Come Acqua di Rose

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Come acqua di rose ispirazioni, dettagli, emozioni

Anna Clerici Lalla Crusizio Obersnel Natalia Carducci Lelia Bozzoli Raffaella Meccheri Renata Giannecchini


Sommario Prefazione

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Cenni sulla storia della rosa

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Rosa Banksiae Alba Plena

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Duchesse de Montebello

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Heritage

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Munstead Wood

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Teasing Georgia

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Climbing CĂŠcile Brunner

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Reine Victoria

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Le autrici

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Bibliografia

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Ringraziamenti

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Prefazione Come acqua di rose prende forma in un freddo pomeriggio di dicembre, durante uno dei nostri tradizionali Christmas tea.

Tra le vorticose spirali di fumo di una tazza di tè e le allegre chiacchiere di noi amiche, intente a scambiarci i regali di Natale e a gustarci deliziosi pasticcini fatti in casa, è nata, quasi per gioco, l’idea di questa avventura. Il nostro desiderio era quello di riunire le nostre passioni tra le pagine patinate di un libro che parlasse al cuore delle persone, tirando fuori il loro lato creativo. Passioni diverse le nostre, ma legate da un unico fil rouge: l’amore per le rose e per le cose belle. Un’impresa non facile, perché per tutte noi si trattava di una prima volta e, come ogni prima volta, rappresentava un irresistibile salto nel buio. E così, tra il rumore delle onde e il silenzio della campagna toscana, è nato questo libro, dedicato a tutti quelli che come noi credono nei sogni e si perdono nel delicato profumo di una rosa.

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Cenni sulla storia della rosa

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Nell’antico Egitto la rosa è il fiore preposto al culto di Iside. Con essa si realizzano oli destinati sia all’uso cosmetico, sia alla preparazione dei corpi all’imbalsamazione. Ghirlande realizzate con R. Richardii, detta anche R. Sancta di Abissinia, sono state ritrovate all’interno delle tombe egizie. La rosa è costantemente presente anche nella vita religiosa e culturale dei greci. La troviamo nella leggenda del bellissimo Adone, amato da Afrodite. Il giovane, narra il mito, fu ferito a morte da un cinghiale scatenatogli contro da Ares. La dea corse immediatamente in suo aiuto, ma si punse un piede con una spina di un cespuglio di candide rose, che divennero rosse come il suo sangue. È così che, secondo gli antichi, nacquero le rose rosse. La rosa bianca invece, era legata al mito di Thanatos, personificazione della morte, rappresentato come un fanciullo alato con una torcia a testa in giù in procinto di spegnersi. In altre occasioni, Thanatos è raffigurato con una farfalla in mano, metafora dell’anima. Riferimenti alla rosa si trovano anche nella letteratura classica greca. Nell’Iliade, Afrodite cosparge il corpo martoriato di Ettore con olio di rose per preservarlo dallo scempio del trascinamento, mentre, a secoli di distanza, la poetessa Saffo conferisce alla rosa il titolo di “regina dei fiori”. A questa pianta erano attribuiti anche poteri magici. Si riteneva infatti, che avesse il potere di combattere l’estasi provocata dal vino e che fosse in grado di impedire che pericolosi segreti fossero rivelati. Questo elesse la rosa a simbolo di riservatezza e, per questo motivo, durante i riti dionisiaci, i greci erano soliti cingersi il capo con corone di fiori di rosa. Nell’antica Roma le rose venivano coltivate in modo intensivo in tutto l’impero e, per garantirsi l’approvvigionamento nei mesi invernali, venivano importate direttamente dall’Egitto. In seguito, per svincolarsi dai dazi egiziani, troppo esosi, si realizzarono le prime serre riscaldate dove coltivare le rose anche nei periodi freddi dell’anno. Perfino gli uomini di potere dell’epoca non rimasero insensibili al fascino di questo fiore. L’imperatore Eliogabalo, famoso per la sua scelleratezza e per le sue stravaganze, adoperava petali di rosa durante i fastosi banchetti a corte. Si narra che molti dei suoi ospiti, ormai in preda ai vapori dell’alcol, finissero addirittura soffocati dai petali di rosa che cadevano dal soffitto. Il dipinto realizzato in epoca vittoriana da Sir Lawrence Alma-Tadema, “Le rose di Eliogabalo”, raffigura magistralmente l’atmosfera che si respirava durante quei conviti. Gli antichi romani erano così affascinati da questo fiore che lo usavano persino come riconoscimento al valor militare. Ad esempio, ai soldati dell’VIII legione (legione Augusta), costituita da Cesare, fu concesso di servirsene come ornamento per i loro scudi durante la campagna d’Africa.

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La rosa ebbe molto successo anche in ambito cosmetico. Dai suoi petali essiccati si ricavava una polvere deodorante chiamata “diapasma”, utilizzata come talco dopo il bagno. Da essi si otteneva anche un olio essenziale che doveva fungere da tonico astringente. E furono proprio le caratteristiche terapeutiche e cosmetiche della rosa che le consentirono di entrare nella civiltà cristiana, nonostante fosse il più importante simbolo del mondo pagano. Lo straordinario successo che la rosa riscosse nella Roma Imperiale e l’uso smodato che se ne fece, la resero simbolo di dissolutezza. Per questo la Chiesa fu inizialmente piuttosto sospettosa nei suoi riguardi, in quanto ritenuta agli antipodi dei valori professati dalla cristianità. Le sue proprietà terapeutiche e la sua indiscutibile bellezza, prevalsero sui pregiudizi e la rosa fu così rivalutata, tanto da diventare in seguito il simbolo mariano per eccellenza. Per slegare la rosa dal suo passato, molti dei miti pagani che la vedevano protagonista vengono rivisti e riadattati. E così il colore rosso delle rose diventa il sangue di Cristo, mentre le spine divengono allegoria della sua passione. Il valore metaforico di riservatezza che le era stato attribuito in epoca antica si rafforza in questo periodo. Spesso, sopra ai confessionali, era raffigurata una rosa stilizzata a fiore semplice, abbinata alla scritta “sub rosa”, a ricordare il vincolo di segretezza che pendeva sul sacramento della confessione. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, la popolarità della rosa conobbe un periodo di decadenza e questo fiore smise di essere coltivato in modo intensivo come accadeva nell’antica Roma. In epoca medioevale fioriva solo nei chiostri dei monasteri ed era utilizzata unicamente a fini medicamentosi. La rosa, però, si diffuse lentamente anche in Germania grazie a un editto di Carlo Magno, che ne impose la coltivazione nei giardini del suo impero, come aveva già sancito per le iris. Nel Medioevo, i crociati, di ritorno dalla Terra Santa, introdussero la R. damascena, caratterizzata dall’intenso profumo e ancora oggi coltivata nella “Valle delle rose” in Bulgaria per l’estrazione dell’olio essenziale. In questo periodo la rosa divenne fonte d’ispirazione in campo artistico, dove venne eletta a simbolo di perfezione e di amore. Nell’architettura fu diffusamente utilizzata nei rosoni delle chiese, per i quali inizialmente ci si ispirò a rose a cinque petali, mentre nel periodo gotico si predilessero rose dalla forma più ricca. La rosa è protagonista anche della letteratura medievale. A partire dal 1100 i codici letterari e filosofici dell’Amor Cortese si diffondono dal sud della Francia in tutta Europa grazie ai cosiddetti “trobadors“. L’esempio più famoso è rappresentato dal poema “Roman de la Rose” di Guillaume de Lorris, in cui la rosa diviene allegoria della donna amata dal poeta. La rosa trionfa anche nel Rinascimento, dove il giardino viene declinato secondo i canoni estetici classici e si trasforma in un luogo di meditazione e svago. Al suo interno le rose, coltivate assieme ad altre piante ornamentali, ne divengono il punto focale.

