Bollettino 3 2015 2

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PARROCCHIA Santi FILIPPO e GIACOMO

CAMMINIAMO INSIEME ANNO XXXI - N째 3 - 2015 LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE


In questo numero: descrizione articolo

pagina

Ecologia del cuore

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L’Amore non ha confini...

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Festa del CORPUS DOMINI

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Una volta si piantavano le tende...

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Giornata dell’Anziano e dell’Ammalato

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Un giorno con Maria

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San Giacomo

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Esperienza a Taizé

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Festa Madonna della Neve a Bellamonte

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SINDONE: un mistero che ci aiuta a pregare

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GREST parrocchiale: diario di bordo

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Non solo ... d’Inverno

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ABC... i compiti sono qui...

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Chierichetti in baita...

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Ricordando Beppino Moser

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Ciclostilato in proprio ad uso manoscritto della parrocchia di Predazzo -2-


“Ecologia del cuore”

Un giorno, ho chiesto all’assemblea liturgica - per introdurre un’omelia durante una Santa Messa – “Perché Dio ci ha creato?”. Un bambino, senza esitare un momento, mi ha sorpreso con una risposta incantevole e quanto mai esauriente: ”Per fare il mondo migliore!” Non ci poteva essere risposta più bella! Sì quel bambino ha colto in pieno il messaggio della Lettera Enciclica “ Laudato Sii ” di papa Francesco! Siamo stati creati per la gioia e la bellezza del creato! E compito di ciascuno è quello di migliorare il mondo in cui viviamo! -3-


Quello che ha colto quel bambino, è possibile per noi solo se scopriamo la vita come “dono” di Dio! La vita un dono da “scoprire, coltivare, custodire e condividere” nella verità dell’amore, come afferma il papa nella sua Lettera! Ecco la sfida dell’ ecologia del cuore che ci provoca per i prossimi anni! “Ecologia”, che ha origine sempre dall’iniziativa gratuita dell’amore di Dio verso di noi: la MISERICORDIA! Guarda che felice coincidenza! Non a caso, il giorno dell’Immacolata si aprirà proprio un anno Santo particolare tutto dedicato alla Misericordia! L’iniziativa è sempre di Dio e il Papa ribadisce che bisogna ripartire dall’Amore di Dio! Quindi apriamo gli occhi del cuore e della mente alla realtà che ci circonda e alla storia che stiamo vivendo e leggiamo ciò che l’Amore di Dio da sempre ci sta comunicando! Questo breve aneddoto di Bruno Ferrero ci aiuta meglio a comprendere da dove parte la possibilità della misericordia e quindi dell’ecologia del cuore.

Era vicino l’inizio della stagione dei monsoni e un uomo assai vecchio scavava buchi nel suo giardino. «Cosa stai facendo?», gli chiesero. «Pianto alberi di mango», rispose. «Pensi di riuscire a mangiarne i frutti?». «No, io non vivrò abbastanza, ma gli alberi sì. Ho pensato che per tutta la vita ho gustato manghi piantati da altri. Questo è il modo di dimostrare la mia riconoscenza». L’uomo moderno s’indigna, protesta, si vendica, raramente ringrazia. Eppure tutto quello che abbiamo, lo dobbiamo a qualcuno. A partire dalla scoperta….. dalla Riconoscenza…. possiamo operare una vera ecologia del cuore… … e allora come scrive il Papa nell’Enciclica: -4-


“La vita eterna sarà una meraviglia condivisa, dove ogni creatura, luminosamente trasformata, occuperà il suo posto e avrà qualcosa da offrire ai poveri definitivamente liberati. Nell’attesa, ci uniamo per farci carico di questa casa che ci è stata affidata, sapendo che ciò che di buono vi è in essa verrà assunto nella festa del cielo. Insieme a tutte le creature, camminiamo su questa terra cercando Dio, perché «se il mondo ha un principio ed è stato creato, cerca chi lo ha creato, cerca chi gli ha dato inizio, colui che è il suo Creatore». Camminiamo cantando! Che le nostre lotte e la nostra preoccupazione per questo pianeta non ci tolgano la gioia della speranza. Dio, che ci chiama alla dedizione generosa e a dare tutto, ci offre le forze e la luce di cui abbiamo bisogno per andare avanti. Nel cuore di questo mondo rimane sempre presente il Signore della vita che ci ama tanto. Egli non ci abbandona, non ci lascia soli, perché si è unito definitivamente con la nostra terra, e il suo amore ci conduce sempre a trovare nuove strade. A Lui sia lode!”

il parroco don Giorgio

“Chiediamo al Signore questa grazia: che il nostro cuore diventi libero e luminoso, per godere la gioia dei figli di Dio” Papa Francesco

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L’AMORE NON HA CONFINI... (a cura di Marilena Brigadoi)

I ragazzi della catechesi di quinta elementare scrivono ai missionari predazzani… è la volta di don Bruno, missionario in Brasile...

(gli altri missionari nei prossimi bollettini )

Carissimo don Bruno, siamo un gruppo di catechesi di quinta elementare di Predazzo, il tuo paese. Le nostre catechiste ci hanno parlato un po’ di te e abbiamo visto alcune foto delle tue missioni di questi anni. Ci hanno incuriosito e abbiamo delle domande da farti: quanti anni hai? Quando hai iniziato a fare il missionario? Da quanto tempo sei in Brasile? com’ è il clima lì dove sei? Abbiamo letto che battezzi, ma dove? Abbiamo visto la foto della mensa con i bambini; cosa mangiano di solito? Come sono le famiglie? Numerose? Abbiamo visto che usavi la barca per spostarti; anche adesso? Che mezzo usi? C’ è un ospedale in ogni comunità? Funziona la scuola? Cosa fanno i bambini a scuola? E quando non hanno scuola cosa fanno i bambini? I bambini fanno la prima comunione? C’ è ancora la scuola pomeridiana? E quanti bambini ci vengono? Abbiamo letto che lì molti bambini vengono abbandonati; -6-


allora dove vivono e con chi? I bambini come noi fanno catechesi? Scusa se ti facciamo tutte queste domande, ma siamo curiosi; ti salutiamo e aspettiamo una tua risposta. Ti pensiamo quando recitiamo le nostre preghiere. Un caro e affettuoso saluto dai tuoi piccoli compaesani

Iris, Serena, Luca, Denis, Elena, Ilaria, Valentina, Giulia, Damiano, Elisa

Ps: ti mandiamo la nostra foto!! Siamo pochi perchè alcuni sono ammalati... caso mai la prossima volta te la mandiamo completa!! Un gruppo di catechesi di 5° elementare DON BRUNO RISPONDE... Cari piccoli compaesani, Iris, Serena, Luca, Denis, Elena, Ilaria, Valentina, Giulia, Damiano, Elisa... grazie della vostra lettera

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piena di domande e della foto; per fortuna in questi giorni sono in casa e quest’anno sono in un posto dove c’é la possibilitá di connettersi a internet nella scuola pubblica. Siccome so che voi siete piú abili di me nelle ricerche in internet, vi rimando a googel maps o altre fonti geografiche per localizzare il mio paesello attuale nella foresta: dovete cercare Pari Cachoeira, Amazonas per localizzare l’area. Normalmente mettono il bollino un po’ fuori zona, quindi dovete risalire verso nord circa 50 km dal punto indicato e ingrandire fin che si puó e vedrete che sono su un fiume, il rio Tiquié, non grandíssimo, e ci sono alcune costruzioni grandi e anche una pista di atterraggio del plotone di frontiera dell’esercito (siamo a 30 km dalla frontiera con la Colombia). Sono qui da poco piú di un mese, mentre fino all’anno scorso mi trovavo nella regione di Taracuá, a circa 200 km da qui. Adesso qui sono le 6 e mezza di pomeriggio; qui c’é ancora un’ora circa di luce solare, mentre da voi é notte (non solo perché lí da voi adesso é mezzanotte e mezza, ma anche se fossero le 6 e mezza del pomeriggio, lá sarebbe giá scuro perché siete in inverno...); qui praticamente non ci sono stagioni, e le giornate sono sempre con 12 ore di luce e 12 di notte, perché siamo all’equatore... Io sono in “braghe” corte e maniche di camicia; qui sono circa 28 gradi, come sempre piú o meno; al mattino rinfresca un po’ e arriva sui 22. Sono nella casa parrocchiale con un altro prete, p. Jackson, brasiliano. Qui non ci sono molti battesimi perché la popolazione non é molto numerosa, ma é piuttosto sparpagliata. Le famiglie sono un po’ piú grandi che in Italia, a volte ci sono 6 o 7 figli, ma ce ne sono anche di piú piccole. L’alimentazione normale della gente di qui é il bejú, una specie di tortello fatto con farina di manioca (túbero tipo una patata gigante e allungata): é il loro pane quotidiano; se possono mangiano insieme pesce o carne selvatica, e adesso alcuni hanno la possibilitá di comprare prodotti dei supermercati di San Gabriel, il capoluogo, ma sono molto cari per via della distanza. Siamo ancora in tempo di ferie della scuola; la previsione é che comincerá verso l’8 marzo, almeno dove c’é un collegio organizzato come qui; nelle piccole comunitá la scuola é molto precaria e a - 8-


volte non c’é l’insegnante o non c’é il numero sufficiente di alunni per attivarla … Come assistenza medica c’é solo un piccolo ambulatorio, con due infermieri e a volte un medico. Per casi un po’ seri solo nel capoluogo c’é un ospedale. Noi preti, insegnanti e infermieri, normalmente ci spostiamo con barche di alluminio con motore fuoribordo, che possono raggiungere i 50 km/h sui rettilinei del fiume; gli abitanti di qui hanno canoe di legno con motore “rabeta”, che fa circa 10 o 15 km all’ora. Per arrivare al capoluogo, dove ci sono gli uffici amministrativi, la banca, ecc., impiegano almeno 3 giorni. Qui dove opero io non conosco casi di bambini abbandonati, come ci sono in altre parti del Brasile. Anche da noi i bambini fanno la Comunione. Vengono seguiti nel loro cammino di preparazione da catechisti formati un paio di volte all’anno quando ho la possibilità di incontrarli. Ci sono anche i chierichetti. Non sono vestiti come voi, ma , ve lo posso assicurare, hanno lo stess o vostro sguardo” furbetto”. Vi mando alcune foto per avere un’idea del posto e della gente... ciao, pe. Bruno

