Mauro Fragorzi - Biblioteca Oriani - Ravenna - 21 11 2015
Dove sono (davvero) i colori? Autoritratto Dimensione: cm 60 x 81 Tecnica: Olio su tela
E' rappresentato il momento in cui la maschera si sta distruggendo, l’istante in cui si rompono i propri schemi e le sovrastrutture evaporano. La sofferenza è intrinseca nel cambiamento, ma anche se lasciamo delle esperienze, nella figura chiara alle spalle del ritratto, sono rappresentate l’evoluzione e la consapevolezza che sgretolano le corazze per dare spazio al nostro vero io. In quest’opera è presente il vetro nella cornice: una scelta non estetica o casuale, ma finalizzata ad ottenere un muro invisibile tra lo spettatore e la tela, un distacco che obbliga chi guarda a non toccare.
M
di Linda Landi
auro Fragorzi finalmente in mostra. Pensavamo fosse uno dei suoi scherzi: e invece stavolta lo ha fatto davvero. Lui, che ha sempre avuto un’inclinazione artistica fin da quando, piccolissimo, faceva le sculture col fango recuperato nei fossi. Lui che esprime le emozioni, dice quello che pensa, ma probabilmente non tutto quello che sente, rimescola i dolori in silenzio e condivide sorrisi senza mollare mai la verve. Lui… Ora, ci para davanti un trionfo di bitume e ci butta lì un titolo enigmatico! Noi ci aspettavamo fontane di cristalli colorati, zampe di leone in 3D, Buddha psichedelici, e ci troviamo fregati con demoni cangianti, proiezioni umane dalle gambe lunghe, tarocchi a caccia del destino. Ma allora cos’hanno in comune con lui queste figure evanescenti che fanno capolino dall’oscurità? Non ci resta che provare a tenerlo fermo e chiedergli lumi. Mauro, ma questa è la tua personale: allora è tutto vero! Come mai ti sei convinto a esporre ora? Amica mia, forse perché ho sempre aspettato il momento giusto per farla… E adesso in particolare era semmai quello peggiore! In realtà penso che non arriverà mai “il momento” in cui ti senti pronto, perché questo momento non esiste: mi sono buttato da un treno in corsa e per me questa mostra rappresenta la fine di un percorso. Quando esponi anni di vita e concetti che probabilmente non sono chiari neppure a te stesso, decidi di metterli “in piazza” e automaticamente di donare qualcosa di te. Forse succede perché sei disposto a lasciarlo andare. E’ solo una piccola mostra, nella mia piccola città, e forse è per questo che è così “E… motiva(ta)”. Dato che giochi con le parole, ti meriti una bella domanda alla Marzullo: dove cominciano i “Percorsi”, dove portano i “Motivi” e perché sono “Emotivi”? Beh... I Percorsi credo che inizino in ogni momento in cui decidiamo di metterci in gioco per davvero; i Motivi non ci portano da nessuna parte, ma sono quelli che ci sostengono quando non capiamo dove stiamo andando. E le Emozioni sono quelle che muovono il mondo: senza quelle nessun percorso, nessun gioco ha davvero un senso, un inizio. Sei uscito con dignità dalla domanda precedente, puoi affrontare anche questa: pensavamo tu fossi solare e ironico... E poi scopriamo che ti diverti a fare i diavoli col bitume... WTF?! Ognuno di noi è tante cose, e ognuno di noi è visto dagli altri in modi differenti. I diavoli non sono certamente la rappresentazione dell’allegria: nella vita c’è ben altro, ma non sento il bisogno di dipingere un sole per dare calore. Quello lo vivo con chi mi sta accanto. Così come accade nella vita, sono spesso i problemi il punto focale dei nostri occhi: anche nei miei quadri, ad uno sguardo superficiale, è immediata la vista della sofferenza, ma in ogni quadro si nasconde la luce, la speranza, la forza del cambiamento. Ci racconti cos’è per te la metamorfosi e in quali opere è più rappresentata? La metamorfosi è la continua trasformazione che ci porta ad adattarci ai cambiamenti. Sicuramente La ruota della fortuna
rappresenta in pieno il concetto di mutamento legato a cause esterne: tocca a noi farla girare, ma tenendo presente che è davvero una ruota. Direi che le crisalidi de Il Cambiamento e la falena “testa di morto” eleggono questo trittico protagonista della metamorfosi, ma in realtà questo tema è presente in tutte le opere. Scegli due lavori con una bella storia dietro e raccontacela. Senza cambiare idea. Una “bella storia dietro da raccontare?” Ma sei sicura di averli visti bene? ;-) Il primo è l’Autoritratto. Uno dei miei più cari amici, di fronte ad un ritratto fatto ad un’altra persona, mi disse: “Ma dai Mauro, allora tu sai disegnare!”. Mi ha divertito molto la cosa e quindi ho deciso di dare un volto ai tanti visi senza espressione, perché dietro ad ogni figura che rappresento si cela “lo spettatore”, chi la sta guardando in quel momento, indipendentemente da sesso, età e razza o cultura. Solo l’essenza di quel che siamo in un dato momento. Il secondo è Il Dubbio, ispirato da una festa a tema “Il mito greco”, una bellissima serata estiva con amici. Mentre li guardavo divertito, ognuno calato nel proprio personaggio, ho pensato a come realmente, nella vita di tutti i giorni, ci troviamo ad interpretare ruoli che non ci appartengono, ed essere quel che non siamo per andare avanti tra le fiamme dei compromessi a cui siamo legati. P.S. - “Senza cambiare idea” è un colpo basso Linda Landi! Te lo meriti, infierisco: la scultura è grande perché avevi paura che non la vedessimo o c’è un altro motivo? Ma te vuoi vedere che alla fine in molti non la vedranno… Forse potevamo fare di più. In realtà è piccolissima rispetto a quanto avrei voluto: immaginavo una scultura alta almeno 40 metri, però un domani chissà… Ad ogni modo un paio di metri in più di gamba non ci stavano male, ma non avevo una scala abbastanza grande e soffro di vertigini. E a cos’è dovuta la sproporzione delle gambe nelle figure delle tue opere? Le gambe sono il nostro collegamento con il terreno, le nostre radici, l’allungamento delle stesse è la rappresentazione della nostra crescita, della voglia di arrivare in alto, di andare oltre ai limiti che conosciamo per poterci poi un giorno liberare delle nostre sovrastrutture. Nasciamo dalla terra, per staccarci dalla terra. Capisco... Quindi la “luce in fondo al tunnel” che torna in diversi lavori è: a) la speranza di un mondo migliore b) la fine della notte c) quasi l’ora di pranzo Devo anche rispondere? Pollo con le patate o sushi? …Va beh. Almeno dicci cosa rappresenta l’oro che sgorga dal petto della scultura! Mah... Forse è solo birra, chissà!
