L’impronta simbolica di Massimo Basile Massimo Basile, in arte Maxtin, è un artista ancora giovane – non ha compiuto i 40 anni – ma già affermato. La sua recente personale, inaugurata presso i locali della Finter Bank di Lugano a fine luglio e che si protrarrà nei mesi di agosto e settembre, ha avuto un particolare successo sia per le numerosissime presenze al vernissage sia per il riconoscimento che la Città di Lugano ha voluto dare all’evento con l’intervento del sindaco, Marco Borradori. Non a caso, la produzione artistica di Maxtin, caratterizzata da un astrattismo fortemente simbolico, è stata accostata e in qualche modo inserita nel novero di tutte quelle iniziative che preludono all’inaugurazione del LAC (Lugano Arte e Cultura), il grande centro museale-artistico che verrà inaugurato fra breve nella città sul Ceresio. Il legame fra l’arte di Maxtin e la promozione della cultura a Lugano è evidente. L’artista, autodidatta ma estremamente attento alle espressioni più attuali di correnti quali il neoplasticismo, per non parlare dell’astrattismo simbolico in generale, ha una sua “storia di vita” artistica tutta particolare. Essendo vissuto e avendo praticato artisticamente città come Londra, Madrid, Strasburgo e trovandosi ora a risiedere a Lugano, a una sessantina di chilometri da un grande fulcro di arte moderna quale è Milano, Maxtin ha sviluppato un tratto tutto suo, facilmente riconoscibile e di grande impatto visivo ma pure, in qualche modo, tattile. Approdando a Lugano, dove fra breve saranno proposti eventi artistici col chiaro intento di fare della città la “porta italica della cultura svizzera”, Maxtin ha in qualche modo chiuso il cerchio del suo simbolismo, per aprirne uno nuovo. Nella mostra di Lugano, infatti, le qualità dell’artista sono state apprezzate dal pubblico e dai critici presenti proprio per la combinazione e ricombinazione, cara a Maxtin, di opere, simboli e spazi. Le sue coloratissime carte da gioco di grande formato, i quadri delimitati da una geometria precisa ed essenziale, gli oggetti di chiara impronta Maxtin recanti alcuni segni distintivi subito riconoscibili hanno contribuito a creare uno spazio simbolico compiuto in cui alcune forme conosciute e riconosciute immergono il fruitore in uno spazio contrassegnato da regole che si avvicinano a un’originale esperienza di déjà vu. “Tutto ciò che è, è già stato”, ha scritto un critico a proposito di Maxtin. La scelta dell’artista appare allora chiara e conseguente: la forma compiuta, il simbolo, la rappresentazione geometrica permettono, qualora combinati con una forte espressività, il riconoscere di forme che ci sono già note ma che portano un’impronta nuova e originale, in modo da riconoscerle e farle proprie come se fossero state viste all’interno di una modernissima caverna di Platone “dove sono presenti, mediate dai nostri sensi, tutte le cose”.
TECHNOLOGY & ART BANG&OLUFSEN with MAXTIN Eccellenza, originalità, sintesi e passione sono i quattro valori su cui si basa il Team di designer ed esperti meccanici che creano e operano dal 1925 per il marchio BANG&OLUFSEN. Dalle stesse parole sembra voler nascere il lavoro dell’artista Massimo Basile, in arte Maxtin, il quale ama ricercare l’equilibrio nella GeomArt: unica e sola parola capace di definire l’intera sua inconfondibile produzione. Ogni elemento, appartenente a questa sfera della cultura sonora e visiva, è progettato dai designer dell’azienda, così come dall’eclettico artista, al fine di apparire bello da qualsiasi angolazione esso lo si guardi. I primi prendono le loro idee ispirandosi a ciò che vedono nella loro quotidianità: una canna d’organo vista al mercatino delle pulci, i diversi colori che assume la luce con il passare delle ore nelle lunghe giornate estive scandinave, e finanche le porte d’ingresso di un grande magazzino, che