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F E S TA D E L C O R P U S D O M I N I Gesù passa per le vie del paese... Il Corpus Domini (espressione latina che significa “Corpo del Signore”) è una delle principali solennità dell’anno liturgico della Chiesa. ¢∫

Nacque nel 1247 nella diocesi di Liegi, in Belgio, per celebrare la reale presenza di Cristo nell’Eucarestia

Pensate che Dio tragga qualche vantaggio dal vostro Amore? Siete voi che traete vantaggio amandolo… Riuscirete ad amare voi stessi, solo se amerete Dio con tutto il vostro essere! Sant’Agostino

Forti le parole di don Giorgio durante la Santa Messa del 7 giugno – celebrazione del Corpus Domini, durante l’omelia, sulla differenza tra Fede e Religione. Quante volte ci trasciniamo in chiesa per abitudine, per tradizione e quante volte invece ci andiamo felici di poter vivere quest’incontro con Gesù? Quante volte ci accostiamo ai Sacramenti perché si fa e si è sempre fatto e quante volte invece il nostro cuore partecipa veramente di quest’atto d’Amore che, una volta ancora, si rinnova per noi? Quanti “Gino” esistono oggi, che, come il bambino della storia raccontata da don Giorgio, torna a casa dalla mamma con gli occhi rossi di pianto, per aver constatato la solitudine di Gesù nel Tabernacolo? Quanti bambini ci sono oggi che entrano in Chiesa solo per stare un attimo vicino a Lui? E, prima ancora dei bambini, quanti di noi genitori lo fanno? Rifletto su queste parole mentre scorre la Processione e sono davvero incantata a guardare i bambini che spargono i petali di rosa davanti al passaggio di Gesù Eucaristia. Penso che sarebbe bello se le loro – e le nostre – vite fossero profumate da quei petali ogni giorno, se la carezza che stanno facendo a Gesù con quel gesto si potesse ripetere quotidianamente, realmente, lasciando a Lui il posto più importante nel cuore. Arrivati a “Piaza Piciola” ho assistito ad una scena che mi ha particolarmente commosso: don Giorgio ha affidato a Gesù, come agli altri altari, le famiglie, gli ammalati, gli anziani ed i bambini. Sul poggiolo di casa sua Giacomina “Canefia” – classe 1921 (non me ne vogliano lei o i figli per la citazione!) stava guardan- 10 -


do la processione e quando don Giorgio ha alzato l’Ostensorio verso di lei, si è fatta lentamente il segno della Croce… chissà se stava pensando ai Corpus Domini di quand’era giovane, a quanti ne ha visti o magari a tutt’altro! Ad ogni modo quel segno di croce tremante mi ha colpito, non meno dei bambini che spargevano i petali! Ed ho pensato che in questa società le fasi più importanti della vita sono considerate spesso materiale di scarto: i bambini e gli anziani.

Se riuscissimo a ricordarci del bambino che siamo stati, meravigliandoci per lo stupore e le infinite possibilità che gli occhi di un bimbo rivelano e se ci prendessimo il tempo di ascoltare gli anziani che abbiamo vicino, cogliendo la ricchezza enorme che possiedono, forse la nostra vita acquisterebbe un significato diverso!

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Silvia Dellagiacoma


UNA VOLTA SI PIANTAVANO LE TENDE... Riflessioni dal campeggio parrocchiale di Santa Giuliana di Levico …

Il giorno del viaggio a santa Giuliana ero molto emozionata e al mio arrivo mi è sembrato un gran bel posto per fare il campeggio. Era la prima volta che andavo in campeggio e mi sentivo un po’ a disagio, ma poi , rotto il ghiaccio, sono stata bene con tutti. I giochi proposti dagli animatori mi sono piaciuti molto e ho apprezzato molto anche i pasti cucinati dai nostri ottimi cuochi. L’unica cosa per me….troppa pasta! E tanto minestrone!!! Io ho vissuto questa settimana come una gran bella esperienza e ho capito che riesco a fare un sacco di cose anche da sola, senza mamma e papà. A casa mi hanno insegnato ad essere autonoma e questo mi ha facilitato non poco. Sicuramente il prossimo anno ci tornerò

Anna Martina ( III elementare )

Anche quest’anno noi di prima seconda e terza media, abbiamo partecipato al campeggio parrocchiale nella settimana che va dal 28 giugno al 5 luglio 2015. In questa settimana ci siamo divertiti molto, andando al lago di Levico e facendo moltissimi giochi divertenti assieme agli animatori, ma abbiamo anche trattato degli argomenti che erano legati alla storia di “Alice nel paese delle meraviglie” che era il tema di quest’anno. - 12 -


Alla sera prima di andare a dormire guardavamo a pezzi il film di Don Bosco che poi si ricollegava agli argomenti trattati nei dialoghi di gruppo, formati da 6-7 persone durante i quali facevamo delle piccole riflessioni. Ogni giorno, infatti, guardavamo una scenetta realizzata dagli animatori che metteva in evidenza sempre un tema differente: come mi voglio, superficialità e gioia di vivere, prepotenza e bullismo, razzismo, realtà o fantasia , fiducia. Tutto questo è stato accompagnato dalle brevi preghiere che Don Giorgio ci ha proposto. Io credo che tutto questo sia stato per noi molto istruttivo ma anche molto divertente.

Nicola Senettin ( III media )

Ci sono alcuni temi a me cari di cui vorrei parlare in questo articolo sul campeggio a Santa Giuliana di Levico, premettendo che, per quanto ogni anno possa sembrare sempre uguale e ripetitivo, a me riesce a regalare emozioni sempre nuove. Gioia: è stata la parola chiave di questa settimana, non solo perché era argomento centrale nelle preghiere e nei dialoghi. Gioia è quello che mi hanno trasmesso tutti i ragazzi che hanno partecipato a questo secondo turno. Con i ragazzi delle scuole medie non è di certo facile rapportarsi, vivono il periodo della preadolescenza e non sono affettuosi come lo sono, invece, i bambini delle elementari dove tutto è una scoperta. Il secondo turno predispone una certa scioltezza di argomenti, l’animatore è portato ad essere meno “figura materna” e più “amico”, cosa per nulla facile - 13 -


soprattutto per dei ragazzi giovani: sembra dare poche soddisfazioni a livello umano per chi lo vede da fuori. Invece è proprio questa la sfida che mi ha dato la gioia più grande: i ragazzi sono riusciti a ripagare tutti gli sforzi fatti da noi animatori nei mesi di preparazione; i giochi, i dialoghi e tutte le attività sono state affrontate con voglia di fare e di divertirsi, rendendo il campeggio ancora più bello e il ruolo di animatore sempre più appagante. Fiducia: punto fermo del ruolo dell’animatore. Si dà e si riceve fiducia, scambio vicendevole non solo tra educatori e ragazzi, ma soprattutto tra animatori adulti e giovani. Ho avuto la fortuna di avere due figure di riferimento che hanno dato il massimo per aiutare quelli più piccoli e che in questa settimana ci sono state molto vicine. Voglio ringraziarli per la fiducia riposta negli animatori giovani e in noi “piccole” adulte. Mi ha riempito il cuore di soddisfazione sapere che ci sono animatori adulti che ripongono le loro aspettative in noi giovani e che non ci considerano semplicemente dei ragazzacci, ma come don Bosco, ci prendono per mano e ci accompagnano in questo percorso di crescita che non finisce mai. Divertimento: penso che tutti in questa settimana si siano divertiti, anche grazie al bel gruppo di animatori che avevamo. Nove ragazzi di 17 e 18 anni sono riusciti ad insegnare, a me in primis, molte cose nuove sul ruolo dell’animatore, sull’amicizia e sul rapportarsi con i ragazzi. Vigili e presenti, hanno cercato di dare il meglio di loro durante tutta la settimana e nelle diverse attività. Essendo un gruppo così ristretto sono stati responsabilizzati molto nel loro ruolo, cosa che forse li ha aiutati a maturare. Sono un gruppo di ragazzi con il cuore d’oro, non voglio farli passare per angeli, sono e siamo pur sempre giovani e gli sbagli ci sono sempre. Ciò non toglie il fatto che sono degli animatori responsabili, capaci e con molta voglia di fare e di mettere a servizio del prossimo le proprie capacità. Parlando con i partecipanti al campeggio, ho colto in loro la felicità di aver avuto animatori così presenti, amichevoli e socievoli, che stavano continuamente in mezzo a loro e li integravano nei gruppi. In sei anni di campeggio come animatrice ho visto poche volte, forse mai, un gruppo così affiatato, ben distribuito ed eterogeneo di animatori e che comunque si compensasse a vicenda, dal più giocoso al più serio. Soddisfazione: alla fine della settimana, c’è l’arrivo dei genitori. Quel triste momento in cui capisci che la settimana è finita, che è ora di tornare a casa. L’animatore in quel momento capisce quanto ha dato ai ragazzi. All’inizio della settimana, quando arrivano, stanno tra di loro, a gruppetti piccoli. Alla fine fanno quasi a - 14 -


