Bollettino parrocchia Predazzo 2 2015

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PARROCCHIA Santi FILIPPO e GIACOMO

CAMMINIAMO INSIEME ANNO XXXI - N째 2 - 2015 APRILE/MAGGIO/GIUGNO


In questo numero: descrizione articolo

pagina

Don BOSCO compie 200 anni!

3

I giovani incontrano Don BOSCO

7

Riflessione quaresimale con don Silvio Benedetti

8

La santità nel quotidiano (p. Gianni)

9

Piccoli cuori pregano

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L’Amore non ha confini

13

Uniti nella diversità

21

San Giuseppe un papà speciale

22

Quaresima 2015

24

Davanti a Gesù

27

A proposito di bollettino...

30

Dalle Palme alla Misericordia 2015

31

Via Crucis

38

Confessarsi è cosa bella ....

40

Vieni nel mio cuor Gesù....

44

Testimonianza di due giovani “chiamati”

49

I magnifici sette per volare alto

50

Cinquanta rose per Maria

53

Un’allegra compagnia in gita

55

Solidarietà ...

57

Sant’Antonio... stiamo arrivando.

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Viva don Bosco

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Ciclostilato in proprio ad uso manoscritto della parrocchia di Predazzo -2-


Don Bosco compie 200 anni! Auguri con riconoscenza

….E la sua santità è ancora, più che mai, nella Chiesa, nella Società, in mezzo alla Gioventù, provocazione e sfida alla gioia! Si, la gioia del Vangelo come scrive e annuncia, con il suo ministero petrino di questi anni, papa Francesco! “…..La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. EG1…. “ Queste parole dell’enciclica del papa si possono coniugare e ritrovare in una delle considerazioni che don Bosco scrive, dopo le prime esperienze con i giovani carcerati di Torino: «Man mano che facevo sentire -3-


loro la dignità dell’uomo, provavano un piacere nel cuore e risolvevano di farsi più buoni….» Ecco allora il sistema educativo, sempre attuale di don Bosco, come educazione alla gioia di vivere…. che non è altro che la scoperta della vocazione di ogni uomo: vivere una vita piena nella verità della gioia! Sembrerà strano, ma per don Bosco, la strada della verità della gioia è la santità della Vita come risposta al progetto di Dio sulla Vita. Ad un giornalista (25 aprile 1884) che gli chiedeva quale fosse il suo sistema educativo, don Bosco rispose: «Semplicissimo; lasciare ai giovani piena libertà di parlare di cose che loro maggiormente aggradano. Il punto sta di scoprire in essi i germi delle loro buone disposizioni e procurare di svilupparli. E poiché ognuno fa con piacere soltanto quello che sa di poter fare, io mi regolo con questo principio ed i miei allievi lavorano tutti non solo con attività, ma con amore» (MB, 17, p. 85-86). La definizione stessa del «sistema preventivo» propugnato da Don Bosco, postula la più sollecita ed attenta preoccupazione per le persone. La Ragione, la Religione, la Amorevolezza- ( le tre parole chiavi dell’impianto educativo di don Bosco)- appellano direttamente alla coscienza ed attendono la risposta libera e personale di ognuno. Religione come Amore di Dio: la scoperta di Dio che ti ama e ti dona la vita per amore. Ragione come Amore della Verità: nello studio e nella formazione umana. Amorevolezza: come Amore del Bene: vivere e operare il bene nell’amore alle persone. In Don Bosco questa triplice dimensione umana informa tutto il suo stile educativo: la relazione con Dio, lo studio, quindi la ricerca della verità (verum), l’allegria, lo sport, la gioia, la contemplazione, quindi la ricerca della bellezza (bello) ed infine l’onestà, la sincerità, la santità, quindi la ricerca della bontà (bene) sono costantemente presenti nella sua pedagogia. In linguaggio comune Don Bosco parla di «buoni cittadini ed onesti cristiani». «L’opera dei salesiani e dei loro cooperatori tende a giovare al buon costume, diminuendo il numero dei discoli che abbandonati a se stessi corrono il rischio di andar a popolare le prigioni. Istruire costoro, avviarli al lavoro, provvederne i mezzi e, dove sia necessario, anche ricoverarli, nulla risparmiare per impedirne la rovina, anzi farne buoni cristiani ed onesti cittadini...» (MB, 13, 618). -4-


Don Bosco ha colto l’unità della persona nella dimensione religiosa. È la religione che dà il fine ultimo all’uomo: la Santità. Don Bosco consegna a San Domenico Savio – il ragazzo santo del suo oratorio – la “ricetta” della Santità: Primo: allegria. Ciò che ti turba e ti toglie la pace non piace al Signore. Caccialo via. Secondo: i tuoi doveri di studio e di preghiera. Attenzione a scuola, impegno nello studio, pregare volentieri quando sei invitato a farlo. Terzo: far del bene agli altri. Aiuta i tuoi compagni quando ne hanno bisogno, anche se ti costa un po’ di disturbo e di fatica. La ricetta della santità è tutta qui» Don Bosco comprende l’esigenza più profonda del giovane è la gioia, la libertà, il gioco; d’altra parte è convinto che il cristianesimo sia la più sicura fonte di felicità. Creava perciò un ambiente ricco e vario, ma denso di spiritualità. Diceva: ”Ricordatevi che l’educazione è cosa di cuore e che Dio solo ne è il padrone. In ogni giovane, anche il più disgraziato ha un punto accessibile al bene; dovere primo dell’educatore è cercare questo punto, questa corda sensibile e trarne profitto”….L’educazione è cosa di cuore: tutto il lavoro parte da qui, e se il cuore non c’è, il lavoro è difficile e l’esito è incerto. Che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati”. Concludendo riportiamo questi consigli preziosi di don Bosco alla gioventù di ogni tempo:

Pensa, amico, che Dio ti ha creato a sua immagine, ti ha donato un corpo e un ‘anima immortale. Di più, con il Battesimo ha fatto di te un suo figlio. Ti ha amato sempre, e ti ama ancora come un padre affettuoso. Ti ha creato perché tu lo ami e gli sia amico in questo mondo, e possa cosi meritare di essere felice, un giorno, insieme con Lui in cielo. Quindi non sei su questa terra per divertirti, guadagnare denaro, mangiare e dormire. Dio ti ha donato la sua vita per un destino meraviglioso. Ti ha creato per amarlo, essergli amico e salvare la tua anima nella gioia. Due sono gli inganni del demonio per allontanare i giovani dalla via della vera felicità. -5-


Il primo è di far loro credere che l’amicizia del Signore li renderà persone tristi, senza gioia, lontane da ogni divertimento e piacere. Non è cosi, cari amici.

L’altro inganno è di farvi credere che avremo tutto il tempo di pensare alle cose serie quando saremo vecchi.

Attenzione, amici; è vero che abbiamo tutte le speranze di diventare vecchi, ma questo non è un motivo per sciupare e rovinare la nostra giovinezza. Essa dev’essere la stagione perenne di tutta la nostra vita, in questo mondo e nell’altro.

(Giovanni Bosco, Il Giovane Provveduto, 1847. Dalle letture introduttive)

“Io con voi mi trovo bene...!” -6-

il parroco don Giorgio


I GIOVANI INCONTRANO DON BOSCO A Iesolo con i gruppi giovanili del Triveneto Il giorno 28/02/15 siamo partite da Predazzo, assieme ad altri ragazzi della Valle, per andare a Jesolo ad un incontro con tutti i giovani delle Superiori provenienti da tutta ITALIA!!!! Verso il calar del sole siamo arrivati dalle suore a Conegliano che gentilmente ci hanno ospitato la notte prima dell’evento. Per conoscerci meglio abbiamo giocato tutti assieme, sfidandoci in amicizia ad un torneo di calcetto (calcio balilla) a squadre. Durante le partite abbiamo fatto la conoscenza di tanti ragazzi, con i quali il giorno seguente avremmo trascorso la giornata.

La commedia è stata molto suggestiva, educativa e divertente Finita la recita tutti quanti, quasi 6000 giovani, abbiamo partecipato alla Santa Messa celebrata da molti sacerdoti delle diverse diocesi d’Italia. Visto che era bel tempo ed era molto caldo abbiamo deciso di andare a mangiare in spiaggia . La giornata si è conclusa con i ringraziamenti del responsabile degli animatori e l’invito a partecipare l’anno prossimo. Queste due giornate sono state molto educative.

La mattina successiva siamo partiti con la corriera per arrivare al palazzetto dove si sarebbe svolta la festa. A metà mattinata è iniziata la commedia che parlava di Don Bosco e dell’importanza di seguire i propri sogni.

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Abbiamo capito che con un semplice “CIAO” accompagnato da un sorriso sincero si riesce a creare tra noi un allegro clima d’amicizia. Consigliamo a tutti di vivere questa esperienza meravigliosa.

Cecilia e Deborah


RIFLESSIONE QUARESIMALE CON DON SILVIO Giornata di preghiera e amicizia con il gruppo dell’Apostolato della Preghiera Il 26 marzo si è svolto un inconL’adorazione eucaristica del potro di riflessione presentato dall’at- meriggio ci ha proprio fatti entrare tuale direttore diocesano dell’Apo- nel vivo di questa spiritualità e stolato della preghiera don Silvio abbiamo potuto condividere un Benedetti. “cuore a cuore“ davanti a Gesù Eucaristia. La riflessione si è soffermata su alcune qualità da coltivare magLa VIA DEL CUORE, nuovo sussigiormente per il nostro cammino dio per i partecipanti al movimendi crescita spirituale: GRATUITA’ – to dell’Apostolato della preghiera, UMILTA’ – DONO DI SE’ - SAPER presentato dal nostro simpatico PERDONARE e AVERE FIDUCIA IN Pasquale, è stato un ulteriore aiuDIO. to per un cammino interiore perDon Silvio con profonda umiltà, sonale e comunitario. Il ritorno al semplicità e convinzione ci ha aiu- proprio cuore ha il potere di rinnotati a riflettere su quanto sia im- vare l’uomo dall’interno, rendendolo capace di trasformare l’amportante per la nostra vita di tutti biente della sua vita quotidiana. i giorni vivere in profondità questa spiritualità del Sacro Cuore. Sono sempre molto preziose queste occasioni di preghiera che Mons. Gilli ha celebrato poi la santa messa ripercorrendo un po’ ci vengono donate, spetta a noi saperne approfittare e trasformarle il suo lungo cammino di sacerdote e dandoci una testimonianza gioio- poi nel vissuto quotidiano. sa nonostante gli acciacchi dell’età Gemma Marchesoni avanzata.

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LA SANTITA’ NEL QUOTIDIANO Riflessione quaresimale con un carmelitano

Dal messaggio di Papa Francesco per la Quaresima: “Dio non ci chiede nulla che non ci abbia già donato” “Lasciatevi servire da Gesù!” ¢∫ Mercoledì 4 marzo don Giorgio ha proposto a catechisti, collaboratori parrocchiali e a quanti interessati un incontro con Padre Gianni, carmelitano.

Tema: la Santità Ho avuto il privilegio di partecipare e cerco qui di riassumere quanti meravigliosi concetti abbiamo ascoltato. ¢∫ Dalle Lettere di Giovanni (4, 17) “In questo l’amore ha raggiunto tra noi la sua perfezione, che abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo”.

Don Giorgio apre l’incontro con le Litanie dei Santi, che definisce come i “nostri fratelli maggiori”. Mentalità comune è di considerarli invece il più delle volte inarrivabili, altre volte come delle persone che hanno trascorso la vita rinchiusi in qualche convento a pregare. Padre Gianni prosegue raccontandoci qual è la cosa che accomuna ogni essere umano, al di là della sua intelligenza, della sua ricchezza, della sua simpatia. Tutti abbiamo in comune il fatto semplice e reale che, prima, non eravamo, non esistevamo. Qualcuno ha pensato la nostra esistenza e ci ha fatto il dono immenso della Vita. Attraverso di essa Dio desidera comunicare con noi, anzi, di più, desidera comunicarsi a noi. Intesse questa relazione con ogni uomo e noi abbiamo il compito di mantenerla viva attraverso la preghiera. Ecco, qui sta la santità: nella consapevolezza di esistere in quanto abbiamo ricevuto questo dono da Dio. Al di fuori di questa verità tutto è menzogna, con le tristi conseguenze a cui ogni giorno assistiamo. Per avere idea di che Dio sia questo, basti pensare che, per crearci, si serve di un grembo materno, di braccia accoglienti e di cure premurose: si tratta di un mistero di tenerezza, di un Dio d’amore. E siccome Lui si esprime attraverso di noi, si incarna nel nostro essere, ci rende prolungamento del Suo amore incarnato (dalle parole della beata Elisabetta) ecco che la nostra vita tutta deve scorrere all’insegna dell’amore e della carità. Gesù ha infatti più volte detto “Amatevi come io vi ho amato!”; prima l’ha fatto Lui e solo dopo lo chiede a noi. Certo non è facile amare, non giudicare, guardare l’altro senza fermarsi all’apparenza, ed invece scavare fino in fondo alla ricerca di quel Gesù che lo abita. Scrive Santa Teresina:

“Nella Comunità c’è una sorella che ha il dono di dispiacermi in tutto… Ogni volta che la incontravo pregavo il buon Dio per -9-


lei… Sapevo bene che ciò faceva piacere a Gesù, perché non c’è artista che non ami ricevere lodi per le proprie opere, e Gesù, l’Artista delle anime, è felice quando non ci si ferma all’apparenza ma, penetrando fino al santuario intimo che si è scelto per dimora, se ne ammira la bellezza.” Quindi Santa Teresina si sforza di essere particolarmente gentile e disponibile nei confronti di questa sorella che le risulta antipatica e le dispensa gran quantità di piaceri e sorrisi.

