Portfolio
MATTIA FRIGERIO Architetto
INDICE
PRogetti
pag. 4
Giardino di Palazzo Verbania
COncorsi
01
Luino | 2017 pag. 8
Restyling “La Grotta Azzurra”
Stabilini 14
02
Piazza Alberata
03
Museo per una collezione privata
04
Lambrate UrbanLab
05
Restauro dell’ala nord del cimitero di Pavia
06
Teatro della creatività Milano | 2007
pag. 32
Progetta Stephenson 86
03
pag. 35
MinMa Casa per il custode
04
pag. 38
I percorsi del Centro
05
pag. 40
Riqualificazione ex-bricchettificio
06
San Giovanni Valdarno, Arezzo | 2010 07
Pavia | 2009 pag. 22
02
Jesolo | 2010
Milano | 2013 pag. 20
Riqualificazione Viale Santa Margherita
Bologna | 2014
Berlino | 2014 pag. 18
pag. 28
Milano | 2016
Luino | 2016 pag. 14
01
Caorle | 2017
Malgrate | 2016 pag. 12
Giardini a Lago Como | 2017
Malgrate | 2016 pag. 10
pag. 24
pag. 42
Nuova manica accoglienza Villa Regina Torino | 2010
08
07
Pr
01
GIARDINO DI PALAZZO VERBANIA Luino
DATI DEL PROGETTO Riqualificazione del giardino di Palazzo Verbania
studio: Santambrogio Architetto team: Arch. Stefano Santambrogio, Mattia Frigerio Erika Mazza commitente: Comune di Luino progetto: Progetto Preliminare e Definitivo/Esecutivo luogo: Luino (VA) anno: 2017 - in corso L’ Impostazione progettuale incentrata sulla valorizzazione paesaggistica dell’area esterna al Verbania si materializzata nella creazione di una scalinata che collega il giardino alla sponda lacuale. Innesto architettonico significativo rispetto al resto dell’intervento, che registra l’adozione di elementi ‘minimali’ di riqualificazione delle superfici. Scelta mirata che si pone all’interno del discorso più ampio di riqualificazione del lungolago. L’area esterna del Verbania, è parte di quella creazione di terrapieni succedutisi sul finire del secolo XIX. Pertanto aree artificiali, funzionali nel rispondere ad una serie di attività che nel tempo si sono perse sono state dismesse come la ferrovia. Alterate in gran parte nel corso del XX secolo le sue originarie caratteristiche partecipa alla stato attuale alle trasformazioni ad uso pubblico del water front di Luino. Dell’originario giardino dell’edificio liberty, rimangono solo alcune fotografie dell’epoca, non rinvenendo traccia delle originarie aiuole e della loro vegetazione. Pertanto il quesito a cui il progetto ha tentato di rispondere è il seguente: come si intende rendere manifesto il dialogo di tale spazio con gli spazi limitrofi del lungolago, senza omologarsi, affermando una sua specificità, ma anche evitando la ripresa di pseudo stilemi liberty. Occorre tenere in considerazione che l’edificio si è trasformato possedendo ora un ruolo pubblico con un valore aggiunto dato dalla funzione culturale. In tal senso la veste che si vorrà dare anche agli spazi esterni ne dovrà tener conto. I criteri e gli obbiettivi principali che hanno guidato la progettazione sono stati: studio del rapporto dell’edificio con il paesaggio; implicazioni progettuali del ruolo culturale dell’edificio; veste essenziale e sobria degli elementi inseriti; studio dei coni visivi, mediante collocazione mirata di essenze vegetali . Il rapporto con il paesaggio è stato imprescindibile nella
4
DETTAGLI
5
definizione delle modifiche e dei nuovi elementi inseriti. Il progetto si è di fatto concentrato sulla fascia spondale, inserendo elementi che rimettessero al centro la percezione del paesaggio lacuale inserendo tale valore nel ruolo culturale sia storico che attuale dell’immobile. Si è pertanto progettata una scalinata che costituisce di fatto il secondo punto di accesso al lago presente su tratto prospicente l’abitato. Tale funzione è sublimata dalla possibilità di sostare informalmente sui gradoni. Qui entra in gioco il ruolo culturale dell’edificio. Anticipo percettivo della sua presenza, il piano che precede la gradonata, diviene punto per posizionare una pedana o un palco per eventi culturali ( letterari, musicali, mostre temporanee o esposizione di oggetti, sculture…) dove si potrà instaurare un rapporto quasi intimo tra cultura e paesaggio. Pertanto lo spazio esterno è concepito come prolungamento dell’attività culturale dell’edificio e della memoria di Vittorio Sereni che ha dedicato a tali luoghi, significative prose e poesie. La scalinata ha permesso di eliminare un ostacolo alla vista, e le uniche ringhiere sono poste sui lati. Il contrappunto vegetale costituito da una essenza a portamento colonnare come un cupressus sempervirens o, nel caso di foglia caduca, un quercus piramidalis, inquadra con la parete dell’edificio sul lato opposto, la vista sul lago. Tale caratteristico albero dalla forma colonnare, l’aiuola rettangolare al suo piede e soprattutto quella a lato della veranda dalla forma volutamente ellittica, ripropongono, sfrondati da eccessi pittorici o richiami stilistici, elementi dei giardini storici delle ville. Morfologicamente la forma triangolare del giardino che si protende sul camminamento pubblico, estende la percezione dell’area inerbita dall’esterno e al medesimo tempo indirizza lo sguardo per chi entra nella villa verso la ‘cornice’ di paesaggio delimitata tra cipresso e quinta dell’edificio. Nell’apice del triangolo inerbito, una composizione di tre acer palmatum dicsectum, crea una delicata quinta che separerà l’accesso alla villa senza costituire una folta barriera vegetale che ne avrebbe impedito la vista con la scelta di essenze di primaria grandezza e dal fogliame folto. Per chi proviene dall’Avav, la sistemazione a prato, accompagnata dalla composizione arborea, è stata studiata in funzione della percezione della superficie di pertinenza della villa che ora si estende percettivamente oltre il limite originario di proprietà. Un cenno merita lo studio dei movimenti esterni ma anche interni alla villa. Il taglio diagonale del manto erboso, oltre a inquadrare il paesaggio, costituisce un chiaro invito ad attraversare il giardino, rendendo esplicito nel futuro il percorso di lungolago a cui potrebbe essere data continuità congiungendo il parco a lago. In prima battuta la zona di pertinenza dell’Avav dovrebbe divenire spazio di sosta attrezzato come solarium e balneazione controllata ipotizzandone una gestione del circolo velico. Tale spazio necessiterebbe di una opportuna privacy e pertanto di una gestione dell’accesso allo spazio dopo il pontile. Il concepire gli spazi esterni come prolungamento di quelli interni, potrebbe far ipotizzare un utilizzo della veranda quale luogo di transito e pertanto collegamento pubblico controllato in occasione di determinati eventi culturali aperti ad un pubblico più ampio anche condotti dal solo transito occasionale sul lungolago. Per tale motivo si è pavimentata la parte esterna all’accesso alla veranda in tangenza alla balconata sopra la foce della Luina.
