PARROCCHIA Santi FILIPPO e GIACOMO
CAMMINIAMO INSIEME ANNO XXXIII - N° 4 - 2017 OTTOBRE/NOVEMBRE/DICEMBRE
In questo numero: descrizione articolo
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Avvento: Tempo di attesa
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16 ore di... Gioia.
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Pietralba ... luogo di pace e silenzio
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In Brasile con suor Antonietta
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Con l’Africa nel cuore...
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Quando incontrai il razzismo...
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Maria Bambina...
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Amicizia e allegria in montagna
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Un giorno speciale di preghiera
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Maria ci ha chiamati a ...Fatima.
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Sògnati in grande
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Sotto lo sguardo di Maria
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Pronti ... via!!!
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Rivestiti di Cristo
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La Madonna salverà il terzo millennio
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Volontariato... e giovani
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Mi affido a Te...
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Una Comunità che genera vita.
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Ciclostilato in proprio ad uso manoscritto della parrocchia di Predazzo -2-
AVVENTO: TEMPO DI ATTESA La vecchietta che aspettava Dio
C’era una volta un’anziana signora che passava in pia preghiera molte ore della giornata. Un giorno sentì la voce di Dio che le diceva: “Oggi verrò a farti visita”. Figuratevi la gioia e l’orgoglio della vecchietta. Cominciò a pulire e lucidare, impastare e infornare dolci. Poi indossò il vestito più bello e si mise ad aspettare l’arrivo di Dio. Dopo un po’, qualcuno bussò alla porta. La vecchietta corse ad aprire. Ma era solo la sua vicina di casa che le chiedeva in prestito un pizzico di sale. La vecchietta la spinse via: “Per amore di Dio, vattene subito, non ho proprio tempo per queste stupidaggini! Sto aspettando Dio, nella mia casa! Vai via!”. E sbattè la porta in faccia alla mortificata vicina. Qualche tempo dopo, bussarono di nuovo. La vecchietta si guardò allo specchio, si rassettò e corse ad aprire. Ma chi c’era? Un ragazzo infagottato in una giacca troppo larga che vendeva bottoni e saponette da quattro soldi. La vecchietta sbottò: “Io sto aspettando il buon Dio. Non ho proprio tempo. Torna un’altra volta!”. E chiuse la porta sul naso del povero ragazzo. Poco dopo bussarono nuovamente alla porta. La vecchietta aprì e si trovò davanti un vecchio cencioso e male in arnese. “Un pezzo di pane, gentile signora, anche raffermo... E se potesse lasciarmi riposare un momento qui sugli scalini della sua casa”, implorò il povero. “Ah, no! Lasciatemi in pace! Io sto aspettando Dio! E stia lontano dai miei scalini!” disse la vecchietta stizzita. Il povero se ne partì zoppicando e la vecchietta si dispose di nuovo ad aspettare Dio. La giornata passò, ora dopo ora. Venne la sera e Dio non si era fatto vedere. -3-
La vecchietta era profondamente delusa. Alla fine si decise ad andare a letto. Stranamente si addormentò subito e cominciò a sognare. Le apparve in sogno il buon Dio che le disse: “Oggi, per tre volte sono venuto a visitarti, e per tre volte non mi hai ricevuto”. Bruno Ferrero La storia sottolinea che Dio è sempre sorprendente... è possibile incontrarlo in tanti modi, ma in modo particolare nelle persone che ci avvicinano tutti i giorni.
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MA QUESTO AVVENTO…COS’E’ ??? C’è chi aspetta una telefonata da una persona cara, chi una lettera da un amico lontano, chi la visita di un parente che non vede da un po’ e c’è chi aspetta il Natale. C’è chi si mette in moto per telefonare a una persona cara, chi per scrivere una lettera a un amico lontano, chi per visitare un parente che non vede da un po’ e chi per gustare il Natale. L’Avvento è questo: un’attesa che spezza la quotidianità per far posto a una Luce che giorno dopo giorno illumina e dà significato. L’Avvento è tempo di attesa! L’Avvento è tempo di conversione! L’Avvento è tempo di speranza gioiosa Con la speranza che ciascuno di noi sappia vivere questa attesa con un cuore libero e aperto auguro a tutti un BUON NATALE di gioia
Il vostro Parroco don Giorgio
NATA
N O U B
L E
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16 ORE DI… GIOIA
Non guardate dal balcone la vita “Non lasciate che altri siano protagonisti del cambiamento! Voi siete quelli che hanno il futuro! Voi… Attraverso di voi entra il futuro nel mondo. A voi chiedo anche di essere protagonisti di questo cambiamento. Vi chiedo di essere costruttori del mondo, di mettervi al lavoro per un mondo migliore. Cari giovani, per favore, non guardate dal balcone la vita”. (27 luglio 2013, Gmg di Rio de Janeiro)
Papa Francesco
“L’estate è passata e tutti i ricordi raccolti in queste giornate rimangono impressi nel cuore e nella mente… Invece che tenerli in maniera astratta perché non metterli in una valigia, che portiamo sempre con noi?” Noi ragazzi delle parrocchie di Predazzo, Ziano e Panchià abbiamo partecipato sabato 17 e domenica 18 settembre a “16 Ore di ALLEGRIA” affrontando questo tema proposto dai nostri animatori. Eravamo circa 30 ragazzi davanti all’oratorio di Ziano per poi recarci a piedi al maso Simonoste a Panchià. Attraverso varie attività e giochi di gruppo abbiamo vissuto appieno questo tempo insieme, colmando ancor di più la nostra valigia dei ricordi, ma facendo anche spazio per le esperienze a venire. Il divertimento non è di certo mai mancato, ma, a volte, ha lasciato spazio anche a riflessioni su come vivere al meglio questi momenti (e quelli futuri) e riempirne le nostre valigie. -6-
Sedici ore in compagnia per imparare a conoscersi, divertirsi e legare non solo con i nostri compagni, ma anche con gli animatori, che hanno saputo gestire il tempo in modo da lasciare spazio a tutti e farci trascorrere bei momenti. Ăˆ stato molto interessante e lo consiglio a tutti gli animatori che purtroppo non sono potuti venire. Un grazie ancora agli organizzatori che hanno fatto un gran bel lavoro, un’ esperienza da ripetere assolutamente. Sara Morandini
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PIETRALBA… LUOGO DI PACE E SILENZIO Pomeriggio di gioia e riflessione
“TROVA IL TEMPO DI PENSARE TROVA IL TEMPO DI PREGARE TROVA IL TEMPO DI RIDERE E’ LA FONTE DEL POTERE E’ IL PIU’ GRANDE POTERE SULLA TERRA E’ LA MUSICA DELL’ANIMA…” E proprio così abbiamo voluto fare con il pellegrinaggio a Pietralba giovedì 21 settembre 2017. “TROVA IL TEMPO PER CANTARE TROVA IL TEMPO PER AMARE ED ESSERE AMATO. TROVA IL TEMPO DI DARE E’ IL SEGRETO DELLA GIOVINEZZA E’ IL PRIVILEGIO DATO DA DIO LA GIORNATA E’ TROPPO CORTA PER ESSERE EGOISTI…” …e proprio così è stato! 130 PERSONE, tra ospiti della Casa di riposo S.Gaetano, paesani e non, tutti insieme ai volontari di Ospitalità Tridentina, che avevano organizzato la giornata. Prima una bella messa celebrata da don Giorgio all’interno del santuario, con la gradita sorpresa della lettura dei pensieri di alcuni ospiti della Casa di Riposo, colmi di tenerezza da riempirti il cuore!... -8-
E poi il saluto finale di don Pierino con l’incoraggiamento, rivolto a tutti, di andare avanti nella quotidianità, nonostante le difficoltà, la malattia e la vecchiaia, sempre con la gioia di Dio nel cuore. Non per ultimo, perché presente fin dall’inizio con il suo servizio, ecco Jacopo, il solo chierichetto che faceva per quattro… TROVA IL TEMPO DI FARE TROVA IL TEMPO DI ESSERE AMICO TROVA IL TEMPO DI ASCOLTARE E’ LA FONTE DELLA SAGGEZZA E’ LA STRADA DELLA FELICITA’ E’ IL PREZZO DEL SUCCESSO…” E allora cosa c’è di meglio di una gustosa merenda ? Così , insieme in grandi tavolate e baciati dal sole…tra canti e allegria, passa la malinconia!!! TROVA IL TEMPO PER REGALARE IL TUO TEMPO TEMPO DI CONDIVISIONE TEMPO DI COMPASSIONE QUESTA E’ LA CHIAVE DEL PARADISO”… Giuliana Bernard
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I residenti ospiti della casa di Riposo S. Gaetano hanno voluto dare il loro personale contributo in questa santa messa. Pensieri semplici, ma che ci fanno capire come i nostri “nonni” sappiano trasmetterci l’importanza di tenere nel cuore quelle piccole cose che danno un grande valore al vissuto di tutte le persone. Noi “nipoti” abbiamo la fortuna di poterli conoscere e condividere con loro ricordi ed emozioni. Ora “nipoti” poi “nonni” possiamo rendere migliore ogni incontro con chi amiamo e con Dio. Un grazie di cuore a tutti!