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Nel Cinquecento, collegati alle scuole di medicina e farmacia, nascono i primi orti botanici. In essi vengono coltivate principalmente rose galliche e rose moschata, dalle proprietà terapeutiche. Sono molti i testi del tempo che illustrano i vari tipi di rose e le loro caratteristiche, mettendone in evidenza le proprietà curative e il loro impiego. Alla fine del XVI secolo, fece la sua prima comparsa in Olanda la R. centifolia, conosciuta anche come “Cabbage rose”, ovvero “rosa cavolo”, per la forma del fiore. Questa varietà fu particolarmente amata dai pittori fiamminghi dell’epoca, che la raffigurarono nelle loro bellissime nature morte. Fino al XVIII secolo, le rose protagoniste della storia, della cultura e dell’arte furono le rose antiche propriamente dette, a fioritura unica. Queste erano le botaniche, le galliche, le damascene, le alba e le centifolia, con le loro annesse mutazioni muscose. Ma alla fine del Settecento, grazie ai traffici della Compagnia delle Indie con l’Oriente, vengono introdotte in Europa le rose cinesi e le rose tea. Una vera e propria rivoluzione nel mondo europeo delle rose, dove vennero introdotti il colore giallo, il colore rosso vivo e il carattere della rifiorenza, presente tra le rose europee del tempo solo nel caso della R.damascena bifera. Con l’introduzione delle cinesi e delle tea inizia così, in Francia ed Inghilterra, la “grande ibridazione”. Da allora in poi è stato un susseguirsi di ibridazioni che hanno portato alla nascita di numerose nuove varietà, tra cui le Noisette, le Bourbon, le Portland e le Polyantha, fino alle rose moderne che coltiviamo nei nostri giardini. Nel 1867, nel vivaio del noto ibridatore Guillot nasce La France, il primo ibrido di rosa tea. Non a caso, questo anno fu considerato a lungo come l’anno di spartiacque tra le rose antiche e le rose moderne. Tutte le rose esistenti prima di tale data erano considerate antiche, quelle che venivano dopo, moderne. Negli ultimi decenni però gli esperti hanno stabilito una nuova linea di demarcazione, il 1900. A partire dagli anni Venti del Novecento, la corsa all’ibridazione fu rivolta principalmente all’ottenimento di rose sempre più fiorifere e dai colori sgargianti. Tutto a discapito delle caratteristiche proprie delle rose antiche, ossia il profumo, la forma aggraziata del fiore e del cespuglio. Così molte rose antiche andarono perdute, ma altre per fortuna furono salvate dalle cure di appassionati collezionisti. Fra tutti spicca la figura di Graham Stuart Thomas, che durante gli anni della seconda guerra mondiale, iniziò a dar vita a una collezione di rose antiche, una delle più importanti al mondo, salvandone molte dall’oblio. Negli ultimi anni l’atteggiamento generale è cambiato e molti appassionati del giardino hanno rivalutato la bellezza delle rose antiche, che sono tornate a fare bella mostra di sé nei cataloghi dei vivaisti. Significativa è l’esperienza di David Austin. Agli inizi degli anni Sessanta, il noto ibridatore anglosassone ha avuto la geniale intuizione di incrociare le rose antiche con le rose moderne, creando le Rose Inglesi, una nuova varietà che coniuga le caratteristiche delle rose antiche e la rifiorenza di quelle moderne. Ma la storia della rosa non si conclude di sicuro qui. Questo affascinante fiore ci riserverà in futuro certamente qualche altra sorpresa. Chissà che non sopravviva alla nostra stessa specie, accompagnando la Terra fino alla fine dei tempi.

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“Ma chi non osa afferrare la spina non dovrebbe mai desiderare la rosa.” Anne Brönte

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Rosa Banksiae Alba Plena Sin. R. Banksiae var. Banksiae Questa rosa, dalla fioritura copiosa e romantica, appartiene alla varietà delle banksiae, rose originarie della Cina, dove venivano già coltivate nel Cinquecento per delimitare i confini dei terreni agricoli. La Banksiae Alba Plena fu introdotta per la prima volta in Europa nel 1807, presso i Kew Gardens di Londra, e fu dedicata alla moglie dell’allora direttore Joseph Banks, Dorothea. Questa rosa è una pianta molto vigorosa (raggiunge i 5 metri di altezza), priva di spine e con un fogliame molto decorativo. È adatta a crescere su pergole, archi, contro un muro o semplicemente può essere lasciata libera di arrampicarsi sugli alberi. Fiorisce precocemente e già in aprile si ricopre di piccoli fiori doppi bianco puro dal delicato profumo di violetta, che ricadono in morbidi tralci. Non richiede particolari cure, la potatura è solo di contenimento e di pulizia dai rami secchi e sciupati, da effettuarsi subito dopo la fioritura in primavera. Sebbene quest’ultima sia unica nella stagione, è così spettacolare da far sì che questa rosa meriti un posto d’onore in giardino.

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La semplicitĂ e il candore della rosa Banksiae Alba Plena hanno ispirato questo delizioso sweet table, dedicato ai piĂš piccoli. Golosi dolcetti, alzatine, vassoi scovati nei mercatini brocante ed inviti realizzati a mano fanno da cornice ad una raffinata naked cake.

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"Vieni alla mia festa ? " • disegni • cartoncino (180/200 di grammatura) color avorio o bianco in formato A4 • scanner, computer, stampante • piegatore carta in osso • forbici per scrapbooking • nastrini o spago • fiorellini e verde per decoro Realizzare personalmente i biglietti di invito da consegnare ad amici e parenti darà un tocco in più alla vostra festa. Dopo aver scelto i disegni che avete deciso di utilizzare, dovrete scansionare le immagini e preparare un file per progettare il prototipo del biglietto. Successivamente posizionate in senso orizzontale il foglio in formato A4 creato nel vostro file, dividendolo idealmente in quattro parti. La dvisione è fondamentale per individuare dove poi verranno praticate le pieghe. Nel foglio A4 si verranno in questo modo a creare quattro rettangoli della dimensione di 21x7,42 cm circa. A questo punto potrete inserire i disegni. Posizionarne uno nel primo rettangolo a sinistra, precisamente nell’angolo in alto a destra, mentre un altro disegno dovrà essere inserito nel quarto rettangolo, nell’angolo in basso a sinistra. Dopo aver stampato gli inviti su cartoncino di grammatura 180/200, procedete a realizzare le pieghe di chiusura aiutandovi con un piegatore per carta. Basterà premere lungo la prima e la terza linea di divisione del foglio, quelle segnate in precedenza nel file, e praticare i solchi di piegatura. Nel nostro caso abbiamo scelto di piegarlo a finestra. Nella parte interna del biglietto scrivete a mano, con calligrafia creativa e nei colori che preferite, il testo del vostro invito (ad esempio: “Ti aspetto alla mia festa”). Volendo arricchire l’invito, potrete decorare i bordi con tagli particolari aiutandovi con forbici per scrapbooking. Per impreziosire il tutto sarà sufficente legare l’invito con lo spago, nastrini di raso o di pizzo e aggiungere rametti di verde e roselline