hanno affascinato David Lewis (1939-2011), uno dei più conosciuti designer della storia di BANG&OLUFSEN, durante una sua passeggiata pre - natalizia. Così sono nati rispettivamente gli altoparlanti BeoLab 8000, BeoPlay A9 e BeoSound Ouverture. Il secondo, invece, trae ispirazione dal profondo desiderio di allontanare l’inquietudine e l’impazienza del nostro vivere quotidiano, generando una perfetta, dinamica e coraggiosa fusione tra i colori neutri del bianco e nero, che si stendono sullo sfondo, ed i colori più caldi, allegri e vivaci delle geometrie che sembrano voler trasformare le tele in opere scultoree, vista la loro forma solida e tridimensionale. Entrambi combattono contro la prevedibilità e l’immobilismo alimentando la propria passione per sorprenderci e divertirci, ogni qualvolta ci presentano il loro prodotto finito, pensando al design più adatto ad ogni ambiente della nostra casa, indipendentemente dal fatto che essa sia frutto di una costruzione antica o più recente. Ecco che diventa possibile, oggi, far convivere, nel migliore dei modi, il tempo Passato e la tecnologia del Futuro meritevoli di essere chiamate, insieme, vere e proprie forme d’Arte grazie al valore duraturo ed alla qualità dei materiali lavorati in maniera eccellente. Ne sono da esempio, per BANG&OLUFSEN, acciaio, alluminio, vetro, legno, tessuti e plastica; mentre per Maxtin i preziosi Swarovski inseriti ai margini delle sue forme più pure che divengono gioielli d’inconfondibile eleganza sul piano della forma e del contenuto. Il prestigioso marchio danese si impegna costantemente nel ricercare la bellezza esteriore e le qualità interne al fine di farle convivere in perfetta armonia, dando vita ad ottime prestazioni audio e video sempre più magiche e sorprendenti: questo è il nuovo mondo del piacere sensoriale, il quale permette di avere a portata di mano un vero capolavoro di immagini e suoni. Sin dai primi esperimenti radiofonici, i due ingegneri Peter Bang e Svend Olufsen, hanno suscitato l’interesse di un grande pubblico e l’attenzione che da sempre hanno voluto dedicare all’arte si è persino tradotta nell’opportunità di esporre alcune creazioni presso il Museum of Modern Art di New York nel marzo del 1978, per poi ottenere nel medesimo posto sei modelli all’interno della collezione permanente di design, con il merito di aver contribuito a dare forma al ventesimo secolo. Questo è l’obiettivo che vorrebbe raggiungere Maxtin con la sua arte, la passione per i viaggi, il suo cosmopolitismo e la passione per le culture diverse da quella a cui appartiene; per questo si muove alla continua ricerca di progetti nelle principali metropoli europee, negli Emirati Arabi Uniti ed in Asia dove c’è chi già conosce i suoi lavori e li promuove. Voglia di oltrepassare i confini, dunque, non solo geografici ma anche materiali, lì dove entra in scena il design più raffinato: il supporto tessile non è sufficiente a far si che un’idea si concretizzi, perciò entra in gioco quella visione dell’Arte a 360° in cui anche una bottiglia di vino prende il posto della tela facendosi chiamare “WineArt”. Sino a non molto tempo fa, ogni distanza era sinonimo di attesa e silenzio tra due o più persone, poiché i segnali radio si disperdevano e poco evoluti erano ancora i ricevitori, mentre il mondo in cui oggi viviamo ci rende più semplice l’andare altrove e l’andare oltre permettendoci di tenere contatti con chi già conosciamo e di incontrare più facilmente persone che hanno i nostri medesimi interessi. Proprio grazie a questi potenti mezzi ho incontrato l’arte di Maxtin e, seppur in parte, questo lo dobbiamo a BANG&OLUFSEN, la quale sul finire degli anni ‘30 permise al mondo di diventare a poco a poco più esteso e di comunicare, attraverso i canali radio, con un po’ più di semplicità. TESTO CRITICO A CURA DI Roberta Macchia.