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Pensieri … ed emozioni… ◊ ◊ ◊ ◊
Grazie di poter essere ancora una volta a Pietralba (Bruna) Grazie di avermi tenuto sano (Tullio) Un aiuto per i miei figli e le loro famiglie (Antonietta) Ricordo ancora il primo pensiero fatto qui tanti anni fa (Francesca di Someda)
◊ E’ bello venire qui e ricordare il caro marito (Rita) ◊ Sono qui per la prima volta , grazie ! (Maria) ◊ Che la Madonna pensi alla mia famiglia e tenga nel suo cuore noi ammalati (Giannini Annamaria) ◊ Un ringraziamento per avermi assistito e che aiuti tutta la famiglia (Carlo)
◊ Ringrazio la Madonna perché io e mio marito stiamo bene (Amalia e Vittorino)
◊ Siamo tutti insieme a Pietralba con il rosario da recitare (Zorzi Urbano) ◊ Prego la Madonna che mi mantenga quella poca salute che ho e non mi faccia soffrire (Pettena Felicita) ◊ Chiedo di poter chiudere gli occhi in questa Casa di Riposo (Violetta) ◊ Ringrazio di tutto quello che ho avuto e chiedo di poter continuare con pace e tranquillità (Liliana) ◊ Che torni la pace in tutto il mondo (Gino) ◊ Che guardi tutti con il cuore di mamma (Carla e mamma Maria) GRAZIE CARI NONNI PER LA VOSTRA SPONTANEITA’ E SEMPLICITA’. QUESTE COSE FANNO BENE AL NOSTRO CUORE!
L’amore vi darà le ali ! S.Teresina di Gesù Bambino del Volto Santo - 11 -
IN BRASILE CON SUOR ANTONIETTA Testimonianza/riflessione di una giovane dopo un mese di missione
L’attrazione che ho provato fin da quando ero bambina, nei confronti di Suor Antonietta, è magnetica. Non siamo unite da un vero legame di parentela, ma per me è istintivo chiamarla zia e dopo le mie esperienze al CEFEC ho capito quanto sia naturale per migliaia di bambini vederla come una madre. In Brasile, presso la missione da lei fondata, ho avuto l’ennesima conferma, che spesso i legami più forti non sono quelli di sangue, ed il progetto sostegno a distanza ne è la prova. Il primo mese che ho passato a Marcos Moura è stato il regalo di laurea dei miei genitori e subito mi son resa conto che non ci sarebbe potuto essere regalo migliore. Vivere la missione non offre nulla di interessante dal punto di vista storico culturale, ma è entusiasmante proprio per la normalità, che per noi ha un’accezione completamente diversa. Vivere la quotidianità è la grande bellezza di queste esperienze, respirare ogni piccola cosa senza perdersi nemmeno un sorriso, nemmeno una lacrima di quello che ci circonda. Quando poi, in una normalissima favelas brasiliana di 180mila abitanti, un’intuizione divina fa arrivare grandi donne come Suor Antonietta allora la quotidianità diventa magia. - 12 -
Seguirla ogni minuto della giornata per me è praticamente impossibile: l’energia che la anima è infinita, giorno e notte lavora perché più famiglie possibili possano vivere la magia della speranza. Speranza di un presente dignitoso, ma soprattutto, speranza in un futuro che potrebbe sembrare scontato, ma che in una favelas i bambini fanno fatica ad immaginare. Gli esempi famigliari che li precedono sono madri sempre tristi e depresse che non riescono a garantire loro un pasto al giorno, padri alcolizzati che lavorano pochi giorni al mese, fratelli che spacciano droga o commerciano armi e sorelle che si prostituiscono convinte sia l’unico lavoro che una donna possa fare. In un contesto così difficile, la cosa che veramente manca, e che Suor Antonietta fa di tutto per trasmettere è l’amore. Proprio lei, che per me è una maestra di vita, l’estate scorsa mi ha detto una frase che riassume la sua filosofia di vita: “L’amore cambia, trasforma, guarisce tante ferite. L’importante è fare sempre tutto con tanta gioia ed entusiasmo”. L’opportunità di vivere il regalo di un’esperienza missionaria mi ha - 13 -
cambiata profondamente. Sono partita per “fare del bene”, portare vestiti e giochi che avevo raccolto in Italia, portare novità e mettermi al servizio dell’organizzazione del CEFEC, ma mai avrei immaginato che tutti quei bambini sorridenti sarebbero entrati nel mio cuore per cambiare completamente il mio modo di vedere le cose. Ho deciso di fare la mia piccola parte sottoscrivendo un’adozione a distanza. Suor Antonietta mi ha presentato una bimba denutrita, quindi molto più piccola degli altri suoi coetanei, dicendomi che abbiamo un carattere simile, sempre sorridente e molto chiacchierona, non perde occasione per sedersi vicino alle suore durante le messe e per regalare abbracci a tutti. Mi sono innamorata subito della piccola Nicole e quando saltandomi in braccio mi ha chiamata madrina mi si è sciolto il cuore. Credo che adottare a distanza sia un’esperienza da vivere; cambiare la nostra idea di famiglia ed aprire le braccia ad un bambino il cui unico bisogno è quello di sentirsi amato, mi ha portata inconsciamente a rivedere la lista delle mie priorità. L’anno scorso Suor Antonietta mi ha chiamata raccontandomi che la nonna della piccola Nicole non riusciva a pagare le - 14 -
bollette da mesi e che un giorno l’operaio dell’azienda elettrica si è presentato a casa loro con delle grandi forbici pronto per tagliarle la corrente; Nicole si è inginocchiata ai suoi piedi con le mani giunte in segno di preghiera dicendo che non doveva lasciarle senza luce perché la sua famiglia italiana avrebbe provveduto a pagare le bollette. L’operaio commosso se n’era andato chiudendo un occhio stupito del forte legame tra la piccola Nicole e la famiglia d’adozione a distanza. Il CEFEC accoglie circa 600 bambini tutti i giorni e fortunatamente tante famiglie della Valle hanno deciso di diventare più grandi e piene di amore aderendo al progetto Adozioni a distanza di Suor Antonietta Defrancesco. Come scrive San Luigi Scrosoppi, fondatore della congregazione delle suore della Provvidenza, “amare è il nostro modo di educare”. Suor Antonietta è ripartita per il Brasile il 3 ottobre, ma io, assieme alla sua Comunità, non la lasceremo sicuramente sola. Marianna
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Diamo la parola a suor Antonietta…
A pochi giorni dal mio ritorno in Brasile, ho avuto la fortuna di poter partecipare alla veglia missionaria in Duomo sabato 30 settembre, presieduta dal nostro Vescovo Lauro assieme a tanti altri missionari/e in procinto di tornare nei luoghi di missione. Prima della veglia è stato molto bello ritrovare vecchie conoscenze e amici impegnati in vari modi per una evangelizzazione a volte silenziosa…a volte in prima persona. Nell’accogliente salone dell’oratorio del duomo una dozzina di persone del nostro Trentino assieme al nostro Vescovo e ad altri due vescovi missionari, hanno testimoniato in modo semplice, ma concreto il loro modo di impegnarsi per il Regno di Dio. Il Centro Missionario, che sempre mi ha accompagnato in questi miei 47 anni di missione, festeggiava i 90 anni della sua nascita. Che grande dono per me, per noi missionari sentirsi sempre accolti con amore dalle varie persone che con dedizione si impegnano in questo cammino. Bello vedere il mio compaesano don Valentino che per tanti anni è stato direttore di questo centro e che ora continua ad accompagnarci col dono dell’ offerta della sua malattia. Durante la veglia, poi,in una chiesa gremita di giovani e meno giovani, le testimonianze di alcuni missionari provenienti dai 5 continenti mi ha rinfrancato nel mio cammino missionario. “La Chiesa per essere se stessa non potrà mai venir meno alla propria dimensione missionaria. Il Vangelo è tale solo se vive di annuncio”, questo il messaggio condiviso.
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Un grande GRAZIE quindi mi nasce dal cuore per questa mia chiesa in Trento che, dandomi il mandato, mi fa sentire parte viva di questa comunità trentina e un GRAZIE anche alla mia comunità di Predazzo che sempre generosamente mi segue con la preghiera e anche in vari modi concreti. Oggi 30 settembre giorno del 120° anniversario della morte di santa Teresina a cui sono particolarmente devota, patrona delle missioni, sento di affidare a lei la mia chiesa di Trento e la mia comunità di Predazzo. Concludo condividendo con voi tutti alcune righe di un canto che mi ha accompagnato costantemente nella mia lunga attraversata in nave verso il mio Brasile nel lontano settembre 1970 e che ha segnato il mio programma di missione! Allora avevo appena 26 anni, ma tanto entusiasmo e desiderio di amare! Missionario che parti e vai al di là del mare: ama e non parlare. Missionario che resti nelle città e nei borghi: ama e non parlare. Non vogliamo più le case, né le chiese, né i sermoni, ci stancano le azioni se tu le rendi vuote. Vogliamo te , te solo, vogliamo Cristo in te l’amore. Mostraci il tuo cuore o missionario, prima il cuore e poi, poi tutto quel che vorrai, che vorrai donarci per la nostra sete, per la nostra fame, per il nostro dolore perché non ci sentiam più soli! Missionario donaci il tuo pane, ma vieni a noi col cuore! Prima di portarci la luce, di donarci una chiesa, mostraci l’amore!
