Bollettino 1 2017 def

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PARROCCHIA Santi FILIPPO e GIACOMO

CAMMINIAMO INSIEME ANNO XXXIII - N° 1 - 2017 GENNAIO/FEBBRAIO/MARZO


In questo numero: descrizione articolo

pagina

Il tuo volto Signore io cerco, non nascondermi il tuo volto

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Dal mondo missionario...

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Beati coloro che abitano in casa tua, resteranno lì per lodarti!

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Santa Teresina continua a convertire i cuori....

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Per non dimenticare... nel centenario della prima guerra mondiale

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Le nove cose che dovresti dire ogni giorno ai tuoi figli.

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Anche i piccolissimi ... attendono Gesù.

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Natale con i Santi...

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Natale è....

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Buon Natale...

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Pace: dono prezioso...

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Uniti in preghiera...

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Benvenuto 2017....

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La tradizione vince ancora....

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Uniti... nella lode al Signore.

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Alla scoperta del campanile

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Lasciate che i bambini vengano a me..

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A proposito di immagini e simboli...

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Ri-vestiti di gioia

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Don Bosco ritorna tra noi...

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Tutti alla grotta di Massabielle...

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Azioni discutibili e provocatorie

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Visi colorati

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10 cose che Dio non vorrà sapere

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Ciclostilato in proprio ad uso manoscritto della parrocchia di Predazzo -2-


IL TUO VOLTO SIGNORE IO CERCO NON NASCONDERMI IL TUO VOLTO Contemplazioni e risonanze...

O Volto adorabile di Gesù, unica bellezza che rapisce il mio cuore, degnati di imprimere in me la tua divina Immagine, affinché Tu, guardando l’anima mia, possa sempre contemplare Te stesso!

(S. Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo)

O Gesù, contemplo, adoro e lodo il tuo Volto Santo, divinamente bello. Si specchia in esso il mio volto, che fu fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Lo vedo, ahimé, deformato dalla malizia che intorbida il mio spirito e la mia vita, rendendomi schiavo del male e del peccato. Ne sento pena. Ma il tuo Volto, tutto bontà e misericordia, mi ispira confidenza. Ti prego, o Signore, rifletti il tuo Volto sul mio. La sua luce penetri nel profondo della mia coscienza e la purifichi, la rettifichi, la ricrei, sicché sia sempre orientata al vero, al bello, al bene. Che tutti scorgano il tuo Volto nel mio. E vi leggano verità e grazia, giustizia, amore, libertà e pace, mai più sensualità, odio, ira, malignità, violenza e tristezza. Dammi di sentire la nostalgia della mia innocenza battesimale e di ricorrere spesso al sacramento della riconciliazione con Dio, con la Chiesa e con i fratelli, per rinnovarmi sempre più radicalmente, vincendo il peccato e vivendo in comunione con Dio e col prossimo. -3-


Non nascondermi il tuo Volto, qualora, per la umana debolezza, io venissi sedotto dal male. Si spegnerebbe il sole per me! Il tuo Spirito mi aiuti ad espiare i miei peccati, a dominare i miei istinti e le passioni, a risorgere a vita nuova, ad impegnare tutte le mie energie per rinnovare il volto della mia famiglia e della società, conformandolo al tuo Volto, a costruire per quanto è in me, la civiltà dell’Amore. La tua Mamma, l’Immacolata, che ti ha dato il volto umano, da cui traspare tutto il divino, vegli su di me con sollecitudine materna, perché non cada mai più nelle spire del serpente tentatore. O Gesù, io cercherò sempre il tuo Volto per non smarrirmi nei miei pensieri, nei miei affetti, nelle mie imprese, nei miei dubbi e nelle mie sofferenze. E tu ammettimi a godere nel cielo la gloria del tuo Volto. Confido nel tuo paziente amore. Ti ringrazio. Amen. Alleluia! ( Card. Corrado Ursi)

Anche nel mio cuore, o Signore, hai nascosto il tesoro del tuo Volto, perla preziosa e di una infinita bellezza. Donami la forza di togliere le pesanti coltri che lo coprono e che sono il segno del mio peccato, anche se questo richiede sacrificio costante e volontà tenace, pazienza amorosa e totale sganciamento da tutto ciò che finora ho valutato prezioso, anche se non lo era affatto. Aiutami, Signore, a trovarti, giacché sono sicuro che, sotto la scorza, che sono io, ci sei Tu, Dio del mondo e degli anni miei!

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( A. Dini)


Lo sguardo tuo sereno e mite incantò l’anima mia. Che cosa potrò darti in cambio, Signore, quale lode ti potrò offrire? Tu dai la grazia perché l’anima bruci incessantemente d’amore e non conosca più riposo, né giorno né notte. In te solo trovo riposo, il tuo ricordo riscalda l’anima mia. Ti cerco. Ti perdo. Mostrami il tuo Volto, desiderato giorno e notte. Signore, fa’ che io ami te solo ( Silvano - Monte Athos)

Mentre auguro a ciascuno di voi di poter fare proprie queste preghiere vi saluto con grande cordialità.

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Il Parroco don Giorgio

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DAL MONDO MISSIONARIO…

… continuiamo la testimonianza di suor Delia …

Seconda parte SIAMO SU QUESTA TERRA... Cosa ho imparato in questi tre ultimi anni di vita missionaria? 3.Tappa: Poco prima della morte delle nostre tre sorelle, il Vescovo della Diocesi di Uvira è venuto a chiedermi un’obbedienza “terribile”: il servizio di coordinazione di tutte le scuole della Diocesi: 320, di cui 6 materne, 240 elementari e 74 superiori. Ho preso un colpo! Dopo averci pensato e pregato su, essermi consigliata con le mie superiore di là e di qua, ho detto il mio sì mescolato anche a tanta incoscienza e a non poca paura. E così mi sono trasferita nella cittadina di Uvira, nella nostra comunità sul lago Tanganika, proprio ai confini col Burundi. Anche lì tutto nuovo. Io non ne sapevo niente di scuola. Le consegne avvenute in tre ore... aiuto! E poi come me la caverò??? Giorno per giorno andavo al lavoro e chiedevo ai miei collaboratori: COSA DEVO FARE OGGI? 320 scuole da gestire, su un territorio vastissimo, 370 km a nord, più di 600 a sud....

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Un lavoro che mi è parso subito bellissimo per la possibilità di collaborare con tantissime persone, con tutte le 30 parrocchie della diocesi, bambini, giovani, insegnanti, genitori, capi villaggio, autorità statali. Sono tutte scuole dello Stato date a noi in gestione, alcune già pagate e altre no. Nella nostra equipe siamo 24 persone, ognuno col suo compito. Otto collaboratori vivono nelle due zone più lontane dal centro ma sono sempre in stretto contatto con noi. Lavorare nel campo dell’educazione è capitale, è preparare il futuro di un popolo. Al vescovo avevo detto che io non ne sapevo niente di scuola ma lui non si è preoccupato: “Delia, mi ha detto, voglio da te una sola cosa, che tu metta lo spirito nelle scuole”. Boh, quale spirito? E non mi ha dato ulteriori spiegazioni. L’ho capito poi strada facendo. Lo spirito cristiano, fatto di competenza, onestà, trasparenza, valori cristiani, lotta contro il tribalismo, la menzogna, i sotterfugi, gli imbrogli, ecc. Così, stiamo lavorando in equipe: iniziamo la settimana con un incontro prolungato sulla Parola di Dio, al venerdì la verifica della settimana e il consiglio di direzione dove tutte le problematiche emerse durante la settimana vengono affrontate e si prendono le decisioni relative. E poi, tanto ascolto, incontri vari, viaggi in visita alle scuole, formazione degli insegnanti, incontri con le autorità statali. Siamo molto sulla strada, per raggiungere le scuole anche se le più lontane si raggiungono solo a piedi dopo giorni di cammino. In tante scuole non sono ancora arrivata, neanche in alcuni grossi centri. Un compito che lo Stato ci affida è pagare tutti gli insegnanti, non solo i cattolici. Quest’anno, per ben tre volte siamo stati attaccati proprio mentre si andava a pagare gli insegnanti nei centri più grossi. -7-


E tutte le tre volte io non c’ero in quella macchina. In ottobre, un direttore che aveva già ritirato i soldi per tutte le scuole del suo territorio è stato assaltato, malmenato e derubato di tutto. In febbraio uno degli autisti della Caritas era stato attaccato ma la pallottola che doveva centrargli la testa è andata a finire nella mano e si è salvato. Invece, Il 25 marzo, Venerdì Santo, l’attacco mortale. Papà Magambo, così si chiamava il nostro autista, stava andando a portare i salari in un grosso centro nel quale poi dovevano venire tutti gli insegnanti a ritirare i loro soldi. Lo Stato ci aveva chiesto di pagare tutti prima di Pasqua affinché tutti potessero fare festa. A pochi chilometri da Uvira la jeep è stata fermata e Magambo ucciso freddamente. Tutti i soldi sono stati rubati. Tantissime famiglie sono rimaste senza niente... E’ stato un dramma! Tante volte avevo viaggiato con papà Magambo, uomo mite, servizievole, disponibile, di poche parole, persona di fiducia. Quella volta non ero con lui.... Sapevamo che ogni mese era una missione rischiosa ma lo facevamo per il bene di tante famiglie che vivevano con quei pochi soldi che portavamo. Non volevamo militari con noi perché non ci davano sicurezza e l’anno prima era stata assaltata una camionetta che andava a pagare tutti i soldati di quella zona e i ribelli avevano ucciso tutti gli 11 militari che scortavano quei soldi...

