PARROCCHIA Santi FILIPPO e GIACOMO
CAMMINIAMO INSIEME ANNO XXXIII - N° 3 - 2017 LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE
In questo numero: descrizione articolo
pagina
La Felicità
3
Chierichetti alla scoperta del passato....
7
Maria ci chiama ancora...
15
Da Amandola a Predazzo...
18
Corpus Domini.... Festa di Famiglia
22
Candriai 2017
25
Sacro Cuore... questo sconosciuto...
34
Salviamo il saluto
38
La Forza dell’Amore
40
E-state all’Oratorio...
42
Giovedì... tutti in gita!!!
45
In festa... con ammalati ed anziani
52
Fatima... nel suo centernario
56
Gesù è ancora importante per noi ???
58
Dio ama chi dona con gioia !
60
Eccomi... Signore io vengo !
62
Una strana lezione...
56
I missionari scuotono il nostro cuore...
69
Ciclostilato in proprio ad uso manoscritto della parrocchia di Predazzo -2-
LA FELICITA’ Papa Francesco ce la spiega...
Vorrei condividere con voi
La vera felicità è come il bellissimo discorso di papa il radio. È una forma di Francesco che credo molto attuale amore che diviene tanto più piena quanto più viene per ciascuno di noi. rivolta verso gli altri; per questo la felicità è alla portata di tutti, anche del “Puoi aver difetti, essere più povero. ansioso e vivere qualche volta irritato, ma non dimenticare Robert Baden-Powell
che la tua vita è la più grande azienda al mondo. Solo tu puoi impedirle che vada in declino. In molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano. Mi piacerebbe che ricordassi che essere felice, non è avere un cielo senza tempeste, una strada senza incidenti stradali, lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni. Essere felici è trovare forza nel perdono, speranza nelle battaglie, sicurezza sul palcoscenico della paura, amore nei disaccordi. Essere felici non è solo apprezzare il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza. Non è solo celebrare i successi, ma apprendere lezioni dai fallimenti. Non è solo sentirsi allegri con gli applausi, ma essere allegri nell’anonimato. Essere felici è riconoscere che vale la pena vivere la vita, nonostante tutte le sfide, incomprensioni e periodi di crisi. Essere felici non è una fatalità del destino, ma una conquista per coloro che sono in grado viaggiare dentro il proprio essere. -3-
Essere felici è smettere di sentirsi vittima dei problemi e diventare attore della propria storia. È attraversare deserti fuori di sé, ma essere in grado di trovare un’oasi nei recessi della nostra anima. È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita. Essere felici non è avere paura dei propri sentimenti…: È saper parlare di sé. È aver coraggio per ascoltare un “No”. È sentirsi sicuri nel ricevere una critica, anche se ingiusta. È baciare i figli, coccolare i genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche se ci feriscono. Essere felici è lasciar vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice. È aver la maturità per poter dire: “Mi sono sbagliato”. È avere il coraggio di dire: “Perdonami”. È avere la sensibilità per esprimere: “Ho bisogno di te”. È avere la capacità di dire: “Ti amo”.
Che la tua vita diventi un giardino di opportunità per essere felice ... Che nelle tue primavere sii amante della gioia. Che nei tuoi inverni sii amico della saggezza. E che quando sbagli strada, inizia tutto daccapo. Poiché così sarai più appassionato per la vita. E scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta. -4-
Ma usare le lacrime per irrigare la tolleranza. Utilizzare le perdite per affinare la pazienza. Utilizzare gli errori per scolpire la serenità. Utilizzare il dolore per lapidare il piacere. Utilizzare gli ostacoli per aprire le finestre dell’intelligenza. Non mollare mai .... Non rinunciare mai alle persone che ami. Non rinunciare mai alla felicità, poiché la vita è uno spettacolo incredibile!”
La vita è stata data agli uomini per la loro felicità, loro devono solo viverla al modo giusto. Se la gente si amasse, invece di odiarsi a vicenda, la vita sarebbe una continua felicità per tutti. C’è un solo modo per far sì che la vita divenga più felice ed è che le singole persone divengano più buone. Lev Tolstoj
Il mio augurio è che ognuno di noi possa vivere in pienezza ogni istante della propria vita nella consapevolezza che ogni giorno è un grande DONO di Dio, un dono che non va sprecato! E Dio vuole sempre e solo la nostra FELICITA’!
Il vostro Parroco don Giorgio -5-
PER UNA VITA SERENA Le dieci regole d’oro 1. ACCETTATI con gioia senza dare spazi a rimpianti! 2. Presta sempre più ATTENZIONE a quello che hai piuttosto che a quanto ti manca! 3. Ricordati di RINGRAZIARE DIO ogni giorno per i doni con cui ti ha arricchito! 4. NON INDULGERE mai a confrontarti con gli altri perché diventeresti superbo e depresso! 5. SII SEMPRE SINCERO con te stesso dicendo bene al bene e male al male! 6. Se soltanto puoi PARLA SEMPRE BENE degli altri e comunque non parlarne mai male! 7. RISOLVI eventuali contrasti con altre persone con il dialogo e non con la prepotenza! 8. Nel dialogare con gli altri inizia sempre da quello che puoi CONDIVIDERE con loro! 9. Se sei in difficoltà con qualcuno cerca di fare tu IL PRIMO PASSO verso la riconciliazione! 10. Ricordati sempre che è più importante e più utile PERDONARE che avere ragione!
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CHIERICHETTI ALLA SCOPERTA DEL PASSATO… I nostri curiosi chierichetti intervistano vari personaggi… ( nonni , zii, conoscenti… )
Seconda parte... Intervista al nostro sacrista Graziano: Anch’io ero uno dei tanti chierichetti del mio piccolo paesello alla fine degli anni 50 e negli anni 60 cioè quando la messa era ancora in latino. Il servizio dei chierichetti era molto diverso da quello attuale; bisognava imparare tutte le formule in latino (senza obbligo di rispettare le desinenze!), perché i fedeli partecipavano alla celebrazione molto “distaccati” in quanto non tutti conoscevano le risposte alle formule del celebrante. La messa veniva celebrata sull’altare maggiore ed il celebrante rivolgeva le spalle ai fedeli. Il nostro vestito era composto da una telarina nera ed una cotta bianca bordata con tanto pizzo… simile al “vestito” che indossava il nostro parroco Don Evaristo. A quei tempi i sacerdoti indossavano tutti la veste talare e prima della celebrazione, in sagrestia, si aiutava il celebrante a vestirsi… Gli si porgeva l’amitto, il camice, gli si cingeva il cingolo, si porgeva la stola e la pianeta che -7-
veniva legata alla vita, infine sul braccio sinistro veniva legato il manipolo. Prima della messa le donne, tutte col capo coperto da velo o dallo scialle, occupavano le bancate poste sulla destra della chiesa eccetto i primi banchi riservati ai bambini; gli uomini restavano tutti sul sagrato in attesa del suono della campanella che indicava l’imminente inizio della celebrazione. Nei giorni festivi venivano celebrate tre messe; la prima, la messa bassa, alle ore 6.30 (partecipavano solo persone anziane in prevalenza donne); alle ore 8 la “messa dei Fanciulli” e partecipavano tutti i bambini e i ragazzi (alla fine della messa veniva distribuito il giornalino dell’Azione Cattolica diverso a seconda della fascia d età e non di rado le ragazze venivano fornite di ampi cestini colmi di dolci di vario tipo che andavano a vendere di casa in casa il cui ricavato veniva utilizzato per le varie necessità della parrocchia…). Alle 11 c’era la “Messa grande”,
la messa per gli adulti, ed era sempre cantata dal piccolo coro maschile accompagnato da un vecchio armonium. Questa messa tante volte era preceduta da una processione per le vie del paese. Durante le processioni c’era molto da fare per chierichetti: dovevano pensare al turibolo che precedeva la statua del Santo e, siccome allora non c’erano i carboncini, era necessario ripristinare il fuoco presso alcune case lungo il tragitto (le case erano scelte con cura perché il chierichetto sveglio sapeva dove si poteva recuperare qualche buon dolcetto).
Un congruo numero di chierichetti doveva salire sul campanile per suonare le campane per tutta la durata della processione. -8-
Ogni domenica pomeriggio c’era la “funzione” con l’ adorazione del Santissimo Sacramento e la Benedizione Eucaristica (anche allora,
come adesso, qualche volta i chierichetti erano disertori).
Una volta all’anno veniva organizzata una “gara” di catechismo con gli altri chierichetti della “ forania” (qui si chiama decanato) e ai vincitori era riservata una gita al mare (modestamente ho sempre partecipato alle gite perchè le formule del catechismo di San Pio X le conoscevo a menadito).