“Un giorno a ricreazione mi disse pressappoco queste parole con un’espressione molto contenta: “mi volete dire, Suor Teresa del Bambin Gesù, che cosa vi attira tanto verso di me? Ogni volta che mi guardate, vi vedo sorridere.” Ah! Quello che mi attirava era Gesù nascosto in fondo alla sua anima… Gesù che rende dolce quello che vi è di più amaro… Le risposi che sorridevo perché ero contenta di vederla.”

dovremmo avere l’umiltà di riconoscere giorno per giorno questo dono immenso che ci è stato fatto. E nella consapevolezza di essere tutti figli dello stesso Padre, pur con i nostri limiti, le nostre imperfezioni, i nostri difetti e le nostre debolezze, dobbiamo lavorare per l’unità e la comunione che il messaggio di Gesù ci ha indicato come essenziali, al fine di costruire una comunità più autentica, lontana dall’indifferenza e dall’egoismo. Al termine della serata ci affidiamo a Maria, al suo silenzio e a quello di ognuno di noi, di ogni storia, di ogni cammino. Quando usciamo, una persona che era seduta vicino a me mi dice: “ed ora, bisogna mettere in pratica!” “eh già!” rispondo io, pensando tra me e me che mi aspetta un immenso esercizio da portare avanti! Ma forse riconoscerlo è già un buon inizio… in fondo, senza allenamento, anche la più leggera

Ecco quindi che il cammino verso la santità si percorre con un esercizio continuo, con la pratica del cercare Gesù ed il suo amore nelle persone che incontriamo, anche quelle che ci risultano più ostiche! Non è facile, è molto oltre le nostre semplici capacità, ma con l’aiuto di Dio non è impossibile. La Vita stessa è molto più grande di noi, - 10 -


delle passeggiate risulta faticosa. Grazie a padre Gianni per le sue parole così chiare e semplici, per aver contribuito a darci un’immagine più “realistica” dei Santi e della Santità, rendendoli

così più vicini all’immagine di “fratelli maggiori” che don Giorgio aveva richiamato in apertura. Silvia Dellagiacoma

PICCOLI “CUORI” PREGANO... Gli “asiloti” imparano a conoscere Gesù Quando ho detto : “ Vieni che andiamo in cappella. C’è don Giorgio e gli altri bambini”, mi sono sentita rispondere : “Evviva!!!!” Effettivamente ho visto lui e gli altri bimbi contenti di essere lì. Non che mi sia meravigliata, in fondo i bambini amano la semplicità e lì in cappella tutto era semplice, ma contemporaneamente profondo. Seduti a terra su delle coperte davanti all’altare, tanti occhietti che guardavano don Giorgio e la sua chitarra e piccole orecchie che ascoltavano attentamente le sue parole intercalate da brevi momenti musicali che coinvolgevano i

bambini stessi. Sorrisi ,manine alzate, saltelli, piccoli gesti che sembravano dar lode al Signore. “Se non diventerete come bambini, non entrerete nei regni dei cieli” ecco cosa ho pensato in quel momento! Poi ogni bimbo ha detto il suo nome davanti a Dio, identificandosi come persona ,seppur piccola ma molto preziosa ai Suoi occhi. E poi ancora ognuno di loro ha

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donato un fiore, ricevuto all’entrata in cappella dalle catechiste, per ringraziare Dio del dono della vita. Don Giorgio ha spiegato loro, con un semplice e “gustoso” esempio l’importanza del GRAZIE, parola semplice ma che racchiude in sè un enorme significato. Donandosi a vicenda una caramella e rispondendo grazie, ogni bimbo ha capito: tu fai felice me e io dicendo grazie faccio felice te, perché comprendo il bene che mi vuoi. E’ una scambio d’amore con un’altra persona! Inoltre, don Giorgio li ha guidati a capire chi erano le prime persone con le quali avevano uno scambio d’amore e così ogni bimbo ha ringraziato Dio per il dono di avere una mamma e un papà, strumenti Suoi per dar loro la vita. Concetto molto profondo ma arrivato al cuore attraverso la semplicità e il candore dell’infanzia. Mentre tornavamo a casa mi sono sentita dire: “nonna stasera

devo ricordarmi di ringraziare la mamma e il papà perché sai cosa mi hanno dato?” “ Cosa?” gli ho risposto. “mi hanno dato la vita! Hai capito? Ho captato molto stupore nel modo in cui me lo ha detto, come se avesse capito quel qualcosa di grande e di mistero che è la nostra esistenza.

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Una nonna


L’AMORE NON HA CONFINI...

(a cura di Silvia Dellagiacoma)

I ragazzi della catechesi di quinta elementare scrivono ai missionari predazzani… iniziamo con suor Delia...

(gli altri missionari nei prossimi bollettini )

Cara Suor Delia, Siamo un gruppo di bambini della catechesi della V elementare di Predazzo, il tuo paese. Ti avevamo conosciuto prima di Natale 2013 quando eri venuta a raccontarci della tua vita in missione in Congo e ci avevi fatto vedere le immagini dei bambini che lavorano in miniera, per poter frequentare la scuola. Noi ci lamentiamo quando suona la sveglia e dobbiamo alzarci dai nostri comodi e caldi letti e i tuoi bambini devono addirittura lavorare! Dev’essere terribile oltre che faticoso! Nonostante questo molto spesso vediamo che questi bambini hanno un bellissimo sorriso. Ci sai spiegare perché? Noi invece anche se abbiamo praticamente tutto tante volte non siamo contenti; tu sai dirci perché? Ci stavamo chiedendo se anche i bambini di dove vivi tu ogni tanto litigano o si picchiano come, purtroppo, facciamo noi. Noi spesso a catechesi non siamo molto interessati a parlare di Gesù, i tuoi bambini invece come sono? Come vivono il loro rapporto con Lui? Come possiamo fare ad affidarci di più a Gesù, a sentirlo più vicino? Ora ti scriviamo ancora qualche domanda “individuale”, speriamo che tu riesca a trovare il tempo per risponderci. Giacomo: preghi molto per tutti i bambini del mondo? Vanessa: come ti senti a vivere con bambini tanto poveri? Micaela: ti trovi bene là dove vivi? Francesca: i bambini di là partecipano regolarmente alla Santa Messa? Giorgia: quand’è il tuo compleanno? Francesco: cosa provi a vedere dei bambini costretti a lavorare? Monica: sono felici i tuoi bambini alla fine della loro giornata? Ti ringraziamo tanto per l’attenzione che ci hai dedicato e preghiamo per la tua salute e perché il tuo entusiasmo non ti abbandoni mai. - 13 -


Un caloroso abbraccio da tutti noi! P.S.: Alleghiamo una nostra foto, cosi’ hai idea di con chi stai “parlando”!! RISPOSTA Carissimi bambini della catechesi di V elementare di Predazzo, non potete immaginare la gioia che ho provato nel trovare la vostra lettera e la vostra fotografia. Siete speciali e mi avete davvero commossa! Nella foto vi ho “squadrati” bene e vedo che siete tali e quali ai nostri bambini di qui: vivaci, birichini, giocherelloni, spiritosi, pronti a fare dispetti, e tutte le altre qualità di tutti i bambini del mondo. La vostra lettera mi dice che avete un cuore grande, capace di guardare lontano, di interessarsi agli altri, soprattutto a quelli della vostra età, e anche che siete capaci di generosità per magari far qualcosa per aiutarli nelle loro difficoltà quotidiane. Grazie di cuore ai vostri genitori e alle vostre catechiste che vi aiutano a crescere nei valori veri della vita e della vita cristiana. Provo ora a rispondere alle vostre domande, senza pretendere di riuscire in tutto. •

Avevate notato che i nostri bambini sono sempre sorridenti. Hanno un segreto, quello di saper godere delle piccole cose della vita come: il sole che sorge, la pioggia che bagna i campi, la luna piena, l’amicizia, l’aiutarsi a vicenda, i compagni di gioco, il fare insieme qualcosa di utile, l’andare a scuola, l’aiutare i genitori nel lavoro dei campi che procurerà loro da mangiare, far pascolare la capretta o cercare da mangiare per la gallina, ecc. La loro gioia sono le piccole cose di ogni giorno.

Sia a scuola e anche alla catechesi, quando sentono parlare di Gesù, si emozionano, vogliono saperne sempre di più, non sono imbottigliati da tanti altri messaggi, dalla televisione, da musiche assordanti, da giochi elettronici. Allora godono quando leggiamo una pagina del Vangelo e cerchiamo di seguire Gesù in tutto quello che fa, che dice, i suoi incontri, le sue amicizia, i suoi miracoli, ecc. Per loro è tutto nuovo e accolgono tutto come una novità di vita. Certo, anche loro a volte si stufano nella catechesi, allora cominciamo a cantare, suonare il tamburo, ballare, e allora si distendono e - 14 -


andiamo avanti. Abbiamo tanti canti religiosi molto belli e loro non smetterebbero mai di cantare, suonare, ballare. •

Mi chiedete come fare a sentire Gesù più vicino. Il primo passo è quello di leggere il vangelo, un po’ alla volta, di pregare durante il giorno, di cantare i canti religiosi, di sceneggiare qualche pagina del vangelo, di andare a trovare i malati, i sofferenti, di parlare di Gesù, della sua vita, del suo messaggio. La catechesi settimanale è un’occasione privilegiata per incontrarvi con Gesù. Ma poi deve continuare nelle vostre famiglie. Chiedete ai vostri genitori di pregare con voi; chiedete ai vostri nonni di insegnarvi a pregare. Quando passate davanti alla chiesa, ricordatevi che lì dentro c’è un Amico che vi aspetta. Entrate, state un po’ in silenzio, ascoltate la sua voce, dite una preghiera.

A Giacomo: Amo i bambini e prego molto per loro, soprattutto quando tutti i giorni prego il rosario missionario. Ad ogni mistero faccio il giro del mondo: Asia, America, Africa, Oceania, Europa. Voi ce l’avete il rosario missionario? E’ un grande aiuto per fare il giro del mondo e ricordarci di tutti i bambini.

A Micaela: Sono felice con loro e in mezzo a loro. La gioia che mi danno mi paga di tutte le difficoltà, di tutti i sacrifici della vita missionaria. La gioia dei bambini è come la benzina per la macchina. Sì, sono felice di essere qui e di fare un po’ di bene!

A Vanessa: Certo, vivere tutti i giorni a contatto coi bambini poveri non è facile. Vederli quando sono malati, quando non possono andare a scuola perché non hanno i soldi per pagare la tassa mensile, vederli che non hanno da mangiare sufficientemente, è duro. Cerchiamo di condividere con loro quello che abbiamo e cerchiamo di aiutarli insieme alle loro famiglie in modo che facciano tutti gli sforzi che possono per poter vivere in modo dignitoso.

A Francesca: I bambini di qua partecipano alla santa messa. Qualcuno fa il birichino e magari se ne va da un’altra parte a giocare all’insaputa dei suoi genitori. Altri bambini non vanno a messa perché nel loro villaggio il prete non arriva ma partecipa alla liturgia della Parola che guida un catechista. In genere, volentieri vanno a messa, anche perché le messe qui sono molto allegre, si prega, si canta, si danza e allora in questo vortice di gioia, tutti sono contenti e il messaggio di Gesù passa più facilmente. - 15-


A Giorgia: il mio compleanno è il 20 maggio! Siete tutti invitati e vi preparerò una buonissima torta all’ananas, vi va?

A Francesco: Quando vedo i bambini che lavorano per aiutare i loro genitori o la loro famiglia, sono contenta. Quando però li vedo sfruttati nelle miniere o in lavori pericolosi, soffro, piango e facciamo di tutto perché possano avere una vita da bambini e non da adulti. Non sempre ci riusciamo, ma qualche volta sì e allora siamo contenti.

