PARROCCHIA Santi FILIPPO e GIACOMO
CAMMINIAMO INSIEME ANNO XXXIII - N° 3 - 2018 LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE
In questo numero: descrizione articolo
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I chiodi nella staccionata
3
Giovani in festa
7
Un cuor solo... un’anima sola
11
Amazzonia... terra di missione
14
Bambini del “coretto” in festa
18
Un Pane fatto dono
21
Che cercate...?
24
Campeggio... che passione
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Sacerdoti, abbiamo bisogno di voi
37
Oratorio... anche d’estate
44
Ammalati... uniti in amicizia
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Volontari... servizio gioioso
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Camminando in “Amoris Laetitia”
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San Giacomo... ci riunisce ancora
64
Un calice... tanti ricordi
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Con la missione nel cuore
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Campi-Scuola a Casa M.Immacolata
73
Il decalogo della quotidianità
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Ciclostilato in proprio ad uso manoscritto della parrocchia di Predazzo -2-
I CHIODI NELLA STACCIONATA
“…C’era una volta un ragazzo con un brutto carattere. Suo padre gli diede un sacchetto di chiodi e gli disse di piantarne uno nello steccato del giardino ogni volta che avesse perso la pazienza e litigato con qualcuno. Il primo giorno il ragazzo piantò 37 chiodi nello steccato. Nelle settimane seguenti, imparò a controllarsi e il numero di chiodi piantati nello steccato diminuì giorno per giorno: aveva scoperto che era più facile controllarsi che piantare i chiodi. Finalmente arrivò un giorno in cui il ragazzo non piantò alcun chiodo nello steccato. Allora andò dal padre e gli disse che per quel giorno non aveva piantato alcun chiodo. Il padre gli disse di levare un chiodo dallo steccato per ogni giorno in cui non aveva perso la pazienza e litigato con qualcuno. I giorni passarono e finalmente il ragazzo poté dire al padre che aveva levato tutti i chiodi dallo steccato. Il padre portò il ragazzo davanti allo steccato e gli disse: “Figlio mio, ti sei comportato bene, ma guarda quanti buchi ci sono nello steccato. Lo steccato non sarà mai più come prima.” Quando litighi con L’amore può veramente coprire una moltitudine di qualcuno e gli dici qualcosa peccati e sanare ogni tipo di brutto, gli lasci una ferita di ferita: non c’è contrasto, come queste. Puoi piantare non c’è conflitto che non un coltello in un uomo, e poi si possa risolvere se ci levarlo, ma rimarrà sempre lasciamo guidare dall’amore, una ferita. Non importa se lasciamo che ad agire sia quante volte ti scuserai, la l’anima e non il nostro “io”. ferita rimarrà…”. -3-
Non sempre però i chiodi lasciano i buchi La storia della staccionata si applica prioritariamente ai rapporti con le persone con le quali siamo quotidianamente a contatto cioè ai rapporti umani. È infatti nei rapporti umani, nei rapporti con le persone che più amiamo che nascono diverbi e incomprensioni che a lungo andare (tolti i chiodi) possono lasciare ferite (i buchi della staccionata). Nei legami meno stretti è facile controllarsi e mantenere una certa impeccabilità perché si tratta di contatti sporadici, occasionali, mentre invece nei rapporti umani l’arte dell’impeccabilità viene ogni giorno messa duramente alla prova. Perché? Perché bisogna fare i conti con la quotidianità, la routine, la natura imperfetta del nostro “ Io “, il carico di problemi nostro e dell’altra persona, la differenza di indole … con un insieme di elementi insomma che piano piano contribuisce a smorzare l’entusiasmo e la freschezza del rapporto iniziale. Certo si vuole sempre bene alla persona che abbiamo accanto (amico, partner…), ma sentiamo che qualcosa è cambiato. Il cambiamento fa parte della vita, tutto cambia, tutto è in continua evoluzione, niente è permanente, fisso, statico: cambiamo noi, cambiano gli altri e cambiano le circostanze di vita, non può essere altrimenti. -4-
Ma allora questi benedetti rapporti sono per forza di cose destinati ad appiattirsi e a generare contrasti e ferite? Siamo davvero condannati a vedere la nostra staccionata piena di buchi? Assolutamente no! È vero che tutto è in evoluzione e che il cambiamento fa parte della vita, ma il cambiamento non dovrebbe mai intaccare e snaturare la bellezza di un rapporto. Il cambiamento può determinare mille varianti nel modo di vivere un rapporto, ma non può e non deve portare a un deterioramento e a una perdita della bellezza iniziale. Amore e impegno fanno la differenza Si cambia certo, ma il rapporto va comunque curato, difeso, salvaguardato. È come un fiore, ogni giorno sarà diverso: crescerà, muterà aspetto, cambierà forma, sfumatura di colori, aspetto generale, ma conserverà sicuramente la sua bellezza, se ci sarà cura quotidiana, AMORE ed IMPEGNO.
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Amore ed impegno costituiscono i due elementi cardini del successo di un rapporto e l’uno non può prescindere dall’altro. “L’amore copre una moltitudine di peccati” (I Pietro 4:3) “L ’amore è paziente e benevolo… non si inasprisce, non addebita il male… sopporta ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa… l’amore non viene mai meno” (I Corinzi 13: 4-10). L’amore guida alla comprensione, ci rende sensibili alle esigenze dell’altro, inclini a venirsi incontro reciprocamente e quindi permette di superare ogni incomprensione e aiuta a capire che lo scontro costituisce una preziosa occasione di confronto, di crescita interiore, occasione per capire meglio noi stessi e per modellarci grazie al confronto con l’altro. L’amore può veramente coprire una moltitudine di peccati e sanare ogni tipo di ferita: non c’è contrasto, non c’è conflitto che non si possa risolvere se ci lasciamo guidare dall’amore, se lasciamo che ad agire sia l’anima e non il nostro “io”. L’anima è guidata dall’amore, l’io è guidato dall’imperfezione, alimentato dai pensieri negativi della mente e manovrato dall’Avversario che sfrutta le nostre imperfezioni per indurci a ferire, offendere, attaccare gli altri.
Attenti a non abbassare la guardia!
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GIOVANI IN FESTA… Recital in occasione dei 90 anni delle suore di Maria Ausiliatrice a Ziano
Se dovessi esporre tutto quello che questo Musical ha significato per me, non Amico mio, finirei più. Credo di non parlare solo a accanto a te nome mio, ma anche di tutti coloro che non ho nulla di come me, hanno partecipato non solo alla cui scusarmi, realizzazione della scena, ma anche alla nulla da cui scrittura del copione, alla traduzione e difendermi, nulla riscrittura delle canzoni, al componimento da dimostrare: delle scenografie e coreografie. Sicuramente trovo la pace… Al non posso dire che sia stato facile, anzi di là delle mie questa volta ci siamo davvero tutti messi parole maldestre alla prova, ma ora che ho visto il risultato tu riesci a finale non posso che dire di essere fiera vedere in me semplicemente di tutti noi e che, NE E’ VALSA LA PENA. l’uomo. Questo spettacolo non è solo una scenetta de Saintcomposta da degli attori. Dietro tutta questa (Antoine Exupery) messa in scena c’è una grande famiglia costruita mattonella su mattonella: fra gioie, momenti di rabbia, stupidaggini e anche alcune lacrime. Devo ammettere che ci sono stati dei momenti in cui pensavamo che non ce l’avremmo mai fatta perché non tutto è oro quel che luccica. Spesso la voglia non ci ha accompagnati e per alcuni, nemmeno l’impegno, ma grazie agli animatori che ci hanno spronati e hanno -7-
sempre creduto in noi, siamo riusciti nel nostro intento. Ma adesso basta parlare di cose negative. Devo ringraziare questo musical perché ha unito un gruppo di ben 25 persone e, se conosceste tutti i componenti del GG di Ziano, lo riterreste una cosa impossibile. Tantissime teste calde, diverse, tante idee, molti caratteri forti, ma la cosa che ci lega è l’amicizia e la gioia. Non lo dico perché “sono cose che si dicono” o perché “bisogna fare una bella impressione”. Lo dico perché si sono formati legami che all’inizio di questo percorso sembravano impossibili. Consiglio a tutti di provare almeno una volta nella vita a fare questa esperienza, perché anche se ne uscirete stanchi, distrutti e con i nervi poco saldi, ne vale la pena. Questo tipo di attività ti fa capire che nella vita “strucar i denti” e non mollare anche davanti a ciò che sembra impossibile, ti aiuta a crescere e maturare, ma soprattutto a condurre una vita FELICE. Dellasega Chiara Sabato 26 maggio i ragazzi del gruppo giovani di Ziano hanno messo in scena un Musical ideato esclusivamente da loro, dopo alcuni precedenti tentativi non andati a buon fine. Assieme ad alcuni giovani del gruppo di Predazzo ed animatrici ho voluto partecipare allo spettacolo perché mi incuriosiva molto questo tipo di esperienza fatta anche da alcuni miei amici: i ragazzi del 2001! Così mi hanno raccontato che l’idea iniziale era andare in scena con un copione già sviluppato, ma ai ragazzi la trama non piaceva particolarmente, e allora si sono messi insieme a cambiare i vari pezzi. -8-
Dopo giorni di lavoro si era capito che non era possibile cambiarlo tutto e allora decisero di riscriverne uno interamente da capo… “È stata una situazione orribile, nel senso bello, però difficile e lunghissimo e super impegnativo con il nuovo testo, i testi delle canzoni e le coreografie. Abbiamo iniziato fine dicembre, inizio gennaio e finito alcuni giorni prima dello spettacolo” mi hanno detto i ragazzi. Da “esterna” e amica di alcuni componenti il gruppo, ho voluto sapere dalle “principali” ideatrici cosa hanno provato e cosa pensano di tutto il lavoro svolto in questo tempo: Chiara dice: “Bellissima esperienza, ci siamo resi conto che la fatica è stata ripagata perché ne è valsa la pena. Se potessi ritornare indietro lo rifarei da capo con tutti i nervi stressati, insomma l’ansia, perché ne è valsa veramente la pena, è stata una cosa particolarmente fica da fare e poi una cosa nuova diversa, bella” Margherita dice: “Io personalmente posso dire che sono fiera di quello che siamo riusciti a fare, soprattutto considerando che lo spettacolo è stato preparato in tutto e per tutto da noi partendo da zero. Non è stata sicuramente un’esperienza facile, ma anzi ci ha messo particolarmente alla prova sotto vari aspetti, ma il risultato finale credo abbia reso orgogliosi tutti e inoltre credo sia una sfida in grado di insegnare e trarre molto da tutti quanti.”