Critica di Tina Piccolo
Recensione della Critica d' Arte Tina Piccolo Artista Massimo Basile: Opera cuori per Napoli Un omaggio a Napoli,all'amore che unisce a questa straordinari città con i simboli di cuori che ne narrano il colore,il folclore,la storia di un'arte intramontabile ....La città partenopea ha il suo potere e il suo fascino su artisti di spessore come il nostro Massimo Tina Piccolo Recensione a cura della poetessa e critico D'arte Tina Piccolo Artista Massimo Basile Opere Cuore d'oro Originale, un cuore che prende forma e viene "ricreato" dalle mani esperte dell'artista. Simbolico, geometrico, eppure espressione di emozioni e sentimento. nel colore della passione e in fremiti aurei....Un cuore d'oro ,motore dell'arte, poichè anche la tecnica più raffinata è mossa dai fili dell'amore ...Bello il messaggio, sorprendente la competenza di Massimo Basile..... Tina Piccolo
Singolare lo stile di questo artista fatto di forme, geometrie, linee, colori brillanti e puri. Geometrie che prendono forma da linee rette e che disegnano un mondo fatto di città ideali, colorate, dove attraverso le finestre di alti palazzi, sembrano prendere vita sorrisi, espressioni di un mondo perfetto, del suo mondo. Quello che rappresenta Maxtin è un mondo permeato da forme perfettamente geometriche, che rimandano ad uno stile immediatamente riconoscibile, quello di una barca in mezzo al mare, di un sole, di un mare e di un cielo, un vaso di fiori e ancora, citazioni classiche fatte di figure semplici, disegnate da geometrie precise. Simboli riconoscibili, quelli di un cuore utilizzato come logo della famosa casa Benetton, semi di carte da gioco, simboli tessuti come ricami in spazi e griglie rettangolari. L’artista sembra privilegiare la forma e il colore, accostandosi ad uno stile unico, ma la vera originalità risiede proprio nella semplicità delle sue forme, immerse in atmosfere ludiche e leggere, come in un cubo di Rubick. Uno stile che ricorda quello dei collages elementari, che disegnano un mondo autentico, quello guardato dagli occhi di un bambino, un mondo fatto di simboli colorati e facilmente accessibili; il successo di queste opere è dato proprio dalla loro immediatezza e dalla libertà dei colori utilizzati, da una perfetta armonia tra forma e colore, tesa in un acrilico smaltato, armonia che pone un freno a quell’eccessiva libertà cromatica, espressamente fauvista. Lo stile di Maxtin si rivolge a diverse correnti di astrazione, tra cui il movimento artistico del Neoplasticismo, nato intorno agli anni Venti del secolo scorso, di cui fece parte il celebre Piet Mondrian; un astrattismo di tipo geometrico basato sulla creazione di forme pure, bidimensionali, i cui unici mezzi espressivi diventano la linea e il colore. Ma quella neoplastica non è una pittura emotiva, al contrario, è una pittura che non ammette sentimento, ne l’ambiguità di una “ curva” ma solo ed esclusivamente l’uso dell’angolo retto, dove non c’è posto per le forme di Maxtin nelle quali le linee disegnano figure che riflettono l’eco della fantasia dell’artista, espressioni di un mondo colorato e a tratti ingenuo, migliore di quello che è in realtà, un mondo ideale, che arriva al cuore, simbolo ricorrente nelle sue opere. L’arte di Maxtin può essere paragonata a quel gruppo nato intorno agli anni Quaranta del Novecento, Forma 1, sostenitore di un'arte strutturata ma non realistica, che dà importanza alla forma e al segno nel loro significato essenziale. È la ricerca di una mediazione tra i due opposti linguaggi dell'arte italiana di quel periodo, divisa tra astrattismo e realismo, con un'arte basata sulle intuizioni dell'artista rappresentate in modo oggettivo, divenute immagini concrete di forma e colore, al di fuori di ogni astrazione formale. I formalisti diranno “ci interessa la forma del limone, non il limone”, eliminando nelle loro opere ogni pretesa simbolista o psicologica, e anche qui l’arte di Maxtin si dimostra differente, perché la sua è un’arte che invece vuole comunicare, comunicare attraverso il colore, e attraverso quelle forme, comunicare una forte emotività, immediatamente palpabile attraverso le sue geometrie. In particolare, i motivi astratti smaltati presenti all’interno di ogni geometria come stelle marine danzanti, ricordano vagamente quelle sperimentazioni di Carla Accardi, membro del gruppo citato, che svilupperà successivamente un linguaggio personale, secondo una poetica legata al segno – colore con divagazioni materiche e informali. Quella di Maxtin è un’arte di geometrie astratte che ci riporta in un mondo fatto di colori, dove tutto sembra più semplice, dove le città sorridono e si colorano, dove il sole si manifesta in ogni forma, dove si possono ammirare ancora i colori di una natura incontaminata e affidabile, di un cielo perfettamente azzurro e il mutare dei colori di una farfalla. Uno spazio tutto per noi, che prende le forme e i colori della nostra vita. Cristiana Elena Iannelli