A Monica: alla fine della giornata i bambini sono felici e stanchissimi che si addormentano come dei ghiri e neanche se arrivano i ladri, non sentono assolutamente niente.

Grazie infinite miei carissimi della vostra lettera, della vostra preghiera, della vostra attenzione, del bene che ci volete. Coraggio a voi tutti e sempre avanti con massima fiducia. Vi penso uno ad uno, vi ringrazio uno ad uno, vi sono tanto vicina, ricordando anche le vostre famiglie! Un forte abbraccio a voi e alle vostre catechiste! Vostra Delia

Suor Delia e i suoi bambini - 16 -


Fare qualcosa per aiutare tanti bambini come noi! Nel volantino distribuito alla gente si legge…. ... Noi ce l’abbiamo messa tutta, abbiamo accettato con entusiasmo la proposta delle nostre catechiste di portare in scena un “racconto semplice” della Passione di Gesù.... E’ stato bello vivere in maniera più attiva e partecipe questo atto di Amore immenso ed eterno nei nostri confronti, ed è stato bello cercare di realizzare qualcosa di concreto per i nostri missionari e per i bambini che vivono con loro! Naturalmente abbiamo bisogno del vostro aiuto, che, siamo certi, non mancherà!! Abbiate pazienza per le eventuali imperfezioni, ma il tempo che abbiamo avuto a disposizione è stato davvero limitato e, come tutti ben sapete, abbiamo sempre una marea di impegni tra i quali dividerci. Ad ogni modo... siamo qui, felici di esserci! Grazie a quanti con grande disponibilità ci hanno dato un mano e naturalmente grazie a don Giorgio per l’ospitalità qui nell’Auditorium! E… grazie in anticipo a tutti Voi, grazie!!

I bambini della catechesi di V elementare

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I nostri commenti: “Secondo me lo spettacolo è stato piacevole e divertente. Noi abbiamo fatto un bellissimo balletto e io mi sono DIVERTITA!”

Giuseppe e Gesù, per averci aiutato durante la piccola recita che abbiamo preparato perché abbiamo raccolto molte offerte e perciò siamo molto felici di quello che abbiamo realizzato”

“Sono molto contenta che abbiamo fatto uno spettacolo per donare soldi ai bambini più bisognosi. E’ stato bello.”

“Una recita che ha colpito tutti”

“E’ stato bellissimo, tutti noi siamo stati contenti di aiutare i bambini poveri con il nostro spettacolo, abbiamo messo il cuore in questa recita”

“APRIRE IL CUORE!” “AMARE TUTTI” “ESSERE PAZIENTI!” “Dare più di una possibilità!”

“Sono stato molto contento di fare lo spettacolo per aiutare i bambini in difficoltà”

“Abbiamo provato un grande affetto per Gesù”

“Ho capito che Gesù ha sofferto per tutti noi, ho capito che dobbiamo anche noi amare gli altri e amare Gesù” “E’ stata bellissima questa recita, ha colpito molte persone” “Bisogna PERDONARE, AIUTARE, AFFIDARSI A GESU’, ESSERE GENEROSI” “C’è bisogno di SILENZIO e di ASCOLTO” “Grazie Sacra Famiglia, Maria,

“Aiutare le persone NON AMATE!” “I Poveri hanno bisogno d’affetto!”

“Gesù si è sacrificato per noi, anche noi dobbiamo amarlo”

“Lo spettacolo mi ha fatto rivivere un pezzo della storia di Gesù e anche mi ha insegnato qualcosa in più” “Quando ne facciamo un altro??” “Mi ha insegnato ad avere fiducia in me stesso, ad aiutare gli altri, a rendermi disponibile. E quando si fanno queste cose bisogna divertirsi e farlo con entusiasmo e non con il muso!” “Sono felice perché abbiamo raccolto tanti soldi!”

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“Questo lavoro che abbiamo eseguito per me è stato divertente e anche un po’ impegnativo perché, io e un mio amico, abbiamo fatto insieme un pezzo con il pianoforte ed eravamo un po’ agitati, ma ci siamo impegnati al massimo sia io, sia che lui. Per me è stato bellissimo!”

“Questo spettacolo mi è piaciuto perché ho saputo un po’ di più sulla morte di Gesù; i miei genitori erano presenti e hanno detto che è stato bellissimo, c’erano anche le mie maestre e anche loro hanno detto che è stato molto bello!”

“Grazie Gesù per questa bellissima opportunità che abbiamo avuto nell’aiutare gli altri” Queste le impressioni dei bambini di V elementare all’incontro di catechesi il martedì seguente alla recita “La Passione.. con il Cuore!”. Non credo sia necessario aggiungere molto altro... è doveroso ringraziare quanti ci hanno dato una mano con grande disponibilità (è bello chiedere e sentirsi rispondere “sì, volentieri!”) ma soprattutto mi preme ringraziare Suor Delia perché l’idea è partita da lei, dalla sua bellissima lettera. E’ stato bello anche per noi catechiste, ci siamo conosciute un po’ di più e, fortunatamente, in modo positivo! Dopo la recita ho sentito due commenti che mi hanno fatto davvero piacere; una persona mi ha detto che non ricordava alcuni episodi della Passione di Gesù e li ha rivisti con interesse e un’altra, guardando la recita, si è chiesta se fosse rivolta più ai bambini o... agli adulti! Insomma, abbiamo fatto riflettere e pensare e credo che questo sia importante, al di là degli apprezzamenti o delle critiche. Noi... ci abbiamo provato! E chi è venuto a vederci ha dimostrato grande sensibilità e generosità! E’ stato bello vedere i nostri bambini impegnati in un lavoro di questo tipo. Il momento più intenso, per me, non è stato visto dal pubblico... ci - 19 -


siamo dati le mani e, in cerchio, sul palco dietro al sipario chiuso, abbiamo recitato un “Padre Nostro”, affidandoci a Lui ed un “Eterno Riposo” per tutte le persone che hanno camminato su quel palco e che non sono più tra noi!

Dobbiamo incarnare il cambiamento che ci aspettiamo di vedere nel mondo! Mahatma Gandhi

SUOR DELIA RISPONDE…

Carissima Silvia e tutti voi ragazzi veramente speciali! Ho letto con tanta emozione tutto quello che mi avete scritto e sono rimasta esterrefatta!!! Come abbiate fatto a mettere in piedi uno spettacolo così bello in sole tre settimane, lo sapete solo voi. Grazie e ancora grazie a nome di tutti i nostri bambini!!! Appena possibile leggerò tutte le vostre riflessioni a un gruppetto di nostri amici vicini di casa e voglio vedere come sgraneranno gli occhi quando tradurrò loro i vostri pensieri. Siete semplicemente speciali e la vostra Silvia è specialissima. Aspetto qualche foto per vedervi in scena. Il volantino è molto bello e sono contenta che in molti sono venuti a vedervi, compresi i vostri genitori e i vostri amici. Sono contenta che voi stessi avete imparato dalla passione di Gesù tante cose che vi serviranno per la vita, per essere generosi, attenti, solidali, col cuore grande, perché Gesù ci ha insegnato a fare così. Grazie anche per averci messi, noi missionari di Predazzo, in 4 bellissimi tulipani. Bellissimi davvero! Siamo i vostri fiori e voi siete il nostro prato, e tutta l'umanità è un bellissimo giardino dove camminiamo ogni giorno e dove siamo chiamati a dare il meglio di noi perché tutti possano stare bene. Grazie perché il vostro spettacolo, preparato e realizzato, servirà concretamente a far star meglio altri bambini e ragazzi come voi. Vi abbraccio forte forte in attesa di risentirvi! Vostra Delia - 20 -


“Uniti nella diversità – Perché il bene sia fatto bene” Il gruppo Ospitalità Tridentina Valle di Fiemme organizza un incontro di riflessione quaresimale con don Piero Rattin L’incontro di questa sera si rivolge alle Associazioni di ispirazione cristiana operanti nell’ambito pastorale della Salute; partecipano quindi rappresentanti di Ospitalità Tridentina della valle di Fiemme, altri rappresentanti di A.V.U.L.S.S., di Caritas, dei Centri d’Ascolto e Ministri straordinari del Culto. Dopo la presentazione a cura della signora Moser, responsabile del gruppo Ospitalità Tridentina Valle di Fiemme, don Piero inizia la serata con la preghiera, la lettura dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (2,1-5) e dal Salmo 85. Quindi ci vengono proposti alcuni estratti dalla Nota Pastorale dei Vescovi Italiani, in cui si rafforza il concetto della necessità, non solo di annunciare il Vangelo, bensì anche di curare i malati, come Gesù ha sempre invitato a fare. Mai come nella società contemporanea è stato presente il tabù della malattia, della morte e contemporaneamente l’impossibilità di godere pienamente della gioia della vita. Forte è il disagio psicologico dei tempi moderni e la solitudine delle famiglie in cui è presente il malato, la disabilità. Ecco perché è importante attivare una sinergia tra le varie associazioni che si occupano dai più

svariati punti di vista di malati, di salute e di disagio. La pastorale della salute esige che si realizzi comunione e collaborazione tra le varie categorie degli operatori presenti nella comunità. Affermava Giovanni Paolo II “Difficilmente i singoli possiedono la risposta risolutiva: questa invece può scaturire dal confronto e dal dialogo”. Obiettivo principale dev’essere quello di operare in rete curando cinque ambiti specifici: prima di tutto la spiritualità, quindi la formazione, l’attenzione alla coscientizzazione della comunità e la consapevolezza che non sono solo quelli che assistono e visitano i malati a dare qualcosa, anche il malato è in grado di dire e di dare alla sua comunità, almeno nella maggioranza dei casi. Su sollecitazione di don Piero viene quindi a formarsi un “nucleo” di responsabili delle varie associazioni presenti in sala, che si impegneranno ad incontrarsi periodicamente per organizzare dei progetti comuni – che siano di preghiera, di formazione o di condivisione di esperienze – con l’intento di creare unità e condivisione a favore del bene e dello sviluppo dell’intera comunità.

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Silvia Dellagiacoma


SAN GIUSEPPE…UN “ PAPA’ ” SPECIALE! Bambini e ragazzi pregano con il loro papà nel giorno della loro festa Stasera a cena si parla della Santa Messa in onore di San Giuseppe a cui abbiamo appena partecipato. Chiedo a papà cosa pensi dell’omelia di don Giorgio e mi risponde che “non è stato solo san Giuseppe ad accettare, in silenzio. Essere genitore, soprattutto oggigiorno, obbliga a dover accettare tante imposizioni, dettate dall’esterno, dalle convenzioni, dal pensiero comune... ed è così faticoso andare controcorrente! Ogni volta che vi rimprovero o che penso sia meglio negarvi qualcosa o imporvi qualcos’altro, mi sento sempre ribattere che gli altri non fanno così, che gli altri genitori non sono così severi, non sono così rigidi!” La mamma sottolinea che le paroElla darà alla luce un figlio le riferite a San Giuseppe erano e tu lo chiamerai Gesù: di ben altra portata, lui aveva il egli infatti salverà compito di amare un figlio speciail suo popolo dai suoi peccati. le, il figlio di Dio, colui che avreb Matteo 1,21 be salvato l’umanità intera. Allora mio fratello si unisce alla conversazione dicendo che, agli occhi di Dio, ogni singola Vita, ogni singola esistenza, ogni singolo bambino sono ugualmente importanti, in quanto sono tutti suoi figli! E aggiunge di essere rimasto colpito dalle parole “tenerezza” e “cura”, dall’idea di san Giuseppe che accarezza, abbraccia e cresce... Gesù! “A proposito di tenerezza” aggiungo io “cos’hai pensato papà quando siamo andati vicino alla statua di san Giuseppe per ricordare i nostri papà?” “Mi sono commosso e mi sono chiesto che cosa stavate dicendo in quel momento dentro di voi! So che sono chiuso, taciturno e spesso scorbutico, ma spero che sappiate comunque il bene che vi voglio!” Infatti lui spesso quando magari discutiamo, ci sgrida con aria severa dicendo “Vi verrà in mente, un giorno, chi era questo brontolone del vostro papà!” e mio fratello più piccolo un giorno gli ha chiesto “Quando, papà, ci verrà in mente?” e lui serio “Quando non ci sarò più!” Ma io vorrei tanto dirgli che anche se è un tipo burbero io so che ci vuole un mondo di bene, semplicemente perché... lo sento! - 22 -


E come ha detto anche don Giorgio, ci sono troppi chiacchieroni in giro, tante volte ci si capisce meglio stando in silenzio! San Giuseppe ha custodito l’Amore, lo ha cresciuto per noi, per la nostra salvezza, in silenzio, giorno dopo giorno, accogliendo con tutto il cuore ciò che Dio gli aveva affidato. Non aveva bisogno di parole, infatti non ce ne sono di sue nei Vangeli... e qui ripenso al mio papà... non ho idea di come fossero gli occhi di san Giuseppe, ma quelli del mio papà sono tanto buoni! E con queste riflessioni lo affido ancora a san Giuseppe, il papà di Gesù e assieme a lui affido anche tutti i papà del mondo, soprattutto quelli in difficoltà, come ha ricordato don Giorgio. Sara Bernardi

Preghiera a San Giuseppe Giuseppe, io penso che hai avuto più coraggio tu a condividere il progetto di Maria, di quanto ne abbia avuto lei a condividere il progetto del Signore. Lei ha puntato tutto sulla onnipotenza del Creatore, tu hai scommesso tutto sulla fragilità della creatura. Lei ha avuto più fede, ma tu hai avuto più speranza: la carità ha fatto il resto in te e in lei. Mons. Tonino Bello

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QUARESIMA: TEMPO DI CONVERSIONE DEL CUORE Dal messaggio di Papa Francesco per la Quaresima: QUARESIMA: TEMPO CHE CI E’ OFFERTO ANCORA UNA VOLTA PER RINNOVARE ILCAMMINO VERSO GESU’.