Cosa sto imparando in questo servizio diocesano? A lavorare insieme, collaborare, ascoltare molto, a prendere decisioni dopo averci pensato su molto, pregato, parlato coi miei collaboratori e il -8-


più possibile decisioni rispettose delle persone anche se hanno sbagliato. Ad avere a cuore i tanti bambini che non possono andare a scuola perché i genitori non possono pagare le tasse scolastiche, andarli a cercare, sostenere le famiglie in difficoltà, garantire almeno la scuola elementare al più gran numero possibile, spingere le autorità affinché lo Stato arrivi a prendere questa grande decisione a favore della sua gioventù, garantire gratuitamente almeno gli studi elementari per tutti. A insegnare una gestione onesta dei soldi, trasparenza nei conti, rendendo conto di tutto. Il fatto che non posso mai andare in giro da sola, mi permette, mi “costringe” a fidarmi, ad aver bisogno degli altri, ad approfittare dei viaggi per parlare e dialogare con chi è con me, a pregare insieme mentre si viaggia, a fermarmi nei villaggi, a interessarmi, cercare chi ha bisogno... Mi insegna a fare volentieri dei sacrifici, ad accontentarmi di una banana fino a sera, a non lamentarmi di niente vedendo come la gente fa fatica a vivere e a procurarsi da mangiare una sola volta al giorno, ad essere contenta di tutto il bene che vedo in giro, da qualunque parte esso arrivi, a imparare dagli altri che in tante cose, in tanti aspetti, in tante competenze sono più bravi di me. Ma non mi fa nessun problema! Siamo anelli di un’unica catena, e tutto funziona a meraviglia se restiamo uniti, se ci sosteniamo a vicenda, se non vogliamo fare i battitori solitari. Il nostro compito come missionari è sempre di più “fare insieme”, lavorare insieme, collaborare, preparare le persone in modo che presto possano andare avanti da soli, e noi, come missionari, partire là dove c’è più bisogno, là dove non va nessuno e continuare così ad annunciare la buona novella, l’amore di Gesù. Cercare di fare un po’ di bene, solo un po’ di bene, là dove siamo.

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4.Tappa: La Domenica mi riposo andando in prigione. 450 detenuti in un piccolo spazio, poche celle superaffollate, servizi igienici insufficienti. Alle 7.30 abbiamo la messa e se non c’è nessun prete celebriamo la liturgia della Parola. Alla stessa ora, noi cattolici, i protestanti, i musulmani preghiamo... a volte è difficile capire... ma è bello così, questa lode che sale a Dio da tutti i suoi figli che lo lodano e lo pregano. Abbiamo una piccola comunità di base: il responsabile, la corale, i lettori, i chierichetti. C’è chi è dentro per sbaglio, chi ha ucciso, rubato, violentato, picchiato. Ma non è questo l’importante. Con l’aiuto di una persona di fiducia seguiamo alcuni di loro, i loro dossiers con gli avvocati, i contatti con le famiglie, li facciamo telefonare alle loro mamme, alle loro mogli...una volta alla settimana distribuiamo la farina di granoturco. Seguiamo i malati, cerchiamo le medicine, ascoltiamo le loro sofferenze.

Cosa sto imparando? A non giudicare nessuno, a credere nella persona, a ogni persona, a vedere in ognuno un figlio/figlia di Dio, al di là di quel che può aver combinato. A proporre cammini di conversione, di cambiamento, per uscire dal male fatto e riconciliarsi con se stessi, con le loro famiglie e comunità. Nessuno è migliore dell’altro. Ogni persona ha la sua storia, le sue origini, niente è da giudicare. A credere che il cambiamento è possibile, basta volerlo, con tutte le proprie forze. E’ una grande medicina! Il Signore ci protegge. Siamo dentro alla prigione senza guardie, i cristiani stessi mi proteggono, mi scortano quando facciamo il giro delle celle per visitare i malati. Bello, pur con tanta prudenza! - 10 -


5.Tappa: GRAZIE! AKSANTI SANA! Questa mia vita, fatta così, varia così, vissuta così, felice così, la devo al Signore, ai tempi di preghiera che mi sostengono, alla comunità delle mie sorelle saveriane che è la mia famiglia, ma anche a voi che mi sostenete con la vostra preghiera, il ricordo, l’offerta delle prove della vita, l’aiuto concreto. Avere una comunità viva alle spalle, un gruppo missionario che si occupa di noi, che tiene i contatti, che ci scrive, che favorisce momenti di preghiera per noi, di incontro quando torniamo, di iniziative per aiutarci nei vari bisogni, a volte anche urgenti, è un grande dono. Grazie di cuore a ciascuno. Vi porto nel cuore e nella preghiera insieme alle vostre famiglie e mi affido sempre di più alla vostra preghiera. Sentiamoci tutti uniti nella stessa comunione e missione! Non siamo migliori degli altri! Siamo qui su questa terra per fare un po’ di bene, solo un po’ di bene perchè tutta l’umanità stia meglio. Ognuno il suo pezzettino, ognuno il suo compito, là dove si trova. SIAMO SU QUESTA terra per lasciare un segno, una piccola fessura oppure un solco... ma non possiamo restare indifferenti!

Buon cammino a ciascuno di voi! Predazzo, 8 settembre 2016 2° Anniversario dell’uccisione di Sr. Lucia, Olga e Bernardetta Missionarie Saveriane

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“BEATI COLORO CHE ABITANO IN CASA TUA, RESTERANNO LI’ PER LO DARTI!”

MEMORIA di

Suor CELESTINA BRIGADOI dell’ Immacolata nata a Predazzo (Trento - Italia) il 22 giugno 1943 morta a Cochabamba (Bolivia) il 29 novembre 2016

53 anni di Consacrazione Religiosa

Molto significativa, solenne e commovente la S. Messa celebrata nella nostra parrocchia il 6 gennaio 2017, giorno dell’Epifania, ricordando in modo particolare suor Celestina Brigadoi. Numerosi i presenti venuti anche da Verona, dalla parrocchia di provenienza di Enzo, il cooperatore deceduto assieme alla suora e che faceva parte del gruppo “ amici della Bolivia”; da Padova, il gruppo che collaborava con la suora e con la quale portava avanti dei progetti educativi, alcune suore della Provvidenza di Belvedere di Tezze, don Remo di Verona e don Mariano del Centro missionario assieme a numerose altre persone che ricordavano e amavano suor Celestina e che tuttora continuano a pregarla e ad averla nel cuore. Al momento dell’ omelia è stato letto ciò che le suore della Comunità di suor Celestina ci hanno mandato. “Il Signore ci ha colto di sorpresa quando è venuto a chiamare Suor Celestina per portarla con sé attraverso un inatteso incidente stradale: la trovò nell’adempimento della sua missione. Lei aveva lasciato l’Italia, sua patria natìa, nel 1983 e aveva posato i piedi su terra boliviana, portando con sé il Signore, il suo ardore missionario e tanta gioia. Quando l’ubbidienza la destinò in Chivimarca, a 200 chilometri da Cochabamba, anche là ella portò la sua allegria missionaria, inserendosi fra la gente più bisognosa e allontanata da tutti, donando la sua vita per quei fratelli sino - 12 -


alla fine. Lì, si dedicò al servizio dei bambini e degli adolescenti come maestra, e nella catechesi, nella formazione di tutti quanti avevano bisogno di una spinta verso il bene. Visitava le comunità più lontane, sperdute in mezzo alle montagne, portando loro la Parola di Dio, la buona novella di Gesù e la speranza ai reietti della società, senza badare a piogge, caldo o freddo, né agli imprevisti. Rimase a Chivimarca per undici anni fino a quando fu nominata Delegata tra il 1994 e 1995. Per motivi di salute dovette rientrare in Italia per una ripresa. Tornata in Bolivia, si fermò per un certo tempo nella Comunità di Cochabamba, poi di nuovo a Chivimarca. Nel 2008 fu nominata Economa Provinciale e, mentre attendeva con totale dedizione ai propri doveri, si occupava anche di diversi compiti, come l’accompagnamento dei laici. In coerenza con il suo slogan “Fa’ tutto con amore”, ha vissuto ognuno dei propri impegni con totale passione e sempre piena di amore. È stata una donna di profonda preghiera, di ascolto e tanta disponibilità, attenta ai bisogni altrui e sempre pronta nel chiedere perdono. La sua vita piena di Cristo e di profonda allegria per la propria consacrazione, le permetteva di ballare e cantare con entusiasmo e libertà e raccontare delle barzellette per rallegrare. A tutte noi ha insegnato l’amore alla Famiglia Religiosa, il senso di appartenenza e la fedeltà nella preghiera e nell’incontro con Gesù. Ha vissuto l’essere Madre, Maestra e Pastora. Madre: premurosa, affettuosa e benevola con tutti, con le consorelle e con la gente; Maestra: insegnando con fermezza agli altri; attenta Pastora: guidando tutti verso Dio. Tante grazie, Madre Celestina, di esserti lasciata conoscere nella meraviglia del tuo essere, di aver accettato la Bolivia come la tua seconda patria. Sì, mille grazie di tutto, soprattutto per l’esempio di vita che ci hai dato. Sentiremo tanta nostalgia per la tua mancanza, però abbiamo fiducia, anzi siamo sicure che interverrai per noi. Inoltre, sappiamo che la morte non è che uno svegliarsi nelle braccia di Dio e che il tuo amore missionario sarà semente nei nostri cuori. La Comunità della Casa Provinciale Cochabamba – Bolivia” - 13 -


