Bollettino Parrocchia Predazzo 2/2016

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PARROCCHIA Santi FILIPPO e GIACOMO

CAMMINIAMO INSIEME ANNO XXXII - N° 2 - 2016 APRILE/MAGGIO/GIUGNO


In questo numero: descrizione articolo

pagina

Più la conosci, più l’abbracci...

3

Tempo “Speciale” per Dio

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Un’ora con Gesù... “ L’Ora del Getsemani”.

7

Quando Dio creò il papà

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La “Tenerezza” di Gesù....

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La “Grande” Settimana.

15

Triduo del Signore Crocefisso, Sepolto e Risorto

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Caro Spirito Santo...

20

L’Abbraccio con la Bontà del Padre

25

Alleluia!!! Abbiamo un nuovo Vescovo

29

Associazione “NOI”

31

Che bello aiutare!!!

33

Pomeriggio in amicizia

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Nell’anno della Misericordia...

42

Posta aerea...

44

L ’”Adozione a distanza” dà i suoi frutti...

46

...Per non dimenticare! Nel centenario della 1° guerra mondiale...

48

Beati gli invitati alla mensa del Signore

49

Emozioni di un incontro

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Capitello del Feudo

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I piccoli amici di Gesù

55

Famiglie in festa

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Piccoli attori...

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Insieme... con gioia

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Ciclostilato in proprio ad uso manoscritto della parrocchia di Predazzo -2-


P I U ’ L A C O N O S C I , P I U ’ L’ A B B R A C C I ! E’ una bella frase che ho trovato in un libretto di Pino Pellegrino intitolato proprio: La Misericordia se la conosci, l’abbracci “. E a proposito del “Tempo della Misericordia”, che siamo chiamati a vivere e a riscoprire particolarmente in quest’Anno Santo - sempre lo stesso autore - riportava le parole incisive del filosofo Gianni Vattino che così si esprimeva: “non c’è nessun motivo di odiare il prossimo se poi io e lui dobbiamo morire! E’ meglio passare il poco tempo che ci resta a farci carezze!” E’ meglio, allora, passare il poco tempo che ci resta a vivere da misericordiosi! La campana,che suona alle tre del pomeriggio di ogni venerdì della settimana, sia il richiamo a vivere il “poco tempo che ci resta”, nell’abbraccio della misericordia del Crocifisso, perché anche noi possiamo allargare le braccia misericordiose verso coloro che incontriamo nella nostra quotidianità.

Una delle più belle poesie d'amore degli ultimi tempi è stata scritta da una ragazza americana. È intitolata: «Le cose che non hai fatto». Eccola: Ricordi il giorno che presi a prestito la tua macchina nuova e l'ammaccai? Credevo che mi avresti uccisa, ma tu non l'hai fatto. E ricordi quella volta che ti trascinai alla spiaggia, e tu dicevi che sarebbe piovuto, e piovve? Credevo che avresti esclamato: «Te l'avevo detto!». Ma tu non l'hai fatto. Ricordi quella volta che civettavo con tutti per farti ingelosire, e ti eri ingelosito? Credevo che mi avresti lasciata, ma tu non l'hai fatto. Ricordi quella volta che rovesciai la torta di fragole sul tappetino della tua macchina? Credevo che mi avresti picchiata, ma tu non l'hai fatto. E ricordi quella volta che dimenticai di dirti che la festa era in abito da sera e ti presentasti in jeans? Credevo che mi avresti mollata, ma tu non l'hai fatto. Sì, ci sono tante cose che non hai fatto. Ma avevi pazienza con me, e mi amavi, e mi proteggevi. C'erano tante cose che volevo farmi perdonare quanto tu saresti tornato dal Vietnam. Ma tu non sei tornato. -3-


Una regola d'oro: Passeremo nel mondo una sola volta. Tutto il bene, dunque, che possiamo fare o la gentilezza che possiamo manifestare a qualunque essere umano, facciamoli subito. Non rimandiamolo a più tardi, né trascuriamolo, poiché non passeremo nel mondo due volte. ( Bruno Ferrero da: 40 storie nel deserto) Insomma, la misericordia è l'aspetto più affascinante del cuore umano. Più la conosci, più l'abbracci! Sì, continua a essere acuta la domanda: «Se perdessimo la misericordia, che cosa ci resterebbe?» (Frère Roger di Taizé, 1915-2005). Ci resterebbe il freddo! Ci resterebbe l'Alaska planetaria: l'Alaska è l'unico Stato al mondo in cui gli orsi sono più numerosi degli uomini!

Alla scuola materna, un bambino portava sempre due fazzoletti. La maestra gli chiese perché: «Uno è per soffiarmi il naso; l’altro per asciugare gli occhi di quelli che piangono». TU, li porti due fazzoletti? ( Bruno Ferrero da: 40 storie nel deserto) La Beata-Santa Madre Teresa di Calcutta diceva:

Non cercate azioni spettacolari! Ciò che conta è che diate qualcosa di voi stessi, ciò che conta è il grado di compassione che mettete nei vostri gesti!». Termino con alcune parole poetiche di Santa Teresa di Lisieux che diceva:

…La mia vita è un baleno, un'ora che passa, è un momento che presto mi sfugge e se ne va. Tu lo sai, mio Dio, che per amarti sulla terra non ho altro che l'oggi!.... ……Più la conosci, più l'abbracci! Il vostro Parroco don Giorgio

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TEMPO “SPECIALE” PER DIO

Adorazione prolungata nei venerdì di Quaresima

Testimonianze... L’Adorazione silenziosa dei Venerdì di quaresima la trovo un momento stupendo di grazia dove mi è permesso di fondere il mio sguardo con quello di Gesù, dove vedo con occhi diversi la possibilità che ho, di seguire il Maestro, dove il suo amore trabocca e a me basta solo raccoglierlo. Silenzio che si fa preghiera, riflessione , presa di posizione, meditazione. Che dire? Non è ricchezza questa ? Non è sentirsi amati in modo superlativo? Grazie don Giorgio che ci dai questa opportunità di arricchire il nostro cuore e Grazie Gesù che sempre ci aspetti con pazienza infinita

Luciana

Un grande “ dono” : ecco ciò che il mio cuore prova quando posso fermarmi in modo più prolungato, silenzioso e profondo davanti a Gesù Eucaristia. La Cappellina di Casa M. Immacolata, la musica di sottofondo che non disturba il silenzio del cuore, la luce soffusa che illumina l’Ostia Consacrata e l’ Immacolata nella grotta sopra l’altare: tutto concorre ad immergere il cuore nel cuore di Dio e a gustare la Sua presenza in me. Certo non manca la fatica per non cedere alle tante tentazioni che affollano la mente: il pensiero del marito, dei figli, delle faccende da -5-


eseguire, dei bilanci da far quadrare….! Ma anche tutto questo diventa “materia prima” da condividere con Gesù per trovare in Lui la forza di andare avanti M.T.

Mi è piaciuta molto l’ora della misericordia dalle 15.00 alle 16.00 che si è svolta nei Venerdì di Quaresima, durante l’Adorazione. Per me stare per parecchio tempo in silenzio davanti a Gesù Eucaristia è molto difficile. Non riesco a non pensare alle tante cose da fare, ad un certo punto il mio pensiero vola lontano… Così in quest’ora recitando la Coroncina della Misericordia, e poi il Rosario meditato animato dal gruppo di Ospitalità, è più facile pregare. E’ stato bello anche vedere che, a turno, i bambini della catechesi guidavano la Coroncina. E’ confortante , per me che sono una persona anziana, vedere e sentire queste voci di bimbi e ragazzini che pregano e lodano il Signore. Mi dà un senso di speranza e mi fa sentire Chiesa viva. L. S.

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UN’ORA CON GESU’… ”l’ora del Getsemani”! …per fargli compagnia e consolarlo delle tante ingratitudini… Nella nostra parrocchia durante il periodo della Quaresima ogni giovedì sera dalle 22 alle 23 si può partecipare all’ora santa. Forse non tutti sanno di cosa si tratta. Anch’io nei primi tempi mi chiedevo l’origine di questa pratica così bella e significativa : S. Messa silenziosa (senza canti ) e adorazione, silenziosa o accompagnata da un sottofondo musicale, davanti a Gesù Eucaristia. E mi chiedevo il “perché” don Giorgio ci avesse fatto questa proposta. E così ho cercato di capire …e “ chi cerca trova”. Ho scoperto che la pratica dell’Ora santa, risale direttamente alle rivelazioni di Paray-lo Monial a santa Margherita Maria Alacoque e attinge, di conseguenza, la sua origine dal Cuore stesso di Gesù. Santa Margherita Maria pregava davanti al Santissimo Sacramento esposto. Gesù si presentò a lei in una splendida luce: le indicò il suo Cuore e si lamentò amaramente dell’ingratitudine di cui era oggetto da parte degli uomini. “ Ma almeno – aggiunse - dammi la consolazione di supplire alle loro ingratitudini, per questo potrai esserne capace”. Ed egli stesso indicò alla sua serva fedele i mezzi da utilizzare : la Comunione frequente, la Comunione del primo Venerdì del mese e l’Ora santa. “ Tutte le notti da giovedì al venerdì – le disse – ti farò partecipare alla stessa tristezza mortale che volli provare nell’Orto degli Ulivi. E per unirti a me nell’umile preghiera che presenterai al Padre mio, in mezzo a tutte le angosce, ti alzerai tra le 23 e le 24 per prostrarti per un’ora con me per addolcire in un certo modo l’abbandono dei miei apostoli che non riuscirono a vegliare un’ora con me mentre io ero in preda ad un’angoscia mortale per tutti voi”. -7-


Nella pratica si tratta di un’ora di preghiera, di una veglia da offrire al Signore nella sera del giovedì che precede il primo venerdì del mese. L’Ora santa dovrebbe svolgersi dalle 23.00 alle 24.00 , ma la chiesa concede la facoltà, per motivi di chiara comprensione pratica, di anticiparla, purchè si svolga dopo le 16.00. Per la nostra parrocchia questo avviene in ogni giovedì sera durante la quaresima e poi durante l’anno sempre il giovedì che precede il primo venerdì del mese. TESTIMONIANZE ….

Dopo i primi tentennamenti e anche fatica, mentre pensavo che la “fantasia” in fatto religioso di don Giorgio non ha limiti…, ho voluto provare anch’io. Ed ora mi ritrovo ad attendere con “gioia” e immensa gratitudine questo momento di preghiera. Non è sempre facile uscire di casa alle 22 magari col freddo o la pioggia o il sonno…ci vuole un atto di coraggio e di forza di volontà. Ma ciò che Gesù mi dona poi in questo “cuore a cuore” silenzioso e profondo è oltremodo superiore a questo piccolo sacrificio. Provare per credere! (…per andare ad una festa, ad un compleanno, a vedere un film….non ci serve pensare troppo … anche su questo ho riflettuto!) Grazie Gesù e grazie don Giorgio! T. M.

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Messa silenziosa, adorazione silenziosa. E’ proprio mettersi a nudo davanti al Signore, quel Gesù che ti guarda con uno sguardo di misericordia, quel PANE che si fa persona e guardandolo ti entra profondamente nel cuore e ti dona una pace immensa. Sguardo intenso che si fa ringraziamento e riconoscenza per il dono grande della salvezza. Riflessione che ti porta con lui nel tempo della passione dove sperimenti il dolore profondo, la sofferenza che si fa dono, l’umanità che si rivela nella paura di quello che l’aspetta, ma “non la mia ma la tua

volontà sia fatta” Questa è l’invocazione che sento più vera! E la sua volontà fa parte del disegno di amore che Gesù ha per ciascuno di noi. B.E.

