HISTORIA ITALICA – ITALIC HISTORY
Massimiliano Mancini
I Siculi nel Latium Adiectum The ancient Siculi in Latium Adiectum RACCOLTA MONOGRAFICA N.1 -
02.05.2014
ITALIAN AND ENGLISH VERSION
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M.Mancini. I Siculi nel Latium Adiectum.
INDICE-Table of contents
1. I SICULI ........................................................................................................................... 3 2. L’ORIGINE DEI SICULI ................................................................................................... 5 3.LA PRESENZA DEI SICULI NEL LATIUM ...................................................................... 7 4.LA TOMBA DI SGURGOLA (FR)..................................................................................... 8 5.IMMAGINI ....................................................................................................................... 11 6.BIBLIOGRAFIA .............................................................................................................. 14
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M.Mancini. I Siculi nel Latium Adiectum.
ABSTRACT: La presenza dei Siculi, popolazione italica ritenuta autoctona, nel Latium Adiectum sarebbe testimoniata sia dalla storiografia che dai reperti archeologici. The presence of the ancient Siculi in the southern Latium, place called Latium adiectum by the Romans, would demonstrated by the historiography and also by archeological surveys.
KEYWORDS: Siculi, Latium Adiectum, Preistoria, Protostoria, Storia Antica, Archeologia dell’Italia Meridionale, Italici, Archeologia, Archeologia Laziale. Siculi, Latium Adiectum, Prehistory, Protohistory, Ancient History, Roman History, Archaeology of Southern Italy, Italic Peoples, Archeology, Archaeology of Latium.
“Colonis saepe mutatis tenuere alii aliis temporibus, Aborigines, Pelasgi, Arcades, Siculi…” Plinio, Naturalis Historia 3,5.
1. I SICULI Il nome dei Siculi è associato al termine Σικελόι [Sikelòi], con il quale venivano chiamati dai Greci, cosi come asserisce Tucidide (VI, 2, 1-2), presentando le popolazioni barbare che abitavano la Sicilia preellenica, e ciò viene confermato anche dalla storiografia greca di età romana, Diodoro, Pausania, Strabone, Dionigi di Alicarnasso e sopravvive anche nella letteratura storica latina (Musti 2008). Il nome di questo popolo, secondo Antioco di Siracusa, sostenuto da Dionigi di Alicarnasso, deriverebbe dall’eponimo re Σικελός [Sikelòs], mentre un altro re siculo di nome Italo, secondo Tucidide, avrebbe addirittura denominato l’intera penisola italiana con il proprio nome.
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ENGLISH The name of the Siculi is related to the term Σικελόι [Sikeloi], with which the Greeks called them, as claimed by Thucydides (VI, 2, 1-2), presenting the barbarian peoples who lived in the pre-Hellenic Sicily, and this is confirmed also by Greek historiography, ,Diodorus, Pausanias, Strabo, Dionysius of Halicarnassus, and survives even in the latin historical literature (Musti 2008). The name of this people, according to Antiochus of Syracuse supported by Dionysius of Halicarnassus, derives by king Σικελός [Sikelòs] and according to Thucydides, just from the name of another Sicilian king named Italo, Italy takes its own name.
