Dolce sentire - Amori in corso 2010-11

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AMORI IN CORSO 2010-2011 sabato 18 dicembre 2010 Parrocchia di s. Egidio

Dolce sentire \

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"Siamo montagne solitarie, che si uniscono attraverso le sorgenti di parole che arrivano al cuore"

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Israele!

Laboratorio con narrazione Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,31-37)

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti! ». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». Parola del Signore.

ISTEP Pensa alle situazioni di non comunicazione, di non ascolto e verifica che cosa succede.

Non ho comunicato, ascoltato quella volta

Conseguenze per me

che...

Confronta ciò che è emerso con il tuo ragazzo/tua ragazza. 2

Conseguenze per la persona che mi sta accanto


II STEP Quale parola dice Gesù per te, quale comando pronuncia sulla tua vita che ha sperimentato la non comunicazione, il non ascolto, la chiusura, la non relazione?

Individuala e ripetila più volte con calma dentro di te. Poi scrivila sul cartellone.

IIISTEP "Rito dell'Effatà"

Ogni ragazzola con il pollice tocca le orecchie e le labbra dell 'altralo e pronuncia queste parole:

Effatà, apri il tuo cuore perché tu possa amarmi come ci ama Dio.

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ascoltare

L'udito è un sistema estremamente complesso, il primo dei cinque sensi a svilupparsi nel feto e a permettere il contatto con il mondo. Udire: si sente con le orecchie

Chissà quanti di noi si sono mai soffermati su questa sottile ma enorme differenza: udire, comprendere e ascoltare. Udire è meccanico. Abbiamo le orecchie, e possiamo udire. Se diventiamo sordi, ci può essere dato un apparecchio che aiuti l'udito. Le orecchie non sono altro che un meccanismo atto a ricevere suoni. Udire è semplicissimo: gli animali possiedono l'udito, chiunque abbia le orecchie lo possiede Quando si pensa all 'udito, torna alla mente il concetto della parola. Oggi più che mai è necessario fare attenzione alle parole che si dicono. Un racconto di Edoardo Micati, "Le parole liberate ", così recita: "Le parole vanno, nascono nella mente e aspettano d'esser portate fuori, dette. Possono essere leggere, pesanti, dolci, amare, d'odio, di lusinga, sussurrate, gridate, di speranza, borbottanti, di condanna, che uccidono, che salvano ... Scritte a mano, si muovono sulla pagina da sinistra a destra, verso lafine del rigo, per poi ritornare a sinistra e riandare sino a riempire un foglio, cento, mille e, fintanto che le idee non giungono, uno, cento, mille fogli, finiscono appallottolati in un cestino. Con le moderne tecnologie, oggi, se il concetto non fila giusto, vengono annullate, modificate, copiate, incollate, inserite, ingrandite, rimpicciolite, scelte, corrette, cambiate, contate, selezionate, confrontate con i sinonimi. Tutto ciò è possibile grazie ad un aggeggio chiamato computer, il quale, con un semplice clic, le stampa in una, cento, mille copie, in barba alla carta copiativa, oramai cosa arcaica. Infine, col semplice movimento di un dito finiscono in Internet, una specie d'enorme calderone, aggiornato all 'istante, che le fa andare in giro per il mondo alla portata di chi, con un altro clic, vorrà leggerle. Insomma, le parole sono più libere, veloci, e in un niente si diffondono per il mondo a disposizione di tutti. Eppure un dubbio mi perseguita: tanta libertà non potrebbe nuocere se esse fossero usate per far del male? - Di che ti preoccupi, non succedeva la stessa cosa anche in passato, non arrecavano danni anche allora? Certo, ma per farle viaggiare, pure per pochi metri, prima dovevano essere scritte, messe in busta, affrancate e per completare l'opera, ci volevano i postini o i latori ecc... Potevano far male, sì, ma poco alla volta" 4


Comprendere: si comprende con la mente Quando si parla di comunicazione, si pensa sempre che la cosa più importante sia sapersi esprimere. Ma non è così. L'arte più sottile e preziosa è saper ascoltare per comprendere. Il mondo è pieno di persone che ascoltano per comprendere soprattutto se stesse. La quantità della comunicazione avviene a discapito della qualità. Ascoltare: si ascolta con il cuore Vuoi dire, prima di tutto, mettersi nei panni degli altri. Capire le cose dal loro punto di vista. Ma si tratta anche di percepire ciò che forse un 'altra persona non aveva intenzione di dirci, ma involontariamente "trasmette" con il suo stile, il suo comportamento, il suo modo di esprimersi.