Una sera, mentre pensavo a Gesù nell’orto degli ulivi, che agli apostoli addormentati dice: “ Non siete capaci di vegliare con me neanche un’ora” , ripensavo a me davanti a Gesù Eucaristia, a me che avevo la fortuna di essere lì alla Sua presenza, in sua compagnia, ricca del suo amore, a quelle volte che non so decidere di lasciare la comodità del caldo della mia casa, per fare compagnia a Gesù per ringraziarlo incessantemente. Pensare alle sue sofferenze, al suo sudore che diventa sangue che significa l’angoscia profonda, la solitudine più grande, l’abbandono più doloroso. SOLO a decidere di andare incontro ad una morte atroce, ma l’Amore in questo momento si fa totale e Lui dice il suo “ Sia fatta la tua volontà” il suo sì come dono di salvezza. Un sì che spesso io non so dire perché quella persona mi indispone, quel sacrificio mi costa troppo ( perché sempre io…) ed ecco che la misericordia di Gesù mi abbraccia e mi dice: riprendi il cammino, ricomincia da capo. Ecco che cos’è per me il Getsemani: rialzarmi, alzare lo sguardo, fare mio lo sguardo di Gesù verso il padre che vedo nel quadro in chiesa e che mi sembra molto eloquente “ Eccomi sia fatta la tua volontà”…ma con gioia perché Tu sei al mio fianco SEMPRE Grazie Gesù. L.T. -9-


Vorrei fare una breve riflessione sulle ore di “ adorazione” che don Giorgio ci propone sempre in occasioni specifiche per aiutarci a capire il grande mistero di Gesù Eucaristia Presenza viva. In modo particolare voglio sottolineare “ l’ora del Getsemani” Io , lo confesso, non ho mai avuto una predisposizione per le lunghe preghiere e adorazioni, ma devo dire che questa “ ora del Getsemani” ha un suo perché tutto particolare. Uscire di casa alle 10 di sera è già uno sforzo di buona volontà. Se però penso alla preghiera che Gesù prima della sua Passione ha voluto fare nell’orto degli ulivi dopo l’ultima cena, mi ha fatto riflettere sull’opportunità di stare con Lui e fargli compagnia. Non riesco a formulare preghiere, solo qualche piccola invocazione per ringraziarlo del suo sacrificio e permettermi di stare con Lui per sentire la sua forza che mi incoraggia. Vi invito a provare questa esperienza e se non vi entusiasma, non fa niente, Lui è sempre paziente e ci sa aspettare, a noi la scelta di accogliere queste grandi opportunità e per questo ringrazio don Giorgio. Lisetta

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Q U A N D O D I O C R E O ’ I L PA PA’ Una favola per riflettere…

19 MARZO FESTA DI SAN GIUSEPPE E FESTA DEL PAPA’ «Giuseppe, io penso che hai avuto più coraggio tu a condividere il progetto di Maria, di quanto ne abbia avuto lei a condividere il progetto del Signore. Lei ha puntato tutto sull’onnipotenza del Creatore. Tu hai scommesso tutto sulla fragilità di una creatura. Lei ha avuto più fede, ma tu hai avuto più speranza. La carità ha fatto il resto, in te e in lei».

Quando Dio creò il papà cominciò disegnando una sagoma piuttosto robusta e alta. Un angelo che svolazzava sbirciò sul foglio e si fermò incuriosito. Dio si girò e l’angelo “scoperto” arrossendo gli chiese “Cosa stai disegnando?”. Dio rispose “Questo è un grande progetto”. L’angelo annuì e chiese “Che nome gli hai dato?”. “L’ho chiamato papà” rispose Dio continuando a disegnare lo schizzo del papà sul foglio. “Papà....” pronunciò l’angelo “E a cosa servirebbe un papà?” chiese l’angioletto accarezzandosi le piume di un’ala. “Un papà” spiegò Dio “Serve per dare aiuto ai propri figli, saprà incoraggiarli nei momenti difficili, saprà coccolarli quando si sentono tristi, giocherà con loro quando tornerà dal lavoro, saprà educarli insegnando cosa è giusto e cosa no.”. “Sì” rispose Dio con voce dolce e calma “Richiede tempo”. Dio lavorò tutta la notte dando al padre una voce ferma e autorevole, e disegnò ad uno ad uno ogni lineamento. L’angelo che si era addormentato accanto a Dio, si svegliò di soprassalto e girandosi vide Dio che ancora stava disegnando. “Stai ancora lavorando al progetto del papà?” chiese curioso. “Sì” rispose Dio con voce dolce e calma “Richiede tempo”. L’angelo sbirciò ancora una volta sul foglio e disse “Ma non ti sembra troppo grosso questo papà se poi i bambini li hai fatti così piccoli?” - 11 -


Dio abbozzando un sorriso rispose: “E’ della grandezza giusta per farli sentire protetti e incutere quel po’ di timore perchè non se ne approfittino troppo e lo ascoltino quando insegnerà loro ad essere onesti e rispettosi”. L’ angelo proseguì con un’altra domanda: “Non sono troppo grosse quelle mani?”. “No”, rispose Dio continuando il suo disegno “Sono grandi abbastanza per poterli prendere tra le braccia e farli sentire al sicuro”. “E quelli sono i suoi occhi?” chiese ancora l’angioletto indicandoli sul disegno. “Esatto”, rispose Dio “Occhi che vedono e si accorgono di tutto pur rimanendo calmi e tolleranti”. L’angelo storse il nasino e aggiunse “Non ti sembrano un po’ troppo severi?”. “Guardali meglio” rispose Dio. Fu allora che l’angioletto si accorse che gli occhi del papà erano velati di lacrime mentre guardava con orgoglio e tenerezza il suo piccolo bambino.

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LA “TENEREZZA” DI GESU’… I nostri piccoli incontrano la bontà e la misericordia di Dio TESTIMONIANZE DI ALCUNI GENITORI …

• Sono uno dei tanti papà che hanno partecipato sabato 19 marzo alla celebrazione del sacramento della Confessione. Non sono uno che frequenta molto la chiesa, diciamo che sono un credente, ma molto poco praticante. Devo ammettere che la celebrazione mi ha veramente toccato il cuore: vedere tutti quei bambini, compreso mio figlio, con occhi attenti, un po’ anche emozionati per l’incontro col sacerdote, sentirli cantare con entusiasmo “ apri le tue braccia corri incontro al padre…oggi la sua casa sarà in festa per te…”, osservarli mentre ponevano il loro lumicino sull’altare, o mentre, con mano tremante toccavano i piedi del grande crocifisso posto in mezzo alla chiesa… anche il mio cuore indurito da tempo si è sciolto e mi sono emozionato. Questi piccoli portano anche noi adulti a pensare alla nostra vita più profonda, verso la quale tante volte siamo superficiali e ci lasciamo sfuggire tante occasioni di riflessione. Ringrazio anche il parroco che, in maniera chiara e accattivante, ha spiegato molto bene la grandezza e la bellezza di questo sacramento. • E’ stato bello partecipare attiva-

mente alla prima confessione dei nostri figli, ci ha fatto capire che anche noi abbiamo il compito di essere presenti nella loro crescita di cristiani.

• Eravamo emozionati e curiosi nel vedere i nostri figli singolarmente con i sacerdoti - 13 -


Voci ed emozioni dei bambini ….

! Nella prima parte della celebrazione ero agitato perché avevo paura di non ricordarmi cosa dovevo fare, dopo la confessione ero contento. ! Ero tanto agitata, ma sono così contenta ora che credo mi confesserò ancora presto. ! Ero emozionata quando mi ha chiamata la mamma e il papà mi ha dato la candelina accesa; dopo la confessione mi sono sentita pulita! ! Dopo la confessione mi sono sentito tanto leggero. ….e delle catechiste…

• E’ stata una bella celebrazione perché vissuta in modo informale dai bambini grazie

a don Giorgio che l’ha resa un momento di amicizia. • Prima della cerimonia eravamo un po’ preoccupate di dimenticare alcuni passaggi della celebrazione, ma per fortuna tra noi c’è un bellissimo clima di collaborazione, quindi è andato tutto bene. • E’ stato emozionante vedere la partecipazione attiva dei genitori. • E’ stato molto commovente il momento in cui accompagnavamo per mano ogni singolo bambino al confessore. • Siamo molto felici di aver visto ogni bambino sorridente al ritorno dalla propria confessione.

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LA “GRANDE” SETTIMANA I giorni “forti” della fede cristiana Con la domenica delle Palme inizia la settimana santa. Si chiama “ santa” perché in essa si celebrano i santi misteri della nostra Redenzione: il passaggio del Signore dalla morte alla vita. Sono i giorni di maggiore intensità liturgica di tutto l’anno: un’intensità che è penetrata profondamente nel cuore e nella fede del popolo cristiano.

Domenica delle palme Sono una turista che trascorre sempre le vacanze di Pasqua in questo bellissimo Paese e partecipo con gioia ed emozione alle varie celebrazioni liturgiche di questa importantissima settimana. Domenica 20 marzo dopo aver raccolto il ramoscello di olivo ed aver preso posto nel banco, mi ha emozionato in modo particolare l’entrata trionfante del Coro che con una solennità veramente grande e altrettanta maestria , cantava “ Apritevi porte eterne avanzi il Re della gloria … Mi sembrava davvero di essere a Gerusalemme assieme al popolo ebreo pronto ad accogliere il Messia. Mi sembrava che perfino le enormi colonne della chiesa riecheggiassero di questo tripudio. E fra la marea di mani alzate che mettevano in bella mostra l’olivo, avevo come l’impressione che davvero Gesù entrasse anche nella nostra chiesa sul dorso di un asino e che fosse contento di tutta quella gente che lo acclamava. Un sensazione davvero bella, poi però ascoltando con attenzione la lettura della Passione di Gesù, mi sono resa conto che anche noi probabilmente, dopo quel tripudio di accoglienza, avremmo fatto come gli Ebrei che da lì a non molti giorni avrebbero gridato: ”Crocifiggilo” E allora tornando a casa ho fatto una bella riflessione su questa giornata e sulla mia superficialità nell’ascoltare e nel non mettere in pratica. Con questo animo ho iniziato la Settimana Santa chiedendo a Gesù di aiutarmi a vivere più in profondità. Elisa - 15 -


Tre giorni di Adorazione… “Lunedì, martedì, mercoledì santo si ricorda il tradimento di Giuda . Per consolare Gesù e riflettere sui nostri tradimenti, grandi e piccini, sostiamo in silenzio e con amore davanti a Gesù Eucaristia. Anche noi, talvolta, “svendiamo” Dio preferendogli i nostri comodi, l’egoismo, il successo, il piacere , le ricchezze… Leggendo il Vangelo anch’io sono chiamato in causa a chiedermi : quanto vale per me il Signore?” da un’omelia di don Primo Mazzolari Ho partecipato con commozione all’Adorazione dei bambini del mercoledì santo. Che bello aver visto bambini e ragazzini che stavano davanti a Gesù Eucaristia per fargli un po’ di compagnia e per adorarlo. Una bambina di terza elementare ha chiesto : “ Ma cos’è l’ ADORAZIONE ?” “Perché dobbiamo stare davanti a quel “sole”? E don Giorgio con pazienza ha cercato di spiegare anche attraverso una storiella che i bambini hanno gustato molto e , a dir la verità, anch’io : C'erano una volta due sassi di montagna, due fratelli che si erano staccati dalla parete rocciosa e si erano trovati a terra insieme, vicino ad un ruscello. Un giorno decisero di seguire il corso del ruscello per scendere a valle e vedere la grande città. Così si misero di buon sasso... cioè, di buon passo, e rotola oggi, rotola domani, pian piano si dirigevano verso la città. Uno dei due sassi (il più furbo dei due) di tanto in tanto si tuffava nelle acque del ruscello, si fermava un po' a farsi carezzare dall'acqua, e poi riprendeva il cammino. "Sbrigati!" gli gridava l'altro, il più sciocco dei due, "Non vedi che resti indietro? E poi, cosa ti fermi a fare nell'acqua?" "Mi levo un po' di polvere di dosso!", rispondeva quello. "Che stupido che sei! Quando esci di qui, e hai fatto due rotolate sulla terra, sei di nuovo sporco come prima! A che ti serve lavarti, se poi ti sporchi ancora?". Ma il sasso furbo non gli dava retta. Rotolava un po’, poi si fermava, entrava nel ruscello e si faceva lavare. Poi tornava sul prato e ricominciava a rotolare. E la cosa bella è che non rimaneva mai indietro! Sì, perché mentre il sasso sciocco, tutto spigoloso e appuntito, faceva una gran fatica a rotolare, e faceva pochi metri per volta, il sasso furbo diventava più rotondo ogni volta che entrava in acqua! Sapete perché? Perché l'acqua, scorrendogli tutta intorno, lo levigava, cioè gli levava ogni volta un po' di - 16 -