Σικελοὶ δ' ἐξ Ἰταλίας ̔ἐνταῦθα γὰρ ᾤκουν̓ διέβησαν ἐς Σικελίαν, φεύγοντες Ὀπικούς, ὡς μὲν εἰκὸς καὶ λέγεται, ἐπὶ σχεδιῶν, τηρήσαντες τὸν πορθμὸν κατιόντος τοῦ ἀνέμου, τάχα ἂν δὲ καὶ ἄλλως πως ἐσπλεύσαντες. εἰσὶ δὲ καὶ νῦν ἔτι ἐν τῇ Ἰταλίᾳ Σικελοί, καὶ ἡ χώρα ἀπὸ Ἰταλοῦ βασιλέως τινὸς Σικελῶν, τοὔνομα τοῦτο ἔχοντος, οὕτως Ἰταλία ἐπωνομάσθη. Tucidide (Περὶ τοῦ Πελοποννησίου πoλέμου [La guerra del Peloponnesso] VI, 2, 4) [I Siculi dall’Italia (ivi infatti abitavano) passarono nella Sicilia, fuggendo gli Opici, su zattere, secondo la leggenda e la verosimiglianza, dopo aver aspettato di passare allo spirare di un vento favorevole o forse sbarcando in qualche altro modo. Nell’Italia vi sono ancora dei Siculi e il paese fu chiamato Italia da Italo, un re dei Siculi che aveva questo nome]. (Traduzione: Musti 2008)
La loro presenza sull’isola, ancora oggi chiamata Sicilia, ne avrebbe fatto conseguire il nome, come sostiene espressamene Diodoro Siculo (V, 2), il quale asserisce che dall’iniziale nome di Trinacria, dovuto alla forma triangolare, l’isola fu chiamata successivamente Sicania dal nome del popolo dei Sicani e infine avrebbe tratto il nome definitivo dai Siculi. ENGLISH The name of Sicily comes from the presence of the Siculi on the island, as stated expressly by Diodorus (V, 2), which asserts that the initial name of Trinacria, due to the triangular shape, was changed to Sicania by the name of the people of the Sicani, and finally would take the actual name by the people of the Siculi.
[5,2] Καὶ ταύτην τὴν βίβλον ἐπιγράφοντες νησιωτικὴν ἀκολούθως τῇ γραφῇ περὶ πρώτης τῆς Σικελίας ἐροῦμεν, ἐπεὶ καὶ κρατίστη τῶν νήσων ἐστὶ καὶ τῇ παλαιότητι τῶν μυθολογουμένων πεπρώτευκεν. Ἡ γὰρ νῆσος τὸ παλαιὸν ἀπὸ μὲν τοῦ σχήματος Τρινακρία κληθεῖσα, ἀπὸ δὲ τῶν κατοικησάντων αὐτὴν Σικανῶν Σικανία προσαγορευθεῖσα, τὸ τελευταῖον ἀπὸ Σικελῶν τῶν ἐκ τῆς Ἰταλίας πανδημεὶ περαιωθέντων ὠνόμοσται Σικελία. Diodoro Siculo (Βιβλιοθήκη ἱστορική [Biblioteca storica] V, 2) [Avendo io pertanto intitolato questo libro insulare, primieramente parlerò della Sicilia; perciocché essa è la più eccellente tra le isole, e tiene facilmente il primate per l’antichità delle cose degne d’essere rammentate. Anticamente chiamossi Trinacria per la sua figura triangolare. Di poi fu detta Sicania dai Sicani, che la coltivarono: indi Sicilia dai Siculi, I quali in essa passarono dalla Italia in gran numero]. (Traduzione: Compagnoni 1820)
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Si deve ritenere che i Siculi, come le altre popolazioni preelleniche insediatesi in momenti diversi in Sicilia, dopo essere entrati in contatto con i coloni greci, che dall’VIII secolo a.C. avevano iniziato a colonizzare l’isola, si siano mischiati e integrati progressivamente ad essi. Quindi si può ritenere che i Siculi apprendendo e integrando progressivamente la cultura dei Greci, iniziarono un processo di acculturazione e grecizzazione che li portò a fondersi gli uni con gli altri, sino al punto che tutti gli abitanti dell’isola vennero denominati in seguito Sikeliotai, prescindendo dall’etnia d’origine. ENGLISH It must be assumed that, like other pre-Hellenic peoples who settled at different times in Sicily, the Siculi once in contact with Greek colonists, that from the eighth century BC had begun to settle on the island, they would have been progressively integrated with them. By learning language and culture of the Greeks, the Siculi would be joined and fused with them to the point that all the inhabitants of the island were later called Sikeliotai, regardless of ethnicity origin.