gara per salutare tutti gli animatori, per fare le firme su un foglio ricordo, per ringraziarli un’ultima volta. I saluti sono il momento che amo e che detesto di più. Amo vedere quei faccini felici che ti dicono “Oh sei una grande!”, “Grazie di tutto!”. Mi rattrista il fatto che devo lasciarli andare e tornare alla vita normale, nonostante io li veda tutti anche a casa. Il campeggio è una soddisfazione che si concretizza nell’ultimo giorno, quando nonostante la stanchezza, la consapevolezza che è la fine della settimana, la tristezza del lasciare tutti loro, ti senti soddisfatto di aver piantato un piccolo seme nel cuore di quei ragazzi, che prima o poi crescerà, li farà diventare giovani e poi adulti con una morale sana. Sono sicura che questi ragazzi, quando e se saranno a loro volta animatori, cercheranno di imitare gli animatori che avevano quando erano piccoli, come noi lo stiamo facendo con coloro che ci hanno anticipato. Si ricorderanno a distanza di anni di qual era l’animatrice che quella sera le ha fatte chiacchierare fino all’una e che le sgridava se alzavano troppo la voce; rideranno quando penseranno all’ultima notte del campeggio passata con gli animatori a giocare a carte. La soddisfazione c’è ogni volta che uno di loro mi incontra, mi saluta e mi sorride: sono fiera di essere un’animatrice perché aiuto questi ragazzi a crescere. “Qualche bambino e qualche ragazzo potrebbero incontrare te sulla loro strada, e potresti cambiarli, e loro potrebbero cambiare te!” Questi ragazzi crescono anche grazie a noi, ma noi cresciamo grazie a loro.

Giulia Piazzi ( animatrice 2° turno )

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Quest’anno ho voluto partecipare al campeggio di Santa Giuliana perché i miei amici me ne hanno tanto parlato. Le giornate iniziavano con la sveglia. La prima mattina non ero preparato ad un risveglio così brusco, ho sentito una musichetta buffa con il sax ( che strana ora per esercitarsi - ho pensato ! ) Subito dopo irruzione nella stanza ( che era la prima ) con coperchi e grida …( quasi un trauma…) Ma tutto sommato è stato divertente, tanto che per ben tre volte ho partecipato anch’io… Colazione , lavarsi i denti e poi… cominciava la giornata. I due giorni più belli sono stati quelli delle gite al lago dove abbiamo potuto fare il bagno. Sono rimasto molto colpito dall’entusiasmo e dall’organizzazione degli animatori che ogni giorno ci proponevano tanti giochi divertenti così che la settimana è volata. Spero di poter partecipare anche l’anno prossimo! Thomas Baldessari ( IV elementare )

CI CREDO O E’ UN PARCHEGGIO???

Il campeggio della parrocchia è terminato, e al rientro vari sono i commenti, sia dei ragazzi sia degli animatori giovani e ovviamente di quelli adulti. In questo semplice ragionamento lascio volutamente da parte il pensiero di don Giorgio, esprimo solamente il mio. Quello che qui ci interessa è la “valutazione” che i ragazzi portano nelle loro case. E’ abbastanza scontato che in riferimento ai giochi all’aper- 16 -


to o all’interno, alle passeggiate e bagni al lago, ai balli ecc. il livello di gradimento ( in generale) è elevato. E per fortuna che l’allegria non è mancata. Don Bosco a riguardo diceva: ”Noi facciamo consistere la santità nello stare molto allegri. Cerchiamo solo di evitare il peccato che ruba la gioia del cuore e la grazia di Dio”. Già,… non essere tristi. Ma è sufficiente giocare spensieratamente? E cosa intendiamo per “spensieratamente”, non pensare? No, è impossibile! Quel disagio, quell’arrabbiatura, quel rancorino, quel velo di tristezza, giocando forse lo accantono un attimo, ma non sparisce. Perché non lo riconosco. E allora non so neanche perché mi sfogo. devo incolpare qualcuno, il compagno di squadra o di stanza, o l’animatore o il genitore o… me stesso. Come fare allora? Che cosa fare? Ora chiamo in ballo i genitori, certo non generalizzo, uso il plurale anche se i casi si riducessero a uno soltanto. Come reagiamo noi genitori quando nostro figlio continua il resoconto della settimana raccontando un altro tipo di attività come preghiera, dialogo, riflessione? E magari ci può essere qualche ragazzino/a che, esagerando, ci racconta di continue preghiere e messe quotidiane a ogni ora del giorno e della sera. Qualcuno di questi ragazzini o ragazzine potrà pure aver detto “non ci vado più, si prega troppo” ma ciò che è triste è sapere che anche qualche genitore appoggia in questo il proprio figlio/a. A cosa servirà poi continuare a pregare? E’ meglio che giochino! Lo abbiamo detto prima, li “anestetizzo” per la durata del gioco e poi? Quello che ho dentro non sparisce, riaffiorano in modo latente gli stati d’animo descritti sopra e quindi dovrei continuare a giocare, ma poi questo gioco diventa monotono e quindi dovrei alzare l’intensità e di più e di più… Come nella vita. Proviamo a informarci su quali sono le cause di alcune dipendenze…. Non voglio essere tragico, i nostri ragazzi non sono sull’orlo di una crisi, anzi sono dei bei ragazzi, tutti, ma sono convinto che sia sicuramente molto utile imparare a fermarsi, fare silenzio e ascoltare parole di uno spessore diverso, farle proprie e farle lavorare dentro la propria testa, il proprio cuore, la propria anima. - 17 -


Dopo quattro giorni di campeggio, una mattina, in venti minuti di “deserto ”(da soli e in silenzio) ogni ragazzo individualmente doveva rispondere a tre domande in forma anonima scritte su di un foglio. Sono emersi stati d’animo inaspettati e molto profondi, intenzioni di preghiera molto particolareggiate per parenti e situazioni famigliari, voglia di cambiare interiormente ed esteriormente. Un lavoro bellissimo di introspezione. Come altri ne sono stati fatti. Tutte cose che i nostri ragazzi hanno dentro e cosi facendo imparano a riconoscere e, forse, gestire meglio. Di certo una settimana è pur sempre solo una settimana, ma da qualche parte bisogna pure iniziare e per fortuna che in molti casi è un continuare, per non vanificare l’educazione famigliare. Non sono di certo uno psicologo, ma per capire che queste attività migliorano, o per lo meno non peggiorano una persona, non ci vuole molto. Con il gioco solamente questi risultati non si ottengono, ne sono convinto. Per informazione, la sveglia era alle 8.00 e la buonanotte alle 22.00 quindi 14 ore. Oltre ai dialoghi, le “interminabili” ore di preghiera (angelus, benedizione dei pasti, preghiera della sera e s.messa, non sempre obbligatoria, ) occupavano dai 50 ai 60 minuti. Un quattordicesimo... troppo per un campeggio parrocchiale!?!?! Alessandro Felicetti (animatore 2° turno)

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GRAZIE

GESU’...

Gesù, spesso mi ricordo di parlare con te solo quando mi serve qualcosa, invece oggi è l’ultimo giorno del campeggio e se ripenso a questi giorni.. è giusto dirti Grazie!! Grazie per avermi fatto vivere questa esperienza! È stato proprio un mix: C’è stata soddisfazione, quando non mi sono lasciato affondare dalla frase “non ho voglia di fare questo”. Ci sono stati successi, quando ho trovato il coraggio di mettermi in gioco e superare la timidezza. Ci sono state anche le arrabbiature, perché perdendo la pazienza mi chiudevo in me invece di confrontarmi con i miei amici. Ci sono stati tanti sentimenti e sensazioni che non mi aspettavo e tutto ciò ha reso questa esperienza unica! Grazie per tutti gli amici, che conoscevo già e nuovi, con cui ho vissuto questa settimana; ma altri sono rimasti a casa, aiutami a portare un po’ di campeggio anche a loro. Spero di non dimenticare ogni momento, bello o brutto, perché tutti sono stati utili e spero di ricordarmi i “suggerimenti per vivere meglio” che ci hanno dato gli animatori; ma nella mia testolina non c’entra tutto, quindi... questo campeggio lo affido a te! Ridammelo un poco alla volta, nella vita di tutti i giorni, quando ne avrò più bisogno! GRAZIE !!! - 19 -