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L’emozione era tanta, si vedeva e si sentiva, ma sempre tenuta sotto controllo senza troppi momenti di agitazione, anzi si vedeva nello sguardo, si sentiva nella voce che ognuno di loro ci teneva a questo e si impegnava fino in fondo dando il meglio. Lo spettacolo mi è piaciuto molto, mi sono emozionata a vedere i miei ex-compagni di classe su un palco a fare ciò che li rende felici. Dopo lo spettacolo ho riflettuto molto su tutte le energie che hanno speso in questo lavoro, sui sacrifici fatti da loro per andare a prove e su tutte le liti create nel gruppo per molte idee, insomma mi sono messa nei loro panni e la risposta a queste piccole cose è stato: WOW, che mazzo che si sono fatti. In conclusione io credo che molte cose sono difficili, ma bisogna affrontarle se ci si tiene veramente e questi ragazzi sono l’esempio, se ci si crede fino in fondo ad una cosa e si arriva al massimo risultato, la soddisfazione arriverà sicuramente. A me e ai miei amici hanno fatto nascere il desiderio di “ provare” pure noi ragazzi del gruppo di Predazzo ad “ inventare” qualcosa del genere…chissà se riusciremo…staremo a vedere! Intanto ringrazio il gruppo di Ziano e dico: che bello non sentirsi stretti e con gli occhi chiusi solo nel proprio paese, ma condividere, vedere e sentirsi parte di “una famiglia più grande” che comprende amici e persone di altri paesi Sara Morandini
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UN CUOR SOLO… UN’ANIMA SOLA... Per ringraziare il Signore dell’anno trascorso
Nella messa serale di domenica 27 maggio si è concluso l’anno catechistico. In chiesa eravamo molti bambini e ragazzi. Molto bello all’offertorio il momento in cui alcuni di noi, aiutati dalle catechiste, abbiamo rappresentato, attraverso dei nastri colorati e intrecciati, il significato del percorso svolto durante le ore di catechesi. Il filo conduttore di tutto l’anno è stato IL VESTITO. Abbiamo imparato a intessere la nostra vita con quella di Cristo: unico garante di vera felicità. La trama formata dall’intreccio dei vari nastri con colori significativi per ogni classe, ha formato un TESSUTO. Un grazie speciale alle nostre catechiste che, guidate sapientemente da don Giorgio e da suor M.Cristina, con gratuità e vero spirito di servizio, hanno donato tempo ed energie per tutti noi. Un grazie a Dio per i “semi” interrati nel nostro cuore e che, speriamo, a suo tempo diano frutti in abbondanza. - 11 -
Durante la Messa sono stati presentati alla comunità anche i nuovi chierichetti, tutti bambini di terza elementare che hanno ricevuto da poco il sacramento dell’Eucaristia. Che bello vedere tanta gratuità e desiderio di” servire” in modo diverso all’interno della comunità.
Eccoli:
Francesco Boninsegna Matteo Felicetti
Marco Morandini Matteo Mattioli
Simone Ioppi Lorenzo Ferrari
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AMAZZONIA… TERRA DI MISSIONE
Testimonianze di esperienze vissute a stretto contatto con alcuni missionari
Ascoltare, essere attenti, consolare, perdonare, accompagnare, abbracciare, aiutare sono verbi che a volte dimentichiamo. Bisognerebbe scriverli su una parete accanto alla porta di casa, e leggerli ogni volta che usciamo nel mondo. (Fabrizio Caramagna)
Percorrendo le strade di Manaus, con la macchina scassata di Padre Fausto, un padre comboniano di Molina di Ledro amico e missionario collaboratore di suor Antonietta, non riesco a fermare i pensieri e vengo travolta da mille sensazioni: la meraviglia per aver coronato il mio sogno di essere nella foresta amazzonica che abbraccia e riempie ogni spazio lasciato libero dalla città, colorando tutto di un verde così intenso che mi ci vorrei perdere dentro, ma anche l’impotenza che in Brasile è così facile provare quando si è costretti a passare dai quartieri ricchi alle favelas in pochissimi
chilometri. Le immagini scorrono davanti ai miei occhi, vedo tutto avvolto da un alone di oscurità perché tutte le macchine di Manaus hanno i vetri oscurati per cercare di evitare gli assalti dei mal intenzionati, ma tutto quello che vedo è molto nitido, soprattutto nel mio cuore. Padre Fausto cerca di evitare le buche più grandi, ma è davvero difficile visto che le strade sono talmente ripide che sembra - 14 -
di essere sulle montagne russe, l’asfalto c’è solo in quei quartieri che i politici vogliono “conquistare”, infatti l’asfalto è una cosa che tutti possono vedere, mentre altri lavori che sarebbero molto più importanti, come ad esempio un sistema di fognature interrato, non si possono vedere ad occhio nudo, non portano consensi e quindi non vengono mai fatti. La povertà è assoluta, ascoltiamo i racconti di Padre Fausto catturate da questa realtà, così povera, ma allo stesso tempo diversa da quella del nord est del Brasile. L’attuale problema dell’Amazzonia è il grande esodo degli Indios che, attratti dal benessere della città, decidono di lasciare la foresta rinnegando le loro tradizioni millenarie e il loro modo di vivere, di conoscere la vita e la natura a favore della modernità. L’integrazione diventa quindi molto difficile per una popolazione abituata a vivere in mezzo alla foresta sopravvivendo solo grazie alle proprie forze e conoscendo la natura che tutto mette a disposizione. La loro esperienza in città inizia costruendosi delle baracche in vallate disabitate che molte volte le forti piogge portano via facendo franare il terreno sottostante. I più “fortunati” vengono rinchiusi, senza possibilità di uscire, in grandi complessi di appartamenti, costruiti ad hoc in pochissimi giorni e che quindi dopo pochi mesi iniziano a sgretolarsi. Mi chiedo: ma come potranno mai integrarsi finché saranno discriminati così? Ma soprattutto quanto difficile può essere cercare lavoro? Padre Fausto conosce molto bene questa città e queste popolazioni, ci sta accompagnando in tutti i 60 km sui quali si estende la missione dove opera. I ragazzi, già da giovani, sono coinvolti nel traffico della droga che arriva a Manaus dall’interno della foresta amazzonica e dagli Stati limitrofi; quando i battelli attraccano al porto vengono sparati dei colpi in aria che riecheggiano in tutta la città. La percentuale di bambini o adolescenti che vengono uccisi per aver sbagliato una consegna o per aver deciso di uscire dal traffico di droga è altissima, molte - 15 -
volte sono minacciati e costretti in cambio della vita delle loro famiglie. Ho ancora i brividi ripensando alle centinaia di motel che ho visto a Manaus, motel che lavorano solo ed esclusivamente grazie alla prostituzione di ragazzine e troppe volte bambine alle quali viene fatto credere di non poter fare nient’altro nella vita. Purtroppo la prostituzione è una delle grandi piaghe del Brasile, che sta cercando, anche attraverso campagne pubblicitarie, di far capire alle donne che possono sopravvivere senza dover vendere la propria vita e la propria femminilità a dei padroni senza cuore che la maggior parte delle volte non le pagano nemmeno o finiscono per picchiarle. Come sempre accade nei luoghi di grande povertà, ci si rende conto che la povertà è sì economica, ma soprattutto spirituale, sociale e intellettuale. L’impotenza che mi ha pervasa è stata scalfitta dalla forza e dalla perseveranza che Padre Fausto e gli altri missionari hanno, da quanto entusiasmo mettono nel cercare di aiutare a crescere spiritualmente più persone possibili, dal come donano la loro vita senza domanda alcuna, da quanta pazienza, ma soprattutto da quanto amore possano portare dentro di loro e donare a chiunque abbia la fortuna di conoscerli. Siamo state ospitate nella casa dei padri comboniani, avendo quindi la possibilità di vivere la missione a 360 gradi. Conoscendo già la realtà missionaria di Suor Antonietta ci aspettavamo una situazione povera, ma vedere la stanza di Padre Fausto, senza mobili, con pile di scatoloni pieni di libri, cenare con lui che mangia qualche biscotto inzuppato in un bicchiere di latte freddo o fare la doccia più fredda della nostra vita, ci ha fatto capire quanto siano motivati nel preziosissimo lavoro che è stato affidato loro, la vita missionaria. Il lavoro dei missionari di tutto il mondo, secondo me, ha un colore ben definito, il colore dell’Amazzonia, il verde… verde speranza. Marianna
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UN ARCOBALENO DI SPERANZA CHE BRILLA ANCHE QUANDO IMPERVERSA IL TEMPORALE… Mi sono chiesta molte volte cosa significasse essere un missionario e quest’anno ho avuto il grande dono di poter vivere alcuni giorni con Suor Antonietta la sua missione nel Nord Est del Brasile, partecipando alla sua importante attività. Un missionario è un cristiano che funziona, è la traduzione del verbo amare che combacia perfettamente con il verbo dare, come dice il Vangelo. La preghiera è sempre al primo posto, non vi è rassegnazione di fronte ai numerosi ostacoli, alle porte chiuse, all’indifferenza di molti; la vocazione è il collante di tutte le giornate, ogni piccolo gesto non è mai banale, è un gesto vivo, concreto, dato con il cuore, un cuore pensante, un cuore amante della vita. Grazie Suor Antonietta per il tuo donare che permette alle persone che trovi sul tuo cammino, qualunque sia la loro storia, di ricominciare a sognare. Grazie per l’esempio, per la testimonianza, grazie per i sorrisi e gli abbracci che doni. Grazie Suor Antonietta Luisa - 17 -
BAMBINI DEL CORETTO …IN FESTA
Giochi e danze delle nostre ”voci bianche” per concludere in gloria…
Il Coro Voci Bianche di Predazzo è composto da bambini/e dalla seconda Non si canta perché elementare a ragazzi/e delle scuole si è felici; si è felici medie. perché si canta.… Nella giornata del 2 giugno (William James) le responsabili del coro Marika (accompagnatrice pianista), Giuliana (direttrice) e Cristina (chitarrista) hanno organizzato una giornata da trascorrere in compagnia e allegria con giochi e molte altre varie attività. Inizialmente la giornata doveva svolgersi nei prati di Bellamonte tra le antiche baite e le balle di fieno, ma il tempo non ce l’ha permesso e quindi ci siamo affidati al piano B… ci siamo ritrovati tutti in oratorio e con l’aiuto di noi giovani animatori: Alice, Federico, Filippo, Pamela, Sara , Sofia ed io, abbiamo organizzato un pomeriggio diverso, alternativo, ma pur sempre spettacolare. Abbiamo iniziato - 18 -
con dei balli a coppie accompagnati da Filippo con la fisarmonica e Nicolò (bambino del coro) con la chitarra, abbiamo provato a ballare la polka, il valzer e la zillertal e i bambini erano molto felici ed entusiasti. Abbiamo continuato con alcune canzoni della baby dance animata dalle quattro giovani ballerine ed abbiamo provato altre nuove coreografie in ambito folkloristico. Dopo di che i bambini si sono precipitati a fare merenda all’angolo del buffet mentre Marilena (una mamma volontaria) faceva con colori e stili diversi dei bellissimi disegni sulla pelle dei bambini.