ὕσταται δ´ ἀποικίαι τῶν Ἑλλήνων ἐγένοντο κατὰ τὴν Σικελίαν ἀξιόλογοι καὶ πόλεις παρὰ θάλατταν ἐκτίσθησαν. ἀναμιγνύμενοι δ´ ἀλλήλοις καὶ διὰ τὸ πλῆθος τῶν καταπλεόντων Ἑλλήνων τήν τε διάλεκτον αὐτῶν ἔμαθον καὶ ταῖς ἀγωγαῖς συντραφέντες τὸ τελευταῖον τὴν βάρβαρον διάλεκτον ἅμα καὶ τὴν προσηγορίαν ἠλλάξαντο, Σικελιῶται προσαγορευθέντες. Diodoro Siculo (Βιβλιοθήκη ἱστορική [Biblioteca storica] V, 6, 5) [Ultimi, ma degni di fama, sono gli insediamenti e le poleis che dai Greci vennero fondati sulle coste; (gli indigeni) mischiandosi con essi, a causa del gran numero di Greci sbarcati sull’isola, appresero la loro lingua e, venendo educati secondo il modello greco, abbandonarono il loro dialetto barbaro ed il loro nome, venendo chiamati tutti Sicelioti]. (Traduzione: Chiai 2002)
2. L’ORIGINE DEI SICULI L’origine di questo popolo è molto dibattuta con opinioni differenziate sia nella storiografia antica sia in quella contemporanea. Secondo Dionigi di Alicarnasso (I, 9, 1) i Siculi erano autoctoni e quindi non indoeuropei, elemento sostenuto anche da storici moderni (Miceli 1836) che li inseriscono tra le antiche popolazioni italiche aborigene, accanto ai Veneti o Venetici, Liguri, Sardi o Nuraghi e altri. Lo stesso Dionigi sostiene che questo popolo avesse in qualche modo un’origine laziale, ricordando come molte località ai suoi tempi avessero ancora denominazioni sicule, in ricordo dei loro primi abitanti. -5-
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ENGLISH THE ORIGINS OF THE SICULI The origin of the Siculi is much debated with very different opinions in ancient and contemporary historiography. According to Dionysius of Halicarnassus (I, 9, 1) the Siculi were autochthonous and then not Indo-Europeans, this is also supported by modern historians (Miceli 1836) that put them among the ancient Italic peoples like Etruscans, Venetians or Venetics, Ligurians, Sardi or Nuraghs and others. The same Dionysius says that the peoples of the Siculi had somehow a Latial origin, remembering how many cities still had Sicilian names, still at his age, due to their first inhabitants.
τὴν ἡγεµόνα γῆς καὶ θαλάσσης ἁπάσης πόλιν, ἣν νῦν κατοικοῦσι Ῥωµαῖοι, παλαιότατοι τῶν µνηµονευοµένων λέγονται κατασχεῖν βάρβαροι Σικελοί, ἔθνος αὐθιγενές: τὰ δὲ πρὸ τούτων οὔθ᾽ ὡς κατείχετο πρὸς ἑτέρων οὔθ᾽ ὡς ἔρηµος ἦν οὐδεὶς ἔχει βεβαίως εἰπεῖν. χρόνῳ δὲ ὕστερον Ἀβοριγῖνες αὐτὴν παραλαµβάνουσι πολέµῳ µακρῷ τοὺς ἔχοντας ἀφελόµενοι: Dionigi di Alicarnasso (Ρωμαικη αρχαιολογία [Antichità romane] 1, 9, 1). [Si dice che i più antichi abitatori della città, che ora è abitata dai Romani e che domina la terra e il mare, siano i Siculi, e cioé una popolazione barbara e autoctona. Nessuno invece è in grado di affermare con certezza se prima di costoro quest città fosse occupata da altri o fosse disabitata.Il popolo degli Aborigeni ne prese possesso dopo lunga guerra, dopo averla strappata ai precedenti possessori.] (Traduzione Cantarelli 1994).
Anche Varrone (V, 101), vissuto nel primo secolo a.C., evidenziando le similitudini tra la lingua sicula e quella latina confermerebbe indirettamente l’origine laziale dei Siculi. ENGLISH Even Varro (V, 101), who lived in the first century BC, highlighting the similarities between the Sicilian language and Latin, indirectly confirms the latial origin of the Siculi.
