Predazzo notizie settembre 2014

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PERIODICO DI INFORMAZIONE DEL COMUNE DI PREDAZZO Autorizzazione del Tribunale di Trento nr. 1249 del 13.04.2005

Poste Italiane SpA Spedizione in Abbonamento Postale 70% DCB Trento

Stampato su carta prodotta con cellulosa proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile

N. 2 SETTEMBRE 2014


3 amministrazione n L’editoriale del sindaco n Dal Consiglio comunale n Dai Gruppi Consiliari

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L’orologio della stazione

7 cultura

n Lo storico orologio ritorna nella vecchia stazione ferroviaria

8 ambiente

n È rinata la “cava dele bore” n Nuove aree di sosta e relax n Ciclabili: un concorso di idee

12 vita di comunità

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La “cava dele bore”

n Catanaoc ‘n festa 2014 n SportABILI a pieno ritmo n Associazione Carabinieri n U.S. Dolomitica / C.S. Avisio n Gran finale del circuito Minibike n Associazione Pescatori Val di Fiemme n Circolo Tennis Predazzo n Gellindo Ghiandedoro

n Gruppo Alpini n Comitato Locale I.P.A. n Una desmontegada speciale col festival del gusto n Gemellaggio con Hallbergmoos si festeggia il ventennale

26 personaggi

n Nicolino Gabrielli n Marino Felicetti

30 la storia

n I ricordi della Grande Guerra n Da Predazzo al fronte

32 tradizioni

n Ricordi musicali di Predazzo

34 pianeta Giovani

n Spazio Giovani: una realtà che ci consolida n Info point: esperienza da rinnovare

COMITATO DI REDAZIONE:

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I ricordi della Grande Guerra

Coordinatore: Lucio Dellasega, Assessore Direttore responsabile: Mario Felicetti Componenti: Chiara Bosin, Laura Mich, Dino Degaudenz, Claudia Pezzo, Gianna Sartoni, Gianmaria Bazzanella Foto: Mario Felicetti, Unione Sportiva Dolomitica, Alberto Mascagni, Centro Giovani, SportAbili, Circolo Tennis, Cassa Rurale di Fiemme, Gruppo ANA, Fotoamatori, Maurizio Dellantonio,

Fiorenzo Brigadoi, Alessio Bernard, Giuseppe Facchini Impaginazione e grafica: Alexa Felicetti Area Grafica - Cavalese (TN) Stampa: Nuove Arti Grafiche - Gardolo (TN) Foto prima di copertina: una pittura di Nicolino Gabrielli Foto ultima di copertina: immagini dei Catanaoc ‘n festa 2014


amministrazione editoriale

Questa strana estate e l’importanza di evitare distorsioni

I IL SINDACO dott.sa

Maria Bosin

In un momento già difficile per la pesante congiuntura è normale che, rumore collettivo, abbia raggiunto livelli bassissimi, occorre evitare che la paura ci faccia leggere la realtà in maniera distorta o cercare pretesti per giustificare la mancanza di solidarietà nei confronti di chi vive situazioni di vera difficoltà.

n un momento già difficile per la pesante congiuntura, possiamo veramente definire le condizioni meteo di quest’estate “la ciliegina sulla torta”. I più colpiti sono stati i settori economici, che hanno avuto delle implicazione negative dirette, ma comunque su tutti è pesata la mancanza di sole, di caldo, l’impossibilità di escursioni sulle nostre splendide montagne o di qualche bella serata all’aperto. Con queste premesse è normale che l’umore collettivo abbia raggiunto livelli bassissimi, così come è altrettanto umanamente naturale che si provi a trasferire su qualcuno o su qualcosa le responsabilità del nostro malessere. A tal proposito mi è parso molto interessante un articolo di Riotta apparso su La Stampa ai primi di agosto e vorrei riportare alcuni spunti (per chi desidera la versione integrale http://riotta.it/articoli/se-la-colpa-del-declino-e-di-tutti-noi): “In un suo classico saggio del 1959 – vigilia di boom economico e Dolce Vita - «La fine del mondo antico», lo storico Santo Mazzarino ammoniva: Roma comincia a declinare assai prima dei Barbari, quando classi dirigenti e intellettuali cadono nella depressione da «declino». Secoli prima che l’Impero crolli, la sua forza morale si esaurisce, perché il «declino» si nutre di se stesso. È questo il male peggiore del Paese nella dispeptica (indigesta n.d.r.) estate 2014, siamo rassegnati a declinare senza batterci e gli appelli del premier non bastano più. Nell’amarissima predica del Venerdì Santo 2005, il futuro Papa Ratzinger disse di temere perfino per la barca della Chiesa. Bergoglio cambia l’umore subito, con sorriso e speranza, «siate felici senza far proseliti, non siate di cattivo umore!» e vara riforme

radicali. Se cambia così un’istituzione che ha 2000 anni ed è, davvero, «globale» perché non un Paese che vanta la terza economia dell’Unione Europea e la sesta manifattura del pianeta? Le riforme non richiedono né tecnici visionari come Lord Keynes, né politici mitici come F. D. Roosevelt: richiedono a noi cittadini di accettare il cambiamento con umiltà, consapevoli che non si vendono più automobili, cibo, servizi, artigianato, turismo, biglietti aerei, abbigliamento «all’italiana», ma competendo ad armi pari nel mondo. «Riforme» vuol dire prezzo da pagare a breve e vantaggio futuro: per volerle servono speranza, entusiasmo, consapevolezza che i figli valgono quanto i padri, coraggio morale. Solo se speranza e coraggio saranno risvegliati in noi, le riforme saranno attuate, il Pil ripartirà e i giovani lavoreranno: altrimenti la recessione, il «declino» se volete, non si fermerà, nella cacofonica, isterica, furbetta, guerra di opposte propagande”. Quanti spunti di riflessione, soprattutto per noi che viviamo in una realtà sicuramente meno difficile rispetto a tante altre dell’Italia e del mondo? Cerchiamo un approccio realistico e costruttivo rispetto alle nuove difficoltà, con la consapevolezza che gli anni del boom economico appartengono al passato e difficilmente si ripresenteranno, perlomeno con la stessa intensità, ma consci comunque che fortunatamente il livello di benessere è ancora piuttosto elevato e diffuso. Evitiamo che la paura ci faccia leggere la realtà in maniera distorta o addirittura fobie immotivate siano usate come pretesto per giustificare la mancanza di solidarietà nei confronti di chi vive situazioni di vera difficoltà, un giusto ottimismo farà bene a noi e agli altri! 3


amministrazione

Dal Consiglio comunale

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eduta tranquilla lo scorso 30 giugno per il consiglio comunale, riunito alla presenza di dodici consiglieri di maggioranza e di quattro di minoranza. Dopo il ringraziamento del sindaco Maria Bosin a Bruno Bosin, Marco Felicetti ed all’assessore Lucio Dellasega per la ristampa del libro ”Sulle ali di una rondine”, presentato lo scorso 6 giugno e che ricorda l’emigrazione predazzana in Transilvania di 150 anni fa, Luca Donazzolo, consigliere di minoranza, ha illustrato una interrogazione presentata lo scorso 14 marzo, con una serie di annotazioni critiche a proposito della gestione e delle procedure adottate per il bando relativo al concorso di idee riguardante il piano della rete ciclopedonale del paese. Ha risposto il vicesindaco Renato Tonet, i cui chiarimenti per altro non hanno convinto l’interrogante, che si è alla fine dichiarato insoddisfatto. Il sindaco ha quindi illustrato in dettaglio la prima variazione di bilancio del 2014. Per la parte ordinaria, tra le entrate, 368.000 euro di variazioni in più (38.000 euro per la maggiorazione Tares e 330.000 per la Tasi) e 278.000 di variazioni in meno (270.000 sul fondo perequativo e 8.200 per i permessi di raccolta funghi), mentre le spese in più ammontano a 121.100 euro e le va-

riazioni in meno a 31.300 euro. Per quanto riguarda la parte straordinaria, le variazioni in più tra le entrate sono pari a 336.000 euro (91.000 di avanzo non vincolato, 143.000 dalla Provincia per la realizzazione della copertura di Forte Dossaccio, 50.000 di finanziamento da parte di Network Trentino per l’installazione di cavidotti e fibre ottiche in varie vie del paese e 35.000 euro dalla Comunità Territoriale di Fiemme per progetti di sviluppo economico e interventi di miglioramento ambientale) e quelle relative alle spese di 336.000 euro, che richiamano in gran parte le voci delle maggiori entrate. Unanime alla fine il voto. Sempre all’unanimità, è stato approvato il rendiconto dell’ esercizio finanziario 2013, nelle seguenti risultanze finali: fondo cassa al 1° gennaio 2.009.435 euro, riscossioni per 9.421.068, pagamenti pari a 10.111.876, residui attivi di 11.970.190, residui passivi per 8.764.361, avanzo di amministrazione a fine anno di 4.524.447. Da precisare che 2.878.000 euro sono già stati impegnati sul bilancio di quest’anno e che oltre un milione di euro sono bloccati dal patto di stabilità, per cui le disponibilità effettive di bilancio erano pari a circa 600.000 euro. È stata quindi approvata l’adozione definitiva della ottava variante al Piano Regolatore Generale

in Via Coronelle, con la regolarizzazione del credito edilizio di un cittadino e la previsione di tre lotti edificabili, uno dei quali destinato a nuove prime case. Astenuto Donazzolo per la mancata modifica, a suo tempo richiesta, del tracciato della vicina pista ciclabile. In chiusura, tra le varie, Igor Gilmozzi della minoranza ha raccomandato all’Amministrazione di mettere dei vincoli per gli interventi di manutenzione in paese della società Eneco durante i mesi estivi e di avvertire per tempo la popolazione sulla chiusura temporanea delle strade per determinate manifestazioni, mentre Luca Donazzolo ha contestato alla maggioranza alcune dichiarazioni pubblicate sull’ultimo numero del periodico comunale ed ha chiesto lumi sui tempi del progetto riguardante la nuova biblioteca. Con la conferma del sindaco che la Provincia aveva concesso la proroga richiesta a suo tempo e che la progettazione era a buon punto. Rapida seduta consiliare anche lo scorso 30 luglio, con la approvazione, all’unanimità, dello schema di convenzione tra i Comuni di Predazzo e Ziano per l’avvalimento della squadra boschiva, autorizzando il sindaco alla sottoscrizione degli atti necessari alla esecuzione della delibera.