Dal Congo anche suor Delia si è unita a noi tutti…. Carissimo don Giorgio, ho ricevuto ieri sera la notizia della morte della nostra carissima suor Celestina insieme al volontario signor Enzo. Vengo a esprimere a te e a tutta la comunità di Predazzo le mie condoglianze a nome della mia comunità e della nostra gente. Sono con voi in questo momento di dolore in cui una missionaria parte per il Cielo in modo così tragico... Certamente lei era pronta, sempre col suo sorriso delicato e la sua pace interiore. La ricordo tanto volentieri perché quando ci trovavamo a Predazzo nello stesso periodo facevamo delle brevi ma intense chiacchierate. Estendo le condoglianze alla sua famiglia naturale e alla sua congregazione. Sono con voi e chiedo al Signore che parli al cuore di qualche giovane, che qualcuno si senta interpellato a prendere il suo posto rimasto vuoto... Anche noi siamo in lutto. Qui a Bukavu è stata uccisa martedì una giovane suora che era nell'ufficio della parrocchia alle due del pomeriggio... Che orrore, pugnalata... Preghiamo affinché riusciamo a rispondere al male col bene. Quale bene? Ce lo indichi Lui! Un forte abbraccio pieno di speranza! Vostra Delia

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SANTA TERESINA CONTINUA A CONVERTIRE I CUORI… Testimonianza di una parrocchiana di Panchià

La presente è solo per esternare alcuni pensieri in seguito alla lettura “ Storia di un’anima”, come fosse una chiacchierata di condivisione che, a me non verrebbe sicuramente tanto spontanea … ho solo il timore di rubare tempo prezioso, pensando alle tantissime cose che ognuno di noi ha da fare. Innanzitutto grazie a don Giorgio per averci portato a rivalutare la figura di santa Teresa, che fino a qualche anno fa “ ci vedeva” solo di schiena, a Messa, poiché stava lì in fondo alla chiesa e nessuno le faceva caso, lei però era qui con noi e noi non l’abbiamo accolta e considerata come merita, sicuramente! Solo all’ ingresso del nuovo parroco, quando in un’omelia disse :” S.Teresa adesso viene qui, è qui il suo posto, davanti, non lì nascosta…”, abbiamo cominciato a conoscerla e ad accostarci a lei. I suoi scritti mi hanno coinvolta sempre più, io che fino ad allora, sapevo a malapena quale fosse il suo nome. - 15 -


In questo mi sento come lei quando dice” fino ad allora mi è stata assolutamente indifferente, non l’avevo mai invocata…” riferendosi a Madre Anna di Gesù.. Così mi salta alla mente, quando mia nonna mi diede una sua reliquia, che poi ho conservato in un cassetto e dimenticata… Ora si è arricchita di un’altra consapevolezza e, oltre ad essere un ricordo caro, ha per me un significato più pieno essendomi accostata ai suoi scritti e ad aver gustato la profondità dei suoi pensieri…alla sua gioia di pensiero…mi piace questo modo così semplice per esprimere concetti così alti, con un lessico ricco ed una scorrevolezza unica. Dà una grande gioia all’anima! Altroché piccolezza!!! Con lei sento una particolare affinità, la sento vicina per la sua finezza di pensiero, per parecchi modi suoi di esprimersi e che Passerò il mio condivido. Cielo La prima cosa che mi è rimasta impressa di lei è la sua data di nascita a far del bene poiché coincide con la mia, ( esattamente sulla Terra… 100 anni dopo) una piccola cosa che si fissa alla mente e fa sentire più vicina una … farò cadere una pioggia di rose persona rispetto ad un’altra. Altra cosa è una frase che ho scelto fra … tante, di autori diversi, due anni fa…come status su Whats App..e cioè: ”La gioia non è nelle cose, è in noi “ e S. Teresina che ho scoperto solo da poco essere sua !!! Come il suo pensiero, anche la frase stessa era già con me, come una sottile presenza, una guida inconscia. Poi tante altre piccole cose che il cuore sente, ma che le parole e il pensiero non riescono ad esprimere, la sento vicina nelle mie preghiere, nella eterna novena che le dedico quotidianamente, pregandola per tutti, ormai…, niente e nessuno in particolare,… meditandola durante la recita della stessa , i passi della sua vita.. - 16 -


infanzia sfortunata, prima comunione, Cresima, vocazione, Carmelo per non divagare con il pensiero e restare concentrata nella preghiera, ormai viene spontanea, …ma la pace e la gioia che mi ha dato e che mi dà è impagabile e indescrivibile e questo dà forza per andare avanti e perseverare perché non può essere che quella, la via che porta a Gesù, quella giusta!!! la sorgente d’amore che dà pienezza e pura gioia perché così possa sgorgare e riversarsi nel nostro cuore e venire nel cielo della nostra anima. Anche il salto di fede che la sua presenza, attraverso le sue reliquie, mi ha portato a compiere, penso sia un suo aiuto. Mi viene in mente quando a Casa M. Immacolata quel Padre Carmelitano, padre Pozzobon , disse:” Dove s. Teresa va, aspettatevi dei prodigi”!! Questo discorso mi colpì alquanto..tant’è vero che inizialmente l’ho banalizzata quella frase, poi andando avanti mi sono resa conto del contrario, e quanto !!! E poi un fervore che non avevo mai provato…nelle letture dei suoi scritti , durante la Messa, l’Eucaristia, l’Adorazione…non avevo mai pensato di poter accostarmi così…men che meno arrivare a scrivere pensieri come questi. Un grazie infinito al Buon Dio per tutto quello che mi ha dato affidandolo alla Misericordia , per quello che mi sta dando affidandolo al suo amore e, per quello che mi darà nel futuro confidando nella Provvidenza. C. D.

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PER NON DIMENTICARE… …NEL CENTENARIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE Continuiamo le riflessioni di don Valentino…

Fu anche lui tra i profughi internato a Katzenau, come prigioniero politico, sospettato di irridentismo e liberato a seguito dell’amnistia concessa dal principe Carlo d’Asburgo, succeduto alla morte di Francesco Giuseppe. Ordinato sacerdote nel 1907, insegnante a Cavalese e Predazzo, è un personaggio interessante, letterato enciclopedico, amante della storia e della musica e traduttore della lingua tedesca che conosceva alla perfezione. Per breve tempo prestò servizio come cappellano militare nella compagnia degli Stanschuzen di Moena, senza grande soddisfazione, né sua né degli altri. Spontaneamente segnalò al Vescovo la In questo numero sua disponibilità a seguire i profughi e il 30 ricordiamo settembre partì per la Boemia. don Lorenzo Felicetti A Marienbad c’erano circa 400 persone provenienti dal Trentino e dall’Istria prive di sacerdote. Don Lorenzo non era un sacerdote molto paziente: inquieto per natura, girava continuamente immischiandosi anche in faccende che non spettavano a lui, suscitando qualche reazione e lamentela sia tra i confratelli e non solo tra loro. Dopo Marienbad già nel maggio 1916 si recò a Vienna dove trovò modo di inserirsi in attività più congeniali al suo carattere, come giornalista nel giornale “L’eco del Litorate”. Tornato in patria alla fine della guerra, risiedette a Predazzo con l’incarico di primissario, continuando la sua attività di storico scrittore. Anche oggi viene ricordato in questa veste e il comune ha voluto ricordarlo intitolandogli una via del paese. Morì a Predazzo nel 1937 e qui è sepolto nella cappella dei preti predazzani. Don Valentino Felicetti, dopo aver letto la ricerca fatta da Mons. Lorenzo Dalponte e racchiusa nel libro “ Il clero dei profughi trentini” (Vita Trentina 1915) vuole condividere con noi , la vita di alcuni preti predazzani che tanto si prodigarono per i profughi durante la guerra 1915- 1918:

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LE NOVE COSE CHE DOVRESTI DIRE OGNI GIORNO AI TUOI FIGLI 1. TI VOGLIO BENE! Dillo più volte che puoi 2. MI PIACE QUANDO … Sottolinea tutti gli aspetti positivi del loro comportamento 3. MI RENDI FELICE … Questo li fa sentire apprezzati 4. SONO ORGOGLIOSO/A DI TE … Hanno bisogno di sentirsi dire che stanno facendo un ottimo lavoro anche nei momenti più difficili. 5. SEI SPECIALE …. Far sapere ai tuoi figli la loro unicità è un punto di forza 6. MI FIDO DI TE … Costruire un rapporto di fiducia con i figli vi aiuterà a renderli delle persone oneste 7. CREDO IN TE … Di’ loro quanto valgono 8. SO CHE CE LA PUOI FARE … Spingili a non mollare… 9. GRAZIE DI ESISTERE… Dillo sempre …può cambiare la vita dei tuoi figli!!!

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ANCHE I PICCOLISSIMI…ATTENDONO GESU’ In cammino verso la grotta…

Il giorno 15 dicembre, nella terza settimana d’Avvento, la Commissione Famiglia ha proposto un incontro con i bambini da 0 a 6 anni dal titolo “Accogliamo Gesù”. I bambini sono arrivati numerosi in chiesa per questo momento di riflessione. Dopo aver cercato con loro il significato della parola “Natale”, abbiamo intrapreso un “viaggio” come quello che ha portato Maria e Giuseppe alla grotta di Betlemme. E’ stato loro spiegato che Giuseppe doveva recarsi a Betlemme per un censimento ossia per “scrivere il suo nome” come era stato chiesto dai Romani, ma durante il viaggio Maria si accorse che il bambino stava per nascere e per accoglierlo doveva cercare un posto tranquillo, una casa o un albergo.