“La Quaresima è un tempo di rinnovamento per la Chiesa, le comunità e i singoli fedeli. Soprattutto però è un “tempo di grazia” (2 Cor 6,2). Quando il popolo di Dio si converte al suo amore, trova le risposte a quelle domande che continuamente la storia gli pone. Una delle sfide più urgenti sulla quale voglio soffermarmi in questo Messaggio è quella della globalizzazione dell’indifferenza. L’indifferenza verso il prossimo e verso Dio è una reale tentazione anche per noi cristiani. Abbiamo perciò bisogno di sentire in ogni Quaresima il grido dei profeti che alzano la voce e ci svegliano.”

ANCHE NOI COME I DISCEPOLI DI EMMAUS SIAMO IN CAMMINO.

“Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero... e partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: “Davvero il Signore è risorto...”

E ancora, citando S. Teresa di Lisieux: “Quando la Chiesa terrena prega, si instaura una comunione di reciproco servizio e di bene che giunge fino al cospetto di Dio. Con i santi che hanno trovato la loro pienezza in Dio, formiamo parte di quella comunione nella quale l’indifferenza è vinta dall’amore. La Chiesa del cielo non è trionfante perché ha voltato le spalle alle sofferenze del mondo e gode da sola. Piuttosto, i santi possono già contemplare e gioire del fatto che, con la morte e la resurrezione di Gesù, hanno vinto definitivamente l’indifferenza, la durezza di cuore e l’odio. Finché questa vittoria dell’amore non compenetra tutto il mondo, i santi camminano con noi ancora pellegrini. Santa Teresa di Lisieux, dottore della Chiesa, scriveva convinta che la gioia nel cielo per la vittoria dell’amore crocifisso non è piena finché anche un solo uomo sulla terra soffre e geme: “Conto molto di non restare inattiva in cielo, il mio desiderio è di lavorare ancora per la Chiesa e per le anime” (Lettera 254 del 14 luglio 1897). Anche noi partecipiamo dei meriti e della gioia dei santi ed essi partecipano alla nostra lotta e al nostro desiderio di pace e di riconciliazione. La loro gioia per la vittoria di Cristo risorto è per noi motivo di forza per superare tante forme d’indifferenza e di durezza di cuore.” - 24 -


Il contesto immediato è quello dell’invito del Papa alla Chiesa tutta ad uscire verso due direzioni: verso il Cielo e verso il mondo. Questo è stato anche sottolineato da don Giorgio, che ci ha spiegato che i Comandamenti trovano riassunto e compimento nelle due braccia della croce che si stendono in verticale – verso il cielo appunto – e in orizzontale – verso i fratelli, a monito dell’oggetto che deve avere il nostro amore: Dio e gli uomini. Quello che Papa Francesco e S. Teresina hanno cercato di farci comprendere per questa Quaresima è dunque questo: le opere di misericordia e l’aiuto del prossimo, che siamo chiamati ad incrementare in questo santo tempo liturgico, non sono un biglietto da pagare per arrivare in un altro posto, uno sforzo per ottenere un qualcosa di ulteriore. No: queste opere di misericordia sono esse stesse la mèta verso cui ci portano. La Quaresima ha ripercorso durante le sue cinque domeniche il tema dell’Alleanza di Dio con gli uomini. Noè, il diluvio e la misericordia di Dio.. Abramo e l’alleanza sul monte Moira... Mosè e i 10 Comandamenti sul monte Sinai.. Israele fatto schiavo e Dio nuovamente concede una possibilità... il chicco di frumento che solo morendo dà nuovo frutto.

Certi della infinita misericordia di Dio, chiediamoci quanto ci preoccupiamo di fare la Sua volontà, quanto tempo riusciamo a dedicare alla preghiera, all’incontro con Lui, quanto condividiamo con chi ha bisogno, sia in termini di tempo che di risorse.. e, se possibile, non limitiamoci a pensarci solo durante questo tempo di Quaresima, perché l’Amore non segue l’anno liturgico, l’Amore è e si dà sempre! Approfittiamo di questo tempo di grazia particolare per riflettere, con onestà ed umiltà, sul dono immenso che, ancora una volta, ci viene presentato.

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Nell’omelia, durante la messa del mercoledi delle ceneri ,don Giorgio, attraverso l’immagine del sasso che diventa sabbia, ci spiega il duplice significato uno positivo e l’altro negativo: anche le cose più maestose e apparentemente solide, come le nostre Dolomiti, con l’andare del tempo si sgretolano e di una roccia imponente non resta che una manciata di sabbia. Il positivo invece lo possiamo vedere in altro modo: l’acqua del Battesimo sa sciogliere in maniera meravigliosa la durezza dei nostri cuori rendendoli colmi di tenerezza e bontà. L’immagine dei sassi ci accompagnerà lungo tutta la quaresima: anche noi dobbiamo trasformare il nostro cuore di pietra in un cuore di carne!

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DAVANTI A GESU’ EUCARISTIA Adorazione nei venerdì di quaresima

L’opportunità che ci è stata offerta durante questa Quaresima di fermarci in adorazione in modo prolungato e silenzioso davanti a Gesù Eucaristia, è stato un grande dono. Stare davanti a Gesù, meditare la grandezza del suo amore, prendere coscienza che quel pezzo di pane è Gesù stesso che vuole essere sempre con noi, ci fa sentire suoi figli, bisognosi di Lui e desiderosi di seguirlo sulle strade dell’amore, nella semplicità della vita quotidiana. Stare in sua compagnia dona pace, con Lui ogni azione e ogni nostro pensiero acquistano un valore diverso. Piano piano piano il cuore si riempie di gioia e il GRAZIE sgorga spontaneo, il bisogno di abbandonarsi a Lui che è forza, sapienza, grazia, amore infinito, prende il sopravvento su ogni preoccupazione e difficoltà. Grazie dunque all’AMORE infinito che è sempre con noi!! Una bimba di due anni guardando l’ostensorio con la particola esclama : “Il sole”!! E’ vero che i bambini sono più vicini al cuore di Gesù…ho pensato Questa è catechesi: Gesù è il sole che illumina e riscalda Cerchiamo anche noi di essere luce e calore per quanti incontriamo, saremo così il prolungamento di Gesù. Luciana - 27 -


L’adorazione continua , personale e silenziosa proposta ogni venerdì di quaresima presso la Cappella di Maria Immacolata è un’occasione per sostare a pregare alla presenza di Gesù Eucaristia. Mettere al centro dell’attenzione il Santissimo, è restare in preghiera facendo silenzio dentro e attorno a noi per permettere al Signore di comunicare con noi e noi con Lui. Le tracce preparate aiutano certamente a fissare lo sguardo verso Gesù presente in quell’ostia consacrata, segno del suo amore per noi. Restare in silenzio, senza recitare preghiere, potrebbe sembrare tempo perso, ma penso che essere alla Sua presenza è già pregare. A me personalmente dà tanta serenità e una pace interiore che mi aiuta a proseguire la giornata in modo diverso Franca D. M.

Se un anno fa mi avessero detto che sarei stata per un’ora intera davanti a Gesù Eucaristia da sola e in silenzio avrei certamente detto che si sbagliavano di grosso: mai sarei stata capace di comportarmi così e mi pareva anche che questo non avesse senso. Ho accettato quindi la proposta di don Giorgio dell’Adorazione nei venerdì di Quaresima quasi come una provocazione. Non capivo neppure bene il significato della parola ADORAZIONE. Mi sono detta : Voglio provare così posso dissuadere chiunque volesse cimentarsi in questa “avventura”! E così ho fatto. Non posso assolutamente dire di non aver fatto fatica il primo giorno: mi venivano in mente le cose più strane, il pensiero di casa mia, dei miei figli, dei vari lavori da portare a termine e mille altre realtà che continuamente mi si affacciavano alla mente. Ma il pensiero ricorrente “ vogliamo fare un po’ di compagnia a questo Dio che ci ha amato in modo così totale da voler rimanere vivo in mezzo a noi in un pezzo di pane “ che avevo sentito in chiesa, mi prendeva dentro. E così davanti a quell’ostia che mi parlava di umiltà, di silenzio, e soprattutto di amore totale, gratuito e completo sono letteralmente caduta in ginocchio, sono capitolata …e ho incominciato a riflettere sulle realtà più profonde della mia vita. E’ successo qualcosa di incredibile nel mio cuore: mi sono sentita amata profondamente e piano piano tutte quelle resistenze che mi attanagliavano e mi tenevano prigioniera di me stessa sono cadute lasciando il posto ad una grande pace e ad un bisogno di continuare anche nei venerdì successivi il mio dialogo con questo Dio che mi - 28 -


“sconcerta” con questo immenso amore. Tornando a casa ho trovato le stesse situazioni di prima: marito, figli, le difficoltà sono rimaste uguali, ma era cambiato il mio cuore e sono cambiati i miei occhi. Mi sono ritrovata ad essere più gentile con i miei familiari, ad usare più misericordia con i miei figli, a prendermi un po’ di tempo ogni giorno per la preghiera. Ed ora dal mio cuore sgorga un sentimento di profonda gratitudine verso chi ha avuto il CORAGGIO di proporre questa giornata di Adorazione e…invece di dissuadere qualcuno, sento il bisogno di “invitare “ altri a fare la mia stessa esperienza.

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S. G.


A PROPOSITO DI BOLLETTINO … Una parrocchiana anziana vuole ringraziare ….

Sono una persona anziana che purtroppo, data l’età, sono impossibilitata a muovermi e a partecipare alla vita attiva della Parrocchia. Desidero esprimere la mia gratitudine verso il nostro Parroco perché mi dà la possibilità, attraverso il giornalino “ Camminiamo insieme “ di poter condividere, per lo meno con il cuore, tutto quanto di bello e buono si vive nella nostra realtà parrocchiale. Ho apprezzato e apprezzo molto i vari articoli, le testimonianze di adulti, bambini e ragazzi con le varie foto, che mi aiutano a sentirmi meno sola e più partecipe della vita di parrocchia. Quando ero più giovane e le forze lo permettevano, partecipavo con gioia ed entusiasmo a tutto quanto mi veniva proposto, ora mi rimane la nostalgia di quel periodo bello e pieno e, leggendo il giornalino, con il cuore posso rivivere alcuni momenti belli e forti dell’anno liturgico. Quindi GRAZIE di cuore per questo servizio così prezioso che viene offerto a noi anziani.

E.Z.

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DALLA DOMENICA delle PALME... alla FESTA DELLA MISERICORDIA... Cammino di preghiera e conversione La Domenica delle Palme abbiamo ritirato i rami d’ulivo all’ingresso centrale della nostra Chiesa e poi abbiamo preso posto nei banchi. Quando ha fatto il suo ingresso la Croce accompagnata dall’incenso e dalle candele, seguita dal Coro e da don Giorgio, sembrava davvero di essere a Gerusalemme! Tutti i presenti hanno alzato in aria i rami d’ulivo e le voci del Coro davano vita ad un canto potente e solenne, provocando una forte emozione. L’ascolto della passione di Gesù ha, se possibile, incrementato il coinvolgimento forte dell’assemblea tutta. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: “Davvero quest’uomo era figlio di Dio!”. (Mc 15,39) Nei giorni seguenti con i bambini e ragazzi della catechesi abbiamo preso parte ai momenti di Adorazione Eucaristica; la partecipazione non è sempre sentita, ma è comunque intenso vederli inginocchiati davanti a Gesù e spero con tutto il cuore che certi momenti li aiutino a trovare lo stimolo per approfondire la loro amicizia con Lui.