amministrazione

dai gruppi consiliari

Sanità e riforma istituzionale la vera sfida dei prossimi anni

R

itengo utile fare alcune riflessioni su temi che non riguardano il Comune, ma si riflettono sulla cittadinanza: la sanità e la riforma istituzionale.

SANITÀ Innanzitutto credo che il metodo di lavoro fin qui elaborato dall’assessora Borgonovo Re dimostri un cambiamento reale della politica, in quanto si confronta realmente con il territorio prima di mettere in atto una programmazione decennale. Il programma sanitario verrà definito solo prima della fine dell’anno, quindi alcune prese di posizione campanilistiche per non dire propagandistiche a fini elettorali, le ritengo sterili e prive di una visione chiara e di lungo periodo. L’assessore sta portando a compimento un programma votato all’unanimità dal Partito Democratico, di cui fa parte, rappresentando l’interno territorio provinciale e non solo una sua parte, questo perché ogni Ospedale fa parte di un unica rete ospedaliera che si basa su tre criteri fondamentali: universalità, equità e appropriatezza. Che devono essere ispirati a sostenibilità economica, responsabilità politica e senso del limite. Sintetizzando, e semplificando molto il concetto, non possiamo avere tutti i servizi sanitari sotto la porta di casa, soprattutto se vogliamo (e noi lo vogliamo) che siano altamente qualificati. Quando pensiamo all’Ospedale, non possiamo considerare unicamente un suo reparto ma dobbiamo riferirci all’intera rete ospedaliera come un organismo funzionale alla gestione e alla tutela della salute sul territorio. Credo che sia proprio questo concetto che fatica a farsi strada nella mente di molte perso-

ne: l’Ospedale non è quello di Cavalese, di Tione o di Rovereto, l’Ospedale è uno, unico dove TUTTI i cittadini presenti sul territorio provinciale possono recarsi. Quindi parole del tipo: “cosa sarà del nostro ospedale” e “come farà la nostra gente di Fiemme e Fassa” è un concetto che non ha futuro, primitivo e soprattutto non in grado di confrontarsi ragionevolmente con la realtà, in particolare con le risorse economiche presenti e, soprattutto, future.

RIFORMA ISTITUZIONALE Possiamo affermare che le Comunità di Valle non abbiano funzionato come avrebbero dovuto, le ragioni sono molteplici e si differenziano a seconda del territorio. È chiaro che domani queste dovranno subire una modifica drastica con un taglio netto dell’entourage politico. Le Comunità di Valle dovranno avere anche la funzione di portare ad una fusione dei comuni: oggi i comuni con più di 5000 ab. sono 12 in cui si concentra il 50% della popolazione. La riforma nazionale Delrio (L.56/2014) va in questa direzione, è arrivato il momento storico in cui dobbiamo assumerci la responsabilità di effettuare un cambiamento, iniziando a collaborare e a creare una visione condivisa del futuro, promuovendo quelle fusioni che in altre parti del territorio si stanno

compiendo. Questo principio non può e non dev’essere imposto dall’alto, ma bisogna partire dai cittadini, iniziare un dialogo e valutare con serenità quello che si perdere e quello che si può guadagnare attraverso la condivisione delle risorse. Di una cosa però sono certo, il rischio di perdita d’identità dei piccoli centri perché assorbiti da quelli più grandi è caratterizzata da pericolosa miopia che non permette una reale evoluzione della società, che non ha a cuore il sistema intero del territorio ma si organizza per coltivare piccoli orti e mantenere piccoli feudi. Questa non è la nostra politica: alzare barricate per difendere il punto nascita senza prendere in considerazione l’intero servizio sanitario che dovrebbe includere il pre ed in particolare il post parto è limitante; costruire scuole primarie da 600 abitanti perché distano cinque chilometri, se non meno dall’altra scuola, è controproducente per i bambini stessi: una piccola scuola non garantisce risultati migliori anzi è dimostrato esattamente il contrario; costruire impianti sportivi di medie, grandi dimensioni in ogni centro abitato è, nel tempo, economicamente insostenibile, e di difficile gestione. Dobbiamo riconoscere il nostro limite, cosa possiamo e non possiamo raggiungere in quel momento, essere consapevoli che la rinuncia non è una sconfitta ma coscienza delle proprie forze. Questa è la sfida che tutti dovremo affrontare nei prossimi anni: progettare con la consapevolezza della limitatezza delle risorse e la capacità di ottimizzare le disponibilità esistenti. Il consigliere comunale Luca Donazzolo


amministrazione dai gruppi consiliari

Promossi e bocciati

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i sembra giunto il momento, a poco meno di 8 mesi dalle prossime elezioni comunali di dare agli amministratori del nostro comune una sorta di “pagella”, una promozione o bocciatura che possa, in maniera sintetica, dare un giudizio sulla loro azione amministrativa in questi anni. Ribadiamo, non valuteremo, ci mancherebbe, la persona della quale abbiamo il massimo rispetto, bensì, come hanno amministrato la comunità. Inevitabilmente la nostra sarà una sorta di fotografia scattata nella piovosa estate del 2014, a qualche mese dal termine della legislatura, con la speranza che il tempo restante permetta agli assessori giudicati con insufficienza di riscattarsi. In questo numero parleremo del vicesindaco Tonet e dell’assessore Facchini mentre nei prossimi tratteremo gli altri amministratori. Partiamo con il vicesindaco Tonet, Assessore ai Lavori Pubblici. La nostra valutazione è senza appello e senza voto, in altri ter-

mini totalmente insufficiente. Bocciato. Numerose sono state le nostre segnalazioni sulla mancanza di coordinamento dei pochi lavori pubblici portati avanti negli ultimi anni e sull’incapacità di programmare gli stessi in periodi consoni alla vocazione turistica del paese. La sua azione è stata in realtà inazione su tutti i fronti, non ultimo come ha seguito il risanamento dei lavori delle fontane storiche dell’abitato. Memorabile, infine, è stato quel consiglio comunale dove su una questione specifica (il collegamento delle piste ciclabili di Fiemme e Fassa a Predazzo) lo abbiamo informato (trovando la notizia sul sito internet della provincia) di quanto aveva deciso la Giunta Provinciale. Non era ovviamente al corrente della novità. Passiamo all’Assessore al Turismo Facchini: senz’altro positivo il suo operato, promosso. Grazie alla collaborazione del Comitato Manifestazione Locali è riuscito a far rivivere la piazza centrale del nostro abitato. Sempre presente e attivo, non pos-

siamo concedere però più di una sufficienza perché, se capace dal punto di vista esecutivo, lo è stato meno nella capacità di condizionare positivamente l’azione dell’intera giunta. Il suo silenzio è stato assordante, per esempio, sulla nota questione dei trampolini e sulle opere pubbliche eseguite in piena stagione turistica. Veniale poi, anche se di dubbio gusto per le drammatiche conseguenze che avrà sulle categorie economiche, l’ultima iniziativa portata avanti con risorse personali (ma su spazi pubblici) con l’obiettivo dichiarato di sdrammatizzare le pessime condizioni meteo di questa, come già, ricordato, estate. P.s. In merito alla questione gli rivolgiamo una domanda: ma proprio a causa del maltempo non era forse il caso di utilizzare uno spazio pubblicitario così strategico e così visibile per valorizzare al meglio le manifestazioni già programmate? Magari la bella mostra fotografica sulla Prima Guerra Mondiale? Gruppi consiliari Predazzo Viviamola e Uniamo le Distanze