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A questo punto, due genitori, vestiti da Maria e Giuseppe si sono presentati ai bambini chiedendo di essere accompagnati nella ricerca di un posto dove far nascere Gesù. Maria e Giuseppe, seguiti dai bambini, si sono diretti verso alcuni alberghi (i confessionali della chiesa e le porte laterali in fondo) dove, dopo aver bussato alla porta e chiesto ospitalità, si sentivano ripetutamente rispondere: “Qui non c’è posto! ...Andate da un’altra parte!” oppure “Chi ci disturba a quest’ora? ...La nostra casa è già piena!” Giuseppe, stanco e preoccupato per Maria, vede in distanza una capanna (il presepio in allestimento) e propone a Maria di andare a cercare riparo per la notte. Lì nascerà Gesù. E’ stato un viaggio emozionante che ha reso partecipi i bambini, grazie anche alla presenza dei personaggi (Maria, Giuseppe e gli albergatori) che hanno contribuito a coinvolgere tutti nella storia. Con i bambini abbiamo riflettuto su come possiamo oggi accogliere Gesù…nel nostro cuore, nella nostra famiglia, accogliendo chi ha bisogno. Al termine tutti i bimbi hanno ricevuto una lanternina con una luce accesa, segno della luce di Gesù. Cristina

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NATALE CON I SANTI… Spettacolo natalizio dei ragazzi dell’oratorio con scene, coreografie e canti ( testi e adattamenti di Donato rossat )

Lo spettacolo natalizio o recital dei ragazzi e Animatori dell’ ORATORIO è un appuntamento presente da più di quarant’anni che, possiamo dirlo, è diventata quasi una tradizione. Sono migliaia i ragazzi che hanno vissuto questa esperienza e migliaia i giovani che, facendo gli Animatori, li hanno accompagnati con la stessa emozione e trepidazione. Probabilmente, se adesso facessimo un sondaggio, molti, fra voi lettori, potreste dire “c’ero anch’io nel ’78 o nel ‘84 o nel ‘92 eccetera eccetera” e il ricordo si unisce alla nostalgia per un avvenimento che ha sempre coinvolto e appassionato tante famiglie del nostro paese; noi, come Animatori, ce la metteremo tutta perché, in collaborazione con tante persone, questo appuntamento non manchi mai nei nostri programmi annuali. Quest’anno lo spettacolo è stato un po’ diverso, non nella sostanza; infatti c’erano ancora scenette, balli e interventi del Coro

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Giovanile (che collabora generosamente con noi da più di dieci anni) ma nella forma è risultato un po’ insolito. Il titolo come sapete era “ NATALE CON I SANTI” e tutto è cominciato dalla proposta di don Giorgio di inserire un testo scritto da Santa Teresina (lei ne ha scritti alcuni per rallegrare la sua comunità in convento), questo ha un po’ condizionato tutto il resto; inizialmente si pensava di riprendere un recital di qualche anno fa che conteneva storie, leggende e curiosità sul Natale, poi però si è scelta l’idea di agganciarsi ad alcuni Santi particolarmente legati a questo periodo. I vari episodi legati a questi Santi (san Nicola, san Francesco, santa Lucia, sant’Alfonso) ci ha permesso di cogliere alcuni aspetti diversi per capire un po’ di più il mistero del Natale. I collegamenti fatti dalla presentatrice permettevano di godere pienamente sia delle scene, che dei canti e delle danze. Il risultato è stato soddisfacente, si sono scoperte delle cose su questi Santi che tanti ignoravano ed il pubblico molto generoso ha gradito il messaggio contenuto nella nostra proposta teatrale. Numerosi i ragazzi, circa 70, che si sono impegnati nonostante la varietà di proposte in paese e in valle. Proprio questa miriade di impegni, come sempre, ha condizionato le prove, però alla

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fine siamo riusciti, grazie anche alle famiglie dei ragazzi, ad arrivare pronti e preparati. Molti anche gli Animatori disponibili sia nel recitare che nell’insegnare, circa 20, non possiamo che essere contenti di questa bella realtà. Un grande GRAZIE a chi ha costruito questo splendido teatro, a chi ci permette di usarlo ed ai tecnici Giorgio e Marco disponibili come sempre. Non va dimenticato il bel momento della merenda per tutti i ragazzi presenti, sia protagonisti che spettatori, una cosa semplice che fa gustare la gioia di essere uniti dalla stessa fede nel Bambino Gesù. Concludiamo con alcune parole del canto finale: Dio ha mandato suo figlio Gesù per esser felici e in pace quaggiù.

Il vero Natale che Dio vuole da noi ce l’hanno insegnato anche i Santi suoi: “Se noi porteremo amore e bontà ovunque nel mondo Gesù nascerà”

Ed il ritornello “gloria, gloria gloria, gloria gloria, gloria a Te Gesù”, che è stato ripetuto ad ogni fine scena è diventato il leit-motiv, la colonna sonora, di tutto il pomeriggio.

Per il Gruppo Animatori Oratorio Donato Rossat

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Ho partecipato come spettatrice per la prima volta a questo recital in quanto mia figlia di 6 anni ha voluto a tutti i costi prendere parte come “ danzatrice” come dice lei… E devo dire che sono rimasta letteralmente stupefatta nel vedere tanti ragazzi pronti a recitare, ballare, cantare…. Mi sono ritrovata catapultata a parecchi anni fa quando anch’io partecipavo come “ attrice” non nelle recite dell’Oratorio, ma in quelle che organizzava la scuola. E’ però tutta un’altra cosa: ho visto bambini e ragazzi felici di poter esprimere la loro “verve artistica”…ma senza la paura di un voto, di un giudizio dell’insegnante. Mia figlia, poi, durante le settimane di prove ha sempre partecipato con entusiasmo ed ora che sono finite mi ha chiesto: “ Mamma , ma quando si farà il prossimo spettacolo?” Un grazie quindi di cuore a questi animatori che generosamente mettono a disposizione tempo ed energie per questi nostri figli e un grazie anche a Donato e i suoi collaboratori per la tenacia con cui ogni anno ripropongono in forme diverse questo spettacolino e per la passione che mettono in queste cose. Una mamma riconoscente e nostalgica

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NATALE E’… ---anche far sorridere un anziano … è far festa !

Sempre bello e commovente lo spettacolino allestito dalle insegnanti della scuola primaria delle classi prime, seconde e terze per gli anziani della nostra parrocchia in collaborazione con Ospitalità Tridentina. Io vi partecipo da diversi anni, ma è un’emozione sempre nuova: vedere questi piccoli che con amore cantano e recitano per noi anziani, mi fa venire sempre una grande nostalgia, anche a me da piccina piaceva cantare e rallegrare i miei nonni con i canti imparati a scuola. Ora la ruota gira e ..tocca a me ascoltare le voci così calde di questi bambini. Un grazie quindi alle maestre, ai volontari di Ospitalità Tridentina per questa bella opportunità che danno a noi anziani. Si sa benissimo che nel tempo della vecchiaia , della solitudine, in prossimità delle feste natalizia, il cuore si fa più sensibile e maggiormente sentiamo acciacchi, nostalgia del tempo passato, dei figli, dei nipoti…e grazie a questi eventi possiamo passare un pomeriggio diverso e in compagnia. Una nonna riconoscente

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BUON NATALE …. Buon Natale, amico mio: non avere paura. La speranza è stata seminata in te. Un giorno fiorirà. Anzi, uno stelo è già fiorito. E se ti guardi attorno, puoi vedere che anche nel cuore del tuo fratello, gelido come il tuo, è spuntato un ramoscello turgido di attese. E in tutto il mondo, sopra la coltre di ghiaccio, si sono rizzati arboscelli carichi di gemme. E una foresta di speranze che sfida i venti densi di tempeste, e, pur incurvandosi ancora, resiste sotto le bufere portatrici di morte. Non avere paura, amico mio. Il Natale ti porta un lieto annunzio: Dio è sceso su questo mondo disperato. E sai che nome ha preso? Emmanuele, che vuol dire: Dio con noi. Coraggio, verrà un giorno in cui le tue nevi si scioglieranno, le tue bufere si placheranno, e una primavera senza tramonto regnerà nel tuo giardino, dove Dio, nel pomeriggio, verrà a passeggiare con te. don Tonino Bello

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Parola alle catechiste … Durante l’Avvento, come catechesi, abbiamo affrontato il tema del volto di Gesu’! In chiesa un grande cartellone con le quattro settimane di Avvento ci invitava ad accogliere Gesù Bambino togliendo di settimana in settimana la parte che riguardava il tema proprio della liturgia e della catechesi : VEGLIARE – PREPARARE – GIOIRE – ACCOGLIERE – e per ultimo PACE.

Ogni settimana scoprivamo i personaggi chiave dell’Avvento: Maria – Giuseppe – le loro mani pronte all’accoglienza e infine ecco il dono prezioso : GESU’. E nel bellissimo disegno della natività che abbiamo scoperto nell’ultima domenica di Avvento, si poteva intravedere il volto di Gesù adulto : quegli occhi che non si stancano mai di cercarci e di donarci la gioia. Abbiamo preparato anche dei segni da donare poi a tutte le persone presenti alla Messa la notte di Natale: una stella con uno specchio al centro sul quale era adagiata la statuina di Gesù Bambino. Molto significativo per noi e per i nostri ragazzi questo segno : - 28 -


Gesù è il nostro specchio, siamo fatti a sua immagine. Abbiamo scoperto anche che non siamo tanto noi a cercare il volto di Gesù, ma è Gesù stesso a cercare il nostro volto!. Il nostro volto che si smarrisce attraverso le “immagini“ “specchi” “illusioni” di quel mondo interiore ed esteriore che non conosce Gesù:

Per questo anche dietro il Bambino Gesù è stato posto uno specchio: Forse molti si saranno chiesto il significato di questo. Una signora seduta di fianco a me durante la Messa si chiedeva proprio questo a mezza voce: “ Ma perché quello specchio? Potrebbe illustrarmi il motivo?” E sono stata ben contenta di poterglielo spiegare… Una mamma catechista

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PACE: DONO PREZIOSO da Betlemme …a Predazzo

Martedì 20 dicembre alcuni scout di Predazzo hanno portato la luce della pace di Betlemme nella nostra chiesa parrocchiale, luce che ogni anno viene accesa dalla lampada della Basilica della Natività di Nostro Signore. Una fiamma che arde da secoli grazie alle donazioni di olio effettuate da tutte le nazioni di fede cristiana e che, su iniziativa degli Scout, dal 1986 viene diffusa in tutta Europa con l'obiettivo di aiutare le persone più bisognose. "Questa fiamma rappresenta - per chi ha fede in Cristo – la luce delle genti, la guida dell'umanità alla salvezza. Per i non credenti è segno di pace, speranza, fratellanza, amicizia, solidarietà con chi soffre". Tutte le persone sensibili, capaci di valorizzare anche piccoli segni, hanno potuto condividere la Luce di Betlemme, fino all'Epifania. Molto bella e significativa la riflessione scritta dal beato Charles de Foucauld e letta da una scout.