Lepus quod Siculi quidam Graeci dicunt λέποριν. A Roma quod orti Siculi, ut annales veteres nostri dicunt, fortasse hinc illuc tulerunt et hic reliquerunt id nomen. Volpes, ut Aelius dicebat, quod volat pedibus. Marco Terenzio Varrone (De lingua latina, V, 101)
Filisto di Siracusa, storiografo magno greco del IV secolo a.C., nella sua Storia della Sicilia (Sikelikà), attribuisce origini liguri a questo popolo, che quindi proveniva dal nord prima del suo insediamento finale nell’isola (Sergi 1934). ENGLISH Philistus of Syracuse, greek historian of the fourth century BC, in his History of Sicily (Sikelika), attributes Ligurian origins to this people (Sergi 1934).
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3.LA PRESENZA DEI SICULI NEL LATIUM I Siculi sono considerati tra i più antichi abitatori del Lazio, da Plinio (III,56), Virgilio (Eneide 7,95), Dionigi D’Alicarnasso, territorio dal quale furono successivamente scacciati da altre popolazioni indigene, per raggiungere la Trinacria attorno al secolo XV a.C., che da loro e dal popolo dei Sicani prese il nome di Sicilia (Martelli 1830). Si è già detto della testimonianza di Dionigi di Alicarnasso sul fatto che ancora al suo tempo (60 a.C. circa - 7 a.C.) molte località avessero ancora denominazioni che ne ricordavano la fondazione da parte dei Siculi (Ρωμαικη αρχαιολογία [Antichità romane] 1, 9, 1). ENGLISH THE PRESENCE OF THE SICULI IN LATIUM Pliny (III, 56), Virgil (Aeneid 7.95) and Dionisus of Halicarnassus, considered Siculi among the most ancient inhabitants of Latium from which, around fifteenth century BC, they were later driven out by other indigenous peoples and therefore they moved to Sicily (Martelli 1830). We have already mentioned the testimony of Dionysius of Halicarnassus on the fact that, still in his time (60 BC - 7 BC), many cities still had names that remembered the foundation by the Siculi peoples (Ρωµαικη αρχαιολογία [Roman Antiquities] 1, 9, 1).
Colonis saepe mutatis tenuere alii aliis temporibus, Aborigines, Pelasgi, Arcades, Siculi, Aurunci, Rutuli et ultra Cerceios Volsci, Osci, Ausones, unde nomen Lati processit ad Lirim amnem. Plinio (Naturalis Historia 3, 56). [I suoi abitanti (del Latium n.d.r.) mutarono spesso, avvicendandosi nel corso del tempo: Aborigeni, Pelasgi, Arcadi, Siculi, Aurunci, Rutuli; e, oltre il Circeo, Volsci, Osci e Ausoni: estendendosi a questi popoli il nome del Lazio avanzò sino al fiume Liri.] (Traduzione Corso et al. 1988).
Diverse antiche città dei prisci Latini si attribuiscono all’originaria fondazione da parte dei Siculi, come ad esempio la potente Aricia, Gabii, Crustumerio e la stessa Ecetra, capitale dei Volsci dell’entroterra o Volsci Ecetrani (Pinza 1898). E sempre Dionigi d’Alicarnasso (in Ρωμαικη αρχαιολογία [Antichità romane]) cita un articolato elenco di antiche ed importanti città laziali tra quelle fondate dai Siculi, tra le quali Falerii, Fescennio (1, 21), Tibur (1, 16), Cenina, Antennae (2,35). Persino in una disposizione delle XII Tavole, che riguarda specificatamente la pratica scarnificatrice tipica del popolo siculo, è possibile trovare una conferma della penetrante influenza delle tradizioni sicule sulla prima popolazione di Roma, che permaneva ancora all’epoca della redazione della prima legge scritta romana, nel 450 a.C. (Mancini 2014).