pietra di dosso, e lo consumava, così da renderlo liscio e tondo. Così, quando usciva dall'acqua, con poca fatica raggiungeva l'amico sciocco. Andarono avanti così per un bel pezzo. E ogni volta che il sasso furbo usciva dall'acqua, si accorgeva di essere diventato un po' più piccolo. Entra oggi, entra domani, il sasso furbo stava rimpicciolendo. Il sasso sciocco, che non capiva, lo scherzava ancora di più: "Ecco che cosa ci guadagni a fare il bagno ogni giorno! Se vai avanti di questo passo, fra un po' non ci sarai più! Quell'acqua ti sta uccidendo, ti toglie le forze, e non sei più tu! Ma guardati! Siamo fratelli, figli della stessa montagna! Eravamo uguali, e ora? Tu non sei che un piccolo ciottolo di fiume! Io sì che assomiglio alla grande montagna! Guarda come sono forte!" Ma un bel giorno, uscendo dall'acqua, il sasso furbo si accorse che ora risplendeva su di lui una strana luce. Era un puntino piccolo piccolo, ma luminoso come il sole. E ogni volta che riemergeva dall'acqua, il puntino luminoso era sempre più grande. Finché, adagio adagio, tutto il suo corpo aveva perduto il colore grigio ed era diventato completamente luminoso e dorato. Erano ormai giunti in città; il sasso sciocco era identico a quando era partito. Anzi, era ancora più incrostato di polvere e di terra. Il sasso furbo era molto più piccolo, ma tondo e luminoso. Il sasso sciocco si lamentava:" Non capisco proprio che cosa ti abbia ridotto così! Sei mio fratello e quasi non ti riconosco! Ma cosa sei diventato?" (Però era invidioso di quel luccichìo...). In quell'istante passò accanto a loro un signore con una valigetta in mano. Quando vide i due sassi, si fermò di colpo, si inginocchiò a terra, prese il sasso luminoso, aprì la valigetta e ne estrasse una lente. Osservò attraverso la lente quel piccolo ciottolo, e poi esclamò pieno di gioia: "Ma è una pepita d'oro!". Subito lo avvolse con cura in un panno morbido, lo mise nella valigetta e si incamminò verso il suo negozio in città. Era infatti un gioielliere.. ...E... l'altro sasso?... Rimase solo, vicino al fiume, e finalmente capì: "Che sciocco, sono stato... Ma sono ancora in tempo: mi tufferò nel fiume e mi lascerò levigare fino a che tutto il sasso e le incrostazioni si saranno consumate, e sarò anch'io una pepita d'oro...". Abbiamo capito tutti, grandi e piccoli: ◊ Il gioielliere ha preso solo il piccolo ciottolo perché era dorato visto che aveva avuto il coraggio di stare nell’acqua. ◊ Il sasso sciocco era anch’esso una “pepita”, ma, ancora ricoperta da incrostazioni perché non era mai stata lavata ◊ Il fiume rappresenta la MISERICORDIA di Dio e il sacramento della Riconciliazione. - 17 -


Ecco perché lo “ stare davanti a Gesù Eucaristia “, anche se con fatica, ci aiuta ad essere “ pepite d’oro”, preziose e importanti perché amate da Gesù. I bambini sono stati poi invitati a inginocchiarsi davanti a quel “ sole divino” e, mentre mettevano un granello di incenso nel braciere, potevano chiedere PERDONO per le eventuali “ incrostazioni” , dire un bel GRAZIE per il dono ricevuto ed ESPRIMERE un desiderio di bene che avevano nel cuore!

Così hanno fatto e questo gesto così semplice e significativo, fatto anche da alcune catechiste ed adulti, mi ha ulteriormente commossa e mi ha fatto riflettere maggiormente C.C. - 18 -


TRIDUO DEL SIGNORE C R O C I F I S S O , S E P O LT O E

GIOVEDI’ SANTO Gesù ha dato ai suoi discepoli il comandamento nuovo: “AMATEVI l’un l’altro!” Ha istituito l’EUCARISTIA che lo rende presente fra noi, ha istituito il SACERDOZIO che rende possibile l’Eucaristia!. GRAZIE SIGNORE GESU’!

VENERDI’ SANTO “Gesù brucia d’amore per noi Contempla il suo volto adorabile! Contempla i suoi occhi spenti ed abbassati! Contempla le sue piaghe! Là vedrai quanto ci ama!” Santa Teresina

SABATO SANTO Giorno di silenzio e di ascolto. Dio creo’ nel silenzio. Agisce nel silenzio. La creazione vive nel silenzio…. Ascolta in silenzio. Tutto parla di Dio!

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RISORTO


Sabato 2 aprile i ragazzi di Ziano, Panchià e Predazzo hanno ricevuto il sacramento della Confermazione dalle mani del Vescovo missionario dehoniano Elio

CARO SPIRITO SANTO

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...pensieri tratti da alcune lettere dei cresimandi scritte durante il loro ritiro...

-- Caro Spirito Santo, con la Cresima desidero un amore intenso da donare a tutti anche nei confronti di chi non mi vuol bene. -- Caro Spirito Santo se è possibile perdona i miei peccati e ti prego riserva un posto per il mio amico Mutly che era con me da quando avevo 4 anni. -- Vorrei che i miei genitori risolvessero i loro contrasti e che molti problemi del mondo finissero. Dio mio aiutami nelle imprese e nella vita quando mi trasferirò. -- Caro Spirito Santo ti chiedo di aiutarmi a non rompermi nessun osso durante l’estate (l’anno scorso è successo) così potrò giocare al massimo come diceva il testo che abbiamo letto. Grazie ! -- Io chiedo di poter diventare più bravo con tutti, di aiutare il prossimo e rispondere bene agli amici. -- Spirito Santo che vieni in me e che mi dai la possibilità di scegliere senza essere obbligata da altri aiutami a superare le mie paure, a far avverare i miei sogni e a mantenere il patto d’amore con Gesù. -- Vorrei averti con me per tutta la vita. Penso tu sia il regalo più bello che si possa desiderare. -- Spirito Santo desidero fare amicizia con alcuni e fare pace con le persone con cui ho litigato, col tempo ho capito che è stato inutile. -- Spirito Santo fammi sentire nel mio cuore l’amore per Gesù. Dammi un segno - 20 -


della tua esistenza. -- Caro Spirito Santo vorrei che mi stessi sempre vicino e mi aiutassi con il mio problema cioè il diabete. Che mi aiuti nelle verifiche… tipo quella di domani! -- Spirito Santo quest’anno mi sono preparata a riceverti. Non è stato facile, ma con il tuo aiuto e il mio impegno siamo arrivati al nostro incontro. Aiutami nei momenti più bui della mia vita e stammi vicino anche quando sono lontana da te. -- Caro Spirito Santo ti scrivo per chiederti di aiutarmi a diventare un a brava ragazzina, ad aiutare gli altri senza arrabbiarmi e alzare le mani. Ti dedico questa preghiera: Angelino mio carino dormi sopra al mio cuscino, fa’ che io dorma in compagnia di Gesù e Maria. -- Per me lo Spirito Santo è un dono che si riceve anche se ci comportiamo male perché Gesù è buono , ci vuole bene e vuole farci un regalo sperando che dopo la confessione e la confermazione non ricadiamo negli stessi errori. -- Spirito Santo ,io non ti conosco però ho sentito dire che tu sei affidabile, perciò io mi fido di te e ti chiedo di rendermi una persona nuova e responsabile. -- Caro Spirito Santo spero di accoglierti nel modo giusto. Aiutami a fare il bene perché non sempre riesco. Fa riscoprire in me i doni del Battesimo e dell’Eucaristia che ho ricevuto quando ero più piccola. -- Spirito Santo fammi capire quanto Dio ci ama e se le scelte che faccio sono giuste. -- Spirito Santo vorrei che mi aiutassi a essere meno esigente ed egoista. Non vedo l’ora di incontrarti e iniziare una nuova vita insieme a te. Vorrei che tu fossi l’ amico che mi aiuta nelle difficoltà come un angioletto sulla spalla. -- Caro Spirito Santo, desidero la saggezza di comprendere il grande dono che mi è stato dato: l’Amore. Ti chiedo la forza di andare sempre avanti in ogni situazione, di saper perdonare un’offesa o un torto fatto a me da altri e di non far del male al mio prossimo. - 21 -


-- Ti chiedo di rendere felici tutte la persone. Dona a tutti noi la forza di vivere le grandi scelte di vita. -- Caro Santo Spirito, nonostante tu sia una cosa astratta, quindi non ti vedo e non posso toccarti, io ti sento che discendi in me. Sento che mi tieni la mano e mi guidi sulla strada della vita. -- Spirito Santo vorrei capire cosa vuol dire per me ricevere il sacramento della Cresima e cosa succede all’interno del mio cuore. -- Caro Spirito aiutami a comportarmi meglio in famiglia ,con gli amici, o semplicemente con chi mi sta vicino. Aiutami ad andare a messa più spesso. -- Ciao Spirito Santo in poche parole vorrei chiedere la tua amicizia. Ti chiedo perdono per le cose brutte che ho fatto e ti chiedo di aiutarmi a non peccare più. Fa finire le guerre e porta la pace in tutto il mondo. Dalla viva voce di alcune catechiste …. Mi sembra ieri che abbiamo iniziato questo cammino come catechiste di questi ragazzi che oggi abbiamo accompagnato a ricevere il sigillo dello Spirito Santo. Personalmente è stato un percorso ricco di emozioni, di arricchimento spirituale e di crescita cristiana. Non è sempre stato facile nelle ore di catechesi, a volte mancava l’interesse da parte dei ragazzi alle varie cose proposte e da parte nostra la pazienza a saper apprezzare la loro individualità. Altre volte invece è stata tanta la soddisfazione nel vederli crescere e maturare, scoprendo che dentro ad ognuno di loro c’è un cuore grande pronto ad emozionarsi come in questo giorno della S. Cresima. E’ stata una forte emozione essere presente con altre catechiste al momento nel quale il Vescovo ha conferito il Sacramento della Confermazione: i ragazzi si sono presentati singolarmente dicendo il loro nome; alcuni loro sguardi mi hanno fatto un po’ sorridere altri invece mi hanno commosso. Auguro a questi ragazzi che il cammino che hanno fatto sino a qui continui verso Gesù confidando nella sua guida e non sentendosi mai soli. Possano trovare nella preghiera conforto nei momenti di difficoltà e la forza di amare il prossimo come Gesù amato noi. - 22 -


Pensando come mamma, sono contenta di aver fatto il cammino come catechista, perché facendo questo tipo di percorso insieme ai ragazzi, crescendo insieme a loro, ho vissuto più intensamente queste tappe importanti di avvicinamento delle mie figlie a Gesù. Quando ho iniziato il servizio di catechista, sei anni fa, mi sentivo molto impreparata e inadeguata per un compito di così grande responsabilità. Ho accettato perché poche mamme erano disponibili e ho pensato che anch’io potevo fare la mia parte, seppur piccola. In questi anni ho sperimentato che il percorso di catechista è un cammino di crescita non solo per i ragazzi, ma anche per noi adulti che li accompagniamo. Grazie al sostegno del nostro parroco e di Adriana nella preparazione degli incontri, siamo in qualche modo riuscite a portare i bambini dei nostri gruppi prima alla Confessione, poi al Sacramento della Comunione e poi al Sacramento della Confermazione…. Mi stupisco a vederli già così grandi, così cresciuti, davanti alla scelta consapevole di partecipare appieno alla vita della Chiesa. Il giorno della S. Cresima l’emozione era grande: un giorno tanto atteso di festa, la presenza dei ragazzi di Ziano e di Panchià, la partecipazione di tanti familiari e amici a rappresentare l’intera Comunità delle nostre parrocchie. La celebrazione è stata presieduta dal Vescovo Elio, dall’aspetto di un saggio padre di famiglia, attento e accogliente; numerosi, bellissimi canti ci hanno accompagnato durante il rito, favorendo di volta in volta l’espressione della gioia o del raccoglimento e dell’adorazione. Le riflessioni che hanno costituito la preghiera dei fedeli erano incentrate sui sette dono dello Spirito Santo, collegati nel concreto con le sette opere di misericordia spirituale e corporale. Anche questa una bella occasione per tutta la comunità per - 23 -


rendere incarnato nella vita quotidiana il messaggio evangelico, sottolineato dalle coccarde e dai nastri con l’indicazione dei doni e delle opere di misericordia preparate dai ragazzi di Ziano e Panchià. Il momento più intenso e toccante è stato quando i ragazzi si sono presentati ad uno ad uno davanti al Vescovo, dicendo il loro nome e ricevendo il sigillo dello Spirito Santo, con alcune catechiste a testimoniare con loro, a nome dell’intera Comunità, l’impegno a proseguire nella vita di fede. Lo Spirito Santo che hanno ricevuto li sosterrà sicuramente nel loro cammino, soprattutto nei momenti di scelte difficili e faticose. Con tutta la Comunità auguriamo ai nostri ragazzi di continuare con gioia e fiducia nel cammino della vita.

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L’ A B B R A C C I O C O N L A B O N TA’ D E L PA D R E 3 aprile : Domenica della Divina Misericordia

Si celebra questa domenica la Festa della Divina Misericordia. Una ricorrenza istituita nella seconda domenica di Pasqua da San Giovanni Paolo II nel 2000, in occasione della canonizzazione di Santa Faustina Kowalska. Proprio alla vigilia di questa festa, il 2 aprile di 11 anni fa, moriva Papa Wojtyla. Santa Faustina, suora polacca della Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia, ebbe straordinarie rivelazioni: nel 1931, in una apparizione, Gesù le chiese di far dipingere l’immagine della sua Misericordia.