AL MASO SIMONOSTE Domenica 2 agosto abbiamo fatto una “ rimpatriata” di tutti noi giovani animatori ed adulti per vivere assieme ancora una volta una giornata di amicizia e allegria al maso “Simonoste “ nei pressi di Panchià. Abbiamo gustato una squisita polenta con leccornie varie… e abbiamo ricordato con simpatia e anche un po’ di nostalgia… i bei giorni trascorsi in campeggio! Oltre alla salubre aria di montagna abbiamo “respirato” anche un’atmosfera di grande cordialità, serenità ed amicizia che ha fatto bene ai polmoni e …anche al cuore. Il ritrovarci tutti assieme in questo modo rinforza la nostra unità e ci fa desiderare di continuare a “ donare un po’ del nostro tempo” ai nostri bambini e ragazzi anche oltre il campeggio…

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GIORNATA DELL’ANZIANO E DELL’AMMALATO La giornata dell’ammalato ed anziano organizzata domenica 5 luglio dal gruppo di Ospitalità Tridentina, si apre con la S.Messa nella nostra bella chiesa. Numerosa la partecipazione e molto sentita da tutti , anziani e ospiti della Casa S.Gaetano che, come ormai da diversi anni, si uniscono a tutta la comunità. Al momento dell’offertorio anche i doni portati all’altare hanno voluto sottolineare l’importanza della condivisione e della solidarietà. Il pane come nutrimento dell’anima e il vino simbolo del nostro vivere in amicizia ed unione. Il cero acceso affinchè illumini il nostro cammino e la carrozzella, per qualcuno compagna inseparabile, ma anche strumento prezioso che allevia la croce quotidiana. La Messa si è conclusa con

l’adorazione eucaristica seguita da un momento molto intenso: la processione col Santissimo e la benedizione di tutti i presenti. Dopo questo momento forte di spiritualità, ci siamo trasferiti al tendone, in località Baldiss, per gustare un ottimo pranzo, cucinato come sempre dal nostro bravo e generoso chef Renato Dassala. Tutto pronto: tavole allestite di giallo per l’occasione, come il bel sole che ci ha accompa-

gnato durante questa giornata e abbellite da un grazioso portatovaglioli con tanti fiori, dipinti con tanta bravura, dalla nostra Franca Gabrielli dal Pont. Non sono mancati i momenti poetici di Pina Cemin che, non potendo essere presente, ci ha donato le sue belle poesie. Anche Pina Gabrielli del Nanon ( classe 1922) ha recitato con salda memoria, una sim- 21 -


patica poesia sulle regioni di Italia. Tante chiacchiere, tanta allegria, tanta è la condivisione delle fatiche comuni nella quotidianità…Quel condividere che aiuta reciprocamente ad alleviare il fardello della vecchiaia, della malattia, della solitudine. Che bello vivere in un paese dove le persone credono ancora in questi valori : una buona parola, un abbraccio, un sorri-

so, perché…niente è scontato! Un grazie e un saluto speciale a tutti …. …ti regalo una buona parola che ti terrà compagnia. ...ti regalo un abbraccio: se avrai paura di darà coraggio, …ti regalo un sorriso perché, come un raggio di sole, ti riscaldi il cuore. Giuliana Bernard

Il gruppo di Ospitalita’ Tridentina sente il bisogno di ringraziare di cuore Lucia Felicetti che parecchi anni fa ha dato il via al loro gruppo e così si legge sul biglietto che le hanno inviato accompagnato da un bel mazzo di fiori : “Ogni inizio, ogni progetto è come scalare una montagna. E per far questo ci vuole sempre un capo cordata. Tanti anni fa è toccato a te dare il via all’Associazione Ospitalità Tridentina. Ora la cordata prosegue con l’intento di arrivare alla vetta della … solidarietà, dell’amicizia e dell’aiuto reciproco, percorrendo i sentieri della fede e dell’umiltà. A te cara Lucia, il nostro grazie di cuore, con un forte abbraccio da tutto il Gruppo di O.T. di Predazzo”

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UN GIORNO CON MARIA A tu per tu con una “mamma speciale”

UN GIORNO CON MARIA Sabato 18 luglio la nostra Parrocchia ha ospitato i laici della MIM ( Missione dell’Immacolata Mediatrice) per la realizzazione di un giorno d’istruzione e intercessione, basato sul messaggio di Fatima e animato dai Francescani dell’Immacolata. Come inizio della giornata vediamo una proiezione sulle apparizioni di Fatima di quasi un secolo fa, che ci ricorda la sofferenza di Maria per l’indifferenza verso Dio da parte dell’uomo e per la sua cattiveria.

Bello l’ingresso della Madonna di Fatima in piedi su un cuscino di fiori bianchi e la successiva Incoronazione, intenso poi il Santo Rosario con i misteri Gaudiosi e il canto delle Litanie. Durante l’omelia della Santa Messa abbiamo riflettuto sul motivo della profonda devozione mariana da parte dei cristiani. Un sacerdote del secolo scorso ha cercato a lungo le ragioni della devozione a Maria e ha trovato alcune risposte: all’uomo piace ciò che è puro e bello, senza contare che Maria rappresenta un accesso al Paradiso, ma non è sufficiente questo. Infatti è Cristo stesso che vive in ogni cristiano ed essendo pertanto noi un Suo prolungamento non possiamo evitare di amare colei che Lui ama come Madre e che in questo modo diventa madre di ciascuno di noi: Maria. Alla luce di questa consapevolezza assume un significato speciale una giornata come questa, durante la quale abbiamo affidato al Cuore Immacolato di Maria tutte le famiglie, - 23-


in particolare quelle in difficoltà, do tanti suoi figli a lei devoti, tantutti gli ammalati, nel corpo e nel- ti cuori sensibili e generosi, tante lo spirito, chiedendo la sua mater- mani tese ad aiutare il prossimo na intercessione per intenerire i o giunte in preghiera e tante vite, cuori più duri ed indifferenti. che nonostante inevitabili cadute Fa male immaginare una Ma- ed errori, vanno avanti sapendo donna in lacrime per il dilagare che non è questo il porto definidel Male nella nostra vita. Fa male tivo! E non voglio pensare ad un pensare ad una mamma sofferen- Padre pronto al castigo, ma piutte per gli errori dei suoi figli e pur- tosto in attesa dei suoi figli “biritroppo è una condizione frequente, chini” pronto a perdonarli nella oggi più che mai. Fa male pensare Sua infinita misericordia. a tanti giovani che gettano la loro E confidando nell’intercessione vita rincorrendo effimere, quanto di Maria e nell’inestinguibile padannose, false felicità. zienza di Dio, mi convinco che… ”infine il Cuore Immacolato di MaMa alla fine di questa giornaria trionferà! ta voglio pensare che sulle labbra della Madonna ci sia l’accenno di un sorriso, quando vede nel mon- Silvia Dellagiacoma

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Riflessione di una parrocchiana

E’ stato un momento di preghiera intensa: ho scoperto l’importanza della preghiera del cuore, continua, incessante anche in mezzo al tram tram quotidiano. L’importanza di sapersi affidare al cuore di Maria e Gesù: due cuori pieni di amore per ciascuno di noi e il sapersi aprire con la preghiera per tutti i bisogni della chiesa, delle singole persone del mondo intero! Grazie ai francescani e grazie a Maria che ha voluto essere fra noi! Luciana - 25 -


L a pa r ro c c h i a f e ste g g i a sa n G i a c o m o Anche quest’anno Predazzo ha voluto tener fede ai festeggiamenti per la “sagra” di San Giacomo. La Parrocchia ha preparato la festa con un triduo di preghiere e la vigilia, venerdì sera, la Corale Arcipretale ha offerto in chiesa un concerto vocale strumentale. La serata ha visto la partecipazione straordinaria dell’organista Paolo Oreni, che si esibisce a livello internazionale e che ha voluto essere presente per sottolineare il suo legame con Predazzo, luogo dove ha trascorso le molte estati fin da bambino insieme ai suoi famigliari. Il giorno successivo poi la banda ha dato la tradizionale “sveglia”, percorrendo le vie del paese ed arrivando poi ad accompagnare le persone che si recavano alla solenne celebrazione delle ore 10.00. Qui il clima è divenuto “spirituale” e ben sedici sacerdoti hanno concelebrato la Messa presieduta da don Mattia Vanzo, sacerdote novello della vicina parrocchia di Moena.erano presenti don Donato Vanzetta che ha celebrato i 60 anni di ordinazione sacerdotale, seguito da don Pierino Dellantonio con 55 anni; presenti pure don Bruno e don Daniele Morandini che ricordavano i 20 anni di ordinazione. Il tutto sotto l’abile “regia” del parroco don Giorgio. Oltre ai sacerdoti predazzani ed a quelli del decanato, sono stati invitati anche gli “ex cappellani” don Paolo Baldessari e don Alessandro Lutteri che hanno fatto tornare alla mente di coloro che li hanno incontrati ricordi e aneddoti di cinquant’anni fa. Purtroppo non ha potuto essere presente per impegni don Luigi Giovannini, già parroco di Predazzo, con i suoi 25 anni di ministero sacerdotale. Alla Messa è seguito il concertino della banda civica ed il riconoscimento da parte dell’Amministrazione comunale a Lucia Felicetti, Claudio Croce e Mario Felicetti. L’appuntamento è per il 2016, senza dimenticare la ricorrenza dei patroni Ss. Filippo e Giacomo il 3 maggio.

Marco Dellagiacoma

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RISONANZA...