Durante il mese di maggio, alla recita del Santo rosario seguiva il canto delle litanie alla Madonna, in latino, che io cantavo da solo e che venivano diffuse a tutto il paese mediante un impianto di amplificazione posto sul campanile. (Per questo servizio non potevo disertare, mamma riconosceva la voce). Uno dei periodi più attesi dai noi chierichetti era il Triduo Pasquale (non solo per l’importanza del periodo in sé) ma perché durante il triduo non venivano suonate le campane e il richiamo alle varie celebrazioni avveniva mediante tre giri per le vie del paese suonando le “ raganelle” e le “tavole” e quant’altro poteva fare rumore al grido, di “ questo è il richiamo della chiesa”… Altro “servizio” particolarmente gradito ai chierichetti era quello che seguiva il periodo pasquale: La benedizione delle case! In tante case venivamo riforniti di dolci di ogni tipo che consumavamo volentieri e in tempi rapidissimi incuranti degli effetti che potevano produrre sul colesterolo, che comunque non sapevamo cosa fosse e anche le analisi per il suo accertamento erano per noi pratiche conosciute…
Anche dopo la riforma liturgica, quando la messa si celebrava “in italiano” ero chierichetto, ed ero anche tra i più assidui, anche perché mia mamma aveva un metodo tutto suo per farmi -9-
partecipare “spontaneamente”, metodo che non sto a spiegare perché è un metodo ormai desueto, e durante celebrazione, che di norma era in memoria di un defunto, il celebrante utilizzava spesso le stesse letture…. Una delle tante volte, In mancanza di lettore, il celebrante mi invitò a leggere la prima lettura. Giunto sull’ambone, mi accorsi che non era stato preparato il lezionario…. Dopo un attimo di smarrimento cominciai: Dal secondo libro dei Macabei.” Giuda Macabeo, soldato valoroso, dopo la battaglia, organizzò una colletta per i peccati dei morti…. Continuai per tutta la lettura…a memoria. Graziano
Interno Chiesa di Villa Sant’Antonio paese di Graziano (Sardegna)
Intervista di Francesco allo zio Marco Dellagiacoma ( caretin ) 1. Hai fatto anche tu il chierichetto? In quali anni? Sono stato chierichetto dal 1966 al 1971. 2. Quanti erano ai tuoi tempi i chierichetti? Di preciso non so, ma stabili eravamo più o meno una dozzina; poi - 10 -
c’era chi “passava” per un breve periodo. 3. Quante messe c’erano in parrocchia? E ti ricordi anche in quali ore? Nei giorni feriali mi sembra di ricordare che ci fosse la cosiddetta “Messa Prima” alle 6 del mattino (mia madre, la nonna Beppina, andava sempre a questa), poi c’era quella delle 8 per gli scolari. Infatti prima si andava a messa – tutti i giorni – e poi in fila si andava tutti insieme a scuola; non sono sicuro se ci fosse anche una messa alla sera verso le 18. Nei giorni festivi le messe erano alle ore 6, 8, 10 e 18. 4. Come eravate vestiti durante il servizio liturgico? Indossavamo una tunica nera con sopra la cotta bianca, più corta, fino ai fianchi, con un alto pizzo in fondo; per le celebrazioni solenni la tunica era di colore rosso. 5. La messa era come adesso? Pensa che nel 1966 la messa era ancora in latino! Durante la settimana veniva celebrata agli altari laterali (quello della Madonna e quello di S. Antonio) e l’omelia veniva pronunciata dal pulpito che si trova circa alla metà della chiesa. Ricordo che in tempo di Avvento si partecipava alla Novena, la domenica alle 14 (o 14,30 non sono sicuro) c’erano i Vespri ai quali seguiva poi la dottrina; durante tutto il mese di maggio la sera alle 20 si recitava il Santo Rosario; in primavera c’erano le “rogazioni”, delle processioni propiziatorie sulla buona riuscita delle seminagioni - 11 -
che si tenevano in campagna. Una volta in settimana c’era anche il catechismo, tenuto dai sacerdoti, oltre alle ore di religione a scuola. Durante le celebrazioni solenni ai lati dell’altare sedeva il Sindaco insieme ai membri del Consiglio Comunale. 6. Quali differenze trovi nella chiesa di quando eri bambino o ragazzo ed ora? Se con chiesa intendi l’edificio la prima cosa che mi viene in mente è l’organo; non c’era quello dietro l’altare con il Tabernacolo ma solo quello sopra la porta di ingresso principale, dove il Coro cantava (dirigeva Beppino Moser)accompagnato, appunto, dall’organo. L’altare dove si celebra adesso non c’era, il sacerdote volgeva le spalle all’assemblea. Le bancate erano distinte per uomini e donne; gli uomini sedevano a destra rispetto all’entrata principale, mentre le donne occupavano i banchi di sinistra. Entrambe le sacrestie erano usate: quella di destra, guardando il presbiterio, era riservata ai chierichetti mentre i sacerdoti si preparavano in quella di sinistra. 7. Facevate gite o campeggi solo per i chierichetti? E dove? Campeggi no, ricordo una gita al Santuario della Madonna di Monte Berico. - 12 -
8. Cosa ricordi del tuo parroco di allora o dei cappellani e dei tuoi compagni? Il Parroco era don Smaniotto, dei cappellani ricordo don Paolo, don Alessandro e don Benito. Il Parroco non ci considerava molto per la verità, erano i cappellani ad occuparsi di noi chierichetti. Il Parroco a quei tempi (parlo di 50 anni fa!) era una vera e propria autorità in paese, al pari del sindaco e del medico. Anche il sacrestano direi che ci “sopportasse” ma a volte a fatica! Era Matteo Morandini e ci faceva parecchia soggezione. Un’altra figura sempre presente in sacrestia era mia zia Maria, sorella di tuo nonno Gigioti, che aveva il compito di mantenere in ordine e pulite le cotte dei chierichetti e anche gli abiti dei sacerdoti. Credo che abbia lavorato all’uncinetto chilometri di pizzi per cotte e per gli altari! Tra gli altri chierichetti ricordo Gianfranco Gabrielli, Giulio Croce, Fabio Boninsegna, Riccardo Demartin e Paolo Dellantonio. Eravamo amici, bambini vivaci e contenti di stare insieme. Non c’erano smartphone, il divertimento era molto più semplice… e forse sano! 9. Hai qualche ricordo particolare magari divertente? Ricordo di aver servito alla prima messa di don Filippo e di don Gino e mi hanno detto che c’ero alla prima messa di don Pierino che, tra l’altro, è mio padrino di Battesimo. Ricordo la posa della prima pietra dell’Oratorio e le domeniche pomeriggio trascorse lì con gli amici, anche come cameriere al bar, che all’inizio era nell’interrato e poi - 13 -
era stato trasferito nell’atrio del teatro. Pensa che il cappellano dava una “mancia” di 100 lire a settimana a chi aveva servito almeno 6 messe, mentre la partecipazione ai matrimoni o ai funerali veniva riconosciuta con una “mancia” direttamente dagli sposi o dai parenti del defunto. Ricordo che il cappellano consegnava un biglietto timbrato ad ogni servizio a messa e una volta raggiunti 60 biglietti ci regalava un piccolo Vangelo. Francesco: grazie zio Marco, mi rendo conto che davvero molte cose sono cambiate!
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L’ALFABETO DEL CHIERICHETTO
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MARIA CI CHIAMA ANCORA …
… ammalati in preghiera e amicizia a Montagnaga di Pinè
E’ domenica 11 giugno: oggi è la festa della SS.Trinità ed io sono in partenza per il pellegrinaggio diocesano a Pinè dedicato agli ammalati. Sono emozionata perché anche questa volta mi sento chiamata, no di più, trasportata, in un’atmosfera speciale di intima comunione fra la mia anima e il suo creatore. Vedere la sofferenza di quella moltitudine di - 15 -
“Il modo in cui viviamo la malattia e la disabilità è indice dell’amore che siamo disposti a offrire: il modo in cui affrontiamo la sofferenza e il limite è criterio della nostra libertà di dare senso alle esperienze della vita, anche quando ci appaiono assurde e non meritate”. Papa Francesco
persone in cammino, portata con riserbo e discrezione è diventata per me una preghiera! Perfino l’ascesa al Santuario è metafora di una scelta consapevole e convinta del vivido desiderio di incontrare e appartenere sempre a Cristo. Giunti nella radura dell’apparizione, ho nutrito il mio spirito grazie alle riflessioni di don Rattin che ci ha fatto prendere coscienza sul bisogno interiore di ognuno di far silenzio, mettendosi in disponibilità di ascolto per poter accogliere la Grazia. Aspettando la celebrazione della messa presieduta dal Vescovo Lauro percepivo me stessa come parte di un tutto, in cui la natura e le persone a me vicine riflettevano le mie stesse emozioni: desiderio di comunione e manifestazione della speranza e della presenza del Signore. Finalmente vedo avanzare il Vescovo che con il suo sguardo limpido sembra abbracciare tutti e mi commuove il saluto rivoltomi personalmente. La voce roboante di don Lauro graffia il nostro animo parlando di quanto sia facile capire il significato della SS. Trinita che è comunità di persone basata sull’1 per 1 per 1 che dà sempre 1. Per i non credenti e per i cristiani atei davvero una bella lezione di matematica… Inoltre il vescovo ha sottolineato la forza e l’importanza dell’Eucaristia, riflesso primario del rapporto amoroso fra Dio e l’uomo - 16 -
e di comunione per i fratelli. Che bello sarebbe davvero riuscire a pensare PER l’altro…il mondo sarebbe sicuramente un posto migliore in cui fiorirebbero vera umanità, condivisione, accoglienza .La preoccupazione per l’altro ci renderebbe sensibili ai suoi bisogni troppo spesso inespressi. Nel pomeriggio abbiamo recitato il Rosaio davanti al Santissimo e infine il nostro Vescovo, camminando fra noi, ci ha benedetti tutti. Ho affidato a Maria e a suo Figlio la mia vita con la speranza e la certezza della loro presenza nel mio cammino, conscia che questo legame porterà pace e serenità nel cuore! La bellezza dell’anima del vescovo Lauro si è mostrata quando, prima di accomiatarsi, ci ha salutato uno per uno: per me una carezza venuta dal cielo. Laura
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DA AMANDOLA A PREDAZZO… …un’esperienza di amicizia e solidarietà
Durante una delle prime sedute del nuovo Consiglio Pastorale è nata l’idea di accogliere nella nostra parrocchia un gruppo di giovani provenienti da una zona provata dal recente terremoto nel centro Italia. Su suggerimento di Padre Fiorenzo Felicetti, e tramite la nipote Alberta (Carloni) abbiamo contattato don Paolo, parroco di Amandola che ha accolto molto volentieri la possibilità di portare a Predazzo un gruppetto di giovani. Sono arrivati con un pulmino martedì 13 giugno e ospitati nella casa Maria Immacolata. Don Giorgio ha dato loro il benvenuto, assieme a Luciana e Livio ed alla sera una pastasciutta e un’ottima macedonia hanno aiutato a rompere il ghiaccio e ad avviare un rapporto di simpatia e amicizia. Dopo cena: programmazione dei tre giorni di vacanza con Alessandro disponibile a fornire suggerimenti e a fare da accompagnatore. Primo giorno dedicato quindi ad una camminata ai laghi di Colbricon e alla visita del parco di Paneveggio. Al pomeriggio i ragazzi hanno espresso il desiderio di provare il rafting sull’Avisio, tornando entusiasti ed emozionati. Se la Chiesa non è accogliente, non è Chiesa. Se io non ti accolgo, mi metto fuori dalla comunione. (Ermes Ronchi)
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Alla sera una buona pizza li ha rifocillati e durante la serata hanno ricevuto la sorpresa di un cordiale saluto da parte della nostra sindaco. In queste giornate trascorse assieme abbiamo potuto approfondire la conoscenza e provato a capire come hanno vissuto la terribile esperienza del terremoto che ha causato tanti disagi e distruzione. Molte persone sono ancora ospiti presso parenti. Chi non ha la casa lesionata stenta tuttora a riprendere una vita serena, talvolta preferendo, se possibile, passare la notte al pianterreno dell’abitazione. Le chiese di Amandola sono lesionate e, per ora, le messe vengono celebrate in un locale del municipio e quelle solenni nel palazzetto dello sport. Le scuole, per fortuna, sono agibili , così i ragazzi hanno potuto continuare a frequentare le lezioni, cosa che ha favorito una ripresa di vita più normale. Ancora oggi si avvertono scosse, seppur meno intense che, però, non fanno spegnere il ricordo di quei brutti momenti. Speriamo che almeno questo breve “stacco” in val di Fiemme sia stato per loro una pausa salutare e spensierata! Mentre osservavo questi ragazzi ridere e scherzare ero contenta della loro serenità. Chi invece viveva ore di preoccupazione era il loro accompagnatore/autista che sapeva il figlio in partenza per l’Afghanistan come medico militare. Gli abbiamo assicurato la nostra preghiera al Signore affinchè lo protegga nei tre prossimi mesi di servizio. Per il giorno seguente il programma era già delineato: con nostra sorpresa don Paolo aveva proposto loro di andare a Monaco di Baviera a visitare il Deutsches - 19 -
Museum, in particolare i padiglioni della scienza e della tecnica. Il simpatico collaboratore del parroco, che conosce bene le nostre zone, non era per niente spaventato di rimettersi alla guida e dunque...detto fatto! Il terzo giorno lo hanno riservato al giro dei passi per ammirare le nostre splendide Dolomiti che nessuno dei ragazzi aveva mai visto. Sono tornati impressionati dalla bellezza dei paesaggi! Interessante la risposta che i ragazzi hanno dato alla domanda del loro parroco su cosa li avesse maggiormente colpiti di questa esperienza: l’ordine e la pulizia del nostro paese e la cura per il territorio. Don Paolo è rimasto stupefatto della casa che li ha ospitati. A suo dire non immaginava potesse esistere una casa parrocchiale così bella e attrezzata. Ripeteva: ma qui non manca niente! E insisteva: chiese belle ne ho viste parecchie, ma le case parrocchiali di solito sono piuttosto dimesse... In previsione della partenza il giorno successivo, il venerdì sera lo abbiamo passato di nuovo insieme e dentro di me constatavo che sono bastati pochi giorni per far nascere un’amicizia che mi auguro possa crescere nel tempo, favorendo un gemellaggio fra la loro e la nostra parrocchia, con altre occasioni d’incontro ed estendendo anche ad altri gruppi della loro comunità l’invito a venire a Predazzo. Grazie a chi ha collaborato per la buona riuscita di questa esperienza. Marisa Cestari
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I ragazzi partecipanti ci hanno scritto....