6
DETTAGLI
7
Pr
02
RESTYLING “LA GROTTA AZZURRA” Malgrate
DATI DEL PROGETTO Manutenzione straordinaria e restyling ristorante “la Grotta Azzurra”
studio: Santambrogio Architetto team: Arch. Stefano Santambrogio, Mattia Frigerio commitente: Dominando S.r.l progetto: Pratica paesaggistica, progetto definitivo luogo: Malgrate, lungolago (LC) anno: 2016 Il progetto ha per oggetto il restyling dei prospetti di un edificio adibito a ristorazione. Edificato tra la sponda del nuovo lungolago di Malgrate e il margine della strada litoranea. Pertanto in un contesto paesaggisticamente sensibile sia per le viste dal lago che per la percezione dalla strada. Nel corso della sua storia ha subito diverse trasformazioni. La struttura ha visto il passaggio da pergola a veranda negli anni sessanta, sino ad arrivare alla perdita di ogni trasparenza che la legava ancora all’immagine originaria delle strutture in ferro e vetro, divenendo un edificio con le pesanti trasformazioni degli anni ottanta e novanta. La creazione della cucina e degli spazi accessoriportarono alla chiusura di molte parti vetrate. Tale trasformazione ha alterato sostanzialmente l’originaria percezione della struttura che ha perso le trasparenze sul paesaggio. Il progetto introduce una nuova pelle all’intero volume dell’edificio. Tale superficie si articola in due parti. Una di esse ridefinisce le superfici del fronte su strada e di parte delle testate, racchiudendo al suo interno i volumi tecnici presenti. Costituita da una parete composta da elementi di vetro opalescente viene introdotta per creare una superficie diafana continua. La superficie vetrata sarà caratterizzata, nelle linee di attacco al soffitto e al suolo, da uno scuretto tridimensionale , arretrato rispetto al filo della parete. Il fronte verso lago presenta l’estesa vetrata panoramica che rispetto a quella attuale sarà composta da grandi specchiature che ridurranno al minimo la presenza dei telai. A differenza di quello attuale il serramento si estenderà sino al suolo. Le parti di pareti dietro le quali si trova la cucina, saranno anch’esse tamponate da nuovi serramenti che proseguono quelli della sala, arrivando sino al suolo. Per occludere la vista delle cucine specialmente di scorcio, si prevedono degli elementi verticali in struttura metallica di acciaio inox rivestita di listoni di legno di cedro americano. In sintonia con la raccomandazione di adottare lessico architettonico e materiali che caratterizzano la riqualificazione del lungolago, il progetto utilizza l’abbinamento acciaio legno, presente nella realizzazione di arredi e strutture quali le pergole.
8
DETTAGLI
9
Pr
03
STABILINI 14 Malgrate
DATI DEL PROGETTO Riqualificazione edificio industriale studio: Santambrogio Architetto team: Arch. Stefano Santambrogio, Mattia Frigerio commitente: Budget Electronics, Dinkle co.Ltd progetto: Progetto Preliminare, Definitivo/Esecutivo Direzione lavori impresa: Blu costruzioni S.r.l luogo: Malgrate (LC) anno: 2016 - in corso Il progetto mira alla riqualificazione degli spazi di rappresentanza di un edificio adibito ad uffici compreso la facciata e il piazzale esterno. Gli spazi interni sono frutto di un precedente intervento mai completato a causa di un fallimento, di tale intervento si mantengono inalterati gli uffici mentre si rivede l’ingresso dotandolo di una sala riunione e uno spazio d’attesa. Nel progetto poi fallito era previsto uno spazio espositivo che viene convertito dal nuovo progetto in magazzino adeguandolo alle normative. Ma il tema principale è sicuramente la riqualificazione esterna. Le parti coinvolte nelle opere di ristrutturazione coinvolgono oltre alla facciata est, anche i brevi risvolti laterali, delimitati dall’estensione del diaframma in listelli di cotto (già presente) che caratterizza la parte superiore della fac-
10
ciata. Viene introdotto un elemento architettonico che raccoglie in un unico gesto l’insieme delle bucature. Il serramento posizionato sul filo esterno della muratura, forma un’unica finestrata che chiude sia parti aperte che parti tamponate della muratura. Una cornice tridimensionale contorna i tre lati della bucatura, accompagnata anche al suolo da una pavimentazione cromaticamente simile che ne completa percettivamente il contorno. Oltre alla grande finestrata che unifica le bucature al piano stradale, la tettoia è stata oggetto di completamento mediante il rivestimento dello spessore della soletta a formare un nastro che rigira sui fianchi unificando i prospetti. La scaletta di emergenza sul breve risvolto sud, viene rivestita creando un parapetto tamponato da una lamiera di acciaio verniciato. Il piazzale viene completamente rivisto adeguando la pendenza alla normativa, con l’inserimento di un area adibita a parcheggio in prato armato. Due volumi laterali rivestiti in pietra e lamiere di acciaio identificano l’area e i suoi limiti mascherando il vano contatori a nord e la scala di accesso alla centrale tecnica, ormai dismessa, a sud.
