Materia Prima - Il disagio di chi cura

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AUTORI: Carlo Melotti – Medico di Medicina generale in pensione. Counselor ad indirizzo ecobiopsicologico. Specializzando in Psicoterapia presso Istituto ANEB. Patrizia Quadrio – Psicologa, Psicoterapeuta ANEB, esperta in respirazione circolare e 1° livello EMDR.

Il cuore della cura e la cura del cuore L’idea centrale per la stesura di questo articolo nasce dall’osservazione di un particolare stato di sofferenza relativo alla categoria degli operatori sanitari, nel periodo della pandemia da Coronavirus. In occasione dell’evento pandemico, un gruppo di psicologi e psicoterapeuti della Scuola di Specializzazione - Istituto ANEB ha messo in campo energie, competenze e disponibilità di tempo per consulenze gratuite, on line – date le particolari e drammatiche circostanze – per “ascoltare il disagio di chi cura” e venire incontro alle difficoltà di operatori sanitari di qualsiasi categoria e mansione. Un servizio nato dalla precisa sensazione, da parte degli psicologi e psicoterapeuti, che la cura non è quasi mai unidirezionale, o “dall’alto”, indirizzata da chi “sa” o “può” verso chi ha una necessità, appunto, ma è una corrente misteriosa e solidale, competente ed affettuosa, che si genera tra gli umani, un modo preciso di relazionarsi, talora dall’aspetto biunivoco, pur nel rispetto dei ruoli. Chi accudisce deve essere accudito, chi protegge deve essere protetto, chi condivide deve trovare condivisione, per la delicatezza e difficoltà che la cura dell’altro implica, in una sorta di patto tra umani che porta alla liberazione di molti e comunque ad una mag-

Roberta Facchin, Notturno al giardino giapponese, proprietà dell’Autrice, 2006

gior pienezza di tutti. La tragica, prolungata, controversa e mondiale esperienza della pandemia da Coronavirus ha portato all’evidenza lo stato di forte sofferenza nelle professioni sanitarie, oltre ad infinite altre contraddizioni dell’uomo e del mondo. Molte considerazioni sociopolitiche, storiche, di sanità pubblica ecc. sono sul tavolo della discussione e dell’approfondimento, ma non è nostro intento trattarne. Consapevoli del generale stato di dolore e sofferenza della società, e del fatto che questa pandemia non ha fatto altro che evidenziare ed esasperare aspetti e problemi già preesistenti nel mondo sanitario, abbiamo concentrato l’attenzione, un’attenzione stupita e dolorosamente sorpresa, su ciò che è saltato agli occhi nostri e degli altri colleghi, terapeuti ANEB, in questi mesi. Pochi operatori della salute, veramente pochi, si sono rivolti per sostegno e aiuto solidale al servizio organizzato da così tanti colleghi psicoterapeuti, collegati tra loro da un intento comune, e assimilati dalla competenza, dallo sforzo, dalla disponibilità. L’iniziativa, pubblicizzata da un video e diffusa a ordini professionali o ad altri canali ufficiali oppure anche attraverso il “passaparola” non è stata investita di richieste come si poteva prevedere. Abbiamo cercato perciò di capire. Capire è contenere, raccogliere, abbracciare con le mani, per proteggere o farne dell’altro, magari migliore. Per Capire ci siamo avvalsi dell’utilizzo dello strumento delle interviste, che, per lo scopo del nostro lavoro, sono risultate semplici ma dirette e specifiche, rivolte ad operatori sanitari di varie categorie. Un’intervista messa a punto, di sole cinque domande, agili e dirette, che esporremo e definiremo oltre. Non ci siamo però dimenticati degli aspetti che la clinica, e il rapporto diretto col disagio espresso nei casi giunti all’osservazione, ci potevano donare in termini di comprensione delle radici profonde delle difficoltà.


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