- Recensione a cura del Critico d' Arte Danilo Giusino Sigla iconica e timbro del pigmento s'intrecciano in percorsi creativi sempre interessanti e di universale intuito. L'arte con il pittore torinese Massimo Basile, conosciuto con lo pseudonimo di "Maxtin",torna ad esser "Le bonheur de vivre",cioè,saper manipolare la gioia della materia con intelligenza e assoluta libertà. La "GeomArt " è il termine coniato dall'autore per sottolineare e presentare il suo modo originale di creare oggetti del pensiero.Geometrie lineari e brillanti,colori puri e giochi di complementari,forme solide e tridimensionali che sembrano trasformare il supporto antico della tela in "quadri-bassorilievi",in un Modus Operandi di uno stile unico e inconfondibile.Le composizioni geometriche d'acrilico smaltato sono il frutto di un lavoro costante sulla storia dell'arte e la percezione visiva.Nulla nasce dal nulla. Così la mente dell'artista rilegge la realtà con occhi semplici e curiosi,sveste ogni emozione e sintetizza ogni minima particella in paesaggi interiori e volti umani di grande effetto decorativo. L'inconscio surrealista-astratto,fonde con l'energia espressionista, la linea decisa cubista,il tutto armonizzato con le tinte Pop. Maxtin sembra realizzare opere al di là della logica semantica e (re)interpretanti la natura percepibile, che diventa dicotomia narrativa tra l’interiorità inconscia (io creatore) e l’esteriorità percettiva della luce (mondo reale).Il meraviglioso cammino dell'artista,tra mito e onirico,si alterna in riflessioni sul tempo e la vita in policromie che ricordano i riverberi dei campi primaverili. L'artista ci accompagna in un "viaggio dell'anima" tutto da vivere e scoprire.Quante analogie con le parole dello scrittore Fernando Pessoa:"È in noi che i paesaggi hanno paesaggio. Perciò se li immagino li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo. […] La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo." Danilo Giusino (Esperto e Critico d'Arte)
- Recensione a cura del Critico d' Arte Danilo Giusino Sigla iconica e timbro del pigmento s'intrecciano in percorsi creativi sempre interessanti e di universale intuito. L'arte con il pittore torinese Massimo Basile, conosciuto con lo pseudonimo di "Maxtin",torna ad esser "Le bonheur de vivre",cioè, saper manipolare la gioia della materia con intelligenza e assoluta libertà. La "GeomArt " è il termine coniato dall'autore per sottolineare e presentare il suo modo originale di creare oggetti del pensiero. Geometrie lineari e brillanti,colori puri e giochi di complementari,forme solide e tridimensionali che sembrano trasformare il supporto antico della tela in "quadri-bassorilievi", in un Modus Operandi di uno stile unico e inconfondibile. Le composizioni geometriche d'acrilico smaltato sono il frutto di un lavoro costante sulla storia dell'arte e la percezione visiva. Nulla nasce dal nulla. Così la mente dell'artista rilegge la realtà con occhi semplici e curiosi,sveste ogni emozione e sintetizza ogni minima particella in paesaggi interiori e volti umani di grande effetto decorativo. L'inconscio surrealista-astratto,fonde con l'energia espressionista, la linea decisa cubista,il tutto armonizzato con le tinte Pop. Maxtin sembra realizzare opere al di là della logica semantica e (re)interpretanti la natura percepibile, che diventa dicotomia narrativa tra l’interiorità inconscia (io creatore) e l’esteriorità percettiva della luce (mondo reale). Il meraviglioso cammino dell'artista,tra mito e onirico,si alterna in riflessioni sul tempo e la vita in policromie che ricordano i riverberi dei campi primaverili. L'artista ci accompagna in un "viaggio dell'anima" tutto da vivere e scoprire. Quante analogie con le parole dello scrittore Fernando Pessoa:"È in noi che i paesaggi hanno paesaggio. Perciò se li immagino li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo. […] La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo." Danilo Giusino (Esperto e Critico d'Arte)
ASSOCIAZIONE ARTEGGIANDO Autore: Massimo Basile Opere: Cuore d’oro: acrilico smaltato su tela 2 tele 30X 30 Ace of Heart: acrilico smaltato su tela 40X60 Recensione: CUORE D’ORO L’opera consta di due parti, due tele per esprimere due particolari di un concetto. In una tela è rappresentato un cuore, intero, già di per sé emblema di amore, l’altro invece aperto lascia apparire un cuore d’oro. Entrambe le opere sono bellamente decorate con motivi in rilievo, smaltate, lucide, così da apparire come gioielli preziosi . Come dice l’artista, un po’ come già la canzone di Neil Young: “Nel profondo di ogni cuore..si nasconde un cuore più prezioso... più tutto... Il Cuore d' Oro”.