11
Pr
04
PIAZZA ALBERATA Luino
DATI DEL PROGETTO Riqualificazione del lungo lago di Luino lotto 2b: completamento di Piazza Libertà e nuova piazza alberata
studio: Santambrogio Architetto team: Arch. Stefano Santambrogio, Mattia Frigerio commitente: Comune di Luino progetto: Progetto Preliminare, Definitivo/Esecutivo Direzione lavori impresa: Varese porfidi S.r.l luogo: Luino (VA) anno: 2016 - in corso Il presente progetto si inquadra nell’ambito dello studio complessivo della riqualificazione del lungolago riferito alla sola zona del centro storico. L’area di sosta alberata, proseguimento della passeggiata in deck è caratterizzata dalla presenza di esemplari di ippocastani. Il disegno e lo studio dei dettagli costruttivi e di arredo risponde all’esigenza di creare una zona accogliente per la sosta. Gli arredi collocati in tale zona, ripropongono le caratteristiche estetiche e materiche di quelli già progettati nel lotto realizzato. Le sedute sono concepite come il ripiegarsi della pavimentazione listonata, originata dal taglio della superficie che contorna le piante. Gli schienali risultano autonomi e occupano ridotti tratti dei piani di seduta. Data la ridotta distanza tra la ringhiera e le sedute, si sono creati tratti trasparenti per offrire a chi sosta, una vista privilegiata dello scenario naturale. Nel valutare gli aspetti percettivi del paesaggio, si è indicato come prioritario evitare la presenza di elementi verticali specialmente nelle visuali aperte sullo scenario del lago. La linea lungo la quale sono stati posti i pali è la medesima di quella della passeggiata del lotto precedente. Tutta l’illuminazione della piazza sarà ottenuta mediante tre pali alti sei metri con doppio proiettore. Particolare attenzione è stata posta nello studio dell’illuminazione della zona alberata. L’obbiettivo è stato quello di valorizzando la percezione del paesaggio notturno del lago. Sono stati inseriti tre fonti di luce diretta su palo di altezza idonea ad evitare interferenze con le fronde degli alberi, integrati alla ringhiera al fine di non ostacolare il passaggio dei passanti. Lo studio illuminotecnico ha verificato che la luce prodotta permette un adeguato livello di illuminazione senza compromettere l’effetto delle luce radente che caratterizza la scenografia dell’illuminazione pensata per tale tratto di sosta costituita da strip led integrati nelle sedute che consentono l’illuminazione delle superfici orizzontali e dei piani di seduta in corrispondenza degli schienali.
12
13
Pr
05
MUSEO PER UNA COLLEZIONE PRIVATA Berlino - Fischerinsel
DATI DEL PROGETTO Politecnico di Milano
Facoltà di Architettura Civile, Milano Bovisa CdLM. in Architettura Tesi di Laurea Magistrale relatore: Prof. Arch. Stefan Vieths team: Mattia Frigerio, Diego Rodolfi luogo: Berlino, Fischerinsel anno: 2013/2014 SITO E PROGRAMMA L’ isola sulla Spree meglio conoscuita come isola dei musei, Museumsinsel, è senza dubbio uno dei luoghi più caratteristici e antichi della città di Berlino, l’isola che in orgine nasce come una vera e propria cittadella Cölln, è caratterizzata a nord dai famosi edifici museali dal Duomo e da altri edifici monumentali. L’area di progetto si trova nella punta meridionale dell’isola delimitata dalla grande arteria stradale LeipzigerStraße che collega Alexanderplatz con Potsdamer Platz e dallo Spreekanal.L’antico borgo di, Cölln, caratterizzato da lotti gotici stretti e lunghi originariamente abitati dai numerosi pescatori della zona , da qui il nome isola dei pescatori ( Fischerinsel) o quartiere dei pescatori, subisce una drammatica trasformazione all’indomani dei numerosi progetti di ricostruzione del dopo guerra perdendo completamente la sua identità morfologica e aprendo una ferita, mai risanata, all’interno di quella continuità della forma urbana per isolati, la città compatta, che caratterizza buona parte del mittle di berlino. Spazzati via i lotti gotici e le tipiche case a blocco vengono realizzate 6 torri residenziali di circa 60 metri, elementi puntuali inseriti all’interno di un area verde non ben definita che vorrebbe forse rifarsi a qualche ideologia di città ma che alla fine risulta essere una modesta e disordinata area verde nel cuore di berlino a due passi dal maestoso quartiere dei musei, del lutzgarden e dei giardini dell’alte nationalgallerie e che in definitiva priva il quartiere di una qualsiasi relazione con il contesto sia degli isolati circostanti, sia degli edifici isolati che articolano il complesso dei musei. Il programma prevede in qesto luogo la realizzazione di un museo per una collezione privata e un centro ricerche sull’arte. La collezione è dedicata all’arte europea degli anni venti del novecento mostrando il ruolo fondamentale di berlino insieme a quello di parigi e mosca per lo sviluppo dell’arte moderna ed è composta da tre temi, l’arte costruttivista, Dada il principio del montaggio e l’architettura tra il1923 e il 1933.
14
Il materiale da esporre consiste in quadri e installazioni, tavole di progetto materiale grafico e modellini di architettura tra cui in particolar modo va considerato il plastico del progetto per un grattacielo in vetro di Mies van der rohe. oltre agli spazi per l’espozione della collezione il programma prevede anche la progettazione di spazi per mostre temporane, depositi laboratori un auditorium e come già accennato di un istituto di ricerca comprensivo di uffici per la direzione ,studioli e una biblioteca. OBBIETTIVI E IDEA DI PROGETTO L’ obbiettivo in primio luogo è quello di un interpretazione dell’area di progetto come un luogo pubblico da restituire alla città e in particolar modo alla sequenza urbana dell’isola dei musei cercando così di risanare almeno in parte la discontinuità morfologica creata dalla demolizione degli isolati originari e l’inserimento del sistema autoreferenziale delle sei torri residenziali. In secondo luogo si vuole definire un sistema tipologico capace di articolare gli spazi espositivi del museo e le altre funzioni previste dal programma. Il progetto, dunque, mira a interpretare e sviluppare due questioni fondamentali per un progetto di architettura; il rapporto dell’edificio con la città
15
e con il sito e l’articolazioni dei sui spazi interni e quindi del programma funzionale. L’ idea di progetto parte dalla volontà di inserire un edificio con determinate caratteristiche indipendenti e di riconoscibilità rispetto al contesto ma al tempo stesso in grado di fungere da elemento generatore di un sisitema più ampio interagendo con le torri, iserendosi come elemento ordinatore del sistema esistente Il progetto si articola su due livelli; un primo livello ipogeo nel quale si sviluppa il tema del museo con gli spazi per la collezione permanente e quella temporanea identificati da due sistemi formali incernierati tra loro definiti dalgi stessi elementi tipologici, quello centrale per la collezione privata e quello lineare per gli spazi temporanei; e un secondo livello, alla quota zero, in cui si affronta il tema del parco urbano e della piazza urbana, elementi quest’ultimi generati dal sistema formale e tipologico che caratterizza gli spazi museali in grado di sviluppare quel sistema più ampio di cui si è già parlato capace di ordinare lo spazio esistente e definire uno specifico luogo urbano connesso con il sistema circostante dell’isola dei musei e della città compatta.
