Materia Prima - Il disagio di chi cura

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AUTRICE: Sara Carretta – Psicologa e Psicoterapeuta ANEB, in formazione continua presso la Scuola di Supervisione dell’Istituto ANEB. Curatrice area social ANEB e collaboratrice della rivista MATERIA PRIMA

La cura di chi cura. Storia di una formazione rivolta alle operatrici socio sanitarie condotta in chiave ecobiopsicologica

Siamo nodi di una rete di scambi […], nella quale ci passiamo immagini, strumenti, informazioni e conoscenza. Ma del mondo che vediamo, siamo anche parte integrante, non siamo osservatori esterni. Siamo situati in esso. La nostra prospettiva su di esso è dall’interno. Siamo fatti degli stessi atomi e degli stessi segnali di luce che si scambiano i pini sulle montagne e le stelle nelle galassie. Carlo Rovelli

Nei primi mesi dell’anno 2021, un’Azienda di Servizi alla Persona che opera su alcuni territori del parmense, mi rivolge la richiesta di un incontro formativo da effettuarsi con le Operatrici Socio Sanitarie che prestano l’attività presso i loro Centri Diurni. Il colloquio preliminare con i dirigenti, nel quale approfondisco la motivazione e l’obiettivo dell’esigenza aziendale, si rivela prezioso per la raccolta di importanti spiegazioni che saranno di aiuto nella fase progettuale. Emerge, infatti, che la formazione dovrebbe aiutare le lavoratrici a recuperare e rielaborare gli eventi legati all’epidemia del covid iniziata lo scorso anno e a contenere gli eventuali strascichi emotivi dovuti alle discontinuità che ancora si manifestano nella ripresa della loro abituale attività lavorativa. Vi è, da parte dei dirigenti, la percezione di un trauma non adeguatamente affrontato ed elaborato. Le loro parole riportano la consapevolezza di un anno travagliato per le OSS, iniziato a marzo 2020 con un congelamento tout court della loro attività, proseguito con un successivo rientro alla spicciolata delle operatrici, chiamate dopo alcune settimane a prestare servizi diversi rispetto al loro lavoro consueto. La riapertura dei centri diurni, avvenuta nel mese di luglio 2020 con una modalità contingentata e con l’introduzione di molte procedure legate alla prevenzione, prevedeva il rientro di un numero ridotto sia

di ospiti sia di OSS: diverse lavoratrici, pertanto, hanno dovuto continuare a svolgere il lavoro di territorio iniziato nella primavera. Durante i mesi invernali, i centri diurni hanno, poi, subito una nuova chiusura cui è seguita una riapertura nel corso di questo nuovo anno. Lungo tutto il periodo si sono tenute con regolarità le équipe di lavoro e gli incontri con le coordinatrici delle strutture. Secondo i dirigenti, la riconversione dell’attività, affrontata in emergenza e calibrata in itinere, “ha tenuto” nel suo complesso, quantomeno su un piano di concretezza e operatività. La loro attenzione e la richiesta formativa, piuttosto, si concentrano sull’aspetto traumatico sotteso al fatto che la dimensione lavorativa precedente al covid e al lockdown non è mai più ricomparsa. La frammentazione impattata sui gruppi di lavoro, che non si sono più riconfigurati nella modalità precedente, si è specularmente rappresentata anche nella frammentazione dei gruppi di anziani: alcuni di loro non sono rientrati al centro, poiché le famiglie si sono attrezzate diversamente, mentre altri, purtroppo, sono deceduti. La loro riflessione sottolinea che questo vissuto interrotto non è stato ancora affrontato in modo pieno e mirato. Uno dei responsabili osserva che: «Tutto ciò che è stato bloccato non è più tornato e ciò che è tornato è incellofanato dalle procedure». Non è stato più possibile, dunque, ripristinare la continuità spezzata del lavoro di cura. Anche il tema dei dispositivi, che oggettivamente condizionano le gestualità e appesantiscono il consueto modus operativo, presenta ulteriori aspetti da approfondire: le OSS erano abituate alla prossimità fisica, legata non esclusivamente alla cura in senso stretto (lavaggio, spostamenti, ecc.), ma anche ad aspetti relazionali autenticamente affettivi. I dirigenti ricordano, sorridendo, alcuni episodi alle feste di socializzazione, nei quali


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