Intervista a suor Maria Rosa Lo Proto, segretaria delle Suore Domenicane Missionarie di San Sisto e presidente dei gruppi di preghiera “Figli spirituali di Giovanni Paolo II”: R. – E’ un momento di grazia per tutta la Chiesa riscoprire questo grande fiume erompente che dà la possibilità ad ogni uomo di riconoscersi bisognoso della misericordia di Dio per rimettersi in un cammino nuovo e quindi quasi purificati, rigenerati dalle acque preziosissime della Divina Misericordia, ci possiamo ripresentare con cuore libero e gioioso ad avere l’abbraccio del Padre. D. – Una devozione – quella alla Divina Misericordia – che nasce con l’esperienza di Suor Faustina Kowalska … R. – Esatto. Nel suo diario, Santa Faustina ricorda di aver pianto perché il pittore ha dipinto Gesù Misericordioso non perfettamente come lei lo vedeva e Gesù la consola dicendo: “Faustina, non preoccuparti se non mi ha fatto bene come tu volevi: la cosa importante è che coloro che guarderanno la mia immagine si abbandonino alla certezza e quindi alla gioia del mio abbraccio misericordioso”. D. – La festa venne istituita nel 2000 da Papa Wojtyla, che morì cinque anni dopo, proprio nei Vespri della ricorrenza. Come leggere questo legame con San Giovanni Paolo II?

R. – E’ un legame che si è potuto vedere la sera del 2 aprile, quando in Piazza San Pietro migliaia di persone pregavano e invocavano il Signore per aiutarlo, perché ormai si percepiva il grande momento del suo trapasso; e quindi senz’altro anche quel tratto della Misericordia di Dio è passato attraverso di lui che pregava e si offriva per noi, unito a Maria. - 25 -


D. – Alla misericordia Papa Francesco ha voluto dedicare quest'Anno giubilare; quanto è importante in questo momento storico molto particolare, la misericordia? R. – Secondo me, lui come religioso e anche come missionario è stato ispirato, perché forse non tutti ancora abbiamo capito l’importanza di questo grande dono che ci deriva proprio dalla Passione e Morte di Gesù. E c'è la famosa coroncina, tanto pregata: il Papa ne ha dato anche in omaggio in Piazza San Pietro. Ci ha fatto anche ripristinare le opere di Misericordia, corporali e spirituali, e questa è un’icona bellissima che dà a noi l’opportunità non solo di rivalorizzare un po’ quelli che sono i cardini della nostra fede, ma rivitalizzarla! D. – Suor Maria Rosa, la festa della Divina Misericordia spiegata ai ragazzi: lei che è catechista, è stata insegnante, come ha avvicinato i giovani a questa festività? Come ha insegnato loro a pregare, in occasione di questa festività? R. – Prima di tutto, la testimonianza e soprattutto interessare i ragazzi stessi. Presentavo quasi sempre le parabole del Figliol prodigo e del Buon Samaritano, perché non dimentichiamoci: anche il Buon Samaritano è stato uomo di misericordia, perché è stato capace non solo di fermarsi, di ungere le ferite, ma ha caricato l'uomo ferito sul suo giumento, lo ha portato alla locanda, ha pagato di persona e ha detto all'albergatore: “Ciò che spenderai di più, te lo rifonderò al mio ritorno”. E quindi, certamente, lui è stato misericordioso. Ma in quel Samaritano noi sappiamo che c’è Gesù, quindi si fa presto poi a leggere la misericordia, quando noi leggiamo la Parola di Dio, perché la Parola di Dio è una parola viva, è una parola di verità, è una parola che ti conquista, è una parola che non muore…

“La mia vita è fatta tutta di Confidenza e di Amore e non capisco le anime che hanno paura d’un così tenero Amico” S. Teresa di Gesù Bambino

"Per la sua dolorosa passione... Abbi misericordia di noi e del mondo intero..."

...ci è capitato di ripetere più volte nella liturgia delle settimane scorse, con la Coroncina della Divina Misericordia. "Ecco! Un'altra delle devozioni di don Giorgio!" avrà brontolato più di uno tra sè o rivolgendosi ad altri. Il Messaggio della Divina Misericordia non è un'invenzione di don Giorgio. Ha acquistato sempre maggior risonanza nella Chiesa fin da quando Giovanni Paolo II ha promulgato la Lettera Enciclica "Dives in Misericordia"(1980), invitando tutti gli uomini, in primo luogo i cristiani, ad accogliere il dono della misericordia divina. - 26 -


Un grande strumento nelle mani di Dio per diffondere questo messaggio, fu Suor Faustina Kowalska (Polonia-1905-1938), poverissima ragazza di una famiglia con 10 figli, entrata a fatica nel convento, perchè le mancava perfino l'indispensabile corredo, fra le suore della Madre di Misericordia, dedite alle ragazze in pericolo di battere la strada. Priva di cultura, per aver fatto appena due anni di scuola elementare, le venne riservato il ruolo di domestica tuttofare, ma riuscì a scrivere sei quaderni di un diario, da cui sono state ricavate anche le preghiere della Coroncina alla Divina Misericordia. L'amore, per Dio e per il prossimo, la condusse ad un grado di sacrificio e di intimità divina eccezionali. Fu canonizzata il 30 aprile 2000, in Piazza San Pietro. In quel giorno il Papa Giovanni Paolo II istituì la Festa della Divina Misericordia, da celebrare la prima domenica dopo Pasqua.

Cosa può dire a noi, oggi, il messaggio della Divina Misericordia? Dire con il cuore, nella preghiera e nell'adorazione, "GESU' CONFIDO IN TE" fa nascere in te un senso di fiducia. Affido quel figlio/figlia/nipote che non vuol più andare in chiesa ... GESU', CONFIDO IN TE. Penso alla malattia inaspettata di quell'amico/a ... GESU' , CONFIDO IN TE. Piango per la fatica di tenere in piedi una relazione positiva con i familiari ... GESU' ,CONFIDO IN TE. Soffro per le stragi violente che si ripetono nel mondo... ABBI MISERICORDIA DI NOI E DEL MONDO INTERO Mi scoraggio per la tiepidezza della mia fede... GESU', CONFIDO IN TE. Mi commuovo per lo sconfinato amore che quel Crocifisso mi ha dimostrato... ABBI MISERICORDIA DI NOI Sono disperato perchè ho perso il lavoro o non riesco a trovarne uno.... GESU', CONFIDO IN TE. - 27 -


Sono sconvolto nel percepire come le opere del maligno intaccano e corrodono la comunità civile e la Chiesa................... ABBI MISERICORDIA DI NOI E DEL MONDO INTERO. Sono disorientato nel sentire proferire calunnie come se fossero verità.... GESU' CONFIDO IN TE. Sono abbattuto perchè ho ceduto al peccato..... ABBI MISERICORDIA DI NOI E DEL MONDO INTERO. Quanti motivi avrei per scoraggiarmi! Ma credo che PER LA DOLOROSA PASSIONE DI GESU' IL SIGNORE HA MISERICORDIA DI ME E DEL MONDO INTERO. E il dono di riuscire a credere che tutto può cambiare, fa sbocciare in me la speranza, mi aiuta a ricominciare, mi apre alla risurrezione. Elena

Gli ammalati non ascoltano la messa , ma la celebrano San Pio da Pietralcina Con queste parole di Padre Pio don Giorgio nella Messa di venerdì 1 aprile, giorno di preparazione per la festa della Misericordia, ha dato il mandato ai ministri dell’Eucaristia perchè riempiti dall’amore di Gesù, portassero l’Eucaristia agli ammalati della nostra Comunità. I vari ministri presenti nella nostra parrocchia portano Gesù agli ammalati anche a nome di tutta la Comunità. Che grande dono! E come vengono accolti con gioia e grande senso di riconoscenza dalle varie persone che sono impossibilitate a „ vivere „ la Messa in Chiesa assieme a tutti! Ringraziamo di cuore queste persone che con tanto amore vivono questo servizio così importante. La giornata poi è proseguita con l’adorazione silenziosa e personale fino alle 18 con la santa messa serale. E‘ stato molto bello poter sostare ancora davanti a Gesù Eucaristia per fargli compagnia, per adorarlo, per ringraziarlo, per chiedergli di saper essere misericordiosi come lo è stato lui. A me personalmente questa possibilità di poter avere momenti prolungati di silenzio e di saper amare col cuore, riempie l’anima e mi dà forza e coraggio per affrontare poi l’attività intensa e a volte molto snervante della giornata. - 28 -


ALLELUIA !!! ABBIAMO UN NUOVO VESCOVO

3 aprile 2016 DON LAURO TISI è il nuovo Arcivescovo di Trento! ‘Voglio iniziare insieme a voi questo cammino: nessuno si senta escluso, non all’altezza, non necessario; il bene non ha colore e ognuno può esserne protagonista. Ne ho avuto tante volte prova e non potrò che averne conferma’’. Don Lauro “E IL VERBO SI FECE CARNE“ Questo il “motto” scelto dal nuovo Vescovo

Anche la nostra parrocchia di Predazzo era presente a Trento con alcuni suoi rappresentanti per l’ordinazione episcopale di don Lauro Tisi per testimoniargli affetto e stima e per assicurargli la preghiera e la fattiva collaborazione per il difficile ma bellissimo compito che il Signore gli ha affidato: essere strumento di gioia, di pace e di misericordia per tutti, specialmente per coloro che rischiano di rimanerne esclusi. Siamo con te Vescovo Lauro!!! Ecco alcune sue parole che ci sono rimaste impresse "In questa sera di Pasqua, non solo sul mio capo, ma su tutta la nostra amata Chiesa di Trento, è stato aperto il libro dei Vangeli. Questa Parola è per noi casa e riparo, ci infonde speranza, ci precede. Non siamo noi a darle forza, è Lei che ci infonde coraggio, ci solleva su ali d’aquila, ci nasconde “nel segreto della sua dimora”. Con stupore e meraviglia, riconosciamo che non siamo noi a portarla, ma è la Parola che porta noi agli uomini e alle donne del nostro tempo..." "...La sua vita, le sue parole, i suoi gesti, la sua umanità sono uno squarcio nelle tenebre di quest’ora della storia, ci suggeriscono vie inedite ed inaudite fatte di compassione, di tenerezza, di misericordia. Alla mano che si alza per colpire, si sostituisce quella che solleva; allo sguardo che ferisce e umilia, subentra il sorriso che incoraggia e conforta; ai piedi che affrettano il passo per vincere, va incontro il volto di chi si ferma per aspettare; alla parola che invade l’aria e non lascia scampo, viene preferito l’ascolto e la forza del dialogo. La vendetta è disarmata dal perdono, la divisione cede il passo alla riconciliazione, la frantumazione si cambia in comunione..." - 29 -


Testimonianza di una nostra parrocchiana… Forse pensandoci bene tifo per don Lauro da tanti anni perché sono poche le persone che non si sono fatte conquistare dalle sue parole! Molte volte è venuto a Predazzo e in valle per serate di spiritualità che sicuramente erano sempre le più partecipate. L’ho visto all’opera anche molti anni fa a Lourdes dove anch’io ho tentato l’impresa di parlare e confessarmi da lui, aveva la fila di persone che aspettavano in treno, in albergo e all’Accueil ( ospedale ) dove prestavo servizio con gli ammalati.. Quel giorno, finito il mio turno mi sono messa in coda davanti alla sala da pranzo e ho aspettato pazientemente, peccato: quando era arrivato il mio turno era ora di pranzo e bisognava sgomberare la sala. Don Lauro , vista la mia faccia delusa e addolorata, mi prese per mano e disse: ”Non preoccuparti”! Prese due sedie, mi portò in fondo ad un corridoio e lì anch’io finalmente potei parlare con lui! Questo è don Lauro, una persona che sa capire al volo chi ha bisogno di parlare e confidarsi con lui, trova il tempo per tutti, ragazzi, anziani, ammalati. Quando ho sentito la notizia della sua nomina ho ringraziato il Signore per questo grande dono. Ovviamente non potevo mancare domenica 3 aprile all’Ordinazione Episcopale a Trento. Quando l’ho visto arrivare in piazza Duomo attorniato da tanti giovani con quel suo passo spedito del tipo Don Camillo nel film “ Monsignore ma non troppo” e sul volto un sorriso per tutti, è stata una grande emozione. E’ stata una celebrazione molto bella, semplice e partecipata da tutti! Auguro a don Lauro di continuare sulla strada che ha percorso fino ad ora, con l’entusiasmo che lo caratterizza e quel modo di parlare del Signore che solo da lui e pochi altri ho sentito fare. Carla Bernard