16
SCHEMI COMPOSITIVI
17
Pr
06
LAMBRATE UrbanLAB
Milano - Piazza Rimembranze
DATI DEL PROGETTO Politecnico di Milano
Facoltà di Architettura Civile, Milano Bovisa CdLM. in Architettura Laboratorio di Allestimento e Museografia docente: Prof. Arch. Mara Servetto team: Mattia Frigerio, Sara Conte Jelena Popovic, Kristina Marcandella luogo: Milano Lambrate, Piazza Rimembranze anno: 2013
IDEA: Uno spazio aperto può essere un punto di incontro se risponde alle esigenze delle persone che lo abitano e lo percorrono. L’idea di questo progetto è quella di realizzare un luogo per un incontro informale tra il mondo dello studio e il mondo del lavoro in modo da poter riattivare il contesto urbano circostante . LOCATION L’ area scelta per l’installazione è la grande piazza alberata delle Rimembranze a Lambrate, un quartiere che si sviluppa intorno alla realtà studentesca e professionale. La grande piazza alberata, oggi snodo viario e poco più, può invece tramite un istallazione funzionale diventare una vera e propria cerniera tra queste due realtà. TARGET Per interagire con il contesto il progetto deve tener conto di numerosi partecipanti: studenti provenienti dalle università limitrofe e dai numerosi studentati, professionisti, famiglie residenti compreso bambini e persone anziane. CONCEPT Definire lo spazio interno al margine alberato con elementi primari e forme semplici che identificano funzioni specifiche a loro connesse. Un “laboratorio” nel quale gli elementi vengono messi a contatto per generare una interazione fra loro
18
DETTAGLI
19
Pr
07
RESTAURO DELL’ ALA NORD DEL CIMITERO DI PAVIA Pavia
DATI DEL PROGETTO Politecnico di Milano
Facoltà di Architettura Civile, Milano Bovisa CdL. in Scienze dell’ Architettura Laboratorio di Restauro
docenti: Prof. Arch. Giuliana Cardani, Micol dell’Orto, Alessandra Colombo team: Mattia Frigerio, Chiara Lionello luogo: Pavia, Cimitero comunale anno: 2008/2009
Il progetto prevede il risanamento di una porzione, l’ala nord, del cimitero di Pavia la quale per via dell’umidita’ e della scarsa manutenzione risulta seriamente degradata soprattutto nelle parti decorativi, affreschi e stucchi che ornano le cappelle e le gallerie voltate. Il progetto si compone di due parti, la prima di analisi e la seconda di intervento. La raccolta dei dati riguardante l’area e la storia della costruzione sono fondamentali per capire i motivi delle varie patologie riscontrate sull’opera, il seguenti rilievi geometrici, materici e dei degradi sia materiali che strutturali consentono di mappare l’intero edificio e di avanzare delle proposte di intervento per risanare, valorizzare e per proteggere l’opera da ulteriori danni.
20
RILIEVO FOTOGRAFICO
21
Pr
08
TEATRO DELLA CREATIVITA’ Milano - exarea Livellara - Bovisa
DATI DEL PROGETTO Politecnico di Milano
Facoltà di Architettura Civile, Milano Bovisa CdL. in Scienze dell’ Architettura Laboratorio di Architetteura degli Interni docente: Prof. Arch. Letizia Caruzzo team: Mattia Frigerio, Stefano Spreafico luogo: Milano, ex- area Livellara, Bovisa anno: 2006/2007
Il progetto per un teatro della creatività in Bovisa nasce come ulteriore evento di riqualificazione della zona nord di Milano. Posizionato idealmente a metà strada tra i due campus del politecnico all’interno dell’area industriale Livellara, recupera e converte un padiglione dismesso in un luogo per l’arte in quello che sembra, con l’inserimento del polo universitario prima e della triennale dopo, una riconversione a grande scala di una intera parte di città, da campagna ai bordi della città a zona industriale fino a potenziale nuovo centro di ricerca e sviluppo artistico e tecnologico per Milano. Fonte d’ispirazione per il progetto è l’arca di prometeo realizzata da Renzo Piano, il teatro vuole infatti essere un elemento indipendente letteralmente calato all’interno di una realtà preesistente e lasciata inalterata, per questo il recupero non prevede interventi sulle facciate del prefabbricato. L’importante non è ciò che appare ma ciò che significa, quella stessa immagine che prima conteneva la fabbrica ora contiene uno spazio creativo un luogo per il teatro per la musica o per piccole esposizioni magari di giovani artisti milanesi e non solo. Elemento fondamentale del progetto è la parete lignea chiaramente ispirata dal progetto di piano in grado di regolare gli spazi interni suddividendo le aree collettive come il foyer o gli spazi espositivi del teatro. Quest’ultimo è concepito come un teatrino scientifico con un palco e due ampie balconate, questa conformazione obbligata dalle dimensioni contenute e dalla forma del prefabbricato permette, tuttavia, di assumere diverse conformazioni, infatti le balconate oltre ad ospitare il pubblico nella versione più tradizionale potrebbero essere utilizzate come spazi scenici oppure ospitare l’esibizione di un orchestra circondando lo spettatore posizionato in platea.