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CON L’AFRICA NEL CUORE… Testimonianza di padre Mario Benedetti Padre Mario Benedetti, comboniano di Segonzano, è in Africa da 46 anni. Era in Congo nel 2008 quando i ribelli ugandesi sono entrati nel paese portando devastazione e guerra. Non se l’è sentita di abbandonare la gente che doveva fuggire dalla propria terra, così si è messo in marcia con loro attraverso la foresta per dirigersi verso il Sud Sudan. Profugo coi profughi tuttora, a 80 anni, vive nel campo con loro e cerca di portare speranza, tentando di dare un minimo di educazione scolastica e cercando di seminare la Parola di Dio. Come ha detto lui stesso, si traduce nel tentativo di far andare d’accordo le persone tra di loro, superare le superstizioni, le divisioni e inculcare il concetto del perdono. Affinchè noi che siamo venuti ad ascoltarlo ci rendessimo conto di quanto ciò sia difficile, ha iniziato col mostrarci alcuni strumenti in uso fra le popolazioni “azante”, l’etnia alla quale appartengono. Fra questi una specie di mortaio di legno con un martelletto usato per stabilire se una persona accusata di un reato è colpevole o innocente: sfregando fra loro le due parti cosparse da una sostanza appiccicosa viene emessa la sentenza: se scivola è assolto altrimenti condannato! Capito da che contesto si parte per portare la parola di Gesù? Naturalmente non si tratta solo di livello culturale, ma di situazione di miseria nera, la quale crea problemi di ogni genere, soprattutto sanitari. Se le persone si ammalano non c’è dispensario medico, solo alcune medicine di pronto intervento che non servono per le tante - 18 -
patologie come la malaria che è molto diffusa anche fra i bambini. Anche l’Aids flagella questa gente e numerose infezioni, soprattutto intestinali. Quando si sopravvive, dice, si rimane molto debilitati per settimane. A lui è successo più volte di ammalarsi di malaria e, per fortuna, l’ha sempre superata. Anche l’acqua è un problema. Le Nazioni Unite hanno fornito i secchi di plastica per la raccolta dell’acqua piovana. Penso abbia colpito tutti sentire che alle volte gli anziani che non possono muoversi aspettano che la pioggia goccioli dal tetto della loro capanna per raccoglierla e bere. Padre Mario cerca di stimolare le persone alla solidarietà, ad occuparsi dei loro vecchi e non abbandonarli ma...”come si fa?” Questa è una domanda che ricorre spesso nel suo dialogo. “Come si fa?” Non ci sono aiuti, non c’è personale che può supportarlo perchè la situazione in quella zona è troppo rischiosa per via dei fanatici della cosiddetta “armata del signore” che prima erano in Uganda e adesso fra di loro. Alle volte fanno incursioni nel campo e minaccian. Le strade sono pericolose e si corre il rischio di essere fermati da bande di giovani armati che, quando ti risparmiano la vita, ti spogliano di tutto. Anche l’alimentazione è insufficiente e i bambini che frequentano la scuola si addormentano per la fame. In questi anni padre Mario è riuscito ad organizzare l’asilo per i piccoli, la scuola elementare e, per chi continua, anche la magistrale. Tutte le classi sono raccolte in capanne di legno e paglia. I bambini siedono su latte d’olio e devono ricopiare dalla - 19 -
lavagna quello che il maestro spiega non avendo nessun libro scolastico. Alla sera nelle loro capanne non riescono a ripassare le lezioni perchè non c’è la luce e anche per via della fame che toglie ogni forza. Ai bambini dell’asilo si riesce a dare qualche biscotto, ma per tutti gli altri manca il cibo necessario. Il suo sogno sarebbe poter organizzare un minimo servizio di mensa ma.. “Come si fa?” Le razioni mensili distribuite dalle Nazioni Unite sono sufficienti per una settimana e attorno al campo il terreno è troppo sassoso per essere coltivato, bisogna spostarsi di una decina di chilometri ma poi, quando piove e le sementi germogliano e finalmente c’è un po’ di raccolto, bisogna far i conti con gli uccelli e le scimmie che fanno man bassa e allora ...come si fa? Caro padre Mario, cos’è che ti tiene ancora lì? Alla tua età e coi tuoi acciacchi! Solo un immenso amore per la tua gente, l’amore ai poveri e agli emarginati che sono il volto di Cristo. Sei il buon samaritano che non passa indifferente, ma si china e si china in continuazione a fasciare ferite e a dare speranza. “ VAI E FAI “ è il richiamo che ti induce a ripartire. Hai citato il motto di san Daniele Comboni “O nigrizia o morte” , aggiungendo che è necessario salvare l’Africa con l’Africa. Intanto questa guerra civile, etnica tribale dura da anni e sembra senza fine e senza speranza di risoluzione. Le armi arrivano anche dove non arriva la farina! Questa mattina ho ascoltato a TV2000 la testimonianza di suor Laura Girotto, missionaria salesiana, da anni in Eritrea. - 20 -
Fra l’altro diceva: “si parla tanto di aiutare gli africani a casa loro, perchè i governi non sostengono noi missionari che sapremmo far fruttificare molto meglio i sussidi, evitando così alle popolazioni di sradicarsi, correndo rischi enormi. I nostri poveri si fidano di noi che non abbiamo interessi nè economici, nè politici!” Cari missionari, voi dovete fare con gli aiuti degli amici che vi sostengono e vi sentite pure in dovere di ringraziare, ma siamo noi in debito con voi che fate tanto bene anche a nome delle vostre comunità. Purtroppo le situazioni gravi in cui operate sono provocate quasi sempre dalle guerre combattute con le armi fabbricate nel nostro mondo avido (anche l’Italia è fra i primi dieci paesi esportatori di armamenti!) Spesso i nostri missionari ce lo ricordano, perchè allora non facciamo sentire la nostra voce che dice basta alla produzione e al commercio di armi da guerra? Marisa Cestari
Toccante e a tratti commovente è stato l'incontro con padre Mario martedì 3 ottobre. Prima di tutto mi ha colpito la figura di questo religioso: una persona mite, molto umile, direi perfino candida nell'accezione più pura del termine. Ha parlato di problemi enormi con un tono di voce sempre pacato, quasi sommesso. Quante volte ha ripetuto sottovoce "È un problema" lasciando intendere che la soluzione è lontana e travalica le possibilità - 21 -
umane e personali. Ha parlato del Sud Sudan, toccando gli aspetti più difficili e scottanti di questo paese: la guerra, le violenze, le malattie, la povertà diffusa, la siccità, la carestia, la mancanza di cibo, di medicine e di istruzione. È questo il contesto in cui padre Mario opera, avendo a disposizione pochi mezzi e poche risorse. Non ha parlato quasi per nulla, invece, delle sue fatiche e delle sue difficoltà Mi viene spontaneo chiedermi se qualcuno potrà raccogliere il testimone quando l'età e le forze non gli consentiranno più di spendersi per la sua missione. Mi chiedo però anche perché si parli così poco di questa guerra e se, a monte, non ci siano responsabilità e interessi di grandi potenze, visto che il paese è ricco di materie prime e di petrolio. Riporto in appendice alcune notizie di carattere storico e politico riguardanti il Sud Sudan desunte da varie fonti e da me liberamente assemblate. Dopo l'indipendenza raggiunta nel 2011 con la secessione dal Sudan l'ottimismo nel paese era alto. Ben presto però emersero forti tensioni tra i due principali leader dello stato, appartenenti ad etnie diverse e nel 2013 iniziarono i primi scontri tra le due fazioni contrapposte. Questa prima fase di guerra civile durò 30 mesi e causò migliaia di morti. Nel 2015 un accordo di pace portò alla creazione di un - 22 -
governo di transizione, ma un anno dopo la guerra riesplose e ancora oggi continua a mietere vittime e a causare un flusso altissimo di sfollati che trovano rifugio soprattutto nella vicina Uganda. Come se il conflitto civile non bastasse, ora lo stato più giovane del mondo deve affrontare un'altra piaga: la fame. La perdurante siccità ha ridotto al minimo le riserve alimentari e la popolazione, pur di sopravvivere, è arrivata al punto di nutrirsi di erbe e di foglie, oltre che dei semi che invece andrebbero piantati per garantire la sussistenza futura. Eh sì, padre Mario ha proprio ragione: è un problema! È un problema che andrebbe gridato forte e invece, chissà perché, nessuno ne parla! Maria Gabrielli
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QUANDO INCONTRERAI IL RAZZISMO…
Lettera di una mamma al suo bambino quando era ancora piccolo…
Caro figlio, voglio darti un’importante lezione, per questo ascoltami con attenzione. Tu che sei nato da un amore senza frontiere che della religione e della pelle ha distrutto le frontiere incontrerai nella tua vita chi ti giudicherà, ma tu non ascoltarli perché solo male ti farà. C’è chi ha paura del buio, dei cani o delle punture e chi teme l’incontro con altre culture. Non sanno che il latte con il cacao è molto più buono e che i colori nell’arcobaleno ancora più belli sono. Pensano che l’incontro con il diverso sia solo tempo perso, che il confronto sia una sottrazione e non una moltiplicazione
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Forse male parleranno dei tuoi genitori, ma ricordati che sei nato da uno di quegli amori che uniscono in sé i continenti, colori, culture e credo differenti. Perciò sei più ricco di tanti bambini, perché il tuo mondo non ha confini. Quando chi non ti rispetterà incontrerai promettimi che mai ti arrabbierai. Non rispondere agli insulti con il furore, ma impara a mostrare il tuo valore. Al razzismo si risponde con la fratellanza, alla discriminazione con la mescolanza. Dimostra ai dubbiosi e agli incerti quanto è bello essere differenti. Se tutti fossimo uguali: sai che noia? Nella diversità sta la nostra gioia!
