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Casa Olivieri, un lascito giudicariese in piazza Duomo
1600. Dell’ignoto autore e degli affreschi di “Casa Olivieri”, già detta Rella, ne parla con perizia di causa lo storico dell’arte Pietro Marsilli nella sua scheda dedicata, una delle 176 che cadenzano l’importante ricerca, addentrandosi in una non facile esegesi del ciclo pittorico di raffinata qualità stilistica e cromatica, quanto di complessi rimandi allegorico/morali, tipici della migliore iconografia umanistico rinascimentale. Per tornare infine ai nostri benemeriti Olivieri di Trento, a certificarne la provenienza ronconese, è lo stesso don Santo Amistadi nelle sue “Notizie sull’origine dei cognomi di Roncone: “La dimora originaria degli Oliveri era senza dubbio a Tagnè... La casa originaria degli Olivieri a Tagnè non esiste più... Da quel rustico casolare di Tagnè provenne anche l’unico ronconese che per i suoi meriti sia stato insignito di un reti esterne, intorno agli anni trenta del Cinquecento, nientemeno che il pittore di corte di Bernardo Clesio, Marcello Fogolino con i suoi strepitosi affreschi a monocromo. Pure “la famiglia dei da Roncone appare inurbata già alla fine del secolo XV, quando un suo membro, Stefano figlio di Domenico, appare impegnato in attività di commercio di merci “aromatarie”con un commerciante veneziano...
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E l’Oliverio di Roncon che aveva la bottega in piazza, nel 1565 appare anche in attività di commercio di materie minerarie, avendo fornito metallo alla comunità di Vezzano per la costruzione della campana della chiesa”. Anche nel saggio di Marco Stenico che raccoglie e commenta le lettere di Bernardo Cles intorno al rinnovamento rinascimentale della sua città, emergono gli Olivieri tra i protagonisti di questa formidabile “renovatio urbis” voluta dall’ambizioso cardinale. Addirittura è documentato lo stesso presule che dalla lontana Vienna, in una lettera inviata il 26 agosto 1533 ad Antonio da Vigolo, suo fidato sovrintendente all’abbellimento cittadino, plaude all’iniziativa degli Olivieri: “Ma sopra tutte le altre cose ni piase che ‘l Zurleta (della famiglia Ciurletti [n.d.r].) et il Ronchone adornano il canton suo, perché il serà de grandissimo ornamento a quello locho per esser locho molto pubblico”: un’ attestazione di stima e di fiducia che sarà ripagata con lo splendido esito artistico che ancora oggi è sotto i nostri occhi! Chiosa lo Stenico: “Vi sono apprezzamenti per i lavori di abbellimento compiuti da Giovanni Ciurletti e dagli Olivieri di Roncone, prestigiosi imprenditori commerciali nella Trento dei primi decenni del Cinquecento, con residenza e annessa bottega fronte la Piazza comunale, ora Piazza Duomo”. Altri elementi utili per la conoscenza della famiglia ronconese si ricavano dalle note a piè di pagina dove si confermano l’esistenza della bottega degli Olivieri “in contrata Plathee comunis” in un documento del 7 ottobre 1536, a nome di “ser Dominucus quondam Oliverii de Oliveriis de Roncono” cittadino e abitante di Trento e l’acquisto fatto nel 1530 da parte dello stesso Domenico Olivieri da Roncone, di professione “merzarius et aromatarius” (commerciante di aromi, speziale, droghiere [n.d.r.]), da Giovanni Antonio Poma per 500 ragnesi, del- l’immobile con abitazione e bottega fronte sud la Piazza comunale, confinante a mattina con l’immobile del “Zurleta”, a sera con la casa di Rocco Gelfo. Tutto a dimostrare la certezza della committenza oliveriana per quanto riguarda le raffigurazioni allegoriche sulla facciata dell’edificio di famiglia, da registrarsi tra il quarto ed il quinto decennio del 1500, visto il passaggio ad altra proprietà/famiglia solamente negli anni trenta del fastoso titolo nobiliare. Esiste infatti presso la Biblioteca Comunale di Trento un documento che il giorno 23 marzo 1553 un “Bartholomeus de Oliveriis de Ronchono” dall’imperatore Carlo V° “fu creato Conte”. Il detto documento dice pure che l’Imperatore volle che il nuovo Conte Olivieri lo seguisse nelle Fiandre”. Di sicuro il Bortolo Olivieri in questione risiedeva nella magnifica casa decorata nel cuore della città.