22
23
Co
01
I GIARDINI A LAGO Como
DATI DEL PROGETTO Concorso Internazionale di Progettazione Riqualificazione dei Giardini a Lago
studio: Santambrogio Architetto team: Arch. Stefano Santambrogio, Mattia Frigerio Erika Mazza luogo: Como anno: 2017 Il progetto dovrà affrontare alcune problematiche generatesi nell’evoluzione storica delle trasformazioni dell’area. Una di queste è sicuramente la frammentarietà della percezione degli spazi e del paesaggio lacuale. La massa del doppio filare di Tigli, forma una barriera alla percezione del parco e di tutto ciò che vi sta dietro. Entrando nella parte centrale del giardino, la presenza di siepi, cespugliature, attrezzature ludiche, impediscono allo sguardo di fluire verso lo spettacolo della scenografia lacuale. Si pensi inoltre alla difficoltà, per chi cammina all’interno del giardino, di percepire la presenza dell’asse che conduce al Tempio Voltiano a causa della innumerevoli barriere. La percezione di marginalità di alcune significative zone del parco è un altro degli aspetti più critici riscontrati. Di fatto il flusso pedonale principale si registra sul lungolago e la zona di maggior sosta è il prato tra i monumenti. L’asse creatosi per l’interramento del Cosia di fatto risulta un tappeto di prato che non invoglia ad essere frequentato. Situazione aggravata dalla cesura costituita dall’area del minigolf, che si estende per un esteso tratto impedendo la comunicazione tra queste parti. La parte oggetto del concorso che costeggia il monumento di Terragni, gli edifici razionalisti e l’idroscalo, presenta altre criticità riassumibili nell’assenza di valorizzazione di tali episodi architettonici, non essendoci un percorso di collegamento qualitativamente adeguato e dove l’innesto con il Chilometro della conoscenza appare ‘casuale’, non visivamente e morfologicamente strutturato. I primi studi sull’area hanno riguardato l’analisi delle sue modifiche a partire dalla metà dell’Ottocento. Sulla base della cartografia recuperata si rielabora l’impianto del giardino e delle aree limitrofe, che si basa in sintesi sui seguenti obbiettivi: valorizzazione dell’asse voltiano; Rafforzamento del carattere ‘metafisico’ dello spazio tra i monumenti; Restituzione alla città di un luogo raccolto, mediante la riproposizione rivisitata del giardino ottocentesco’; semplificazione di ogni elemento presente nel giardino mediante l’eliminazione di ostacoli alla percezione
24
dei piani orizzontali, delle emergenze e del paesaggio lacuale; connessione ’fluida’ con il percorso del chilometro della conoscenza. La conformazione ad aiuole baulate è stata definita con l’obbiettivo primario di conservare le piante esistenti e dare una coerenza compositiva tra portamento delle alberature e contorno dell’aiuola. La forma dell’aiuola supera la semplice circonferenza assumendo un contorno più dinamico. Il perimetro delle aiuole ripropone la fascia di acciottolato. Anche questa forma risponde alla volontà di reinterpretare tale bordura variandone la larghezza al fine di accogliere i tratti di seduta. La riqualificazione della fontana e dell’area ad essa limitrofa armonizza l’intera area centrale, eliminando l’anello d’asfalto e il relativo piano artificiosamente creato a monte della fontana. Vengono raccordati i piani tra la fontana e i percorsi laterali delimitati dalle nuove aiuole. Come accennato l’eliminazione dell’anello rialzato, permette di integrare gli spazi del giardino che attualmente risultano collegati dalle sole scalette ai bordi della fontana. La riqualificazione del sedime del torrente Cosia risponde alla duplice necessità di invogliare il movimento dei visitatori sia da est che da via Recchi e aumentare la qualità paesaggistica inserendo degli elementi vitali che invoglino ad utilizzare questa zona di giardino. L’introduzione dello specchio d’acqua va vista in tale senso e non come una semplicistica e astratta riproposizione del celato torrente. Percorso dalle molteplici capacità attrattive: didattiche (promenade di piante acquatiche, graminacee, perenni) del benessere (percorso vita); artistiche (esposizione di oggetti con valenza scenografica e installazioni di luce). Per quanto riguarda l’asse Voltiano a seguito di una serie di valutazioni non si è voluto apportare modifiche all’impianto del viale, mantenendo sostanzialmente la presenza del tappeto verde che conduce lo sguardo sul tempio. L’attenzione è stata posta sul bordo di tale ring di verde. Pertanto si è rafforzata la sua percezione fisica e materica introducendo una fascia lapidea chiara accompagnata da un passpartout della medesima pietra ribassato a filo prato. Il tratto di Via Peucher attualmente risulta essere un posteggio. Il progetto non contesta la loro presenza ma ha il solo obbiettivo di migliorare la percezione del percorso che collegandosi all’idroscalo, prosegue poi verso villa Olmo. In tale ottica, inserisce due correttivi alla situazione attuale: aumento della sezione del percorso lungo gli edifici razionalisti; creazione di una schermatura vegetale al fronte esterno dello stadio. Tale ridefinizione della sezione stradale amplia a più di cinque metri il percorso pedonale, conferendogli una dimensione adeguata che valorizza la presenza degli edifici e si rapporta alle dimensioni del percorso che lo collega al monumento di Terragni. Il tratto nel quale venne costruito l’idroscalo è divenuto punto di cerniera tra il ‘Chilometro della conoscenza’ e il percorso che collega la zona monumentale, il giardino e il lungolago. Il progetto enfatizza tale presenza. Il segno ad arco che coinvolge l’intero tratto assolve una duplice funzione: armonizza il collegamento tra i tratti pedonali rendendo percettivamente esplicito ed enfatizza il singolare punto di osservazione del lago. Ai lati del piano inclinato di alaggio degli idrovolanti, sono state previste due aree di sosta attrezzate con estese sedute e soprattutto con pergole di metallo e legno a ricordare la struttura di un’ala di aeroplano. In fine il progetto fornisce semplici indicazioni per ridisegnare la pavimentazione e creare punti di sosta lungo il percorso della diga foranea.
