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Anni fa Faceva molto freddo in quella notte di fine novembre, a quanto mi è stato detto. Maria e Giuseppe abitavano in Via Legione Gallieno subito prima dell’incrocio di Porta Padova. O forse abitavano già in Viale Margherita, subito dopo l’incrocio; diciamo che abitavano a Porta Padova. E in quella fredda notte Maria si vide in obbligo di mettere alla luce la sua terza creatura ed essendo già madre di un maschietto e di una femminuccia non poteva che essere un maschio. Non c’erano ecografie allora e il sesso era certo solo dopo la nascita, ma oggi taluni dicono che il sesso è incerto fino alla morte. Anche allora come adesso l’ospedale di Vicenza era a Porta San Bortolo (scritto San Bartolomio): non molto lontano da Porta Padova ma nemmeno molto vicino. E a quell’ora di quella notte fredda Giuseppe non trovò di meglio che portare con la bicicletta la sposa in Ospedale. Così mi è sempre stato detto, credo dalla nonna materna. E all’ospedale nacque un bel maschietto: bello almeno per mamma sua, come sempre. Avevano già deciso il nome per quel bimbetto: dopo Antonio (come il padre del padre e un suo fratello deceduto da poco) e Marisa (MariaLuisa, come la madre e il defunto fratello del padre, Luigi) il nuovo arrivato doveva chiamarsi PierAngelo (da Pietro e Angela, genitori della madre). Ma il destino così non volle. Di denunciare all’anagrafe il nuovo nato s’incaricò il