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LA PACE VERRA’ Se tu credi che un sorriso è più forte di un’arma, Se tu credi alla forza di una mano tesa, Se tu credi che ciò che riunisce gli uomini è più importante di ciò che li divide, Se tu credi che essere diversi è una ricchezza e non un pericolo, Se tu sai scegliere tra la speranza o il timore, Se tu pensi che sei tu che devi fare il primo passo piuttosto che l’altro, allora…

LA PACE VERRA’ Se lo sguardo di un bambino disarma ancora il tuo cuore, Se tu sai gioire della gioia del tuo vicino, Se l’ingiustizia che colpisce gli altri ti rivolta come quella che subisci tu, Se per te lo straniero che incontri è un fratello, Se tu sai donare gratuitamente un po’ del tuo tempo per amore, Se tu sai accettare che un altro ti renda un servizio, Se tu dividi il tuo pane e sai aggiungere ad esso un pezzo del tuo cuore, allora…

LA PACE VERRA’ Se tu credi che il perdono ha più valore della vendetta, Se tu sai cantare la gioia degli altri e dividere la loro allegria, Se tu sai accogliere il misero che ti fa perdere tempo e guardarlo con dolcezza, Se tu sai accogliere e accettare un fare diverso dal tuo, Se tu credi che la pace è possibile, allora…

LA PACE VERRA’ - 31 -


UNITI IN PREGHIERA … …per iniziare bene il nuovo anno !

E' il 31 dicembre 2016. Tra i messaggi che mi arrivano su whatsapp, sul Gruppo "La Chiesa in Fiemme" leggo: "Questa sera, nella cappellina della canonica di Varena, dalle 21 alle 23, adorazione eucaristica". “Ogni istante che Dio ti dona è un tesoro immenso, non buttarlo. Non correre sempre, alla ricerca di chissà quale domani. Vivi meglio che puoi, pensa meglio che puoi e fai del tuo meglio oggi. Perché l’oggi sarà presto il domani e il domani sarà presto l’eterno.” A.P. Gouthey

Poco dopo ne arriva un altro: "Per un fine d'anno diverso, a Predazzo, ore 22.30 - 24.00, Veglia di preghiera con Maria Regina della pace". Con sorpresa arriva anche il terzo! "Vieni anche tu a far compagnia a Gesù – Chiesa Parrocchiale di Pozza – ore 21.30. Attenderemo il nuovo anno in preghiera". Che bello! L'idea, avviata gli anni scorsi dal nostro parroco, è stata condivisa anche da altre comunità! Nella veglia di Predazzo, mi sono sentita in comunione con gli amici raccolti in preghiera negli altri paesi, per ringraziare il Signore dei tanti doni materiali e spirituali ricevuti, per invocare il dono della pace e affidare a Dio e a Maria le nostre famiglie e la Chiesa.

E.M. - 32 -


Madre, cosa posso fare per la pace nel mondo?” “Torna a casa e ama la tua famiglia.” Madre Teresa

– Dobbiamo impegnarci in scelte di percorso, in tabelle di marcia: non possiamo parlare di pace indicando le tappe ultime e saltando le intermedie!

Se non siamo capaci di piccoli perdoni quotidiani fra individuo e individuo, tra familiari, tra comunità e comunità…è tutto inutile!

La pace non è soltanto un pio sospiro, un gemito favoloso, un pensiero romantico… è, soprattutto, prassi.

Papa Francesco

BENVENUTO 2017 … Giornata della pace e di Maria madre di Dio

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO Il tempo passa inesorabilmente per tutti: la fine di un anno, l’inizio del nuovo anno sono ricorrenze che fanno riflettere. Il modo di viverle è molto umano e spesso frivolo. Spesso si riduce a divertimento sfrenato, ad un chiasso esteriore che stanca. Spesso siamo spinti a dannarci col fare, con la frenesia dei momenti. Alcuni trascorrono queste ricorrenze nella preghiera. Sono momenti di riflessione sulla vita. Come la viviamo? Sempre nel fasullo, nel piacere umano che lascia il tempo com’è? Fermati. Rifletti. Dio ti vuole parlare. Ti vuole far comprendere che si può vivere con valori umani, cristiani, civili. La vita non si deve buttare. Il tempo è prezioso. Vivilo bene. Non correre dietro alle idee mondane. Ti rendono capace di bravate o scherzi di cattivo gusto. Fermati e rifletti: quale è il vero senso della vita. Vivere il tempo come Gesù. E’ l’unico che vive il tempo con sapienza, con amore, con la misericordia. Anche lo svago è buono se sano, se armonioso, se vissuto da signori. E’ la signoria di Dio che fa il nostro vivere umano dignitoso. Vivere i valori interiori e spirituali, umani. Vivere il tempo con Gesù e come Gesù. Vivere d’amore. Maria vive il Suo tempo nel SI quotidiano a Dio. - 33 -


E’ Madre di Dio e Madre dell’Umanità. Anche noi possiamo vivere il tempo come Maria e Gesù. Guardiamo a loro e accogliamo da loro il perdono, l’amore, la misericordia, la luce, la sapienza, il loro spirito. Ci liberano dall’ egoismo e ci donano un cuore nuovo pieno d’amore per noi e per gli altri. Il tempo con la luce di Gesù nel mistero pasquale è redento. Può essere anche per noi un tempo di vita vera. Incominciamo ora a fidarci di Dio e Dio provvede a noi veramente. Buon Anno Nuovo nel cuore F.E.

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LA TRADIZIONE VINCE ANCORA.. Il canto della STELLA alla vigilia dell’Epifania

Da parecchi anni trascorro le vacanze natalizie a Predazzo e, come sempre, aspettavo con gioia il 5 gennaio per sentire, dopo la messa serale delle 20, il coro parrocchiale che ci allietava con i loro canti. Il “ concerto” è introdotto, da sempre, dal canto tradizionale della “STELLA” reso più visibile dalla figura simpatica di tre cantori travestiti da Re Magi. “ Deh sorgi amica stella … la pace ad annunciar…” così recita il canto e mai come in questi momenti cruciali per l’umanità, mi è sembrato attuale, quasi fosse una invocazione davvero sentita. Non mi stanco mai di sentire questo canto perché, oltre ad essere melodioso, mi fa fare dei tuffi nel passato e mi ricorda la mia infanzia! Io mi commuovo sempre quando lo sento, ma questo anno in particolare.

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Normalmente questo concerto veniva eseguito con passione e sentimento davanti al bellissimo presepe allestito di fianco alla piazza principale, ma quest’anno, a causa del freddo intenso, i cantori si sono esibiti prima nell’atrio del Municipio e poi nell’Aula Magna dello stesso. Il numero dei partecipanti, non molto numeroso in verità, non ha impedito ai nostri coristi di profondere tutta la loro bravura, magistralmente guidati dal maestro Brigadoi e a noi “ ascoltatori attenti” di gustare la bellezza di questi canti che ci immergono con calore in questo clima natalizio sempre bello e rappacificante. Mi ricordo anche che, in tempi non molto lontani, questo canto della STELLA veniva eseguito dal coro lungo le vie di Predazzo, simulando i Re Magi con i loro corteo che si avvicinavano a Betlemme e lungo il loro cammino volevano essere portatori di pace. Mi piaceva molto questa “ processione” di persone che con entusiasmo seguivano la STELLA. Io, assieme ai miei figli ora diventati grandi …, ero sempre fra loro . Vorrei dire a questi bravi coristi di “ non mollare” e di continuare a vivere e” far vivere” questo momento bello che fa parte di una simpatica tradizione popolare. Grazie M. S.


UNITI …NELLA LODE AL SIGNORE Veglia ecumenica per l’unità dei cristiani

La preghiera ecumenica che si è svolta nella nostra chiesa sabato 7 gennaio insieme ad evangelici, protestanti, ortodossi e cattolici in occasione del Tour de Ski è stata molto coinvolgente. “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: Che tutti siano una cosa sola, come tu Padre sei in me e io in te.

Quello che mi ha maggiormente colpito è stato il riuscire a pregare insieme lo stesso spirito che viene da Dio e che è Dio stesso. Trovare quello che ci unisce, che è l’Amore misericordioso di Dio e scoprire, anche attraverso segni concreti, ciò che può dividere per superarlo e creare unità, è stato un messaggio molto chiaro per tutti !

Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.” Dal Vangelo di Giovanni

Durante la celebrazione è stato costruito un muro con dei mattoni, su cui c’erano scritte le varie cose che ci dividono: mancanza d’amore, odio e disprezzo, false accuse, discriminazione, - 37 -


persecuzione, comunione spezzata, intolleranza, divisione, abuso di potere, estraniamento, orgoglio… che poi, cancellate alla luce dello Spirito ( cero pasquale simbolo di Gesù Salvatore ) si sono realizzate nella costruzione di una croce, segno evidente e chiaro di perdono e salvezza. Le letture nelle varie lingue, il coinvolgimento di persone delle varie confessioni, mi hanno fatto capire che se strettamente uniti a Gesù, Lui è vivo e dona salvezza a tutti…e tutti siamo chiamati a donare e ricevere l’Amore universale che è Dio! Quando poi don Giorgio ci ha invitati ad accendere la candela che ci era stata data attingendo la fiamma dall’unico cero, mi sono sentita davvero coinvolta e “ chiamata” a fare tutta la mia parte nella mia comunità per essere strumento di riconciliazione e di conseguenza di unità. S.L.

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ALLA SCOPERTA DEL CAMPANILE Chierichetti esplorano la parte “alta” della chiesa

Da tempo tra noi chierichetti c’era il desiderio di sapere qualcosa di più sul nostro campanile… sul nostro orologio… Ed eccoci accontentati sabato 14 gennaio: armati di curiosità e voglia di sapere tutti in fila lungo le ripide scale che portano al grande orologio e alle campane… Per tutti è stata una grande sorpresa: vedere la piazza e altre case dall’alto…toccare da vicino le maestose campane di cui sentiamo i rintocchi che ci fanno correre in chiesa per il nostro servizio, sapere come è stato costruito il grande orologio , e tante altre cose… ci hanno riempito di meraviglia e di gioia! Tornati poi all’oratorio per gustarci la squisita pizza e i dolci eccellenti preparati con cura e amore dalle nostre mamme, attraverso una specie di giocoquiz ci siamo divertiti a rispondere alle varie domande per mettere a prova la nostra memoria e la nostra capacità di ascolto e attenzione! - 39 -


Quanti erano i numerosi scalini su cui ci siamo arrampicati? Per alcuni 87…per altri 126…chi avrà ragione??? Come funzionava una volta il meccanismo dell’orologio? Era fatto a mano , ogni giorno bisognava rinviarlo sempre a mano, aveva delle corde con dei contrappesi che facevano andare il pendolo ( 28 Kg… che bestione …), poi c’erano altre corde che pesavano 8 kg che muovevano le lancette…insomma un capolavoro di ingegneria per quei tempi! Ci veniva da pensare a chi ogni giorno doveva andare a fare questo servizio...che tenacia! Che sensazione avete provato nel vedere così da vicino le campane? Viste da lontano sembrano molto più piccole e ci sembrava impossibile che qualcuno le avesse portate fin lì tenendo conto dei mezzi di una volta. Ci ha impressionato molto il fatto che durante la prima guerra mondiale le campane sono state tolte dal campanile e fuse per fare cannoni di guerra! Che orrore pensare che una cosa così bella come le campane che dovrebbero rallegrare il cuore..siano diventate strumenti di morte! E abbiamo apprezzato la PACE! Quanto è alto il campanile? 54 metri ( ce ne siamo accorti nel percorrere i numerosi gradini ) Come è stato costruito? Dove adesso c’è” l’asa dei somaileri” partiva un ponte che arrivava fino alla chiesa dove portavano sassi e cemento con delle barelle. - 40 -


Per arrivare in posti più piccoli il ponteggio era fatto di legno. Quanti anni ha la nostra chiesa? 151 anni fa è stata posta la prima pietra, allora era il 1866! Ed è stata consacrata nel 1875! Nove anni per costruirla quindi !!! Non avevamo mai pensato a questo : chissà quanta fatica, quanti sacrifici ha fatto la gente di Predazzo, quante persone hanno dato una mano, ognuno con quello che poteva e sapeva fare e…a conclusione di tutto ora possiamo ammirare questo capolavoro! Grazie quindi ai nostri bisnonni e trisnonni e prima ancora …! E fra una risata e l’altra, dopo aver completato anche il nostro giornalino SAMUEL ( sperando di cavalcare un po’ la classifica ) e giocato per bene, si è concluso il nostro divertente pomeriggio di amicizia ed allegria!

Gli allegri chierichetti

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LASCIATE CHE I BAMBINI VENGANO A ME Incontro speciale dei bambini con Gesù

“Gesù Tu sei la mia Luce”

Anche quest’anno ho accompagnato i miei figli alla Benedizione dei Bambini e devo dire che è davvero una bella emozione: io ho percepito grandi e piccini incantati ad ascoltare Don Giorgio con la sua chitarra ed il suo entusiasmo coinvolgente, che parla dritto al nostro cuore. Don Giorgio li ha accolti attorno al Presepe, coinvolgendoli subito con qualche parola d’introduzione, una preghiera ed una canzone. I bambini poi, ordinati e concentrati, si sono messi in fila e ad uno ad uno hanno ricevuto una candela accesa, si sono avvicinati al fonte battesimale, dove hanno fatto il Segno della Croce con l’Acqua Santa e recitato una piccola preghiera in silenzio, infine le catechiste hanno donato loro l’immagine della Sacra Famiglia. “Gesù noi Ti vogliamo bene”, “Gesù vieni in mezzo a noi”, Gesù Tu sei la mia Luce”... com’è bello sentire i nostri figli ripetere queste parole ed - 42 -


ancora più bello è quando Don Giorgio li invita a pregare anche per la mamma e per il papà, per i preziosi nonni, per le persone care e per le persone che soffrono e hanno bisogno delle nostre preghiere. Il nostro Parroco li invita sempre a dire anche una breve preghiera in silenzio, ognuno nel proprio cuore. “Chissà cosa diranno” penso io…perché i bambini sono dotati di una tale sensibilità e di pensieri tanto dolci per Gesù, che noi genitori spesso non sapremmo esprimere così bene. Io apprezzo molto il fatto che Don Giorgio insegni ai piccoli ad instaurare un rapporto personale e sincero con Gesù, attraverso le riflessioni in silenzio, perché noi adulti questa bella abitudine la perdiamo un po’ e recitiamo le preghiere che abbiamo imparato invece di trovare le nostre “parole personali” venute dal cuore, che saprebbero essere estremamente più significative. Sono convinta che la benedizione dei bambini sia una celebrazione molto preziosa ed è bello che noi genitori ci ritagliamo il tempo per condividere questo momento emozionante e pieno di semplice commozione. Vedere tanti bambini attorno a Don Giorgio, che con le sue parole ed il suo canto riesce cosi bene a coinvolgere grandi e piccini, riempie davvero il cuore. - 43 -


Sono grata al nostro Parroco , che insegna ai piccoli a trovare (e a noi grandi a ritrovare) la Luce di Dio prima di tutto nel nostro cuore e ad amarlo con sincerità, senza costrizioni o paure. Apprezzo molto la sua abitudine di parlare in modo chiaro e diretto ai nostri bambini, con affetto ci insegna a riconoscere sempre l’Amore di Dio in questa “nostra realtà”, la quale ogni giorno riserva purtroppo molte domande e grandi prove. Un grande “Grazie” anche alle catechiste ed a tutte le persone che dedicano tempo ed energia per preparare e collaborare alla realizzazione di queste celebrazioni. Franca Di Martino

“Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso”. E prendendoli fra le braccia e imponendo loro le mani li benediceva. ( Marco 10,13-16)

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A PROPOSITO DI IMMAGINI E SIMBOLI… Riflessioni un po’ provocatorie di un parrocchiano È terminato l’anno liturgico e dalla chiesa sono spariti tutti quegli “oggetti”, quegli elementi di disturbo per di più antiestetici e che nulla avevano a che vedere con il contesto architettonico nel quale erano state inserite. Quegli elementi impedivano di assistere “degnamente “ alla messa, addirittura in alcuni casi erano repulsivi all’entrata in chiesa. Era ora! E poi c’era la seccatura per il parroco nel dover spiegare ai turisti che si fermavano dopo la celebrazione a chiedere il significato di un orologio con un pendolo a spinta che non muove le lancette ferme sulle tre, il nesso con la scritta sovrastante, e quella strana croce rossa!? E poi è arrivata anche quella S. Teresina in scatola…..! Sì, era proprio ora di togliere tutto. Quelli erano solo simboli che non servivano a niente. A proposito di “seccature”, a dirla tutta, anche don Giorgio ci mette del suo con quelle prediche che superano spesso i dieci minuti….. che barba! Il parroco però non si può togliere come un quadro o un orologio (fermo) ma la fastidiosa situazione la risolvo cambiando paese per la messa, in barba alla grande famiglia parrocchiale Quanto sopra purtroppo non è frutto di fantasie, ma di fatti, frasi e mugugni reali visti e sentiti durante quest’ anno. Quelle cose, quegli oggetti erano simboli che qualcuno non gradiva. E molto probabilmente non gradiranno neanche i prossimi. Senza scomodare altre culture e religioni che, come tutte, fanno largo uso del linguaggio simbolico, rimaniamo tra le nostre mura. La colomba, l’agnello, la croce, il presepio e via elencando sono altrettanti simboli, certo questi fanno parte di quelli detti UNIVERSALI, - 45 -


“Noi non potremmo metterci alla ricerca di Dio se non sentissimo dentro di noi che lui ci sta cercando da sempre, anzi che ci ha già trovati, che lui crede in noi anche se noi abbiamo la sensazione di non credere in lui”

che sono cioè riconosciuti in tutto il mondo in quanto hanno ormai assunto un ruolo di relazione intrinseca con ciò che vogliono rappresentare e rimandano nell’immediato la mente di chiunque al significato e magari anche al messaggio che sta oltre la raffigurazione stessa. Per un non cristiano sono solamente elementi culturali mentre per un credente assumono l’importanza di un archetipo simbolico su cui meditare perché corrispondono alla interiorità della religiosità umana studiata, spiegata, percepita, assorbita da sempre.