◊ Della settimana passata a Predazzo ricordo con particolare emozione il bellissimo paesaggio che ci circondava e la bellissima atmosfera che questo paese é riuscito a mostrarmi, con la sua aria pulita, le strade e i vicoli anch’essi puliti e accoglienti e soprattutto sento di dover ringraziare in particolar modo gli abitanti di Predazzo per l’ospitalità riservata in questo paese. ◊ Della settimana passata a Predazzo ricordo con grande emozione , oltre all’ospitalità , le numerose esperienze che ci sono state fornite a contatto con la natura come rafting e escursioni e l’atmosfera di un paese tranquillo di montagna che ci insegna a stare a contatto sempre di più con ciò che ci viene offerto dalla natura. ◊ Nei giorni in Val di Fiemme (13-17 giugno) sono stato piacevolmente sorpreso da innumerevoli e piacevoli paesaggi che la natura ci ha regalato; sento di dover ringraziare particolarmente Alessandro, la nostra guida nella escursioni, per la professionalità e la simpatia che ha dimostrato verso di noi e ovviamente anche tutto il resto del gruppo che ci ha fornito l’alloggio. ◊ Dalla settimana passata a Predazzo ricordo con particolare emozione l’ambiente accogliente e confortevole della comunità, in particolar modo anche i paesaggi bellissimi che ci ha offerto la Val di Fiemme e le nuove esperienze affrontate come il rafting e le escursioni nella natura mozzafiato del Trentino - 21 -
SIGNORE DACCI SEMPRE QUESTO PANE!
CORPUS DOMINI… FESTA DI FAMIGLIA
Come 2000 anni fa Gesù passa per le nostre vie della città, paesi. Alza lo sguardo verso di Lui e ringrazialo per questo grande dono che ci ha fatto la SS Eucaristia. Gesù passa per il paese e Non lasciare che benedice tutti indistintamente il suo passaggio sia inosservato. Adorna Sono un ex finanziere di Firenze in il tuo balcone con pensione ormai da anni. tovaglie o tappeti e Ho prestato servizio nella Caserma al suo passaggio fai della Guardia di Finanza nel lontano scendere qualche 1958. petalo di fiori. Proprio in questi giorni mi trovo a Non è uno qualunque vivere un periodo di vacanza con mia che sta passando, moglie Maria qui a Predazzo e ho ma è Gesù stesso rivisto i vari posti che mi sono rimasti presenza viva che nel cuore nel tempo… cammina per le Tra questi non poteva mancare strade! la visita a questa bellissima chiesa Papa Francesco che ho trovato uguale come mura, ma così ricca di “segni” all’interno, segni che non posso fare a meno di ammirare e immortalare con belle foto ricordo! - 22 -
E proprio oggi, giorno del CORPUS DOMINI mi ritrovo a pregare in questa S.Messa così solenne e a partecipare alla processione per le strade del paese. Tutto come allora! Il mio pensiero è andato alle ormai lontane domeniche quando tutti noi giovani finanzieri, in ordinata fila, con a capo il maresciallo Ferrari, ci recavamo nella chiesa per la S. Messa delle ore 9. Credo che noi la riempivamo tutta: eravamo all’incirca 800 Assieme alle emozioni per i ricordi, ho vissuto, assieme a mia moglie, anche una grande emozione e direi commozione nel vivere assieme a questa comunità un momento così forte di profonda religiosità. La Messa prima e poi l’accompagnare Gesù per le vie del paese con i bambini della prima comunione, la banda, il coro , i vigili, le autorità, le tante persone di ogni età…mi ha fatto riflettere sulla bellezza dell’essere ”Chiesa”, dell’essere “famiglia” ! Don Enzo, il cappellano della Guardia di Finanza, che io non conoscevo personalmente, e che è stato ringraziato e salutato dal Parroco per un suo imminente trasferimento, ci ha ricordato nell’omelia come in tutto il mondo dove esiste una comunità cristiana, ci celebra oggi questo importante DONO che Dio ci ha fatto: l’EUCARISTIA, un modo per restare sempre accanto all’uomo nella povertà e semplicità di un pezzo di pane. - 23 -
Un dono che ci fa sentire “ famiglia “ perchè tutti siamo fratelli. L’ho vissuto, oggi, questo momento in modo diverso, più profondo e meno superficiale, con la maturità dei miei tanti anni (quasi 80), ma con nel cuore una gioia diversa, forse anche un po’ nostalgica. Ho visto in questo parroco un tale amore per l’Eucaristia che mi ha costretto ad interrogarmi nel profondo. Oggi particolarmente mi ha fatto immensamente piacere essere qui: ricordare…e pregare con questa comunità. Quindi volevo ringraziare questo paese, Predazzo, che mi ha regalato ancora emozioni forti non solo a livello di ricordi, ma anche a livello spirituale. L.U.