La Ruota della Fortuna Dimensioni: cm 95 x 170 Tecnica: Olio, bitume e Acrilici su tavola.
Notturni Dimensioni: cm 33 x 92 Tecnica: Olio su legno di botte.
Il Cambiamento Dimensioni: cm 170 x 82,5 Tecnica: Bitume su tavola.
Da una parte le parole: parole urlate, sussurrate, trattenute mordendosi la lingua… Dall’altra i sentimenti, compresi oppure no, dichiarati o meno, ma talmente forti da uscire dal petto. Tra il groviglio di ragioni e sentimenti è presente, appostato, fermo, pronto a spiccare il volo, il cambiamento, che trasformerà le due crisalidi in farfalla. La scelta della falena notturna è evocativa, legata al mondo della notte, dell’oscurità, dei sogni e dell’intimità. Il teschio richiama “l’arcano senza nome” dei tarocchi, con i significati a lui legati.
Crescita Tecnica: Tecnica mista Dimensioni: cm 65 x 425 x 75
La scultura rappresenta la continua crescita: mentre si innalza, piano piano si sgretolano i blocchi di materia grezza. In questo processo di purificazione, le emozioni sgorgano e trasudano cadendo a terra, alimentando cosĂŹ un circolo virtuoso di crescita e nutrimento.
Oltre Dimensioni: cm 75 x 66 Tecnica: Tecnica mista su vetro
Liberazione consapevole Dimensioni: cm 66 x 75 Tecnica: Acrilico e butume su tela
Il dubbio Dimensioni: cm 210 x 97 Tecnica: Aclilico e bitume su tessuto
Arriva un momento in cui le nostre certezze finiscono e ci troviamo nudi di fronte ad un futuro che brucia le nostre abitudini e ci impone costantemente di spogliarci dei nostri abiti mentali, di mutare le maschere. Nei periodi di cambiamento vorremmo avere ancora un momento per vivere nelle nostre aree di comfort, ma le fiamme del tempo sciolgono le nostre identità e ci spogliano lasciandoci nudi di fronte ad un nuovo futuro. In questo momento di paura e debolezza ci troviamo in parte a rifiutare la fine delle cose, ad avere il desiderio irrealizzabile di pietrificare il cambiamento e non andare così oltre le nostre certezze. Forse quel che ci sembra il male o la fine inesorabile delle cose che viviamo è solo un nuovo inizio. Il dubbio è l’inizio del sapere….
Ringrazio papà e mamma, per avermi reso una persona forte, senza uccidere la mia follia… Ringrazio gli amici, mia sorella, e tutti coloro che ti guardano negli occhi, a chi nella vita lascia un segno, a “chi ci crede” …E poi basta ringraziare, qualcosa avrò pur fatto anch’io!
Credits Redazione e ufficio stampa: Linda Landi Artwork: Andrea Sansavini Foto: Jessica Zanardi Allestimento e installazione: Marco Vitali Performance: Skizzo e Baccanu Orkestra Pubblicità: Publimedia Italia Sponsored by: Fosco Fragorzi Rosetta Miccoli (i famosi papà e mamma) E-Motivazione: Debora Bolognesi, Enea Marescotti, Linda Landi, Andrea Sansavini, Marica Pasini, Marco Vitali, Enrica Soncini, Valentina Luciani, Alessio Maestri, Eulalia Scollo, Mascia Margotti, Cristina Margotti, Monica Tesei, Alessandro Canali, Paola Silvagni, Jessica Zanardi, Ylenia Pierucci, Silvia Michelacci, Elvi, Silvia Gamberini, Rosino Gabbiadini, Laura Pietropaoli e tutti coloro che negli anni hanno condiviso e supportato i miei Percorsi E-motivi. Un ringraziamento speciale a Marco Vitali per la realizzazione tecnica della scultura “Crescita”.
Un grazie anche a Ouidad Bakkali e Alessandro Luparini per la fiducia dimostrata.