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ASSOCIAZIONE “NOI” Aggiornamento …. Già sei mesi sono passati dalla costituzione dell'Associazione Santi Filippo e Giacomo e l' otto di aprile si è svolta la prima assemblea dei soci. Di buon auspicio è stato vedere la presenza di molti che, nonostante il tempo uggioso, non hanno desistito. Un gioioso intervento di don Giorgio sull'associazionismo nella nostra realtà ha messo tutti a nostro agio. A seguire i dati riguardanti i soci, che ad oggi sono ben 490, e l’intervento della nostra segretaria Romina, che ci ha illustrato i dettagli economici sulla nostra attività passata e futura. La seconda parte è stata più dinamica. Prendendo spunto dall'Assemblea Ordinaria del Noi-Trento, che raccoglie tutti gli oratori del Trentino, abbiamo affrontato il tema "essere Associazione nella Chiesa di oggi" coinvolgendo attivamente tutti i partecipanti. Ognuno, fornito di post-it e penna, ha simpaticamente risposto alle domande riferite ai quattro argomenti seguenti: 1° Argomento: LEGAMI… con la domanda: perchè associarsi e non fare le stesse cose semplicemente fra amici? E’ emerso che il gruppo di amici può non aver lunga durata per le varie vicissitudini della vita, scuola, lavoro, impegni ecc., mentre l’Associazione è fatta di persone che non si sono scelte e quindi pronte ad accogliere ed accettare idee e pensieri diversi, il tutto finalizzato allo stare assieme e pronti a lasciare sempre un anello della catena aperto, come nell’immagine qui a fianco, pronti ad accogliere l’altro… 2° Argomento: ...MOTORE con la domanda: Che cosa rende diverso un’attività svolta dalla Parrocchia / Ass. NOI, rispetto alla stessa attività svolta da altre agenzie? Molti hanno risposto che il motore dell’attività parrocchiale o Associazione NOI, è il Vangelo e Gesù che, con i Suoi insegnamenti, ci invita a dare fiducia al nostro prossimo , a donarci gratuitamente e soprattutto a fare particolare attenzione alle persone che dalla società vengono classificate come ultime. - 31 -


3° Argomento: con la domanda:

...FARE RETE con chi facciamo rete?

Un associato ha scritto: “con chi ci sta accanto anche se ha opinioni diverse” ed effettivamente l’obiettivo sarebbe centrato, ma è anche uno dei più difficili da raggiungere. Ancor più faticoso è farlo quando non è dettato da una necessità. Poi si scopre che coinvolgendo più persone o più gruppi se ne esce sempre arricchiti. 4° Argomento: ...CHIESA con la domanda: che cosa ci rende un’associazione ecclesiale? In questo eravamo tutti concordi nel ritenerci molto fortunati ad avere come guida spirituale dell’Associazione il nostro carissimo don Giorgio. Insieme abbiamo riflettuto sul fatto che, mentre ognuno di noi si limita a doversi rapportare con lui, ogni parroco deve interagire con un’intera Parrocchia, con la diversità delle persone e le sfumature caratteriali di ognuno. Cerchiamo di imparare da Gesù, accettandoci vicendevolmente con tutti i nostri pregi e difetti e cercando di essere sempre positivi, propositivi e non lasciare spazio a critiche distruttive e ambigue. Enzo, Alessandro, Romina

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C H E B E L L O A I U TA R E ! ! ! Bambini, ragazzi e giovani sperimentano la gioia del ” donare gratuitamente”

Una mattina la maestra ha chiesto in classe se qualcuno era disponibile ad aiutare un compagno a scaricare la legna. Noi tutti sapevamo che il suo papà è molto lontano e la sua mamma deve lavorare quasi tutto il giorno. Volentieri, alcuni di noi hanno accolto la proposta di dare una mano. E’ bello aiutare gli altri quando ne hanno bisogno. Ancor più bello è farlo in compagnia ! Abbiamo riso e scherzato senza sentire nessuna stanchezza. Alla fine del lavoro, sempre insieme, abbiamo gustato una deliziosa merenda: la nutella in compagnia è ancora più buona! Fabrizio Felicetti Anche noi abbiamo risposto all'invito. Quello stesso pomeriggio, eravamo prima andate a catechesi, dove si era parlato proprio di volontariato, con la testimonianza di alcune persone. Abbiamo capito che anche aiutare un nostro compagno a scaricare tanta legna era volontariato. Abbiamo faticato un po', ma, alla fine, con il nostro piccolo gesto, ci siamo sentite contente, perchè abbiamo fatto felice una bella famigliola. Ilaria Defrancesco e Denise Rusciano - 33 -


PICCOLI VOLONTARI CRESCONO....

Sabato 30 aprile, in occasione della giornata ecologica organizzata dai volontari “Rico dal Fol”, siamo andati a pulire il piazzale dell’Oratorio. Muniti di guanti e sacchi per la raccolta differenziata, ci siamo divisi in piccoli gruppi e abbiamo iniziato il nostro lavoro. Lungo il perimetro del campo da calcio e negli angoli, abbiamo trovato pezzi di vetro, carte di caramelle, mozziconi di sigarette, escrementi di animali, bottiglie di plastica, lattine, sacchetti vuoti e fazzoletti usati. Con le nostre insegnanti abbiamo letto il Regolamento sull’uso dei campi da calcio e ci siamo accorti che non sempre vengono rispettate le regole previste. Parecchi di noi, che vanno a giocare a calcio di pomeriggio, non avevano mai letto queste regole. Secondo noi è stata un’esperienza molto educativa perché ci siamo confrontati sull’importanza del rispetto dell’ambiente da parte di tutti. Ci impegneremo per primi a gettare i rifiuti negli appositi bidoni e a mantenere un comportamento corretto con gli altri, in modo da dare il buon esempio. Gli alunni di quinta A

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Alcuni giovani ci raccontano… Avevo già partecipato alle 72h un paio di anni fa, insieme ad un gruppetto di ragazze della valle, eravamo nella casa di riposo a Povo. Una bellissima esperienza che ho deciso di ripetere anche quest’anno. Ma cosa sono queste 72h senza compromessi?! Si tratta di un’iniziativa della Caritas, in cui ragazzi di tutto il Trentino dai 16 anni in su si mettono a disposizione per la durata di 72 ore per la realizzazione di un progetto concreto a carattere sociale o di aiuto alla comunità , insomma, rimboccarsi le maniche per raggiungere insieme uno scopo e fare qualcosa di bello per gli altri, un’occasione per RIFLETTERE, CRESCERE e SPERIMENTARSI nella SOLIDARIETA’. Questa è la quarta edizione proposta dalla Caritas di Trento, alla prima edizione parteciparono una cinquantina di ragazzi, quest’anno ben 200 suddivisi in 24 gruppi dai cinque ai dieci componenti ciascuno. Noi eravamo in cinque: Carola, Anna, Cecilia, Pamela ed io. Il nostro progetto era presso la “Casa di Giano” a Santa Massenza di Vezzano, una comunità costituita da due strutture che ospitano una trentina di persone dai diciannove ai sessantaquattro anni che presentano una doppia diagnosi, ossia con problemi sia di tossicodipendenza o alcool sia psichiatrici. Qui si dà la possibilità di riscattarsi, di ricominciare grazie ad attività di gruppo, la coltivazione di quattro ettari di terra (grano, vite, piante aromatiche, ortaggi, alberi da frutto…), la cura di una piccola fattoria, il dialogo, i turni di pulizia e la preparazione dei pasti.

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Dormivamo presso una sala dell’oratorio di Padergnone, alle sette del mattino ci recavamo presso la comunità per fare colazione, qui trascorrevamo l’intera giornata tutti insieme, pasti inclusi. Abbiamo quindi cucinato, fatto pulizie, potato ulivi, fatto la spesa, seminato il mais, trapiantato pomodori, bagnato la serra, passeggiato lungo il lago di Toblino, giocato a carte e a calcetto. Un’ esperienza che ci ha avvicinato ad una realtà forse a noi un po’ sconosciuta, che ci ha fatto pensare e riflettere. Spesso si tende a creare etichette, categorie, pregiudizi senza pensare che si sta parlando di PERSONE, con una storia, una famiglia, dei sentimenti. A questo proposito cito una frase che mi piace molto: “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia, di cui non sai niente, Sii gentile. Sempre”. Tutti possiamo sbagliare, siamo esseri umani, ma ricordiamoci che facciamo anche cose meravigliose e possiamo sempre migliorare. Una bella esperienza, un’ occasione per riscattarci come giovani, per far sentire la nostra presenza, per aiutare ed aiutarci, perché ciò che doniamo è solo la metà di ciò che riceviamo in cambio. Alice Piazzi L’esperienza delle 72 ore ti cambia, ti fa maturare, ti fa capire cosa significhi veramente aiutare il prossimo per vedere l’altro contento. Il VOLONTARIATO può essere fatto da tutti, dai bambini agli anziani, non costa niente, quello che ricevi in cambio non sono soldi ma molto di più: SORRISI. I sorrisi sinceri sono quelli che ti scaldano il cuore, quelli che ti fanno vivere meglio. I sorrisi delle persone ti aiutano a impegnarti ancora di più per vedere altre persone: felici. Io penso che scoprendo il VOLONTARIATO , ho scoperto qualcosa di grande, bello, che ti arricchisce la vita. Nella vita ci sono 123456789… minuti; perché non si possono sprecare dieci minuti della giornata per andare a dar da mangiare ai vecchietti del ricovero? Perché non si possono sprecare due minuti per giocare insieme ai bambini senza famiglia ? ecco col volontariato si può, si può far felici le persone che hanno bisogno… Cecilia EMOZIONI … RIFLESSIONI CONDIVISIONE….

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Durante queste ore di volontariato mi sono trovata molto bene a lavorare insieme alle mie compagne ma soprattutto insieme ai ragazzi della comunità che ci hanno accolte e fatte sentire parte del gruppo Siamo riuscite a portare allegria e serenità nella comunità e questo mi ha fatto molto piacere. Pamela

72 ore senza egoismo, né pregiudizi, ma solo tanta voglia di mettersi in gioco. Questa esperienza mi ha aiutata a capire che non sempre la vita è semplice e che alcune scelte sbagliate possono portarti su strade pericolose dalle quali poi è difficile e molto impegnativo fuggire. Parlando con gli ospiti della casa Giano ho capito che a tutti può succedere di perdere il senso del buono per se stessi, che tutti, indipendentemente dalla propria famiglia, dalla propria educazione e dall’estrazione sociale, possiamo perderci. Condividere il tempo, il cibo, la fatica, ma anche le risate, la gioia, il gioco con persone meno serene di me, mi ha aiutato a crescere e questo tempo donato è stato un grosso regalo che mi è stato fatto. Credo sia un’esperienza che dovrebbero fare tutti e spero di poter partecipare a nuovi progetti simili. Carola Le persone possono cambiare, possono lasciarsi alle spalle il passato, gli errori, per sbocciare più forti e maturi. Questo è quello che ci hanno insegnato i pazienti della casa di Giano a S.Massenza, una struttura di recupero per pazienti a doppia diagnosi. Gli ospiti sono circa 30 e, vivendo in comunità, cercano una nuova possibilità di vita dopo un passato di alcool e droghe. Abbiamo passato con loro 72 ore senza compromessi: siamo entrate a far parte della comunità, anche se per pochi giorni. La nostra esperienza è iniziata il 14 Aprile. Dopo aver lasciato Predazzo, ci siamo recate in autobus verso Trento. Lì Dario, un operatore della casa, è venuto a prenderci per accoglierci nella struttura. All’inizio eravamo un po’ spaesate: era un mondo nuovo, non sapevamo cosa avremmo trovato. L’ansia si è tramutata in tenerezza in poche ore: i pazienti si sono aperti con noi ed erano contenti di ricevere un sorriso o di passare qualche minuto con noi. La felicità si leggeva sui loro volti e sui nostri, anche dopo aver spostato tutto il giorno rami di ulivo. La gioia e la condivisione andavano oltre ogni fatica della giornata. Condividendo con loro tutta la giornata, anche i pasti erano un momento - 37 -


importante. Ascoltavamo rapite i loro racconti e ci siamo stupite dell’intelligenza di queste persone: il messaggio che vogliamo dare alle persone che ascoltano la nostra testimonianza, è quello di andare oltre gli stereotipi dei tossicodipendenti e alcolisti. Sono persone normali, forse hanno ancora più bisogno di aiuto. Vanno sostenuti e accompagnati, non denigrati e insultati. Una cosa che ci ha particolarmente colpito è stata la gioia dei pazienti, anche solo dopo una partita di calcetto. “Era da tanto che non andavo a dormire felice”, ci ha detto un ragazzo. Oltre alla raccolta dei rami di ulivo, abbiamo cucinato il pranzo e dei dolci, che verranno poi mangiati in occasioni più importanti. è bello sapere che quello che fai, poi servirà un domani. Abbiamo inoltre fatto le tagliatelle a mano e seminato il mais, il tutto assieme agli ospiti della casa. E’ stata un’esperienza indimenticabile, che ha segnato per sempre i nostri cuori: ogni volta che ne parliamo, si illuminano gli occhi di gioia, al pensiero di questa preziosa esperienza che abbiamo potuto vivere. Dormivamo in un piccolo oratorio a Padergnone, con dei semplici materassini per terra, ma nemmeno quello ha diminuito la nostra euforia. Purtroppo il 17 Aprile abbiamo dovuto lasciare a malincuore la comunità, per recarci alla festa finale delle 72 ore e la S. Messa. La stanza era piena di magliette verdi, il colore ufficiale del progetto. “In questi quattro giorni, il Trentino si è riempito di verde che, come le foglie di un albero, germogliano per preparare dei frutti” queste sono state le parole del parroco in merito a tutto il progetto. Durante la festa, tra balli e musica, abbiamo ascoltato le esperienze degli altri ragazzi: ognuno aveva vissuto qualcosa di diverso, e portato a casa qualcosa di nuovo. Noi abbiamo imparato l’importanza della condivisione e dell’aiuto: quando si fa qualcosa insieme, riesce meglio. Che sia un sorriso, una mano, una parola o una partita a calcetto, basta poco per rendere felice una persona e sentirsi meglio con se stessi. Anna