25
DETTAGLI PAVIMENTAZIONI
VEGETAZIONE
26
GIOCHI E ILLUMINAZIONE
27
Co
02
RIQUALIFICAZIONE DI VIALE SANTA MARGHERITA Caorle
DATI DEL PROGETTO Concorso Internazionale di Idee
Riqualificazione urbana e architettonica di viale Santa Margherita
studio: Santambrogio Architetto team: Arch. Stefano Santambrogio, Mattia Frigerio Erika Mazza luogo: Caorle, (VE) anno: 2017 La riqualificazione del viale Santa Margherita, ha avuto come obbiettivo primario la realizzazione di una ‘Isola ambientale’. Isola in quanto interna alla maglia della viabilità principale ed “ambientale” finalizzate al recupero della vivibilità degli spazi urbani. Il progetto rappresenta la sublimazione degli aspetti di ingegneria stradale mediante una composizione ‘fluida’ che rinaturalizza anche geometricamente la superficie urbana della strada. Occorre notare che la linea sinuosa che introduce questa geometrizzazione ‘organica’, di fatto è secondaria nella gerarchia della ‘struttura’ della strada. Origina da una serie di funzioni che incorpora: rompe la rigidità rettilinea della pista ciclabile in funzione della riduzione della velocità - separa l’ambito della mobilità lenta da quella veloce - porta tutti gli arredi ordinandoli su di in un’unica linea e determinando percettivamente una quinta che rende netta ai ciclisti la separazione tra l’ambito pedonale e quello ciclabile, senza disporre di specifiche barriere di separazione. La richiesta dell’Amministrazione che più influisce sulla definizione della nuova sezione stradale è data dall’introduzione di una viabilità ciclabile che ne comporta una riduzione di spazio trasversale variabile dai 2,5 ai 3 metri. Risulta evidente che l’unica possibilità di mantenere il doppio senso di marcia introducendo tale pista, porta all’eliminazione dello spartitraffico centrale e alla riduzione della larghezza degli stalli di sosta. Unica soluzione che permette il mantenimento dell’attuale capacità di parcheggio. Diversamente si dovranno eliminare una linea di posteggi. Pertanto si è passati a verificare la possibilità di avere un senso unico, soluzione che avrebbe permesso la rivisitazione del viale in chiave di isola ambientale con la scomparsa di una rigida specializzazione degli spazi. Analizzando la viabilità ci si è reso conto che tale scelta risulta praticabile e pertanto si è optato per un flusso in sola entrata alternando i sensi unici delle strade laterali ricalcando in parte l’attuale situazione.
28
Il senso unico non è stato adottato sull’intero viale. Viale Santa Margherita non è da intendersi come un asse viario omogeneo e ciò ha comportato anche una diversa configurazione viabilistica. Stabilita la viabilità con i tratti a senso unico che avrebbero permesso la ridefinizione degli spazi con la creazione di ampie superfici pedonali e ciclabili il problema da affrontare era il mantenimento o meno del filare di pinus pinea. Il progetto li rappresenta ancora al loro posto con qualche abbattimento funzionale alla nuova circolazione. La questione sostanziale non è però la conservazione di tali alberi, ma il ruolo del verde nella struttura da conferire al viale. Entrano in gioco diversi aspetti da considerare: 1- Il valore che le alberature attuali hanno nella memoria collettiva, 2- le caratteristiche dei fronti edificati di scarsa qualità 3 - la necessità di mantenere una visibilità almeno sino all’altezza del primo piano degli edifici al fine di garantire una riconoscibilità delle attività commerciali e ricettive, 4 - la creazione di un microclima nel periodo estivo, 5 - l’adeguata distanza dalle finestre e la filtrazione della luce negli edifici. Che il pinus pinea non sia la scelta più opportuna per una strada con tali caratteristiche, è un’opinione condivisibile. Sta di fatto che c’è e svolge un ruolo scenografico nelle percezioni del viale, che non può essere sottovalutato. In definitiva, considerato che gli accorgimenti adottati nel progetto per migliorane lo stato fitosanitario, permetteranno la conservazione quasi ottimale eliminando il problema manutentivo della superficie stradale, si ritiene positiva la conservazione quale memoria della storia recente di Caorle e dei suoi abitanti. Seconda considerazione la qualità dei fronti edificati che non è tale da considerare positiva l’eliminazione delle piante che, con la loro mole scultorea , strutturano la scenografia della via, ponendo in secondo piano gli edifici stessi. Oltre al viale alberato, il progetto ha condotto una analisi attenta delle potenzialità delle presenze arboree esistenti. L’obbiettivo è stato quello di connettere visivamente le parti sparse di alberature che costellano l’area di intervento. Dal parco Santa Margherita passando dal largo dei venti sino al giardino pubblico, ogni occasione è stata analizzata per creare un ‘sistema’ continuo di spazi anche solo percepiti. Situazioni nelle quali l’aggiunta di essenze di diversa grandezza sono servite per connettere i primi piani agli sfondi. Si veda l’immagine dell’ingresso da piazza Piave al parco, dove dalla grande vasca che forma il nuovo tappeto di ingresso, la sequenza di cespugliature e piante di seconda grandezza, raccorda la massa verde esistente. Nell’adozione di estese aiuole lungo il viale, composte da graminacee, perenni e bulbare, l’attenzione è stata posta sulla presenza di fioriture nell’arco dell’intero anno, attenti a ridurre manutenzioni e fabbisogno idrico. Il progetto pone il verde come elemento di unione, narrazione continua, nell’ambito di quella ricerca di qualità di vita che solo una attenta rinaturalizzazione può apportare nelle aree urbanizzate. Sostenibilità ambientale che ha trovato nella riconversione di estese superfici impermeabili uno degli elementi fondanti del progetto.