Questo ho pensato alla S. Messa in onore del nostro Patrono S. Giacomo, sabato 25 luglio. Celebra il sacerdote novello don Mattia Vanzo, ricordando gli anniversari di ordinazione dei nostri sacerdoti. Don Mattia inizia dichiarando che è stato un rischio affidare a lui, giovane prete di poca esperienza, quest’incarico, ma sente il sostegno di tanti sacerdoti di “lungo corso”. Molto profonda la sua omelia, in cui con umiltà riconosce le difficoltà che si incontrano nel manifestare la propria Fede. Del resto siamo uomini, fragili vasi di creta in cui Dio, nostro Padre, custodisce la Sua Verità profonda, l’Amore! Dobbiamo però sforzarci di accogliere questo tesoro prezioso che portiamo dentro e, rendendo grazie, portarlo agli altri. Nel ricordare tutti i sacerdoti presenti, che tanti anni hanno dedicato a rendere concreta la Fede all’interno delle Comunità in cui hanno operato, invita tutti a non dimenticare che, come scrive S. Paolo “CREDIAMO PERCIO’ PARLIAMO!”. Ma il nostro servizio non deve limitarsi alle parole, la preghiera deve convivere in armonia con il dono di sè concreto ed operoso, ognuno seconda la propria vocazione. Smettiamola di cedere alla tentazione di facili critiche e dannosi - 27 -

Preghiamo per l’intercessione di Santa Maria Maddalena nella prima delle giornate di questo Triduo, in preparazione alla Celebrazione del Patrono della nostra Parrocchia S. Giacomo. Secondo il Vangelo di Giovanni lei divenne la prima annunciatrice della resurrezione, meritando in seguito il titolo di “apostola degli apostoli” e di “evangelista” in qualità di prima annunciatrice della buona notizia. Si rende conto di trovarsi al cospetto di Gesù quando Lui, dopo averle chiesto perché piangesse, la chiama per nome. Ed il suo grido “Rabbunì” (maestro buono) indica tutta la gioia e devozione di Maria Maddalena! Santa Brigida di Svezia (1303 – 1373), religiosa e mistica svedese, fondatrice dell’Ordine del Santissimo Salvatore, accompagna la nostra preghiera il giorno seguente. Fu proclamata Santa da papa Bonifacio IX nel 1391 e patrona d’Europa da San Giovanni Paolo XX nel 1999. Meditiamo la sua riflessione sulla Passione recitando il Rosario. L’ultimo giorno del Triduo entriamo in Comunione con S. Charbel Makhlouf (1828 – 1898), monaco e presbitero libanese, proclamato santo da Paolo VI nel 1977; viene definito il “Padre Pio” del Libano. Ricordiamo anche S. Cristina di Bolsena che fu martirizzata sotto l’imperatore Diocleziano, intorno all'anno 304


mormorii e, con l’intercessione di S. Giacomo Apostolo, preghiamo per tutti noi, sacerdoti e non, in Comunione del nostro essere tutti fratelli, figli dello stesso Padre. La Chiesa siamo noi e come don Mattia ha ammesso di sentirsi a volte “piccolo”, così come addirittura Papa Francesco ha dichiarato di non sentirsi migliore di nessun altro, anche noi possiamo e dobbiamo riconoscere di essere fragili e peccatori, ma guardando la Croce troviamo SEMPRE un solido sostegno alle nostre insicurezze: la Croce infatti ci dice TUTTO L’AMORE DI DIO PER NOI! Gli Anniversari: 60 anni – don Donato Vanzetta 55 anni – don Pierino Dellantonio 20 anni – don Bruno e don Daniele Morandini 25 anni – don Luigi Giovannini, già nostro Parroco 50 anni – don Alessandro Lutteri già nostro Cappellano 51 anni – don Paolo Baldessari e don Benito Paoli

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Ricordi che affiorano... Con grande gioia festeggiamo i 50 anni di messa di don Sandro, e 51 di don Paolo e don Benito, cappellani qui a Predazzo diversi anni fa … A loro va il nostro grazie riconoscente per gli anni vissuti insieme e per i valori che ci hanno lasciato. Noi, allora giovani, in particolare con don Sandro abbiamo condiviso esperienze importanti e momenti ricreativi. Primo ricordo che riaffiora è in occasione dell’alluvione del 1966 quando curiosi guardavamo il Travignolo ingrossarsi sempre di più e ci siamo sentiti chiamare: era don Sandro “ Venite con me, c’è bisogno di aiuto al Fol, il rivo ha portato detriti che hanno riempito le case, dobbiamo darci da fare” Senza pensarci siamo corsi subito e poi vari gruppi sono stati mandati nei punti del paese più toccati. - 29 -


Questa è stata la prima volta che abbiamo capito l’importanza di condividere momenti drammatici e metterci a servizio degli altri che poi negli anni ha visto proseguire e procedere questo impegno. Oggi si direbbe “ Sono gli angeli bianchi …” Altri ricordi infiniti: le prime volte per noi dei colloqui a tu per tu, le gite in montagna, le allegre serate tra canti , chiacchiere e discorsi seri, le castagnate all’oratorio, gli incontri di formazione, i saluti prima di partire per la naia, la visita con gli amici per il giuramento …e tanti altri. Ma memorabile è rimasta per noi quella volta che ci ha prestato la macchina per andare a Fedaia. Era una vecchia 600 grigia che don Sandro e don Paolo condividevano insieme e in inverno coprivano il motore con una vecchia coperta per evitare che si congelasse. Presa in consegna la macchina siamo partiti tutti gasati! Ma sulla diretta di Moena vediamo uscire fumo dal cofano: sempre di più sempre di più. Spaventatissimi e agitati ci siamo messi a lato della strada e abbiamo fatto la scoperta: la coperta andata in fumo per il surriscaldamento del motore…per fortuna il pericolo era scongiurato e noi abbiamo potuto riprendere l’itinerario previsto e riconsegnare a sera la macchina sana e salva!!! La coperta …quella no!!! Grazie, veramente grazie perché come diceva don Sandro, il primo posto non si scorda mai e noi possiamo ben dire: le prime esperienze con un cappellano giovane sono rimaste nel profondo! Livio e Carlo - 30 -


Da a l c u n i pa r ro c c h i a n i …

Ricordo ancora come fosse ieri quel giorno del lontano giugno 1980 quando nel campeggio estivo dei chierichetti, don Tarcisio, allora giovane cappellano di Predazzo, annunciò a noi animatori e tutto il gruppo dei chierichetti (ben 40) che alcuni di questi ragazzi sarebbe entrato in seminario l’anno seguente. Fra questi anche Daniele e Bruno che oggi festeggiamo nel loro 20 anniversario di messa. La stessa commozione e trepidazione di allora si rinnova oggi ripensando con riconoscenza ed emozione al cammino di questi nostri cari compaesani. Quando tornavano in paese per le vacanze mi tenevo sempre informata sul loro percorso: scuole secondarie, teologia…. La gioia e la serenità che traspariva dai loro volti mi faceva capire che quella era proprio la loro strada e nel mio cuore gioivo e pregavo… E poi quel 2 luglio 1995 la loro prima messa nella stessa chiesa dove erano stati battezzati e avevano ricevuto i sacramenti , quella chiesa che sicuramente avrà raccolto momenti di gioia e forse anche di dubbio o sconforto. E’ stata una festa di paese sentita da tutti: grandi e piccini E poi via a compiere il loro ministero sacerdotale con entusiasmo e fervore per strade diverse, ma con un unico desiderio nel cuore: portare a tutti l’amore di Cristo “gridando” con la vita quanto sia bello vivere per Gesù e farlo conoscere a tutti. - 31 -


Don Daniele, prima cappellano a Trento e poi parroco apprezzatissimo ad Aldeno ed ora a Borgo. Don Bruno, prima cappellano a Rovereto e poi missionario in Bolivia ed ora in Brasile. GRAZIE don Bruno e don Daniele: la vostra gioiosa testimonianza sia un “ seme “ che possa attecchire nel cuore di altri giovani predazzani perchè con generosità sappiano scommettere la propria vita su Gesù. ,,, Don Donato Vanzetta, figlio di Simone e Taufer Orsola, nasce a Ziano di Fiemme il 22 marzo 1929. Entra in seminario all’età di 12 anni circa, prima a Predazzo e poi a Trento. Nel 1948 va a studiare a Roma e in occasione dell’Anno Santo del 1950, grazie alla padronanza della lingua tedesca, fa da guida turistica in città. Vi rimane per 7 anni e il 10 ottobre 1955 viene ordinato sacerdote nella Chiesa del Collegio Germanico Ungarico e il giorno seguente celebrerà la sua prima S.Messa alla tomba di S.Ceciclia in Trastevere. Nel giungo del 1956 torna a Ziano di Fiemme e celebra la prima Messa fra la sua gente. Dal 1956 al 1966 è insegnante e vicedirettore nel Seminario Maggiore di Trento. - 32 -


In seguito sarà cappellano in Folgaria fino al 1969. Dal 1970 al 1981 è Parroco a Canazei e successivamente sarà parroco a Cogolo, Celentino e Celledizzo in Val di Sole fino al 4 ottobre 2002. La sua ultima destinazione è stata Varena fino al giugno 2011, da allora per motivi di salute è ospite autosufficiente nella casa di Riposo San Gaetano di Predazzo, dove tuttora presta generosamente la sua collaborazione alla parrocchia.