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Come ultime attività noi animatori abbiamo organizzato dei giochi a squadre molto divertenti e stravaganti, ed essendo un gruppo di coro come poteva mancare il karaoke?!?! Verso le 18.15 siamo usciti dall’oratorio, e siamo andati a mangiare la pizza al Campeggio Valle Verde, una pizzeria molto apprezzata (a quanto visto) dai bambini La serata si è conclusa con un buonissimo gelato, delle premiazioni in base alle presenze alle prove di coro e delle partite a nascondino nel prato, per poi tornare tutti insieme in paese a piedi . Da animatrice ho visto molto interesse in qualsiasi tipo di attività proposta da parte dei bambini, molto entusiasmo e voglia di fare senza troppi limiti e, nonostante con alcuni bambini ci conoscessimo già, il rapporto si è stretto ancora di più, grazie al tempo “libero” e alle conversazioni che abbiamo potuto fare assieme. La più grande ricompensa per me è stato vedere i sorrisi sulle facce dei bambini e sentirli dire “GRAZIE per la bellissima giornata” avvolgendoti in un abbraccio stretto stretto. Sara Morandini
UN PANE FATTO DONO Portiamo Gesù Eucaristia lungo le vie del paese Vedere Gesù Eucaristia che lascia la chiesa per essere portato nelle vie del mio paese accompagnato dai bambini della prima comunione e dalle tante persone che vivono un servizio di carità anche umile e semplice, mi ha riempito di gioia e di riconoscenza. Questa festa del Corpus Domini ritorna puntuale ogni anno sempre uguale nella forma, ma sempre “nuova” nell’animo di chi la vive con fede. Vedo me stessa che, ripercorrendo ogni anno le stesse vie… mi sento sempre più consapevole di questo grande dono. Mi sono soffermata anche a vedere con occhi “nuovi” i vari altari preparati con cura e amore dalla gente dei vari rioni. Altari addobbati a festa per accogliere - 21 -
degnamente Gesù che si fa Pane spezzato per noi. Un GRAZIE a tutte le perone ( e credo siano tante ) che si prestano con gratuità e generosità a questo servizio umile, ma che dà solennità a questo importante momento. Vedendo i bambini che spargevano i petali di rose lungo le vie del paese, ho ricordato quando anch’io bambina, lo facevo parecchio tempo fa ed ero anche emozionata… Questo mi ha dato occasione di riflettere sul tempo che passa inesorabilmente e che chiede a me…a noi di non sprecarlo e di non lasciarci sfuggire questi momenti forti di fede. Parole importanti anche quelle del nostro parroco ripetute con forza più volte: siamo noi ad avere bisogno di Dio e non il contrario. Quindi Gesù che ci invita a passare più tempo davanti al suo Tabernacolo è un grande grande DONO! Mi vengono in mente le parole di Chiara Lubich trasformate poi in un bellissimo canto del Gen Rosso: Vado in chiesa la mattina e ti trovo tu sei lì, corro in chiesa, quanto t’amo, e ti trovo ancora lì, passo in chiesa per un caso o abitudine e ti trovo ad aspettar e tu sempre nel silenzio mi ripeti una parola “devo amar”. È inconcepibile il silenzio dove parli tu, … lì nell’attesa è la vita, lì il nostro piccolo cuore riposa, per ricominciare il suo cammino. - 22 -
Queste parole mi fanno capire che non è una perdita di tempo fermarsi un Ogni cristiano po’, forse è il modo migliore di spendere diviene ostia viva, il nostro tempo. la sua anima Ci sono persone che per necessità in grazia un in taluni casi, per avere un semplice tabernacolo vivente sostegno in altri, si rivolgono ad uno in mezzo al mondo, psicologo che pagano perché lui il suo lavoro possa solo ascoltarli; nel Santissimo materia di un invece, sempre pronto ad ascoltare sacrificio di lode gratuitamente qualunque cosa noi a Dio che, unito a volessimo dire, c’è Uno che ci conosce quello del Corpo e così bene che quasi non sarebbe del Sangue di Cristo, necessario parlargli, cosa che facciamo trasforma il mondo, perché lui ha piacere di ascoltarci così lo innalza per lo come un innamorato ha piacere che la Spirito Santo fino al persona amata gli parli. Padre, lo salva. Intendiamoci bene Dio non fa (San Josè Maria Escrivà) concorrenza agli psicologici, ma è una Persona che ascolta molto e tace, ma parla anche ed è proprio una gioia sentire la Sua Parola, anche se l’inizio può sorprendere e si può avere timore. Ma dopo subentra la gioia e infine la responsabilità. Una parrocchiana riconoscente
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CHE CERCATE? Da Macerata a Loreto… centomila pellegrini alla ricerca…
Come nasce questo pellegrinaggio? Ecco cosa ci dice uno dei partecipanti: “Un Pellegrinaggio «Sbagliammo strada e camminammo non di prediche, ma di sotto un diluvio. Eravamo in trecento testimonianze” e arrivammo stremati a Loreto. Pensavo che dopo quel fallimento nessuno sarebbe più venuto al nostro pellegrinaggio». Era il 1978 e un giovane prete, don «I giovani in cammino Giancarlo Vecerrica, si inventava la sono un segno di prima Macerata-Loreto, 28 chilometri di coraggio» pellegrinaggio notturno fino alla Santa Casa e alla Madonna Nera. Allora a seguirlo erano i suoi studenti di liceo e qualche universitario. Ieri notte sabato 9 giugno 2018, a 40 anni esatti da quel temuto “fallimento”, a seguire Giancarlo Vecerrica, vescovo emerito di «Il pellegrinaggio è Fabriano-Matelica, erano in centomila. allegoria della vita» Era rivolta a loro la telefonata di papa Francesco accolta alle 20.30 da un fragoroso applauso: «A me piace quando vedo giovani coraggiosi che si mettono in cammino per andare la notte, è un buon segnale, perché nella vita non si (Papa Francesco) può restare fermi, un giovane non può restare fermo, se no va in pensione a venti anni. La gioventù è per andare avanti, per scommettere e dare frutti». - 24 -
Il nostro sacrestano Graziano vi ha partecipato e ci dona la sua testimonianza… Normalmente inizio le mie camminate (ed ho camminato tanto) partendo di buon mattino e sfruttare la luce del giorno… La domanda che normalmente mi viene rivolta è: “ dove sei diretto”? Adriana e Francesca mi hanno invitato a partecipare ad un pellegrinaggio notturno e la cosa mi ha incuriosito da subito. Anche la domanda rivolta agli oltre 120.000 partecipanti mi sembrava insolita… “Che cercate”? “Che cercate”? è la domanda che Gesù ha rivolto ai discepoli che lo seguivano e che volevano scoprire dove abitava… E’ la domanda che Gesù ancora rivolge a tutti noi e a quella moltitudine di persone che sabato 9 giugno si sono radunate nello Stadio di Macerata per celebrare la Santa Messa e per iniziare il pellegrinaggio notturno fino a Loreto. Mi è sembrato di capire che quella moltitudine più disparata cercava di dare un senso alla propria vita, in cerca di pace, di riconciliazione (Ho visto tanti confessori sparsi ai margini dello stadio confessare pellegrini ininterrottamente dalle 18.30 alle 22) tanti giovani in cerca del disegno del loro avvenire… Io non so cosa cercava veramente tutta quella gente, ma ho visto tanta fede, devozione, gioia, partecipazione.. forse avevano già trovato qualcosa… Alle 22 circa quella moltitudine di persone, tra canti e preghiere ha iniziato il cammino di 30 Km. circa invadendo il largo stradone… attraversando campi e paesi… - 25 -
A qualsiasi ora della notte gli abitanti dei vari paesi attendevano il nostro passaggio, partecipando ai nostri canti e alle nostre preghiere… A Recanati hanno consegnato ad ognuno una fiaccola accesa… poi, all’improvviso, al nostro passaggio, un bellissimo spettacolo pirotecnico… Il percorso è stato lungo e abbiamo avuto modo di pregare per tutti… Per la pace, per gli ammalati, per i bimbi, per i giovani, per gli anziani, per i sacerdoti… Al dileguarsi della notte, l’aurora comincia a tingere con i suoi colori la natura circostante… Tutto diventa più nitido… L’incedere del “fiume umano” è accompagnato solo dal calpestio dei passi e dal canto degli usignoli, poi all’improvviso si leva il canto: “Dell’aurora tu sorgi più bella, coi tuoi raggi a far lieta la terra…” Lungo il percorso molte vigne e molte messi quasi mature che attendono gli operai per la raccolta… chissà se tra i tanti giovani che hanno accolto l’invito alla domanda “che cercate” ci sarà anche chi diventerà operaio del Signore... Graziano - 26 -
CAMPEGGIO …. CHE PASSIONE ... Una settimana in amicizia a contatto con la natura
Sono andato molte volte in campeggio: da bambino, da animatore giovane e quest’ anno per la prima volta da animatore “adulto”. Nel tempo cambiano gli animatori, cambiano i cuochi, cambiano i ragazzi, ma alla fine della settimana, quando tutto è andato bene, c’è sempre tanta felicità e soddisfazione. Il clima che si riesce a creare in una sola settimana è qualcosa di indescrivibile. In poche ore ho avuto la sensazione di essere catapultato in un mondo a sé stante dove, lontano dal caos e dai problemi della vita, adulti e bambini giocano, mangiano, cantano, camminano e riflettono assieme. Voglio ringraziare in primis Giulia che con passione e dedizione ha organizzato e curato gran parte del lavoro, tutti gli animatori adulti e giovani che hanno messo a disposizione il loro tempo per gli altri, tutte le cuoche che non ci hanno fatto mancare niente, e chiunque abbia aiutato per la realizzazione di questo campeggio. Un grazie particolare ai miei compagni di stanza, di squadra e a tutti i bambini e ragazzi che hanno fatto in modo che questa settimana sia stata davvero speciale. Colgo l’occasione per invitare chi sta leggendo il mio scritto a mettersi in gioco l’anno prossimo per far parte di questo bel gruppo. Non sentitevi “inadatti” o “incapaci”, prendetevi una settimana di ferie e vedrete che ne vale la pena. Quello che si porta via da un’esperienza del genere è sicuramente molto di più di quello che si ha dato. Matteo Senettin, animatore Un giorno, durante la settimana, abbiamo chiesto ai ragazzi di riflettere sulle piccole gioie della vita, quelle che spesso si danno per scontate. Tornata a casa, sistemando tutti i materiali utilizzati, ho pensato anch’ io a quali sono state le gioie che hanno caratterizzato questo percorso. - 27 -
L’entusiasmo e la vivacità dei ragazzi che hanno reso le giornate indimenticabili. L’impegno e la trascinante simpatia degli animatori giovani che con le loro risate e la loro bellezza d’animo ci fanno sperare che gli adolescenti non siano come tutti vogliono descriverli. La dolcezza e la bravura delle nostre cuoche, fisse e “volanti”, con un particolare ringraziamento all’Ospitalità Tridentina per il loro mettersi in gioco per tutti aiutando Lucia e Marilena. La pazienza immensa degli animatori adulti, che ci guidano e ci sostengono. La spontaneità e la dedizione di Don Giorgio che ci ha accompagnato spiritualmente in questa settimana. Tante piccole gioie, tanti piccoli talenti, tante piccole soddisfazioni che sono nate da una fiducia reciproca tra gruppi di persone apparentemente diverse, ma con uno scopo comune: il creare qualcosa di bello per gli altri. La fiducia di mettere i propri figli nelle mani di altre persone, per far apprezzare loro la compagnia di altri ragazzi all’insegna di attività fuori dalla normale routine quotidiana. La fiducia dei bambini nei nostri confronti, raccontandoci sogni, paure e desideri senza mai sentirsi giudicati o inappropriati. La fiducia riposta da noi e dagli animatori adulti verso gli animatori giovani, che hanno saputo creare un’atmosfera giocosa e divertente integrando tutti i ragazzi, anche se di età molto diverse. La fiducia che Marco e Giovanni hanno dato a noi “giovani adulti” permettendoci di creare qualcosa di nuovo – ma non troppo – cercando ci far fruttare le nostre capacità e mettendo in pratica tutti gli insegnamenti appresi quando eravamo partecipanti ed animatori giovani. La fiducia che ho avuto e dato ai miei compagni di avventura, in particolare Matteo e Marialaura, che in questa settimana sono stati un aiuto fondamentale. - 28 -