Nota del direttore responsabile Non mi sono mai permesso, nella mia lunga carriera di giornalista e di direttore responsabile di quasi tutti i periodici di Fiemme e Fassa, di censurare un articolo o un comunicato, da qualsiasi parte politica fosse stato presentato. Ho deciso di non farlo nemmeno questa volta, dopo averne parlato nel Comitato di Redazione ed essere stato dal medesimo incaricato di stendere questa nota, anche se le perplessità sono tante di fronte ad un testo che, nessuno potrà negarlo, di “amministrativo” ha ben poco, riducendosi ad un proclama di stampo chiaramente elettoralistico (richiamato dagli stessi firmatari) che poco ha a che fare con quanto prescritto dal Regolamento del giornalino comunale, approvato dal Consiglio il 18 agosto 1998. “Il periodico” si afferma all’art. 2 “è edito allo scopo di favorire una maggiore partecipazione alla vita pubblica attraverso l’informazione ai cittadini sui problemi del Comune, sull’attività dell’Amministrazione e sulla vita delle

associazioni”. Il testo dei due gruppi si limita invece ad una generico giudizio sull’operato di due assessori. Dà soprattutto fastidio il fatto che qualcuno si arroghi arbitrariamente il diritto di stendere delle “pagelle”. Compito che, a mio avviso, spetta solamente agli elettori. Proviamo a pensare che cosa diventerebbe il notiziario informativo del Comune se prossimamente anche qualcuno della maggioranza si permettesse di fare altrettanto nei confronti dell’opposizione. Una prospettiva inaccettabile, con lo scadimento del giornale ad una arida, per non dire ridicola bega di paese, che sicuramente non interesserebbe a nessuno. La fine di quel civile confronto di idee (idee, si badi bene, non aridi personalismi!) che dovrebbe caratterizzare ogni solida e partecipata, ma soprattutto responsabile democrazia. Ed a quel punto ciascuno, anche chi dirige questo giornale, dovrebbe trarre le proprie conclusioni. Mario Felicetti


amministrazione

amministrazione

cultura

S

ono passati poco più di cinquant’anni e l’antico orologio della stazione ferroviaria della linea Ora – Predazzo è ritornato nel nostro paese. La sua storia e il suo rientro hanno dell’incredibile che solo grazie all’amore e attraverso il legame con il suo paese di origine ha potuto compiersi. Ma vediamo i protagonisti di questo avvenimento sono un antiquario, un collezionista ed un idraulico. Un cittadino tedesco commerciante e appassionato collezionista di oggetti di antiquariato, passando per Predazzo acquista da un rigattiere locale un orologio che, a dire del venditore, apparteneva alla vecchia stazione ferroviaria di Predazzo ormai dismessa e chiusa. Affare fatto! L’orologio prende la strada per la Germania e precisamente per la Foresta Nera. Passarono alcuni anni e l’ antiquario dovendo traslocare la sua attività in un’altra città della Germania, chiede aiuto ad un amico tecnico e specialista di oggetti antichi a sua volta appassionato di orologi d’epoca. Terminato l’importante e delicato lavoro di trasferimento di tutta l’oggettistica di grande valore il sig. Walter Hermann invece di chiedere denaro per la sua prestazione, desidera saldare il suo credito chiedendo l’orologio della stazione ferroviaria di Predazzo quale compenso per il lavoro offerto. Dopo qualche titubanza e considerato che il Sig. Walter Hermann non voleva “vile” denaro, ma un oggetto di significativa importanza, il proprietario cede alla richiesta e offre l’orologio in pegno del lavoro prestato. E così passano quasi più i trent’anni. L’orologio entra nella collezione privata del “Maître horloger” e fa bella mostra di sé tra tanti importanti colleghi. Caso volle che il nuovo possessore dell’orologio ferroviario deve ristrutturare la sua abitazione e in particolare tutto l’impianto termico, con la sistemazione di pannelli e messa a norma di tutte le attrezzature. Quindi ci vuole un idraulico specializzato e capace, meglio se amico e come lui

Lo storico orologio ritorna nella vecchia stazione ferroviaria con l’hobby dell’antiquariato e per gli oggetti affascinanti di un tempo. L’artigiano amico è Bruno Callierotti originario di Predazzo emigrato in Germania da quasi cinquant’anni, partito giovanissimo dal suo paese di origine. La sua passione sono le vetture FIAT Cinquecento, restaurate e funzionanti, dipinte con i più significativi panorami delle Dolomiti. È legato alla sua numerosa famiglia, sparsa per l’Europa, ma sempre richiamati dal paese di origine, dove fino a pochi anni fa vivevano i genitori. Bruno, ottimo artigiano e pratico del mestiere, inizia il lavoro in varie riprese e non vuole né acconti né emette fatture per l’incarico ricevuto, rimanda sempre il pagamento della prestazione. Il Sig. Walter Hermann spazientito dal comportamento di Bruno, vuole saldare il dovuto, ma il nostro concittadino non vuole denaro per il lavoro svolto, ma come compenso: l’orologio della stazione ferroviaria di Predazzo, non per la sua collezione di oggetti antichi, ma per donarlo al Comune di Predazzo. Questa decisione è maturata a seguito dell’ottimo restauro conservativo della vecchia stazione, che ha ripreso dignità e decoro mantenendo il ricordo del treno della Val di Fiemme nella memoria di tutta la popolazione. Un piccolo segno, come auspicio per il futuro, considerando che l’edificio recuperato e restaurato diventerà l’ingresso e parte sostanziale della nuova biblio-

stazione. Giovedì 14 agosto il sig. Bruno Callierotti e il sig. Walter Hermann con la sua famiglia, presenti la Sindaco dott.ssa Maria Bosin e l’assessore alla cultura Lucio Dellasega la dott.ssa Rosa Tapia responsabile del Museo Geologico delle Dolomiti è stato offerto e donato l’orologio originale della vecchia stazione ferroviaria di Predazzo. Nella semplice e commovente cerimonia, nella quale sono state ripercorse le tappe di questo oggetto partito dal nostro paese e ritornato solo per la sensibilità e il legame affettivo di Bruno Callierotti verso il suo luogo di origine. La cosa intrigante che interroga sono i vari trasferimenti che il prezioso oggetto ha subito nel corso di mezzo secolo tecnicamente è stato pagato una volta sola a Predazzo ed è ritornato in modo totalmente gratuito ancora a Predazzo. La Sindaco, l’assessore alla cultura hanno ringraziato per la sensibilità e la delicatezza del gesto che esprime tutto l’ affetto, la simpatia e l’attaccamento alla proprie radici. L’artefice di questa commovente storia, di questo viaggio durato quasi cinquant’anni, è questo strumento segna tempo, che ha scandito partenze e ritorni di tante persone con i loro sogni, desideri e preoccupazioni che avranno certamente guardato quell’orologio sperando di rivederlo ancora.


amministrazione ambiente

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redazzo ha tra i punti di maggiore forza e bellezza le innumerevoli passeggiate nei dintorni del paese. L’A m m in ist r a zione Comunale ha ritenuto prioritario impegnarsi nella manutenzione ordinaria e nella valorizzazione di un patrimonio di tutta la cittadinanza, che diventa anche elemento caratterizzante dell’offerta turistica del nostro paese. In questa direzione si muove l’ambizioso progetto di valorizzazione della zona di Sottosassa, una vera oasi di refrigerio di grande bellezza a portata di tutti, come possono testimoniare i tanti predazzani ed ospiti, che scelgono questo luogo per trascorrere momenti di relax. Grazie al coordinamento dell’assessore all’ambiente Chiara Bosin e dell’assessore alle foreste Roberto Dezulian, affiancati da un gruppo di lavoro che ha formulato proposte ed idee per la sistemazione, messa in sicurezza e riqualificazione della zona, sono in avanzata fase di realizzazione importanti interventi. Questi vengono svolti in parte direttamente dal Comune, con un importante contributo finanziario da parte del Fondo di Sviluppo Rurale della P.A.T. ed in parte dal Servizio Ripristi-

Rinata la “cava dele bore” che riqualifica l’area di Sottosassa

no e Valorizzazione Ambientale della Provincia, che ha accettato di realizzare, con i propri fondi e, in gran parte, con le proprie squadre di operai aticongiunturali, il nostro progetto. Da sottolineare il fatto che l’Amministrazione ha curato l’intera progettazione, a firma del dottor Ruggero Bolognani, ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie ed ha presentato al servizio provinciale un’ idea immediatamente “cantierabile” da realizzarsi in stretta sinergia e collaborazione. Il primo step dell’intervento è già stato portato a compimento ed è consistito nel ripristino della «Cava dele bore» di Cece, un bellissimo percorso costituito da una risina per il passaggio del legname, affiancato da un sentiero percorribile a piedi e senza particolari difficoltà, completato da passerelle e punti di osservazione atti a capire al meglio il tipo di lavoro che veniva svolto nel sito. Questo itinerario, che si raggiunge percorrendo la strada per «Boscamp», ha anche un’importante valenza didattica, perché permette di rievocare l’antica tecnica impiegata per portare a valle il legname esboscato, oggi caduta in disuso. Un lungo tratto della vecchia risina in pietra è stato ripristinato e sono state posate bacheche informative ed illustrative a beneficio dei visitatori, oltre a qualche tavolo e panchina per