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CANDRIAI 2017
Bambini e ragazzi in campeggio per divertirsi… e crescere insieme
…Amicizia…Perdono…Ascolto…queste erano le parole che hanno accompagnato i ragazzi della parrocchia che si sono recati a Candriai dal 19 al 21 giugno 2017. Una tre giorni immersi nella natura dove tutti abbiamo avuto modo di ACOLTARE quello che essa ci dà, ma anche ascoltare gli altri; un’occasione per fare nuove AMICIZIE fra di noi, ma anche modo di vivere in comunione e magari con qualche difficoltà, quindi occasione di PERDONARCI l’un l’altro. Momenti di svago, di gioco ma anche di riflessione per ricordarci che c’è un Qualcuno che ci dà tutto questo, che ci è sempre vicino e che dovremmo ringraziare in ogni momento. Sicuramente un’esperienza personale grande. Sempre a contatto con questi ragazzi e con gli animatori che tanto ti sanno dare e tanto tu puoi donare loro. Un grazie sincero a tutti coloro che hanno lavorato per la buona riuscita del campeggio di quest’anno anche se è stato di breve durata. Ciao a tutti…..ci rivediamo l’anno prossimo Giovanni Baldessari
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Lo chiamiamo campeggio, ma in realtà è un campo estivo. Prima perché non si va in tenda… e poi non ci sono nemmeno le padelle per cuocere la cena sul fuoco fuori dalla tenda!!! Quando mi hanno chiesto di organizzarlo, il primo pensiero è stato quello di abbandonare quest’idea. Non mi sentivo più adeguato a fare “queste cose”. Poi parlando con don Giorgio, Enzo, Giovanni e altri animatori, spinto dalla stima che dimostravano nei miei confronti ho pensato: “ OK ! Ci proviamo !!!” La meta di Candriai si è rivelata una buona scelta. Per motivi organizzativi quest’anno abbiamo trascorso solo 3 giorni (ma intensi ) per ragazzi dalla 3° elementare alla 2° media. Il tema scelto era formato da 3 parole: AMICIZIA (che ci lega con Gesù), PERDONO (essenziale per essere veri amici), ASCOLTO (manca spesso nelle nostre relazioni con gli altri). Come sempre i ragazzi sono stati interessati più dalla varietà dei giochi proposti dagli animatori giovani che dalle riflessioni sui temi del campo. Ma credo che i messaggi che diamo con queste attività lascino comunque un’impronta positiva nel bagaglio di esperienze che questi ragazzi vivono. Un grazie particolare vorrei rivolgerlo agli animatori giovani, che malgrado le nottate (trascorse quasi in bianco), durante le attività si sono rivelati preparati, collaborativi, impegnati. Insomma !!! PREZIOSI ! Alla prossima Marco Senettin
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E’ sempre entusiasmante , anche se impegnativo, il cammino che si fa con i bambini e i ragazzi nei giorni di campeggio. Vi ho partecipato per la seconda volta .Comunque nei giorni precedenti rimane sempre un po’ d’ansia nel non sapere come vadano le cose., soprattutto quando si sperimentano luoghi nuovi. Ma devo dire che quello che si vive poi, quando si è a stretto contatto con i ragazzi, è qualcosa di bello, arricchente, che ti porta delle emozioni positive. Mi è stato chiesto :” Ma allora come ti sei trovata? Che differenza hai trovato dall’anno scorso?” A questa domanda è quasi impossibile rispondere: sono due realtà diverse, luoghi diversi, bambini nuovi … ma se vissute intensamente ti danno risultati ugualmente importanti. Certo il numero minore di partecipanti e, di conseguenza, anche meno animatori, ha contribuito a creare maggior unità tra noi: in pochi, si sa, può diventare più semplice ed è subito fatto conoscersi meglio. Devo anche dire che i ragazzi animatori giovani sono stati fantastici, si sono messi in gioco e hanno dato il meglio di loro. Posso affermare che davvero vivere assieme questi tre giorni - pochi - hanno detto in tanti – ma secondo me sufficienti per i più piccoli, condividendo tutto, lascia un segno che non si dimentica facilmente sia negli adulti, sia nei più giovani, sia nei più piccoli. E ’lo sperimentare in prima persona che “essere chiesa” è soprattutto” essere e fare famiglia” che si vuol bene! Vi sembra poco? - 27 -
Il segno lasciato in me è quello di aver capito con maggior forza che, per dirla con le parole di san Francesco, “ le cose semplici sono le più belle, sono quelle che alla fine sono le più grandi e ti donano immensa gioia”. Quindi mi nasce spontaneo un grande GRAZIE a tutti, indistintamente! Giovanna Morandini Il 19-20-21 giugno, noi animatori e i ragazzi che hanno partecipato al campeggio, siamo andati 3 giorni a Candriai. Era il primo anno che partecipavo come animatrice ed è stata una bella esperienza, ma anche faticosa. Stare tutti i giorni assieme ai bambini è stato impegnativo, ma grazie ai giorni di formazione a cui avevo partecipato prima del campeggio, sono riuscita a rapportarmi sia con gli animatori che con i bambini, a capirli e farli divertire! Un animatore ha tante responsabilità, ma anche soddisfazioni e questi 3 giorni di condivisione e amicizia mi hanno dato l’occasione di sperimentarle. Alice Deflorian
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Meglio dare che ricevere!... Quest’anno il campeggio è stato un po’ diverso: 3 giorni di intense attività a Candriai ! Dal 19 al 21 giugno ho potuto provare un nuovo lato del campeggio, ho fatto quello che per anni si aspirava a diventare: l’animatore. I 3 giorni sono stati a dir poco fantastici. Fin da subito è nato un bel rapporto tra animatori, ma soprattutto con i “Bambini” diventando un unico grande gruppo. È stato un’ esperienza davvero istruttiva, i bambini anche solo dopo due ore di conoscenza, si sentono grandi amici di una vita e ti prendono come punto di riferimento, quasi come idolo. Un idolo che in momenti di discussioni, su opinioni diverse, ha sempre “l’idea” vincente. E questo fa molto piacere! Le differenze tra animatore e animato sono molte, ma direi che da animatore dando una piccolissima parte di se stessi ricevi in cambio dai bambini un’ enorme gioia ed è questo il lato migliore. Quest’anno è stato una campeggio un po’ così … diciamo un anno di prova potremmo definirlo, quasi sabbatico che comunque è riuscito bene. Chissà, magari, l’anno prossimo si ritorna a Santa Giuliana o forse in un posto ancora più stupefacente! Grazie ai bambini, agli animatori e soprattutto agli organizzatori! Un’ esperienza sicuramente da ripetere.
Andrea Boninsegna
Diario di bordo di alcune partecipanti…. Oggi siamo arrivati verso le 10.00 e siamo subito partiti per una passeggiata nel bosco, giunti a un parco ci siamo fermati a mangiare panini. Abbiamo giocato e riso insieme, insomma ci siamo proprio divertiti. - 29 -
Tornati nel locale ci hanno assegnato le camere, abbiamo subito fatto una doccia e ci siamo sistemati nelle stanze, dopo, alle 19.30 abbiamo cenato. Dopo cena abbiamo fatto vari giochi, insomma è stata una giornata indimenticabile. Anna Longo ncnmncn
La mia esperienza del campeggio è stata molto bella ed esilarante. Gli animatori erano molto simpatici ed accoglienti, sarei felice di rivederli il prossimo anno! Era molto divertente svegliarsi alla mattina con il suono della fisarmonica o dei piatti che facevano da sveglia! Un’altra cosa che ricordo con allegria è lo scherzo dell’orso in cui gli animatori ci avevano fatto credere che fuori c’era un orso, seminando il panico. La consiglierei questa esperienza di campeggio perché ci si diverte e si fanno nuove amicizie. A pranzo e a cena ti assegnavano dei cartellini e così capitava che vicino a te ci fosse un bambino mai conosciuto e magari scoprivi che era molto simpatico. A colazione invece, potevi stare con chi volevi e comunque non mancavano i momenti liberi per stare con i tuoi amici. Il campeggio è un’esperienza indimenticabile che frequenterò anche i prossimi anni. Adele Grasso ncnmncn
Bellissima esperienza, molto divertente, la consiglio a tutti quelli della mia età. Fantastico dormire con le mie amiche e conoscerne di nuove. Ciao! Elisa Chiocchetti - 30 -
ncnmncn
Il campeggio di quest’anno mi è piaciuto tanto: è stato bellissimo! Peccato che i giorni sono stati troppo pochi. Mi sono comunque divertita molto: ho imparato un sacco di cose come per esempio andare sui trampoli! Che emozionante ! Mi sono sentita grande! Gli animatori fantastici. Ci hanno anche proposto degli scherzi divertenti e simpatici che mi hanno fatto fare delle super risate: uno di questi per esempio era che ci volevano convincere che c’era l’orso…noi femmine abbastanza tranquille, ma i maschi morivano dalla paura! Che ridere! Tutti i giochi pensati per noi erano proprio azzeccati : ma che bravi questi animatori! Quindi un campeggio indimenticabile: non vedo l’ora di tornare a farlo…ma più lungo, almeno una settimana!! Anna Chiocchetti
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Signore, Ti ringraziamo di averci dato un uomo, non un Angelo come Pastore delle nostre anime. Illuminalo con la Tua luce, assistilo con la Tua grazia, sostienilo con la Tua forza. Fa’ che l’insuccesso non lo avvilisca e il successo non lo renda superbo. Rendici docili alla sua voce. Fa’ che sia per noi un amico, maestro, medico, padre. Dagli idee chiare, concrete, possibili; a lui la forza di attuarle, a noi la generosità nella collaborazione. Fa’ che ci guidi con l’amore, con l’esempio, con la parola, con le opere. Fa’ che in lui vediamo, stimiamo ed amiamo Te. Che non si perda nessuna delle anime che gli hai affidato. Salvaci insieme con lui a capo della processione dei suoi fedeli verso il cielo. Amen. ( Paolo VI )
SACRO CUORE …QUESTO SCONOSCIUTO… Giornata mondiale di preghiera per la santificazione dei Sacerdoti
Oggi 23 giugno è la giornata del SACRO CUORE! Se questa mattina non fossi venuta a messa non lo avrei neppure saputo! Nella nostra bella chiesa troneggia la bellissima statua del Sacro Cuore di cui sapevo l’esistenza solo perché ogni tanto veniva tolta la pala dell’altare che lo ricopriva. Ora però si può vedere molto bene e, sinceramente, guardando quel cuore trafitto e quegli occhi che sembra ti parlino, uno è anche costretto a riflettere. Oggi per la prima volta sono venuta a conoscenza del fatto che è anche la giornata per la santificazione dei sacerdoti! Mi sono fermata per un po’ di tempo in chiesa - 34 -
ad adorare Gesù Eucaristia: quella grande Ostia che mi parla di povertà, semplicità, forza nella debolezza. E qui in questo silenzio mi sono ritrovata per la prima volta a pensare alla figura del sacerdote, una figura tanto bistrattata e a volte incomprensibile: come si può donare tutta una vita agli altri sacrificando tutto di sé? Mi sono ritrovata a ripensare alla figura dei nostri parroci: quante volte pure io non li ho capiti, li ho giudicati, criticati, ho avuto pretese strane; dovevano essere perfetti, capaci di sorridere sempre, di ascoltare tutti, di avere una risposta a portata di mano di fronte ad ogni situazione anche le più scabrose, dovevano essere onnipresenti, presenziare ad ogni incontro altrimenti…” chissà perché non è venuto..” capace di stare con i piccoli, i grandi, i malati, le persone sole… Le omelie troppo lunghe o troppo corte…troppo lontane dalla realtà o troppo dentro certe situazioni… Quante volte non sono stata capace di ringraziarli per tutto il bene che fanno , per la loro presenza fra noi, per la loro disponibilità verso tutti…
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Sfogliando in questi giorni il giornale Vita Trentina ho notato i vari trasferimenti dei parroci: sono rimasta allibita: tutti i parroci hanno dalle tre parrocchie in su, addirittura 19 in un caso! E noi a pretendere la luna… forse dovremmo riflettere un po’ tutti, io per prima! Ho pensato anche alla grandezza del sacerdote: chi può rendere visibile Gesù in terra se non lui? Il sacerdote che ogni giorno nella Messa tiene tra le mani lo stesso Gesù. Neanche gli angeli lo potrebbero fare! E allora mi sono detta: ma ti rendi conto del grande dono che Dio ti ha fatto? E tu come rispondi a questo dono? Quale responsabilità!!! E così mi sono ritrovata, quasi inconsapevolmente, a pregare per loro chiedendo a Dio di darmi la forza di capirli, di amarli, e di vivere come DONO ogni proposta di maggiore conoscenza di Dio che mi viene offerta! GRAZIE sacerdoti! GRAZIE Parroco! M. D.
