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AUTRICE: Silvia Malavisti – Psicologa, laureata in psicologia delle organizzazioni e del marketing presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dopo aver lavorato in azienda come recruiter e formatrice, si è specializzata nella clinica dei pazienti come Psicoterapeuta indirizzo psicosomatico psicodinamico presso l’Istituto ANEB.
L’importanza di una voce durante la pandemia: il dialogo con Sofia
Luke Fildes, The Doctor, Londra, Tate Gallery, 1891
Appena mi è stato proposto di partecipare come psicologa al progetto Ascoltare il disagio di chi cura di ANEB, ho subito accolto la proposta con entusiasmo e immediatamente è nato in me un senso di appartenenza ad una rete che univa tutti noi terapeuti ad orientamento ecobiopsicologico nel dolore della drammatica situazione che stavamo vivendo. Una rete che ho sentito fin da subito “attiva” e “vitale” nell’immobilità richiesta dal momento di emergenza e nel vissuto collettivo di morte ed angoscia per quanto stava accadendo. Fin da subito, ho sentito di poter contribuire “donando” una parte di me e della mia professionalità alla collettività, fortemente provata. Per questo motivo ho deciso di raccontare una delle mie esperienze come terapeuta durante la pandemia. L’esperienza che riporto in questo articolo è stata vissuta tramite il telefono, non in modalità di videochiamata, ma solo audio, per cui non ho mai “visto” l’operatore sanitario che era dall’altra parte, ho solo udito la sua voce e in base a quella, ho avuto delle percezioni e impressioni, alle
quali ho cercato di dare un senso, facendo appello al mio immaginario e alla mia esperienza di terapeuta, facendo riferimento ai contributi che potevano venirmi dagli studi compiuti sulla psicosomatica. Gli ultimi giorni di agosto 2020 avevo ricevuto una chiamata dal tirocinante di ANEB al fine di sapere se ero disponibile a effettuare il servizio di supporto psicologico. Mi aveva spiegato che aveva fatto richiesta di ascolto una giovane donna medico, la quale, all’atto della chiamata, era stata un po’ vaga e titubante, comunicando che sarebbe stata disponibile il giorno seguente alle ore 18.00. Tenendo conto di questa breve, ma suggestiva descrizione del contatto, dopo aver preso i suoi riferimenti, le avevo inviato una e-mail dove mi ero presentata e le avevo chiesto di rispondere al modulo della privacy, necessario per procedere al colloquio. Il giorno dopo, all’ora prestabilita, ho ricevuto la chiamata di Sofia. All’inizio del nostro colloquio mi ero presentata come psicologa dello sportello di ascolto ANEB e le avevo chiesto il suo nome. Nono-