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Naked cake alla rosa Ingredienti per una base da 20 cm: • 250 g farina • 250 g zucchero • 250 g panna da montare fresca • 3 uova • 8g di lievito • 2 cucchiaini di acqua di rose • 1 cucchiaio di sciroppo di rose Ingredienti per la farcia: • 500 g mascarpone • 250 g panna fresca da montare • 170 g latte condensato • sciroppo di rose q.b. Montate la panna e riponetela in frigorifero. Miscelate la farina e il lievito setacciati. Montate le uova e lo zucchero con le fruste per 15 minuti. Quando le uova saranno ben montate, unite la miscela di farina e lievito a cucchiaiate, continuando a lavorare con le fruste. Aggiungete l’acqua e lo sciroppo di rose, incorporando per bene. A mano aggiungete la panna montata agendo dal basso verso l’alto, molto delicatamente, per evitare di sgonfiare il composto. Versate in una teglia di 20 cm di diametro, avendo cura di alzare i bordi di circa 7 cm con della carta forno. Infornare a 160° per circa 55 minuti. I tempi di cottura variano a seconda del forno, conviene sempre fare la prova stecchino, che deve risultare ben asciutto. Lasciate raffreddare bene su una gratella prima di procedere a tagliare la torta in tre dischi. Montate la panna dopo averla tenuta nel freezer qualche attimo e successivamente riponetela nel frigo. Lavorate molto bene il mascarpone con le fruste elettriche, aggiungendo a filo il latte condensato e un po’ di sciroppo di rose. Con una spatola aggiungete la panna montata procedendo dal basso verso l’alto. Farcite e ricoprite a spatola la torta con la crema, dandole un effetto “naked”. Decorate a piacere con rose non trattate.

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il dettaglio Con un semplice intreccio, un ramo di questa candida rosa diventa una graziosa coroncina che potrĂ essere indossata dalla piccola festeggiata.

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Acqua di Rose Raccogliete le rose più profumate e non trattate al mattino presto, quando l’essenza è al massimo della profumazione. Da ciascun petalo togliete la cosiddetta “unghia” ovvero, la parte bianca che si trova subito all’attaccatura del petalo, che conferirebbe una nota leggermente amara all’acqua di rose. Riempite di petali un contenitore a chiusura ermetica pressandoli bene, aggiungete dell’acqua bollente e lasciate riposare una notte sigillando accuratamente. Il giorno seguente, filtrate e mettete il liquido in una bottiglia. Potete conservarlo per 2-3 settimane in un luogo fresco e asciutto, sarà un’ottima base da usare in cucina. Utilizzando acqua distillata, al posto dell’acqua naturale, otterrete una perfetta acqua di rose per uso cosmetico, un eccellente tonico rinfrescante e astringente per la pelle.

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Rosa in tessuto Ricavate da alcuni scampoli di tessuto, come tulle, garza di lino, cotonina etc., almeno cinque fiori. Più fiori ritaglierete e più la rosa risulterà ricca. Utilizzate del filo da ricamo per realizzare il pistillo centrale. Accoppiate a metà l’estremità dei fili e appoggiateli al centro del primo fiore. Pizzicate il tessuto attorno al pistillo e fermatelo con pochi punti di cucitura. Sovrapponete uno ad uno tutti gli altri strati, fino ad ottenere la forma di una rosa. Da uno scampolo di lino ritagliate tre piccole strisce e sfrangiatele leggermente. Applicate le tre strisce sul retro della rosa e aggiungete un cordocino che servirà a fissarla a un tovagliolo o una bottiglia o a ciò che preferite.

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"Ruggine o cioccolato ?"

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Un'alzatina di recupero Recuperate in qualche mercatino dell’usato tre piattini di misure diverse, due da dolce e uno più piccolo da caffè. In questo caso sono stati scelti con un piccolo decoro dai toni pastello. Procuratevi due rocchetti in legno, ma potreste anche utilizzare dei bicchierini da liquore. Posizionate al centro di uno dei due piattini da dolce un rocchetto, fissandolo con colla super forte adatta a ceramica e legno. Incollate l’estremità superiore del rocchetto e sovrapponete il secondo piattino da dolce. Proseguite posizionando il secondo rocchetto come il precedente al piattino più piccolo. Avrete, così, con poca spesa, un’alzatina originale creata da voi.

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Filo, rose e cristalli Per realizzare la collana dovrete procurarvi un ago molto sottile, del filo di seta o di cotone, un uncinetto n°1 e circa 80 perline miste. Nel tutorial sono state utilizzate 72 perline in cristallo e 8 roselline di conchiglia. Con l’ausilio di un ago infilate sul filo 12 perline di cristallo e una rosellina e proseguite alternando perline e rosellina per sei volte:12 perline 1 rosellina, 12 perline 1 rosellina, e cosĂŹ via. Iniziate lavorando con l’uncinetto 10 catenelle, poi lavorate la perlina con catenella e lavorate altre sette catenelle: 1 perlina 7 catenelle, 1 perlina 7 catenelle etc., continuando cosĂŹ fino ad esaurimento del materiale. Concludete con 10 catenelle.t

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“È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante.” Antoine de Saint-Exupéry

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Duchesse de Montebello “ Impossibile resistere al fascino di questa rosa gallica ibridata nel 1829 da Laffay. I suoi bocci sono globosi e si schiudono in fiori di un bellissimo rosa conchiglia con un vistoso occhio centrale verde. Con il passar del tempo sbiadiscono nel bianco. Il profumo è inebriante e dolce. La fioritura è unica nella stagione ma prolungata e abbondante. Forma un cespuglio molto morbido dal bellissimo fogliame grigioverde. I rami spesso si piegano dolcemente sotto il peso dei fiori prodotti. Cresce bene a mezz’ombra. Trattandosi di una rosa antica, la potatura si effettua subito dopo la fioritura e deve essere leggera, avendo cura di eliminare i rami ammalati e quelli che si sfregano. È dedicata alla moglie di Marshall Lannes, maresciallo di Napoleone, vincitore di Montebello.

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Dopo un’afosa giornata trascorsa in spiaggia, non c’è niente di meglio per rinfrescarsi di un aperitivo in un roseto. Il profumo delle rose e la leggera brezza si diffonderanno fino al calar della sera, quando le tenui luci delle candele renderanno tutto più magico.

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Candela profumata Ingredienti: • 30g di cera d’api • 3g di stearina vegetale • uno stoppino • un contenitore • uno stuzzicadenti • 30 gocce di oli essenziali a piacere

Sciogliete a bagnomaria la cera e la stearina. In mancanza di queste, potete ridurre in piccoli pezzi qualche candela recuperata, non profumata. Preparate il contenitore inserendo lo stoppino, legato allo stuzzicadenti che andrà posizionato poi sull’apertura del contenitore. Una volta sciolta la cera, a fuoco spento, aggiungete trenta gocce di oli essenziali a piacere e colate il tutto nel vasetto. Lasciate raffreddare e tagliate lo stoppino appena sotto lo stuzzicadenti.

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Lanterne di carta, decorate ed intagliate a mano, saranno originali festoni per rallegrare l’aperitivo serale.

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Contenitori pensili in macramè Riciclare dei contenitori in vetro, trasformandoli in raffinati vasi da appendere in giardino e da riempire di fiori o di candele, è molto semplice. Per realizzarli procuratevi: • bottiglie in vetro • filo di spago naturale • forbici Per prima cosa tagliate 6 fili di spago lunghi almeno quattro volte la lunghezza della bottiglia da rivestire; se il contenitore è molto grande utilizzate più fili purché in numero pari, ad esempio 8, 10 etc. A circa 10 cm dal capo dei fili realizzare un nodo bloccandoli tutti contemporaneamente, in modo da creare così una sorta di nappina decorativa. A questo punto potete iniziare ad annodare lo spago, per facilità si procederà in senso orario. Nel primo giro annodate i fili a due a due. Nel secondo giro annodate il filo libero di sinistra con il filo libero di destra, creando così una sorta di rombo che andrà a formare la rete nella quale infileremo la bottiglia. Proseguite così, alternando i nodi, fino all’altezza necessaria per rivestirla completamente. Una volta raggiunta la misura stabilita basterà annodare di nuovo i capi insieme, appendere e decorare con fiori.