Fiducia reciproca e corrisposta che lascia dietro di sé una scia di armonia, soddisfazione, buoni rapporti. Ecco cosa è stato questo nuovo campeggio: un connubio tra armonia, fiducia, talenti. Un perfetto esempio di collaborazione tra persone unite dall’amore verso il prossimo. Giulia Piazzi, animatrice Voglio esprimere in modo semplice, ma sincero,la mia soddisfazione nell’aver potuto contribuire alla buona riuscita di questo campeggio. Ho sperimentato la verità della frase usata tante volte in modo banale “ c’è più gioia nel donare che nel ricevere”… Ed io posso dire che davvero il sorriso spontaneo e gioioso dei ragazzi, lo sguardo sereno a volte ammiccante di alcuni, l’abbraccio caloroso di altri, il “grazie” dei piccoli e …tanti altri piccoli gesti di amore, riempiono il cuore di gioia! E anche la “fatica del fare” … passa in secondo ordine! Ho gustato moltissimo la serata della veglia. Gli animatori giovani con le candele hanno formato un bellissimo cuore: e davvero quella sera in modo particolare ci siamo sentiti tutti “un cuor solo ed un’anima sola”, uniti nel comune obiettivo di creare e soprattutto ”vivere” la comunione fra noi. Che bello quando ognuno fa la propria parte senza voler mettersi in mostra, senza sentirsi superiori a nessuno, ma semplicemente per essere una parte importante di questo “puzzle” che è la comunità parrocchiale fatta da grandi e piccoli ognuno con i propri pregi e difetti! Maria Laura, animatrice - 29 -
Il campeggio a Ballino è stata un’esperienza meravigliosa. Gli animatori giovani erano molto affiatati e con la loro simpatia e disponibilità sono riusciti a coinvolgere tutti i ragazzi e
bambini, trasmettendo una bellissima energia. Sicuramente un grande contributo lo hanno dato Giulia, Maria Laura e Matteo che, con un po’di esperienza in più alle spalle, hanno coordinato in maniera eccellente la programmazione. Il tutto sotto la supervisione degli animatori adulti che, con occhio esperto, ma discreto, controllavano che tutto filasse liscio. Un grande grazie alle cuoche ,fisse e volanti, che ci hanno coccolato per tutta la settimana preparandoci squisiti manicaretti. Ringrazio particolarmente don Giorgio che dona la possibilità di questa esperienza e che con le sue parole, ci ha offerto tanti spunti di riflessione. Insomma è stata una settimana all’insegna della spensieratezza, immersi nella natura e lontani dalla frenesia della quotidianità, dove gioia, gioco, condivisione hanno regnato sovrani. Conserverò di questa settimana un ricordo indelebile, perché, nonostante la fatica, quello che ho ricevuto in cambio ha un valore inestimabile. I bambini e ragazzi si sono comportati veramente bene, i grandi coinvolgevano i più piccoli e i piccoli hanno regalato delle meravigliose perle ai più grandi con la loro spontaneità. Mi sono sentita fortunata a stare loro vicina. Veronica Ginisi, animatrice
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Il campeggio organizzato quest´anno dalla Parrocchia si è svolto a Ballino in una casa circondata da natura, bosco e con un prato immenso per giocare. Ballino ha rappresentato un posto tutto nuovo e diverso rispetto a Santa Giuliana anche se a me un po’ lo ricordava. Quest´anno, per quanto mi riguarda, è stato l´anno più bello di tutti. È stato tutto stupendo, ogni singolo momento indimenticabile. Credo che a rendere questo campeggio ancora più speciale sia stata in piccola parte il fatto di essere nell´annata “più grande” dei ragazzi, ma in realtà in campeggio si ritorna tutti ad avere sette anni. Una delle cose che nel campeggio non cambierà mai sono le canzoni cantate sia a pranzo che a cena, quante risate! E per di più quest´anno ne abbiamo imparate di nuove. Da parte degli animatori ci sono stati più scherzi rispetto agli anni scorsi, alcuni non riusciti, altri fin troppo bene: però i miei complimenti vanno fatti!! Bellissimi i momenti prima di andare a dormire facendo “gossip”con gli animatori… quante storie e quante risate! La sera più emozionante è stata l´ultima … il falò, le canzoni, il saluto affettuoso con un pensiero da parte di tutti … perché poi purtroppo sono dovuta partire per il mare. Devo confessare che non ho sentito la mancanza del cellulare… ciò significa che si può stare benissimo senza e forse i rapporti umani si intensificano ancora di più! Dal campeggio ho portato via lo spirito di squadra, i veri valori della vita e soprattutto a credere in me stessa. Mi stupisco sempre pensando a quanto si possa legare con le persone in una settimana… è davvero incredibile! Mi mancano tutti veramente troppo … e nel cuore porto con me questa esperienza meravigliosa. Sofia Rigato 2° media - 31 -
In campeggio è stato molto bello! Ho potuto fare molti giochi in compagnia, soprattutto all’aperto, ma il vero protagonista era Gesù.! La cosa più bella è stato il falò dell’ultima sera…cantare e pregare attorno al fuoco. L’anno prossimo, se ci sarà ancora il campeggio, vorrei ritornarci! Giovanni III elem. In questo momento particolare della mia vita sentivo il bisogno di fare una nuova esperienza. Ecco arrivata l’occasione “il campeggio”. Penso di aver dato poco, ma sono certa di aver ricevuto molto! Meraviglioso! Grazie di cuore! Lucia, aiuto cuoca In questo campeggio siamo stati a Ballino, un paese vicino a Fiavè. Finalmente abbiamo potuto stare sette giorni e non solo tre come l’anno scorso! Abbiamo giocato moltissimo : c’erano 6 squadre una per colore: fuxia, azzurro, verde, nero , arancione e giallo. Io, come nel campeggio di santa Giuliana, ero nella squadra gialla. Logicamente abbiamo gareggiato e la nostra squadra è arrivata quarta. Il tema del campeggio non era fisso : ogni giorno ci davano la carta di identità di un personaggio…troppo bello. Per ben due volte siamo andati a fare una passeggiata che portava al - 32 -
lago di Tenno: bellissimo , con dei colori meravigliosi! C’era anche una piccola isola, su cui potevamo andare! L’ultimo giorno, assieme alle mie amiche di stanza, siamo state sveglie tutta la notte per vedere se le trappole che avevamo fatto funzionavano. Le cuoche bravissime: ci hanno fatto perfino le fortaie, le frittelle di mele, il budino mmmm che bontà!!! Voglio ringraziare le cuoche per averci preparato queste prelibatezze…e bisogna tenere presente che eravamo proprio tanti!!! E un grazie di cuore anche agli animatori e a don Giorgio in particolare per averci dato questa splendida occasione di passare una settimana in allegria e compagnia! Anna Chiocchetti V elem.
Il campeggio per me è stata un’esperienza fantastica! Ho potuto mettermi alla prova con dei ragazzi di diversa età, con idee differenti le une dalle altre! Questo mi ha dato la possibilità di avvicinarmi a loro in modi diversi e la cosa mi affascinava da un punto di vista psicologico! Inoltre mi sono sembrati tutti calorosi nei nostri confronti e vederli rattristati nel momento della partenza verso casa mi ha fatto quasi commuovere.
Andrea Vedovato, animatore
UN CAMPEGGIO EMOZIONANTE Siamo partiti il 23 giugno emozionatissimi e carichi con la voglia di strappare un sorriso a tutti e anche a noi stessi e pronti per scoprire cose nuove e fare nuove amicizie. Siamo arrivati lì, a Passo Ballino, e ci siamo immersi subito in - 33 -
un manto di verde lucente dei boschi e dei prati! Il terzo giorno ci siamo spinti oltre a quel verde immenso: siamo andati al lago di Tenno quindi abbiamo scoperto anche un bel blu brillante e un’acqua gelida che adesso ci manca tanto. Don Giorgio, che è arrivato il terzo giorno, ci ha fatto riflettere sul bullismo e su molte altre cose importanti per la nostra vita! Oltre a tutto questo ecco anche gli scherzi divertenti: secchiate d’acqua e disegni sul braccio. Ci sono state anche delle litigate che poi hanno formato delle belle amicizie. Questo campeggio è finito con un bel falò e le premiazioni; eravamo tutti contenti anche se qualcuno di noi era arrivato ultimo, eravamo tutti gioiosi cantando in allegria fino a che non è cominciato il momento degli scherzi notturni. La mattina seguente eravamo tristi di andare via perché era troppo bello fermarsi in questo luogo! Ce ne siamo andati purtroppo però abbiamo lasciato un’ impronta sulla roccia, un segno nel nostro cuore che non dimenticheremo mai. Io ringrazio, ma credo tutti vogliano ringraziare, gli ideatori di questo bellissimo campeggio e tutti i partecipanti per avermi fatta divertire Sofia Dellantonio 5° elementare Vogliamo pubblicamente ringraziare il Pastificio Felicetti per averci “regalato” con tanta generosità un bel po’ di pasta che ci è servita nei nostri pasti al campeggio e servirà anche per le cene dei giovani all’oratorio nel prossimo anno catechetico! GRAZIE DI CUORE Il Direttivo NOI - 34 -
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SACERDOTI…ABBIAMO BISOGNO DI VOI
Vogliamo ricordare, lodare il Signore e ringraziarlo per i 35 anni di sacerdozio del nostro parroco don Giorgio! Il 26 giugno 1983 don Giorgio diceva il suo SI’ nel Duomo di Trento consacrandosi a Dio e ai fratelli per il resto della sua vita. Come parrocchiani sentiamo il bisogno di dirgli anche noi il nostro GRAZIE per quanto fa per la
nostra comunità, per la passione con cui ci insegna a pregare e a mettere Dio al primo posto. Vogliamo ricordare questo momento importante condividendo una “ lettera aperta ai sacerdoti” di Enrico Medi, lo scienziato morto nel 1974 e per il quale è in corso la causa di beatificazione. E’ una meditazione sul CHI E’ IL SACERDOTE? Forse neppure noi lo sappiamo o lo diamo per scontato…. - 37 -
Sacerdoti, io non sono un Prete e non sono mai stato degno neppure di fare il chierichetto. Sappiate che mi sono sempre chiesto come fate voi a vivere dopo aver detto Messa. Ogni giorno avete DIO tra le vostre mani. Come diceva il gran re San Luigi di Francia, avete «nelle vostre mani il re dei Cieli, ai vostri piedi il re della terra». Ogni giorno avete una potenza che Michele Arcangelo non ha. Con le vostre parole trasformate la sostanza di un pezzo di pane in quella del Corpo di Gesù Cristo in persona. VOI OBBLIGATE DIO A SCENDERE IN TERRA! SIETE GRANDI! SIETE CREATURE IMMENSE! LE PIU’ POTENTI CHE POSSANO ESISTERE. Chi dice che avete energie angeliche, in un certo senso, si può dire che sbaglia per difetto. Sacerdoti, vi scongiuriamo: SIATE SANTI! Se siete santi voi, noi siamo salvi. Se non siete santi voi, noi siamo perduti! Sacerdoti, noi vi vogliamo ai piedi dell’Altare. A costruire opere, fabbriche, giornali, lavoro, a correre qua e là siamo capaci noi. Ma a rendere Cristo presente ed a rimettere i peccati, siete capaci SOLO VOI! Siate accanto all’Altare. Andate a tenere compagnia al SIGNORE. - 38 -
La vostra giornata sia: preghiera e Tabernacolo, Tabernacolo e preghiera. Di questo abbiamo bisogno. Nostro Signore è solo, è abbandonato. Le chiese si riempiono [si fa per dire] soltanto per la Messa. Ma Gesù sta là 24 su 24 e chiama le anime. A tutti, anche a noi, ma in particolare a te, sacerdote, dice di continuo: «Tienimi compagnia. Dimmi una parola. Dammi un sorriso. Ricordati che t’amo. Dimmi soltanto “Amore mio, ti voglio bene”: ti coprirò di ogni consolazione e di ogni conforto». Sacerdoti, parlateci di DIO! Come ne parlavano Gesù, Paolo Apostolo, Benedetto da Norcia, Francesco Saverio, Santa Teresina. IL MONDO HA BISOGNO DI DIO! DIO, DIO, DIO vogliamo. E non se ne parla. Si ha paura a parlare di DIO. Si parla di problemi sociali, del pane. Ve lo dice uno scienziato: nel mondo c’è pane, ci sono risorse che, se ben distribuite, possono garantire una vita, forse modesta, ma certamente più che dignitosa! L’UOMO HA FAME DI DIO! E si uccide per disperazione. Dobbiamo credere, ecco il compito dei Sacerdoti: donare DIO al mondo!