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Monica Gabrielli
MARIA BAMBINA…
In preghiera davanti alla statuetta Vorrei esprimere ciò che mi passa nel cuore quando mi fermo in preghiera davanti alla statuetta di M.Bambina posta da un po’ di tempo sull’altare della Madonna in Chiesa. Io non so con precisione da dove venga. So solo che è stata regalata a don Giorgio da una persona molto Ho iniziato ad amare devota a Maria. la Vergine Maria Mi hanno anche riferito che è stata da molti criticata prima ancora di adducendo vari motivi: soprattutto che è brutta e che conoscerla... le sere di Maria non ha proprio nulla. Io ho pensato: le solite al focolare sulle critiche demolitrici… ginocchia materne, Io , invece, voglio portare la mia esperienza positiva: la voce della mamma quando sono lì davanti a lei e la prego intensamente che recitava il provo un senso di profonda pace, di gioia interiore. Mi dà rosario.” un senso di tenerezza, (Giovanni Paolo I) un desiderio di preghiera ancora più intensa. Uscendo dalla chiesa mi ritrovo rinfrancata e pronta a vivere il mio quotidiano con più grinta e amore. E allora mi sono detta: a fronte di tante critiche (certamente è un diritto di ognuno esprimere un proprio pensiero anche negativo) ma guarda: ciò che a uno non piace per un altro è fonte di gioia. E così concludo : meglio rispettare ogni persona e, da parte mia, un GRAZIE a chi ha posto questa statuetta dandomi così una possibilità di ulteriore preghiera. “Chi ama corre! Amare significa correre con il cuore verso l’oggetto amato.
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Mi sono poi informata sulla “storia della venerazione di M.Bambina “ e condivido ciò che ho trovato. Gesù Bambino è conosciuto in tutto il mondo anche da noi cristiani, mentre raramente si pensa che…anche la Madonna è stata bambina! L’attenzione e l’amore per l’infanzia di Maria nascono molto presto, ma bisogna aspettare parecchi secoli perché il “compleanno di Maria“ sia ricordato con una vera e propria celebrazione liturgica. Lidia M.
Ecco la storia di questa dolce devozione….
Nella prima metà del secolo XVIII, una monaca francescana di Todi modella con la cera un visetto dolcissimo di bimba: la Madonna appena nata! La bellissima testina in cera viene appoggiata su un corpo molto semplice e avvolta tutta di fasce: sì, come si faceva con i neonati di una volta, che venivano completamente immobilizzati nelle fasce perché - si pensava - in questo modo sarebbero cresciuti meglio! Però... per la Madre Neonata di Dio le fasce devono essere speciali: e così nasce la tradizione di avvolgere Maria Bambina in fasce di pizzo candido, come a manifestare la sua preziosissima purezza! La statuetta settecentesca è venerata presso il Santuario delle Suore di Maria Bambina Le suore che la ospitano nella cappella della loro casa , saranno chiamate dalla gente Suore di Maria Bambina, proprio a motivo di quella statuetta. Infatti la dolce immagine di Maria neonata diventa molto popolare in Milano e sono innumerevoli i fedeli che si recano a pregarla Le Suore devono far costruire addirittura una santuario tutto dedicato a lei La statuetta di Maria Bambina viene riprodotta in migliaia di esemplari e collocata in molte chiese, specialmente della diocesi di Milano. La devozione di diffonde moltissimo anche nelle famiglie: fino a qualche decennio fa in molte zone della Lombardia il regalo tradizionale di nozze era una Maria Bambina che veniva amorevolmente conservata protetta da una campana di vetro... ...e molti genitori, fino agli anni ‘50 del secolo scorso, imponevano alle loro figlie il nome di Bambina (sì, proprio Bambina!) in onore di Maria Bambina. - 27 -
AMICIZIA E ALLEGRIA IN MONTAGNA Diversamente abili e volontari…un cuore solo!
Si è concluso domenica 1° ottobre a Cavalese il soggiorno in montagna dei nostri amici disabili che ogni due anni il nostro Gruppo organizza nella nostra valle. E' un appuntamento che manteniamo da più di vent'anni perchè risponde ad un sentire che accomuna noi volontari e i nostri amici disabili: ...”come è bello, Signore, stare insieme”. Come sempre hanno risposto al nostro invito amici provenienti da varie parti della nostra diocesi, amici “vecchi” e “nuovi”, con i quali abbiamo condiviso quattro giorni di fraternità, di svago, di allegria tra le belle montagne di casa nostra. I nostri volontari sono stati disponibili con la consueta generosità alternandosi da mattina a sera tarda per rendere possibile l'assistenza continua ed il migliore svolgimento del programma. Programma che non ha avuto mai momenti di “stanca”. Le nostre giornate sono state ricche di occasioni di comunione, di svago, di condivisione: venerdì una giornata all'aria aperta a Masi di Cavalese con pranzo alpino nel tendone con bellissimo addobbo autunnale, sabato gita a Merano con la santa Messa celebrata nel suggestivo Duomo, e poi serate liete con canti, musica e teatro; un grande grazie a tutti - 28 -
coloro che con la loro bravura ci hanno regalato tanta allegria. Domenica, giornata conclusiva del nostro soggiorno, la santa Messa nella Pieve dell'Assunta di Cavalese, dove tutti insieme abbiamo fatto “famiglia” che loda e rende grazie al Signore. Poi nel pomeriggio i saluti venati, come sempre, di malinconia perchè, si sa, le cose belle passano in fretta; ma il proposito di ripetere ancora questa felice esperienza rincuora noi e i nostri amici e fa sì che il nostro saluto sia un “arrivederci”. Grazie di cuore a tutti per tutto! Anna Rosa Moser di Ospitalità Tridentina
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Grande festa per i 90 anni di Lucia, figura storica e preziosa per la nostra comunità! Non possiamo dimenticare tutto il bene e il lavoro da lei svolto a favore dei nostri ammalati. Il suo primo pellegrinaggio a Lourdes risale al lontano 1956 con il gruppo UNITALSI. Erano viaggi epici, duravano 30 ore con disagi enormi soprattutto per gli ammalati. Per moltissimi anni è stata responsabile del personale femminile dei pellegrinaggi sia a Lourdes che a Loreto. Colonna portante nel 1968 del nuovo gruppo di OSPITALITA’ TRIDENTINA. E’ stata presidente del gruppo di Valle inventando un programma di iniziative a favore di ammalati e anziani: pellegrinaggi parrocchiali, festa dell’ammalato, auguri di Natale con un piccolo regalo, spettacoli teatrali e lotterie per reperire fondi…trasmettendo l’entusiasmo per il pellegrinaggio a molte dame che nel corso degli anni hanno svolto questo servizio. Ha lavorato sempre in stretta relazione con i vari Parroci. Il suo negozio in piazza è stato sempre il punto di incontro di decine di dame e barellieri che negli anni hanno preso parte ai pellegrinaggi e lei un punto di riferimento insostituibile e tuttora figura carismatica nonché memoria storica dell’Associazione di volontariato che opera sul territorio. GRAZIE LUCIA !!! Carla Bernard - 30 -
UN GIORNO SPECIALE DI PREGHIERA Con Angeli Custodi… nonni… san Francesco… pastorelli di Fatima!
Quando mercoledì 4 ottobre don Giorgio durante la preghiera per bambini e ragazzi ha esordito chiedendo ad alcuni di loro: “Come si chiama il tuo angelo custode?” mi sono sentita in imbarazzo. Io mamma di due splendidi bimbi non sapevo il nome del mio angelo custode….e chissà quanti altri! (ho cercato di confortarmi..) E subito mi sono ritrovata a pensare e riflettere su questa figura che Dio ha messo accanto a
me , ai miei bimbi, a tutti noi! Bello l’accostamento dell’angelo custode ai” nonni”. In effetti se io non avessi i miei genitori, nonni dei miei bimbi, non potrei fare tante cose. E davvero, come diceva il canto scritto sull’immagine regalata ai ragazzi “I nonni insegnano senza parlare..” La sera assieme ai miei bambini, abbiamo ringraziato Dio per questo dono prezioso. Grazie nonni!!! E mentre poi cantavamo “ Laudato sii o mi Signore”.. tante volte “cantato” con entusiasmo quando ero giovane, ripensando alla figura di San Francesco ho visto come i santi scuotono davvero il torpore della nostra vita quotidiana! - 31 -
Quante possibilità di riflessioni abbiamo anche noi adulti accompagnando i nostri bimbi alla preghiera!
Una mamma catechista ◊◊ Mi è piaciuto molto oggi pomeriggio durante la preghiera vedere il video dove l’angelo insegnava ai tre pastorelli di Fatima a pregare. ◊◊ Francesco, Giacinta e Lucia erano bambini come me, ma molto più bravi! Proverò anch’io a pregare e fare qualche piccola rinuncia come chiedeva a loro la Madonna. ◊◊ Mi accorgo però di fare molta fatica, di non andare volentieri alla messa! ◊◊ A catechesi ci hanno detto che sono passati proprio 100 anni dalle apparizioni della Madonna. Questa cosa mi incuriosisce molto. Non avevo mai sentito parlare di bambini che pregano tanto e mi è venuta voglia di provare! A.M.