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Lino e rose • disegno semplice di una rosa • un foglio carta copiativa (*) • lastra di linoleum (*) • sgorbie (*) • forbici • nastro carta • colori per tessuti • rullo per stendere il colore (*) • pennello • tovaglietta o tessuto a vostra scelta (*) sono reperibili on-line o nei negozi di belle arti Innanzitutto sarà necessario stampare la rosa, meglio scegliere un disegno semplice, considerato che ci cimenteremo in una tecnica piuttosto complessa. Successivamente tagliate la rosa (in questo caso ne sono state stampate due di diverse misure). Aiutandovi con del nastro carta, fissatele su foglio di carta copiativa, che poi andrà a sua volta posizionato e fissato sulla lastra di linoleum. Con la matita ricalcate bene tutti i bordi del disegno. Per controllare se state trasferendo corretamente la figura, alzate delicatamente un lato del disegno, facendo attenzione a non spostarlo, altrimenti rischiereste di mal sovrapporre le linee compromettendo così l’esito dell’operazione. Utilizzando la sgorbia più piccola, leggermente a U, tracciate il contorno sulla lastra prestando attenzione a non puntarla troppo, altrimenti si potrebbe bucare. Fate movimenti leggeri, tenendovi in superficie, se sarà necessario potete ripassare i contorni. Bisogna avere un po’ di pazienza e pian piano scavare anche tutto attorno alla rosa. La lastra dovrà essere tutta lavorata con la sola sagoma della rosa in rilievo. A questo punto, stendete il colore aiutandovi con il rullo e il pennello e dopo aver scelto il punto dove stampare la rosa, capovolgete la lastra sulla stoffa tenendo ben premuto, in modo tale che il colore aderisca bene. Sollevate la lastra e il gioco è fatto! Una volta asciutto, stirate il tessuto al rovescio e lavate con un ciclo delicato a 30°C. Questo farà durare più a lungo il vostro lavoro.

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IL DETTAGLIO Rose e candele in un vecchio catino di zinco creano l’atmosfera ideale per la serata

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Le luci della sera accarezzano il prato, le rose e i pensieri

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Le rose Galliche e Josephine Bonaparte Le rose galliche hanno origini antichissime. Fiorivano già nei giardini dei greci e dei romani ed erano coltivate sia per la loro bellezza, sia per le loro proprietà terapeutiche. La R. gallica è conosciuta anche con il nome di French rose o Rose de Provins, ma questa rosa non è originaria della Francia, anche se la sua storia è molto legata a questo paese. Qui, infatti, alla metà dell’ Ottocento, furono ibridate più di 2000 varietà. In realtà, sembra che la R. gallica sia originaria dell’Asia Minore o del Caucaso o addirittura dell’Asia Centrale,anche se ancora oggi non si è riusciti a fare chiarezza sulla sua origine esatta. Il nome gallica deriva da un errore compiuto nella sua classificazione da Linneo, che la battezzò così perché nel 1759 ne ricevette un esemplare proveniente dalla Francia. Quando si parla di rose galliche non si può fare a meno di menzionare l’Imperatrice Joséphine Bonaparte, profonda estimatrice di queste piante. Nel 1799, mentre Napoleone è impegnato nella campagna d’ Egitto, Joséphine, che mal si adatta alla vita parigina, acquista il castello di Malmaison a pochi chilometri da Parigi. Qui trascorre gran parte del suo tempo anche dopo essere stata incoronata imperatrice e, sempre qui, si trasferirà definitivamente dopo il divorzio da Napoleone. Per realizzare i giardini del castello, Joséphine si affida ai preziosi consigli di André Du Pont, un impiegato delle poste amante delle rose, che ne possedeva una considerevole collezione privata, e a John Kennedy dei vivai Lee & Kennedy di Hammersmith, nei pressi di Londra.

Quest’ultimo riesce a recarsi spesso presso la residenza di Joséphine, nonostante all’epoca infuri il conflitto tra Francia e Inghilterra, grazie a un lasciapassare che gli consente di attraversare indisturbato le linee francesi. Lo stesso Napoleone asseconda la passione di Joséphine finanziando i suoi progetti e consentendo alle navi dei fornitori inglesi di violare l’embargo imposto all’Inghilterra. Impartisce inoltre l’ordine ai suoi soldati di far pervenire alla Malmaison specie botaniche rare e le rose trovate durante le campagne militari, continuando a fornire il suo sostegno finanziario anche dopo il divorzio. Inizialmente Joséphine colleziona piante rare e animali esotici, ma poi si appassionerà anche alle rose, soprattutto alle galliche. Ne coltiva più di duecento diverse varietà e incarica l’illustratore botanico Redouté di riprodurre, nei suoi acquarelli, la sua meravigliosa collezione.

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Commissionerà all’artista, ribattezzato Il “Raffaello dei fiori”, il volume Les roses, una raccolta di acquarelli che ritraggono le rose che fiorivano nel giardino di Malmaison. L’imperatrice non vedrà mai quest’opera, che verrà pubblicata solo qualche anno dopo la sua morte. Una preziosa testimonianza, quella offerta da “Les Roses”, che ritrae le rose della Malmaison nella loro piena bellezza. Dopo la morte di Joséphine, avvenuta nel 1814, e l’esilio di Napoleone, il castello è svuotato dai mobili, la terra frazionata e venduta in lotti. I giardini abbandonati a loro stessi, vengono distrutti durante la guerra Franco – Prussiana. Oggi il castello di Malmaison è un museo nazionale. Nel 2014, nel bicentenario della morte dell’Imperatrice, grazie a Piaget, noto marchio svizzero, il roseto della Malmaison è tornato a fiorire. Al suo interno si possono ammirare circa ottocento varietà di rose antiche, tipiche del periodo in cui visse l’imperatrice. 71


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“Quello che noi chiamiamo col nome di rosa, anche chiamato con un nome diverso, conserverebbe ugualmente il suo dolce profumo.� William Shakespeare

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Heritage sin. ”Ausblush” Heritage è una delle rose inglesi più delicate create da David Austin. I fiori, dalla romantica forma a coppa, sono di un tenue rosa carne con i petali esterni che si estroflettono sfumando in bianco. La fioritura è molto generosa e dura praticamente per tutta la stagione fino al sopraggiungere dei primi freddi. Il profumo, intenso, è quello tipico della rosa antica con un leggero sentore agrumato. Forma un bel cespuglio eretto e vigoroso dal portamento molto morbido, con un bel fogliame indenne da patologie. Per la potatura ci si comporta come per tutte le inglesi, riducendo la vegetazione di metà o eventualmente di 1\3.

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Un romantico “ sulla riva del lago.

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“Io accolgo te come mia sposa. Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.�

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PROFUMO SOLIDO FATTO IN CASA Se vi piace l’idea di avere un profumo naturale tascabile da portare sempre con voi, basterà creare un profumo solido dall’intensa fragranza. Ingredienti: •1 cucchiaino da tè di olio di jojoba •1 e 1/2 cucchiaino da tè di cera d’api •15 gocce di olio essenziale alla rosa (o mix di oli a piacere) Riscaldare a bagnomaria l’olio con la cera d’api finché non si sarà sciolto completamente. A fuoco spento aggiungere gli oli essenziali e versare nel contenitore scelto. Lasciar raffreddare fino alla completa solidificazione del composto. Come contenitori si potranno utilizzare piccoli vasetti di vetro o di metallo o vecchie scatoline vintage scovate sulle bancarelle dei brocanteur. Basterà mettere un po’ di profumo dietro le orecchie e sui polsi, cosi che la fragranza possa sprigionarsi in tutta la sua intensità.