Ogni volta che andiamo in chiesa con la catechesi don Giorgio ci insegna bene com’è Gesù, il Suo amore per noi. Io lo ringrazio. Davanti a Gesù Eucarestia, seguendo una preghiera che don Giorgio ci aveva proposto, ho detto a Gesù che “voglio entrare nel Tuo campo magnetico, Signore, dov’è all’opera la Tua forza”.

Un bambino di V elementare

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Don Giorgio ci ha accolti subito dicendo che siamo fortunati a venire in chiesa, accennando alla scarsa partecipazione dei cresimandi che, quando siamo entrati, avevano appena finito. Con un po’ di sorpresa ho notato che molti miei coetanei che si definiscono atei o “in dubbio” erano fra i partecipanti. Ho l’impressione che molti fingano di ascoltare le parole di don Giorgio.. Quando sono davanti al Santissimo non mi piace recitare preghiere a memoria, magari distrattamente. Desidero parlare a Gesù e lo faccio con le mie parole, esponendogli i miei

dubbi e i miei sogni. Mi piace stare con Lui, ma non in presenza di altre persone che sprecano queste preziose occasioni, scherzando e facendo battutine sui brani del Vangelo o sulle preghiere che ci vengono presentate. Un ragazzo di 3 media

Signore Gesù, parlare di te con i miei amici, dire che credo, mi fa paura, mi fa sentire diverso. Aiutami a non avere paura di testimoniarti! Attraverso i momenti di Adorazione e la preghiera, don Giorgio ci ha accompagnati verso il Triduo Pasquale. GIOVEDI’ SANTO Alla solenne celebrazione del Giovedì Santo si ricorda il dono dell’Eucaristia, del Sacerdozio Ministeriale e del servizio della carità. Fate questo in memoria di me! (Gv13,1-15)

Vengono presentati alla comunità i bambini che riceveranno Gesù per la prima Comunione ed è commovente sentirli rispondere con un “Eccomi!” quando la catechista pronuncia il loro nome. Ricevono le tuniche che, come don Giorgio evidenzia, simboleggiano il “servizio”, rivolto a chi ha bisogno, anche solo di ascolto e di amicizia. Mi ha molto colpita la riflessione proposta in merito a come far bere un asino che non ha sete: lo si avvicina ad un altro asino che,

invece, beve con voluttà e questo gli farà venir voglia di assaggiare la sua acqua. Non serviranno le minacce o tanto meno le botte,

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sarà molto più proficuo l’esempio. Ho pensato molto che questi bambini non vivranno la gioia di conoscere e di amare Gesù se noi per primi non dimostreremo loro che Lui ha una parte importante nella nostra vita. Nell’Ultima Cena, attraverso la lavanda dei piedi e l’Eucaristia, si chiariscono i termini dell’alleanza: Gesù non vuole essere altro che pane di vita per gli uomini. Imitiamo il nostro Dio dimostrandoci “prossimi” verso i nostri fratelli che soffrono, nel corpo e nello spirito. Molto suggestivo il passaggio di Gesù lungo la navata centrale, verso l’altare della reposizione, accompagnato dai lumini accesi dei bambini della Prima Comunione e della Cresima. Mi ha fatto pensare al Suo passaggio nella storia dell’uomo, con lo scopo di

donarci la salvezza, di liberarci dalle tenebre della morte, di portarci da un’apparente fine ad un nuovo inizio!

Mi sembra che nulla ci dica l’amore che è nel cuore di Dio più dell’Eucaristia. È l’unione consumata, è lui in noi e noi in lui, è il cielo sulla terra. Carlo Maria Martini VENERDI’ SANTO

La sera di Venerdì Santo la Chiesa è ancora gremita di fedeli che rivolgono il loro cuore e i loro pensieri all’immenso dono che Dio ha fatto di sè, attraverso il Figlio. Ascoltando il racconto della passione di Giovanni mi fermo a riflettere su queste parole:

“Donna, ecco il tuo figlio”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. [...] Dopo questo Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse: “Tutto è compiuto!”. E, chinato il capo, spirò. - 33 -


Così chiara risulta infatti in queste parole l’immensa misericordia di Dio che scelse Maria come sua Madre e di Cristo che, dalla croce, la rese madre di noi tutti. Anche nel giorno più buio per l’umanità, Dio ci dona una presenza, un rifugio, un sostegno, nell’amore tenero e materno di Maria.. SABATO SANTO

La solenne veglia del Sabato Santo inizia in una chiesa buia, affollata di gente, e lentamente arriva il Fuoco Nuovo del Cero Pasquale, luce che vuole illuminare

il nostro cuore e la nostra mente, luce che squarcia le tenebre del male e del peccato, luce che è dono di speranza e di vita! Questa sera vengono presentati alla comunità i ragazzi che riceveranno il Sacramento della Cresima; preghiamo affinché questo momento non rappresenti l’uscita di scena dalla vita cristiana ma, al contrario, sia una vera e

sincera conferma di quanto scelto per loro alla nascita. Al termine della liturgia i presenti hanno potuto portare a casa una bottiglietta di acqua benedetta. I bambini ed i ragazzi presenti vengono invitati a farsi il segno della Croce e a pregare Gesù, perché è il primo modo per conoscerlo e per fare amicizia con lui. Noi adulti dovremmo riuscire ad avere il cuore pieno dell’acqua viva dello Spirito per mettere in luce il senso della vita con i gesti, più che con le parole.

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Gesù ha fatto la nostra stessa strada per indicare a noi il cammino nuovo, cioè la”via nuova e vivente” che è Lui stesso. E per noi questa è l’unica strada che, in concreto e senza alternative, dobbiamo percorrere con gioia e perseveranza. Papa Francesco Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Gv 20,1 L’angelo rassicura le donne: “Non abbiate paura!” Presto andate a dire ai suo discepoli: “E’ risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Mt 28,5-7 In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi. Gv 4,10 Coraggio, fratelli che siete avviliti, stanchi, sottomessi ai potenti che abusano di voi. Coraggio, disoccupati. Coraggio, giovani senza prospettive, amici che la vita ha costretto ad accorciare sogni a lungo cullati. Coraggio, gente solitaria, turba dolente e senza volto. Coraggio, fratelli che il peccato ha intristito, che la debolezza ha infangato, che la povertà morale ha avvilito. Il Signore è Risorto proprio per dirvi che, di fronte a chi decide di “amare”, non c’è morte che tenga, non c’è tomba che chiuda, non c’è macigno sepolcrale che non rotoli via. Auguri. La luce e la speranza allarghino le feritoie della vostra prigione.” Don Tonino Bello Festa della Divina Misericordia Maria Faustyna Kowalska (1905 – 1938) è stata una religiosa polacca, appartenente alla congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Nel suo Diario scrive il 22 febbraio 1931: “La sera, stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca… dal petto la veste lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido… Gesù mi disse: “Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto la scritta: Gesù confido in te!... Prometto che l’anima che venererà quest’immagine non perirà. … - 35-


Voglio che l’immagine venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua: questa domenica deve essere la festa della Misericordia.” Papa Giovanni Paolo II scrisse un’enciclica, Dives in misericordia nel 1980, interamente dedicata alla devozione appresa dall’umile suora polacca, che lui stesso ha proclamato santa il 30 aprile 2000. In quell’occasione il Papa ha stabilito per la prima volta la Festa della Divina Misericordia, da celebrarsi ogni anno nella prima domenica dopo Pasqua. Durante le messe feriali della settimana dopo Pasqua abbiamo recitato la Coroncina della Divina Misericordia. Utilizzando la corona di un rosario, sui cinque grani maggiori si dice:

“Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore, Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero” Sui cinquanta grani minori si ripete:

“Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.” Al termine si ripete tre volte:

“Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.” E’ molto bella ed importante questa dimensione di preghiera per tutto il mondo, questa richiesta di intercessione per ogni fratello.

O Signore, aiutaci a non disprezzare mai nessun uomo, a vedere in tutti il bene e non il male, e i valori assoluti di cui ciascuno è portatore perché è una persona. Se tu ci presterai i tuoi occhi, avremo la misura esatta di quello che vale ogni persona: i tuoi occhi vedono in ogni nostro fratello, uno per cui Dio ha donato la vita.

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Riflessioni di una parrocchiana presente al Triduo Pasquale Ho partecipato con emozione via via crescente al Triduo Pasquale.

Sono rimasta profondamente colpita dall’attenzione, dalla cura, dalla dedizione poste nella preparazione dei vari riti. Desidero pertanto rivolgere un sentito ringraziamento a don Giorgio in primis, ma anche alle persone che a vario titolo e nei vari ambiti hanno collaborato con lui.

Personalmente ho apprezzato le preghiere, alcune davvero stupende, i canti magistralmente eseguiti e diretti, l’uso mirato delle luci per inquadrare un particolare o mettere in evidenza i momenti significativi, i tanti simboli presenti: uno per tutti la corona di spine, unico “arredo” dell’altare spoglio il Venerdì Santo, ma quale potenza evocativa! E potrei continuare. Sono rimasta felicemente sorpresa, inoltre, dalla partecipazione “massiccia” di fedeli.

Evidentemente il richiamo è ancora forte, nonostante i problemi, le difficoltà, la secolarizzazione che anche da noi si fa sentire. Ho visto tanti ragazzi e anche giovani e questo fa ben sperare. Concludo con una riflessione.

I riti della Settimana Santa sono gli stessi in tutte le chiese, l’atmosfera che si respira invece no (parlo per esperienza diretta) e la differenza la fanno proprio l’attenzione ai particolari e la capacità di coinvolgere il più possibile l’Assemblea, ma questo è un dono, un carisma.

Non dobbiamo quindi pensare che tutto ci sia dovuto o ci spetti di diritto, ma piuttosto che siamo fortunati a vivere i momenti forti della liturgia in maniera tanto solenne.

A noi allora il compito di riversare nelle famiglie, negli ambienti di lavoro, nelle associazioni, nella comunità in generale quanto incamerato in questi giorni, affinché la partecipazione produca frutti e non sia fine a se stessa.

E’ sempre l’amore donato che permea la nostra esistenza a dare un senso a tutto il nostro agire. Di questo sono profondamente convinta.

Maria G. - 37 -


VIA CRUCIS Momento “forte” di riflessione sulla passione di Gesù

Durante la Quaresima abbiamo avuto modo di partecipare tutti i venerdì alla Via Crucis e particolarmente seguite sono state quella per gli ammalati e le due per le vie del paese la sera di venerdì 27 marzo e il Venerdì Santo la mattina alle 6, organizzate da Ospitalità Tridentina. Quest’ultima, alle 6 del mattino, è stata molto partecipata, ho notato tanti ragazzi e ragazze ed è stato molto bello partire ancora al buio ed arrivare alla chiesa quando ormai era giorno, con il sole che già cominciava a splendere sulle cime delle montagne intorno. Ciò che mi colpisce profondamente e mi fa riflettere è come la storia dell’uomo sia una continua “via crucis”… come don Giorgio ha sottolineato più volte tanti sono stati e continuano ad essere crocifissi: dall’infermità, dalla violenza,

dall’ingiustizia… tanti sono giudicati e condannati, tante sono le calunnie, le ipocrisie, le falsità… per fortuna ci sono stati e ci sono ancora i “Simone di Cirene” che aiutano a sostenere il peso della croce, condividendolo con chi lo vive in prima persona. Ho l’impressione che il tempo e l’evolversi della storia dell’uomo si appiattiscano in questa dimensione di dolore e di sofferenza, come se tutto, in quest’ottica, rimanesse immutato… come se, guardando alla croce, non ci fosse ieri e non ci fosse domani, come se tutto si riducesse a quello che stiamo vivendo in comunione con quanto è già stato vissuto e con quanto sarà…! Ecco, credo che l’importante sia rendere viva questa comunione, non solo con la preghiera ma anche con

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le opere, ricordandoci che anche l’azione concreta è preghiera. Pur non potendo, evidentemente, trasformarci tutti in tante “Madre Teresa di Calcutta”, possiamo, con i nostri limiti e le nostre capacità, accantonare l’indifferenza ed

aprirci agli altri prendendo esempio proprio dalle braccia spalancate di Gesù sulla croce, simbolo chiaro e trasparente di un Dio che è AMORE!

Dalla Croce Gesù propone in positivo un altro tipo di umanità: è l’umanità di chi vive la beatitudine dei miti e degli operatori di pace, di chi accetta di portare la croce quotidiana dietro al suo Signore.