Quando vedo don Donato aggirarsi per le strade di Predazzo con il suo immancabile ombrello e la sua inseparabile borsa mi trasmette un senso di umiltà e di essenzialità. Anche quando celebra la santa messa con grande raccoglimento e profondità mi aiuta a sentire e vivere il grande dono dell’Eucaristia nella giusta dimensione. GRAZIE don Donato!

"Dopo aver dedicato il suo ministero sacerdotale in varie parrocchie del Trentino, don Pierino ha concluso la sua attività nella parrocchia di Segonzano. Ora si è ritirato a Predazzo, collaborando in parrocchia con don Giorgio quando la salute glielo permette."

Un ricordo particolare, con un grande GRAZIE va a don Gigi ripensando ai suoi 25 anni di ordinazione sacerdotale. Un grazie per quanto ha fatto nei suoi otto anni di permenenza a Predazzo con giovani e meno giovani, ammalati e anziani. Gli auguriamo tanto bene nella sua parrocchia di San Giuseppe a Rovereto e nei suoi molteplici impegni a livello diocesano.

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P R E G H I E R A E A M I C I Z I A A TA I Z E ’ Esperienza di un nostro giovane parrocchiano

FONDANDO LA COMUNITÀ DI TAIZÉ, FRÈRE ROGER CERCÒ DI APRIRE DELLE VIE PER GUARIRE LE LACERAZIONI TRA CRISTIANI E, ATTRAVERSO UNA RICONCILIAZIONE DEI CRISTIANI, SUPERARE DEI CONFLITTI NELL’UMANITÀ

Il 19 luglio sono partito da Piazza Dante a Trento, insieme a don Gigi e altri tre sacerdoti e ad una cinquantina di ragazzi, alla volta di Taizè, un piccolo villaggio francese che ospita la Comunità voluta e creata da Frère Roger, con lo scopo di FAR INCONTRARE I GIOVANI CON DIO E DI FAR INCONTRARE TUTTI I CRISTIANI TRA DI LORO. E’ stata una settimana meravigliosa, un’esperienza che mi ha coinvolto profondamente: poter conoscere ragazzi di tutto il mondo, partecipare agli incontri biblici con i gruppi internazionali, la preghiera di 45 minuti 3 volte al giorno in una chiesa, che, pur gremita di giovani, era avvolta da un grande silenzio! Quante emozioni in

soli sette giorni! Bella anche la possibilità che abbiamo avuto di parlare inglese – la lingua “ufficiale” del campo – e tedesco, sforzandoci di dare il meglio delle nostre competenze. Mi sono piaciute molto anche le passeggiate nella campagna francese che, seppur brulla dal caldo, in simpatica compagnia risultava quasi bella. Consiglio a tutti i ragazzi un’esperienza di questo tipo, perché si respira un clima di amicizia con gli altri partecipanti e soprattutto con Dio! Ringrazio con tutto il cuore don Gigi e don Paolo che mi hanno proposto questo viaggio e attendo impaziente l’estate prossima per ripeterlo. Michele Bernardi - 34 -


bellamonte

5 agosto : Celebrazione solenne in onore della Madonna della neve Anche noi abbiamo la nostra Chiesetta di Santa Maria della Neve, voluta e costruita dai contadini di Fiemme, benedetta nel 1722. Sull’altare barocco spicca una bella pala di Giuseppe Alberti, che rappresenta la Madonna dell’Aiuto con i santi Eliseo, Cosma e Damiano e Antonio da Padova, mentre sulle pareti sono appese tele di pittori fiemmesi. Curiosa di sapere come venisse celebrata un tempo la festività della Madonna della Neve contatto Rinaldo Varesco, certa di trovare risposta alla mie domande. Mi racconta che la Chiesa di Bellamonte era un piccolo Santuario della Valle di Fiemme e che una volta le sue pareti erano foderate di quadretti per grazia ricevuta. Per la festa della Madonna della Neve scendevano da Viezzena e Caorina i “siegadori” e le “resteladore” e acquistavano frutta dal carretto che arrivava dal paese. La sera si faceva anche baldoria e, ricorda Rinaldo, bastava un “orghenet” per far ballare tutto il paese in allegria! Bisogna anche tenere presente che, per ordinanza della Comunità, a Bellamonte non si poteva falciare fino al 25 luglio, festa del Patrono di Predazzo, e a partire da quel giorno arrivavano contadini da tutta la valle per iniziare lo sfalcio, quindi i primi di agosto Bellamonte era pieno di vita. Durante l’anno salivano da Predazzo i cappellani a celebrare la Santa Messa, a volte anche a piedi, e la Messa non mancava nemmeno in inverno, seppur celebrata in una chiesa gelida. - 35 -

Madonna della Neve è uno degli appellativi con cui la Chiesa Cattolica venera Maria e la sua memoria liturgica cade il 5 agosto . In memoria della miracolosa apparizione mariana la Chiesa ha eretto in Roma la Basilica di Santa Maria Maggiore. Tradizione narra che, nel IV secolo, sotto il pontificato di papa Liberio, un nobile e ricco patrizio romano di nome Giovanni insieme alla nobile moglie, non avendo figli decisero di offrire i propri beni alla Santa Vergine per la costruzione di una chiesa a lei dedicata. La Madonna apprezzò il loro desiderio e apparve in sogno ai coniugi la notte fra il 4 e il 5 agosto, indicando con un miracolo il luogo dove sarebbe sorta la chiesa. La mattina seguente i coniugi romani si recarono dal papa per raccontare il sogno fatto da entrambi, anche il papa aveva fatto lo stesso sogno e si recarono sul posto indicato, il Colle Esquilino, che fu trovato coperto di neve in piena estate. Il pontefice tracciò il perimetro della nuova chiesa seguendo la superficie del terreno innevato e fece costruire l’edificio sacro a spese dei nobili coniugi.


Alla fine della chiaccherata Rinaldo mi racconta che negli anni ’30 era solito trascorrere la villeggiatura a Bellamonte un prete di Ziano di Fiemme, di cui non ricorda il nome; avrebbe voluto che il bimbo Rinaldo gli desse una mano a servire la messa, ma il latino rappresentava un ostacolo! Torniamo ad oggi… quest’anno la passeggiata a piedi da Predazzo a Bellamonte con la recita del Rosario, la S. Messa successiva, sono stati inseriti nel calendario delle uscite del GREST. Silvia Dellagiacoma

Maria, donna dell’azione, fa’ che le nostre mani e i nostri piedi si muovano in fretta verso gli altri, per portare la carità e l’amore del tuo Figlio Gesù, per portare, come te, nel mondo, la luce del Vangelo. Papa Francesco - 36 -


SI N DO N E : u n m i ste ro c h e c i a i u ta a p r e g a r e . La Sindone di Torino , nota anche come Santa o Sacra Sindone, è un lenzuolo di lino conservato nel duomo di Torino sul quale è visibile l’immagine di un uomo che porta segni interpretati come dovuti a maltrattamenti e torture compatibili con quelli descritti nei vangeli circa la Passione di Cristo. La Tradizione cristiana identifica l’Uomo della Sindone con Gesù e il lenzuolo con quello usato per avvolgerne il corpo nel sepolcro.

Padre Antonio Atzeni, cappellano della Scuola Alpina Guardia di Finanza di Predazzo, avendo approfondito attraverso studi specifici la Sindone, ha dato la disponibilità di esporre nella chiesa parrocchiale di Predazzo nel periodo estivo, una copia della Sindone originale conservata a Torino. Questo ha dato la possibilità a tutti, valligiani e turisti, di potersi soffermare in preghiera davanti a questa preziosa e misteriosa “immagine”.

Riflessioni di alcune parrocchiane ….

Cosa mi ha detto la Sindone? Mi ha chiarito in modo “ GRANDIOSO” il significato dell’amore totale, disinteressato, misericordioso e salvifico di Gesù, ed è scaturito in me un forte sentimento di rendimento di grazie, di riconoscenza profonda a quel Gesù che attraverso una sofferenza umana “ atroce” e consapevole mi ha aperto le porte della salvezza eterna e che mi sta accompagnando giorno dopo giorno all’incontro più importante. A me riconoscere in ogni avvenimento la sua presenza piena dell’amore di cui Lui solo è capace. Luciana - 37 -


Mi sono fermata un giorno a meditare davanti alla sacra Sindone e ho fatto questa personalissima riflessione : “ La sofferenza di Gesù deve essere stata immane sia fisicamente che psicologicamente. Fino a che punto e “perché” io sarei in grado di accettare una microscopica parte di questa sofferenza ? Non lo so….ma ho ringraziato di gran lunga Gesù per questo atto di amore enorme per ciascuno di noi! Come non credere alla salvezza aperta ad ogni creatura, come è possibile non sentire Gesù accanto a noi ogni momento dopo questa testimonianza d’amore così estrema? Un grande GRAZIE a chi mi ha permesso di fare queste riflessioni che aiutano la mia vita nel quotidiano A.B.