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il dettaglio Un bouquet di rose profumate attende la sposa, impegnata nei preparativi per la cerimonia.

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Una Vecchia cappelliera • scatola o cappelliera di cartone • pennelli a setola piatta • vecchie riproduzioni di cartoline in bianco e nero (in cartone non troppo spesso) o immagini vintage • colore (acrilico o chalk paint) • colla vinilica • nastro o passamaneria • cera anticante Potete utilizzare una grande scatola di cartone: se non l’avete potete acquistarne una in un negozio di Idee Craft, nelle mercerie ben fornite o anche su Internet. Il primo passo sarà applicare sulla scatola le riproduzioni di vecchie cartoline usando la colla vinilica leggermente diluita con acqua. Una volta che la colla sarà ben asciutta si potrà procedere a colorare la nostra scatola. In questo caso è stato scelto un rosa antico, creato con i pigmenti aggiunti ad una chalk paint bianca. Pitturate l’interno, incluso il coperchio, in maniera uniforme e completa. Passate a colorare l’esterno in modo regolare, facendo attenzione a non coprire del tutto le immagini delle cartoline che avete precedentemente incollato; l’effetto deve essere quello di un’immagine che affiora da sotto il colore. Quando il colore sarà ben asciutto, si potrà applicare della passamaneria o del nastro sul bordo del coperchio. Sono state utilizzate delle roselline in colore écru, incollate usando colla vinilica o colla a caldo. Infine, è stata passata su tutta la scatola una cera anticante (*), per proteggerla e darle un aspetto vissuto. (*) per la patina anticante, si veda il capitolo Teasing Georgia: “Patina fregi”.

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Qualcosa di blu Indossare qualcosa di azzurro il giorno del matrimonio è una tradizione anglosassone molto antica, ispirata a una filastrocca che risale all’epoca vittoriana: “Something old, something new. Something borrowed, something blue. And a silver sixpence in your shoe.” “Qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo. Qualcosa di prestato, qualcosa di blu. E una moneta da sei pence nella scarpa.” Il “blue” inglese, fa riferimento all’ azzurro del cielo, nitido e schietto, preso a simbolo della purezza e della sincerità della sposa. In realtà questa usanza affonda le sue radici nell’antica Israele, dove le spose indossavano una banda blu a simboleggiare la purezza, l’amore e la fedeltà.

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Corsage della sposa • rose, foglie di Cineraria marittima e Stachys lanata (coordinati al bouquet) • nastro di raso écru • un rettangolo di cartoncino di 10 cm per 3 cm • filo di ferro da fiorista • ago e filo bianco Per prima cosa, foderate con cura il rettangolo di cartoncino con del nastro adesivo trasparente: servirà da base per i fiori. Applicatevi le foglie verdi fino a rivestirlo completamente, aiutandovi con ago e filo o una graffettatrice. Recidete il gambo delle rose lasciando solo qualche centimetro vicino alla corolla. Inserite il filo di ferro da fioristi nel centro della rosa trafiggendola e fermatevi al pezzetto di gambo. Bucate, sempre con lo stesso filo, la base di cartoncino già rivestita e annodate il filo di ferro, avendo cura di appiattirlo in modo che non dia fastidio al polso. Attaccate sul retro del rettangolo, utilizzando ago e filo o della colla a caldo, del nastro di raso écru, che servirà per annodare il corsage al polso della sposa. Volendo potrete arricchirlo con pizzi, merletti, perle o nastri di seta. È consigliabile conservarlo in frigo fino al momento di indossarlo.

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Semplici coni portariso rea lizzati utilizzando il mo tivo della rosa�Heritag e�.

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“Una rosa rossa non è egoista perché vuole essere una rosa rossa. Sarebbe terribilmente egoista se volesse che i fiori del giardino fossero tutti rossi e tutte rose.”

Oscar Wilde

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Munstead Wood Sin. “ Ausbernard” Questa bellissima rosa inglese (David Austin, GB 2007) produce dei grandi fiori cremisi a coppa aperta che sembrano essere di velluto. La fragranza è quella tipica delle rose antiche con toni fruttati che richiamano i frutti di bosco. Forma un bel cespuglio morbido che, considerate le dimensioni piuttosto contenute, può essere facilmente coltivato in vaso. La fioritura è continua e abbondante. La pianta è molto sana e resistente. A fine gennaio va potata riducendola di circa la metà, eliminando il secco e i vecchi rami, cercando di darle una forma a “vaso”. Munstead Wood era il bosco giardino della famosa paesaggista Gertrude Jekyll nel Surrey.

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La magica atmosfera natalizia pervade la casa grazie a un originale tavolo di muschio odoroso, riscaldato dalla luce delle candele e da vellutate rose rosse.

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Olio profumato Ecco come realizzare facilmente un delicatissimo olio profumato da applicare sul corpo per lasciarsi avvolgere dai profumi della natura. Ingredienti: • 30 ml olio di jojoba • 10 gocce di olio essenziale di legno di cedro • 14 gocce di olio essenziale di ylang ylang • 8 gocce di olio essenziale di lavanda • 7 gocce di olio essenziale di rosa • 4 gocce di olio essenziale di arancia dolce Unire tutti gli ingredienti in un contenitore e mescolare con cura. Travasare il tutto in un flacone. Infine, inserire a vostro piacimento uno stelo di lavanda o qualche rosellina.

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Il Dettaglio Un fresco cuscino di muschio adagiato su una vecchia sedia, un bouquet di rose rosse, una regale corona consumata dalla ruggine: ed è subito Natale!

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Tessuto effetto damascato • stencil con disegno damascato • nastro carta • spugna o tampone per stencil • un piattino (per mettere il colore) • colori per stoffa (azzurro, grigio, bianco e giallo) • stoffa in cotone, taglio vivo 50x50 (Rosa /Azzurro oppure a vostra scelta) Ponete bene al centro del tessuto lo stencil, fissatelo con del nastro di carta e tenetelo ben fermo con la mano. Procedete con lo stendere il primo colore (grigio/azzurro) aiutandovi con una spugna porosa, o meglio ancora, con un tampone per stencil, utilizzando poco colore alla volta. Picchiettate dal centro verso l’esterno, in modo tale che il tampone pian piano perda la carica di colore e risulti un po’ più sfumato. Lasciate asciugare. Usando un pennello, prendete un po’ di colore giallo chiaro e enfatizzate un lato del disegno. Con il bianco invece, date luce dal centro verso l’altro lato dello stencil. Non importa lasciare asciugare del tutto i due colori che finiranno così per amalgamarsi creando un bell’effetto sfumato.Togliete delicatamente lo stencil e il vostro tessuto damascato sarà pronto. Utilizzatelo per confezionare i vostri regali o per creare sacchetti profumati con lavanda e spezie.

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L’eleganza della semplicità : bacche rosse in un vaso di vetro.

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Cartoline di auguri • un disegno • cartoncini per acquarello 180 di grammatura, • scanner, computer, stampante • caffè • pennellino • forbici o taglierina Prendete il disegno scansionato, aprite un file e create un foglio delle dimensioni di 10,5X14,85 cm (un quarto dell’A4), inserite il disegno nell’angolo in basso a sinistra e un messaggio di auguri nella parte destra. Preparate un secondo file per il retro segnando, se volete, le righe di divisione tipiche delle cartoline. Inserite al centro in alto una miniatura del disegno “di copertina” per impreziosire. Realizzate un nuovo file in formato A4 e disponetelo in senso orizzontale. Copiate quattro file del “fronte cartolina “, poi createne un secondo per inserire quattro “retro cartolina”. Una volta realizzate queste pagine potrete stamparle facendo attenzione a copiarle nel verso giusto, in modo che fronte e retro siano orientati in modo corretto. Tagliate il foglio in quattro, per dividere le singole cartoline. Se volete donare un effetto vintage alle vostre cartoline basterà “invecchiarle” con un pennellino intinto nel caffè.