Carlo Maria Martini - 39 -


“CONFESSARSI è COSA BELLA … …FA RIACCENDERE LA FIAMMELLA” Prima Confessione dei bambini di seconda elementare

“Confessarsi è cosa bella ,fa riaccendere la fiammella”… così recita il ritornello di un canto che i bambini hanno imparato in preparazione alla festa del perdono celebrata sabato 28 marzo. “Tre cose ci sono rimaste dal Paradiso: le stelle, i fiori e i bambini” Dante Alighieri Il Signore ci dà fiducia ogni giorno, regalandoci la gioia di avere sempre dei bambini da crescere. Ho scelto di fare la catechista semplicemente per poter continuare a crescere nella fede insieme ai bambini, perché è grazie a loro se le cose appaiono semplici e chiare. Improvvisamente ti sembra infinitamente limpido l’amore di Dio verso l’uomo, guardando negli occhi le creature più pure che Egli ha creato. Questo è il primo anno di catechesi per i bambini che adesso frequentano la seconda elementare, e grazie a Don Giorgio e alle mamme catechiste siamo riusciti a trasmettere loro l’importanza che ha la vita, il Battesimo e il percorso che la Chiesa ha progettato per infondere in loro l’impronta del Signore. Noi abbiamo creato un percorso molto semplice e trasparente, li abbiamo aiutati a creare un contatto con la loro anima, con la loro

coscienza. Abbiamo preparato una Messa solo per loro, perché si devono sentire amati, inclusi nel cuore della Chiesa.

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Li abbiamo presentati alla comunità nel modo più dolce, chiamandoli per nome proprio come Gesù chiamò a sé i dodici apostoli. Li vedevo andare uno ad uno verso Don Giorgio, pieni di gioia. Si sono sentiti importanti, proprio come ogni bambino si dovrebbe sentire. Noi catechiste abbiamo avuto il dono di poterli accompagnare nel loro cammino, e la Confessione è il primo passo verso l’amore consapevole di Gesù. Sabato 28 marzo, felici e agitati, hanno avuto il primo incontro con Gesù: la Riconciliazione. Inizialmente sono stati chiamati per nome dalle loro mamme, perché la vita è il primo dono grande che Dio fa alla famiglia. Sono stati accompagnati verso l’altare e hanno acceso la fiammella dell’amore di Dio grazie ai loro papà che li attendevano al Fonte Battesimale. E’ stato emozionante proprio come lo era stato anni fa con i ragazzi del 2000 (che ho accompagnato nei primi tre anni di catechesi), gli stessi sguardi di approvazione, la stessa agitazione, la paura di sbagliare, e quello sguardo soddisfatto quando mi guarda-

vano e annuivo con la testa. Guardarli crescere settimana dopo settimana è una fonte di ispirazione per avere nuove idee, perché con i bambini bisogna avere inventiva, allegri. E’ questo il segreto per poterli trattenere nella luce di Cristo. Noi cerchiamo di tenere vivo l’interesse per la vita di Gesù, per quello che ci ha lasciato, per quello che vuole che portiamo nel cuore. Sono i bambini il segno maggiore che Gesù è sempre tra noi, per questo dobbiamo saperli amare e aiutare sempre. Dobbiamo sempre tenere conto del male che purtroppo ci circonda, e non dobbiamo proteggerli tutta la vita, ma coltivare il seme dell’amore che possa aiutarli ad affrontare gli ostacoli nel migliore dei modi, con amore, serietà, pazienza e soprattutto onestà. Nel mio piccolo, lo faccio perchè mi fa stare bene, e vederli felici di andare verso la luce di Gesù mi fa sperare ogni giorno in un mondo migliore. Piazzi Jenni Catechista di II elementare

Il sacramento della confessione con gli

di Roberto …

Chissà che voce ha Gesù...????? Anche questa domanda mi frulla nella testa di fronte al mistero della mia Prima Confessione. I miei compagni mi appaiono sereni, felici ed entusiasti nell’affrontare un ingresso in Chiesa come non

mai: uno ad uno la attraversiamo chiamati per nome dalla mamma che, consegnato un piccolo cero in mano, ci accompagna fino al papà che accende La Fiammella a fianco della Fonte battesimale. Quante belle

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Croce, con in testa un’appuntita corona. Quante cose... La mia Nascita con la Luce, il mio Battesimo con l’Acqua, tutto che ritorna...

cose da conservare nel cuore già da questi primi momenti magici: il mio nome che rimbomba in una Chiesa silenziosa, genitori e catechiste che ci osservano con attenzione, Don Giorgio con la sua sciarpa tutta colorata, gli strumenti e le voci dei “ragazzi grandi” e... e Gesù che ci guarda dall’alto della Sua grande

Poi ad uno ad uno, la nostra prima richiesta di Perdono: Don Giorgio è proprio bravo, anche Don Pierino e don Donato mi dicono gli Amici di Giornata. E che Giornata! E poi ancora canti, preghiere, la storia del mitico cavaliere che si pente solo all’ultimo e che grazie alle sue lacrime riempie il secchio dell’eremita ed infine la Fiammella: spenta prima della Confessione, è tornata a brillare sulle balaustre fino a tutto il giorno dopo, in due luminosissime file che davano un bagliore anche al nostro caro Gesù. Gesù che ci ha fatto questo grande Dono: il Perdono infatti è difficile fra noi bambini, figuriamoci per Lui che tantissimi anni fa è stato crocifisso dagli uomini! Eppure, come una magia, le spine hanno lasciato lo spazio ai fiori e la piantina che oggi sta al centro della mia casa, mi ricorderà quotidianamente che ogni spina si può trasformare in fiore,

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dipende solo da noi. La merenda all’Oratorio ci ha portato alla conclusione di questo sabato di festa: oltre agli Amici, c’erano pure i genitori, i nonni, le pazienti catechiste ed ovviamente Don Giorgio, con tante belle parole e buoni dolci! Niente comunque di così buono e dolce come la Parola di Gesù: il Perdono :-) Roberto e la sua mamma Daniela March

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“VIENI NEL MIO CUOR GESU’” FESTA DI PRIMA COMUNIONE Mamma Stefania, catechista, condivide la sua esperienza Quest’anno, durante il percorso di catechesi, abbiamo preparato i bambini all’incontro con Gesù nel giorno della loro Prima Comunione, approfondendo con loro la celebrazione della S. Messa e imparando i nomi dei posti che si trovano all’interno della Chiesa. Devo dire che i bambini sono sempre stati attenti e recettivi, pronti a farsi coinvolgere nelle attività, come per esempio il cartellone che abbiamo fatto assieme e che rappresenta l’altare come il nostro tavolo a casa con piatti, posate , bicchieri, tovagliolo … Ogni singolo oggetto ci è servito per rappresentare i vari passaggi della Messa semplificando così molto la comprensione di questa stupenda celebrazione che a questa età non è facile. Ovviamente tutto questo è stato possibile perché don Giorgio ci ha guidati passo passo e noi sentiamo il bisogno di ringraziarlo tanto. La sera del giovedì santo alla S. Messa i bambini sono stati ancora protagonisti presentandosi alla comunità e ricevendo la tunica e formando la “via della luce” per accompagnare Gesù all’altare della Madonna in attesa della sua risurrezione. E’ stato un bel momento per noi tutti, ci siamo sentiti uniti in una grande famiglia. I bambini sono stati particolarmente bravi e credo che abbiano sentito molto l’importanza di questa celebrazione. Come mamma catechista credo proprio di essere stata “ chiamata” a questo importante compito e ne sono molto contenta. Se mi posso esprimere così direi che mi sono” tuffata nell’amore di Gesù” e con il suo aiuto cerco di trasmettere qualcosa di prezioso ai bambini a noi affidati. Tutto questo è meravigliosamente difficile, ma di sicuro rifarei tutto un’altra volta

Stefania Catechista dei bambini di 3° elementare - 44 -


Riflessioni di alcune catechiste …. Si è ormai conclusa la celebrazione della prima comunione che ci ha accompagnato in questo anno di catechesi, tuttavia non è ancora svanita l’emozione in tutti coloro che hanno partecipato a questa festa. I protagonisti i bambini, pieni di stupore, emozionati, sorridenti, in attesa di completare quella parte di messa che fino ad ora li aveva “esclusi” dai compagni o dal resto dell’assemblea. Ogni singolo momento ha suscitato sia in loro che in noi, mamme-catechiste, emozioni di gioia, tenerezza, condivisione; è stato un bel dono e una gran soddisfazione vedere i bambini così partecipi al sacramento. Comunicare la nostra fede è il miglior regalo che potevamo far loro, è una buona occasione per mostrare che l’esperienza della prima comunione trasforma ogni giorno ed è Gesù che dona la luce che illumina e orienta la nostra vita. Il coinvolgimento delle famiglie durante la celebrazione è stato a nostro avviso molto importante e d’ insegnamento verso i nostri figli e sicuramente un momento “toccante” è stato il dono della rosa alla mamma…un gesto semplice fatto con tanto amore da parte dei nostri figli. Ora, continueremo il nostro cammino di catechesi verso il terzo sacramento, augurandoci di creare un ambiente di UNIONE e non di divisione, così sarà il modo migliore di vivere la comuneunione. Le mamme-catechiste

Riflessioni di alcuni genitori… Domenica 3 maggio è giorno di prima comunione ; è bello vedere la comunità cristiana accompagnare i bambini al loro primo incontro importante con un amico speciale: Gesù. Tanti piccoli flash da ricordare: le mani alzate alle domande di don Giorgio durante l’omelia, il bel cerchio fatto attorno all’altare, la rosa bianca consegnata alla mamma al segno della pace …. - 45 -


Sì’, è stata una bella festa, una bella celebrazione resa ancora più solenne dal coro delle voci bianche. Poi, il momento più bello e forte è stato quando i bambini ad uno ad uno, hanno accolto Gesù nel loro cuore. E’ scesa qualche lacrima, l’emozione era tanta e mi ha portato indietro con il ricordo di quel momento vissuto da noi genitori tanto tempo prima. Battisti cantava “ emozioni” ed oggi ne abbiamo vissute tante … Che Gesù accompagni i nostri figli durante il loro cammino ! Flavio B. La comunione di Gaia è stata una esperienza che ha coinvolto l’intera famiglia. Accogliere Gesù e abbracciare i suoi insegnamenti è stata la prima grande scelta di nostra figlia; per questo il percorso di preparazione accuratamente guidata da don Giorgio e dalle catechiste, si è rivelato un’occasione di riflessione e di confronto per tutti noi che abbiamo rinnovato e consolidato insieme a lei la stessa scelta. Il giorno della celebrazione è stato quindi un vero tripudio di emozioni. Vederla arrivare in chiesa con la veste bianca insieme a tutti i suoi compagni, ascoltare le loro preghiere, le loro canzoni e osservarli durante tutti i momenti della liturgia fino a quello della loro prima vera comunione, è stato estremamente coinvolgente e commovente per tutti noi. Leonilde Eccoci arrivati alla fine di questo giorno tanto atteso… La mattina appena sveglia il pensiero è andato all’organizzazione pratica per la prima comunione di Irene, ma svegliatasi Irene tutto è cambiato. “ Mamma sono agitata! Se il sapore di Gesù non mi piacesse lui sarebbe ugualmente con me? Io lo voglio con me!” E’ stato bello sentir dire da Irene queste parole perché voleva dire che aveva capito che stava davvero per ricevere Gesù, un dono grandissimo! L’emozione è salita nel momento in cui ho infilato la tunica, la corda e il crocifisso a mia figlia e siamo andati in Cappella da dove iniziava la processione. Avevo il cuore pieno di serenità nel vedere tutti questi bambini ordinati e sorridenti passarci davanti. Rivederli poi tutti in cerchio sull’altare in attesa del proprio turno per ricevere la loro Prima Comunione mi ha trasmesso una grande voglia di vivere bene anche la mia amicizia con Gesù. Quando è arrivato il momento per Irene di ricevere Gesù, ammetto di essermi commossa tanto da avere una piccola lacrima :” Ecco, finalmente anche lei riceve un nuovo abbraccio di Gesù!” - 46 -

Mandy


Le emozioni di alcuni bambini …. ◊

Oggi mi sono svegliata molto emozionata, mi sembrava un sogno. Quando ho ricevuto Gesù il mio cuore batteva forte forte e ho sentito una gran felicità.

Mi ha emozionato molto l’entrata in chiesa e quando ho fatto la Comunione.

◊ … quando al segno della pace ho portato al rosa alla mia mamma. ◊

Mi è piaciuta molto la processione.

Mi sono emozionata al momento dell’offertorio quando ho portato le offerte all’altare.