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GREST

PA R R O C C H I A L E

Diario di bordo …. - a cura di Graziano Melis -

14 luglio 2015 - Paneveggio -

Alle otto di mattina, puntuali come orologi svizzeri, eccoci pronti in attesa della nostra corriera. Non siamo in tanti, (sono finiti i tempi dei numeri a tre cifre e anche quelli che terminano in “anta”) siamo solo 24 divisi esattamente a metà tra adulti e ragazzi, ma non per questo demotivati. A Paneveggio, dopo aver attraversato il suggestivo “ponte tibetano” abbiamo affidato a Maria la nostra giornata e ricordato al Signore il nostro amico Fiorenzo che proprio li è tornato alla casa del Padre…. Abbiamo ammirato splendidi scorci panoramici e, giunti alla “Scofa”, apprezzato la squisita ospitalità di Nicoletta. Tra una chiacchiera e l’altra ci siamo dati appuntamento al prossimo martedì che sarà sicuramente più impegnativo e speriamo… più partecipato. - 39-


21 luglio 2015

- Passo Falzarego Gallerie del Lagazuoi -

La meta è lontana e partiamo presto ( 7.30 ) , per molti era … prestissimo!!! Il richiamo delle suggestive gallerie del Lagazuoi ha fatto arrivare qualche nuovo e coraggioso escursionista (siamo 33). Alle 9 e 20 il “ serpente” già si snoda con ordine lungo il sentiero nr. 402 . Dopo aver saggiato la resistenza del cavo d’acciaio ben ancorato alla fredda roccia , la sosta d’obbligo per rivolgere il nostro saluto a Maria Mentre si indossano casco e pila frontale prima di inoltraci nella stretta, buia e faticosa galleria che ci porterà in cima al Piccolo Lagazuoi, Paola, una partecipante alla gita, ci “illumina” con alcune notizie storiche riguardanti le vicende belliche del posto La galleria, unica nel suo genere, rischiarata solo per brevi tratti dalle poche spettacolari finestre scavate nella roccia, permette di “toccare con mano” l’enorme sofferenza e lavoro sopportato dalle truppe, dei due opposti schieramenti, nella Guerra delle Dolomiti. - 40 -


Penso a quanti giovani in questi luoghi hanno terminato la loro breve esistenza terrena, ed in silenzio, nel buio, dal cuore nasce per loro un “requiem”…. A mezzogiorno, puntuali, giungiamo alla meta dove iniziano le operazioni di alleggerimento dello zaino e di controllo della consistenza dei viveri…. Ammirato lo stupendo panorama a 360° iniziamo la lunga discesa … per il rientro. Ho visto visi soddisfatti anche se negli ultimi minuti di percorso ci siamo fatti sorprendere da un improvviso e rinfrescante acquazzone. 28 luglio

- Passo Fedaia

Pian dei Fiacconi -

Il nostro abbigliamento di oggi è, a dir poco , non consono per l’ occasione…. Andiamo a far visita alla regina delle Dolomiti e dovrebbe esser - 41 -


d’ obbligo giacca e cravatta, o quantomeno un vestito decoroso e invece…. zaino in spalla e poche chiacchiere. Per raggiungere Col del Bous bisogna risparmiare fiato e energie, ma noi siamo coraggiosi e la salita non è certo un problema, ma anche i più loquaci ben presto cominciano a limitare le parole. Col de Bòus: è la parete che si trova sulla destra di chi sale verso il Pian dei Fiacconi; raggiunta la forcelletta, prima ancora di aprire gli zaini, in cerchio , rendiamo i nostri omaggi alla vera Regina, Maria e ricordiamo nella preghiera il papà della nostra nuova amica Fransisca…

I più arditi e temprati decidono di proseguire per Pian dei Fiacconi per salutare un amico di donGiorgio ; ci raggiungeranno più tardi…. Noi intanto, con molta cautela,iniziamo la discesa per raggiungere le “marmitte” . Qui finalmente , mettiamo gli zaini a terra e iniziamo la fase di” alleggerimento”! Dopo breve sosta attraversiamo la conca della Ciamorciaia, sotto il Col da Baranciè e con un congruo anticipo raggiungiamo la meta fissata per il ritorno. Finalmente si riposa! E no, dopo un Pater, Ave e Gloria di ringraziamento…. decidiamo di proseguire il cammino fino a Penia! - 42 -


5 agosto

- Bellamonte -

Già di prima mattina la giornata si presentava splendida e la mia preoccupazione era su come poter gestire al meglio il gran numero di Grestini che potevano partecipare all’escursione – pellegrinaggio… All’ orario stabilito la piazza era pressoché vuota!!! Dopo ulteriore e vana attesa siamo partiti... 12 persone. Cammin facendo, con gli aggregati, abbiamo raggiunto il considerevole numero di 21 persone ( ben 5 ragazzi e 16 adulti di cui 6 turisti)! La chiesetta di Bellamonte era comunque gremita di fedeli. In chiesa abbiamo recitato l’ultima decina del Rosario e partecipato con devozione alla S. Messa in onore della Madonna della Neve, patrona del borgo. Nel “viaggio” di ritorno il gruppo si era notevolmente ridotto tanto che, per il tratto a venire, in considerazione anche della mia età, forse, prenderò la decisione di organizzare un GREST esclusivamente Geriatrico… 11 agosto

- Passo Olcini Pietralba -

Di quello che era il Grest anni fa, in considerazione della partecipazione, non c’è neppure una parvenza, ma per Pietralba, abbiamo utilizzato i posti in corriera a nostra disposizione: 46 persone ( 20 adulti e 16 tra ragazzi e bambini). La “ passeggiata” è gradevole ed il tempo ideale. Dopo breve tragitto una sosta per ricompattare il gruppo e per la recita dell’Angelus…. Ancora mezz’ora di cammino e con deviazione strategica facciamo visita - 43 -


all’unico punto di ristoro in quella zona. “La Veccia”. Nel pomeriggio abbiamo onorato la Madonna partecipando alla Santa Messa. 18 Agosto

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Cava delle Bore

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conclusione

Come previsto alle otto “tutti” in piazza … In quattro e quattr’otto eravamo pronti per l’ultima uscita del Grest 2015. Sì, proprio in quattro e quattr’otto: quattro adulti e quattro ragazzi! Non ci siamo persi d’animo e abbiamo portato a termine quanto programmato. Bello e interessante il percorso della “Cava delle Bore” che dalle vicinanze della Casetta Boscampo porta fino alla strada forestale in prossimità della “Casetta Cece” e tranquilla e rilassante la sosta presso il Laghetto delle Piaie… Alle 12 “affrontavamo” già il sentiero di ritorno ed eravamo in piazza, al punto di partenza, quando l’orologio del campanile segnava le 13.30. L’uscita di oggi era l’ultima del Grest 2015 …speriamo non sia anche dell’ultima del…GREST. Il Grest è bello perché... … ci siamo divertiti…!!!

Martedì 14 luglio, alla baita di Filippo abbiamo ballato con la sua fisarmonica ed era bello guardarlo suonare! - 44 -


Il 21 luglio abbiamo fatto una gita piuttosto faticosa ma piena di emozione, con un panorama meraviglioso dai fori delle gallerie del Lagazuoi ed un pensiero è andato ai soldati e alle loro tribolazioni durante la Seconda Guerra Mondiale… La settimana dopo, viaggiando in pullman verso Passo Fedaia ho “chiacchierato” in inglese con alcuni turisti e mi sono sentito proprio importante! Poi, lungo la salita, durante le tante pause, abbiamo chiacchierato con simpatia! Mercoledì 5 agosto abbiamo partecipato alla Messa in onore della Madonna della Neve, dopo aver raggiunto Bellamonte a piedi; abbiamo pregato la Madonna per chi non c’è più, per chi soffre e per tutti noi! Martedì 11 agosto tradizionale pellegrinaggio a Pietralba; nel parco giochi mi sono divertito molto a giocare con gli altri ragazzi alla “guerra dei bastoni”. Alla Santa Messa abbiamo visto servire dei “nuovi futuri” chierichetti! Abbiamo finito quest’estate di Gr.Est. con la passeggiata la laghetto delle Piaie, dove è stato bello costruire una diga con Filippo e Giacomo (non i nostri patroni!!) ed Andrea. Nel bosco abbiamo trovato anche un cartello con scritto “Ascolta il silenzio…. “ e ocio alla rasa!!” Grazie a Graziano, ai due Silvano e a quanti si preoccupano di regalarci questi bei momenti! Vi aspettiamo un altr’anno perché…. È bello!!!! Francesco Bernardi

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NON SOLO... D’INVERNO Momenti di gioco e condivisione all’oratorio

L’esperienza positiva della scorsa estate ci ha dato l’occasione e il coraggio di proporre, anche per quest’anno, l’oratorio estivo: 2 giorni alla settimana per 4 settimane, prolungando così il clima di amicizia vissuto al campeggio di Santa Giuliana. Dopo alcuni incontri tra noi “ improvvisati animatori” abbiamo cercato di stilare un programma per svolgere al meglio le attività e tenere in allegra compagnia bambini e ragazzi. Così si è pensato di formare due gruppi: uno dedicato ai lavoretti manuali gestito per lo più da mamme e nonne, l’altro invece, gestito da papà e giovani , con proposte di giochi all’esterno. Grande è stata l’adesione da parte dei bambini e ragazzi che hanno partecipato con molto entusiasmo. Una media di 40 elementi a pomeriggio. Ci si ritrovava all’oratorio alle 14,30 e, dopo un “benvenuto” organizzato a cerchio in cui ognuno diceva il proprio nome con aggiunta di un “bang” a sorpresa, ci si divideva nei gruppi di lavoro o gioco fino all’arrivo di don Giorgio per un breve - 46 -


momento di preghiera e riflessione, senza mancare poi, la gustosa merenda condivisa in un clima di semplicità e amicizia. I” ragazzi animatori” sono stati bravissimi! Hanno dato tutto loro stessi!