SUL FEUDO I FUOCHI DEL SACRO CUORE
Tradizione tirolese portata da alcuni anni anche a Predazzo Il mese di giugno è da sempre dedicato alla venerazione del Sacro Cuore di Gesù. E anche qui a Predazzo, il Gruppo delle Rievocazioni storiche e i Vicini del Feudo hanno voluto rievocare questo avvenimento attraverso dei segni. L’idea è nata tempo fa vedendo quanto viene fatto in Alto Adige : un grande cuore luminoso che vuol far riflettere tutti sul grande cuore pieno di amore di Cristo. E’ una antica tradizione altoatesina che affonda le sue radici nel lontano 1796 e che si ripete ogni anno all’inizio di giugno sulle montagne del Tirolo con l’accensione di falò denominati appunto “ Fuochi del Sacro Cuore” per riportare alla memorie i pericoli corsi a seguito delle invasioni delle truppe napoleoniche. Come rammenta in uno scritto il nostro storico predazzano Arturo Boninsegna, nel 1796 il governo tirolese, riunito a Bolzano, decise di pregare e chiedere aiuto a Dio, affidando la regione al Sacro Cuore di Gesù e pensando anche di mobilitare la popolazione per la difesa del territorio alpino. - 36 -
E così domenica 25 giugno con un gruppetto di predazzani assieme al nostro Parroco, siamo saliti sul Feudo e abbiamo creato un grande cuore illuminato non da fuochi ma da lampadine. ( il fuoco poteva anche diventare pericoloso in questi tempi di siccità) Il cuore, con l’oscurità, era ben visibile nel paese e molti predazzani hanno potuto ammirare questa nostra iniziativa. Noi ci auguriamo che assieme all’ammirazione il pensiero sia andato anche a questo immenso amore di Gesù che si manifesta nel suo cuore. Vorremmo porre anche Predazzo sotto la protezione di questo grande cuore chiedendo a Lui di esserci vicini nelle varie situazioni della vita. Certamente il ritrovarci per mettere in atto queste iniziative ci aiuta ad essere anche noi un gruppo più unito: questo non può che farci del bene. Luigi Felicetti
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SALVIAMO IL SALUTO Oggi il saluto sta scomparendo un po’ ovunque, non solo nelle città, ma anche nelle piccole realtà paesane. Ormai non riusciamo più a notare l’altro, incollati come siamo al cellulare o isolati da tutti dalle cuffiette auricolari… Anche questo è un segno dei nostri tempi sempre più disumani! Sì, rilanciare il saluto è una preziosa strategia per far sì che chi nasce uomo diventi umano. Il saluto è una fiammella che accende una relazione. Il saluto è una carezza. Il saluto rompe la solitudine. Ecco perché salutare non è solo un verbo, ma anche un aggettivo: è “salutare” , fa bene, massaggia il cuore. Il saluto innalza l’altro da anonimo a prossimo. Sta qui il motivo più profondo per cui in un mondo nel quale sta scomparendo, vogliamo rilanciarlo! Un saluto sincero :” Buongiorno!” sia “ Buongiorno!” altrimenti tanto fa dire “ Sei per otto, quarantotto” Un saluto spontaneo: che provenga direttamente dal nostro intimo. Un saluto cordiale, pieno di calore. Un saluto con tali connotati, rende meno grigia una giornata intera. Se la terra fosse avvolta da tanti saluti di qualità, si metterebbe a cantare !!!
“BUONGIORNO!”
“CIAO“
“ARRIVEDERCI!”
La lingua italiana ha queste tre parole meravigliose per esprimere il saluto:
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“Buongiorno” è il saluto che ti prende per mano e ti accompagna per tutta la giornata. Dire “Buongiorno” è come dire :”Sono contento di rivederti dopo la lunga notte” “Ti auguro 24 ore di gioia e di pace!” “Buongiorno” è una parola giovane e fresca come giovane e fresco è il mattino, ed è una parola carica di speranza. Parola che risveglia l’anima, come la doccia ha risvegliato il corpo. Allora “Buongiorno!”, “Buongiorno!” a tutti, ai genitori, ai nonni, agli insegnanti, ai vigili, al postino… Quando al mattino ci si sente avvolti da tanti “Buongiorno!” …è più facile essere umani!
“Ciao!” è una parola che ci invidiano in tutto il mondo! E’ brevissima, ma dolcissima. “Ciao!” apre e chiude l’incontro tra amici. “Ciao! Come va? Avevo voglia di sentirti! E’ una gioia per me restare qui con te”, “ Ciao! Arrivederci a presto! Continuerò ad esserti amico e a pensarti anche da lontano” Ecco il “Ciao”, una sillaba e tre vocali che contengono tutto quello che può contenere un cuore ben fatto.
Non posso vivere senza di te. Tu mi sei indispensabile !” questo è racchiuso nell’ ”Arrivederci”. Certo è che se i mariti e le mogli si dicessero sempre un bell’ ”Arrivederci” prima di partire per il lavoro, vi sarebbero meno separazioni, meno divorzi. Stupendo!
Insomma : ”Buongiorno!”, “Ciao!” , “Arrivederci!” sono proprio tre bellissime parole socializzanti da regalare a tutti senza usare il misurino… - 39 -
La vostra felicità è nel bene che farete, nella gioia che diffonderete, nel sorriso che farete fiorire, nelle lacrime che avrete asciugato.
LA FORZA DELL’AMORE Testimonianza di suor Delia dal Congo
La parola Africa evoca spesso immagini drammatiche di guerre, violenze, fame, malattie, rifugiati. Incontrandola, però, essa (Raoul Follereau) mi ha rivelato anche valori, tradizioni, culture meravigliose, soprattutto volti e storie che ogni giorno mi insegnano qualcosa. Il Vangelo, l’incontro personale con Cristo salva e potenzia questi valori, ne sono testimone continuamente. Ci sono persone che si alzano al mattino senza sapere se mangeranno, se troveranno lavoro, se potranno andare a scuola, se avranno le medicine per curarsi, se arriveranno a sera, eppure, in questa precarietà di vita che a me, a noi, metterebbe angoscia, riescono a guardare con gioia il sole che nasce e scalda le giovani pianticelle di manioca, di riso, di fagioli e ne ringraziano il Creatore. Persone che fanno chilometri a piedi per incontrarsi con altre nelle piccole comunità di base, riflettere sulla parola di Dio e cercare insieme come impegnarsi concretamente per i più poveri. Persone che trovano il tempo di assistere malati soli all’ospedale e che portano un pezzo di sapone a un prigioniero che non ha nessuno. Persone che vengono a piedi nudi, nel fango, a chiamarmi e accompagnarmi a trovare un malato che vuole incontrarsi col Signore. - 40 -
C’è chi arriva a perdonare chi ha fatto del male a qualcuno della sua famiglia, chi ha distrutto l’avvenire di uno dei suoi figli. Ci sono mamme che ogni mattina ancora al buio percorrono una lunga distanza per andare a coltivare il proprio campo e tornando a casa alla sera hanno ancora la forza di occuparsi del marito e dei figli. Ci sono anziani che con la loro saggezza sanno orientare e consigliare i più giovani. Ci sono bambine e bambini che si prendono cura dei loro fratellini più piccoli e intanto cercano la legna e l’acqua e accudiscono anche i figli dei vicini. Ci sono papà che senza guardare alla fatica trasportano malati gravi all’ospedale più vicino, percorrendo a piedi, di notte, un lungo tratto di foresta. Delia Guadagnini
La forza dell’amore è sorprendente, ovunque. Ce l’abbiamo dentro tutti, se ogni giorno ne attingiamo le energie dal Vangelo, dalla preghiera, dai sacramenti, dalle persone che ci vogliono bene.
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E - STATE ALL’ORATORIO…. Ho partecipato con molto entusiasmo e gioia per il secondo anno all’oratorio estivo nei giorni di mercoledì e giovedì del mese di luglio. La novità di quest’anno è stata la gita del giovedì. Questo mi è piaciuto molto! Io, in realtà,, sarei una “ pigrona”, camminare e fare fatica non mi piace molto, ma devo ammettere che averlo fatto assieme ai miei amici è stato divertente e quasi non mi sono accorta della fatica. Anche perché le gite erano semplici: camminare assieme, scherzare e giocare è sempre un modo bello per stare assieme e divertirsi. I lavoretti fatti con le nostre mani al mercoledì sono la mia passione: mi diverto a creare qualcosa di mio che poi posso far vedere con orgoglio ai miei genitori. Peccato che sia finito: io proporrei di far durare l’oratorio estivo tutta l’estate. Sicuramente parteciperò anche il prossimo anno! A.C. - 42 -
I NOSTRI CAPOLAVORI
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Che bella sorpresa oggi abbiamo trovato nella sala giochi dell’oratorio noi animatrici del mercoledì. In sostituzione dello scivolo ormai fuori uso perché non più idoneo alle normative di legge, un bellissimo e moderno gioco: AIR HOCKEY! Anche i ragazzi e bambini dell’oratorio estivo erano eccitati ed entusiasti e divertiti…e chi li staccava più da questo inaspettato e coinvolgente gioco? Il nostro GRAZIE prima di tutto va alla generosissima persona che ha donato i soldi per l’acquisto, poi, al gruppo Associazione NOI per la scelta adeguata alle esigenze dei ragazzi per allontanarli almeno per alcune ore dai telefonini e concentrarli su questo gioco dove, con dei vari dischetti, ogni 5 minuti a turno potranno divertirsi alla grande! Un grazie di cuore dalle mamme e nonne del mercoledì
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GIOVEDI’….TUTTI IN GITA !!! (a cura di Graziano Melis ideatore ed organizzatore …)
Giovedì 6 luglio: Predazzo – Bellamonte – Predazzo. Puntualissimi, ore 08.30 appello scolastico e assegnazione numeri progressivi ( scritti sul braccio con penna biro, in attesa dell’adozione di microcips sottopelle) necessari per i vari appelli durante la giornata in modo che nessuna “ pecorella” venga smarrita. Ultimo numero: 54. Ci sono numerosi piccoli, perciò sarà necessario regolare il” tachimetro” ed in alcuni tratti viaggiare col freno a mano tirato… ma questo non sarà un problema. Partiti di buona lena, ben presto raggiungiamo il Camping Valle Verde. E’ la prima sosta, non tecnica, ma per affidare il nostro cammino alla Mamma Celeste e per qualcuno iniziare la fase di alleggerimento zaini per non correre il rischio di riportare i viveri a casa. - 45 -