il relax in un posto davvero piacevole. Questo importantissimo lavoro di riqualificazione ha visto l’adesione della Magnifica Comunità di Fiemme, la quale - in qualità di proprietaria dei fondi - ha approvato, appoggiato ed incoraggiato il progetto. Già qualche anno fa, grazie all’interessamento dell’allora regolano Piergiorgio Felicetti, era stato svolto un primo intervento di riqualificazione. Ora, grazie all’ottimo lavoro svolto dalle squadre di operai della Provincia, sarà una piacevole opportunità per tutti percorrere il sentiero che affianca la Cava, servendosi delle passerelle e dei punti di osservazione in legno per facilitare la passeggiata. Le successive fasi dell’intervento per riqualificare Sottosassa riguardano lavori di messa in sicurezza e protezione dei tratti più pericolosi, la creazione di aree relax lungo le passeggiate, il ripristino e la ricostruzione del sentierino a monte della strada, che raggiunge il «Mas del Roncàc». Sono inoltre iniziati i lavori per la costruzione del ponte sospeso nei pressi della località “Scofa” vicino al “Saot de l’ Infern”, un indispensabile punto di attraversamento del torrente Travignolo su un sentiero molto frequentato da pedoni e mountain bike. Chiara Bosin Roberto Dezulian


amministrazione ambiente

Dalla Birreria alle Coste ai Rododendri nuove aree di sosta e di relax

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alorizzare il nostro paese. Questo è il desiderio dell’Amministrazione ed abbiamo pensato di realizzarlo senza inventare niente di nuovo, ma riqualificando il bello che abbiamo: le passeggiate. Sicuramente il punto di forza di Predazzo è costituito dai suoi dintorni e dalle sue passeggiate, all’interno ed all’esterno dell’abitato, che lo rendono unico nella zona. Una delle più apprezzate e frequentate in ogni stagione è il Lungoavisio, per tutti i predazzani “la Rampa”, estremamente accessibile e percorribile da tutti, famiglie con bambini, persone anziane, diversamente abili e carrozzelle. L’Amministrazione Comunale si è impegnata a valorizzare questo polmone verde attraverso interventi affidati a ditte locali o della zona. L’intervento prevede la ripavimentazione dell’intero percorso della passeggiata e la sistemazione del terreno nelle aree di sosta a verde, oltre al completamento delle staccionate di protezione verso il fiume. Sono già stati ultimati i lavori di riqualificazione e completamento delle aree di sosta e relax ai due accessi del percorso (nei pressi del ponte della Birreria e di quello delle Coste). Tavoli, panchine (alcuni anche più piccoli, a misura di bambino), gazebi, giochi per bimbi, sono stati costruiti utilizzando legname locale lavorato in maniera biologica e rigorosamente a mano. Un ulteriore bel parco, con aree per la sosta e per il gioco dei bimbi sorgerà invece nei pressi del Pastificio Felicetti, non appena saranno completati i lavori di tamponamento e di rifinitura del nuovo magazzino. Il parco sarà realizzato con il contributo economico del Pastificio, a se-

guito della convenzione sottoscritta con il Comune. Per questo intervento sono stati stanziati complessivamente 150.000,00 Euro ed il Pastificio Felicetti contribuirà per 60.000,00 Euro. Anche il Lungotravignolo è oggetto di interventi. Sulla sponda sinistra, è stato messo in sicurezza il tratto che dà accesso al parco giochi dei Rododendri, eliminando il pericoloso restringimento ed installando delle staccionate di protezione ai cigli. Sulla sponda destra partiranno presto i lavori per il rifacimento della pavimentazione in modo da renderla più agevolmente percorribile sia a piedi che con le mountain bike. I lavori di progettazione dei suddetti interventi sono stati effettuati dall’Ufficio Tecnico Comunale. Chiara Bosin Roberto Dezulian


amministrazione ambiente

Ciclabili: un concorso di idee per rendere il paese più vivibile

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n paese più vivibile si ottiene anche rivolgendo maggiore attenzione verso chi sceglie di effettuare i propri spostamenti urbani a piedi o in bicicletta, incentivando così un numero sempre maggiore di cittadini a lasciare a casa la propria auto. L’idea di realizzare una rete di piste ciclabili o ciclo-pedonali, collegate fra loro per quanto possibile, fa parte del programma di questa Amministrazione e vuole essere il collegamento con la pista che attraversa le 2 valli di Fiemme e Fassa ma anche una nuova proposta per migliorare la viabilità e la vivibilità in Predazzo, combinare un nuovo modo di vivere per il cittadino, di avviare un nuovo campo del turismo in bicicletta, come già avviene in molte città e località turistiche, soprattutto nei paesi del Nord. Da qui la scelta di procedere con interventi strutturali incisivi e portare i cittadini e turisti ad usare la bicicletta anziché la macchina. L’obiettivo del progetto deve avere le seguenti linee guida di carattere generale: 10

- costituire un itinerario ciclabile sicuro e facilmente riconoscibile; - creare un sistema continuo di connessione urbana ed extraurbana per incoraggiare la mobilità ciclabile; - promuovere interventi di miglioramento ambientale e riqualificazione urbana. Per questo motivo, l’Amministrazione Comunale ha deciso di impegnarsi concretamente in questa direzione e, per valutare la strategia migliore da seguire ha voluto bandire un concorso di idee. Anziché affidare l’incarico di redarre un progetto di massima ad un unico professionista, si è optato per questa procedura, nella convinzione che l’apporto di numerose proposte permettesse di ottenere un risultato migliore, estrapolando da ciascun progetto gli elementi più convincenti, con l’obiettivo di ottenere la più armoniosa convivenza tra le diverse forme di mobilità (pedoni, biciclette, mezzi privati e trasporto pubblico extraurbano). È la prima volta, in val di Fiemme, che un’amministrazione decide di seguire quest’iter, molto più lungo e complesso rispetto

all’affidamento di un incarico ad un professionista. Un esperimento che ha però dato grandi soddisfazioni, dal momento che i progetti presentati hanno saputo affrontare in maniera molto convincente le differenti criticità (dai punti di intersezione tra la rete ciclo-pedonale ed il traffico veicolare ai parcheggi di attestamento ai margini del paese). Il bando si è rivelato un successo anche dal punto di vista della partecipazione: hanno concorso ben 32 differenti team di professionisti - architetti ed ingegneri - provenienti da tutta Italia e due dalla Spagna. Purtroppo uno degli elaborati è stato scartato perché non è stato fatto pervenire in forma anonima, come richiesto. La commissione giudicatrice è stata presieduta dall’ingegner Felice Pellegrini, responsabile dell’ufficio tecnico comunale e ha avuto come membri l’assessore alla viabilità Renato Tonet, delegato del sindaco, l’architetto Sandro Aita, in rappresentanza dell’Ordine degli Architetti di Trento, l’ingegnere Valentina Eccher, in rappresentanza dell’Ordine degli Ingegneri e Fabio Vanzetta, nominato dall’Azienda per il Turismo di Fiemme. Nel


amministrazione ambiente

corso di quattro intense sedute, i commissari hanno potuto confrontarsi sul tema assai attuale della mobilità alternativa e sulla riqualificazione dell’ambito urbano con scelte “dolci” di mobilità pedonale e ciclabile, che favoriscano lo scambio, le relazioni lente e la piena godibilità di un centro che vuole mantenersi attrattivo anche per i tanti ospiti che scelgono Predazzo per un periodo di riposo. Per ciascun progetto, la commissione ha valutato la compatibilità con gli obiettivi prestabiliti: incentivazione della mobilità ciclistica e pedonale (lavorativa, scolastica e turistica); valorizzazione delle piazze quali centri di interesse e di aggregazione sociale; valorizzazione degli immobili comunali e di rilievo storico; creazione di spazi pedonali e previsione di aree a parcheggio e sosta; creazione di aree di sicurezza in prossimità

delle scuole; modifica dell’attuale viabilità mirata al rallentamento del traffico veicolare. I criteri principali di valutazione sono stati: attrattiva, continuità, riconoscibilità dell’itinerario ciclabile e continuità progettuale tra le piazze e le strade del centro abitato. Per quanto riguarda le soluzioni progettuali adottate, la commissione ha valutato le opere di piattaforma stradale; segnaletica verticale e orizzontale; illuminazione stradale; punti informativi e attrezzature. Infine, per la valutazione delle proposte, è stato preso in esame il soddisfacimento delle esigenze espresse dall’ente; la fattibilità e sostenibilità tecnico-economico-ambientale e la qualità delle proposte. Tutti questi indicatori hanno concorso ad assegnare un punteggio per ciascun elaborato e le proposte sono state suddivise in tre differenti gruppi di merito in base ai risul-

tati raggiunti. Successivamente la commissione ha individuato i progetti migliori ed assegnato i premi (vedi sotto). Dal concorso sono emerse tante idee utilizzabili per ragionamenti futuri: ci piacerebbe arrivare ad avere un paese che favorisca forme di mobilità alternative all’utilizzo dell’auto e che renda compatibile, in maniera vivibile e piacevole, lo spostamento a piedi o con qualsiasi mezzo. Prossimamente verranno organizzati una mostra delle opere in concorso ed un incontro pubblico per illustrare i progetti ed i benefici che gli stessi potrebbero portare alla mobilità ed alla vivibilità di Predazzo. L’Amministrazione, certa che tale iniziativa possa veramente cambiare il modo di muoversi per residenti e turisti, si è imposta di reperire i giusti finanziamenti finalizzati alla realizzazione, nel tempo, delle opere”.