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Dedicato a tutti i nonni Ci sono delle cose che solo i nonni sanno; Sono storie più lontane di quelle di quest’anno. Ci sono delle coccole che solo i nonni fanno, per loro tutti i giorno sono il tuo compleanno. Ci sono nonni e nonne che fretta mai non hanno: Insieme coi nipoti a spasso se ne vanno. Stai con me! Stai con me! Ferma il tempo con il gioco dei perché Stai con me! Stai con me! Perché la felicità è star con te. E sempre il mio cuore da voi ritroverà la forza, la fiducia e la serenità. E quando sarò grande con voi camminerò e tutti i bei ricordi nel cuore porterò
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MARIA CI HA CHIAMATI A …FATIMA Pellegrinaggio interparrocchiale nel centenario delle apparizioni
Dall’11 al 14 ottobre scorso si è svolto il pellegrinaggio inter-parrocchiale a Fatima, proprio nei giorni in cui ricorreva l’anniversario dell’ultima apparizione della Madonna ai pastorelli nel 1917. Un gruppo di 35 persone provenienti dalle parrocchie di Predazzo, Ziano e Panchià ha accolto la proposta di don Giorgio: donne, uomini e parecchie coppie hanno partecipato al pellegrinaggio, persone diverse accomunate dal desiderio di avvicinarsi a Maria e che in quei pochi giorni hanno condiviso momenti di preghiera e di spiritualità, ma anche momenti di allegria e convivialità. Partiti nel cuore della notte da Predazzo siamo arrivati a Lisbona nel primo mattino, accolti da un cielo sereno e pieno di luce: da qui ci siamo trasferiti in pullman a Santarem, la cittadina a 60 km da Fatima dove eravamo alloggiati e dove abbiamo trascorso il primo giorno del nostro soggiorno portoghese. In questa prima giornata abbiamo anche avuto occasione di conoscere Padre Victor che ci ha ospitati, anche nei giorni successivi, nella Casa dei Comboniani e nella loro chiesetta per recitare la Messa. Il secondo ed il terzo giorno sono stati il fulcro del nostro - 34 -
pellegrinaggio con la visita ai luoghi dove sono vissuti Francesco, Giacinta e Lucia: il villaggio di Aljustrel con le case dei pastorelli, la Via Crucis lungo il cammino che abitualmente percorrevano tra la campagna e gli ulivi, i luoghi dell’apparizione dell’angelo. Visitare questi luoghi ci ha fatto capire com’era il villaggio prima della costruzione della Basilica e l’ambiente in cui sono cresciuti i tre pastorelli. Il Santuario ci ha accolto nel pomeriggio del secondo giorno con la sua grandezza e imponenza ma anche con un grande senso di pace: la basilica vecchia di Nostra Signora del Rosario, di fronte la basilica nuova della Santissima Trinità, in mezzo il grande piazzale di preghiera, al centro del quale sorge la Cappellina delle Apparizioni. Qui abbiamo partecipato alle celebrazioni: la fiaccolata, la recita del Rosario e la Santa Messa sia giovedì sera che venerdì mattina.
L’ immenso piazzale gremito di gente proveniente da tutto il mondo dove si mescolano persone di nazionalità diversa, di colore diverso, di lingua diverse fa davvero impressione: centinaia di migliaia di persone riunite e tutte rivolte ad un unico fine: pregare e ringraziare Maria. L’ultimo giorno ci siamo recati nuovamente alla Casa dei - 35 -
Comboniani dove Padre Victor ci ha accolti sempre con grande ospitalità e allegria: qui il nostro gruppo ha potuto celebrare la Messa in un clima di raccoglimento ed intimità , prima di partire per Lisbona, affacciata sull’oceano Atlantico, ricca di fascino e storia. In serata siamo volati verso casa, tutti stanchi ma contenti di aver vissuto questa esperienza! Sono state delle giornate molto intense e significative: per questo un grande grazie di cuore a don Giorgio e a don Enrico che ci hanno accompagnato e guidato in questo viaggio di fede! Giorgia
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Pensieri… ed emozioni… E’ stata una esperienza che mi ha arricchita nella mia spiritualità. Con una amicizia fraterna in questi giorni di grazia. Margherita Rasom Volevo ringraziare e augurare di conservare a lungo quanto abbiamo sentito e gustato nella mente e nel cuore. La grazia di Gesù e di Maria ha portato certamente molto frutto in ciascuno di noi. Arrivederci!! Don Enrico
... questo viaggio a Fatima ci ha fatto vivere uno stato meraviglioso di gratitudine, lode e condivisione con i partecipanti del gruppo e fatto capire che la Madonna ama tutti come una mamma che non abbandona mai i propri figli, ma li accompagna ogni giorno nel difficile cammino terreno. Emozione e preghiera ...... una moltitudine di migliaia di fedeli di ogni razza, che sventolavano ognuno il proprio fazzoletto bianco seguendo la musica corale, coinvolgente e melodica come un richiamo spirituale verso l’alto, verso nostra Madre Celeste. Gianfranco e Franca Vianello
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Se vai a Fatima camminerai nei luoghi dove l’Angelo e la Madonna sono apparsi ai pastorelli. Lasciati coinvolgere, fermati, ascolta, prega! Avrai la grazia di partecipare alla recita del Rosario assieme a migliaia di persone divise da lingue diverse, ma incredibilmente unite in un’unica voce nella preghiera. Lasciati emozionare, abbi fiducia, abbandonati, prega! Durante la processione miriadi di fiaccole illumineranno la piazza per accogliere Maria che passerà in mezzo alla gente. Lasciati accarezzare dal suo sguardo, serbalo nel tuo cuore, godine della sua dolcezza, prega! Quando torni a casa lasciati ”tentare” dal messaggio che la Madonna ha lasciato ai “pastorini”. Ogni giorno ritagliati un po’ di tempo, fermati e prega perché la forza della preghiera è veramente potente.
Noi ci siamo iscritti al pellegrinaggio con l’intenzione di andare a chiedere l’aiuto di Maria e di Gesù, ma poi siamo andati per ringraziarli perché nel frattempo avevamo già avuto un segno del loro AMORE (forse perché avevano visto la nostra titubanza). Concludendo, dopo la “ricetta” per Fatima e la “giustificazione” della nostra partecipazione, vogliamo ringraziare i compagni di viaggio che ci hanno fatto sentire dei veri amici e ci hanno aiutato a vivere intensamente quest’esperienza. Per questo invitiamo, soprattutto i giovani, a cogliere e provare queste proposte che lasciano il segno. Marco e Giovanna
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Era da tanto tempo che io e Lino desideravamo andare a Fatima e quando don Giorgio ha organizzato il pellegrinaggio abbiamo
aderito con entusiasmo. E’ stata un’attesa gioiosa mista alla curiosità per quello che avremmo visto e non conoscevamo. Finalmente ero lì, in quella piazza immensa, con la bianca basilica che si stagliava nel cielo azzurro. Quella stessa piazza la sera era illuminata da migliaia di fiaccole con le voci che si innalzavano al cielo per osannare la Madonna. In quei momenti mi è tornata alla mente la mia mamma, a quando eravamo piccoli e non avevamo nulla, ma ci bastava il suo amore, a quanto ci è stata vicina nei momenti belli, ma soprattutto in quelli critici, era la nostra roccia, la nostra luce. Allora ho pensato: ma se una mamma terrena ci h amati così tanto, quanto amore ci può dare la mamma celeste? E dal mio cuore salivano continui ringraziamenti. Infine un ennesimo dono sono stati i nostri compagni di viaggio, siamo stati bene insieme e siamo persino riusciti a lasciare un pezzetto di Trentino nei cuori di Francesco e Carlo, rispettivamente guida e autista. Grazie! Silvana e Lino
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Da anni avevamo il desiderio di andare a Fatima: non poteva esserci occasione più bella che la ricorrenza dei 100 anni delle apparizioni! E’ stato molto emozionante partecipare alle varie celebrazioni e, nonostante la marea di gente, si sentiva la vicinanza della Madonna e si pregava con fede e devozione. La serenità e la gioia che abbiamo provato è stata molto forte. Ringraziamo la Madonna don Giorgio, Don Enrico e tutti voi di aver condiviso questo bel pellegrinaggio che porteremo sempre nel cuore. Grazie a tutti Flavia e Danilo
Ho aderito alla proposta del viaggio a Fatima perché avevo il bisogno di andare a pregare in un luogo particolare, credo che Maria ci chiami. Questo mi ha permesso di coinvolgere anche mio marito che ha subito risposto positivamente. L’esperienza non ha tradito le nostre aspettative e ci ha dato la gioia di vivere in coppia momenti molto intensi per poi condividerli, meditare, pregare e ringraziare insieme. Grazie a don Giorgio e a chi ha collaborato per la riuscita del pellegrinaggio! Carla
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Il pellegrinaggio a Fatima è stato una bella esperienza di condivisione fra le nostre comunità parrocchiali e come ha sottolineato il Vescovo nell’Omelia: “ in questo mondo di indifferenza religiosa è bello vedere come la Madonna riesce ancora ad unire tante culture e fedi “. Grazie ai Parrocci che ci hanno accompagnato Maura e Luigi Ancora una volta, a Fatima, il Signore ha scelto tre candidi bambini per rivelare, attraverso la Madonna, il suo messaggio: pregare e offrire sacrifici, senza stancarsi, per la conversione di tutto il mondo. Nei due giorni intensi vissuti a Fatima ho pregato Maria di darmi un cuore semplice, costante nella preghiera. affidando a Lei le sorti del nostro povero mondo sempre in guerra. Le ho chiesto di aiutare tutti noi a prendere sul serio l’invito a pregare come hanno fatto Lucia, Giacinta e Francesco perchè gli uomini trovino la via che porta alla Pace. Marisa Quattro giorni veramente intensi e ricchi di fede... sono tornata a casa con la Madonnina nel cuore... poi volevo ringraziarvi tutti che ci avete accolti come veri amici.... grazie ancora... con affetto.... Gianna Ogni tanto hai proprio bisogno di staccare la spina dal tuo operare quotidiano, per fermarti un po’ a riflettere, e magari fare un’esperienza diversa, magari in compagnia di altre persone in condivisione, magari in un ambiente ricco di spiritualità, magari a Fatima, come in quelle belle giornate di ottobre...., magari hai tanto da guadagnare.... magari chissà.... Grazie! Alda e Fabio - 41 -
E’ stata sicuramente un’esperienza molto positiva. Sono ritornata con una carica in più!. “Vedere” e “sentire” l’umiltà di Maria che “scende” fra noi, in mezzo ad una folla immensa, mi ha riempito il cuore di gratitudine e commozione. Sono stata molto edificata nel vedere quella marea di gente che, nonostante la fatica e gli inevitabili disagi, pregava intensamente senza brontolare e con un sorriso sulle labbra. Tutto questo per la mia anima è stato un grande e positivo “scossone” Ora tocca a me “trasformare” questi momenti di grazia in un quotidiano fatto di amore. Nicoletta E’ stato tutto bellissimo! Adesso che siamo rientrati, sentiamoci tutti uniti nella preghiera, sicuri che la Madonna guida il nostro cammino di vita. Durante il pellegrinaggio mi sarebbe piaciuto qualche spazio di spiritualità in più all’interno del nostro piccolo gruppo, magari con la possibilità della confessione. Un grazie di cuore a don Giorgio, don Enrico e a tutti i partecipanti! Marta
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SOGNATI IN GRANDE Sognate grandi cose “Sognate grandi cose. Sognate che con voi il mondo può essere diverso. Se voi date il meglio di voi stessi aiutate il mondo a essere diverso. Non dimenticare, sognate”. “Le persone hanno due occhi, uno di carne e uno di vetro. Con l’occhio di carne vediamo quello che guardiamo. Con l’occhio di vetro vediamo ciò che sogniamo”.
