta. Caratteristiche, tipologie, tecnologie di produzione..., Trento, 2012 Zadra E., T-watch, in Donegani D., Milano 2015 Zichichi A., L’irresistibile fascino del tempo, “s.l.”, Marco Tropea, 2011

253



SITOGRAFIA. FONTI BIBLIOGRAFICHE: SITI WEB

Link per i progetti annotati nelle specifiche schede

Arte.Unipi, http://web.arte.unipi.it/salvatori/didattica/vecchiprog/storiadeltempo/opuscolo.htm Comune Milano, https://www.comune.milano.it/wps/portal/ist/it Ecoseven, http://www.ecoseven.net/ambiente/rifiuti/biodegradabile-i-tempi-di-decomposizione-dei-materiali-piu-usati Eugeniosongia, http://calendario.eugeniosongia.com/storiacalendario.htm Focus, https://www.focus.it/cultura/storia/il-calendario-gregoriano-ha-434-anni Focus, https://www.focus.it/comportamento/psicologia/la-fortuna-e-cieca-la-sfiga-scientifica-gallery?gimg=53051#img53051 Growingpapaer, http://www.growingpaper.it Idee Green, https://www.ideegreen.it/pacciamatura-naturale-64690.html Istat, https://www.istat.it/it/archivio/139381 La botteghina di Pitt, https://labotteghinadipitt.wordpress.com/storia-della-carta/ Linkiesta http://www.linkiesta.it/it/article/2014/12/23/roma-unora-e-mezza-sui-mezzi-pubblici-ogni-giorno/24001/Wbez Leucopetra, http://www.leucopetra.it/index.php?option=com_content&view=article&id=19&Itemid=45 Meliketurgut, http://www.meliketurgut.com/time-life-time MOMA, https://www.moma.org/collection/works/1692 Ortosemplice, http://www.ortosemplice.it Sapere, http://www.sapere.it/enciclopedia/tèmpo+%28fisica%29.html Susannahertrich, http://www.susannahertrich.com/work/chrono-shredder-i-iv/ Treccani, http://www.treccani.it/enciclopedia/pendolarismo/ Treccani, http://www.treccani.it/enciclopedia/misura-del-tempo_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/ Theposterclub, https://theposterclub.com/product/coco-lapine-calendar-2017-blue/ Triennale, http://old.triennale.org/it/mostre/passate/154-oclock-time-design-design-time#.Wd4Pna1aYnU Unsplash, https://unsplash.com Wbez91.5, http://interactive.wbez.org/curiouscity/bus-bunching/ Wired, https://www.wired.it/attualita/ambiente/2016/04/13/essere-pendolari-scelta-sbagliata/ Word Time Server, https://www.worldtimeserver.com/current_time_in_IT.aspx

255




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.