I premiati del concorso Primo Premio: 6.000 Euro Vincitore: team dell’arch. Martina Troilo di Teramo Motivazione: «Il progetto fornisce un’impostazione per coltivare una vocazione di mobilità alternativa lenta. I concetti proposti sono innovativi e funzionali, garantiscono una buona fluidità di tutti i nodi viari nevralgici, valorizzano la vivibilità urbana sia del residente che del turista. Di pregio l’idea di sovrapporre al percorso ciclabile le linee del trasporto pubblico, sia sulla via principale che nelle aree scolastiche. Interessante lo spunto del sottopasso su terrazza andante lungo il torrente Travignolo ed il “parco delle Sculture” che punteggiano l’ambito urbano, caratterizzandolo con il tema della bellezza e riconoscibilità dei percorsi». Secondo premio: 4.000 Euro Vincitore: team dell’arch. Eliana Saracino di Roma Motivazione: «Il concorrente propone delle soluzioni interessanti. Apprezzabili e condivisibili l’impostazione del sistema ciclopedonale e l’analisi del territorio con relative soluzioni ai temi evidenziati, suddividendo per aree tematiche i tratti e i percorsi ciclopledonale (ring urbano, strada delle pendici, percorso delle confluenze e viale campestre)». Terzo premio: 3.000 Euro Vincitore: team dell’arch. Giulio Mari di Piovene Rocchette Motivazione: «Punto di forza è senza dubbio la valorizzazione della piazza principale e la nuova mobilità relativa al centro storico (Ztl). Efficace la rappresentazione grafica e dei concetti comunicativi, mettendone in risalto le caratteristiche essenziali. Significativa la proposta di posizionare nuovi parcheggi e dei parchi a verde di attestazione ai tre ingressi principali del paese, anche attraverso una riqualificazione delle aree verdi e alberate che ricuciono le varie aree periferiche con il centro urbano». Speciale Menzione: 1.000 Euro Vincitore: team dell’arch. Daniele Spazzini di Monzambano Motivazione: «Da apprezzare in particolar modo lo studio approfondito, risolutivo e di elevato grado di realizzabilità delle intersezioni stradali che consentono di ridurre fino a zero la velocità degli autoveicoli in prossimità degli incroci, soprattutto dei tre ingressi principali del paese». Speciale Menzione: 500 Euro Vincitore: team dell’ing. Giorgio Pantaleo di Nettuno Motivazione: «Il progetto è ricco di semplici strumenti e spunti per affrontare i nodi critici della viabilità, ponendo come obiettivo principale il concetto della sicurezza». Speciale Menzione: 500 Euro Vincitore: team dell’arch. Valerio Cozzi di Legnano Motivazione: «Il progetto è apprezzabile per il concetto, espresso nella relazione, del recupero della socialità del paese, attraverso la rivitalizzazione delle fontane, degli orti e delle aree verdi». 11


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erata spettacolare ancora una volta a Predazzo lo scorso 22 agosto, in occasione della tradizionale festa dei “Catanaoc”, organizzata dal Comitato Manifestazioni Locali e dal Comune, con la collaborazione e la disponibilità di decine di componenti associative e musicali del paese. Ben 35 i punti d’incontro allestiti nel rione di ”Is-cia”. Numerossimi ed affollatissimi gli stand, letteralmente presi d’assalto da migliaia di persone, locali, valligiani ed ospiti, che hanno degustato le prelibatezze preparate lungo il percorso: dallo strudel alle fortaie, allo smorm, alle patate rostìde e formai, alle torte, ai vini e grappe del Trentino, alle ”balote e tonco”, al miele, alla zuppa d’orzo, alla classica “polenta, luganeghe e tosèla”, allo spezzatino con polenta e arrosticini, ai würstel, brezel e crauti. Hanno dato una mano importante i “bos-ceri”, gli anziani, il Coro Negritella, Hobby e Ricordi, la Dolomitica, il gruppo Grossenpallonen, i falegnami, i maestri di sci (con una pista innevata di slittini che ha fatto la felicità dei più piccoli), i sommeliers, il Minigolf Club, l’arrotino, i taglialegna, i fabbri, il cestaio, gli apicoltori, i battitori della falce, i giocatori della “mòra”, l’ASD Fiemme Nordic Walking, i ”freladori”, Ospitalità Tridentina, le

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Catanaoc ‘n festa 2014 Ennesima serata di successo lavoratrici con il tombolo, il CTG Gruppo Lusia, i casàri, le lavandaie, il tiro a segno, gli artisti, i cacciatori ed infine i Vigili del Fuoco, che, in collaborazione con i Fotoamatori, hanno anche allestito una piccola ma interessante mostra fotografica relativa alla loro storia. Lungo il percorso naturalmente anche molti momenti di musica e canto, con il Coro Negritella, il Coro Magico Incanto, il duo Livio e Giuliano, Dario e i suoi Pantaloni, la Spritzband, il gruppo musicale di Bruno, Gianfranco e Fiorenzo ed un frizzante complessino all’altezza dell’ultimo stand dei pompieri. La serata, per fortuna risparmiata dalla pioggia ricorrente e dispettosa dell’ultima estate, è proseguita fino a tardi. Da se-

gnalare che il 23 agosto mattina il rione di ”Is-cia” era perfettamente ripulito e a posto. Anche questo un aspetto da evidenziare. Ora c’è molta attesa per gli ultimi appuntamenti dell’autunno 2014: il 3 ottobre il Festival Europeo del Gusto presso il tendone delle ”Fontanelle”, con la serata di musica folk, il 4 ottobre la mostra bovina e la serata di musica country e line dance sempre alle Fontanelle, domenica 5 la classica “Desmontegada” delle mucche. E poi l’Oktoberfest, che quest’anno raddoppia, con due fine settimana, l’11 e il 18/19 ottobre, e infine, l’11 novembre, la festa di San Martino. Davvero un autunno particolarmente… caldo e tutto da vivere.


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ra un temporale e un raggio di sole, anche per l’estate che sta quasi volgendo al termine, l’associazione SportABILI è riuscita nell’intento di svolgere la propria attività a beneficio dei propri soci, anche se i programmi quotidiani hanno spesso subìto delle variazioni proprio a causa delle avverse condizioni meteo. Dopo aver partecipato ai giochi invernali di Sochi 2014 con Daldoss e Bertagnolli, di cui riportiamo riferimenti in questa stessa pagina, la stagione estiva si è aperta con la seconda edizione della Festa dello Sport a Pera di Fassa organizzata dal Fanclub Stefano Gross, dove l’associazione era presente con un proprio stand. Importante anche la partecipazione all’ ExposanItà a Bologna sempre con lo stand, dove i nostri volontari hanno raccolto tante attenzioni e contatti. In maggio si è tenuta l’Assemblea Ordinaria dove è stato confermato il direttivo con l’uscita di Stefano Weiss e l’entrata di Tiziano Davarda sempre della Val di Fassa. Nel mese di giugno, Fiemme senz’auto ha visto protagonista Mattia a sostenere il punto di ristoro proprio in prossimità della sede al campo sportivo di Predazzo. In occasione della festa del patrono del paese, in luglio, è sta-

SportAbili a pieno ritmo nonostante l’estate capricciosa ta consegnata un’onorificenza a Brunello, storico fondatore di SportABILI. In Ottobre è prevista la partecipazione al convegno nazionale dell’Associazione Famiglie Bambini con Paralisi Cerebrale Infantile (AFPCI) a Firenze.

Un piccolo grande sciatore di casa Giacomo Bertagnolli nato il 18.01.1999 a Cavalese. Nonostante la giovane età l’atleta n.v. ha già raccolto diversi risultati ed è determinato a coglierne altri nell’immediato, ma quel che conta è che è un ragazzo nato e cresciuto in Fiemme. Si allena nella nostra valle e per poter andare avanti nel mondo difficile dello sci ha bisogno di essere aiutato: ci sarà qualche impren-

ditore che vorrà vedere legato il marchio della propria azienda al nome di questo campioncino locale? Giacomo nel circuito di coppa Europa disabili, a Piancavallo, è riuscito a piazzarsi terzo, risultato che lo vede scalare le classifiche europee e raggiungere il terzo posto assoluto nella specialità di slalom Gigante “Categoria non vedenti B3”. Alle gare del campionato Italiano, svoltosi a Pratonevoso, Giacomo con la guida Achille Crispino, ha fatto due secondi posti sia in Gigante che in Speciale. Ad Auron, località sciistica situata sulle Alpi francesi, ha partecipato ai nazionali francesi e si è classificato primo nel Gigante, primo nello slalom, primo nella super combinata e terzo in super Nella foto sopra: Giacomo Bertagnolli in azione tra i pali. A fianco: Giacomo Bertagnolli con la guida Achille Crispino.

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Nella foto: il podio SportAbili con Alessandro Daldoss, primo classificato e Giacomo Bertagnolli, secondo.