29
ARREDI
Politecnico di Milano
FacoltĂ di Architettura Civile, Milano Bovisa CdLM. in Architettura Tesi di Laurea Magistrale relatore: team: luogo:
30
ILLUMINAZIONE
31
Co
03
PROGETTA STEPHENSON 86 Milano
DATI DEL PROGETTO Concorso Internazionale di idee “Progetta Stephenson 86”
studio: Marco Castelletti Architetto team: Arch. Marco Castelletti, Stefano Santambrogio Ermanno Cairo, Mattia Frigerio luogo: Milano, Via Stephenson anno: 2016
All’interno di un ambito di trasformazione urbana, caratterizzato da industrie dismesse, il progetto proposto si inserisce nell’area di intervento secondo due scelte fondamentali. Disegnare una configurazione planivolumetrica aperta con due volumi accostati a forma di “boomerang”, rivolti verso le altre aree al contorno da riqualificare, in modo da generare un riferi¬mento per le loro future trasformazioni. Sospendere gli edifici per destinare a giardino pubblico tutta l’area del livello terreno, al fine di creare una successione di spazi verdi collegati da un percorso che metta in comunicazione le aree pubbliche previste dall’ambito a sud e a nord. Inserire come centro della composizione un ampio atrio vetrato al piano terra dei volumi che si caratterizza quale spazio di ingresso pubblico e di relazione. Sospesi su pilastri ramificati che nascono da vasche d’acqua poste sotto gli edifici, i due volumi hanno i due lati interni vetrati rivolti verso le aree verdi esterne. Nello spazio lasciato tra le due figure accostate, si crea un vuoto a tutta altezza che accoglie al piano terra in successione l’accesso dall’esterno, l’atrio pubblico, l’ingresso agli uffici dei piani superiori. L’ingresso al complesso avviene dalla via privata Val Formazza lungo la quale si allinea il parcheggio pubblico esterno e quello interrato al servizio dell’edificio. L’atrio pubblico di accoglienza rimane vetrato su tutti i lati lasciando aperta la visibilità verso gli spazi pubblici esterni, e, oltre alla bussola di ingresso principale verso la strada, ha due ulteriori ingressi/uscite di sicurezza. I quattro piani superiori, destinati ad uffici, sono organizzati con un corridoio di distribuzione che corre lungo i lati chiusi dei due edifici e gli ambienti di lavoro in open space o in locali chiusi rivolti verso le vetrate. Ilpiano interrato accoglie, al di sotto dell’atrio, un auditorium al servizio non solo degli uffici privati, ma a disposizione per eventi pubblici, ampliando la dotazione di servizi. Mentre il piano interrato è costituito da una struttura in calcestruzzo, la parte fuori terra degli edifici prevede l’utilizzo di
32
strutture metalliche. La modularità e ripetitività della maglia strutturale consente la realizzazione di un numero limitato di tipologie di elementi strutturali in acciaio e di collegamenti standardizzati traducendosi in una conseguente riduzione dei costi di realizzazione e tempi di montaggio. Tutti i nodi saranno di tipo bullonato ad eccezione della struttura “ad albero” al piano terra, composta di tubolari saldati. Il rivestimento esterno è costituito in lastre metalliche di rheinzink “prepatinato” con decappaggio scuro che avvolgono e racchiudono i volumi sui tre lati della sezione trasversale dal soffitto sospeso del piano terra al lato esterno chiuso fino alla copertura. Il giardino alterna, attorno alle vasche d’acqua al di sotto degli edifici, campi di verde piantumati ritagliati dai percorsi pedonali di attraversamento in calcestruzzo con aree di sosta definite da pavimentazioni in legno. La creazione di un microclima in grado di mitigare le condizioni climatiche esterne, estive e invernali, tramite l’impiego di aree verdi abbinate a specchi d’acqua la forma dell’edificio, con il doppio corpo sospeso rivolti a NO e SE, nasce, inoltre, da valutazioni connesse all’ottimizzazione delle prestazioni energetiche dell’edificio. Questo, infatti, ha un prevalente carico termico interno, per cui la funzione dell’involucro è prioritariamente legata alcontrollo del surriscaldamento. A ciò contribuiscono diversi fattori: la presenza dell’edificio a torre disposto a sud dell’area, il cui cono d’ombra interferisce nei periodi di maggior apporto solare, la sagoma concava delle facciate NE e SW, in cui sono collocate le aperture per il raffrescamento ventilativo notturno dei controsoffitti, è particolarmente adatta a “raccogliere” i venti dominanti; la formazione di uno spazio esterno continuo sotto la prima soletta consente una ventilazione accelerata, anche diurna, per effetto “pilotis”. La proposta progettuale prevede un approccio sostenibile al controllo del benessere termo-igrometrico e della qualità dell’aria interna attraverso l’utilizzo di sistemi sia passivi, sia attivi, sia ibridi. I primi sono basati su meccanismi di scambio termico “naturali” (vale a dire, utilizzanti risorse climatiche e fenomeni fisici indotti dalle caratteristiche termiche ambientali e dei materiali di cui si compone l’edificio), i secondi su meccanismi di trasferimento termico indotto da energia esogena, i terzi sulla combinazione di scambi termici “naturali” con movimentazione meccanica dei fluidi termovettori. I sistemi interagiscono in modo sinergico sia tra di loro, sia con la struttura e l’involucro dell’edificio, al fine di minimizzare i consumi energetici e l’impatto sull’ambiente.
33
SCHEMI DISTRIBUTIVI
Politecnico di Milano
FacoltĂ di Architettura Civile, Milano Bovisa CdLM. in Architettura Tesi di Laurea Magistrale relatore: team: luogo:
34
35
Co
04
MInMA - CASA PER IL CUSTODE Bologna - Villa Belpoggio Baciocchi
DATI DEL PROGETTO Concorso Nazionale di Progettazione “Meno di 31” Casa del custode Villa Belpoggio Baciocchi studio: arch-it team: Arch. Tommaso Giudici, Mattia Frigerio, Stefano Spreafico luogo: Bologna, Villa Belpoggio Baciocchi anno: 2014 Il progetto è stato impostato per il raggiungimento dei seguenti obiettivi: - realizzare un nuovo edificio a basso impatto ambientale - realizzare un edificio astratto che annullasse qualsiasi richia mo al contesto costruito - una composizione architettonica fatta di forme pure e una conseguente caratterizzazione architettonica dettata dalla matericità. Si è ritenuto di procedere con la suddivisione del lotto con un modulo,quindi subordinare lo sviluppo architettonico attraverso un rigore assoluto che garantisse un equilibrio tra le “forme”. All’interno della griglia modulare il corpo edilizio è stato inscritto con l’unione di due volumi di forma ottagonale, distribuiti sull’asse nord-sud e contenenti rispettivamente la zona giorno e la zona notte. Il volume ottagonale a origine dalla tradizione, esso presenta però dei punti di irregolarità in prossimità delle aperture dei vari ambienti e nel punto di ingresso; quest’ultimo posizionato là dove avviene l’intersezione volumetrica. Tale irregolarità esprime soprattutto un dinamismo architettonico,un gesto strettamente correlato alle aperture esterne che con la loro permeabilità instaurano un rapporto diretto con l’ambiente circostante, rapporto necessario affinchè l’architettura possa avvilupparsi alle sue caratteristiche divenendo perciò un qualcosa di “irripetibile”, dettando la conseguente nascita del “luogo”. L’articolazione volumetrica nasce dall’esigenza di dare alla zona giorno e a quella notte una caratterizzazione di natura formale; infatti la prima si sviluppa in un corpo di fabbrica ad un piano fuori terra con copertura piana, mentre la seconda in un volume a due piani fuori terra con copertura inclinata. La scelta radicale di non posizionare nei volumi nessuna apertura sul lato est nasce dall’esigenza di non instaurare nessun rapporto con la Villa infatti la residenza del custode vuole essere un elemento che non si rapporta con l’edificato, quale unico protagonista del parco, ma come elemento artificiale che si “naturalizza”, instaurando un processo di arricchimento dell’ambiente naturale.