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POMERIGGIO IN AMICIZIA I chierichetti si incontrano

per parlare del loro “servizio” e per far festa “insieme”

INCONTRO CON “SAMUEL” Già da qualche tempo circola in sacrestia una rivista della diocesi, fatta apposta per essere letta dai chierichetti delle varie parrocchie del Trentino (ma anche dagli animatori). Si chiama “SAMUEL” Purtroppo quasi sempre rimane in sacrestia a coprirsi di polvere. Samuel contiene delle pagine molto interessanti per l’attività dei chierichetti. Seguendo l’invito di don Giorgio, abbiamo pensato di rispolverarla e proporla ai nostri ragazzi certamente come un opportuno mezzo di dialogo con il centro diocesano, ma soprattutto come motivo di incontro per risolvere e rispondere ai vari quiz che sono proposti ogni volta e che ci permettono, se compilati bene, di entrare nella classifica dei giochi di tutte le parrocchie della diocesi. E allora perché non trovarci per leggere Samuel e fare i quiz tutti insieme appassionatamente? (mmmhh…. questa è un’altra storia). Comunque l’unione fa la forza e per noi l’unione è importante perché ci fa mangiare anche una pizza e fare altre belle attività che si sono svolte per questa occasione sabato 16 aprile all’oratorio. Dopo una breve preghiera alla Madonna abbiamo “seriamente” studiato e letto Samuel e poi, a gruppetti, abbiamo risposto alle domande e ai quiz posti dalla rivista. Patrizio ha poi pensato di trasmetterli subito via e-mail al centro. Sicu- 39 -


ramente entreremo in classifica col prossimo numero di giugno (Samuel è un periodico bimestrale) e…… vedremo come è andata….. Ma la serata è continuata in allegria mangiando una buona pizza e i magnifici amabili dolci fatti dai genitori dei ragazzi, che, come al solito, sanno guarnire con vera dolcezza e sensibilità le nostre serate. Ad allietare la serata c’è stato Francesco che, con la sua chitarra, si è esibito in svariati pezzi musicali di vari cantautori accompagnato da qualche tamburo e dalle nostre superbe voci intonate (?). Abbiamo capito così, che questa potrebbe essere l’occasione per altri ragazzi che lo desiderano di portare i propri strumenti musicali (non il pianoforte però) così da passare qualche momento ascoltando musica e cantando. Ci troveremo prossimamente credo a metà giugno circa per i quiz del prossimo Samuel. Con l’occasione ci gusteremo magari un buon gelato, qualche altro pezzo musicale e come al solito tanti giochi. Alla prossima…….. Marco

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Un chierichetto si racconta…

Quando ero piccolo andavo a messa e vedevo i bambini più grandi fare i chierichetti. Osservandoli pensavo che sarebbe piaciuto anche a me farlo. Perciò, quando ho potuto ho iniziato a fare il chierichetto e piano piano ho imparato a fare le cose giuste e, a dire il vero, ogni volta imparo cose nuove sulla messa. Quando mi ritrovo con il parroco e i miei compagni sull’altare, vestito con la tunica, mi sento importante …sono più vicino a Dio. Durante la Messa la cosa che mi piace di più è tenere la tovaglietta e quella che mi piace di meno è suonare la campana d’inizio perché se suono più di tre volte la gente mi guarda ed io mi vergogno… Consiglierei a tutti di provare a fare questa esperienza. Grazie !!! Ciao Sebastian Sabato 16 aprile noi chierichetti, ci siamo trovati all’oratorio per una pizza in compagnia. L’appuntamento era per le 18.00 e dopo un breve saluto tutti a giocare : alcuni nei campi fuori e alcuni nelle sale sotto. Puntuali alle 19 ci siamo presentati per la pizza (che acquolina!!) gentilmente offertaci dal parroco: GRAZIE !!! E poi era la volta dei dolci: ce n’era una montagna e tutti preparati dalle nostre mamme alle quali va il nostro grande GRAZIE ! La serata è voltata in un lampo, anche se il tempo ci è sembrato “poco” ci siamo divertiti un sacco ed è stato bellissimo vivere questo momento di amicizia ed allegria. Voglio dire ancora un grazie a tutti quelli che hanno collaborato per questa festa dei chierichetti così ben riuscita. Thomas Furlan - 41 -


N E L L’ A N N O

DELLA

MISERICORDIA…

…una parabola di santa Teresina per farci pensare!

La gioia di Dio è perdonare.

Solo l’amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nel cuore e nella storia. Solo l’amore può fare questo, e questa è la GIOIA di Dio Papa Francesco

La Misericordia di Dio è abbastanza grande da cancellare i più grandi crimini, quando trova un cuore di madre che si abbandona interamente alla sua Misericordia!

CI SONO ANIME CHE LA MISERICORDIA NON SI STANCA DI ASPETTARE! Santa Teresina

Teresa ha composto un’opera teatrale in cui si narra l’incontro della Santa Famiglia durante la fuga in Egitto – con Susan, moglie del capo di una banda di briganti. Susan, con squisita ospitalità, accoglie la Vergine con il bambino Gesù e Giuseppe nella caverna dei ladri, piena di oro e di oggetti rubati. Prepara qualcosa da mangiare per i tre ospiti, guardandoli con ammirazione e stupore. Infine, parla loro del dramma del suo bambino : il piccolo Disma è malato di lebbra. Maria la invita ad avere fede e sperare; la aiuta a pregare, prende il bambino tra le braccia e lo immerge nella stessa acqua in cui ha appena terminato di lavare Gesù. Ed ecco che il bambino guarisce. Poco dopo, arriva il capo dei briganti, che, placato dalle parole commosse della moglie che gli dice della guarigione miracolosa di Disma, capisce di trovarsi davanti a quel Gesù, a quel bambino che Erode sta cercando per ammazzarlo. - 42 -


Allora il capo dei briganti riconosce nel piccolo Gesù il Messia promesso, perseguitato da Erode; e la Madonna esclama :

”O meraviglia della Misericordia di Dio, che si nasconde ai sapienti per rivelarsi alle pecorelle erranti e infedeli” (PR.6,8v,7) Il capo dei briganti se ne va per combattere contro la soldataglia di Erode; le due madri restano e dialogano tra loro; la Vergine Maria ascolta Susan, preoccupata della sorte del figlio. Susan è grata e contenta della guarigione di Disma, ma che ne sarà di lui? Suo marito è perduto, è un brigante ( “ la vita di brigantaggio è diventata la sua seconda natura” ) e teme che il figlio seguirà le orme del padre. Ma la Vergine Santa le dice : “ Senza dubbio coloro che tu ami offenderanno Dio che li ha colmati di benefici; ma tu confida nella misericordia infinita del Buon Dio: essa è abbastanza grande da cancellare i più grandi crimini, quando trova un cuore di madre che si abbandona interamente alla sua Misericordia “ (PR 6,10r) La storia continua e si conclude sul Calvario; inchiodato sulla croce accanto a Gesù ritroviamo Disma: il Buon Ladrone. E’ proprio lì, sulla croce accanto a Gesù Crocifisso, che Dio ha dato appuntamento a Disma: la preghiera della mamma ha tenuto aperta la porta della misericordia. Ci sono anime che la Misericordia non si stanca di aspettare.

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P O S TA A E R E A … …I nostri missionari ci scrivono …

Dal Brasile don Bruno Morandini : Carissimi, per fortuna le preghiere funzionano meglio delle poste, non hanno data di scadenza e arrivano sempre a destinazione. Sono di ritorno da un viaggio in Bolivia, sui luoghi del mio primo amore missionario, e ho rivisto molte persone care, tra le quali anche suor Celestina. Dopo la Pasqua é previsto il mio trasferimento, ma la cosa é in tempi brevi; non mi sarà possibile venire in Italia per l’ordinazione di don Lauro come avevo ipotizzato: infatti ho l’impegno almeno fino alla prima settimana di aprile di accompagnare il prete spagnolo, che dovrebbe arrivare qui a metà marzo, per introdurlo in questa realtà di frontiera... Continuiamo a ricordarci in tempi di cambiamento e di conversione per tutti. Buona Pasqua e grazie di tutto.

Dalla Bolivia suor Celestina : Cari predazzani un augurio sincero di Buona Pasqua da parte di tutti e di tutte noi! I bambini hanno incominciato le scuole il 1º di febbraio e tutto procede regolarmente; quest’anno abbiamo pensato di appoggiare le famiglie con un po’ di soldi per comperarsi il materiale scolastico. Un’altra bella notizia: da dicembre a febbraio, in casa ha funzionato un corso di cucina per le - 44 -


mamme che avevano voglia e desiderio di imparare; alcune sono giá state assunte nelle varie imprese, prima come praticanti e poi, se tutto va bene, regolarmente con il loro stipendio mensile. Nel nostro Centro per bambini denutriti é una meraviglia contemplare questi piccoli che, giorno dopo giorno, si aprono alla vita, grazie alle cure, attenzioni, affetto …. Pensare a quante vite sono “risorte” qui nel Centro, ci fa dimenticare ogni difficoltà. Siamo certe che Dio, il Dio della vita, non abbandonerà mai i suoi “prediletti”. Grazie anche a voi che ci date questa preziosa possibilità di farli star bene e rendere felice la loro vita !!!

Dal Congo suor Delia : Carissimi, la generosità della nostra gente mi lascia sempre in uno stupore immenso... davanti al quale c'è solo da ringraziare il Signore che continua a mettere sul nostro cammino delle persone, delle comunità che pensano a noi e ai bisogni della missione. Qui a Uvira in prigione la settimana scorsa un gruppo dall'esterno è venuto per far evadere dei prigionieri. I militari hanno sparato, ci sono stati 4 morti, una ventina di evasi e altri venti circa che sono stati presi nei dintorni... Ci sono feriti gravi che fanno una pena enorme, cuciti alla meglio all'infermeria della prigione, senza antitetanica e altro. La nostra comunità ha aiutato almeno per gli antibiotici. A Uvira si è abbattuta una pioggia torrenziale che ha fatto cadere un grosso muro. Per fortuna eravamo tutti riparati nella sala di riunione. Il muro è caduto di colpo con un gran fragore... Un disastro enorme... Ringraziamo il Signore che nessuno di noi circolava da quelle parti, saremmo stati tutti schiacciati...Ora pensiamo a come ricostruire... Andiamo avanti con fiducia nel Signore e nella speranza che non muore mai. - 45 -


Infine dal Brasile suor Antonietta : Carissimi tutti, la Provvidenza di Dio sempre viene in nostro aiuto e proprio nei momenti di maggior necessità. Grazie infinite. Anche voi siete dei bravi missionari e so che ogni iniziativa la vivete con tutto il cuore. Che il Signore vi mantenga sempre così... Un forte abbraccio.

L’ ” A D O Z I O N E A D I S TA N Z A ” D A’

I SUOI

FRUTTI… Storia di Vanere: dalla povertà ad una vita consacrata Io sono sr. Antonia Vanere da Silva, sono brasiliana e ho 32 anni. Voglio esprimere la mia grande gioia di essere suora della Provvidenza e oggi, in maniera speciale, per essere diventata sposa di Gesù per sempre con i voti perpetui che ho fatto nel giorno 24 aprile 2016.