G. I risultati ottenuti gli hanno permesso di entrare di diritto in nazionale, quindi nella prossima stagione che è alle porte Giacomo Bertagnolli da Cavalese sarà a tutti gli effetti atleta della nazionale disabili di sci alpino! A Giacomo va un grande in bocca al lupo da parte dello staff di SportABILI: forza Giacomo e porta con orgoglio in alto il nome di SportABILI e della Val di Fiemme! Gianna Sartoni

Tiziana Nasi riconfermata presidente della Fisip Si è tenuta presso la splendida cornice del Museo Ferrari di Maranello l’Assemblea Elettiva della Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici. I rappresentanti delle società affiliate presenti in aula hanno confermato all’unanimità Tiziana Nasi quale Presidente per il quadriennio che porta ai Giochi Paralimpici invernali di Pyeongchang 2018. Luca De Martin Pinter è stato rieletto tra i Consiglieri Federali mentre Alessandro Daldoss e Pamela Novaglio sono stati scelti quali rappresentanti degli atleti. 14

Associazione Carabinieri anche a Roma da Papa Francesco

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a nostra Sezione, anche in questi mesi ha fornito la propria collaborazione, affiancando le Istituzioni locali e Associazioni della Valle, fornendo un valido supporto nel volontariato, durante le varie manifestazioni che si sono svolte in Valle. Abbiamo partecipato con un servizio di viabilità durante il passaggio dei corridori a Predazzo in occasione della 18° tappa del Giro d’Italia. Abbiamo partecipato alla cerimonia del Bicentenario della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri a Cavalese, sfilando con la nostra bandiera lungo le vie del paese. Siamo stati presenti, dal 5 all’8 giugno a Roma durante la grande festa sempre in occasione del bicentenario dell’Arma, in Piazza S. Pietro con la benedizione de Santo Padre Papa Francesco. Abbiamo svolto servizio di viabilità a Predazzo, affiancando il corpo della Polizia Municipale

durante la gara della Marcialonga Ciclyng svoltasi il 29 giugno. Ringrazio ancora e non mi stancherò di farlo, tutti i soci che stanno impegnando il proprio tempo per la Sezione, grazie a questi Volonterosi la nostra Sezione può e potrà fornire il proprio supporto dove richiesto. Ringrazio anche le varie Associazioni e Istituzioni per la fiducia dimostrata. Il Presidente della Sezione Angelo Dalla Libera


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U.S. Dolomitica / C.S. Avisio corsa in notturna e festa dell’atletica

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on la classica Corsa in Notturna del 23 luglio è ufficialmente iniziato il trittico di atletica che vede impegnata la Dolomitica in sinergia con il C.S. Avisio anche nella Festa dell’Atletica in pista e con la Corsa campestre del “Valligiano” di fine settembre. Ancora una bella edizione per la manifestazione serale organizzata ormai da un decennio con l’importante apporto anche del locale Corpo dei Vigili del Fuoco Volontari. Una serata baciata dal bel tempo con qualche goccia di pioggia caduta solamente durante il termine della cerimonia di premiazione. Ben 220 i classificati nelle varie categorie che hanno dato vita ad uno spettacolo che ha tenuto lungo il percorso veramente tanta gente, locali ed ospiti, che hanno incitato dall’inizio alla fine tutti i concorrenti. Bello come sempre il colpo d’occhio della piazza ma anche di tutto il circuito infiorato lungo via Battisti, via Trento, via 9 novembre e via Gabrielli: un percorso che può sembrare monotono ma apprezzato da molti perché fa vivere proprio il cen-

tro paese ed i locali pubblici dai quali si può tranquillamente seguire la manifestazione. E, novità di quest’anno, l’esibizione durante la serata del gruppo Country Devils che sull’anfiteatro della piazza ha intrattenuto il pubblico con alcuni balli mentre i volontari della Dolo hanno come consuetudine preparato le classiche fortaie. Particolarmente seguite sono state come sempre le gesta dei

biathleti e dei pompieri che con le loro prove al poligono e con le manichette hanno reso ancora una volta originale la serata che risulta anche essere “Un motivo per favorire l’aggregazione e per agevolare la forma fisica del personale…” come ha avuto modo di commentare l’Ispettore distrettuale dei Vigili del Fuoco Volontari Stefano Sandri presente alla serata. Tanti i bambini ma parecchi an-

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vita di comunità che i grandi che hanno preso parte alla manifestazione che vuole essere allo stesso tempo un motivo di divertimento per gli atleti ma anche un evento di intrattenimento per la gente del posto e per i numerosi turisti che frequentano il nostro paese. Ed il tutto ha avuto il culmine con la cerimonia di premiazione che si è svolta nell’igloo sull’anfiteatro della piazza subito al termine delle gare durante la quale il Sindaco Maria Bosin, l’Ispettore distrettuale dei VVFF Stefano Sandri, il Comandante del locale Corpo Terens Boninsegna ed il Presidente dell’Unione Sportiva Dolomitica Roberto Brigadoi, oltre a consegnare trofei e medaglie (rigorosamente made in Sciopet®) ai primi classificati di ogni categoria, hanno ringraziato tutti: atleti, organizzatori e volontari, per aver contribuito all’ennesimo successo della manifestazione. Ed un gran bel pomeriggio di sano divertimento è stato quello di sabato 16 agosto presso il campo sportivo comunale “Marino Gabrielli” dove ha avuto luogo la tradizionale Festa dell’Atletica curata come ogni anno dal solito staff di volontari delle due società sportive con la collaborazione del Comune di Predazzo. Tantissimi, locali e turisti, soprattutto giovani e giovanissimi, si sono cimentati nelle solite prove di corsa, lanci e salti con lo spirito che contraddistingue da sempre questa festa: divertimento, aggregazione, sano agonismo ed amicizia. E dopo la merenda si è svolta la cerimonia di premiazione con la consegna a tutti del premio e del diploma personalizzato di partecipazione alla presenza dell’Assessore allo Sport del Comune di Predazzo Roberto Dezulian, del Presidente dell’Unione Sportiva Dolomitica Roberto Brigadoi e del responsabile del settore atletica della stessa società Giorgio Dellantonio, regista di tutta la manifestazione, che si sono complimentati con tutti i partecipanti dando loro appuntamento all’anno prossimo. Paolo Dellantonio 16

La premiazione della corsa in notturna

Sopra e sotto: due momenti della festa dell’atletica


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Gran finale del circuito Minibike con la Rampikids 2014

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i è svolta sabato 9 agosto a Predazzo in località Baldiss presso la Piscina Comunale la gara finale del Circuito 2014. Tutta la manifestazione si è svolta sotto una forte pioggia che è iniziata proprio nel primo pomeriggio subito dopo che i volontari della Dolomitica erano riusciti a predisporre un percorso nuovo molto bello e leggermente più impegnativo di quello delle edizioni precedenti. Tutte le ricognizioni dei percorsi si sono svolte con tempo bagnato ma alle 15, ora prevista di inizio gare, è arrivato addirittura un mezzo uragano che ha costretto gli organizzatori a rinviare di una buona mezzora il tutto. Comunque alla fine, seppur con tutti gli atleti bagnati fradici, con un percorso più da ciclocross con molte pozzanghere e tanta melma, tutto è andato per il meglio con grossa soddisfazione per lo staff dei volontari ma anche dei tecnici delle altre società e per tutti i ciclisti, dai più piccoli ai più grandi, che hanno affrontato il circuito nelle varie lunghezze predisposte. Sicuramente il tendone delle feste in zona partenza ha permesso a molti genitori e simpatizzanti di organizzarsi rimanendo all’asciutto il più possibile e

preservando la salute di tutti gli atleti. Sempre sotto il tendone anche la ricca premiazione predisposta dalla Dolomitica per la gara ma anche la premiazione finale del Circuito 2014 che si è svolto su 9 prove: sabato 24 maggio ad Egna, 1° giugno a Bressanone, 27 giugno a Predazzo Minicycling Marcialonga, 28 giugno ad Imer, 13 luglio a Panchià, 19 luglio a San Martino di Castrozza, 26 luglio a Soraga, 2 agosto a Molina di Fiemme e 9 agosto appunto la Rampikids 2014. Ben 175 gli atleti iscritti in rappresentanza di 17 sodalizi. Fra questi anche atleti della Dolomitica che si è classificata al 9° posto con 16 punti. Ha vinto la 3 Esse di Soraga con ben 180 punti. Per i nostri colori 9° posto di Noemi Marzioni nei pulcini femminile, nei pulcini maschile 14° posto per Daniele Moser, 19° Giacomo Dellantonio, 20° Martin Guadagnini, nei baby maschile 13° posto per Patrick Silvagni, 16° Christian Leso, 19° Damiano Brigadoi, 22° Jihad Quachi, 23° Thomas Bruni. Nei cuccioli maschile 13° posto per Samuele Fischnaller, 15° Giacomo Giuri, 21° Andrea Boninsegna, 24° Matteo Briosi. Questi quattro sono anche dei buoni discesisti in inverno e che

in queste gare cercano di fare un buon allenamento appunto per la loro stagione più importante. Al 29° posto Michele Marzioni. Per tutte le classifiche, rimandiamo al nostro sito internet www.usdolomitica.it oppure al sito del Circuito 2014 www.minibikefiemmefassa.it.

