Product design Per far-fare, far-costruire una casa, far-tagliare un abito, far-produrre un qualunque oggetto a terzi (che sia l’artigiano, o l’impresa, o l’industria) è necessario avere chiaro in testa non solo un progetto da spiegare a chi dovrà poi realizzarlo, ma è necessario anche conoscere bene tanto i materiali da utilizzare quanto i processi produttivi che permettono di lavorarli. Da questo presupposto origina il tema del Laboratorio del secondo anno della Triennale in Design del prodotto industriale dell’Università di Ferrara. Gli oggetti che usiamo quotidianamente sono caratterizzati da forme e funzioni che denunciano in maniera più o meno palese le loro caratteristiche strutturali e che si propongono a noi utenti in modalità comunicativo-percettiva per mezzo di geometrie, incastri, giunti, materiali, colori, superfici, finiture, ecc. Per poter giungere alla produzione di un oggetto che appartenga alla categoria del ‘’buon design’’, tanto spesso invocato da Bruno Munari, è necessario compiere un complesso percorso di sviluppo progettuale che fra le altre cose si interroghi profondamente sulla relazione che intercorre tra la forma e la funzione e che contestualmente sia informato sul rapporto tra la forma, i materiali, le tecnologie e i processi produttivi correlati. Questo Laboratorio ha cercato di dare risposte metodologiche su come si elabora, come si costruisce e come si produce un prodotto; su quale sia la vocazione dei materiali; su come possiamo fare per utilizzare al meglio le tecnologie disponibili e i processi produttivi presenti nell’impresa produttrice. Il designer progetta con lo scopo di far produrre un prodotto, ma far produrre, cioè ‘’far fare’’ un oggetto, vuol dire prima di tutto avere un progetto in testa e saperlo spiegare in modo chiaro, e con gli opportuni strumenti, a chi lo possa realizzare grazie alle sue competenze tecniche, e possa aiutarci a comprendere come arrivare al risultato desiderato in funzione delle tecnologie disponibili. Per questi motivi diventa FARFARE / 008
Introduzione
Sabina Betti