Nonostante la temperatura esterna molto elevata( 35°) hanno sempre proposto giochi coinvolgendo i bambini che erano sempre e comunque sorvegliati da persone adulte. Gioco sì…ma in piena sicurezza! Non di meno sono state le animatrici del gruppo “lavoretti”. Tante idee da realizzare con pochi e semplici materiali riciclati ma con tanta pazienza, dedizione e volontà. Non vi dico che “capolavori”!!! Era bello vedere tornare a casa i bambini felici, soddisfatti e orgogliosi del loro operato. Quest’anno poi, la disponibilità di una mamma musicista, ha permesso ad alcuni bambini/e di prendere qualche lezione di chitarra. Il tempo è stato dalla nostra parte. - 47 -


Giornate di sole che ci hanno permesso di stare molto all’aria aperta. Anche l’ultimo giorno, abbiamo giocato e gareggiato ma solo con lo scopo di stare insieme. Con la parola costruita EC.CO.MI. ognuno portava un po’ di se stesso da condividere con gli altri e formare un unico gruppo unito nella gioia e nell’amicizia. Un saluto e un GRAZIE ai giovani animatori, don Giorgio e a tutti gli adulti che si sono messi in “ gioco” E un particolare ringraziamento va ai bambini che, con la loro spontaneità, semplicità e voglia di giocare, ci hanno fatto trascorrere giornate meravigliose . Giornate in cui, noi adulti, abbiamo anche potuto sperimentare la conoscenza, il rispetto, l’amicizia tra noi, valorizzare i propri e altrui talenti e migliorare nelle nostre mancanze. Tutti possiamo fare qualcosa in queste occasioni! Un aiuto nella merenda… sistemare le sale…fare sorveglianza o semplicemente giocare con i bambini… Più siamo, più ci divertiamo ….noi lo abbiamo sperimentato! Camilla e Angela

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A B

C ...

I COMPITI SONO QUI

Gruppi compiti delle vacanze all’oratorio

Non avendo compiti estivi da fare, ci è sorta la domanda… Cosa possiamo fare quest’estate? E quasi per gioco è nata l’idea di aiutare i bambini a svolgere i compiti delle vacanze. Sappiamo quanto possano essere pesanti e noiosi sia per loro che per i genitori, specialmente quelli che lavorano, così si è pensato…perché non assieme?

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Inizialmente non eravamo molto convinte di portare avanti questo progetto, nè tanto meno di portarlo a termine, ma grazie alla disponibilità dei locali da parte di don Giorgio e del sostegno di mamma Katia, l’iniziativa è partita: 2 giorni alla settimana al mattino per tutto il mese di agosto. Man mano che le giornate procedevano ci rendevamo conto che aiutare gli altri era molto gratificante, soprattutto quando vedevi che i bambini erano contenti e si divertivano anche nello svolgere i compiti. Questo servizio volontario e nato cosi “ tanto per far qualcosa”, ci ha fatto capire quanto può essere gratificante aiutare il prossimo. Anche se “piccole” possiamo fare grandi cose. Siamo contente di aver portato un po’ di allegria nella “noiosità ”dei compiti estivi. Elisa Giacomelli, Benedetta Longo, Aurora Pertile

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. . . C h i e r i c h e t t i i n b a i ta ! ! ! ! Domenica 9 agosto siamo andati a mangiare polenta e lucaniche in baita… eravamo pochi, per la verità e speriamo che la prossima volta ce ne siano di più, ma ci siamo proprio divertiti. Sono bastati un pallone e la voglia di stare insieme, per trascorrere una bella giornata in compagnia! Non siamo stati fermi un momento, abbiamo riso, chiacchierato, corso e sudato… sì, in pratica, tutte le cose che rendono belle una nostra giornata! Prima di pranzo abbiamo anche vissuto un momento di preghiera, con la recita dell’Angelus, di cui siamo ormai tutti esperti!

Thomas F. – Nicolò D. – Nicolò T. – Valerio – Damiano – Francesco – Gabriele

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Signore GesÚ, noi ogni domenica ci mettiamo attorno all’altare per fare festa con te; noi sappiamo che tu nella messa stai offrendo la tua vita per noi. Per questo ci vogliamo impegnare e darci da fare, per servirti con entusiasmo tutti i giorni facendo il bene che tu chiedi di fare e scoprendo il tuo volto nel volto dei nostri amici. Fa’ che le nostri vesti restino bianche e che il nostro servizio ci ricordi che siamo fatti per stare al tuo fianco per sempre. Amen!!!

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R I C O R DA N D O B E P P I N O M O S E R Grande e umile musicista

“Signore, Tu che hai dato a Beppino il dono di una voce chiara, sicura e trainante per il Coro Arcipretale che ha diretto per oltre 20 anni, con particolare predisposizione e competenza per il canto gregoriano, donagli, quale meritata ricompensa, di lodarti con il canto fra le schiere degli angeli e che sia per tutti i Cantori un esempio di umile dedizione al servizio della Comunità Parrocchiale”. Con queste poche ma significative parole, ho voluto sintetizzare alla “Preghiera dei fedeli” durante il rito funebre il suo operato. Dopo aver avuto i primi rudimenti di musica dal padre Mario, cantore e suonatore di violino e di chitarra, nel 1953 (all’età di 22 anni) entra nel coro fra i baritoni. Beppino inizia a dirigere il coro parrocchiale il 21 novembre 1954. Il Coro è composto rigorosamente di soli uomini: 6 tenori primi, 7 tenori secondi, 4 baritoni e 6 bassi, più l’organista M. Nicolino Gabrielli sotto la vigile e severa supervisione dell’allora Arciprete don Giuseppe Zorzi. Ma la sua passione, particolarmente per il Canto Gregoriano, di cui divenne in seguito grande conoscitore e buon esecutore, lo porta a frequentare la Scuola Diocesana di Musica Sacra conseguendo il Diploma di Capocoro e Accompagnatore nel 1956. Sul suo prezioso quaderno, donatomi dalla moglie Ettorina del Maestro Ettore che conservo gelosamente, sono annotate tutte le presenze dei cantori alle prove e alle Messe, oltre ai turni dei Cantori nel Giorno di Tutti i Santi e dell’ottava dei Morti che avevano il ruolo di accompagnare Arciprete e Cappellani sulle tombe. Ma la cosa più interessante che si trova su detto quaderno, è la minuziosa registrazione dell’elenco delle Messe Cantate in figurato con tanto di date e autori delle Messe stesse. Questo per far comprendere quanto era preciso e organizzato. - 53 -


Ricordo le sue lezioni a noi allievi:solfeggio parlato, cantato e teoria, materie un po’ ostiche, che però con la sua pazienza e abilità riusciva a rendercele piacevoli. Quando poi dal mio ruolo di cantore sono passato ad organista, ho sempre trovato in Beppino un direttore sicuro nel suo ruolo, rispettoso verso tutti e soprattutto umile, talvolta anche troppo, fino al punto di non osare richiamare i cantori per eventuali sbagli, al punto che (dato il mio carattere non così tranquillo..) mi sentivo di dover intervenire per dargli una mano. Nel 1974, a seguito di discrepanze con il Clero, il Coro si è sciolto per un breve periodo. Beppino e molti vecchi cantori si sono ritirati. Dopo qualche anno però Beppino è ritornato dando il suo valido contributo come cantore ai funerali fino a che non son sopraggiunti i primi segnali della malattia che lo ha portato ad essere ospite della Casa di Riposo S. Gaetano. Ma anche in questa situazione il suo inseparabile amico Nino Fèro, lo faceva cantare; non importava cosa: canzonette, canti di montagna, canti Sacri, gregoriano, e lui reagiva partecipando vocalmente dimostrando a suo modo gioia e apprezzamento. Purtroppo tutte le cose belle hanno una fine. Beppino se n’è andato il 6 luglio di quest’anno, sereno e senza particolare sofferenza. Voglio ricordarlo, assieme a tanti suoi amici, come una persona laboriosa, tranquilla, buona e serena. Un modello per tutti noi.

Fiorenzo, allievo e collaboratore e amico di Beppino

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dal 01 giugno 2015 al 31 agosto 2015 HANNO CELEBRATO...

le Esequie dei

il Sacramento del

Defunti

Battesimo

MOSER GIUSEPPE

CAPPA VANESSA

BOSIN GIACOMO (Nando)

OSS LUCAI

VANZO RITA

OSS ANNA PERENCIN AZZURRA VOLCAN EVELYN SANNA ALESSANDRO

il sacramento del Matrimonio ZANOL MARCO - BOSIN CRISTINA ANDREATTA OLAF - BUONANNO ANTONELLA GOVETTO MARCO - TOTA ANTONELLA

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Non aspettare che inizi qualcun altro… Tocca a te, oggi, cominciare … Spesso basta una scintilla piccola piccola per far esplodere una carica enorme. Basta una scintilla di bontà e il mondo comincerà a cambiare. L’amore è l’unico tesoro che si moltiplica per divisione: è l’unico dono che aumenta quanto più ne sottrai. È l’unica impresa nella quale più si spende, più si guadagna; L’amore… regalalo, buttalo via, spargilo ai quattro venti, vuotati le tasche, scuoti il cesto, capovolgi il bicchiere e domani ne avrai più di prima!!!


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