La mia vocazione é iniziata quando ero ancora piccola. Le suore della Provvidenza arrivarono nel mio quartiere che era molto povero, e anch’io ero molto povera. Così ho conosciuto sr. Antonietta, una donna piena di Dio, tutta amore e servizio per i poveri nella gioia e generosità. Davanti alla testimonianza di vita di questa sorella é nato anche dentro di me il desiderio di amare e servire Gesù nei poveri, i più poveri come voleva il nostro fondatore San - 46 -


Luigi Scrosoppi. Le suore hanno aperto un progetto sociale per i bambini, ed io ero una bambina che faceva parte di questo progetto. Ho imparato tante cose belle per la mia vita e in questo centro é nata la mia vocazione. Attraverso il CIFEC, così si chiama il progetto, ho avuto la gioia di conoscere e di essere la figlia di adozione di Giuseppina Dellagiacoma ( Bepina Nones ), di Predazzo, una signora molto generosa e buona e che da sempre mi ha accompagnato con tanta cura e non solo con l'aiuto materiale, ma anche con le preghiere che sempre ha offerto e che continua a offrire per me. Questa mia madrina ogni volta che mi scriveva, mi incoraggiava e mi spronava ad essere sempre buona, ad impegnarmi nello studio e a far tesoro di ogni più piccola cosa che potevo imparare dalle suore. Credo di essere arrivata fino qui, prima di tutto per la bontà e la misericordia di Dio, ma anche grazie alle preghiere di queste persone meravigliose che Dio ha messo nella mia vita. Oggi sperimento la gioia di essere consacrata definitivamente a Gesù. Essere di Gesù per sempre é una gioia immensa, così grande che non ci sono parole per esprimere quello che ho provato nel profondo del mio cuore nel momento della mia consegna a Dio. La fedeltà del Signore dura per sempre e quello che chiedo a LUI è la grazia di corrispondere a tanto amore nella perseveranza e fedeltà quotidiana nel donarmi soprattutto ai fratelli più poveri con disponibilità e gioia. Mi affido anche alle preghiere di tutti coloro che leggeranno queste parole, vi chiedo di pregare per la mia fedeltà, in modo che la mia vita possa essere ogni giorno un'offerta di amore e di servizio a Gesù nel servizio dei fratelli e della chiesa. GRAZIE DI CUORE! Con gratitudine sr. Antonia Vanere da Silva ( suora della Provvidenza ) - 47 -


PER NON DIMENTICARE… …NEL CENTENARIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE Continuiamo le riflessioni di don Valentino… Don Valentino Felicetti, dopo aver letto la ricerca fatta da Mons. Lorenzo Dalponte e racchiusa nel libro “ Il clero dei profughi trentini” (Vita Trentina 1915) vuole condividere con noi , la vita di alcuni preti predazzani che tanto si prodigarono per i profughi durante la guerra 1915- 1918: In questo numero ricordiamo don Nicolò Nicolao

Proseguendo nella lettura del libro di don Lorenzo Dalponte , uno dei 120 sacerdoti trentini che, a seguito dello scoppio della prima guerra mondiale 1914 – 1918, sono stati evacuati con la loro gente dalle zone ai confini del Basso Trentino e della Valsugana, ho avuto modo di conoscere e apprezzare altri due sacerdoti predazzani : don Nicolò Nicolao (1867 – 1931 ) al tempo dell’evacuazione, parroco di Lavarone Chiesa e don Angelo Dellantonio, parroco di Caldonazzo ( 1874 – 1919 ). Don Nicolao nato nel 1867 era stato ordinato sacerdote nel 1892. Insieme col suo cappellano don Severino Demattè, il 31 maggio, con la sua gente, dovette partire da Lavarone per Gurten, nel distretto di Rijeka nell’Istria Superiore, diocesi di Lienz. Trovò ospitalità nella canonica del parroco del luogo, mentre i profughi trovavano sistemazione nei paraggi. Per loro fu grande la gioia quando vennero visitati dai loro sacerdoti. Successivamente venne trasferito nel campo profughi di Braunau, dove vi rimase fino alla fine della guerra. Il resto della sua vita la trascorse a Lavarone, dove morì il 16 dicembre 1931. La gente lo rimpianse, riconoscendo la sua generosa dedizione. Non altrettanto fece l’autorità comunale, fascista, che spedì al fratello Cavalier Luigi Nicolao di Predazzo, la fattura di lire 900 relativa alle spese funerarie; al che il fratello fece ricorso al prefetto di Trento che, con maggior buon senso, lo esonerò dal pagamento. - 48 -


B E AT I G L I I N V I TAT I A L L A M E N S A D E L S I G N O R E I bambini di terza elementare ricevono Gesù per la prima volta Con gli occhi della Mamma di Roberto… Oggi 8 maggio “Festa della Mamma”: Roberto ed Amici rincontrano Gesù durante la Messa nuovamente vestiti di bianco, che belli! Che bello! E così ritorno con la memoria a 7 giorni fa… Giornata fresca, le cime imbiancate, pioggerella che inumidisce i nostri passi verso la Chiesa già ricca di persone, di sguardi, di sorrisi. Mancano tre minuti alle 10.00 e, la sorellina Laura: “Mamma, devo andare in bagno!” E così, la mamma corre fuori dalla Chiesa: anche nei momenti solenni di un figlio bisogna dividersi per seguire le esigenze degli altri… Ma che importa, Roberto è in buone mani: Gesù mi sorride dall’alto ed io ricambio, divertita da quello strano contrattempo… che mi fa sfuggire l’inizio della Celebrazione. Quando ritorno in Chiesa con la piccola, i bimbi vestiti di bianco son già disposti nei banchi, nei primi banchi, quasi Gesù li vedesse meglio: macché! Don Giorgio li invita a salire ancora più in alto, ad avvicinarsi a Gesù, sotto la croce più grande che io abbia mai visto, a fianco dell’orologio che da oggi farà compagnia anche al polso di qualche Comunicando! - 49 -


Giorno di festa, giorno di regali! Il primo è naturalmente il Pane tanto atteso da Roberto che, in ordinata fila, si prepara a ricevere da don Giorgio sotto lo sguardo sempre vigile ed attento delle brave Catechiste. Che emozione! Il nostro ometto cresce, i bimbi sono tutti silenziosi e preparati ai vari passi che, istante dopo istante, compiono ormai con naturalezza. E la rosa?! La rosa bianca che viene portata da ogni figlio alla propria mamma: qualche sguardo perso, in cerca di un sorriso familiare accompagnato per molte di noi da uno sguardo commosso. Che bello, che emozione grande per la mamma!!! La musica, i canti, le voci dei bimbi… , melodie dolci e solenni, gioiose e decise. Che bello, Gesù che bello! Ecco, è l’ora del ricordo stampato: le foto, le pose, i sorrisi… ma che ore sono?! E’ già tutto finito, la Messa seguita così intensamente è sfuggita anch’essa fra le dita, sarebbe stato bello allungarne i momenti, ma no non si può: l’orologio va avanti, Gesù invece continua a fermarsi e ad accompagnare i nostri bimbi per tutta la Vita. Dalla loro nascita a quest’altra tappa: il cammino è lungo e finora è stato semplicemente fantastico, come questa giornata. Una giornata impressa nei nostri cuori e nelle nostre fotografie, che Gesù nella Messa ci ricorderà ogni volta: io sono il Pane Vivo, che la Comunione abbia inizio! Daniela March

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EMOZIONI DI UN INCONTRO I ragazzi di 2° e 3° media visitano la “ comunità Nuovi Orizzonti “

“…Signore se siamo qui è anche perché vogliamo conoscerti, perché mai come in questo tempo della nostra vita, sei così misterioso! Solo se ti conosciamo, possiamo sceglierti come riferimento forte, capace di aiutarci a trovare la strada giusta per noi. Facci sperimentare che Tu in tanti modi sei accanto a noi e parli alla nostra vita. …” Questi sono alcuni passi della preghiera che abbiamo recitato in pullman, mentre ci recavamo a Trento per raggiungere la comunità Nuovi Orizzonti: era un modo per affidare al Signore il nostro pomeriggio insieme e mai avremmo pensato che queste parole potessero essere più profetiche. Perché? Perché Gesù l’abbiamo incontrato davvero!!! E vogliamo raccontarvi come… Siamo stati accolti da don Giulio e i “suoi ragazzi” e da subito abbiamo capito che non sarebbe stato un pomeriggio ordinario. Abbiamo avvertito subito attorno a noi un forte calore, una sincera accoglienza: era davvero Gesù che, attraverso quelle persone, ci spalancava le sue braccia e ci invitava a lasciarci andare, con tutti i nostri pregi e difetti, perché a Gesù andiamo bene così come siamo! Dopo una prima conoscenza e merenda insieme, don Giulio ci ha detto che avremmo potuto scegliere; nessuno sarebbe stato obbligato a fare ciò che non voleva. Il pomeriggio avrebbe potuto essere occupato con varie attività: torneo di calcio, corsi di danza e chitarra, … oppure avremmo potuto partecipare alla “Luce nella notte!”, una preghiera che, come ci ha detto don Giulio, ci avrebbe permesso di “incontrare Gesù!”. Il torneo di calcio e i corsi di danza sono andati deserti, perché tutti noi abbiamo scelto di incontrare Gesù. La Luce nella notte è un’esperienza di preghiera che non si può raccontare, si deve vivere, perché è difficile a parole rendere l’idea di ciò che si prova. E’ diversa dalle altre preghiere. Prima di tutto non si compie da soli, ma accompagnati personalmente, uno ad uno, da un’altra persona. Non si recitano orazioni, ma si - 51 -


parla con Gesù e si ascolta cosa ha da dire proprio a noi, e solo a noi in quel momento, attraverso un passo della Parola di Dio. Volete sapere se funziona? Volete sapere se abbiamo incontrato Gesù veramente? Queste sono alcune riflessioni scritte da noi ragazzi dopo questa esperienza: “Una forza è entrata nel mio cuore!” “Mi è rimasto impresso l’amore, la gioia e la fede delle ragazze che ci hanno accolto”. “Penso che questa esperienza sia riuscita a farci sentire più uniti come gruppo. Infatti ognuno di noi ha mostrato le sue debolezze, sia agli altri che soprattutto a Dio e questo, secondo me, ci ha fatto sentire uguali e uniti. È stata un’esperienza forte, che mi ha segnata molto in positivo! …” “… Mi si è aperto il cuore. Sentivo dentro di me qualcosa che non riesco a descrivere, ma era una bella sensazione. Mi sentivo amata! Mi ha fatto ricordare cose che sono dimenticate”. “Durante questo incontro ho provato tanta accoglienza, amore, ma soprattutto mi ha fatto meditare sulla vita …” Noi crediamo di sì, crediamo che molti di noi in quel momento abbiano sentito davvero accanto a sé Gesù e capito che questa esperienza può essere ripetuta, ogni volta che lo vogliamo, ogni volta che saremo disposti a metterci in contatto con Gesù, parlando con lui e ascoltando cosa ha da dire alla nostra vita. Don Giulio ci ha detto: “Sapete qual è l’unica condizione necessaria per incontrare Gesù? Che voi lo vogliate. Dio si prende lo spazio che gli dai”. Un grazie di cuore a tutta la comunità Nuovi Orizzonti di Trento! E un grande grazie anche a tutta la parrocchia di Predazzo che ha preparato e acquistato i dolci del mercatino: grazie alla generosità di tutti abbiamo potuto portare un aiuto concreto alla comunità di Trento! I ragazzi di terza media e le catechiste

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Martedì 19 aprile, dopo pranzo, accompagnate da ben 19 ragazzi di seconda media, siamo andate a Trento a conoscere l’operato della comunità di recupero Nuovi Orizzonti, per la quale alcuni giorni prima avevamo organizzato una raccolta fondi con il mercatino del dolce che ha avuto un grande successo e cogliamo l’occasione per ringraziare davvero tutti quelli che hanno generosamente contribuito. Dunque arrivati alla comunità siamo stati accolti da don Giulio e dai ragazzi della comunità, che ci hanno raccontato brevemente le loro storie diametralmente diverse, ma ugualmente toccanti. I nostri ragazzi non erano particolarmente loquaci, ma don Giulio li ha saputi coinvolgere, e dopo una ricca merenda, per la quale ringraziamo sempre le mamme che hanno contribuito, siamo entrati in una sala nella quale era stato allestito un altare, tante candele, e musica di sottofondo, e soprattutto, c’era Gesù Eucaristia al centro dell’altare. Subito i ragazzi sono parsi interessati e si sono fatti coinvolgere dal carismatico don Giulio che, con maestria e infinita passione, ci ha illustrato il nostro prossimo incontro con Gesù attraverso “la preghiera della luce”; ognuno di noi, seguendo un percorso personale, ed accompagnato da uno dei ragazzi della comunità o dallo stesso don Giulio, ha potuto sperimentare questa vicinanza, questo abbraccio virtuale con Gesù, molto molto profondamente . Tutti siamo stati molto contenti di aver fatto questa bellissima esperienza, che ci ha lasciato un senso di pace interiore molto intensa. Verso le sei siamo partiti per rientrare a Predazzo. Le catechiste e i ragazzi di seconda media.