E’ stato bello fare uno dei dodici apostoli al momento di portare il libro sacro all’altare, e anche quando ho cantato.

Una nonna… È sempre molto emozionante vedere i bambini della prima comunione entrare in chiesa in processione, ma lo è ancor di più quando fra questi c’è il proprio nipote. Sui loro volti la vera gioia di chi sta per andare ad una grande festa, all’incontro con Gesù. Don Giorgio ha fatto in modo che ogni singolo momento della messa fosse messo in rilievo con delle semplici spiegazioni e con dei segni che hanno trasmesso ai bambini, ma anche a noi adulti, l’importanza di saper vivere in pienezza l’Eucarestia: dall’ascolto della Parola di Dio, primo nutrimento per la nostra vita all’offerta dei doni. È difficile descrivere i sentimenti provati nel vedere i bambini attorno all’altare durante l’Offertorio: ho rivisto Gesù e i suoi discepoli durante l’Ultima Cena, nel cenacolo. Ho pensato al dono prezioso che da lì a poco avrebbe ricevuto anche mio nipote, a quel pane spezzato che è Gesù, che si accoglie nella propria vita come amico, fratello, confidente. I canti e le preghiere dei bambini hanno reso tutto ancor più significativo. Un altro momento molto intenso è stato il ringraziamento serale. Don Giorgio ha fatto capire ai bambini quanto siano stati fortunati ad avere ricevuto quel tesoro, invitandoli a rivolgersi direttamente a Gesù, esposto sull’altare. Ad ognuno di loro, proprio come Gesù chiese all’apostolo Pietro, è stata rivolta la domanda: “Mi ami tu?”. “Signore Gesù, lo sai che ti amo”, hanno risposto uno alla volta. Auguro a questi bambini di saper vivere in maniera sempre più profonda e sincera l’amicizia con Gesù. Un grazie particolare a don Giorgio e alle catechiste.

Nonna Grazia - 47 -


Una zia… Ho partecipato con gioia e intensità alla messa di prima comunione dove c’è sempre una ricchezza da cogliere anche per noi adulti. Ho capito quanta responsabilità abbiamo nei confronti di questi piccoli che, con entusiasmo e innocenza, accolgono il dono di Gesù che entra ad arricchire la loro vita di bambini. Come è importante, come genitori, coltivare e vivere con loro questo grande dono, che è da condividere e non da dimenticare e come comunità cristiana che prega per loro e testimonia la gioia di vivere la parola e nutrirsi del pane che è Gesù. Come spiegato molto bene con il segno del “ cesto con il pane e il vangelo”, portato all’altare dai bambini, tutti noi abbiamo potuto capire che i doni ricevuti sono da condividere e non da tenere per noi stessi. Quindi anche i doni che riceviamo da Gesù, in particolare Lui stesso, dobbiamo “ regalarli” agli altri ma solo nel momento in cui sono diventati “ vita per noi.” Solo la preghiera personale e comunitaria può aiutarci a realizzare questo progetto di Dio su ciascuno di noi. La preghiera compie miracoli, ecco la responsabilità che abbiamo noi adulti nei loro confronti. Facciamo sì che i miracoli si avverino per mezzo della nostra incessante preghiera.

Luciana

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CHE GRANDE DONO IL SACERDOZIO! Testimonianza di due giovani “chiamati” Oggi, 5 maggio 2015, noi ragazzi di seconda e terza media, abbiamo incontrato due diaconi che, a giugno, diventeranno sacerdoti.

Incontro di catechesi con Mattia Vanzo di Moena e Riccardo Pedrotti di Rovereto, due giovani diaconi che, il prossimo mese di giugno, verranno ordinati Sacerdoti.

Abbiamo iniziato, con un certo ritardo, con il gioco del telefono senza fili passandoci questa frase all’orecchio “Puoi sentire ma non puoi ascoltare, tu mi puoi sentire ma non ascoltare... tu ascolti?” il cui senso ci è stato spiegato solo alla fine dell’incontro; abbiamo quindi proseguito con la presentazione dei due diaconi. Riccardo ha avuto una chiamata, se così si può dire, abbastanza banale: andava a Messa per abitudine e a 18 anni ha iniziato a far parte di un gruppo di laici, entrando, poi, in seminario “tanto per provare”... ora è qui, quindi il resto della storia va da sé. Mattia, invece, fin da bambino avrebbe voluto fare il prete (oppure il sindaco...), pur essendo, la sua, una famiglia che non appoggiava assolutamente la sua decisione, tranne la sorellina: lei infatti gli è stata sempre vicino; ci ha raccontato della stima che nutre per il parroco del suo paese, e di come, a casa prima e in seminario poi, i suoi dubbi in merito alla decisione di diventare prete non fossero pochi. Ma anche lui ora è qui e il mese prossimo diventerà sacerdote… evidentemente i dubbi hanno trovato chiarimento! Abbiamo avuto il tempo di fare poche domande sulla vita in seminario, non dimenticando la fatidica domanda: ”si mangia bene?”! Al termine ci hanno spiegato il senso della frase “d’apertura”, evidenziando la differenza tra “sentire” e “ascoltare”: sentire è una cosa che le mie orecchie percepiscono, ma alla quale non presto particolare attenzione, ascoltare, invece, è quando noi ci concentriamo su una cosa fra le tante che le nostre orecchie percepiscono... dicendoci che spesso anche noi sentiamo Dio ma non lo ascoltiamo, facendoci scappare una grande opportunità ! Michele Bernardi - 49 -


“I MAGNIFICI SETTE PER VOLARE ALTO” I doni dello Spirito Santo nel sacramento della Confermazione Durante la messa del sabato santo noi ragazzi di prima media che il 9 maggio riceveremo la Cresima, siamo stati presentati alla comunità. All’inizio della messa abbiamo illuminato la chiesa con le nostre candele accese dalle nostre catechiste prendendo la fiamma dal Cero Pasquale. Durante questa messa noi cresimandi, siamo stati chiamati a firmare l’impegno per continuare la nostra vita cristiana con maggiore consapevolezza. E’ stato bello essere i “ protagonisti” di questa particolare celebrazione perché siamo stati chiamati per nome uno ad uno ed abbiamo risposto “eccomi”. Questo momento è stato importante ed emozionante sia per me che per i miei compagni. Un ragazzo di prima media

Dai nostri ragazzi …

• La Cresima è stata bellissima sia la Messa sia la festa dopo (Andrei) • Ci siamo sentiti molto contenti, leggeri e felici (Riccardo, Diego, Martina, Mattias ) • Eravamo un po’ in ansia ed è stato molto commovente. Quando il Vicario ci ha unto con l’olio ci siamo sentiti contenti (Matteo e Denis) • Lo Spirito Santo mi ha cambiato la vita (Gioia) • Siamo diventate più fiduciose in Dio (Arianna e Silvia)

Da una catechista … Sono cinque anni che seguo come catechista questi ragazzi; e quanta fatica nelle ore di catechesi! Alcune volte mancavano la pazienza, la concentrazione e la voglia di “scoprire“ il nostro amico Gesù; altre volte invece è stato bello condividere idee e “chiacchierate”. - 50 -


Ma il giorno della Cresima è arrivato in fretta. I ragazzi hanno preparato una scatola colorata con una loro foto, da appoggiare ai piedi delle balaustre quando venivano chiamati per nome al momento della loro presentazione durante la celebrazione. Gesto che sta ad indicare la messa a terra del primo mattone, come fondamento di una vita cristiana più solida e responsabile. Quest’anno siamo state noi catechiste le “madrine” per questi cresimandi. Il nostro compito quindi non finisce qui , ma continua nella vita di questi ragazzi che dovrebbero vedere in noi dei punti di riferimento e di aiuto nella loro crescita cristiana. E’ stato veramente commovente e coinvolgente vedere i ragazzi che con maturità e profondità hanno accolto i sette doni dello Spirito Santo. Anche per noi adulti è stato un riscoprire il senso di questo sacramento spesse volte dimenticato o ricevuto con superficialità. L’augurio che faccio a loro è che si sentano presi per mano da Maria, che per nulla al mondo si sentano smarriti e che la cresima non sia la fine di una tappa ma l’inizio di un nuovo cammino. Katia

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Per concludere in bellezza‌ LunedÏ 18 maggio, noi cresimandi di prima media siamo andati dai Salesiani a Trento. Siamo entrati nella cappella dove ci ha accolto don Carlo Busana che ci ha raccontato la vita di don Bosco e ci ha intrattenuto con dei giochi di prestigio. Ci ha raccontato che anche don Bosco faceva dei giochi di prestigio da ragazzo, poi amava stare con i bambini e i ragazzi e fu lui a costruire il primo oratorio. E’ stata una bellissima esperienza.

Un ragazzo di prima media

Come genitori sentiamo il bisogno di ringraziare vivamente don Giorgio, le catechiste con i vari collaboratori e collaboratrici che, con passione, amore e disponibilitĂ , hanno preparato i nostri figli ai sacramenti della Confessione, della Comunione e della Cresima.

Un gruppo di genitori riconoscenti - 52 -


SOLIDARIETA’… I ragazzi di terza media incontrano la comunità Nuovi Orizzonti

Quest’anno noi ragazzi di terza media abbiamo conosciuto la Comunità Nuovi Orizzonti. E’ una comunità di recupero per tossicodipendenti che vive di provvidenza. A novembre sono venuti qui all’oratorio tre ragazzi e ci hanno raccontato la loro testimonianza. Siamo rimasti tutti molto colpiti dalle loro storie. Per dare una mano a questa comunità abbiamo allestito un mercatino del dolce che ha avuto molto successo; poi lunedì 11 maggio abbiamo portato il ricavato nella loro nuova Comunità di Trento. Lì, abbiamo ascoltato altre due testimonianze, abbiamo condiviso una piccola merenda e poi abbiamo fatto la “ preghiera della luce”. Il momento della preghiera è stato molto intenso e coinvolgente. E’ stato bellissimo fare questa esperienza di solidarietà.

Elisa Giacomelli

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“CINQUANTA ROSE PER MARIA” Grandi e piccini pregano il Rosario nel mese di maggio

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UN‘ ALLEGRA COMPAGNIA IN GITA Gita – pellegrinaggio delle catechiste ed ex catechiste 16 – 17 maggio Sono quasi le cinque del mattino e tante signore di varie età (che ho poi scoperto essere catechiste), un solo uomo (ho appreso in seguito che si trattava del sacrista) ed un sacerdote (il loro parroco) si stanno avviando verso la stazione delle autocorriere. C’è un pullman pronto. Si caricano i bagagli e via verso... sentiamo un po’: la prima tappa di questo viaggio è la città di Aquileia con la sua basilica che, nella versione che si ammira attualmente è il risultato del succedersi di una serie di edifici, i primi dei quali risalenti addirittura al II sec. d.C..w Meraviglioso il pavimento musivo, ben conservato nonostante il tempo, i cui mosaici raffigurano i principali simboli cristiani oltre che fauna, flora e la storia del profeta Giona. Da qui l’allegra compagnia si avvia alla volta della cittadina di Grado dove prende il traghetto verso l’Isola di Barbana ed il suo santuario. La prima chiesa venne qui dedicata alla Madonna nell’anno 582, dopo il ritrovamento di una Sua immagine al termine di una violenta mareggiata; i lavori del santuario attuale sono iniziati nel 1911. La comitiva che sto seguendo si ferma a pranzo e poi si reca in chiesa per la celebrazione della Santa Messa, seguita dalla recita del Rosario in una cappella laterale. Sono ormai le cinque del pomeriggio quando risalgono tutti sul traghetto e da lì trasferitisi sul pullman, si dirigono verso l’albergo che li ospiterà per la notte. La maggior parte di loro esce per una breve passeggiata sul lungomare prima di cena o per dare una rapida occhiata ai negozi... rimandata ad una più profonda ispezione dopo aver mangiato. La mattina dopo si alzano tutti presto per una veloce colazione e poi la Messa. Quindi ripartono verso Trieste dove visitano il Castello di Miramare ed il suo parco, creati per volontà di Massimiliano d’Asburgo nella metà del XIX° secolo. La Basilica di San Giusto li attende verso mezzogiorno, con il suo aspetto stranamente asimmetrico, che deriva dall’unificazione delle due preesistenti chiese di Santa Maria e di quella dedicata al martire San Giusto, che vennero inglobate sotto uno stesso tetto tra il 1302 e il 1320. Seguono poi due ore di libertà, da dedicare ad un pranzo leggero e ad - 56 -


una visita veloce del centro della bella città di Trieste, da taluni definita una piccola Vienna, tanti sono gli influssi della capitale austriaca nella sua architettura. Verso le 15.30 li osservo dirigersi verso l’autobus che in questi due giorni li ha portati a spasso e partire per il viaggio di ritorno. Li sento ringraziare il loro parroco e Adriana, la loro responsabile, che si occupa dell’organizzazione completa di questi pellegrinaggi. Ho seguito con attenzione questa compagnia e li ho visti ridere, sbadigliare, chiacchierare, mangiare, passeggiare. Li ho visti anche pregare, riflettere su Maria stella dell’evangelizzazione, affidare alle sue mani materne le loro famiglie, le loro vite, le persone sole, in difficoltà, sofferenti... forse il momento più intenso è stato quando il loro parroco ha invitato le catechiste a pregare per tutti i ragazzi che hanno accompagnato nel loro cammino di catechesi e guardando le età delle partecipanti ho pensato che devono essere proprio tanti quei bambini e ragazzi! Ed è bello che vengano ricordati tutti! … uno che passava di lì...

