Salvini alla bèrghem fest: “pronti al sacrificio per la rivoluzione padana”

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Ti trovi in: Home > Politica LEGA NORD Alla festa del Carroccio ad Alzano Lombardo, Matteo Salvini, l'europarlamentare leghista rievoca i fasti battaglieri di Bossi e chiama a raccolti i militanti: “Ci aspetta una dura battaglia, ma dobbiamo essere pronti al sacrificio per la rivoluzione padana”.

Salvini alla Bèrghem Fest: “Pronti al sacrificio per la rivoluzione padana” E’ un Matteo Salvini che rammenta ed emula il primo Bossi - quello dei fucili pronti a sparare e a calare su Roma, per intenderci – che proprio nella sera di sabato 24 agosto sarà ad Alzano Lombardo alla Bèrghem Fest. “Via da Roma” è il motivo che torna predominante, con una variante: “Attenti a Bruxelles”. Salvini chiama a raccolta i militanti: “Dobbiamo essere pronti al sacrificio per la rivoluzione padana”. Lo fa in un discorso di quasi 50 minuti sul palco di Alzano, maglietta verde con la scritta provocatoria “Trentino”: “Perché noi non dobbiamo farci insegnare il federalismo da nessuno e sono stanco di vedere che i sindaci del Trentino non sanno come spendere i soldi, mentre il sindaco di Ghisalba che ha nel cassetto due milioni di euro non può utilizzarli perché glieli blocca Roma con il patto di stabilità”. A supportare Salvini c’è lo stato maggiore bergamasco del Carroccio: Giacomo Stucchi, Roberto Pedretti, Nunziante Consiglio, Ettore Pirovano, Roberto Anelli, Daniele Belotti, Silvana Saita e Fausto Carrara. In cinquanta minuti elargisce stoccate a destra e a sinistra: “Siamo pronti a raccogliere una valanga di voti, in queste sere ho incontrato tanta gente che mi dice ho votato Grillo, ma mi ha già stufato”; “Il nemico è Roma che ci trattiene i soldi”; “La Kyenge è una poveretta”; “Mi chiedono se Berlusconi resterà in politica? E io rispondo: Ma chi se ne frega”; “Bossi può essere ancora una risorsa all’interno della Lega, ma deve capire che deve fare un lavoro di squadra e piantarla di rispondere ai giornalisti che ci vogliono divisi”; “La Fornero è una signora che dovrebbe vergognarsi per quello che ha fatto con gli esodati”. Insomma in pillole e slogan Salvini sa essere l’istrione che il popolo padano cerca orfano del miglior Bossi dei tempi andati. Se lo slogan è “Via da Roma”, non manca la bordata all’Europa: “A Bruxelles ci hanno convito ad aiutare la Grecia – afferma Salvini – gli abbiamo dato 20 miliardi. Ma li avete visti i greci in strada che sono alla fame? Di questi 20 miliardi in Grecia ne è arrivato uno, gli altri 19 sono andati alle banche tedesche che avevano prestato i soldi alla Grecia e che con quei soldi danno credito alle loro imprese”. Quindi la sintesi: “Noi abbiamo pagato per la Grecia per farci fottere i posti di lavoro in Val Seriana dai tedeschi”.

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E ancora: “L’euro? Non è la salvezza, né la pietra al collo. O fanno come diciamo noi o facciam saltare tutto. Devono capire che siamo pronti a correre il rischio di andare in galera, siamo pronti alla disobbedienza civile insegnata da don Milano, come militanti, come Leghisti con la tessera in tasca dovete sentirvi come soldati in prima linea, presto sarete chiamati a rischiare qualcosa. E più siamo e più quelli da Roma a Bruxelles avranno paura”. Che rivoluzione ha in testa Salvini e quando sarà? “Ci aspetta un autunno caldo, solo Letta veda la fine della crisi, ma noi in Lombardia abbiamo 407 mila disoccupati, gente incazzata. E’ il tempo di osare, occorre battersi. Nella rivoluzione non servono ragionieri o geometri, ma ci servono matti, gente che non vede dritto, che immagina la riscossa del Nord: dobbiamo

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siamo pronti alla disobbedienza civile insegnata da don Milano, come militanti, come Leghisti con la tessera in tasca dovete sentirvi come soldati in prima linea, presto sarete chiamati a rischiare qualcosa. E più siamo e più quelli da Roma a Bruxelles avranno paura”. Che rivoluzione ha in testa Salvini e quando sarà? “Ci aspetta un autunno caldo, solo Letta veda la fine della crisi, ma noi in Lombardia abbiamo 407 mila disoccupati, gente incazzata. E’ il tempo di osare, occorre battersi. Nella rivoluzione non servono ragionieri o geometri, ma ci servono matti, gente che non vede dritto, che immagina la riscossa del Nord: dobbiamo recuperare il folle orgoglio lombardo. Tenetevi pronti a dare calci e scappellotti ai dirigenti, ai burocrati”. Infine torna su un cavallo di battaglia del Carroccio. “Ogni giorno sbarcano persone dell’Africa. Adesso bisogna chiamarsi migranti come fa la sinistra, ma la verità è che sono clandestini che ci rompono le balle”. Sborda. Si rende conto e recupera: “Noi non siamo cattivi e razzisti, la Lombardia è la capitale del volontariato, ma un conto è fare volontariato, un altro è suicidarsi”.

Sabato, 24 Agosto, 2013 Autore: Davide Agazzi

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