La nostra carovana si inoltra per la strada di Sottosassa confondendo l’allegro chiacchierare con lo scroscio costante del fresco ruscello. Sono necessarie varie soste per far sì che il gruppo si “serri” ma alle 11. 15 raggiungiamo la nostra meta. In un attimo ”il gregge” si disperde per poter invadere spazi e giochi liberi. Il ritorno è stato allietato dalla sosta ristoratrice presso la Baita della nostra organizzatrice Angela. Vasta e gradita la scelta di bibite fresche e caffè corroborante. Stanchi e felici facciamo ritorno alla base… Appuntamento a giovedì. ncnmncn
Giovedì 13 luglio: Predazzo Paneveggio ( corriera di linea) Paneveggio – La Scofa – Predazzo. Alle 8.00 siamo già tutti pronti con lo zaino in spalla alla stazione delle autocorriere…i bambini sono molto eccitati; molti di loro non hanno mai “preso” la corriera… Giunti a Paneveggio e fatta la conta siamo pronti per la partenza. Il “ponte tibetano” è per molti un passaggio da affrontare con molta cautela; lo si vede dalla presa sicura alle corde - passamano. Sosta d’obbligo per dare il Buon Giorno alla nostra sicura guida, Maria. La salutiamo con le stesse parole dell’angelo Gabriele e con un “requiem” ricordiamo il nostro amico Fiorenzo… Col canto ancora ci affidiamo alla Mamma Celeste… Lungo il cammino anche una gradita e inattesa sorpresa… Qualcuno potrà raccontare di aver incontrato un falconiere intento ad addestrare una bellissima Poinana di Harris, ed è vero. Le foto lo possono documentare. L’allegro vociare delle raccoglitrici di fragoline di bosco ci porta ben presto alla nostra prima sosta tecnica. Si, quella che serve per alleggerire lo - 46 -
zaino prima di affrontare l’unica salita dalla pendenza quasi impercettibile… Lungo il percorso c’è la necessità di qualche sosta obbligata ora per attendere le raccoglitrici, ora per permettere il posizionamento di qualche cerotto su piccole abrasioni, ma dopo la nuova prova di attraversamento di altro ponte sospeso, poco prima di mezzogiorno, raggiungiamo la meta. Pranzo veloce e piena libertà. Il prato erboso, falciato e ben curato ha permesso all’allegra comitiva di ripristinare la cara vecchia “Laurenzia” (gli effetti della ginnastica si sentiranno in seguito). Alle 14 iniziamo il viaggio di avvicinamento a Predazzo… Forse la Gita è stata lunghetta, e si è resa necessaria qualche piccola sosta non prevista. ncnmncn
Giovedì 20 luglio: Cava delle Bore – Laghetto delle Piaie. Il numero degli iscritti va crescendo; numeri che avevamo dimenticato; 67 partecipanti. Partiti puntualmente in buon ordine e disciplina, in fila per due ci spostiamo sul luogo della nostra consueta preghiera. Sempre all’ombra, ben presto ci inoltriamo lungo la “ Cava delle bore”. Non è tanto lungo il tracciato, ma abbastanza impegnativo e meritevole di - 47 -
qualche sosta per poter illustrare il lavoro fatto tanto tempo fa dai boscaioli di Predazzo. I più coraggiosi, giunti al termine della salita, prontamente già si informano sulla durata della escursione e quanto manca ancora all’arrivo… La risposta è quella di sempre: Dietro alla curva e siamo arrivati! (non specifico mai quale curva, perché nelle strade forestali di curve ce ne sono a iosa…) Comunque siamo a destinazione al laghetto delle Piaie in perfetto
orario e dopo esserci rifocillati apriamo subito spazio ai giochi fino alle 14. Decidiamo di ripartire perché dalla valle sembrano addensarsi nuvole che promettono pioggia. Falso allarme! Il “viaggio” di rientro è stato più rilassante anche se con qualche passaggio un po’ impegnativo. Un percorso “stracortissimo” ha commentato Jacopo felice della sua prima esperienza col gruppo. Giunti in paese, il gruppo è andato via via disperdendosi, non prima però del consueto appuntamento al prossimo giovedì, con percorso a sorpresa. ncnmncn
Giovedì 27 luglio: Regina del Feudo- Maso alle Coste. Bellissima l’esperienza dell’Oratorio Estivo che oggi abbiamo concluso. In 68 abbiamo fatto visita all’ abete monumentale “ La Regina del Feudo” e scendendo per ripidi e tortuosi sentieri abbiamo raggiunto la nostra facile meta. Il Maso alle Coste. - 48 -
Ci attendeva Don Giorgio per celebrare con noi la Messa: partecipata e ben animata. Abbiamo ricordato nelle preghiere le nostre famiglie, i nostri anziani, gli ammalati…e a seguire, poichè le nostre campane già annunciano “l’angelus”, dopo aver rivolto la nostra preghiera a Maria, abbiamo dato l’assalto al nostro pranzo. Ottima la pasta al ragù e complimenti alle cuoche! Bello vedere i bambini che giocano felici sapientemente seguiti da attenti animatori e animatrici meritevoli di un doveroso grazie, a loro e a tutti coloro che si sono resi disponibili e si sono prodigati per la buona riuscita della attività dell’oratorio estivo. Un particolare grazie anche ai bambini per il loro comportamento sempre rispettoso delle regole. Prima del nostro rientro abbiamo dovuto far fronte ad altra incombenza… affrontare con spirito di sacrificio la tavolata stracolma di ogni tipo di dolci che le mamme hanno fatto pervenire in abbondanza. C’era aria di festa e noi ai dolci… abbiamo fatto la festa! Grazie anche per questo. Ciao Ciao! Graziano.
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Chi non è passato per la scuola del dolore è come un analfabeta davanti al libro della vita .
IN FESTA … CON AMMALATI ED ANZIANI Amicizia e condivisione per rinfrancarci nel corpo e nello spirito
Sono un’anziana in vacanza da alcuni giorni qui a Predazzo in una struttura alberghiera di questo meraviglioso paese. Assieme alle mie amiche, domenica 9 luglio ho partecipato alla S. Messa delle ore 10 nella quale si pregava in maniera particolare per ammalati e anziani di questa comunità. Da subito mi sono sentita “ coinvolta” come se la chiesa fosse una “grande famiglia” e mi sono sentita come a casa mia. Anch’io sono una persona avanti nell’età e non del tutto in salute. Questa celebrazione mi ha toccato particolarmente. Nel momento in cui il Parroco è passato con l’Ostia lungo la navata centrale della chiesa ho sentito qualcosa di particolare che mi ha fatto vibrare il cuore. Mi sono anche commossa perché ho ricordato il giorno in cui a Lourdes, lo scorso anno, ho vissuto un momento simile. Inoltre, sono rimasta piacevolmente ammirata nel vedere un bel gruppo di volontari che, con bella maniera, si davano da fare per aiutare chi aveva maggiormente bisogno di essere sostenuto. Bella l’iniziativa di questa parrocchia: infatti mi hanno detto che ogni anno c’è la festa dell’ammalato. - 52 -
Tornando al mio paese, un piccolo centro in provincia di Bologna, ho pensato che potrei far presente al mio parroco questa giornata… magari anche da noi si potrebbe fare. L.V.
Ogni anno aspetto con ansia il momento di questa festa. Per me, che ormai da parecchio tempo vivo una condizione di sofferenza fisica e morale, il ritrovarmi con altre persone anziane che vivono come me il peso della solitudine e del dolore fisico , mi aiuta a sentirmi meno sola e scoraggiata. Mi è piaciuta molto la S. Messa. Ho sentite rivolte a me personalmente le parole del Vangelo “Venite a me voi tutti affaticati ed oppressi…” e nel mio cuore ho gioito nel sapere che Qualcuno mi ama, mi capisce, mi aiuta, mi conforta e dà un senso a tutto il mio patire. E quando Gesù Eucaristia portato dal parroco è passato proprio davanti a me, non sono riuscita a fermare le lacrime…e con l’abbandono di cui sono capace, ho consegnato il mio dolore. “Come tutti i fiumi vanno al mare, così le nostre lacrime si versano nel cuore di Dio” (Giovanni XXIII). queste parole di papa Giovanni pronunciate da don Giorgio ad inizio Messa mi hanno proprio ristorato. Ottimo anche il pranzo preparato come sempre con amore dal nostro encomiabile cuoco Renato ed offerto altrettanto con amore dalle nostre brave volontarie. Stupendo anche il segnaposto che mostrava la foto e una frase del nostro carissimo san Giovanni Paolo II “E quando le vostre gambe saranno stanche …camminate col cuore” Un GRAZIE di cuore a tutti e… alla prossima…sempre a Dio piacendo!
Un’anziana e ammalata del paese - 53 -
Vedendo alla Messa tutte queste persone anziane ammalate della nostra comunità e ascoltando le profonde parole del Parroco, mi sono ritrovata a riflettere, forse per la prima volta, sul senso del dolore, della solitudine. Una festa quindi che può aiutare anziani e ammalati, ma anche una come me “ giovane “ e “sana”, ma povera nello spirito. Grazie! M.F.
Se Gesù... Se Gesù dalla croce avesse bestemmiato Dio o gridato: «Vi odio tutti quanti», la storia sarebbe stata molto diversa. Ciò che consentì il suo trionfo fu la sua fiducia incrollabile nell’amore. Da allora, nel vocabolario di chi segue Cristo, non esistono le parole «destino, caso, sfortuna, disgrazia, maledizione», ma «Provvidenza, affidamento, grazia, speranza, risurrezione...». Non ho nulla da rispondere a coloro che dicono «C’è troppo male nel mondo perché possa credere in Dio»... Dio non vuole la nostra sofferenza. Da onnipotente, Dio diventa «l’onniamante». Il solo potere di Dio è l’amore disarmato. Dio non ha altra potenza che quella di amare e di rivolgere a noi, quando siamo nella sofferenza, una parola d’aiuto. La nostra difficoltà, è poterlo ascoltare. PAUL RICOEUR, filosofo - 54 -
La nostra mitica poetessa Pina ci invia… Cara gente del nostro Predazzo: oggi è festa, come ogni anno. Festa grande del nostro anziano. Mi preme dire: l’Anziano è la nostra storia. Un vocabolario di memoria. Esso racconta, ricorda, insegna a chi l’ascolta lo sa ascoltare, quello che sempre ha raccontato. Le gioie, le pene, il duro lavoro, le guerre. Di gente passata, ma non scordata. Raccontate, vi chiedo, qualcuno v’ascolta! Insegnate ai giovani ad amare, pregare, sopportare! Coraggio: la vita è sempre avanti. Iddio ci protegga tutti, tendendo la mano portandoci in salute lungo gli anni fino al tramonto. Auguri auspici Un’anziana, amica di tutti voi!