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CAPITELLO DEL FEUDO …espressione di fede dei nostri anziani

La foto di copertina rappresenta il “ capitello del Feudo” . La presenza di un capitello votivo, di una piccola cappella o di un semplice crocifisso, è collegata alla profonda religiosità della gente di montagna che si rivolgevano al divino per chiedere protezione sul lavoro, sui viaggi o spostamenti con il bestiame, e benedizione sulla semina e sul raccolto. Non a caso capitelli o crocefissi li troviamo quasi sempre in prossimità di aree coltivate o lungo le vie di collegamento. Il “capitello del fol” si trova appunto lungo quella che agli inizi del ‘900 era la strada di collegamento fra Predazzo e la Val di Fassa. La località è indicata anche come “pian de scarpin” e in questo luogo nel 1683 venne edificato il capitello. Per la sua posizione ritirata, rispetto la strada, e con un ampio prato che lo separa da questa, il capitello assume un fascino tutto particolare. Da qui si domina tutta la piana su cui si stende il paese e lo sguardo arriva fino alle vette della catena del Lagorai. La devozione verso il “capitello del Fol” si è consolidata e rafforzata nel tempo e fino ad alcuni decenni fa il medesimo era meta di due processioni : la prima nel mese di luglio per la festività della Visitazione e la seconda a metà settembre per la festa della Esaltazione della Croce. Ora dall’estate del 1996 è meta di una Via Crucis realizzata dal gruppo volontari “Rico dal Fol”, che partendo dalla località “Stalimen”,vicino ai trampolini, con le sue quattordici stazioni, termina proprio al Capitello del Fol.

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I PICCOLI AMICI DI GESU’… Momenti di preghiera con i bambini dell’asilo

E’ davvero molto bello ed anche emozionante pregare assieme a questi piccoli. Io sono una nonna e, quando posso, partecipo sempre, assieme ai miei nipotini, a questi momenti di preghiera preparati per bene da don Giorgio e da alcune mamme disponibili che ringrazio davvero di cuore. Sentire queste vocette di bimbi che con entusiasmo e commozione dicono il nome del papà e della mamma, sentirli parlare con semplicità con Gesù quasi fosse proprio un loro amico raccomandando a lui e alla sua mamma tutte le persone a cui vogliono bene, vedere i loro occhietti vispi, ma attenti e contenti, mi fa pensare alla frase del vangelo “ Se non diventerete piccoli, non entrerete nel Regno dei cieli”. Un bella e salutare riflessione anche per noi adulti. GRAZIE piccoli, e che il Signore vi protegga sempre Una nonna

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26 maggio: siamo tutti pronti per trascorrere un pomeriggio gioioso fatto di canti- preghiera allietati dalla magica chitarra del parroco e tanta voglia di stare insieme con i nostri piccoli al parco giochi di via Rododendri. Natalia, una simpatica nonna, ci racconta di come si faceva “ l’altarino della Madonna” nelle case durante il mese di maggio in onore di Maria: una tradizione ormai in disuso che profuma tanto di fede e amore alla Vergine. Ottima la merenda apprezzata da grandi e piccoli! Vedo visi attenti e vispi che partecipano con gioia, la stessa gioia che sentiamo nel cuore noi mamme sempre pronte a cogliere il bello e il buono che vediamo attorno a noi e nei nostri figli. Un grande grazie a don Giorgio e alle persone “ disponibili” che preparano con vera passione questi momenti così importanti.

Una mamma riconoscente

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F A M I G L I E I N F E S TA Giubileo della famiglia del Decanato di Cavalese Che bella la preghiera che abbiamo recitato al termine della celebrazione per il giubileo della famiglia, domenica 15 maggio, nella chiesa dell'Assunta a Cavalese: "CREDO NELLA MIA FAMIGLIA, SIGNORE: NON E' LA MIGLIORE, MA CERCHIAMO DI VOLERCI BENE. VOGLIO CURARLA COME UNA PICCOLA PIANTA DA ALIMENTARE, CONCIMARE E DIFENDERE. LA SCELGO ANCHE SE FOSSE FERITA , PERCHE' OGNI GIORNO CERCA DI CONIUGARE L'AMORE". Le famiglie del decanato hanno raggiunto Cavalese dai vari paesi, chi a piedi, chi in macchina. Al parco della Pieve abbiamo consumato tutti insieme il pranzo al sacco, poi sono stati avviati i giochi, animati dai giovani; grandi e piccoli hanno riempito di colore, risate e allegria il campo da calcio della parrocchia. Alle 16.00, tutti ci siamo spostati in chiesa, per la celebrazione dell'Eucaristia, concelebrata eccezionalmente da tutti i parroci, animata dal coro dei piccoli e dalle letture e preghiere dei genitori. Abbiamo ricordato tutte le famiglie: quelle provate dalla malattia e dal dolore del lutto, quelle ferite dall'incomprensione o provate da difficoltĂ economiche, quelle tiepide o fredde, che non aprono il cuore al calore dell'Amore di Dio. E' stato portato all'altare un grande cartello- 57 -


ne, con disegnate le mani di tutti i partecipanti, come segno di comunione, perchè la Chiesa è famiglia di famiglie, che camminano insieme. Alla fine, in processione, abbiamo varcato la porta della misericordia, al vicino santuario della Madonna Addolorata. E' stato un'esperienza intensa e bella, accompagnata anche dal sole, quando ogni previsione metereologica aveva messo in programma nubi e pioggia! Simbolico questo: a volte vediamo solo nubi e negatività e proviamo un senso di scoraggiamento, perchè i problemi nelle famiglie sono sempre tanti, perchè nelle comunità parrocchiali sembra di essere in pochi e si ha l'impressione che la fede si stia affievolendo. Ma la festa di Pentecoste, celebrata proprio in quella domenica, ci ha ricordato che il grande protagonista della storia è lo Spirito Santo, che soffia secondo la volontà di Dio, che va al di là di ogni nostro sforzo organizzativo per costruire la Chiesa. Dobbiamo solo avere la costanza di invocarlo, di credere nella sua potenza e mettere al servizio degli altri i carismi che a ciascuno dona.

Una famiglia presente alla festa

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P I C C O L I AT T O R I … …per interiorizzare meglio il messaggio di Gesù….

Mercoledì 18 maggio noi ragazzi di catechesi di quarta elementare abbiamo fatto un ritiro all’oratorio come conclusione dell’anno catechistico. Abbiamo approfittato di questa occasione per presentare ai nostri genitori delle scenette molto semplici riguardanti tre dei tanti miracoli compiuti da Gesù. Abbiamo iniziato con la guarigione del lebbroso, seguita dalla Tempesta sedata e per finire la guarigione del cieco nato. Abbiamo pensato di mettere in opera queste piccole drammatizzazioni per riflettere meglio su Gesù misericordioso proprio in quest’anno della Misericordia. E’ stata la nostra prima esperienza come “ attori”, eravamo un po’ preoccupati perché non siamo abituati ad esibirci in pubblico…, ma il risultato è stato molto positivo: abbiamo ricevuto tanti complimenti che ci hanno fatto felici. Ma, al di là dei complimenti, la cosa positiva è che ci siamo divertiti noi, e il rappresentare, imparare a memoria alcune frasi, immedesimarci in quello che facevamo, ci ha aiutato ad approfondire e riflettere meglio. Questo ha contribuito anche a stare più uniti fra noi, ognuno ha cercato di dare il meglio di sé. Subito dopo abbiamo potuto gustare una squisita pastasciutta preparataci con tanto amore da alcune nonne alle quali va il nostro ringraziamento più sincero! E grazie anche per gli squisiti dolci preparati da alcune mamme!. Speriamo davvero di poter ripetere questa bella esperienza: fare catechesi così è più bello e coinvolgente! E per ultimo un grande GRAZIE alle nostre catechiste che con pazienza e disponibilità ci hanno seguito in tutti questi anni. I bambini della catechesi di quarta elementare - 59 -


La scenetta che ho fatto con i compagni della catechesi è stata molto bella, e, a dire la verità, mi sono un po' agitato perchè facevo la parte di Gesù. Dopo la recita mi sono divertito un mondo perchè abbiamo mangiato tutti assieme e per concludere in allegria la serata abbiamo fatto un torneo di calcetto. Sebastian

Tutti all’Oratorio… Domenica 29 maggio, a chiusura dell’anno di catechesi e di attività di oratorio, improntato sul tema della “ misericordia “, bambini, ragazzi e giovani , sotto la regia sempre fantasiosa ed efficiente di Donato, hanno presentato alla comunità un recital dal titolo “ESSERE… O NON ESSERE …” ( essere ..buoni o non essere…buoni!!! ) Scenette e balletti hanno cercato di dare una risposta….ma abbiamo capito tutti che solo il cuore può dare la risposta giusta. - 60 -


Il canto finale, mimato dai ragazzi, conteneva queste importanti parole che sono il sunto di tutto lo spettacolo

“ Per vivere l’amore, Dio ci ha creato, apri le tue mani, dona la tua vita, non tenerla stretta tra le tue dita, lascia che Dio guidi il tuo cammino perchè la vostra gioia sia piena, restate uniti a me nel profondo e vivete il mio amore nel mondo”! Sempre emozionante vedere tutti questi ragazzi che si mettono in gioco in modo così semplice e spontaneo . In questa occasione sono stati presentati alcuni “ profughi” che da due mesi fanno parte della nostra comunità . Lamin, uno di loro, ha voluto “regalarci” un canto della sua terra africana. Il nostro desiderio è che questi giovani, lontani dalla loro patria, possano trovare accoglienza e soprattutto dei cuori aperti, senza pregiudizi. Un grande GRAZIE alle famiglie che credono in queste importanti iniziative, agli animatori giovani e meno giovani che, con entusiasmo, dedicano tempo ed energie a questi nostri ragazzi e soprattutto a chi PENSA e mette in atto con convinzione quanto ha nel cuore!

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INSIEME …CON GIOIA Gita – pellegrinaggio a Caravaggio e Sotto il Monte Non solo catechiste ma anche ex catechiste, animatori… un gruppo eterogeneo, ma coeso, compatto, ben disposto a seguire il “pastore” che in molte occasioni ha lasciato comunque ampia libertà di movimento. Preghiera, canti e perché no: chiacchiere, hanno contribuito alla buona riuscita. Il conoscere un nuovo aspetto della vita di Maria, comprendere un po’ meglio la figura di Papa Roncalli, le indicazioni del carismatico e gioioso don Paolo conosciuto a Sotto il Monte che ha raccomandato a don Giorgio di “non dare la Comunione a coloro che si presentano palesemente scontenti” perché l’Eucarestia deve essere gioia, pace… hanno dato entusiasmo al gruppo che ha potuto godere anche delle bellezze della natura e di aspetti piacevoli dei luoghi. Speriamo che le giovani catechiste, pur con i loro impegni di mamme e di mogli, si lascino attrarre da questi momenti di condivisione che servono soprattutto a conoscerci meglio. Adriana

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dal 1 marzo 2016 al 31 maggio 2016 HANNO CELEBRATO... le Esequie dei

il Sacramento del

Defunti

Battesimo FELICETTI MARTINA

MAESTRELLI CLEMENTINA

REA GIOIA

FELICETTI ANNA MARIA

CATANZARO BEATRICE

BONELL MASSIMILIANO

DASSALA CHRISTIAN

CUORE MARIO

GABRIELLI LORENZO

DOLESI LODOVICO

GUAZZOTTI MIRKO

GUADAGNINI ANGELO

DANIELE TOMMASO

PRUCCA MARIA PIA

SANIN SOFIA

SCARPA MARIA DELLASEGA M. DOMENICO LONGO METILDE MORANDINI NELLO ADERENTI FERDINANDO

il sacramento del Matrimonio VIEIDER GABRIELE - DAPRA’ ALICE VOLCAN STEFANO - GIACOMELLI GIULIA - 63 -


In copertina: esterno ed interno del “Capitel del Feudo” al pian de Scarpin (Fol).

“La croce di Cristo abbracciata con amore mai porta alla tristezza, ma alla gioia, alla gioia di essere salvati e di fare un pochettino quello che ha fatto Lui quel giorno della sua morte“

Papa Francesco


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