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Associazione Pescatori Val di Fiemme nata solo da due anni ma già grande

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’ Associazione Pescatori Dilettanti Valle di Fiemme (APDVFIEMME) ha solo due anni, ma è già grande e ha molta voglia di crescere ancora. È nata dalla volontà dei Presidenti della Associazioni di Tesero, Panchià, Ziano e Predazzo di dare vita ad un’unica e moderna Associazione di Valle, dopo parecchi anni di reciproca collaborazione nell’attività di coltivazione e gestione della pesca. Finalmente nel 2013 col voto unanime delle quattro Assemblee è stato superato il confine delle Regole per riconoscere ed esercitare il diritto di uso civico di pesca a livello di valle, di Magnifica Comunità. È questa la rivoluzione, il grande passo culturale dei pescatori dei quattro Comuni che hanno compreso come il diritto di pesca interessa di fatto, tutte le acque della MCF, indipendentemente dai confini delle Regole. Un diritto COMUNITARIO, infatti non può avere confini se non di valle, al pari di quello per la raccolta dei funghi, dei frutti di bosco, della coltivazione del patrimonio boschivo, di pascolo, di cavar sabbia e sassi. L’APDVFIEMME non a caso ha inserito nel proprio logo lo stemma della MCF anche per evidenziare come il diritto di uso civico sia uno dei cardini fondamentali dell’Associazione. L’ Associazione gestisce le acque e la pesca sul torrente Avisio da Mezzavalle fino al ponte di ferro di Cavalese con tutti i rivi in sinistra e dx orografica, il bacino artificiale di Fortebuso, il torrente Travignolo ed suoi affluenti ed infine i laghetti alpini di Cece, Moregna, Trute , Brutto, laghetti delle Aie, laghetti di Lagorai (Sute), lago di Lagorai e laghi di Bombasel. Gestisce inoltre (fin dal 2002) derivando parzialmente l’acqua del rio Gardonè un importan18

per garantire i necessari ripopolamenti, mentre il rimanente 20% rimane in pescicoltura come quota di rimonta dei futuri riproduttori. Le uova necessitano di cura e pulizia giornaliera. Dopo la nascita degli avannotti e il riassorbimento, dopo circa un mese, del sacco vitellino si procede al trasferimento della “larve” in vasche circolari di vetroresina, dove inizia la delicata fase dello svezzamento. Questo vuol dire, per la specie te impianto ittiogenico a ciclo marmorata, alimentare decine chiuso, allevando dallo stadio di di migliaia di avannotti oltre uova trote marmorate geneticache con mangimi speciali anche mente certificate, autoctone del con un alimento vivo prodotto torrente Avisio e trote fario del quotidianamente, che si presenTravignolo. L’impianto voluto te come un microcrostaceo dal dall’Associazione pescatori Prenome di Artemia Salina. Le uova dazzo è gestito in prima persona di artemia vengono poste in uno dal presidente Fulvio Ceol con la speciale recipiente contenete accollaborazione di alcuni volonqua salata a 30 gradi di temperatari (Paolo Brigadoi, Samuel Detura, ossigenata e ben illuminata giampietro, Vinante Roberto ed e si schiudono nell’arco di circa altri) e con la collaborazione del 30 ore. L’artemia nata dopo queguardiapesca della sto procedimento MCF Alfredo Zorzi in un numero di Un grande in occasione delle 50/60 milioni di spremiture. Il tutto passo culturale esemplari viene sotto il controllo e dei pescatori immessa nelle vasecondo le direttive rie vasche utilizdi un preciso Proto- di Predazzo, Ziano, zando un’appareccollo di conduzione Panchià e Tesero, chiature dedicata, sottoscritto con il che nell’arco di 8 che hanno competente Ufficio ore la distribuisce Caccia e pesca del- compreso come gradualmente, la PAT. consentendo una il diritto di pesca Nell’impianto ittioalimentazione ottigenico sono presen- interessi di fatto male di tutte le troti trote marmorate tutte le acque telle/larve. e fario delle diverse È un impegno codella Magnifica età e i riproduttori stante, importante, (prevalentemente Comunità di Fiemme di sacrificio e di fattrici femmine) indipendentemente passione, che comogni anno dopo la prende anche la “spremitura” au- dai confini sorveglianza delle tunnale danno de- delle singole Regole. prese d’acqua delcina di migliaia di l’impianto per asuova, che con la sicurarne la giusta fecondazione daranno poi vita a quantità e qualità e in caso di decine di migliaia di avannotti. piene del rio Gardonè l’esclusioAnnualmente l’80% del materiale ne di materiale fangoso. prodotto viene immesso in AviLa coltivazione delle acque corsio (marmorate) e nei rivi (fario) renti, viene fatta esclusivamente


vita di comunità con gli esemplari d’annata prodotti nella pescicoltura, mentre per il solo bacino di Fortebuso si procede anche alla semina di trote iridee e fario adulte. La gestione dell’impianto e dell’Associazione è impegnativa, ma la volontà di crescere e dimostrare come una visione unitaria sia vincente ha spinto il Consiglio Direttivo a collaborare con la APT della valle, per offrire pacchetti turistici specifici per pescatori, a creare un sito Internet www.pescatorivaldifiemme.it e a collaborare con Trentino Marketing www. trentinofishing.it per farsi conoscere al di fuori della Provincia, come Associazione che ha come impegno una coltivazione delle acque con metodo naturalistico, rispettosa delle linee genetiche originali anche in funzione del pieno recupero della trota marmorata, specie che nel 2000 era già a rischio di estinzione e oggi è protetta anche dall’ Unione Europea. La fusione ha portato alla nascita di una nuova realtà che rispetta il passato delle precedenti Associazioni e ne valorizza e sfrutta l’esperienza. Infatti le vecchie Associazioni sono rappresentate all’interno del nuovo soggetto come “ Sezioni” ciascuna con un proprio delegato, che partecipa attivamente alla gestione e alla vita dell’Associazione. Ogni Sezione ha quindi un suo rappresentante-delegato, ma è altresì responsabile delle semine, dei recuperi, della tabellazione, della sorveglianza, e di tutte le attività che interessano il suo territorio. È una responsabilità partecipativa che lega il territorio ai soci/pescatori della sezione e che valorizza in questo modo tutto il volontariato. Va da sè ovviamente che se una Sezione dovesse trovarsi in difficoltà per una specifica attività, sarà aiutata dalle altre per garantire una operatività efficace su tutto il territorio. In questo modo non si dimentica, ma si tramanda il passato in un futuro che avrà una rappresentanza significativa in Provincia, anche come soggetto degno di sostegno economico in quanto

La coltivazione degli avannotti di trota marmorata attore di un’attività socialmente utile, di interesse pubblico e gestore di un impianto ittiogenico unico in valle. Alla MCF e quindi ai Regolani (già attualmente in maggioranza favorevoli ad un’unica Associazione comunitaria compreso il Vicescario nonché Regolano di Predazzo Giacomo Boninsegna e il Regolano di Cavalese ingegnere Giuseppe Fontanazzi) spetta ora il compito di estendere, in un prossimo futuro, a tutti i vicini l’esercizio del diritto di pesca sull’intero territorio della MCF. Il primo passo è stato quello di riconoscere quest’anno a tutti i pescatori delle quattro Associazioni la possibilità di effettuare sei uscite annuali su tutto l’ambito Comunitario senza doversi munire di un ulteriore permesso. Speriamo sia un primo pas-

so di un percorso che dovrebbe portare un domani finalmente ad un’unica Associazione Pescatori nella Valle di Fiemme. La APDVFIEMME con più di 300 soci ha di fatto dimostrato che l’unione è possibile e che probabilmente questa è l’unica strada percorribile in un futuro incerto e difficile. Per ultimo riteniamo che il ruolo delle Associazioni sia legato al ruolo della MCF, che a sua volta potrà accrescere la propria valenza , la propria immagine e importanza, sostenendo le realtà che la rappresentano, in termini di gestione del territorio e del patrimonio ittico/fluviale, sia a livello turistico che a livello Provinciale. Il Presidente dott. Fulvio Ceol

Il direttivo dell’APDVF all’assemblea del 2014 19


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Circolo Tennis Predazzo Uno spettacolare Promo Tour

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he l’appuntamento era di quelli importanti ormai era risaputo e anche un po’ scontato ma la terza tappa del “Tennis Promo Tour Fiemme e Fassa 2014” è stato molto di più. La manifestazione tennistica giovanile per la promozione del tennis, arrivata alla seconda edizione, prevede lo svolgersi di sei tappe nei circoli di Cavalese, Tesero, Predazzo, Moena, Vigo e Pozza di Fassa e si concluderà domenica 5 ottobre presso

I giovani tennisti in gruppo 20

lo Sporting Center di Predazzo, con lo svolgimento del Master finale. Il cuore della tappa di Predazzo il 12 luglio però, come succede nelle manifestazioni promozionali tennistiche giovanili, sono stati gli 88 ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 14 anni che hanno preso parte all’evento. Alla presenza dell’assessore allo sport del comune di Predazzo, Roberto Dezulian, e della delegata della F.I.T. Trentino, Anna Dorigotti, si sono svolte le premiazioni della giornata tennistica.