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Lettera di un sacerdote cattolico al NEW YORK TIMES Caro fratello e sorella giornalista: Sono un semplice sacerdote cattolico. Sono felice ed orgoglioso della mia vocazione. Da vent’anni vivo in Angola come missionario. Vedo in molti mezzi di informazione, soprattutto nel vostro giornale, l’ampliamento del tema dei sacerdoti pedofili, con indagini condotte in modo morboso sulla vita di alcuni sacerdoti. Così si parla di uno di una città negli Stati Uniti negli anni ‘70, di un altro nell’Australia degli anni ‘80, e cosi a seguire di altri casi recenti... Certamente questo è da condannare! Si vedono alcuni articoli giornalistici misurati ed equilibrati, ma anche altri pieni di preconcetti e persino di odio. Il fatto che persone, che dovrebbero essere manifestazioni dell’amore di Dio, siano come un pugnale nella vita di innocenti, mi provoca un immenso dolore. Non esistono parole che possano giustificare tali azioni. E non c’è dubbio che la Chiesa non può che schierarsi a fianco dei più deboli e dei più indifesi. Pertanto ogni misura che venga presa per la protezione e la prevenzione della dignità dei bambini sarà sempre una priorità assoluta. - 40 -
Tuttavia, incuriosisce la disinformazione e il disinteresse per migliaia e migliaia di sacerdoti che si spendono per milioni di bambini, per tantissimi adolescenti e per i più svantaggiati in ogni parte del mondo! Ritengo che al vostro
mezzo di informazione non interessi che io nel 2002, passando per zone minate, abbia dovuto trasferire molti bambini denutriti da Cangumbe a Lwena (in Angola), poiché nè se ne occupava il governo, nè le ONG erano autorizzate. E neanche vi importa che io abbia dovuto seppellire decine di piccoli, morti nel tentativo di fuggire dalle zone di guerra o cercando di ritornare, nè che abbiamo salvato la vita a migliaia di persone in Messico grazie all’unica postazione medica in 90.000 Km2, e grazie anche alla distribuzione di alimenti e sementi. Non vi interessa neppure che negli ultimi dieci anni abbiamo dato l’opportunità di ricevere educazione ed istruzione a più di 110.000 bambini... Non ha risonanza mediatica il fatto che, insieme ad altri sacerdoti, io abbia dovuto far fronte alla crisi umanitaria di quasi 15.000 persone tra le guarnigioni della guerriglia, dopo la loro resa, perché non arrivavano alimenti nè dal Governo, nè dall’ONU. Non fa notizia che un sacerdote di 75 anni, Padre Roberto, ogni notte percorra la città di Luanda e curi i bambini di strada, li porti in una casa di accoglienza nel tentativo di farli disintossicare dalla benzina e che in centinaia vengano - 41 -
alfabetizzati. Non fa rumore che altri sacerdoti, come Padre Stefano, si occupino di accogliere e dare protezione a ragazzi picchiati, maltrattati e persino violentati. E non interessa che Frate Maiato, malgrado i suoi 80 anni, vada di casa in casa confortando persone malate e senza speranza. Non fa notizia che oltre 60.000, tra i 400.000 sacerdoti e religiosi, abbiano lasciato la propria terra e la propria famiglia per servire i loro fratelli in un lebbrosario, negli ospedali, nei campi profughi, negli istituti per bambini accusati di stregoneria o orfani di genitori morti di AIDS, nelle scuole per i piĂš poveri, nei centri di formazione professionale, nei centri di assistenza ai sieropositivi...o, soprattutto, nelle parrocchie e nelle missioni, incoraggiando la gente a vivere e ad amare. Non fa notizia che il mio amico, Padre Marco Aurelio, per salvare alcuni giovani durante la guerra in Angola li abbia condotti da Kalulo a Dondo e sulla strada di ritorno alla sua missione sia stato trivellato di colpi; non interessa che frate Francesco e cinque catechiste, per andare ad aiutare nelle aree rurali piĂš isolate, siano morti per strada in un incidente; non importa a nessuno che decine di missionari in Angola siano morti per mancanza di assistenza sanitaria, per una semplice malaria; che altri siano saltati in aria a causa di una mina mentre andavano a far visita alla loro gente. - 42 -
Nel cimitero di Kalulo si trovano le tombe dei primi sacerdoti giunti nella regione...nessuno è arrivato ai 40 anni! Non fa notizia accompagnare la vita di un sacerdote “normale” nella sua quotidianità, tra le sue gioie e le sue difficoltà, mentre spende la propria vita, senza far rumore, a favore della comunità di cui è al servizio. La verità è che non cerchiamo di fare notizia, bensì semplicemente cerchiamo di portare la Buona Notizia, quella che senza rumore inizió nella notte di Pasqua. Fa più rumore un albero che cade, che non un bosco che cresce. Non è mia intenzione fare un’apologia della Chiesa e dei sacerdoti. Il sacerdote non è nè un eroe, nè un nevrotico.
È un semplice uomo che, con la sua umanità, cerca di seguire Gesù e di servire i suoi fratelli. In lui ci sono miserie, povertà e fragilità come in ogni essere umano; ma ci sono anche bellezza e bontà come in ogni creatura... Insistere in modo ossessivo e persecutorio su un tema, perdendo la visione di insieme, crea realmente caricature offensive del sacerdozio cattolico e di questo mi sento offeso. Giornalista: cerchi la Verità, il Bene e la Bellezza. Tutto ciò la renderà nobile nella sua professione. Amico... le chiedo solo questo... In Cristo, Padre Martín Lasarte - 43 -
ORATORIO… ANCHE IN ESTATE Per conoscerci meglio… giocare assieme… fare lavoretti… ammirare la natura
Ed eccoci qui! Anche quest’anno con la nostra estate all’oratorio. I nostri bambini e ragazzi sono ritornati nuovamente, con gioia ed entusiasmo, assieme a loro anche noi animatrici abbiamo trascorso qualche ora di spensieratezza, condivisione, e …perché no, anche un po’ di impegno. Il martedì in oratorio e il mercoledì in gita col nostro insuperabile capo: Graziano! Ci conosciamo un po’ tutti ormai e formiamo assieme quasi una famiglia… una famiglia che si vuol bene e anche un po’ pazzerella. Gli animatori giovani sempre bravissimi a organizzare giochi, musica, balli… e noi più adulti a mettere in moto la nostra fantasia creando ”capolavori vari” ogni settimana uno diverso dall’altro per la gioia di tutti. Molto importante anche il momento di preghiera con don Giorgio che con la sua inseparabile chitarra, rende gioioso anche il - 44 -
momento serio. Sempre apprezzatissima e anche meritata, quasi fosse una medaglia… la merenda! Grandi e piccini se la gustano con piacere e diventa per tutti un momento di festa e allegria! Anche quest’anno possiamo dire di essere veramente contente vedendo la gioia sui volti dei nostri bimbi e ragazzi! Allora alla prossima… Silvana, Stefania e M.Pia Quest’anno ci è stato chiesto di animare , alcuni momenti dell’oratorio estivo. Bellissima esperienza per noi giovanissimi animatori, ma che amiamo molto questi bambini e ragazzini. Fra balli, giochi vari all’aperto e tante risate, ce la siamo goduta pure noi! Vedere la gioia di questi bimbi rende anche noi felici e capiamo quanto sia bello donare un po’ del nostro tempo e delle nostre energie per far felici gli altri. Grazie per questa opportunità offertaci Pamela, Federico, Alice, Sofia
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CAMMINARE INSIEME… E’ PIU’ BELLO! Mercoledì…tutti in gita! a cura di Graziano Melis
4 luglio – Passo Rolle - Laghi del Colbricon - Paneveggio La programmazione del Nostro Oratorio Estivo era pronta da tempo e non vedevamo l’ora di iniziare le nostre “ passeggiate”. Gli ultimi eventi atmosferici che hanno causato ingenti danni nella vicina Moena e l’abbondante pioggia caduta in paese ci preoccupavano non poco… ma i nuovi sistemi di previsione meteo un po’ ci rincuoravano e il tramonto che arrossava le cime del Lagorai lasciavano accese le nostre speranze e così, puntualissimi alle 8 del mattino, in 61 ci siamo trovati alla stazione delle corriere. Il vociare allegro dei 37 piccoli ci rincuorava anche se la giornata non era delle migliori… Alle 9.20, dopo l’affidamento della giornata alla Mamma Celeste eravamo già in cammino. Una sosta presso i Laghetti del Colbricon era d’obbligo e, nonostante l’ora, già aveva inizio l’alleggerimento dello zaino. Altra sosta presso la vasta radura nei pressi della Ex Malga Colbricon… ma i nuvoloni che si addensavano non promettevano nulla di buono e ci facevano optare per un rapido avvicinamento alla meta - 48 -
finale. La mia Applicazione meteo prevedeva pioggia alle ore 14! Alle 13 e 55 ormai giunti al riparo, le prime gocce di pioggia… (quanta precisione, ha sgarrato di soli 5 minuti per fortuna)! Alle 15 e 15 eravamo già tutti sistemati al riparo sulla corriera, giunta con la solita puntualità solo per riportarci a casa. L’appuntamento è per il prossimo mercoledì.
