soggettivamente-anamorfico-novembre-2017

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Soggettivamente Anamorfici Sono stati a me necessari trent'anni di strenua difesa della forma per arrivare ad abbandonarla. La Forma era il baluardo di coloro che vedevano la fine del modernismo, dello sviluppo lineare. La tradizione contro la rottura, la bellezza contro il brutalismo. Oggi non ci sono più quelli che la difendono e quelli che la offendono: è finita, quello era il '900, voglio guardare oltre. Oggi la Forma del Mondo si manifesta in un flusso continuo e inarrestabile di messaggi di tutti i tipi e in cui siamo immersi irrimediabilmente. Nell'era digitale il pensiero è diventato lampo. E' fatto d'immediate risposte a continui quesiti nelle ventiquattro ore. Non ci sono studi per dirci come stiamo cambiando dentro. Quindi mi chiedo: come sta evolvendo l'homo sapiens? E qual'è la sua rappresentazione? Ho iniziato questo lavoro nuovo senza sapere perché, per una voglia fisica di tornare a materia-colore-gesto dopo alcuni anni immerso nel bianco rigore delle architetture. Ho iniziato gesticolando con la spatola ed è iniziato a nascere un nuovo modo di dipingere che mi spiegava di più ai sensi e mi accendeva l'intelletto. La cosa più interessante da immaginare ora è il flusso stesso: immagino di fermarlo per poterlo vedere. Una massa che passa per una superficie in un tempo. Fermo il tempo e tengo massa e superficie. Massa di marmo e superficie di tavola. Considero il flusso, lo fermo in un oggetto, gli do corpo. La forma amata diventa la materia dove si colgono i diversi colori, grani, densità. E riguardandola rivedo le varie gestualità che la compongono, quelle più diagonali, quelle reticolari, quelle a goccia. L'arte e il suo proprio tempo sono indissolubilmente legati. Uno nel suo farla non sa mai se gli è prima venuta l'idea chiara in testa o prima l'oggetto tra le mani. Le mie metamorfosi nascono così: un po' ci penso e un po' le provo e mentre mi guardo intorno e osservo il mondo continuo ad impastare materia. Con la quale ho raccontato tutto, ho esplorato generi e soggetti della storia dell'arte con spatola e marmo ma non avevo ancora abbandonato l'oggetto del quadro, l'oggetto in sé fuori dal suo contesto. Ora al mio sguardo questi lavori appaiono in stratificazioni che si sovrappongono come calligrafie di alfabeti diversi. Oggetti mobili, da guardare come l'acqua, il fuoco, le nuvole. La fisicità del quadro corrisponde alla fisicità della sua esecuzione, la muscolatura si mette in moto in un modo diverso e il tutto del quadro si manifesta nel suo particolare. La fisicità della visione: ognuno sceglie il suo punto di osservazione, la sua luce preferita, si avvicina fino a sentire lo sballo telemetrico, cioè l'occhio che si confonde un po' nel capire a che distanza sta dai vari piani della materia. Così da una sua distanza precisa ognuno vede dentro qualcosa di diverso, di significante per il suo sentimento. L'esperienza del vero. Roma, novembre 2017 Massimo Catalani


Il Bianco ed il Nero: il Nero; 2017; cm.253x187; sabbie vulcaniche, marmo e pigmenti


Il Bianco ed il Nero: il Nero; 2017; cm.253x187; dettaglio

Il Bianco ed il Nero: il Nero; 2017; cm.253x187; dettaglio


Il Grande Bianco; 2017; cm.251x187; marmo, bianco di Spagna, pomice e sali fotoluminescenti; effetto diurno


Il Grande Bianco; 2017; cm.251x187; marmo, bianco di Spagna, pomice e sali fotoluminescenti; effetto notturno

Il Grande Bianco; 2017; cm.251x187; dettaglio


Vulcano; 2017; cm.253x183; polvere di marmo di Carrara e pigmenti


Vulcano; 2017; cm.253x183; dettaglio

Vulcano; 2017; cm.253x183; ambiente


La Terra; 2017; cm.127x124; polvere di marmo di Carrara, sabbie vulcaniche e pigmenti

La Terra; 2017; cm.127x124; dettaglio


La Terra; 2017; cm.127x124; dettaglio


Acqua; 2017; cm.187x84; polvere di marmo di Carrara e pigmenti


Acqua; 2017; cm.187x84; dettaglio

Acqua; 2017; cm.187x84; dettaglio


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