Diverso è certamente il caso di simboli come quelli che ogni tanto fanno capolino in chiesa per periodi più o meno lunghi che (Archibald Joseph Cronin). spaziano da un anno a una settimana e talvolta anche un solo giorno. Questi simboli sono detti ACCIDENTALI, che possono cioè essere capiti e condivisi e quindi produrre uno stimolo “ emotivo spirituale” solamente a chi ha potuto o ha avuto la bontà e pazienza di ascoltare o cercare a monte la spiegazione e il commento su quanto esposto alla visione. Lo scopo e il fine, in ogni caso, è quello di favorire la preghiera, sia essa interiore oppure comunitaria, cercando di smuovere e stimolare un poco il nostro animo e far crescere la nostra fede. Osare e accettare anche di andare, ogni tanto, oltre i rigidi schemi liturgici prestabiliti (talvolta soporiferi) portando sempre e comunque il messaggio di Gesù. A tal riguardo riporto uno stralcio di un’intervista a Don Fabio Rosini, Biblista, Direttore del Servizio per le Vocazioni in Vicariato di Roma: ”…….la preghiera tocca il Cuore di Dio, la preghiera è mettere l’amore dentro alle cose, la preghiera è il cuore delle cose………. noi facciamo delle preghiere molte volte che sono qualcosa di terrificante, le nostre preghiere liturgiche acquisiscono lo share (indice di gradimento ndr) di una conferenza sull’introduzione delle lingue morte del basso Angola….abbiamo una formalità nella preghiera certe volte agghiacciante ….” A.

Se c'è comunque una categoria di persone a cui Dio sorride, è certamente quella di chi si mette alla sua ricerca, di chi in qualche modo è insaziabile del desiderio di Dio. - 46 -


RI-VESTITI DI GIOIA Animatori parrocchiali a Pergine con NOI ORATORI

Domenica 22 gennaio si è svolta a Pergine Valsugana la giornata degli oratori e alcuni di noi animatori di Predazzo vi abbiamo partecipato. Era una giornata aperta a tutti, infatti abbiamo trovato ragazzi da tutto il Trentino. Arrivati all’oratorio di Pergine alcuni animatori ci hanno accolto e insieme siamo andati in chiesa dove si è celebrata la messa. Finita la messa siamo ritornati all’oratorio dove dei ragazzi ci hanno raccontato la storia di Giuseppe, il re dei sogni, con alcune scenette. Successivamente ci siamo divisi in gruppi e abbiamo partecipato ad alcuni laboratori e abbiamo parlato di 4 diversi temi: • Crisi: in questo laboratorio abbiamo partecipato ad una attività in cui, con l’aiuto di tutti, dovevamo risolvere alcuni problemi o difficoltà; • Sogni: alcuni animatori di Pergine ci hanno raccontato i tre sogni più importanti di Don Bosco, uno fra questi era il sogno dei dieci diamanti; • Emozioni: in questa attività abbiamo partecipato ad un gioco in cui dovevamo indovinare l’emozione, che gli altri ragazzi ci avevano scritto su un post-it che noi non vedevamo; lo dovevamo capire in base alle reazioni che avevano quando ci guardavano; • Sentimenti: in questo laboratorio dovevamo scrivere una parola che ci veniva in mente guardando alcune immagini e poi dovevamo spiegarle agli altri ragazzi. - 47 -


Dopo aver fatto la pausa pranzo tutti insieme abbiamo partecipato a vari laboratori, questa volta scelti da noi; avevamo la possibilità di sceglierne due. Noi abbiamo partecipato a: “Mani in pasta” e “A ritmo di musica”. Nel primo, un animatore di Pergine ci ha insegnato qualche trucco per realizzare dei lavoretti a mano, semplici, ma molto belli; nel secondo un’istruttrice di zumba ci ha fatto scatenare con alcuni balli molto divertenti ed infine a gruppi abbiamo dovuto noi ragazzi inventarcene uno. Secondo noi è stata una giornata molto divertente e interessante, i temi ci hanno colpito e, grazie all’aiuto di tutti i ragazzi che hanno avuto l’opportunità di partecipare, abbiamo imparato cose nuove. Pamela e Sofia

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Una domenica alternativa, di conoscenza di tanti ragazzi e ragazze animatori che offrono lo stesso mio servizio agli altri, a bambini e ragazzi della parrocchia. Ecco quello che doveva essere per me la giornata degli oratori a Pergine. Ma invece è stata molto di più. La giornata era intitolata “ ri-vestiti di gioia” ed è stato proprio così! In quelle ore in cui sono stata a contatto con gli altri, dai loro volti traspariva gioia e di riflesso sono stata contagiata. Mi sono sentita rilassata ed entusiasta di quello che stava succedendo attorno a me. Durante un dialogo di gruppo, una ragazza, che secondo il mio pensiero e un mio pregiudizio credevo estranea alla chiesa e a questo tipo di attività, ha detto una cosa che mi è molto rimasta impressa: lei fa l’animatrice perché nei volti dei bambini contenti rivede Dio. E con queste parole ho capito che le persone non bisogna classificarle solo avendole osservate superficialmente, ma per poter dire qualcosa su una persona bisogna prima “ entrare” dentro di lei, nel suo cuore. Ognuno di noi ha qualcosa di bello da dare agli altri. Il pomeriggio abbiamo fatto dei laboratori a nostro piacere. Tra le tante proposte io ho scelto il laboratorio di “face painting” e poi quello per “imparare a fare lavoretti”. Tutti e due sono stati molto interessanti, ma quello dei lavoretti ha lasciato dentro di me un grande entusiasmo. Una volta tornata a casa ho voluto subito provare a fare la stessa piccola opera, un portachiavi che porto sempre con me! Un grazie , quindi, per aver offerto a me e ai miei amici questa bella opportunità di “ allargare i nostri orizzonti”!

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DON BOSCO RITORNA TRA NOI…. Giovani di Predazzo e Ziano assieme per il compleanno di don Bosco Martedì 31 Febbraio noi ragazzi del seratorio di Predazzo siamo andati a Ziano per partecipare alla S. Messa dedicata a Don Bosco, patrono degli oratori. Un sacerdote salesiano don Jean , venuto da Mestre, ci ha parlato della vita di Don Bosco e specialmente di un aspetto costante della sua vita, cioè la capacità di saper sempre ringraziare, che gli è stata tramandata da sua madre. Infatti spesso diamo tutto per scontato, dimenticandoci di ringraziare le persone per quello che fanno per noi. Non pensiamo che anche un semplice “Grazie” può migliorare la giornata di chi lo riceve. Il sacerdote, in seguito, ha parlato a noi giovani, raccontandoci che il Santo ha fondato il suo oratorio con pochissimo aiuto da parte di altri adulti, alcuni lo hanno aiutato per alcune settimane, ma poi se ne sono andati perché avevano altro a cui pensare. Coloro che aiutarono veramente Don Bosco furono i ragazzi. Questo ci fa capire che noi giovani a volte siamo più forti e influenti di quanto pensiamo, infatti spesso crediamo di essere impotenti, ma in realtà possiamo fare tante cose se crediamo in noi stessi e restiamo uniti. Dopo la messa noi ragazzi di - 50 -


Predazzo e Ziano siamo andati all’oratorio per

cenare tutti insieme. Dopo mangiato, abbiamo partecipato a dei giochi di squadra che sono stati molto divertenti perché hanno coinvolto tutti. In generale la serata mi è piaciuta molto perché mi ha fatto riflettere, mi sono divertita ed ho potuto passare del tempo anche con i ragazzi di Ziano, cambiando un po’ compagnia. Alice Rivaroli

Mi è piaciuto molto quando siamo stati chiamati ad uno ad uno ad apporre la nostra firma sul disegno di un grande volto di Gesù. Era il nostro modo per dire “ Caro Gesù noi ci stiamo a volerti bene e a testimoniarti fra i nostri compagni”. E’ stato un momento molto bello e significativo e mi ha aiutato a capire che, se vogliamo davvero cambiare il mondo , dobbiamo incominciare proprio da noi stessi impegnandoci in prima persona. Le parole di don Jean mi hanno fatto riflettere moltissimo. Tornando a casa, dopo l’incontro, la prima cosa che ho fatto è stato abbracciare forte la mia mamma ringraziandola di quanto fa per tutta la famiglia. Lei si è molto meravigliata e …mi sembrava anche commossa. Ho capito che si deve incominciare proprio dalle piccole cose che tutti noi possiamo fare, basta un po’ di buona volontà e di crederci. Mi è piaciuta molto la frase di don Bosco “ Noi facciamo consistere la santità nello stare sempre allegri e fare sempre e bene il nostro dovere”! Mi ha dato un senso di gioia e voglia di seguire questo consiglio! D.G.

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TUTTI ALLA GROTTA DI MASSABIELLE… …per festeggiare con Maria la giornata dell’ammalato!