ACE OF HEART Il dipinto eloquentemente rappresenta l’Asso di cuori , emblema della carta vincente per antonomasia. Bellamente decorata in guisa di gioiello, la carta vuole rappresentare secondo le intenzioni dell’artista, una carta emblematica in grado di simboleggiare le ambizioni umane.
A cura di: Edoardo Panetta
Testo critico di Angela Lomele per Massimo Basile
Massimo Basile, in arte Maxtin, nasce a Torino nel 1975. Dopo un breve periodo nel capoluogo piemontese, si trasferisce in Terra Lucana dove trascorre parte della sua giovinezza. Ben presto, pero', il suo animo cosmopolita lo spingera' a superare gli angusti confini della regione e della stessa Italia e lo porterà dapprima in Inghilterra, a Londra, poi in Francia, a Strasburgo e poi in Spagna. La permanenza nelle principali città europee, infatti, ha influenzato l'arte di Maxtin, è stata la sua formazione. Attualmente Maxtin vive in Svizzera. Nella ricerca di Massimo Basile, tutto è ridotto all'essenziale, una sintesi disarmante per semplicità e impatto emozionale; le sue opere sono dirette, chiare, fresche, accoglienti e trascinanti nel loro ritmo dinamico. Dinamico è anche l'accostamento dei colori, che nella loro costruzione imperfetta ci ragalano una perfezione coraggiosa. Le sue creazioni partono da un'ecolalia, la costruzione della sua opera è un ripetersi gestuale, come un'assillo, come l'infrangersi costante dell'onda sugli scogli. E' evidente la ricerca di una perfezione stilistica, dettata dalla sintesi, dall'essenziale espressione che l'artista delinea con carattere determinante. Tutto e', ciò che è stato, in un processo di semplificazione che rende la comunicazione più diretta, eppure il tutto si presenta come un'intervento spontaneo, come solo i bambini sanno fare. Evidenti sono le forme assolutamente geometriche, e l'artista stesso a coniare un termine che definisca la sua arte, “GEOMART”, perchè tutto è costruzione per lui. Nei suoi paesaggi lo stile si impone, permeando di sé la non fantasia narrativa; non c'è una metafora da esplicitare, è un unicum che racconta di città colorate, ritmate da finestre colorate. Non si percepiscono ne odori e ne sapori, è un concetto di città. Non leggo drammaticità, né ansia sperimentativa nei suo paesaggi. Il pennello è in continuo movimento, con una cadenza sempre uguale ed elegante ad evidenziare la certezza del tema. La pennellata è sicura, ferma, organizzata La pittura non come rischio o avventura, ma esecuzione. Angela Lomele
Critica di Luca Caricato Velàzquez nel 1650 dipinse Innocenzo X serenamente seduto sul suo trono, Bacon nel 1953 riproporrà lo stesso soggetto in un suo studio. Con l avvento della fotografia, la riproduzione del vero oramai è stata quasi del tutto abbandonata dagli artisti contemporanei. Bacon decide di reinterpretare l opera facendo predominare i colori bianco e viola non considerando più la porpora che predomina nel capolavoro di Velázquez. Il papa ha la bocca spalancata. È un urlo, intenso e spettrale come quello che compose Munch nel 1893. Il Papa si aggrappa braccioli del suo trono mentre uno sfondo nero rende ancora più macabra l opera. L arte figurativa è sfigurata da passate di colore verticale che vanno quasi a cancellare l opera. Un vero artista è colui che si sa rinnovare, che sa stravolgere gli scontati canoni artistici. Massimo Basile, in arte Maxtin, è un artista che ha viaggiato molto e che si è lasciato contaminare da diverse culture. Le sue opere, geometriche e prive della ricerca del vero, hanno una vivacità di colori, allegri, caratterizzati da una tecnica geometrica unica e riconoscibile. Immagino i suoi quadri nei posti più moderni e negli appartamenti delle persone più brillanti. Urlano e si fanno notare per la gioia con la quale sono state realizzate. Urlano la loro presenza ma lo fanno in maniera composta e non chiassosa. Si notano perché sono eccentriche, ma non disturbano perché restano eleganti. Un opera d arte oggi va contestualizzata non solo nell ambiante in cui deve essere posta, ma anche dalla persona che la possiede. Dietro l opera c è l artista e chi ne usufruisce. Così mi appare l arte di Maxtin, come in una sua foto, razionale e folle. Ancorato sulla sua sedia che si lascia andare in un urlo. I suoi quadri, composti ed inquadrati in nette geometrie gridano colori vivi e allegri.