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Dell’insediamento di questo popolo nel Latium ed in particolare nel Latium Vetus, ci danno testimonianza le tombe rinvenute a Cantalupo in Sabina e nella vicina Corneto Tarquinia. Anche la storiografia contemporanea concorda sulla presenza dei Siculi nel Latium, (Barbagallo 1972, Ambrosi De Magistris 1979, Musti 1992). ENGLISH Several cities of the ancient Latins (Latini Prisci) are attributed to the ancient foundation by the Siculi, such as the powerful Aricia, Gabii, and the same Ecetra, the capital city of the Volsci of the inland or Volsci Ecetrani (Clamp 1898). Dionysius of Halicarnassus ( in Ρωµαικη αρχαιολογία [ Roman Antiquities ] ) quotes a detailed list of ancient and important cities in Lazio among those founded by Sicilians, including Falerii and Fescennio (1, 21), Tibur (1, 16) Cenina and Antennae ( 2.35 ). Even in a provision of the Twelve tables law, which relates specifically to a burial tradition typical of the Siculi people, is possible to find a confirmation of the pervasive influence of the Sicilian traditions on the first population of Rome, which still persisted at the time of drafting the first written law of Rome, in 450 BC ( Mancini 2014 ). The settlement of this people in Latium, and in particularly in Latium Vetus, is demonstrated from graves found in Cantalupo in Sabina and neighboring Corneto Tarquinia . Even the contemporary historiography agrees on the presence of the Siculi in Latium ( Barbagallo 1972 Ambrosi de Magistris 1979 Musti 1992).
4.LA TOMBA DI SGURGOLA (FR) Secondo alcuni, i Siculi utilizzavano un rituale funerario inumatorio deponendo i cadaveri in piccole tombe a forno, nelle quali, secondo un'usanza funeraria che sarebbe caratteristica di questo particolare popolo, le ossa degli estinti erano inumate dopo una preliminare scarnificazione e a volte erano anche tinte con coloranti rossi (Barbagallo 1972, Ambrosi De Magistris 1979, Musti 1992). In questa ottica si ritiene che la disposizione n.5 della Tabula X della famosa Legge delle dodici tavole fosse riferita a questa usanza scarnificatrice tipica del popolo Siculo, in questo modo si avrebbe una conferma, seppure indiretta, del fatto che dovette essere stata penetrante l'influenza delle tradizioni Sicule sulla prima popolazione di Roma e che essa dovette permanere ancora all’epoca della redazione della prima legge scritta romana nel 450 a.C.
ENGLISH SGURGOLA’S GRAVE The Siculi's burial was inhumation, according to some, the Siculi would deposited corpses into small oven tombs, in which, according to custom funeral that would be characteristic of this particular people, the bones of the deceased were buried after a preliminary stripping and sometimes they were even shades with red dyes (Barbagallo 1972 Ambrosi de Magistris 1979 Musti 1992).
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M.Mancini. I Siculi nel Latium Adiectum. In this context it is considered that the provision of the Tabula X # 5 of the famous Law of the Twelve Tables was referring to the custom of the people scarnificatrice typical Siculus, in this way you would have a confirmation, albeit indirect, that must have been penetrating the 'influence of Sicilian traditions on the first population of Rome and that it had to remain still at the time of drafting the first written law Roman in 450 BC.
... Homine mortuo ne ossa legito, quo post funus faciat ..... Lex duodecim tabularum leges, (X, 5). [Di un uomo morto non si raccolgano le ossa per farne dopo i funerali ….] in sostanza le esequie dovevano aver fine colla cremazione del cadavere e la immediata sepoltura delle ceneri (ndr).