E proprio a Lourdes ci porta questa data “ 11 febbraio 1858” perché là alla grotta di Massabielle la Madonna apparve a Bernardette. E da allora milioni e milioni di persone sane e malate vanno in questo luogo santo, non tanto per il miracolo, ma per trovare quella pace e quella forza che le accompagnino nel loro cammino di sofferenza. Anche il nostro gruppo, come sempre, inizia il programma annuale da questa giornata perché è la Madonna che ci accompagna in tutti i nostri impegni di volontariato, è a Lei che chiediamo aiuto e consiglio - 53 -


perché è nostra Madre e donna che ha conosciuto la sofferenza da vicino. Le nostre proposte per quest’anno sono state: per sabato 11 febbraio ritrovo davanti alla Casa di Riposo con flambeau ( fiaccolata ) verso la chiesa con Santa Messa e Benedizione Eucaristica. Questa celebrazione è stata molto partecipata ed apprezzata. Il nostro parroco don Giorgio ci ha fatto riflettere sulla sofferenza e ci ha invitato più volte a chiudere gli occhi e ad immaginare di essere lì a Lourdes davanti

alla grotta. Momenti molto forti ci sono stati anche domenica 12 con la

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messa e l’Unzione degli infermi ad ore 16 in Casa di Riposo. Don Giorgio nell’omelia ha sottolineato a tutti gli anziani l’importanza di questa fase della loro vita, della malattia e delle preghiere che tutti i giorni offrono con amore al Signore. Non meno importante la messa che il lunedì 13 febbraio il nostro gruppo di Fiemme ha organizzato nel reparto di medicina dell’ospedale di Cavalese affinché tutti gli ammalati comprendano che non sono soli! Vorrei chiudere con le parole di papa Francesco: ” Desidero incoraggiarvi tutti, malati, sofferenti, medici, infermieri, familiari e volontari, a contemplare in Maria, SALUTE DEI MALATI, la garante della tenerezza di Dio per ogni essere umano e il modello dell’abbandono alla sua volontà; e a trovare sempre nella fede, nutrita dalla parola e dai Sacramenti, la forza di amare Dio e i fratelli anche nell’esperienza della malattia…” Carla Bernard

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Preghiera per la XXV Giornata Mondiale del Malato 2017 Stupore per quanto Dio compie: «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente…» (Lc 1,49) Vergine e Madre Maria che hai trasformato una grotta per animali una grotta per animali nella casa di Gesù con alcune fasce e una montagna di tenerezza, a noi, che fiduciosi invochiamo il Tuo nome, volgi il tuo sguardo benigno. Piccola serva del Padre che esulti di gioia nella lode, amica sempre attenta perché nella nostra vita non venga a mancare il vino della festa, donaci lo stupore per le grandi cose compiute dall’Onnipotente. Madre di tutti che comprendi le nostre pene, segno di speranza per quanti soffrono, con il tuo materno affetto apri il nostro cuore alla fede; intercedi per noi la forza di Dio e accompagnaci nel cammino della vita. Nostra Signora della premura partita senza indugio dal tuo villaggio per aiutare gli altri con giustizia e tenerezza, apri il nostro cuore alla misericordia e benedici le mani di quanti toccano le carni sofferenti di Cristo. Vergine Immacolata che a Lourdes hai dato un segno della tua presenza, come una vera madre cammina con noi, combatti con noi, e dona a tutti gli ammalati che fiduciosi ricorrono a te di sentire la vicinanza dell’amore di Dio. Amen. - 56 -


AZIONI DISCUTIBILI E PROVOCATORIE Perché divertirsi distruggendo?... La persona avveduta prima di agire riflette, lo stolto mette in mostra la sua stupidità. (Pro 13,16)

Anche qui a Predazzo e nello specifico in oratorio il proverbio di cui sopra calza a pennello. L’ Associazione NOI ss. Filippo e Giacomo già da alcuni mesi ha posto in essere una regolamentazione per l’utilizzo delle strutture dell’oratorio. Sono stati commissionati, pagati e poi affissi dei pannelli plastici esplicativi di un semplice regolamento: non fumare – no parolacce – non mangiare nei campi – immondizia nei bidoni (nuovi e differenziati) - giorni di prenotazione e orari precisi di apertura ecc... Per poter far si che ci si possa divertire in maniera civile ed evitare possibili, se pur lievi, soprusi durante il gioco. Oltre a far rispettare quanto sopra descritto, è stata istituita una cosa molto interessante e importante: una “sorveglianza“ svolta da persone adulte che, a turno, durante l’orario di apertura, volontariamente, regalano il proprio tempo a beneficio della comunità. Questo, di conseguenza, offre anche una certa tranquillità ad alcuni bambini, ragazzi e genitori. La sottolineatura di “… ad alcuni…” non è casuale perché purtroppo qualche altro ragazzo mal sopporta di non poter fare ciò che vuole e anche queste semplici regole gli vanno strette. Questi (pochi) individui, agendo sicuramente nottetempo con il favore del buio, quando si imboscano per fumare (e gettare i mozziconi a terra) dietro - 57 -


l’angolo appena all’interno dell’area, si sono divertiti a distruggere prima uno dei cartelli, successivamente un’altra sera il secondo, un’altra ancora a scrivere bestemmie sul muro. Prima che si ripetano tali o peggiori gesti è stato ora deciso di installare un impianto di illuminazione automatica e di videosorveglianza. Questi denari sarebbero stati meglio impiegati per qualche attività o nuovo gioco ma, al momento, questo è lo stato delle cose. Le nostre speranze e i nostri auspici sono volti a che non si debba ricorrere, come qualcuno ha ipotizzato, al montaggio di un cancello all’inizio del corridoio esterno di accesso ai campi. Ci auguriamo che davvero questi spiacevoli eventi possano rimanere unici e confidiamo in una maggiore collaborazione da parte delle famiglie dei ragazzi che usufruiscono dei campigioco!. Il Direttivo dell’Associazione NOI

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VISI COLORATI Allegria in oratorio con il TRUCCA BIMBI

Che risate!! Che allegria !!! Mi sono proprio divertita oggi pomeriggio all’ oratorio quando Marilena, Cecilia e Francesca, mi truccavano il viso e la mia faccia si trasformava!! Devo dire che quando facciamo queste e tante altre cose … nei pomeriggi del mercoledì all’oratorio mi diverto proprio tantissimo e non vorrei più andare a casa. Vorrei che il mercoledì fosse anche il giovedì..il venerdì…! Mi piace proprio moltissimo fare lavoretti vari e quando torno a casa vorrei continuare a farli. Mercoledì scorso invece ci siamo sbizzarriti a “ creare” le nostre maschere aiutati dalle nostre brave mamme e nonne! GRAZIE ! Anche da parte della mia mamma!

C. S.

Noi animatori e animatrici del mercoledì ringraziamo di cuore Marilena con le ragazze del progetto Adam 099 per aver vivacizzato e reso diversa la nostra settimana di Carnevale! E …arrivederci a presto!

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10 cose che Dio non vorrà sapere 1. Dio non vorrà sapere che genere di automobili hai avuto; ti chiederà se ci hai accompagnato dei bisognosi. 2. Dio non vorrà sapere il numero di metri quadri della tua casa, ti chiederà quante persone vi hai accolto. 3. Dio non vorrà sapere che tipo di abiti hai indossato: ti chiederà se hai contribuito a vestire esseri umani. 4. Dio non vorrà sapere quanto lunghi e belli siano stati i tuoi viaggi; ti chiederà se ti sei fermato per donare una carezza a chi era ai bordi della tua strada. 5. Dio non vorrà sapere quanto alto fosse il tuo stipendio; ti chiederà se per ottenerlo hai distolto attenzione e premura a chi ti vuole bene. 6. Dio non vorrà sapere quale fosse il tuo titolo di studio; ti chiederà se hai svolto il tuo lavoro al meglio delle tue capacità. 7. Dio non vorrà sapere quanti amici hai avuto; ti chiederà per quanti sei stato un vero amico. 8. Dio non vorrà sapere in quale quartiere hai abitato; ti chiederà se hai avuto cura dei tuoi vicini. 9. Dio non vorrà sapere quale fosse il colore della tua pelle; ti chiederà cosa era nascosto nel tuo cuore. 10. Dio non vorrà sapere perché hai impiegato così tanto tempo per avvicinarti a Lui ti porgerà la Sua mano e ti accompagnerà amorevolmente verso le porte del Paradiso. - 61 -


Dio non accusa…. ti chiede solo di predicare con l’ esempio. Ci impegniamo perché noi crediamo nell’amore la sola certezza che non teme confronti, la sola che basta a impegnarci perpetuamente. Ci impegniamo noi e non gli altri; unicamente noi e non gli altri; né chi sta in alto, né chi sta in basso; né chi crede, né chi non crede. Ci impegniamo, senza pretendere che gli altri si impegnino, con noi o per conto loro, con noi o in altro modo. Ci impegniamo, senza giudicare chi non si impegna, senza accusare chi non si impegna, senza condannare chi non si impegna, senza cercare perché non si impegna. Il mondo si muove se noi ci muoviamo, si muta se noi mutiamo, si fa nuovo se qualcuno si fa nuova creatura.

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dal 1 dicembre 2016 al 28 febbraio 2017 HANNO CELEBRATO... le Esequie dei

il Sacramento del

Defunti

Battesimo BOSIN

DELLASEGA​ MARIA ANTONIA

MARTIN

CAGOL TOMASI

MARCO G ​ IOVANNA

MENAPACE​ ANNA AGOSTINI​ GIULIANO DEGAUDENZ

ROBERTO

PIAZZI​ FRANCESCO DELLI ZOTTI

M ​ ARCO

BALDESSARI​ TULLIO DEZULIAN

G ​ IOVANNI

COMPAGNI​ GINA GIONGO​ LUIGIA DALLABONA​ BRUNO GIACOMUZZI

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R ​ OMANA


RICORDA CHE... io asciugo le tue lacrime, io conosco i tuoi pensieri, le tue tribolazioni, io mi sono fatto inchiodare su una croce per te per salvarti... Ti sembra poco questo? Puoi forse dubitare ancora di me e del mio amore per te?

... RIFLETTI FIGLIO MIO ...


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