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Mamma, che il tuo sguardo sia sempre su me.
FATIMA…NEL SUO CENTENARIO importante apparizione del 13 luglio
Era un venerdì, il giorno in cui sarebbe avvenuta la terza apparizione della Madonna. Lucia, che fino alla sera del giorno prima aveva deciso di non recarsi alla Cova da Iria, approssimandosi l’ora in cui dovevano partire, si sentì repentinamente sospinta da una strana forza, alla quale non le era facile resistere. Andò allora dai cugini e li incontrò nella loro camera che piangevano e pregavano: — Allora tu non vai? E’ ormai ora. — Senza di te non osiamo andare. Su, vieni! — Guarda che io sto già andando… E i tre giovinetti si misero in cammino. Nel giungere sul luogo delle apparizioni, si meravigliarono per la moltitudine che era accorsa laggiù — più di duemila persone— ad assistere allo straordinario avvenimento. Secondo il signor Marto, padre di Francesco e Giacinta, nel momento in cui apparve la Madonna, una nuvoletta grigiastra oscillò sul leccio, il sole si oscurò e cominciò a soffiare un fresco venticello, malgrado si fosse nel pieno dell’estate. Nel profondo silenzio di tutti i convenuti, si udiva un ronzio come quello di una mosca in un orcio vuoto. - 56 -
E’ Suor Lucia che racconta ciò che allora successe:
“Vedemmo il riflesso della luce conosciuta e, subito dopo, Nostra Signora sul leccio. — Cosa vuole Vostra Signoria? — domandai. — Voglio che veniate qui il giorno 13 del prossimo mese; che continuiate a recitare il Rosario tutti i giorni in onore di Nostra Signora del Rosario, per ottenere la pace del mondo e la fine della guerra, perché soltanto così Ella lo potrà aiutare. — Volevo chiederLe che ci dicesse Chi è; e di fare un miracolo per cui tutti credano che Vostra Signoria ci appare. — Continuate a venire qui tutti i mesi. In ottobre vi dirò chi sono, quello che voglio, e farò un miracolo che tutti potranno vedere per credere. A questo punto feci alcune domande (da parte di diverse persone). Nostra Signora disse che era necessario recitare il Rosario per conseguire le grazie durante l’anno. E continuò: “Sacrificatevi per i peccatori, e dite molte volte, specialmente quando farete qualche sacrificio: O Gesù, è per il vostro amore, per la conversione dei peccatori ed in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria”.
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GESU’ E’ ANCORA IMPORTANTE PER NOI ???? Una lettera per farci riflettere….
Questa lettera fu trovata dall’ infermiera dell’ospedale sotto il cuscino di un giovane appena deceduto L’ ULTIMA LETTERA “ Cara mamma, da alcuni giorni riesco a stare seduto sul letto solo per mezz’ora e per il resto della giornata sono immobilizzato. Il cuore non vuole più battere. Stamattina presto il professore ha detto qualcosa che suonava come “essere pronto”. Per che cosa? Certo è difficile morire giovani! Devo essere pronto al fatto che all’inizio della settimana sarò un trapassato; e non sono pronto. I dolori scavano in modo quasi insopportabile, ma ciò che mi sembra davvero insopportabile è che non sono pronto. La cosa peggiore è che, quando guardo il cielo, è buio, diventa notte, ma non brilla sopra di me nessuna stella, nella quale io possa immergere lo sguardo. Mamma, non ho mai pensato a Dio, ma ora sento che esiste ancora qualcosa che non conosciamo, qualcosa di misterioso, un potere nelle cui mani cadiamo, al quale dobbiamo dare delle risposte. E la mia pena è che non so chi è. Se solo lo conoscessi ! Mamma, ricordi come tu, con noi bambini, camminavi nel bosco, nell’ oscurità che stava calando, incontro al papà che tornava dal lavoro. - 58 -
A volte ti correvamo davanti e ci vedevamo improvvisamente soli. Avanzavano dei passi nell’oscurità: che paura dei passi sconosciuti! Che gioia quando riconoscevamo che quel passo era quello del papà che ci amava. E ora, nella solitudine, sento ancora dei passi che non conosco. Perché non li conosco ? Mi hai detto come mi devo vestire e come mi devo comportare nella vita, come mangiare, come cavarmela. Ti sei occupata di me e non ti sei stancata di tutta questa preoccupazione. Ricordo che tu, la notte di Natale, andavi a Messa con i tuoi bambini. Mi ricordo anche della preghiera della sera che qualche volta mi suggerivi. Ci hai sempre indirizzati all’onestà. Ma tutto questo ora per me si scioglie come neve al sole. Perché ci hai parlato di tante cose e non ci hai detto nulla di Gesù Cristo ? Perché non mi hai fatto conoscere il suono dei suoi passi, in modo che fossi in grado di accorgermi se è lui che viene da me in quest’ultima notte e nella solitudine della morte ? In modo che io sapessi se quello che mi aspetta è un Padre! Come potrei morire in modo diverso…”
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La misura di una vita ben spesa non sta in quanto è durata ma in quanto si è donato.
DIO AMA CHI DONA CON GIOIA ! Una giornata di svago e amicizia per gli ospiti delle case di riposo
È stata una giornata diversa e sicuramente piacevole quella trascorsa dagli ospiti delle Case di Riposo di Predazzo, Tesero, Vigo di Fassa e Strigno giovedì 20 luglio presso il tendone allestito in località Minigolf qui a Predazzo, appuntamento ormai consueto che si tiene nel mese di luglio. Il momento iniziale è stato dedicato alla partecipazione della S. Messa celebrata dal nostro parroco don Giorgio. Belle e significative le parole rivolte agli anziani presenti, in particolare l’invito a ricordare e a portare sull’altare le sofferenze, le paure, le difficoltà, ma anche i momenti belli e gioiosi vissuti nel corso degli anni, perché non bisogna dimenticare che il bene prevale sempre sul male, nonostante tutto. Questo, in sintesi, il senso delle parole pronunciate che spero di aver riportato fedelmente: un messaggio di speranza, dunque. È seguito il pranzo, ottimo e abbondante e quindi l’intrattenimento musicale con la possibilità, anche per qualche ospite, di ballare. Che dire? Regalare un momento di svago a persone con difficoltà fisiche, psichiche o semplicemente molto in là negli anni (la vecchiaia è essa stessa malattia, dicevano i latini) è un modo di farsi prossimo in una società che tende a tenere a distanza qualunque forma di dolore e sofferenza. Un plauso quindi a quanti hanno organizzato la festa. Aggiungo di mio alcune riflessioni. Stare accanto a persone che affrontano la fase terminale della loro esistenza non è sempre facile (qualcuno a volte non ti accetta o ti respinge proprio) ma è pur sempre arricchente perché quando l’ approccio, inaspettatamente, va a buon fine, allora la soddisfazione è grande. Per converso ricevere un sorriso, scorgere un moto di luce negli occhi della persona presso cui ti fermi, scambiare una parola, ascoltare uno sfogo o un racconto di fatti lontani nel tempo, - 60 -
asciugare una lacrima, capire che quel poco che fai viene apprezzato, ti ricolma di gioia. Quando sono diventata volontaria dell’ AVULSS, parecchi anni fa, ero tutta presa dal fare, dall’efficientismo che caratterizza un po’ la vita dei nostri giorni, nella convinzione che per rendermi utile dovevo necessariamente riuscire a coinvolgere gli anziani in qualche attività. Adesso, invece, preferisco sostare accanto alle persone che incontro e, talvolta, aspettare che siano esse stesse a prendere l’iniziativa, per poter assecondare così eventuali richieste. In definitiva ritengo che avvicinare coloro la cui vita si va progressivamente indebolendo e svuotando di relazioni, di presenze, di interessi, di affetti, di autonomia sia una grande opportunità, un dono cui attingere ampiamente, anche per migliorare se stessi. Maria Gabrielli
Troppo spesso sottovalutiamo il potere di un tocco, un sorriso, una parola gentile, un orecchio in ascolto, un complimento sincero, o il più piccolo atto di cura, che hanno tutti il potenziale per trasformare una vita intorno. (Leo Buscaglia) - 61 -
ECCOMI …SIGNORE IO VENGO! 50 anni di fedeltà al Signore nella vita religiosa di alcune nostre predazzane
La festa di san Giacomo ci dà l’occasione ogni anno di ricordare i sacerdoti, le suore e i religiosi originari della nostra parrocchia e di poter salutare quelli che possono essere presenti all’evento. Quest’anno abbiamo festeggiato il 50° anniversario di consacrazione religiosa di suor Generosa , suor Tommasina e suor Fidelma. Le considerazioni che seguono dovrebbero farci riflettere sulla “Chiamata” che il Signore rivolge ad ognuno.