Nel 1879 fu trovata una tomba preistorica presso la località Casale Ambrosi, nella valle del Sacco, presso la stazione ferroviaria di Sgurgola, attualmente comune in provincia di Frosinone. La sepoltura a scheletro rannicchiato attribuita alla facies di Rinaldone, scavata in una piccola grotta di travertino con un ricco corredo integro costituito da numerose punte di freccia, un’ascia a martello, un pugnale di rame tipo Guardistallo e un vasetto a fiasca (Pinza 1905). Lo scheletro rinvenuto all’interno della tomba risultava di sesso maschile e le misure delle ossa lunghe davano una statura approssimativa di m. 1,62, rivelando anche una certa robustezza della struttura fisica dell'individuo. (Pigorini 1880) Sotto il profilo morfologico questo scheletro si accosta alla media delle disposizioni morfologiche presentate dalle popolazioni eneolitiche della Sicilia (Giuffrida-Ruggeri 1906). Il prof. Luigi Pigorini, fondatore dell’omonimo museo in Roma e grande paletnologo, nel 1880 scriveva di aver acquistato il materiale rinvenuto in quella tomba e di aver notato una colorazione rosso vivo nella parte anteriore del cranio umano e in alcune punte di selce, parte del corredo tombale (Pigorini 1880). Questi reperti sono oggi esposti presso il museo Etnografico Pigorini. Le analisi commissionate dal prof.Pigorini al dott.Ruggero Panebianco, assistente al gabinetto mineralogico della Regia Università di Roma, evidenziarono che la tintura di tutti i reperti era della stessa natura e composizione, e precisamente il colorante è stato riconosciuto come cinabro applicato in tempi remoti (Pigorini 1880), un minerale, appartenente alla classe dei solfuri, noto già ai Greci, costituito chimicamente dall’unione di zolfo e mercurio.
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Si rilevò che la tintura non fosse accidentale, sia in ragione dell’uniformità della tintura che della sovrapposizione di strati di calcite, bensì applicata intenzionalmente da chi compose la reliquia nel sepolcro, eseguendo di conseguenza una preliminare scarnificazione del defunto. È quindi ragionevole ritenere che questa manifestazione costituisse un rituale funebre proprio di questo popolo, comportamento che all’epoca della scoperta della tomba appariva del tutto nuovo (Pigorini 1880). Peraltro il cinabro è un minerale non presente nell’area della valle del Sacco. Per la sua capacità di trasformarsi in mercurio, il cinabro è tra i più studiati materiali dagli alchimisti ed esoterici di varie epoche ed ambienti e anche in tempi moderni Julius Evola utilizza il nome di questo minerale per il titolo del suo testo "Il cammino del cinabro" (Evola 2014) che dietro un’apparente narrazione autobiografica rivela un contenuto esoterico e alchemico.
ENGLISH In 1879 a prehistoric tomb was found near the place named Casale Ambrosi, in the Sacco Valley, at the railway station of Sgurgola, currently municipality in the province of Frosinone. The grave, dug in a small cave, contained a skeleton huddled attributed to Rinaldone facies, and also a lots of arrowheads, ax hammer, a copper dagger type Guardistallo and a jar in the flask (Plier 1905). The skeleton found inside the tomb appeared male, the measures of long bones revealed an approximate height of m.1.62 and a certain robustness of the physical structure of the individual (Pigorini 1880). Morphologically, this skeleton is close to the average of Eneolithic populations of Sicily (Giuffrida - Ruggeri 1906). The prof. Pigorini, great paleontologist and founder of the museum in Rome that brings his name, wrote in 1880 that he bought the material found in the tomb of Sgurgola and he noticed a bright red color applied in the front part of the skull and on the arrowheads ( Pigorini 1880). These finds are now on display at the Museum of Ethnography Pigorini. The analysis commissioned to dott.Ruggero Panebianco from mineralogical cabinet of the Royal University of Rome, discovered that the dyeing of all the finds were of the same nature and composition, recognized as cinnabar applied in times remote ( Pigorini 1880) , a mineral belonging to the class of sulfides, already known by the Greeks, formed chemically by the union of sulfur and mercury. It was found that the dye was not accidental , either because of the uniformity that the superposition of layers of calcite, but intentionally applied by those who composed the relic in the tomb. It is therefore reasonable to assume that this event constituted a ceremonial burial of this people, and that behavior, at the time of the discovery of the tomb, seemed quite new ( Pigorini 1880). Moreover, the Cinnabar is not present in the Sacco Valley. Because of its ability to transform into mercury, cinnabar is among the most studied by the alchemists and esoteric materials of various ages and environments. Even in modern times Julius Evola uses the name of this mineral for the title of his book " The Path of Cinnabar " ( Evola 2014 ) were behind an apparent autobiographical narrative reveals an alchemical and esoteric content.