La gita delle catechiste è assolutamente un appuntamento da non perdere, perché al di là della meta, è un’occasione per creare gruppo, scambiarsi idee, ritrovare la carica dopo un anno catechistico intenso..... e, sicuramente, non mancano le risate e l’allegria. Catechiste di terza elementare

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SANT’ANTONIO… stiamo arrivando! Michele ed io siamo gli ultimi ad arrivare in piazza e troviamo il pullman già avviato pronto per partire. Qualche giorno fa gli ho chiesto se gli sarebbe piaciuto venire con me a Padova con il gruppo di Ospitalità e mi ha risposto “perché no?”. Eccoci quindi in partenza per questo pellegrinaggio alla città di Sant’Antonio, alla sua basilica, la basilica del Santo così chiamata. Alle ore 11 è prevista la celebrazione della Santa Messa ed arriviamo addirittura in anticipo. All’omelia il sacerdote ci invita a riflettere sul fatto che la Chiesa è unione, che con l’aiuto della preghiera dobbiamo riuscire a superare le inevitabili difficoltà legate al nostro essere unici, per creare, appunto, unità; oltre le critiche, le gelosie e le invidie, ognuno di noi è sollecitato a mettere a disposizione i suoi personali carismi, al servizio della comunità.

Giovedì 21 maggio

Pellegrinaggio a Padova del gruppo di valle di Ospitalità Tridentina, alla Basilica Pontificia di Sant’Antonio e alla Basilica di Santa Giustina.

Al termine della messa assistiamo ad una proiezione scenografica della vita di Sant’Antonio, molto ben fatta e molto interessante per conoscere la storia di questo santo nato a Lisbona verso il 1190 e morto a Padova nel 1231, canonizzato l’anno successivo alla morte, un “record” tuttora imbattuto. Ci fermiamo poi sulla tomba del Santo, all’interno della basilica, dove ogni anno milioni di pellegrini sostano in preghiera affidando alla sua intercessione le loro vite. Visitiamo la cappella delle Reliquie, sontuosamente decorata e passiamo velocemente al negozio di souvenir per acquistare un ricordo di questa giornata. Dopo pranzo ci spostiamo alla basilica di Santa Giustina, giovane martire uccisa nel 304 proprio sul luogo dove ora sorge la chiesa che porta il suo nome. Davvero stupendo il Coro con il suo leggìo sul retro dell’altare maggiore, risultato pregevole di 14 anni di lavoro artigiano. La pala dell’altare, opera del Veronese, raffigura proprio il martirio di S. Giustina. In una cappella laterale ci fermiamo davanti al sarcofago di San Luca, giunto qui dopo una serie di vicissitudini. Cantiamo il Magnificat – da lui scritto – e quindi lasciamo la città di Padova per far ritorno a casa. Ci sarebbero tante cose da scrivere, sia sulla figura del Santo che sulle meravigliose opere architettoniche, oltre che cristiane, che abbiamo visitato... ogni tanto guardavo Michele e gli chiedevo se si stesse annoiando e lui deciso mi rispondeva “assolutamente no!”. Mi sorprendo ogni volta ad ammirare certe costruzioni o opere d’arte e mi chiedo come mai alcune persone siano destinate a realizzare lavori tanto straordinari che, dopo secoli dalla loro creazione, sono ancora ammirati e studiati. - 58-


Mi chiedo perché certe vite sono così preziose e tantissime altre, la maggior parte per la verità, invece, scorrono nel più totale anonimato. Oggi, mi rispondo così: forse l’aspetto veramente straordinario di ogni singola esistenza, anche della più umile di esse, sta nell’accettare quanto disegnato per la propria anima, nel recitare al meglio delle proprie possibilità e con umiltà il copione che le è stato consegnato. Non è un’impresa facile, a volte si può impiegare tutta la vita a capire a cosa eravamo destinati, ma una cosa è sicura e, soprattutto, è uguale per tutti: dovremmo passare sulla terra facendo del bene! Poco importa se riusciremo a scolpire il David o La Pietà, se riusciremo a dipingere la Gioconda, se sapremo comporre la Quinta Sinfonia, se dalla nostra penna uscirà la Divina Commedia: questo è decisamente per pochi... ma l’amore è per tutti! Quando scendiamo dal pullman Michele mi dice soddisfatto “E’ stato proprio bello, mamma, non pensavo, ma è stato proprio bello!” e torniamo a casa contenti tutti e due.

I più piccoli avvenimenti della nostra vita sono condotti da Dio. S. Teresa di G. B. Grazie a tutti, grazie a chi ha organizzato e a chi ha partecipato! Silvia Dellagiacoma

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VIVA DON BOSCO Recital dei ragazzi dell’ oratorio per il bicentenario della nascita di don Bosco domenica 24 maggio

La proposta fattaci da don Giorgio di allestire un recital sulla figura di don Bosco a conclusione dell’attività di catechesi, durante la quale parecchi gruppi avevano scoperto con video e testimonianze di Salesiani la figura di questo Santo, ci ha resi particolarmente felici; anche noi nel nostro piccolo cerchiamo di far diventare l’Oratorio un luogo accogliente e gioioso proprio come lo voleva don Bosco. Abbiamo lavorato su di un recital di Borchia / Gonzo di circa trent’anni fa e lo abbiamo adattato alle nostre esigenze. Non sono stati molti i ragazzi che si sono resi disponibili, purtroppo in questo periodo sono impegnati nelle conclusioni dei vari corsi di musica, danza, teatro

ecc., oppure sono preoccupati per l’andamento scolastico e tentano di “ recuperare alcuni voti”, in ogni modo con una trentina di ragazzi e una quindicina di Animatori si è potuto fare lo stesso. Fondamentale è stato l’apporto del Coro Giovanile che ha dovuto imparare ben sei canzoni tratte dal medesimo recital!. Un grosso GRAZIE alla maestra Stefania e a tutti i coristi. Sono stati inseriti 3 balli: con i bambini più piccoli su una canzone del recital originale, con quelli più grandi su una canzone scritta apposta per il bicentenario dal titolo “ Alza il volume” e con le animatrici su una moderna canzone di don Giosy Cento. Una vivace scenetta parlava di Giovanni Bosco e dei suoi amici

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ancora ragazzi; poi parecchie scene con un fantastico gruppo di 3° media e 1° superiore hanno raccontato brevemente alcuni episodi della vita di questo grande Santo amico della gioventù. Alcuni momenti hanno toccato il cuore sia di chi recitava, sia di chi guardava e questo grazie alle doti recitative e canore dei protagonisti molto credibili. L’importante per noi, era far giungere questo messaggio ! Aiutare gli adulti a guardare i giovani con occhi diversi e a fidarsi di loro, come faceva don Bosco”. Vogliamo ringraziare i ragazzi Da una mamma presente … Mi sono molto commossa nel vedere questo recital preparato in modo così coinvolgente e appassionato dai nostri ragazzi. Come catechista l’anno scorso avevo partecipato alla gita pellegrinaggio proprio nei luoghi di don Bosco di cui conoscevo ben poco e del quale mi sono “innamorata” perché lo sentivo e lo sento ancora un aiuto validissimo nel mio compito di educatrice oltre che di mamma. Riascoltando questi ragazzi il mio cuore è riandato a quei luoghi, alle testimonianze sentite, al messaggio così forte e attuale di questo santo e …mi sono sciolta in lacrime! Non mi vergogno di dirlo! Quindi una sola parola esce dal mio cuore :

disponibili, le loro famiglie e tutti quelli che hanno collaborato a questo momento di festa e di riflessione. Concludiamo facendo nostre le parole della canzone finale “ VIVA DON BOSCO AMICO CHE VIVE IN MEZZO A NOI “ Gruppo Animatori Oratorio

GRAZIE ragazzi per il messaggio che avete dato a tutti noi adulti, GRAZIE per la vostra sensibilità e disponibilità dimostrata nel donare tempo ed energie per realizzare questo spettacolo, GRAZIE per la vostra freschezza nel dire cose più grandi di voi, e GRAZIE anche a chi ha preparato e ha messo a disposizione di tutti i propri talenti. E voglio aggiungere anche un augurio: Che davvero anche il nostro oratorio assomigli sempre più a quello realizzato da don Bosco: luogo di accoglienza verso tutti indistintamente, di allegria, di riflessione, di aiuto alla vita.

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Una mamma catechista


Da un’animatrice… L’oratorio nella mia vita ha avuto un ruolo molto importante. Fin da piccola aspettavo impazientemente la domenica per andare a giocare con gli altri bambini. Quando sono entrata a far parte del gruppo degli animatori, ho conosciuto l’altra faccia della medaglia. L’oratorio da quel momento non era più solo un trovarsi per giocare, ma un modo per aiutare i bambini ad imparare quei valori importanti che negli anni io stessa avevo dimenticato. Spettacoli, domeniche animate, feste e tanta tanta gioia. Tra quelle mura molti ragazzi sono cresciuti, sono diventati adulti, senza mai scordarsi di quanta felicità ha portato loro quel posto. Il nostro è solo uno dei tanti oratori dove molti bambini e ragazzi sono cresciuti. E chi dovremmo ringraziare per questo? Don Bosco, fondatore del gruppo salesiano, dedicò la sua vita ai giovani. Ed è proprio per questo che lo spettacolo primaverile di quest’anno ha analizzato la vita di questo personaggio che ha fatto così tanto per tutti i ragazzi. Questo recital mi è servito non solo per conoscere la vita e le opere di don Bosco, ma per capire cosa vuol dire educare dei ragazzi. Educare con le parole, con la preghiera e con le buone azioni. Questo spettacolo mi ha regalato delle grandi emozioni: stupisce molto il fatto che un uomo possa rendere felici così tanti giovani. Ragazzi problematici, con situazioni difficili alle spalle, eppure lui amava tutti come dei figli. Ha dato loro tutto quello che poteva dare: amore, passione, insegnamenti e valori. Ha fatto crescere quei ragazzi con principi molto sani e cristiani, e sono gli stessi con cui noi dovremmo crescere e far crescere i nostri ragazzi. Don Bosco, pur essendo nato 200 anni fa è ancora una persona viva e presente nei cuori di moltissimi ragazzi e animatori ed è una figura che tutti noi dovremmo avere presente, sempre. Grazie a Don Giorgio che ha deciso di far conoscere questo personaggio così importante. Grazie a Donato, Armanda e tutti gli animatori che hanno assemblato questo meraviglioso spettacolo che ha regalato molte emozioni a tutto il pubblico. Un grazie speciale a colui che da quasi 200 anni regala indirettamente molti momenti felici a tantissimi giovani nel mondo. GRAZIE DON BOSCO! Giulia Piazzi

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dal 01 marzo 2015 al 31 maggio 2015 HANNO CELEBRATO...

le Esequie dei

il Sacramento del

Defunti

Battesimo ALESSANDRO DEZULIAN

GILARDI VITTORIO

ANGELICA ZORZI

GABRIELLI MARIO

MARTINO DELLANTONIO

BONINSEGNA GIOVANNI

SAMUEL GIUOCO

LUTZEMBERGER ESTER

MARTIN DEFLORIAN

FELICETTI GIUSEPPINA

ELISABETH BETTEGA

DEMARTIN ZITA

NOELLE MIRIAM CASANOVA

GILMOZZI VALENTINO

ENRICO DELLANTONIO

DEFRANCESCO MARIA

ANDREA MONTECCHI

RAJKOVIC MILENA MORANDINI NICOLO’ PIAZZI GIULIA

il sacramento del Matrimonio SANIN HANNES - PERATHONER PETRA

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La tua felicità non dipende tanto da ciò che fai, ma da quanto amore decidi di mettere in tutto ciò che vivi. Fai tutto con amore, per amore e il sole della gioia continuerà a scaldare ed illuminare il tuo cuore.

Dal testo: “E gioia sia” di Chiara Amirante


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