RECENSIONE CRITICA Massimo Basile è l’artista che si rivolge a varie correnti di astrazione come arte concreta, neo plasticismo e astrazione geometrica Il suo lavoro è suddiviso in diversi "sistemi" di sua ricerca sulla divisione dello spazio e l'interazione di colore L'introduzione di elementi in rilievo, realizzati ad uno ad uno, suggerisce un concetto di multi-dimensione che in una prima lettura, vogliono provocare nello spettatore un'emozione visiva mentre in un secondo tempo si trasformano in una riflessione sulla nostra percezione dell'universo, in un ‘insieme di colore, in cui dappertutto risuona l’eco inconfondibile della fantasia dell’Artista. Le tele sono come delle colonne verticali, e le geometrie sono definite nello sfondo spesso da colori neutri come il bianco e il nero e riempiti da altri più vivaci. La sottolineatura del grafismo e delle linee dritte serve a dare un’aria “inquadrata” e poco frivola a delle immagini che di per se lo sono, ma delimitate e rinchiuse come in rigorosi bauletti preziosi .Le linee dritte delle sue immagini giungono ad angoli, rettangoli, quadrati e rombi che diventano immagini proiettate in un futuro senza tempo, :linee parlanti che ci donano sensazioni dove si viene trattenuti grazie ad un'esplosione di colori e di forme che sfiorano l'astrazione la cui matrice ci ricorda il "neoplasticismo” Basile traduce sottilmente la sua pulsione artistica in qualcosa di nuovo e riconoscibile sotto l’aspetto visivo e sotto l’aspetto tattile Attraverso questa eruzione silenziosa,questo gioco dell’incombere del colore che rivela il desiderio di allontanare l’inquietudine, l’impazienza del quotidiano, facendo cadere lo spettatore, con la leggerezza atmosferica dei suoi lavori e attraverso le vibrazioni coloristiche della sua tecnica, nella trappola amorosa delle sue riproduzioni E tutto sempre passare attraverso un unico filo conduttore ludico che in qualche modo ha accompagnato la realtà dell’Artista anche nella sua vita lavorativa. D.ssa Maria Grazia Todaro
Sunto critica x Passionauto 28 novembre 2012
Cosmopolitismo,essenza della biografia di Maxtin (Massimo Basile, Torino 1975) che ha saputo sapientemente far confluire nella sua produzione artistica le diverse culture con cui è venuto a contatto durante i suoi viaggi e le esperienze maturate all' Estero (Inghilterra, Francia, Spagna) da autodidatta, non in Accademie o Scuole di pittura che avrebbero potuto "costringere" la sua originalità in forme e tecniche già plasmate e ben definite. Un vero artista è colui che ha il coraggio di stravolgere gli scontati canoni estetici e proprio l'autodidattismo ha reso personalissima la concezione dell'arte di Maxtin che si concretizza nell'unicità della tecnica che fa incontrare il favore del pubblico alle sue tele, eccentriche, ma eleganti, che si fanno notare per la gioia con cui sono state realizzate, che urlano la loro presenza in maniera composta e mai chiassosa (Luca Caricato). Forme geometriche lineari e brillanti, prive della ricerca del vero, forme solide e tridimensionali che trasformano i quadri in opere scultoree, colori caldi e vivaci che sembrano "animare l'acrilico", dar vita ai soggetti delle pitture. Questa è la Geomart di Maxtin riconoscibile, ma al tempo stesso inimitabile. Attualmente Maxtin risiede in Svizzera da dove cura personalmente ogni aspetto della sua attività di artista e l'organizzazione degli eventi che lo vedranno protagonista nelle esposizioni delle più prestigiose capitali europee.