11 luglio – Malga Bocche – Paneveggio Le telefonate e i messaggi sono già iniziati la serata del giorno 10 per chiedere se l’escursione avesse avuto luogo e per molti per disdire l’adesione… i messaggi di defezione sono proseguiti di mattina presto poiché il “loro” meteo prevedeva pioggia per tutto il giorno. La “mia” stazione meteo, quella di ultima generazione funzionante col ramoscello secco di abete, prevedeva variabilità e pertanto si poteva procedere… Inoltre tanti non sanno che noi, prima di iniziare “la camminata”, ci affidiamo sempre ai nostri Angeli Custodi, che all’occorrenza, con il loro battito d’ali , dirigono le nuvole lontane dal nostro percorso.
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In 42 ci siamo presentati alla stazione delle corriere… Alle 11, dopo alcune brevi soste per ricompattare il gruppo eravamo già giunti alla nostra meta. Malga Bocche! Ero a conoscenza di una gradita sorpresa e nessuno sapeva che quel signore che trafficava vicino alla sua macchina stava preparando i posatoi per i suoi due magnifici falchi! Giungeva sul posto anche un altro folto gruppo di ragazzi e subito iniziava la presentazione e la dimostrazione dei rapaci in “assetto” di caccia… L’ammirazione dei ragazzi era palese. Dopo aver consumato i viveri a disposizione e immortalato sui cellulari il nostro passaggio presso la Malga, iniziamo la discesa verso Paneveggio. Siamo giunti sul posto con molto anticipo… Una telefonata e la cortesia del personale di Trentino Trasporti che, con solerzia facevano giungere sul posto una corriera solo per noi, siamo tornati alla “base” senza prendere una sola goccia di pioggia!
18 luglio – Bait de Tovalac Oggi non c’è bisogno di consultare il meteo…il cielo è terso e la visibilità perfetta. Anche le montagne sembrano più vicine e così faremo meno fatica, saremo subito arrivati… Chi voleva partecipare alla nostra escursione non può accampare scuse; deve solo preparare lo zaino: viveri, acqua e, come ha consigliato Don Giorgio, cappellino e crema, e lasciare l’ombrello a casa. Alle otto e qualcosa tutti pronti all’oratorio per la consueta conta. Cinquantatrè. 32 piccoli, 21 adulti. L’allegro vociare per i “troi” del paese incuriosisce alcuni passanti che si complimentano con i piccoli più volenterosi. Di buona lena affrontiamo la dolce salita che ci porta verso “Pian de Finestra” e alle 10 siamo già arrivati a destinazione. Il “gregge” si sparpaglia nel vasto prato ben - 50 -
falciato e curato. La passeggiata è stata breve e non troppo impegnativa nonostante la salita per raggiungere la baita. 4 ore di totale relax e per i piccoli, super impegno con i giochi improvvisati. Puntuale e senza inconvenienti il ritorno alla base. Appuntamento a giovedi 26 per Ziano.
26 luglio – S. Messa Chiesa S. Anna - Roda – Ziano. La camminata per raggiungere Ziano, anche se per sentieri insoliti e sconosciuti ai troppi, dei 50 partecipanti, non presentava troppe difficoltà e non richiedeva particolare impegno. Siamo arrivati nei pressi della Chiesetta della Roda dedicata a Santa Anna per partecipare alla Messa quando l’altoparlante diffondeva il gioioso canto del “Gloria”. Non per il nostro arrivo , certo, ma per far festa in onore ai Santi Gioacchino e Anna, genitori di Maria e nonni di Gesù, di cui oggi ricorreva la festa. Dopo la Messa abbiamo raggiunto, proprio allo scoccare del mezzogiorno, il bellissimo, curatissimo parco giochi. Dopo aver dato fondo alle nostre provviste, per i piccoli, dispersione totale nei tanti giochi a disposizione fino all’ora della partenza per il rientro a Predazzo. Puntualmente alle 16 eravamo all’oratorio e per quelli che non hanno - 51 -
abbandonato la “compagnia” per tornare alle proprie case durante il percorso, una gradita sorpresa: un freschissimo e meritatissimo gelato. Adesso sì, dopo il il “Gloria” della mattina, possiamo innalzare il nostro gioioso ”alleluia” ed il nostro sentito “Deo Gratias” perché tutto è andato per il meglio. Visto il successo delle gite dell’oratorio estivo, anche quest’anno organizzato in modo preciso e dettagliato, è emersa l’idea di una gita un po’ più impegnativa per soli genitori. Così martedì 7 agosto siamo andati ai LABIRINTI DEL LATEMAR partendo dal Passo di Costalunga con meta Lago di Carezza. La giornata era splendida e la compagnia piacevolissima! Un GRAZIE particolare a Graziano per la disponibilità ad organizzare questi momenti di unione godendo i meravigliosi panorami che ci offre il nostro territorio. Queste iniziative estive hanno riscosso un grande successo e, come qualcuno ha proposto, sarebbe molto gradito prolungare il periodo …magari anche nel mesi di agosto. Un caloroso grazie a tutte le persone che dedicano il loro tempo per le iniziative dell’oratorio, e questo non solo durante l’estate…, perché danno la possibilità ai bambini di stare insieme e fare tante entusiasmanti esperienze. Lara Danzi - 52 -
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AMMALATI …UNITI IN AMICIZIA Per condividere momenti di preghiera e di allegria
Domenica 8 luglio c’è stata in parrocchia la festa dell’ammalato. Alla messa delle 10 erano invitate le persone con problemi di salute e i familiari. Erano presenti molti ospiti della casa di riposo e anche le persone curate in casa. Il tutto molto ben programmato dal gruppo di “Ospitalità Tridentina” sempre premurosa ed attenta. E’ stata una celebrazione molto bella e la cosa più significativa per me è stata alla fine l’esposizione del Santissimo con l’invocazione di aiuto. Io ho portato mio marito alla benedizione ed è stato un momento toccante ed emozionante. Dobbiamo apprezzare tutta la cura e la sensibilità di don Giorgio che riesce a farci capire l’importanza di questi momenti particolari e soprattutto vuol condividere le difficoltà degli ammalati e dei familiari facendoci sentire meno soli pensando a Gesù che ci è sempre vicino e condivide con noi le fatiche quotidiane. Queste celebrazioni riescono a dare la carica per affrontare con serenità ogni giorno. Un grazie di cuore al nostro Parroco per queste attenzioni, magari sottovalutate da chi gode buona salute, ma molto preziose per chi soffre. Lisetta Sognai, e vidi che la vita è gioia; mi destai, e vidi che la vita è servizio. Servii, e vidi che nel servire c’è gioia. (Rabindranath Tagore) - 54 -
La santa messa solenne è stata seguita da un momento di adorazione eucaristica. Come sempre don Giorgio si distingue per le celebrazioni che fanno vibrare il nostro cuore facendoci toccare un po’ di cielo in terra, cosa che non guasta mai. In seguito tutti gli anziani con gli accompagnatori sono stati invitati al pranzo e “ che pranzo …da noza”… Un grazie anche al bravissimo cuoco Renato, sempre disponibile e generoso! Per la prima volta mi sono fermata pure io al pranzo avendo accompagnato mia madre come ammalata. Devo dire che la compagnia è stata molto gradevole, il coro ci ha rallegrato con i suoi bellissimi canti, e… “con la pancia piena e un buon bicer de vin il coro ci ha fatto sognare più che un pochettin”! Molto belli anche i segna posti fatti a forma di cuore con la scritta BENVENUTO, preparati con molta cura dal gruppo di Ospitalità e che rimane sicuramente un bel ricordo Grazie di tutto Patrizia La vostra felicità è nel bene che farete, nella gioia che diffonderete, nel sorriso che farete fiorire, nelle lacrime che avrete asciugato. (Raoul Follereau) - 55 -
Ho partecipato con gioia alla messa dei malati in parrocchia. Soprattutto il momento conclusivo della benedizione eucaristica è stato per me molto edificante. Vedere passare Gesù eucaristia tra i malati, fermarsi davanti ad ognuno e osservare i loro occhi che esprimevano la sacralità del momento e la condivisione alla sofferenza salvifica di Gesù, ha riempito il mio cuore di qualcosa di divino! Ho sentito l’unità di Gesù con la malattia sia fisica che morale di ciascuno! Ho capito più in profondità il significato della malattia vissuta con fede in unione al sacrificio di Cristo. Grazie Signore Gesù per questo raggio di luce che mi ha illuminato ed arricchita. Luciana
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Se tu soffri e il tuo soffrire è tale che t’impedisce ogni attività, ricordati della Messa. Nella Messa Gesù, oggi come allora, non lavora, non predica: Gesù si sacrifica per amore. Nella vita si possono fare tante cose, dire tante parole, ma la voce del dolore, magari sorda e sconosciuta agli altri, del dolore offerto per amore, è la parola più forte, quella che ferisce il Cielo. Se tu soffri, immergi il tuo dolore nel Suo: dì la tua Messa e se il mondo non comprende non ti turbare: basta ti capiscano Gesù, Maria, i santi: vivi con Loro e lascia scorrere il tuo sangue a beneficio dell’umanità: come Lui! La Messa! Troppo grande per essere capita! La Sua, la nostra Messa.