Adolescenti in festa
Questo il titolo della Festa giovani organizzata dalla Pastorale Giovanile diocesana il 21 ottobre al Palatrento. Un titolo che dice tutto e niente, quasi una provocazione per sfuggire dalla realtà; invece no! Durante l’omelia il Vescovo Lauro ha sottolineato alcuni aspetti da tenere presenti affinchè i giovani siano portati a realizzare i loro sogni. Sul brano del Vangelo “date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio ciò che è di Dio”, ha iniziato a far comprendere ai ragazzi quello che Gesù era: una persona che non si faceva influenzare e diceva quello che pensava, non guardava in faccia a nessuno, senza timore, cosa difficile in questo mondo di doppie facce e di falsi sorrisi. Ha continuato poi comprendendo i ragazzi, che talvolta sono un po’ rotti, e noi adulti ci ostiniamo ad invogliarli a fare le cose senza
(20 settembre 2015, viaggio a Cuba)
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vedere e capire ciò che hanno nel cuore. Gesù ci insegna a non fermarci alle apparenze. Gesù vede dentro di ognuno di loro qualcosa di bello, i sogni, la generosità, la voglia di far festa, di piangere, di ridere. Gesù vede in ogni uomo un valore infinito ed inesauribile, vuole che ognuno di noi possa vivere una vita felice, dà libertà e campo, e ci vuole impegnati a far fatica. Capita che si sbagli, ma Dio va oltre lo sbaglio, il regno di Dio non giudica ed è vicino alle persone che fanno lo stesso, che amano e stimano. Tutti noi siamo il regno di Dio. Dio è in mezzo a noi quando una persona ci fa star bene, non ci giudica e, quando qualcuno è contento della nostra esistenza. O ci appoggiamo a qualcuno o a qualcosa: la miglior cosa è appoggiarsi a qualcuno che ci vuole bene. Sono parole dette ai ragazzi, ma che credo possano valere per ognuno di noi a prescindere dall’età… “Ama le persone, amale una ad una per quello che sono; Rispetta il cammino di tutti; Sogna, non avere paura di sognare. Vivi, ama, sogna, credi, e con l’aiuto di Dio non disperare mai” Romina
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Sabato 21 ottobre si è festeggiata la giornata diocesana dei giovani. Siamo andati a Trento con il pullman assieme ai giovani della Val di Fiemme. Il pomeriggio è stato movimentato tra momenti di gioco e di preghiera, con la messa celebrata dal Vescovo. Durante la serata abbiamo scritto su dei foglietti in che modo ci sentiamo grandi, ovvero il tema della giornata (SOGNATI IN GRANDE), e poi li abbiamo attaccati su dei palloncini e lasciati andare nel cielo. Secondo noi è stata una grande occasione per conoscere nuove persone e passare del tempo con altri ragazzi. Siamo state felicissime di aver avuto questa opportunità e ringraziamo di cuore chi ci ha spronato a partecipare. Siamo ritornate a Predazzo molto “cariche”, le parole dell’Arcivescovo ci sono piaciute moltissimo e siamo pronte a … ”sognarci in grande”! e ricominciare con nuova energia un anno di attività all’interno dei nostri gruppi Elisa, Aurora, Chiara
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SOTTO LO SGUARDO DI MARIA… Si inizia un nuovo anno di catechesi e di oratorio
“Se qualche volta non sai come parlargli o che cosa dirgli, oppure non osi cercare Gesù dentro di te, rivolgiti a Maria, “tota pulchra” – tutta pura, meravigliosa –, per confidarle: Madonna, Madre nostra, il Signore ha voluto che fossi tu, con le tue mani, a guidare Dio: insegnami – insegna a tutti noi – a parlare a tuo Figlio!”
Domenica 22 ottobre Maria ha voluto ancora una volta passare per le strade del nostro paese per continuare a infonderci speranza e nuovo coraggio! La sua presenza materna sembrava dirci: ”Fidatevi di me. Mettete la vostra mano nella mia e assieme faremo cose grandi”… E così, nonostante una pioggerellina leggera, la processione della Madonna del Rosario,
San Josemaría
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si è snodata in un breve percorso per le strade del paese assieme a bambini, ragazzi, giovani e adulti per ricordarci che lei è sempre presente! La statua portata da alcuni genitori di chierichetti e subito seguita da alcuni coscritti, sembrava benedire tutti, indistintamente, sia quelli che l’amano e anche quelli che , presi da tanta frenesia, non hanno tempo per pensare a Lei. Con Lei quindi iniziamo un nuovo anno di impegno, di voglia di crescere, di desiderio di approfondire la conoscenza di GesÚ. N.R.
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PRONTI ….VIA!!!! Riapre l’oratorio per bambini, ragazzi, giovani… e diversamente giovani!!! Vorrei invitarvi a guardare queste foto. Io, animatrice da circa otto anni, posso riconoscere in quei bambini una piccola me, nel lontano 2001, quando cominciavo a frequentare l’Oratorio. Con me, in quella felicità, si ritroveranno anche molti altri giovani ed adulti che hanno passato pomeriggi interi dentro le mura del nostro storico Oratorio. Questa struttura ha visto passare molte generazioni, bambini che sono diventati adulti senza mai dimenticare gli insegnamenti e le emozioni provate in questo posto. L’attività dell’Oratorio ha trovato una formula vincente per ricoprire un ruolo importante all’interno delle attività pomeridiane dei nostri ragazzi; formula che da anni segue la stessa modalità, conosciuta da tutti. In questi tempi di continua ricerca ossessiva all’innovazione, come mai questa attività sempre uguale, ha sempre la stessa importanza? Ho provato a dare una risposta a questa domanda osservando la preparazione e lo svolgimento della festa di apertura del nostro percorso annuale, svoltasi domenica 22 ottobre nella palestra delle scuole elementari.
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COLLABORAZIONE: il fatto di collaborare, cioè di partecipare con altri ad un lavoro, ponendosi sullo stesso piano. Un gruppo di persone che si trovano per alcuni incontri, abbattendo le differenze di età, di opinione, di modalità di lavoro, per mettere a disposizione i propri talenti: può sembrare tutto scontato, ma non lo è. Dopo anni di volontariato parrocchiale, posso rendermi testimone di quanto sia difficile far fruttificare non solo propri talenti, ma soprattutto quelli degli altri, senza far sentire nessuno inferiore o inutile. Tutti, nel nostro gruppo, sono fondamentali ed indispensabili, senza limiti di età, capacità, impegno. Questi talenti, valorizzati e messi a frutto, danno vita ad un progetto che ha, come unico scopo, quello di rendere bello e divertente il pomeriggio dei nostri bambini. Ci si impegna a trovare un tema che renda possibili i più vari riferimenti per i giochi: temi che ogni anno cercano di andare incontro agli interessi dei bambini, come quello di quest’anno che è stato “la Televisione”, elemento immancabile nelle giornate di ognuno di noi. Tutto questo viene deciso e modificato seguendo una sola regola : il gioco di squadra. GIOCO DI SQUADRA: gioco realizzato in un gruppo dove gli atleti si aiutano e si integrano a vicenda. Quasi facendo da specchio alla collaborazione, il gioco - 50 -
di squadra è un altro elemento fondamentale nei nostri pomeriggi. Giochi di movimento, in cui correre, simulare sport, fare la spesa con i carrelli, e giochi più tranquilli, in cui usare la testa, come formare una storia o completare una ricetta come in un programma culinario. Quest’anno, ad esempio, sono stati organizzati quattro sport in contemporanea e abbiamo anche creato un nostro telegiornale. Non manca poi un’attività più manuale e creativa, amata soprattutto dai più piccoli, dove solitamente si costruisce un elemento che contraddistinguerà la squadra nei vari giochi: nella festa di quest’anno i ragazzi hanno creato una loro antenna televisiva personale con del cartoncino, per restare connessi tra di loro. Sono attività inventate, pensate e modificate da noi animatori, unendo un modus operandi più tradizionale, come una staffetta, a degli elementi più fantasiosi, come fingere di nuotare distesi su uno skateboard. Giocando in squadra, con varie tipologie di attività, favoriamo la creazione del gruppo e l’integrazione dei bambini di prima/seconda elementare con i ragazzi delle medie, cosa assai difficile che si verifichi in altre attività ludiche o sportive, dove l’età ricopre un ruolo molto importante. Questa collaborazione nel gioco favorisce l’innesco di un meccanismo di aiuto e simpatia che porta alla formazione di legami più o meno forti tra i ragazzi. Voi direte “oh, per un pomeriggio di giochi!” Un pomeriggio di gioco per un bambino insieme ad un ragazzino delle scuole medie ha un’importanza enorme nel suo vissuto psicologico ed educativo, perché incrementa la sicurezza nelle sue capacità. Al contempo, aiuta il ragazzo più grande ad uscire dal proprio guscio e a responsabilizzarsi nei confronti del piccolo.