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Come essiccare i Fiori Per realizzare il ciondolo in resina sono stati utilizzati degli stampini in silicone, della resina epossidica e dei fiori essiccati. Le tecniche di essiccazione sono molteplici, ma qui vogliamo proporvi una tecnica rapida (la procedura ha la durata di un minuto) ed efficace, che prevede l’essiccazione dei fiori con l’utilizzo del microonde. Per prima cosa bisogna scegliere il fiore che più ci piace, considerando però che ci sono fiori con petali carnosi e ricchi di acqua che non si prestano a questa pratica, come tulipani ed orchidee. Altri, come le rose, le ortensie, le peonie e le viole invece, possono essere facilmente essiccati. Sarà necessario procurarsi una pressa, che può essere acquistata o che possiamo facilmente realizzare in casa da soli. In questo caso basterà munirsi del seguente materiale: • 2 pezzi di cartone rigido e spesso (saranno perfette delle scatole per scarpe) • 2 fogli di carta assorbente da cucina bianca • 2 elastici • fiori, foglie, petali da essiccare Distribuite i fiori tra i 2 fogli di carta assorbente avendo cura di distendere i petali. Ponete il tutto tra i due cartoncini rigidi, in modo da formare una sorta di sandwich e fissate servendovi di due elastici. A questo punto inserite la pressa nel microonde ed impostate la cottura a media temperatura per circa 30 secondi. Togliete la pressa dal microonde, controllate che i fiori siano ben secchi e rimuoveteli. In caso contrario bloccate nuovamente la pressa ed inseritela per ulteriori 30 secondi. Per la riuscita dell’operazione di essiccazione, è fondamentale che i fiori siano ben asciutti prima di rimuoverli dalla pressa. Una volta essiccati i fiori, si potrà procedere alla realizzazione del ciondolo utilizzando la resina e gli stampini in silicone.

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Sul tavolo ricoperto di muschio fanno bella mostra di sĂŠ strenne, monili e profumi, sistemati con cura dalla padrona di casa.

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Casette di legno

Procurarsi degli scarti di lavorazione del legno o meglio ancora del legno di recupero. Ricavare delle casette di dimensioni diverse, in base al materiale che si ha a disposizione. In mancanza di legno di recupero, si può dipingere il legno utilizzando colori diluiti per non coprire le venature. In alternativa si può invecchiare il legno utilizzando una miscela di aceto e paglietta di acciaio (*). Per realizzare il tetto serviranno degli avanzi di lamiera arrugginita, che andranno fissati alle casette con quattro chiodini posti agli angoli. Le casette potranno essere utilizzate come segnaposto per la tavola natalizia oppure, se adagiate su del muschio, come centrotavola delle feste. (*) si veda capitolo Teasing Georgia: “Un tagliere vissuto”

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“Cogli la rosa quando è il momento, chè il tempo, lo sai, vola e lo stesso fiore ché sboccia oggi, domani appassirà.” Robert Herrick

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Teasing Georgia Sin. “Ausbaker” “Teasing Georgia” è una tra le più belle rose create dall’ibridatore britannico David Austin. I fiori sono di una raffinatezza indescrivibile, di un giallo intenso al centro, che sfumano in giallo più chiaro sui bordi leggermente retroflessi. Hanno la forma di rosetta divisa in quarti e trascolorano in giallo pallido con il passar del tempo. Il profumo è delicato, di tè con accenni leggermente fruttati. Praticamente immune alle varie patologie, forma un bell’arbusto dal portamento morbido e aggraziato e nei climi caldi diventa un rampicante che supera i 250 cm. A fine inverno va potata tagliando fino a metà della sua altezza, eliminando i rami danneggiati e quelli che si intersecano al centro, avendo cura di tagliare in obliquo sopra le gemme che vanno verso l’esterno.

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Il giardino entra in casa Preparando una cena tra amici, il profumo delle rose appena raccolte si mescola agli aromi della cucina. Saranno loro, piĂš tardi, le protagoniste della tavola.

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Un tagliere vissuto Procurarsi una tavoletta in legno di abete non trattato della misura scelta, in questo caso, un quadrato di 20x20 cm con uno spessore di 3cm. Dopo aver levigato il legno con carta vetrata a grana fine, si può procedere a patinare per conferire un effetto “legno di recupero “. Lasciare immersa in aceto di vino bianco una paglietta di ferro per 24 ore. Spennellare la superficie della tavoletta con la mistura ottenuta e lasciar asciugare bene. Assumerà così una colorazione grigiastra. Se necessario, ripetere l’operazione per una tonalità più scura. Quando il tutto sarà perfettamente asciutto, applicare un leggero strato di cera bianca, lasciarla asciugare bene e procedere alla rimozione della parte in eccesso. Per dare un tocco vintage, applicare una vecchia maniglia facilmente reperibile in un mercatino brocante.

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il dettaglio Vecchi cestini delle uova diventano insoliti contenitori per le rose appena recise. 144


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Quattro candele e un cestino portauova diventano un suggestivo centrotavola.

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Profumatore a bastoncini Realizzare un profumatore a bastoncini è molto più semplice di quello che si pensi, basta seguire le istruzioni qui di seguito. Ingredienti: • alcool buongusto 100 ml • oli essenziali a piacere 35 gocce • un flacone • 7/10 bastoncini di bambù Unire e miscelare bene l’alcool con gli oli essenziali e versarli in un flacone, dove andremo ad inserire qualche bastoncino di bambù. Ricordatevi di girare spesso i bastoncini per rinnovare il profumo!

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patina antichizzante • cera d’api • pigmento oro • pigmento scuro tipo terra di Cassel (facilmente reperibile nei negozi di belle arti oppure on-line) • spatolina Per creare le patine è preferibile usare la cera neutra, incolore, perché quella da restauro è gialla e non è adatta allo scopo in quanto tende a far variare i colori. Prelevare con una spatolina nella quantità occorrente e lavorarla accuratamente per ammorbidirla. Procedere poi a suddividere il composto in due parti e aggiungere in una di esse il pigmento oro e nell’altra la terra. Bisogna aver cura di lavorare bene il miscuglio, poiché il pigmento deve sciogliersi perfettamente senza formare grumi. Si possono conservare le patine in piccoli barattolini. È possibile utilizzarle sia singolarmente che sovrapposte, avendo cura in questo caso di far asciugare prima una cera e poi applicare l’altra, altrimenti finirebbero per amalgamarsi troppo. I fregi nella foto sono stati decorati usando la patina oro per quello scuro, mentre per quello chiaro la patina scura.