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Ascoltare con i l cuore

Ascoltare con il cuore, non è udire con le orecchie le parole che l'altro dice. Anche perché non sempre l'altro riesce a dire con parole quello che è esattamente il suo pensiero e il suo stato d'animo. Significa mettersi nell 'atteggiamento dell 'osservatore attento che vuoi capire, scoprire che cosa c'è nell 'animo dell 'altro, usando tutte le capacità che uno possiede. Si ascolta anche con gli occhi, con il viso, con le mani: si ascolta anche con tutto il corpo! L'ascolto è una qualità dell 'animo, è una virtù umana e cristiana che ne coinvolge altre, come la pazienza, lo spirito di sacrificio, l'altruismo ..... Saper ascoltare, non dipende dali 'altro, ma da me. Se non sapremo ascoltare la persona che ci affianca, di cui vogliamo il suo bene, così tangibile, forse faremo fatica ad ascoltare anche Dio. Forse pensiamo di ascoltare la sua Parola e fare la sua volontà, senza accorgerci che stiamo credendo al nostro punto di vista e stiamo facendo solo la nostra volontà.

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Il

silenzio

Vi è un detto: " Le parole sono preziose, ma più prezioso è il silenzio ". Questo detto risulta sempre profondamente vero. Più ne capiamo il significato, più realizziamo questa verità. Quante volte durante il giorno ci capita di dire qualcosa che sarebbe stato meglio tacere! Quante volte disturbiamo la pace del nostro ambiente con una involontaria mancanza di silenzio. Quante volte riveliamo le nostre limitazioni, la nostre meschinità, la nostra grettezza, che avremmo potuto nascondere, se solo avessimo taciuto! Quante volte, benchè desiderosi di rispettare gli altri, non riusciamo afarlo, perchè non sappiamo tacere Nella vita di ogni giorno esistono preoccupazioni a cui non sempre possiamo far fronte e allora solo il silenzio può aiutarci. Poiché, se vi è una religione, se vi è un modo per mettere in pratica la religione, è quello di compiacere Dio, compiacendo l'uomo. L'essenza della religione è di capire il prossimo. E non possiamo vivere questa religione se non dominiamo la parola - e se non ci rendiamo conto del potere del silenzio. Spesso ci sentiamo di aver feritola persona amata, un amico; avremmo potuto evitarlo, con un maggior controllo sulle parole. Il silenzio è lo scudo degli ignoranti e la protezione dei saggi. Perché l'ignorante cela la sua ignoranza col tacere, e il saggio non getta le perle ai porci, se conosce il valore del silenzio. Che cosa ci dà potere sulle parole? Che cosa ci dà questa forza, che può essere ottenuta col silenzio? La risposta è: laforza di volontà; e ancora: è il silenzio che ci dà il potere del silenzio. Quando una persona parla troppo, dà segno di irrequietezza. Più parole vengono usate per esprimere un 'idea, meno forza hanno. È un vero peccato che si pensi cosi spesso a risparmiare i centesimi e mai a risparmiare le parole. E come conservare ciottoli e gettare vie perle. Un poeta indiano dice:

"Conchiglia, da dove viene il tuo prezioso contenuto?" " Dal silenzio: per anni e anni le mie labbra sono rimaste chiuse ".

Esiste qualcosa di più grande e più puro rispetto a ciò che la bocca pronuncia. Il silenzio illumina l'anima, sussurra ai cuori e li unisce. Il silenzio ci porta lontano da noi stessi, ci fa veleggiare nel firmamento dello spirito, ci avvicina al cielo; ci fa sentire che il corpo è nulla più che una prigione, e questo mondo è un luogo d'esilio. K. Gibran

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Preghiamo

Maria vorrei che il mio "ascolto" fosse semplice come il tuo, che non avesse astuzie mentali. Vorrei che il mio "ascolto" come il tuo non mi mettesse al centro, ma a servizio. Vorrei che il mio "ascolto" al disegno di un altro, come il tuo volesse dire soffrire in silenzio. Vorrei che il mio "ascolto" come il tuo, volesse dire tirarsi indietro per fare posto alla vita. Vorrei che il mio "ascolto" come il tuo, racchiudesse una storia di salvezza. Ma il mio peccato, l'orgoglio, la mia autosufficienza dicono un "ascolto" ben diverso. Il tuo sguardo su di me, Maria, mi aiuti ad essere un semplice, unochesidimentic~

uno che vuol perdersi nella disponibilitĂ di chi sa di esistere da sempre soltanto come un pensiero d'amore.

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