36
DETTAGLI
37
Co
05
I PERCORSI DEL CENTRO Jesolo
DATI DEL PROGETTO Concorso Internazionale di Idee
Riqualificazione e valorizzazione del centro storico
studio: arch-it team: Arch. Patrik Speafico, Tommaso Giudici, Mattia Frigerio, Stefano Spreafico luogo: Jesolo, (VE) anno: 2010
Il concorso per la riqualificazione urbana e valorizzazione del centro storico di Jesolo prevede l’intervento su diversi punti nevralgici della città; la piazza del duomo, la riva del canale, una piazza interna parallela alla via principale e la grande piazza del mercato. Il progetto mira a valorizzare e riqualificare soprattutto due elementi della città, la riva nord del canale e il grande spiazzo utilizzato come mercato. Nel primo caso le condizioni attuali non permettono una passeggiata lungo il canale per via del marciapiede di dimensioni contenute e ostacolato da un filare di alberi, il progetto propone dunque uno lieve spostamento del tracciato stradale per guadagnare quello spazio indispensabile per creare un passaggio pedonale effettivamente percorribile con l’aggiunta di slarghi in aggetto sul canale che oltre a garantire un approdo per le piccole imbarcazioni consente anche di ottenere degli spazi di sosta lungo la passeggiata. Nel secondo caso si è tentato di trovare una soluzione progettuale per la zona del mercato che non solo fosse in grado di servire questa funzione ma che valorizzasse l’intero lotto che nei giorni in cui non ospita il mercato risulta un enorme parcheggio desolato. Il progetto suggerisce dunque la creazione di un parcheggio sotterraneo in modo da creare in superficie un “giardino mercato”, un area verde per il gioco e il relax in grado anche di ospitare il mercato cittadino.
38
39
Co
06
RECUPERO EX BRICCHETTIFICIO San Giovanni Valdarno - Arezzo
DATI DEL PROGETTO Concorso Internazionale di Progettazione Nuovo centro direzionale per la Castelnuovese
studio: Arch-it team: Arch. Patrik Spreafico, Tommaso Giudici, Mattia Frigerio, Stefano Spreafico, Ing. Loui Gilbert luogo: San Giovanni Valdarno, Arezzo anno: 2009/2010 Il progetto relativo all’edificio industriale ex bricchettificio parte dall’idea di recupero e valorizzazione dell’architettura esistente nell’ottica di garantire un edificio caratterizzato da un’alta qualità compositiva e funzionale, e dotato dei migliori sistemi impiantistici in modo da contenere i consumi energetici e di conseguenza l’impatto ambientale. Innanzitutto, a seguito di un’attenta analisi storica, si è deciso di eliminare tutte le superfetazioni che, nel corso del tempo, hanno “contaminato” l’edifico principale. Questo atteggiamento deriva dal fatto che è nostra intenzione riportare alla luce l’edificio storico nella sua forma originaria mantenendone la matericità esistente. In quest’ottica, i nuovi volumi saranno contraddistinti da un linguaggio architettonico contemporaneo caratterizzato da coperture piane, strutture metalliche indipendenti e tamponamenti in vetro e lastre di “fibre C” (un nuovo materiale realizzato con cemento rinforzato con fibre di vetro) disposti con una sequenza dinamica di pieni e di vuoti. La struttura principale dell’ex bricchettificio verrà consolidata mediante la realizzazione di nuove contro-pareti e al contempo “svuotata”, sia dei vecchi macchinari che delle strutture orizzontali, in quanto le strutture murarie esistenti, seppur affascinanti, non sono in grado di garantire il confort termico e le prestazioni statiche richieste al giorno d’oggi. Il progetto, prevedere, oltre alla sopra citata serie di demolizioni, una nuova ri-distribuzione degli spazi, mediante la realizzazione di un nuovo volume di ingresso a nord a doppia altezza che consente di accedere all’edificio storico principale e al contempo permette di servire il nuovo auditorium seminterrato. La realizzazione, all’interno del corpo centrale svuotato di una nuova copertura in vetro apribile, connotandosi come “torre distributiva” capace di funzionare, anche grazie alla sua altezza, da camino di esalazione a servizio degli ambienti circostanti. La realizzazione di un nuova serra solare sul prospetto sud, che l’ala est dell’edificio esistente comportandosi come un “giardino d’inverno.
40
41
Co
07
NUOVA MANICA ACCOGLIENZA VILLA DELLA REGINA Torino - Villa della Regina
DATI DEL PROGETTO Concorso Internazionale di Progettazione “Villa della regina” il concorso per la nuova manica accolgienza
studio: arch-it team: Arch. Patrik Speafico, Tommaso Giudici, Mattia Frigerio, Stefano Spreafico luogo: Torino, Villa della Rgina anno: 2009/2010
Il concorso internazionale di Villa della Regina richiedeva la progettazione di spazi accessori per l’attività museale della villa storica, uno spazio accoglienza, un bookshop, una piccola sala multimediale e un area ristoro. La nuova manica si colloca esattamente sul sedime occupato dal Palazzo Chiablese distrutto in seguito ai bombardamenti del 1942/43, riprendendo in chiave moderna i ritmi architettonici del precedente edificio, ponendosi come evento stratigrafico per ricucire la ferita e maschera con il suo volume la centrale tecnologica installata sullo stesso sedime a seguito dei lavori di riqualificazione della villa. Partendo dal rilievo fornito è stato progettato un volume che si sviluppa prevalentemente su un piano, con altezza pari alla galleria di collegamento alla villa e in parte su due piani nella zona nord, sottolineando l’ingresso della nuova manica. Il nuovo edificio prevede di ricomporre l’organizzazione del giardino a parterres, ponendosi come quinta neutra che con la sua semplicità e linearità volumetrica e materica completa scenograficamente la corte, dialoganto con la villa storica inserendosi in modo armonico con gli edifici esistenti e il paesaggio circostante.
42
DETTAGLI
43
Mattia Frigerio Via San Mauro 37, 23880 Casatenovo (LC) 349 3030 212 mattia_frigerio@yahoo.it matthew2573 issuu.com/mattiafrigerio