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A fine cena il caffè non può mancare, servito tra rose e pasticcini sul divano di casa. 155


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“La felicitĂ sta nelle cose tranquille, ordinarie. Un tavolo, una sedia, un libro con un tagliacarte infilato tra le pagine. E il petalo che cade dalla rosa, e la luce che palpita, mentre sediamo in silenzio.â€? Virginia Woolf

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- Brunner Climbing Cecile Questa rosa ibridata nel 1894 dall’americano Hosp è la versione rampicante della deliziosa polyantha “Cécile Brunner” sin. “M.lle Cécile Brunner”, conosciuta anche con il nome “Rosa degli innamorati”, che ebbe un notevole successo alla fine dell’Ottocento. La forma sarmentosa ha piccoli fiori leggermente profumati di muschio che si sviluppano in grappoli di un delicatissimo rosa carne. In boccio ricordano delle piccole rose tea di porcellana, tanto sono graziosi. Del tutto identici alla pianta arbustiva, sono adatti come fiori recisi da vaso o da occhiello, come si usava alla fine del XIX secolo. Appartiene al gruppo delle Chinensis ed è molto vigorosa. Può raggiungere i sette metri di altezza, è resistente alle malattie e può essere coltivata anche a mezz’ombra. Si presta bene a crescere su pergole o meglio ancora, per un effetto più romantico, su vecchi alberi. La fioritura si protrae per tutta la stagione. Non richiede interventi di potatura se non per ringiovanirla. Unica accortezza: come per tutte le chinensis, evitare le potature precoci e intervenire solo quando è scongiurato il pericolo di gelate tardive.

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Un bucolico giardino fa da sfondo ad un inusuale bagno en plein air, tra delicate rose e pezzi d’antan.

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BAGNOSCHIUMA NATURALE Ingredienti: • 100 g sapone naturale (fatto in casa o acquistato) • 600 g acqua • 60 g miele • 6 g olio di oliva o olio di mandorle dolci • 30 gocce di oli essenziali a piacere • un flacone Riducete il sapone in scaglie e fatelo sciogliere in acqua calda. Una volta raffreddato, mescolate bene con il frullatore e aggiungete l’olio vegetale e il miele. Continuare a mescolare finché gli ingredienti non saranno ben amalgamati. Aggiungete poi gli oli essenziali a freddo e mescolate accuratamente. Conservate il bagnoschiuma in frigorifero ed utilizzatelo entro due settimane.

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t-shirt ricamata Un’idea divertente per ingentilire una semplice t-shirt bianca è quella di applicarvi un ricamo fatto a mano, come mostrato nella foto. Per realizzarlo dovrete munirvi di: • tela Aida da ricamo, qui ne è stata utilizzata una a quadri grandi bianca, ma voi potete scegliere quella che preferite • fili da ricamo di vari colori • ago da ricamo senza punta • fisellina bi-adesiva per tessuti • ago e filo da cucito Una volta scelto il soggetto da ricamare, iniziate a lavorare a punto croce seguendo lo schema e ciò che detta la vostra fantasia. Per la t-shirt della foto è stata scelta una rosa che è stata ricamata sulla stessa tela Aida ma cambiando l’utilizzo dei quadretti (2 a 2 e 4 a 4), al fine di ottenere due diverse misure. Una volta terminato il ricamo, applicate sul rovescio dello stesso la fisellina bi-adesiva usando il ferro da stiro. In questo modo verranno fissati tutti i fili e verrà rinforzato il ricamo, che risulterà più ordinato. Togliete la pellicola protettiva della fistellina e otterrete così un ricamo adesivo che andrete ad applicare con il ferro da stiro sulla vostra t-shirt. Consigliamo in ogni caso di ripassare i contorni o con una macchina da cucire o con piccoli punti realizzati con ago e filo.

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Il Dettaglio Un prezioso raccolto dopo un pomeriggio di giardinaggio fa bella mostra di sĂŠ, tra qualche attrezzo del mestiere e un insolito personaggio.

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“Perché niente io chiamo questo immenso universo tranne te, mia rosa; in esso tu sei il mio tutto.” William Shakespeare

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Reine Victoria sin. “ La Reine Victoria” Questa rosa è stata dedicata nel 1872 da Schwarzt alla regina Vittoria ed è considerata il simbolo della bellezza vittoriana. Appartiene al gruppo delle rose Bourbon. I fiori hanno un diametro di circa 7cm, sono a coppa profonda, quasi sferici e possiedono una delicatezza unica. Di color rosa lilla argento, sbocciano in mazzi per tutta la stagione fino ai primi freddi. Il profumo è intenso, avvolgente, molto dolce. Forma un bel cespuglio eretto di circa due metri. Unico neo: nei climi umidi è facilmente attaccabile dal mal bianco e dalla ticchiolatura, due patologie fungine. Per ovviare a questo inconveniente, basterà effettuare regolari trattamenti a base di rame. Per quanto riguarda la potatura, a fine gennaio si dovrà ridurre il cespuglio di circa la metà della sua altezza ed eliminare i rami secchi, malati e quelli che si intersecano al centro. Di questa rosa esiste una mutazione, “Mme Pierre Oger “ (Oger, Francia 1878) che si differenzia dalla pianta madre solo nel colore, un delicato rosa carne bordato di cremisi.

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La ReineVictoria 182


Come mettere a dimora una rosa L’impianto è una delle operazioni fondamentali per la coltivazione delle rose, perché da esso dipenderà la crescita della rosa stessa. Prima di tutto si dovrà considerare la posizione dove effettuare la messa a dimora, tenendo conto che le rose necessitano di almeno 4/5 ore di luce al giorno per fiorire bene. Fanno eccezione le rose antiche a fioritura unica (galliche, damascene, alba, centifolia e muscose) e le rugose che tollerano anche la mezz’ ombra. Si procederà poi a scavare una buca di 45 x 50 cm, in fondo alla quale metteremo una manciata di stallatico in pellet che non dovrà essere a contatto con le radici e quindi ricopriremo con del terriccio arricchito con della pomice. Questa migliorerà il drenaggio del terreno. A questo punto si potrà interrare la nostra rosa mischiando al terriccio una manciata di leonardite, un acido umico che aiuterà la pianta nel suo sviluppo. In commercio si possono trovare sia piante in vaso che piante a radice nuda. Queste ultime sono da preferirsi rispetto a quelle in vaso, poiché il loro apparato radicale si sviluppa più rapidamente. È possibile acquistarle nei vivai specializzati generalmente da novembre a febbraio. Il periodo migliore per mettere a dimora una rosa in vaso è, invece, l’autunno o la primavera.

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Una promessa d’amore sussurrata tra le onde del mare. Rose e salsedine diventano complici di un tenero appuntamento tra innamorati.

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Un originale nido d’amore accoglierà , tra soffici cuscini e candele, due innamorati in attesa del tramonto.

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CRISTALLI, CANDELE E METALLO • piccole abat-jour in metallo di recupero • pennello a setola piatta per smalto • pennello a pelo corto per dry brush, il più logoro che avete • fondo per metallo all’acqua • smalto all’acqua bianco • gesso di Bologna • polvere di marmo • colorante acrilico nero • cera neutra Abbiate cura di ripulire le abat-jour da ogni traccia di ossido e ruggine e privatele delle parti elettriche. Nel primo passaggio, useremo il fondo per metallo all’acqua, preferibile rispetto a quelli a solvente. Mettiamo un po’ di fondo in una ciotola, senza aggiungere nessun colorante acrilico poiché si lavorerà con il bianco, uniamo della polvere di marmo e del gesso per conferirgli consistenza e renderlo più materico. Il fondo servirà a proteggere dalla formazione di ruggine creando una barriera isolante. Stendiamo bene a coprire uniformemente le nostre abat-jour. Quando il fondo sarà ben asciutto procederemo a stendere lo smalto, al quale avremo aggiunto del colorante nero. Utilizzeremo poche gocce di nero per ottenere una tonalità di grigio non troppo scura. Applichiamolo con il pennello molto scarico di colore, soprattutto sulle parti in rilievo (tecnica del “dry-brush”). Una volta asciutto, andiamo ad applicare la cera con il pennello al fine di sigillare e proteggere il tutto.