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5.IMMAGINI a. La tomba eneolitica di Sgurgola (FR) nella sua teca presso il Museo etnopgrafico Luigi Pigorini di Roma. The neolithic tomb of Sgurgola (FR) now at the Museum etnopgrafico Louis Pigorini of Rome.
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b. Particolare del cranio con la caratteristica colorazione rossa delle ossa facciali. Detail of the skull with the characteristic red color of the facial bones.
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c. Particolari del corredo funerario, come si può rilevare anche le punte di freccia presentano la medesima colorazione rituale rossa applicata sul cranio. Details of the burial objects, as it can detect even the arrowheads have the same ritual red color applied to the skull.
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6.BIBLIOGRAFIA Ambrosi De Magistris 1889: R. Ambrosi De Magistris, Storia di Anagni, Roma 1889. Barbagallo 1975: I. Barbagallo, Frosinone, lineamenti storici dalle origini ai giorni nostri, Frosinone 1975. Cantarelli 1984: Storia di Roma arcaica (le antichita romane) di Dionisio di Alicarnasso; a cura di F.Cantarelli, Milano 1984. Chiai 2002: G.F. CHIAI, Il nome della Sardegna e della Sicilia sullo rette dei Fenici e dei Greci in età arcaica. Analisi di una tradizione storico-letteraria, in Rivista di Studi Fenici XXX, 2, CNR, Roma, 2002. Compagnoni 1820: Biblioteca storica di Diodoro Siculo, volgarizzata dal cav.Compagnoni, Sonzogno, Milano 1820. Corso et al. 1988: Gaio Plinio Secondo, Storia Naturale, traduzione e note di A.Corso, R.Mugellesi, G.Rosati, Torino 1988. Evola 2014: Julius Evola, Il cammino del Cinabro, Edizioni Mediterranee, Roma 2014. Giuffrida-Ruggeri 1906: V. Giuffrida-Riggeri, Elenco del materiale scheletrico preistorico e protostorico del Lazio, Società romana di antropologia, Roma 1906. Mancini 2014: M. Mancini, I Volsci e il loro territorio, Mancini Editore, Frosinone 2013, seconda edizione 2014. Martelli 1830: F. Martelli, Le antichità de Sicoli, primi e vetustissimi abitatori del Lazio e della provincia dell’Aquila, Aquila 1830. Micali 1836: G. Micali, Storia degli antichi popoli italiani, Milano 1836. Musti 2008: Erodoto e Tucidide, Storie - La guerra del Peloponneso, saggio introduttivo di D.Musti, a cura di C.Moreschini, F.Ferrari, G.Daverio Rocchi, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, Milano 2008.
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Musti 1992: D. Musti, L’immagine dei Volsci nella storiografia antica, in I Volsci. Undicesimo incontro di studio del Comitato per l’archeologia laziale [= Archeologia laziale, XI,1], Roma 1992 (Quaderni di archeologia etrusco-italica, 20), pp. 25-31. Pigorini 1880: L. Pigorini, Avanzi umani e manufatti litici coloriti dell’età della pietra, in «Bullettino di paletnologia italiana», 6, 1880, n. 3 e 4, pp. 33-39. Pinza 1898: G. Pinza, Le civiltà primitive del Lazio, Roma 1898. Pinza 1905: G. Pinza, Monumenti primitivi di Roma e del Lazio antico, Roma 1905. Sergi 1934: G. Sergi, Piccola Biblioteca di Scienze Moderne, "Da Albalonga a Roma. Inizio dell'incivilimento in Italia, ovvero Liguri e Siculi", Fratelli Bocca Editori, Torino, 1934.
APPROFONDIMENTI MULTIMEDIALI
I Siculi nel Latium Adiectum di M.Mancini. https://www.youtube.com/watch?v=l-n57NTTqTs
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