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Automatica è, quindi, la mia risposta alla domanda iniziale. L’innovazione non ci serve perché riusciamo a sfruttare strutture tradizionali puntando sulla sola creatività e modernità delle nostre menti, senza dover ricorrere ad altri espedienti. Le nostre carte vincenti sono sempre la semplicità e la disponibilità di tutti: solo così riusciremo a rendere l’Oratorio sempre nuovo, senza cambiarlo. Giulia Piazzi
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Giovani, dal sogno all’impegno...
”Vi diranno che non siete abbastanza. Non fatevi ingannare, siete molto meglio di quello che vi vogliono far credere” (Papa Giovanni Paolo II)
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Impara la meraviglia, coltiva lo stupore, vivi, ama, credi. E soprattutto sogna, non avere paura di sognare, sogna (Papa Francesco)
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“Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano” (Madre Teresa di Calcutta)
“Là, dove cova una scintilla, il minimo soffio basta spesso per ravvivare la fiamma.”
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(V. Lebrun)
“C’è un estremo bisogno di pensieri semplici, fatti di poche parole. Ti voglio bene... Grazie... Ho sbagliato... Scusa... Mi manchi... Arrivo...”
“siate tenaci nel voler bene; felici in quanto pienamente immersi nella vita; infine, consapevoli che Dio va oltre ogni nostro sbaglio”.
Vescovo Lauro
GRAZIE A TUTTI!!
A nome dell’Associazione NOI Santi Filippo e Giacomo, ma anche come parrocchiani e genitori, desideriamo ringraziare di cuore per i lavori eseguiti al terzo piano del nostro Oratorio. Grazie a don Giorgio per la sua disponibilità e per il suo spirito giovane. Grazie al Consiglio Pastorale e al Consiglio Affari Economici per i lavori eseguirti in tempi record. Ma il GRAZIE più grande va a quella squadra di angeli custodi che pazientemente, con vero spirito di servizio, hanno lavorato in silenzio tutta l’estate…perché tutto ciò sia possibile, compreso il numeroso gruppo di mamme, nonne e simpatizzanti che hanno dato il tocco finale con una splendida pulizia. Il Direttivo Associazione Noi - 56 -
RIVESTITI DI CRISTO… Incontro con Padre Serafino Tognetti
Era da tanto tempo che don Giorgio pensava di invitare p. Serafino Tognetti, della Comunità dei Figli di Dio, a tenere una conferenza alla comunità parrocchiale di Predazzo. Finalmente venerdì 27 ottobre p. Serafino è arrivato, e ha parlato in una sala gremita e molto attenta. L’argomento era “rivestitevi di Cristo” che p. Serafino ha abilmente sviluppato e ci ha permesso di capirne meglio il significato. Con diversi paragoni ed esempi anche divertenti, ci ha portato per mano attraverso i vari passaggi che l’anima deve fare per rivestirsi di Cristo. I santi ci vengono in aiuto con la loro vita. Essi vivono l’unione con Cristo in modo del tutto naturale. Per noi non è così semplice, abbiamo bisogno di segni ed esempi che ci portino a sentire questa unione, che ci fanno sentire il “profumo” di Dio. “Per vivere la vita di Dio devo vivere una vita perfetta nella carità”, diceva p. Serafino. Ma la santità ci fa paura, pochi si fanno santi, perché arrivati al punto che Dio ti chiede la vita, noi ci allontaniamo. Abbiamo paura che ci tolga la libertà. Il Signore ci aspetta nelle nostre - 57 -
decisioni sulla carità, e l’uomo “rivestito di Cristo” decide sempre per la carità. Una carità, però, che non fa i conti in tasca, non una carità con un ritorno, ma la carità di Dio. Se Dio vive in me, divinizza i miei atti, l’unico atto che non divinizza è il peccato. L’uomo che è rivestito di Cristo, cioè Cristo vive in lui, diventa bello (anche se è brutto). La grazia di Dio rende belli, ci fa graziosi. Il mio vivere con Cristo si riverbera poi sul mio fratello. E’ l’amore che convince e crea relazioni nuove e sincere. La persona emana un “profumo” che attira senza parlare. La sua vita parla da sola. P. Serafino racconta del suo incontro con don Divo Barsotti (il fondatore della Comunità dei Figli di Dio).
“Mi sentivo attratto da lui perché avevo sentito il profumo di Dio. Se incontri uno che profuma di Dio ti può indurre ad imitarlo”. Infine ha parlato dell’opera di misericordia, “vestire gli ignudi”, soffermandosi sul punto che oggigiorno non ci sono degli ignudi veri e propri da rivestire, ma “vestire chi si sveste volontariamente”. Eva dopo il peccato, abbassa lo sguardo e l’albero diventa un oggetto. Così per noi nel mondo di oggi anche il corpo diventa oggetto. Ma se siamo rivestiti di Cristo, e Cristo vive in noi, vediamo l’altro come persona, non più un oggetto
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La Comunità dei Figli di Dio è presente sul nostro territorio con due gruppi, uno a Castello e l’altro a Predazzo e anche in tutto il territorio del Trentino Alto Adige. La nostra è una Comunità formata da laici e consacrati della vita comune suddiviso in 4 rami: ◊ 1 ramo consacrati (singoli o sposati) che vivono la loro consacrazione nel mondo, nella vita di tutti giorni. ◊ 2 ramo consacrati con i voti (sposati) che vivono con più consapevolezza la loro consacrazione nel matrimonio ◊ 3 ramo consacrati con i voti , singoli che hanno fatto il voto di povertà, castità e obbedienza, ma vivono nel mondo i loro voti. ◊ 4 ramo fratelli e sorelle con i voti che vivono in case di vita comune e portano l’abito. Il nostro padre fondatore ha voluto che fosse possibile per tutti vivere la consacrazione a Dio sia nel mondo che in case di vita comune, ed essere uniti fra di noi. Nella nostra comunità si vive una comunione alla pari tra i vari rami. Si entra nella Comunità con una consacrazione, preceduta da un periodo di aspirantato. La persona che si consacra, accetta alcuni semplici obblighi: la partecipazione all’incontro settimanale del gruppo, la recita ogni giorno delle 4 preghiere obbligatorie, la partecipazione all’adunanza mensile. La Comunità aiuta il consacrato a vivere meglio il suo essere figlio di Dio e gli mette a disposizione vari mezzi per arrivare a questo fine. Viene introdotto alla recita di alcune ore del Breviario, lo studio della Bibbia, una formazione permanente, la preghiera biblica. Don Divo Barsotti ha lasciato numerosi scritti, meditazioni, registrazioni che ora sono a disposizione dei consacrati per capire e vivere meglio la consacrazione. Può sembrare impegnativo il nostro percorso, ma è stato studiato dal nostro padre fondatore in modo che tutti possano farlo. Infatti con noi ci sono persone di tutti i livelli sociali, portati - 59 -
unicamente dalla mano di Dio (che non guarda chi è migliore o più bello). E’ l’amore di Dio che ci unisce tutti in un solo corpo, come diceva p. Serafino, e questo è il miracolo della nostra Comunità. E una profonda gioia è la conseguenza di questa vita vissuta così. La Comunità dei Figli di Dio ha sede a Firenze, Settignano. Via Crocifissalto 2, 50135 Settignano, ( dove vive p. Serafino attualmente). Potete visitare il sito web: htpps://www.comunitafiglididio.it Inger Nones, Castello di Fiemme ingernones@gmail.com
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Avevo sentito alcuni interventi di Padre Serafino che parlava a Radio Maria all’interno della rubrica dei santi, e mi piaceva molto, ma averlo visto di persona venerdì 27 ottobre lo considero un grande dono! Ho visto in lui un uomo di Dio, soprattutto un” innamorato” di Gesù e che ha scoperto il vero segreto della felicità. La cosa mi ha incuriosito molto: anch’io sono costantemente alla ricerca della “ ricetta” della vera gioia! Quindi lo ho ascoltato con moltissima attenzione! In lui ho visto un uomo “realizzato” in tutti i sensi: mi ha dato un senso di pace e una gran voglia di seguire i suoi consigli! RIVESTITEVI DI CRISTO questo il tema della serata. Con parole semplici, con grande capacità comunicativa e, soprattutto, con profonda convinzione, mi ha trasmesso un messaggio di speranza, di vita vera, piena, felice e alla portata di tutti. La SANTITA’ che parolona! Eppure in essa è racchiuso un programma di vita fatto di amore a Gesù e…di conseguenza…ai fratelli. Più una persona vive intensamente il suo rapporto di amore con Gesù più sa andare con animo aperto e gioioso verso i fratelli. Tutto qui! Ma che PREZIOSITA’ e senso di vita! E. G.
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Due pensieri mi sono rimasti impressi : “Rivestitevi di Cristo“: Gesù abita in me e nei miei rapporti con le persone devono poter dire “sento il profumo di Cristo“ che emana nell’umiltà e nel dono di sé. La carità perfetta: che mi chiede la coerenza in tutte le realtà della mia vita. Non posso aiutare con gioia gli altri e dimenticare chi ho più vicino e che condivide con me la mia esistenza e che magari faccio più fatica ad amare e servire.