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Chiara Lubich
VOLONTARI… SERVIZIO GIOIOSO Il gruppo “RICO DAL FOL” in festa per i 30 anni di attività
Prima di tutto viene spontanea una domanda:
- Chi era questo Rico dal Fol? - Perché un gruppo con questa denominazione? Ecco spiegato: Rico, cioè Enrico Brigadoi Zanata, nato a Predazzo nel lontano 1912 e morto nel 2000, era un contadino dal cuore semplice ed umile, discreto, schivo , ma anche affabile nel contatto con gli altri, conoscitore della montagna e delle sue “caratteristiche”, amante della natura, sempre pronto a dare un aiuto a chi ne avesse avuto bisogno e pronto anche ad elargire con generosità i suoi preziosi “segreti” del bosco (come il raccogliere la resina dagli alberi… il mondo meraviglioso delle api…), fratello
di fra Luigi Brigadoi, missionario in Africa per tanti anni e al quale assomigliava come una goccia d’acqua... La sua semplicità e bontà ha edificato molte persone, in primis un bel gruppo di giovani e meno giovani della nostra comunità che, seguendo il suo esempio, hanno voluto continuare il cammino intrapreso dal nostro Rico. Vivi per te stesso e vivrai invano; vivi per gli altri, e ritornerai a vivere. - 58 -
(Bob Marley)
Il Gruppo “ Rico dal Fol” è nato nel 1987. Questo gruppo si fonda sul rispetto e sulla difesa della natura, per educare con l’esempio concreto, ad amare le nostra terra, mettendo in grande evidenza, inoltre, le memorie umane e i loro risvolti religiosi. Caratteristiche primarie del gruppo sono la semplicità e la concretezza, perché si pone obiettivi apparentemente minori da eseguire e completare in tempi brevi. In questo modo sono strati portati a termine numerosi interventi su sentieri, la cui segnaletica è stata rifatta con nuove tabelle e scritte ben leggibili, in particolare per i percorsi più vicini al paese che sono spesso i più abbandonati. Da alcuni anni è stata dedicata attenzione ai cimiteri di guerra, scomparsi non solo dalle località che li hanno accolti, ma anche dalla memoria di quasi tutti, come in Ceremana e in Valmaggiore. Ma ancora altri sono i campi d’intervento: dalla raccolta di rifiuti abbandonati in luoghi impropri al recupero di antiche baite sui prati di monte, alla manutenzione delle Croci che sono tornate a brillare sulle cime che circondano il paese, alla disponibilità di aiuto in Parrocchia. - 59 -
L’attenzione dei volontari si è rivolta anche al recupero di alcune tradizioni di cui il Rico dal Fol La Comunità era stato uno degli interpreti e di Predazzo, promotori : l’abilità di intrecciare archi con i rametti d’abete, oppure ricordando con l’accensione dei fuochi d’agosto riconoscenza sui monti circostanti, ricordo di tutti questi un’antica usanza di avviso tra i volontari, vuole pastori di greggi pronti a scendere ringraziarli, verso la pianura, ma anche augurando sincero omaggio alla Madonna per loro una buona ringraziarla di ogni bene ricevuto nel corso della stagione estiva. continuazione del cammino Francesco Guadagnini intrapreso.
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CAMMINANDO IN “AMORIS LAETITIA” Momento di condivisione e riflessione con famiglie del decanato
Un cielo grigio, con temporale in arrivo, ha messo in dubbio la partenza della camminata, Chi ama è capace organizzata dalla Pastorale Familiare di dire parole di Decanale, domenica pomeriggio 22 incoraggiamento, luglio, lungo il biotopo di Ziano. che confortano, che Proprio come i temporali che danno forza, che spesso si abbattono sulle nostre consolano, che famiglie, minacciandone la stabilità, stimolano. guastando le relazioni, rendendo (Papa Francesco) grigio il rapporto di coppia! Ma il gruppo è partito fiducioso! Anche il matrimonio cristiano è un cammino; è un atto di fiducia nell’uomo/donna che ti sei sentito chiamato/a sposare; è un atto di fiducia nella forza dello Spirito Santo, donato da Dio con il sacramento. La breve camminata si è snodata lungo l’Avisio, da Ziano verso Predazzo, controcorrente (anche la scelta del matrimonio celebrato in chiesa, al giorno d’oggi, è controcorrente!) Abbiamo fatto alcune soste insieme, disposti a cerchio, per conoscere e meditare qualche punto dell’”Amoris Laetitia”, “La gioia dell’amore”, l’esortazione apostolica di Papa Francesco sull’amore nella famiglia. - 61 -
31. “IL BENE DELLA FAMIGLIA E’ DECISIVO PER IL FUTURO DEL MONDO DELLA CHIESA...” 32. “ ...VALORIZZANDO DI PIU’ LA COMUNICAZIONE PERSONALE TRA GLI SPOSI SI CONTRIBUISCE A UMANIZZARE L’INTERA CONVIVENZA FAMILIARE”. Delle tante concrete e stimolanti riflessioni, presentate con simpatia e semplicità da don Enrico Conci, che da anni segue la pastorale familiare nel decanato e cura la preparazione dei fidanzati al matrimonio, abbiamo conservato particolarmente questa: - Ciascuno ha il suo modo di manifestare e apprezzare i gesti di attenzione dentro la coppia : c’è la moglie che è contenta quando il marito le porta un mazzo di fiori e c’è la moglie che è contenta quando lui porta il sacchetto della spazzatura nel bidone: sono proprio le piccole attenzioni che danno colore al rapporto di coppia”.
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La camminata si è conclusa con una preghiera nella piccola chiesa della Roda, animata anche dai bambini, che hanno svolto un percorso e un programma diverso, a loro misura. Nel piccolo prato esterno, infine, è stata condivisa una merenda. Neanche una goccia è caduta!
Come non pensare simbolicamente alla potenza della preghiera nella famiglia: riesce a frenare quei pericolosi temporali che tanto la minacciano! “Rendo grazie a Dio perchè molte famiglie, che sono ben lontane dal considerarsi perfette, vivono nell’amore, realizzano la propria vocazione e vanno avanti anche se cadono tante volte lungo il cammino” (Papa Francesco – “Amoris laetitia 57) Una coppia di Predazzo
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SAN GIACOMO… CI RIUNISCE ANCORA. Festa patronale per vivere un momento di famiglia Che significato ha la festa patronale per una comunità? Certamente non è solo divertimento, bancarelle, musica e Camminiamo sulle buon cibo. Ci sta anche tutto questo, orme dei veri saggi: ancor più se accompagnati dalla i santi. gioia di stare insieme. Il resto è follia. Ma prima di tutto, per una comunità cristiana, è un’ importante (Chiara Lubich) occasione per ritrovarsi insieme con fede a lodare e ringraziare il Signore, in compagnia dei Santi Patroni a cui essa è stata affidata dai fedeli che ci hanno preceduto tanti anni or sono. Ecco che allora la Santa Messa diventa il centro della Festa, la preghiera per eccellenza, perché è qui che la comunità unita incontra il suo Maestro, la sua Guida, incontra Gesù e con Lui il Padre.
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Ed ora eccoci a Predazzo, nella nostra bellissima chiesa, tutti insieme come una grande famiglia. Sono presenti le autorità, i rappresentanti delle forze dell’ordine e anche molti turisti che desiderano condividere con noi predazzani questo momento di festa. Personalmente ho respirato con grande emozione la gioia di questo incontro, di questo momento, e, dopo il segno di croce iniziale, a nome del Consiglio Pastorale e di tutta la comunità, ho ringraziato tutti per aver voluto partecipare con noi alla festa di San Giacomo, con un saluto particolare a tutti i sacerdoti e alle religiose presenti. Un ringraziamento particolare l’ho rivolto a don Albino, delegato del Vescovo che ha presieduto la celebrazione eucaristica. Insieme abbiamo voluto ricordare anche tutti i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i nostri cari missionari predazzani, assenti per motivi di salute o di impegni pastorali. Con tutti loro ci siamo sentiti uniti spiritualmente in questo momento di grazia e di preghiera e con l’intercessione dei SS. Patroni, abbiamo affidato al Signore la nostra comunità perché riscopra e ravvivi con continuità il dono della fede e del servizio nei tempi che stiamo vivendo. Insieme abbiamo ricordato in particolare i giovani, perché siano sensibili alle sfide dell’amore di Cristo, le famiglie così messe alla prova dalla vita odierna, tutti gli ammalati e gli anziani e tanti fratelli che soffrono nel corpo e nello spirito. Apprezzata da molti è stata l’omelia di don Albino, che, riprendendo il brano del Vangelo del giorno, ci ha parlato dell’ “ambizione” e di quanto essa influenzi le nostre scelte e i desideri del nostro cuore ribadendo l’importanza dell’insegnamento che - 65 -
Gesù fa a tutti noi a questo proposito: “… non così dovrà essere tra voi, ma colui che vorrà diventare grande si farà vostro servo, e chi vorrà essere il primo si farà vostro schiavo “ appunto come Gesù, che non è venuto per essere servito ma per servire e dare la vita in riscatto per molti. All’offertorio abbiamo accolto con commozione il calice della prima messa di don Valentino Felicetti, che ha voluto donare alla chiesa di Predazzo come segno di comunione e gratitudine per questa sua comunità. La celebrazione è terminata con il canto, scritto e musicato dal maestro Fiorenzo Brigadoi, di affidamento della comunità ai SS. Patroni Filippo e Giacomo. Dopo la messa, per sottolineare l’importanza del servizio, anche l’Amministrazione Comunale ha invitato tutti nell’Aula Magna del municipio, dove è solita premiare alcuni membri della popolazione, che per i loro meriti o carismi hanno fatto crescere e arricchire la vita della comunità. Già da parecchi anni si porta avanti questo appuntamento che è diventato una consuetudine. E’ un momento sempre ricco di emozione e sensibilità che quest’anno ha avuto il piacere di avere come ospite il coro Negritella con le sue belle canzoni. Dulcis in fundo eccomi invitata da don Giorgio, assieme a tutti i componenti della commissione liturgica, ai sacerdoti e alle religiose presenti alla celebrazione e alla nostra sindaca, a un momento di serena convivialità, attorno ad un tavolo con del buon cibo, chiacchierando e scherzando insieme, incontrando persone nuove, in particolare le religiose, ai più quasi sconosciute, con le loro interessanti storie di vita missionaria o di servizio ai poveri e ammalati. Desidero ringraziare tutte le persone che, con la loro buona volontà, hanno reso così piacevole questo giorno di festa. Marzia - 66 -
UN CALICE…TANTI RICORDI... Don Valentino Felicetti dona alla parrocchia il suo calice
Caro don Giorgio, qualche giorno fa, esattamente il Che cosa renderò al 13 aprile 2018, in occasione di una Signore visita post-operatoria (cataratta per quanto mi ha all’occhio sinistro), con mia sorella dato? Armanda abbiamo convenuto di Alzerò il calice della fare dono alla nostra parrocchia di salvezza Predazzo, del prezioso calice da e invocherò il nome Messa, da lei custodito, durante i del Signore vari traslochi di questi ultimi anni. (Salmo 116) Si tratta di un dono del nostro nonno paterno, Valentino Felicetti (Tina), in occasione della mia Ordinazione Presbiterale e la S. Messa a Predazzo avvenuta il 17/3/1956. Il nonno desiderava che rimanesse un ricordo di famiglia “Felicetti” a perenne memoria di questa 1°Messa. E ricordo che aveva incaricato me personalmente, di scegliere “il meglio” sul mercato, senza badare a spese. Io ho sempre utilizzato quel calice, finchè ero in servizio a Trento e Rovereto, ma non certo nei vari spostamenti, connessi ai miei incarichi pastorali, soprattutto nella visita ai Missionari di origine trentina, operanti nei vari Continenti, durante i 10 anni, nei quali fui direttore del Centro - 67 -