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Cubetti di ghiaccio floreali Servire una bevanda estiva con cubetti di ghiaccio floreali è un’idea semplice ma di sicuro effetto. Procuratevi uno stampo per cubetti di ghiaccio dalla forma classica o della forma che più vi piace e adagiatevi dei fiori eduli precedentemente lavati; in commercio se ne trovano anche di già disponibili all’ uso. Coprite con acqua, posizionate il tutto nel freezer e lasciate riposare per una notte. Potete dar libero sfogo alla fantasia sostituendo i fiori con piccoli frutti come more, fragole, lamponi ad esempio, oppure cubetti di melone, di anguria, foglie di menta. Se lo preferite potete sostituire l’acqua con del prosecco, succhi di frutta o sciroppi. Con la stessa tecnica possiamo realizzare anche un centrotavola, bicchieri o ciotoline in ghiaccio con inserti di fiori e frutta. In questo caso dovrete procurarvi due contenitori della stessa forma ma di misura diversa, poiché dovranno essere inseriti uno dentro l’altro. Procedete a posizionare i fiori o la frutta, secondo il vostro estro creativo, sulla superficie interna del contenitore più grande. A questo punto andrete a inserire il contenitore più piccolo e nella fessura che rimane tra i due recipienti verserete lentamente l’acqua, o il liquido scelto, fino a riempire tutto lo spazio vuoto. Riponete nel freezer per una notte. Una volta pronti potrete utilizzare questi originali contenitori per servire del gelato o della macedonia.

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IL DETTAGLIO Un festone di edera e rose ingentilisce il candido pizzo della tenda.

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CREMA CORPO FATTA IN CASA Per una crema corpo fatta in casa, efficace e profumata, bastano pochi ingredienti naturali e facilmente reperibili. Eccoli elencati qui di seguito: • 30 g di olio di girasole • 30 g di acqua distillata di rose (*) • 10 g di burro di karité • 1 cucchiaino di cera d’api • 6 gocce di olio essenziale alla rosa Riscaldare a bagnomaria l’olio di girasole, il burro di karité e la cera, fintanto che questi ultimi non saranno completamente sciolti. Scaldare l’acqua di rose a 60° C. Quando i due preparati avranno la stessa temperatura, unire lentamente l’acqua agli oli e alla cera, mescolando continuamente con una frusta fino ad ottenere una crema molto omogenea. Mettere il recipiente in acqua fredda per accelerare il processo di raffreddamento, continuando a mescolare con la frusta. Quando la crema si sarà raffreddata, unire le gocce di olio essenziale di rosa e mescolare accuratamente. Si conserva circa un mese in frigo. (*) si veda capitolo Rosa Banksiae Alba Plena: “Acqua di rose”.

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Salice

Amaranto

Ortensia Buddleja davidii Achillea

Rosa 200


Astilbe Quercia Luppolo

Peonia

Nigella damascena 201


Le Autrici Anna Clerici

Illustratrice e archeologa. Nei suoi lavori unisce l’amore profondo per il disegno alla grande passione per il vintage. Ama tutto ciò che ha un’antica storia da raccontare. L’accompagna sempre una grande borsa, nella quale non mancano mai fogli da disegno e le sue inseparabili matite. È l’autrice delle illustrazioni presenti nel libro.

Facebook Le Matite e le Archeomatite di Anna Instagram @lematiteelearcheomatitedianna

Lalla Crusizio Obersnell

Creativa, recupera e dà nuova vita ai mobili. Realizza oggetti unici di design, utilizzando materiali naturali, tecniche antiche e artigianali. Crede nella filosofia dello “Slow Living” e in uno stile di vita che faccia sentire in armonia con l’ambiente che ci circonda, apprezzando il ritmo lento delle cose. Ha redatto i tutorial inerenti alla parte tecnica.

www.lacasadilalla.com Instagram: @lacasadi_lalla Facebook: Lacasadi Lalla

Natalia Carducci

Continuamente ispirata dalla natura e dalla vita che la circonda, realizza per passione gioielli tessili, intrecciando filati e cristalli. Utilizza tecniche diverse per i suoi ciondoli, come quella della “resinatura” e quella “a cera persa”. Ha pensato e curato, insieme a Lelia Bozzoli, gli allestimenti degli shooting fotografici.

Instagram: @zuccabarucca Facebook: ZuccaBarucca

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Lelia Bozzoli

La passione per il “brocante” e gli oggetti di recupero, unite alla sua manualità, la portano a creare complementi di arredo in ferro rugginoso, unici nel loro genere. Gli interni fotografati nel capitolo dedicato alla” R Banksiae alba plena”, appartengono alla sua casa.

Instagram: @kia.bi.7 Facebook: Archie and Me

RAFFAELLA MECCHERI

È la creatrice di fragranze e prodotti cosmetici di “Melogranoantico”, profumeria botanica con sede in Toscana, nell’entroterra versiliese. Nel libro si è occupata della parte dedicata alle ricette cosmetiche “homemade”, tutte realizzate con ingredienti naturali.

Instagram: @melogranoantico Facebook: iprofumidimelogranoantico

Renata Giannecchini

Appassionata di giardinaggio, colleziona rose antiche e inglesi. Ha curato la stesura dei testi relativi alla parte botanica. Le foto delle rose, che compaiono nel libro, sono state scattate nel suo giardino.

Instragram: @rosapaeonia

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Bibliografia Di Robilant Andrea, Sulle tracce di una rosa perduta, Corbaccio 2014 Focherini Coizzi Paolo, Elogio della bellezza. Ritratti di rose, Mondadori 2005 Pagani Carlo - Pallavicini Mimma, Rose perdute e ritrovate, Pendragon 2015 Musée National des chateaux de Malmaison et Bois Préau, Joséphine. La passion des fleurs et des oiseaux, Artlys 2014 Quest-Ritson Charles & Brigid, The Royal Horticultural Society. Rose – La grande Enciclopedia illustrata, Mondadori 2005 Redouté Pierre – Joseph, Le Rose - Tavole complete, Taschen 2001

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Ringraziamenti Grazie a Paola Pollacchi, flower designer proprietaria del negozio “Merci” a Viareggio (LU), che con il suo stile semplice, ma raffinato, ha curato gli allestimenti floreali. All’interno del suo negozio sono state scattate le foto del capitolo dedicato alla rosa “Munstead Wood”. Grazie di cuore a Luca Ferrari, che ci ha accolte con calore e affetto nel suo negozio “Luca Ferrari Housecounselling “ a Pietrasanta (LU). Grazie a Claudia, proprietaria della dimora storica “La Piaggetta” a Massacciuccoli (LU), per l’ospitalità. Un ringraziamento speciale a Barbara Cardini, fotografa, che ci ha seguito con disponibilità e professionalità in questo progetto. Infine, grazie alla carissima amica Antonella Dati, che ci ha messo a disposizione il suo meraviglioso casale.

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Fotografie: Barbara Cardini (*) Progetto grafico e impaginazione: Mattia Lari

© Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, dell’opera in ogni forma e con ogni mezzo, inclusi la fotocopia, la registrazione e il trattamento informatico, senza l’autorizzazione degli autori. (*) Le foto delle pagine del sommario, pag. 46, 48, 72, 75, 96-97, 110, 134, 136-137, 139, 158-159, 172-173, 178 sono di Renata Giannecchini.



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Come acqua di rose celebra la bellezza silenziosa di una rosa appena colta, il passo lento e armonioso della vita semplice e il gusto per le emozioni autentiche. Tra le sue pagine, ricette naturali, consigli botanici, suggerimenti pratici per creare oggetti e accessori originali. Immergersi nella sua lettura sarà come tornare bambini in un’eterna domenica di maggio.


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