Diamo a loro la parola : Carissimi miei compaesani, “il Signore è veramente fedele e il suo amore è immenso” Con il cuore pieno di gratitudine al Signore, alla mia famiglia natale e alla famiglia religiosa delle Suore della Provvidenza, vi faccio partecipi del dono grande di celebrare i 50 anni di consacrazione al Signore. Sento profondamente che tutto è stato ed è dono. La mia vita è passata velocemente e guardandola indietro, oggi sembra un soffio. Non mi appartiene perché l’ho donata a Lui e a quanti ho potuto avvicinare e servire nel mio servizio in tutti questi anni. Mi ritengo fortunata per i 28 anni di missione in Bolivia che hanno donato slancio e forza al mio essere religiosa e che tuttora porto nel cuore come gli anni più belli della vita. - 62 -
Quanti volti, quante persone ho amato e che mi hanno amato, quanti bambini ho stretto al cuore e ho visto sorridere nuovamente alla vita, quante mani ho stretto per infondere coraggio e forza nel momento del dolore, della prova, tutto è stato ed è dono. Oggi, qui in Cormons, con le mie consorelle ammalate e anziane, cerco di essere, per ognuna di loro, madre e sorella anche se sento tutta la mia povertà. So che il Signore, mio Sposo e Sposo di ognuna di loro, è il primo a proteggerle e aiutarle, cerco di essere strumento docile nelle sue mani. Solo “Grazie” sgorga dal mio cuore e vi chiedo di dirlo con me. Grazie per la vita, per la vocazione religiosa, di cui mi sento felice e vorrei che altre giovani anche oggi, potessero e desiderassero abbracciare. E’ bello donarsi agli altri; è bello dimenticarsi per essere piccolo pane. Se Gesù è stato ed è fedele con me, e ha avuto tanta pazienza e mi ha usato per il suo Regno, quanto più lo farà ancora con tanti di voi soprattutto giovani. Non abbiate paura a dire di sì se vi chiama, Lui non ci abbandona e se ci chiama non ci lascia più perché il suo amore è veramente forte e per sempre. Con amore più forte e maturo oggi rinnovo il mio “si” a Gesù, nelle mani della mia famiglia religiosa e della chiesa tutta, in particolare della chiesa di Predazzo che mi ha donato la fede e in cui è nata la vocazione religiosa. Grazie per essere sempre stati presenti nel mio peregrinare nel mondo in tanti modi, mi sono sentita ricordata, amata e aiutata da voi, grazie, il Signore e San Filippo e Giacomo vi benedicano sempre. Con affetto e riconoscenza Sr. Generosa Degaudenz
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Carissimi, sono Sr. Tomasina Morandini, pardaciana da sempre, anche se forse poco mi sono fatta vedere in paese. Anch’io assieme a Sr. Fidelma e a Sr. Generosa ricordo i miei 50 anni di consacrazione religiosa tra le suore della Provvidenza. Veramente un dono di Dio l’essere arrivata fino qui dopo anni di servizio sereno. Il mio lavoro semplice ma fatto veramente con amore e passione è stato per 10 anni con i bambini nelle scuole materne e poi 35 qui con le nostre madri ammalate e anziane di Cormons, cercando di soddisfare i piccoli desideri e necessità nella cucinetta del II° piano di questa grande casa. Mi sento felice di quanto ho vissuto e ho potuto fare lungo la vita e sono riconoscente al Signore per essere arrivata a questo traguardo. Ringraziate con me il Signore e pregatelo perché possa continuare con generosità e pace a servire e amare. Prego per ognuno di voi, per le vostre famiglie e necessità e che il Signore e la Madonna Rosa Mistica vi benedica e protegga. Suor Tommasina Morandini
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I miei 50 anni da Consacrata Mi chiamo suor Fidelma faccio parte della famiglia delle suore della Provvidenza. Le ho conosciute 50 anni fa frequentando la casa di riposo s. Gaetano dove operavano e mi erano molto di esempio per lo stile di vita: semplice, umile, accogliente e per il servizio che svolgevano agli anziani ritenuti in paese i più bisognosi. L’ambiente dove sono cresciuta era semplice e con sani valori morali , e religiosi. Ho ereditato dalla mia famiglia una particolare sensibilità verso i più bisognosi e i malati. A 11 anni ho sentito in me i primi segnali di una vocazione, quando alcune mie amiche mi confidarono che sarebbero andate in collegio dalle suore della Provvidenza a Udine per diventare anche loro un giorno suore. Anche in me sorse il desiderio di fare tale esperienza, ma non la feci perché mia mamma pensava che avevo bisogno di tempo per maturare questa chiamata. Continuai la mia vita normale, feci parte fin dalla scuola materna all’azione cattolica : come angioletto, piccolissima, beniamina, aspirante e giovanissima. Nel frattempo una delle mie sorelle decise di farsi suora ed entrò fra le suore della Provvidenza. Questo fatto mi pose degli interrogativi sulla scelta, anche perché lei era un anno più giovane di me. Andai più volte a trovarla e la sua serenità, la sua gioia mi entusiasmarono tanto da sentire in me la voglia di seguirla. Avevo 18 anni quando un giovane manifestò di volermi bene. Era bravo, era amico di mio fratello e frequentava la mia famiglia, cosi io accettai questa amicizia. Partito per fare il militare, questa amicizia continuò attraverso una frequente corrispondenza e sentivo di volergli bene. Quando venne per la prima volta in licenza, mi fece la proposta di volermi sposare appena finito il servizio militare. Pur volendogli molto bene, sentivo un esigenza che mi lasciava più soddisfatta, quella di una vita tutta donata a Dio e ai fratelli. Così gli manifestai il mio desiderio profondo di consacrarmi.. Lui rimase sorpreso, ma - 65 -
seppe rispettare la mia scelta. Intensificai la mia vita spirituale attraverso la partecipazione giornaliera all’Eucaristia, la meditazione della Parola di Dio e l’impegno costante nella comunità parrocchiale come delegata dell’ ACR (Beniamine) le visite agli anziani e ammalati. Il mio desiderio di entrare in Convento era molto forte, ma la mamma ritenne che dovevo attendere che diventassi maggiorenne e io accettai. In questo periodo di attesa ebbi dei momenti di dubbio che però con l’aiuto del Direttore spirituale, mio parroco superai. Ricordo una frase del Vangelo detta da lui in uno dei colloqui; “Chi ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro non è atto per il Regno dei Cieli” e continuai nella mia scelta. . Entrata in convento a 21 anni, mi trovai subito bene perché sentivo che il desiderio tanto provato, poteva realizzarsi. Le difficoltà di una vita tanto diversa ci sono state, ma non hanno fatto altro che accrescere la volontà di rispondere al Signore. Quel Sì che avevo detto come in germe ancora da piccola, pian piano era cresciuto fino a diventare un dono di vita. Dopo tre anni di esperienza, decisi di consacrarmi totalmente al Signore tra le suore della Provvidenza con i Voti di Castità, Povertà e Obbedienza. Ho avuto la possibilità di prepararmi anche professionalmente come Infermiera. Sono state diverse le comunità dove sono stata destinata a svolgere il servizio per cui mi ero preparata; Pavia (Policlinico San Matteo), Isola d’Ischia (Ospedale Rizzoli). Una nuova proposta mi venne offerta dai Superiori per una formazione di” Pastorale” a Roma che accettai molto volentieri, questa mi abilitava ad un servizio sul territorio. Dopo la formazione fui trasferita a San Michele Salentino (BR) dove potevo esercitare la Pastorale. In seguito andai a Torre del Greco dove vi rimasi per 17 anni impegnata in diverse realtà della Comunità parrocchiale: come formatrice per il gruppo di Catechesi, per la formazione di un gruppo di donne volontarie per i vari servizi nella parrocchia, e di un - 66 -
gruppo di giovani studenti per rispondere alle necessità di disagio che il terremoto aveva causato. Poi nella Casa di Riposo di Roncegno, dove ho continuato a svolgere non solo il compito di infermiera, ma anche di catechista per i ragazzi della Cresima e la formazione di un gruppo di volontariato per aiutare alcuni anziani affetti da “Alzheimer” che tuttora è attivo. Ora mi trovo a Napoli nel quartiere Scampia dove continuo a esercitare il servizio infermieristico sul territorio per i più poveri italiani e Rom. Fino adesso ho raccontato la mia personale esperienza che è una parte del mandato che la mia comunità cerca di esprimere. Oltre al servizio infermieristico e pastorale come comunità ci occupiamo anche dei bambini a rischio sia napoletani che Rom che si trovano in situazioni di estremo bisogno. Per questo abbiamo un Centro Educativo: “Il giardino dai Mille colori”. I bambini! Il bene più fragile in questo quartiere che esprimono bisogno di tenerezza, di cura, di amore . A loro noi cerchiamo di dare risposte anche se non è facile….Ma la Provvidenza ha sempre accompagnato i nostri passi…. Forse vi chiederete da dove tutto questo coraggio? La forza e l’audacia l’ho attinta dall’invito che Gesù fa a ciascuno di noi.” Tutto quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli l’avete fatto a Me”( Matteo 25 ). Suor Fidelma Dellantonio
Dopo queste parole ogni commento sarebbe superfluo, salvo sottolineare l’importanza del ruolo dei genitori, della famiglia e della comunità parrocchiale nella scelta “vocazionale” (religiosa, famigliare, di apostolato …) di ogni persona.
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I MISSIONARI SCUOTONO IL NOSTRO CUORE… Don Bruno riparte per la Bolivia
E’ sempre una gioia ed è fonte di speranza rivedere i nostri missionari ritornare nel loro paese d’origine per un breve periodo di riposo. Così è stato per me: rivedere il nostro caro don Bruno dopo due anni di assenza, sentire la sua omelia nel giorno della festa patronale, poi nel saluto dato alle varie messe della domenica e nella serata di martedì 8 agosto, mi ha riempito il cuore prima di tutto di ammirazione ! Lasciare la patria, la famiglia, i vari amici, le situazione di comodità…. non deve proprio essere né facile né semplice. E in don Bruno ho visto la cosa come fosse una normalità, segno evidente che l’amore per Gesù Cristo è più forte di qualsiasi altro sacrificio richiesto. E come rimanere indifferenti di fronte a tanto amore per Gesù e per i fratelli lontani? - 69 -
Spontaneo mi è nato un interrogativo: ed io cosa sono disposta a fare per Cristo? Ecco a cosa ci provocano i nostri missionari: non è solo un bel racconto il loro… ma ci interpellano e ci fanno scavare nel cuore! La risposta…la sto ancora cercando… Ora don Bruno sta ritornando in Bolivia, dopo aver offerto la sua opera per vari anni in Brasile! Una nuova incognita lo attende, ma la fede in Dio in lui è forte, questo lo ho percepito molto bene! GRAZIE don Bruno per la testimonianza così semplice, umile, essenziale che ci hai dato! Il tuo sorriso, schivo di tante chiacchiere, è più eloquente di molte prediche! GRAZIE DI CUORE!!! A.S
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dal 1 giugno 2017 al 31 agosto 2017 HANNO CELEBRATO... il Sacramento del
le Esequie dei
Defunti
Battesimo MENGAL / MAXIMILIEN FERDINANDO PIERRE
BERTOLDI GIUSEPPINA
PICARIELLO CHRISTIAN
FELICETTI ALCIDE ALDO
DELLADIO ALICE
MORANDINI ANNA TERESA
PARODI PATRICK
CECCOLIN LILIANA
BONINSEGNA MATTEO
BRIGADOI FLAVIA
GUADAGNINI NATALY
GABRIELLI GILDA
TRETTEL ANTONIETTA
DEMATTIO RITA
il sacramento del Matrimonio
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Grazie per la vita che ci hai dato, grazie, o nostro Dio. per il creato. Noi ti diciamo grazie per davvero: per ogni uomo, per la terra e il cielo.