Missionario Diocesano. Attualmente è in custodia in casa di Armanda, ma abbiamo convenuto che la migliore custodia fosse la chiesa del mio Battesimo e della mia 1° messa. E perché nel tempo, non vada perduta la memoria del donatore (il nostro nonno paterno VALENTINO FELICETTI); del destinatario (il sottoscritto con lo stesso nome, come era suo desiderio) e della motivazione specifica (la mia Ordinazione presbiterale 17/3/1956); le 3 cose sopraddette, sono state incise, dall’Orefice stesso, sul retro del piedestallo, a perenne memoria. Il nonno è morto nel 1946; la prima generazione pure è morta, comprendente i 3 fratelli che hanno dato inizio all’Azienda: Giacomo, papà di don Mario, Padre Fiorenzo e altri sette fratelli, Francesco, mio padre, e dei miei 6 fratelli; ed Emilio, papà di Valentino e altri 4 suoi fratelli, con i relativi nipoti che perpetuano il nome “FELICETTI” Caro don Giorgio: vorrai scusare la lunga digressione famigliare, ma era per inquadrare la numerosa progenie dei Felicetti, che in buona parte, (almeno quella maschile) abita e vive all’ombra della Ditta Felicetti, la maggior parte sparsa in Paese, ma anche fuori, per via di matrimoni. Ma tornando al dono del Calice: spero che sia gradito alla - 68 -
Parrocchia e auspico che anche i sacerdoti, locali o ospiti che lo utilizzeranno per celebrare nella nostra chiesa, leggendo la scritta incisa sotto il piedestallo, abbiano un “ ricordo” anzitutto per il Donatore, ma poi anche per il sottoscritto-destinatario, infine per tutti i FELICETTI, vivi o defunti, come era nelle intenzioni del nostro Capo-stipite. Questo è il mio auspicio, condiviso anche dalla sorella Armanda, incaricata della trasmissione materiale, a nome mio. Con molti auguri di bene, come pastore tra la “ mia gente “ nella Valle di Fiemme. Don Valentino Felicetti
Dal mio “eremo” della Casa del Clero in Trento 18/04/2018
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CON LA MISSIONE NEL CUORE Pesca di beneficenza per i missionari del paese
Nelle sale del seminterrato dell’oratorio la nostra mitica Mariota, il tuttofare della Parrocchia, sta allestendo per l’ennesima volta un “vaso della fortuna”. Ci accoglie con un bel sorriso e ci permette di intervistarla… 1. Mariota, ti puoi presentare per chi non ti conoscesse? Sono Maria Dellantonio di Predazzo. Ho 88 anni, sono sposata con quattro figli e vedova da 21 anni. Sono stata e sono tuttora molto impegnata in vari ambiti della Parrocchia e sempre con grande spirito di servizio e gioia. 2. Da quanto tempo prepari questa “ pesca di beneficenza”? Da 35 anni ininterrottamente!!! 3. Come è nata nel tuo cuore questa iniziativa? Parecchi anni fa la maestra Kostner, che credo parecchi abbiano conosciuto, era responsabile in parrocchia del gruppo missionario e ha dato l’idea all’allora parroco don Florian, di proporre me e Angelina Giacomelli Titela, a far parte del Consiglio Pastorale come rappresentante delle Missioni. Noi abbiamo accettato e, guardandoci negli occhi, ci siamo chiesti: ed ora che facciamo visto che siamo state - 70 -
chiamate per questo servizio? Ci è nata così l’idea di fare qualcosa di concreto per i missionari. Abbiamo allestito nel lontano 1983 il primo “vaso della fortuna” preparando biglietti “tutti pieni” (per non deludere nessuno…) Poi Angelina ha lasciato per problemi di salute ed io ho continuato da sola. Prima pochi biglietti, poi sempre di più fino ad arrivare ultimamente a quasi 1.600 numeri 4. Cosa ti spinge a farlo? Una grande volontà e desiderio di “aiutare” chi è nel bisogno, per cui il sacrificio non mi costa e trovo gioia e serenità nel donare il mio tempo e le mie energie in questa iniziativa. 5. Come ti prepari a questo appuntamento sempre nel cuore dell’estate? Ormai la gente mi conosce e sa che da tanto tempo faccio questa pesca, così durante tutto l’anno le persone mi portano oggetti vari che io deposito in una sala dell’oratorio. Devo dire che ho trovato tanta generosità. 6. Come risponde la gente nei due giorni di apertura? Con grande generosità: la gente di Predazzo e, ancor più i turisti, hanno sempre dimostrato grande sensibilità nei confronti dei missionari.
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7. Hai progetti per il futuro? Data l’avanzare dell’età, non mi sento più in grado di gestire questa pesca di beneficenza, ma l’amore per le missioni è sempre forte, e questo mi spinge a pensare a delle alternative: d’accordo col parroco, proporrò per il prossimo anno dei mercatini del dolce in alcuni momenti particolari dell’anno. Approfitto di questa intervista per ringraziare tutti: chi ha donato, chi mi ha aiutato in vari modi, chi mi ha sostenuto e incoraggiato, e anche chi…è venuto a pescare!!! Anche tutta la comunità di Predazzo assieme ai nostri missionari, ti ringrazia, Mariota, per la tua squisita disponibilità, per il tuo darti da fare in tanti ambiti, e questo sempre col sorriso che ti caratterizza e che , al di là degli anni, ti dona la “giovinezza dello spirito”!.
GRAZIE !
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CAMPI – SCUOLA…. A CASA M. IMMACOLATA Momenti importanti di crescita
Ho partecipato quasi per caso domenica 12 agosto alla S. Messa di fine campo-scuola di uno dei tanti gruppi ospitati nella Casa M. Immacolata. Osservare questi giovani dai 18 ai 25 anni così raccolti, impegnati, motivati, vederli partecipare con serietà e convinzione alla Messa officiata da P. Stefano della Comunità dei Figli di Dio, sentire i loro canti calmi, quasi meditativi, tutto questo ha fatto bene anche alla mia anima. Questi giovani mi hanno fatto respirare un clima di tanta speranza. Mi rendo conto di quanto sia importante per tutte queste persone vivere alcune giornate lontani dalla vita frenetica di tutti i giorni. La Casa M. Immacolata offre un bel servizio di accoglienza. Quanti gruppi sono passati quest’estate e nelle estati scorse in questa struttura che la nostra Parrocchia mette a disposizione di altre parrocchie!
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Sono bambini, ragazzi, adolescenti, giovani in cerca non solo di aria salubre di montagna, ma anche di momenti di ricarica interiore e di nuovo entusiasmo per affrontare nuove sfide! Un grazie anche a chi rende possibile questa accoglienza facendo trovare un luogo pulito e confortevole, prima di tutto ai custodi sempre disponibili, e a chi li aiuta in questo servizio di volontariato discreto, silenzioso, ma molto importante. Questi giovani mi hanno fatto andare col pensiero alle migliaia di giovani radunati l’11 agosto al Circo Massimo di Roma e che io ho seguito tramite televisione. Stupende le parole che il Papa ha rivolto a loro e che fanno meditare e riflettere anche noi adulti “I sogni sono importanti. Tengono il nostro sguardo largo, ci aiutano ad abbracciare l’orizzonte, a coltivare la speranza in ogni azione quotidiana. E i sogni dei giovani sono i più importanti di tutti, sono le stelle più luminose, quelle che indicano un cammino diverso per l’umanità. Ecco, cari giovani, voi avete nel cuore queste stelle brillanti che sono i vostri sogni: sono la vostra responsabilità e il vostro tesoro. Fate che siano anche il vostro futuro! Il vostro lavoro è trasformare i sogni di oggi nella realtà del futuro e per questo ci vuole coraggio! Non abbiate paura, rischiate Poi: Sapete? I sogni dei giovani fanno un po’ paura agli adulti. Cercate maestri buoni capaci di aiutarvi a comprenderli e a renderli concreti nella gradualità e nella serenità. - 74 -
Siate a vostra volta maestri buoni, maestri di speranza e di fiducia verso le nuove generazioni che vi incalzano “! La Chiesa ha bisogno del vostro coraggio, della vostra intuizione, della vostra fede!
Un grazie di cuore a tutti questi giovani che, a volte, mettono in crisi noi adulti …e un grande GRAZIE a Papa Francesco!!!
Anche il gruppo di ragazzi di 1° e 2° media di Bagnolo in Piano ( R.E) vuole salutare la comunità parrocchiale di Predazzo che li ospita. Da sei anni questa Parrocchia ha scelto Casa M. Immacolata come luogo di amicizia e crescita per i propri campi-scuola. Nella foto con i ragazzi c’è pure il vescovo di Crema don Daniele, che prima di essere nominato “Vescovo” è stato per parecchio tempo parroco e per primo ha portato i suoi ragazzi nel nostro paese. Ogni anno ritorna volentieri per alcuni giorni fra i nostri monti per stare ancora vicino alla sua gente come vescovo, incoraggiando questo tipo di esperienza estiva. - 75 -
Il decalogo della quotidianità Quante volte non iniziamo le buone abitudini, pur consapevoli del loro beneficio , solo perché convinti di non poterle mantenere nel tempo! Penso in particolare alla pratica meditativa e contemplativa che sperimentiamo nei nostri gruppi, ma anche ad alcune considerazioni che spesso facciamo quando siamo stanchi o rattristati ed esclamiamo…”basta da domani si cambia!” ed in cuor nostro sappiamo quanto sia difficile. Spesso non ci apriamo alla “vita”, non ci diamo ad essa per timori ed attaccamenti che ci ottenebrano e ci bloccano e rimaniamo in uno stato di cupa disperazione. E in questo stato ci sembra anche di stare bene….o meglio questo modo di vivere ci sembra l’unico possibile. Per esperienza personale ho compreso quanto sia importante comunque iniziare e perseverare anche a piccoli passi. A tale proposito sono rimasta colpita nel leggere, in un breve periodo di relax, alcune citazioni in un libro caratterizzate da questa frase iniziale: “Posso ben fare per 12 ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare per tutta la vita”. Alla fine del libro la nota rimandava al “Decalogo della quotidianità” di papa Giovanni XXIII. Per me è stata una piccola scoperta, in particolare ho rivisto gli ostacoli da me incontrati all’inizio del mio percorso di fede: la difficoltà a staccarmi dal passato, la paura di non essere adeguata, di non riuscire a mantenere un sano proposito, la pigrizia che spesso paralizza e impedisce di rinascere. Vi lascio, cari amici, a queste sagge parole e vi auguro una buona e serena estate, che sia foriera di sani e duraturi propositi. Gabriella - 76 -
Posso ben fare, per dodici ore, ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare per tutta la vita.
“Basta a ciascun giorno il suo affanno” (Mt. 6,34) - 77 -
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dal 1 giugno 2018 al 31 agosto 2018 HANNO CELEBRATO... le Esequie dei
il Sacramento del
Defunti
Battesimo VANZETTA AYLIN
CEMIN MARIA
DECRISTINA ARIANNA
CARTA GIOVANNI
IOPPI SOFIA
SHVAK LIDIYA MONTAGNINI VITTORINO ZANETTI ALBINA BRIGADOI GIUSEPPE CONCA EZIO CAVAZZANA CRISTINA GABRIELLI MARIA ROSA PIAZZI MARTINO
il sacramento del Matrimonio CAGALLI PIETRO - BISIGHIN MARIA VITTORIA MARIANI GIANLUIGI - MANCINI ISABELLA
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Signore, che io possa essere il debole, ma costante riflesso del tuo amore perfetto! Madre Teresa