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Luciana
LA MADONNA SALVERA’ IL TERZO MILLENNIO Testimonianza di suor Eugenia Impressioni varie….
PREGHIERA ALLA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI SIGNORE GESÙ CRISTO, FIGLIO DEL PADRE, MANDA ORA IL TUO SPIRITO SULLA TERRA. FA’ ABITARE LO SPIRITO SANTO NEI CUORI DI TUTTI I POPOLI, AFFINCHÉ SIANO PRESERVATI DALLA CORRUZIONE, DALLE CALAMITÀ E DALLA GUERRA. CHE LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI, LA BEATA VERGINE MARIA, SIA LA NOSTRA AVVOCATA. AMEN.
E’ tornata fra noi domenica 29 ottobre, anche se solo per un breve giorno, il sorriso radioso e rassicurante di suor Eugenia accompagnata dalla sua consorella suor Giuliana. Ricordo benissimo la settimana che aveva trascorso fra noi tre anni fa e quanto bene aveva fatto alla nostra comunità incontrando bambini, ragazzi, giovani e adulti donandoci un messaggio di pace e di speranza. Mi ha colpito, come tre anni fa del resto, la sua serenità e la sua gioia. L’ho sentita una vera messaggera di Maria come se fosse la sua segretaria Con entusiasmo e convinzione ci ha donato quanto a sua volta la nostra Mamma celeste ha donato a lei. Mi ha molto colpito quanto ci ha raccontato circa la storia delle apparizioni di Amsterdam: - 63 -
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M.G.
Suor Eugenia ha sintetizzato questo : La preghiera è la chiave di tutta la nostra esistenza di pace. E’ l’antidoto alla corruzione del mondo Maria Madre di tutti i popoli ci dà la forza per resistere al male che purtroppo trova la sua forza nell’indifferenza e nell’attaccamento alle cose più che alle persone. L.F Mi è rimasto impresso quanto suor Eugenia ha detto riguardo alla “sofferenza” Anche un malato incurabile troppo debole per pregare e capace solo di offrirsi in silenzio, realizza in questo modo la cosa più importante: “attraverso l’amore trasforma la sofferenza e la morte in un dono per Dio e per la sua famiglia”. La preghiera più potente è la sofferenza offerta con amore! Cristina
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VOLONTARIATO …E GIOVANI! Gli indumenti usati…trasformati in solidarietà Sono passata sabato 28 ottobre nelle vicinanze della canonica per portare un sacco di indumenti aderendo così all’invito della Caritas della valle per una raccolta straordinaria di vestiario il cui ricavato servirà per aiutare i poveri. Purtroppo anche qui nelle nostre valli, un tempo considerate benestanti, si manifestano ora situazioni di disagio e povertà. Sono stata colpita dal gruppo giovani che con un gran sorriso e un caloroso GRAZIE mi hanno accolta. Vederli così gioiosi e impegnati positivamente in un prezioso servizio di solidarietà mi ha dato un senso di speranza. Volevo far giungere dalle pagine di questo bollettino il mio ”grazie”, e penso anche quello della comunità, assieme ad un “coraggio” giovani, il mondo è nelle vostre mani e voi siete la nostra speranza! Ho pensato che davvero i giovani, se stimolati ed aiutati, sanno anche impegnarsi in prima persona donando tempo ed energie in un volontariato gioioso e “frizzante”, mi si passi la parola… ma io li ho visti così! E la loro allegria ha rallegrato il mio cuore! B. F. - 66 -
MI AFFIDO A TE….
Se ti volti non mi vedi. Neanche avanti non mi vedi. Io sono al tuo fianco, senza spingere né tirare; nel posto in cui ti puoi appoggiare quando perdi l’equilibrio. Di fianco, per dirti all’orecchio che ti voglio bene, per non perderti di vista neanche quando ti allontani. Di fianco, per non oscurare la tua luce, per non coprire la strada che tu vuoi fare, per solleticarti se ti chiudi nei pensieri. E non occorre che allunghi la mano per cercare la mia, non l’ho mai mollata . E non occorre che allungo la mano per cercare la tua, è sempre stata nella mia. Abbi fede...Io ti amo ! GESU’
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UNA COMUNITA’ CHE GENERA VITA Catechisti a confronto Una comunità che genera vita. Per riscoprirsi comunità, per educare alla comunità
Domenica 5 novembre abbiamo partecipato a Trento al convegno dei catechisti dove le parole del nostro vescovo don Lauro e la relazione della pedagogista Paola Bignardi, hanno messo in evidenza questi punti che vogliamo condividere con tutti perché ci hanno allargato il cuore, fatto riflettere e ridato grande speranza:
• Gesù di Nazareth deve essere messo al centro. Per don Lauro, quel Dio fatto Uomo è spesso “lo sconosciuto delle nostre chiese” … sì perché, consapevole di pronunciare parole forti, il Vescovo ha ammesso che “purtroppo, a volte, le nostre chiese raccontano un Dio che con Gesù di Nazareth ha veramente poco a che fare. E voi sarete scandalizzati, perché direte: “Come è possibile? Noi conosciamo i testi del magistero, conosciamo la teologia, conosciamo …”. Ma Dio non si racconta con i testi o con le teorie, Dio lo si descrive con la vita”. Ed è guardando a Gesù, figlio dell’Uomo e figlio di Dio, che possiamo conoscere Dio. Di qui il secondo punto:
• L’importanza dell’esperienza di vita cristiana Solo se mettiamo Gesù al centro delle nostre azioni e mostriamo Gesù attraverso la vita e la concretezza dei gesti facciamo catechesi e facciamo - 68 -
comunità! Con queste parole don Lauro ha incoraggiato i catechisti, spesso preoccupati di non riuscire ad ottenere il silenzio con i loro ragazzi, di non finire la scheda proposta … ma già l’esserci, il prendersi cura dei bambini e dei ragazzi è testimoniare il Signore! Don Lauro ha anche aggiunto che i catechisti devono sentirsi sollevati dal peso della responsabilità sul buon esito dell’iniziazione cristiana dei ragazzi: spesso il motivo per cui molti giovani si allontanano dalla fede è la mancanza della comunità cristiana, o meglio, il fatto che essa sia vista come una comunità poco attraente, fredda e distaccata. Il prevalere del sapere e della dottrina sull’esperienza di vita cristiana si è dimostrata una realtà molto fragile. I giovani riferiscono che la loro esperienza di catechismo è stata spesso fonte di insofferenza, di cose difficili da capire, di una serie di obblighi. La catechesi non ha trasmesso un senso di comunità, di relazioni vere, un senso di appartenenza. La catechesi deve ripartire dall’educare alla comunità! Il desiderio dei giovani è quello di incontrare una comunità di fede fatta di relazioni ed esperienze, non di dottrina ma di coinvolgimento, fatta di persone di riferimento. Per cui:
• L’importanza di fare comunità e comunità cristiana Nelle nostre comunità anche cristiane spesso è difficile fare spazio alla partecipazione, alla corresponsabilità, al coinvolgimento delle persone, cosa che genera un clima di dipendenza e di passività. Dove invece le persone, siano esse bambini o adulti, trovano - 69 -
spazio ed incoraggiamento a dare il loro contributo, dove si vedono valorizzati, qui si crea comunità. Spesso però è necessario che venga messo il peso della responsabilità sulle spalle delle persone, affinché si mettano in gioco. Al giorno d’oggi la comunità non nasce spontaneamente come succedeva una volta (la vita di paese, di quartiere non è più scontata): occorre costruirla dal suo interno se non si vuole restare ognuno nel proprio isolamento e individualismo.
E per costruire una comunità cristiana è ancora Gesù di Nazareth ad insegnarci la via: Lui ci chiama a far parte di un gruppo che condivida esperienze e pensieri, ci insegna le cose essenziali, l’amore, la fratellanza, la condivisione, l’accoglienza, il perdono, il servizio ... Solo creando e alimentando in continuazione una comunità cristiana viva e gioiosa, e facendo scoprire la bellezza di esserne parte attiva, saremo una comunità che genera fede. Per noi catechiste è stato un pomeriggio di grande arricchimento: siamo state proprio contente di aver partecipato e ci ha dato una spinta in più per continuare con gioia nel nostro cammino di fede assieme ai ragazzi! Giorgia, Anna e Daniela - catechiste
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dal 1 settembre 2017 al 30 novembre 2017 HANNO CELEBRATO... le Esequie dei
il Sacramento del
Defunti
Battesimo UGOLOTTI DANIEL
DEGAUDENZ RAFFAELE
ZANON DIANA
DELLANTONIO ANGELINA
AGNOLETTI FANNI
MORANDINI GIACOMO
DEFLORIAN TANIA
CEMIN FRANCESCO
BOSIN AURORA
CAPRA SERGIO
PIERRO NOEMI TERESA
LASTEI LIVIA INGRANATA CLARA FELICETTI CATERINA POLO MARIO MORANDINI IDA SEGHIZZI ORNELLA GIOVANNA DE CRISTOFARO MARIA ZUS RINA MORANDINI RICCARDO ZANETEL ROMANO BONINSEGNA ARTURO
il sacramento del Matrimonio DELLASEGA ANDREA - DAGOSTIN GIULIA BORDINI GIORDANO - BAIOCCO PRECIOUS LARAE BONINSEGNA CLAUDIO - TROTTER SILVIA
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GesĂš che nasce per amore ci conceda di inventarci una vita carica di donazione, di silenzio, di preghiera, di coraggio! don Tonino Bello