Il presidente del Circolo Tennis Predazzo Antonio Cavalieri assieme al vicepresidente Elia Eccher e al gestore dello Sporting Center Mauro Perencin, hanno ringraziato tutti coloro che hanno contribuito a fare in modo che la tappa del 12 luglio sia stata un successo dal punto di vista organizzativo e soprattutto una giornata di forte aggregazione tra ragazzi, istruttori, genitori ed amministrazione comunale. Il Presidente Antonio Cavalieri

Cavalieri e l’assessore Dezulian alla premiazione


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el segno di Fabio Campidonico la seconda edizione del trofeo di tennis “Cassa Rurale di Fiemme”, torneo nazionale valido per il “Gran Prix Coop Trentino” organizzato dal Circolo Tennis Predazzo e riservato ai giocatori di terza e quarta categoria. Il torneo è andato in scena dal 12 al 20 luglio sui campi in terra rossa di via Rododendri. La rassegna tennistica ha visto la partecipazione di tennisti locali e ragazzi provenienti da fuori regione, giovani che hanno dato del filo da torcere ai tennisti più esperti. In particolare si sono messi in evidenza il diciassettenne varesino Bijay Piraino del C.T. la Pineta, giunto ai quarti di finale, e soprattutto il vicentino del C.T. Lonigo Edoardo Rizza, anch’egli diciassettenne, che si è spinto fino alla finale. Tuttavia nell’atto decisivo nulla ha potuto contro l’esperienza del maestro bolognese Fabio Campidonico che con merito si è aggiudicato il trofeo (nella foto in alto alla premiazione con l’altro finalista Edoardo Rizza e con il presidente Cavalieri). Per quanto riguarda il torneo di quarta

Trofeo C.R. di Fiemme una seconda edizione di successo categoria, la vittoria è andata al tennista di Moena nonché sciatore della squadra azzurra Christian Deville. La manifestazione, diretta egregiamente dal giudice arbitro Ezio Bosin e organizzata con cura dal C.T. Predazzo con l’ausilio del gestore del Bar ai tennis Mauro Perencin, si è conclusa con le premiazioni, alle quali ha partecipato il Direttore Generale della Cassa Rurale di Fiemme

Paolo Defrancesco premia Campidonico

Paolo Defrancesco. Il torneo ha riservato grosse soddisfazioni al C.T. Predazzo nelle parole del Presidente Antonio Cavalieri e del vicepresidente Elia Eccher, sia per il numero degli iscritti, sia per la presenza di un folto pubblico, soprattutto nelle fasi calde del torneo. Il Presidente Antonio Cavalieri

Deville vincitore del torneo di quarta categoria 21


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ellindo Ghiandedoro è il personaggio creato da Mauro Neri, scrittore e giornalista trentino, per il progetto Risparmiolandia delle Casse Rurali Trentino, ma soprattutto e prima di tutto Gellindo è “uno scaruffetto di scoiattolo sempre allegro, dormiglione al mattino, sbadato di giorno e fracassone di sera, sempre in giro a pensarne una e a combinarne cento”. Il suo compito è quello di insegnare ai bambini, tramite le sue avventure, i valori del risparmio, della collaborazione, dell’amicizia e della generosità. La Cassa Rurale di Fiemme ha organizzato, per l’estate 2014, due appuntamenti (a Predazzo il 9 luglio e a Tesero il 16 luglio) con l’allegro scoiattolo e il suo papà Mauro Neri, che hanno divertito i bimbi con avventure e leggende ambientate in val di Fiemme Impegnata nell’insegnamento delle basi dell’economia e dei valori del risparmio ai bambini, la Cassa Rurale sa che non può esserci crescita e sviluppo del territorio senza pensare alla crescita dei più piccoli, il futuro della nostra comunità. Una crescita che va alimentata con la fantasia, l’immaginazione e il piacere di stare insieme. Inoltre, tramite la certificazione Family Audit e l’adesione al

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Gli appuntamenti estivi con Gellindo Ghiandedoro Distretto Famiglia della Val di Fiemme, la Cassa Rurale si è impegnata, insieme agli altri soggetti coinvolti sul territorio, a promuovere il benessere di tutte le famiglie presenti nella nostra valle: non solo soci e clienti, ma residenti e turisti, al fine di aumentare il valore prodotto dalla nostra comunità. E poi, dopo aver pensato e scritto queste cose, basta sedersi fra il pubblico, come è capitato a me, e sentire quasi per caso la frase di un bimbo al suo papà “mi piace stare qui… ci possiamo venire ancora?”, girarmi e scorgere i sorrisi dei bambini e gli occhi illuminati alla vista di Gellindo, per capire in un momento il sen-

so di ciò che stiamo facendo… per i bambini e per la nostra comunità, di oggi e di domani. Il Giornallindo, con tutti gli scoop del villaggio degli Spaventapasseri, viene pubblicato ogni 6 mesi e può essere ritirato dai bimbi in Cassa Rurale oppure scaricato dal sito www.risparmiolandia.it. Ogni settimana viene inoltre pubblicata sul sito una nuova avventura dello scoiattolo Gellindo. Il mondo virtuale di Gellindo è disponibile anche su app, scaricabile dal sito. Laura Gabrielli


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Gruppo Alpini Predazzo inaugurata la nuova sede

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inalmente la ristrutturazione della sede del gruppo alpini di Predazzo ha raggiunto il traguardo. Il direttivo, entrato in carica nel marzo 2012, aveva preso subito di mira questo intervento, così che l’8 gennaio 2013 tutti i componenti del direttivo, aiutati da volonterosi alpini e amici del paese, hanno dato inizio ai lavori. I sacrifici sono stati veramente tanti, ma alla fine il risultato ottenuto ci ha ripagato. Questo risultato per noi è molto importante, perché avere una sede accogliente, è la base per creare gruppo, ritrovarsi e per consolidare amicizie. Visto che i lavori a parte qualche

rifinitura, sono conclusi, abbiamo deciso di fare l’inaugurazione ufficiale sabato 13 settembre 2014, con la S. Messa, la Benedizione, il taglio del nastro e a

seguire una piccola festa campestre, tutto nel piazzale della sede, con pranzo e musica dal vivo. Il direttivo

Il ricordo di chi è ... andato avanti A nome di tutto il direttivo e di tutto il gruppo alpini, vogliamo dedicare un pensiero, una preghiera, ai nostri alpini che quest’anno ci hanno lasciato, in gergo alpino “sono andati avanti”. Tullio Felicetti, Gino Morandini, Silvio Nicolino Gabrielli. In particolar modo a Gino, nostro grandissimo collaboratore, grazie per tutto quello che hai fatto per la nostra associazione, sei sempre

stato presente a tutte le manifestazioni per aiutarci a fare le polente, per questo vogliamo mettere su questo giornalino una bellissima foto che proprio tu hai voluto fare con l’elmo da “polentaro”. Grazie, anche per tutte le volte che hai rappresentato il gruppo con il gagliardetto ai funerali, alle cerimonie, agli anniversari delle valli di Fiemme e Fassa. Resterai sempre “presente” nei nostri pensieri.

Giacomo Bosin, un esempio da 60 anni Siamo orgogliosi di farvi vedere, in questa foto, le quattro tessere del nostro socio alpino Bosin Giacomo (classe 1931), con il primo bollino del 1955, ben 60 anni di tesseramento continuo. Per noi giovani, questo è un vero esempio di attaccamento alla nostra associazione, al nostro cappello alpino. Un plauso da parte di tutto il gruppo alpini di Predazzo. 23


vita di comunità

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l nostro Comitato Locale I.P.A. (International Police Association) di Fiemme e Fassa, nei primi mesi di questo anno ha realizzato programmi di attività culturale e ricreativa per tutti soci, famigliari e simpatizzanti. Nel programma c’era la gita in Polonia, puntualmente realizzata dal giorno 21 al 26 Maggio. Una gita che ha visto la partecipazione di 33 soci del nostro sodalizio, assieme a 18 soci della XXII Delegazione I.P.A. Trentino, capeggiati dal pres. Antonio Saggiomo (promotore assieme a me di questa gita). La mattina del 21 appuntamento presso la stazione delle corriere di Predazzo e partenza alla volta di Bratislava. Il 2° giorno da Bratislava a Cracovia, prima di raggiungere questa località, visita a Wadowice, paese natale di papa Wojtyla. Il 3° giorno visita alle miniere di sale di Wieliczka, dette anche “La cattedrale di sale della Polonia”, splendida visita guidata. Il 4° giorno partenza per Breslavia. Durante la marcia per il raggiungimento della città, non poteva mancare la visita nei campi di concentramento nazisti di Auschwitz e di Birkenau, tristi realtà storiche. Dopo pranzo raggiungiamo Czestochowa. La città è un’importante luogo di pellegrinaggio, conosciuta in tutto il mondo per il suo Santuario di Jasna Gòra (Monte Chiaro) dove è conservata l’icona della “Madonna Nera”. Il 5° giorno dopo aver visitato la città di Breslava, partenza per Praga. La sera abbiamo avuto la possibilità di visitare la città nel

Comitato Locale I.P.A. numerose le iniziative in programma suo splendore notturno. Il 6° giorno partenza per Resengburg con pranzo tipico in una nota birreria della cittadina. Dopo il lauto pranzo attraversando Salisburgo, Innsbruck e il passo del Brennero alle 22 arriviamo a Predazzo. Dal 5 all’8 giugno c’è stato il 4° Motoraduno I.P.A. 128 i partecipanti con 92 moto. Sistemazione a Panchià Albergo Panorama. La partenza dei due percorsi è avvenuta dalla piazza SS. Apostoli di Predazzo. Alla presenza del vice sindaco Renato Tonet e dell’ass. Giuseppe Facchini, il via alle ore 8 per Passo Lavazè - Bolzano - San Genesio - Merano. Sosta prevista per un lauto pranzo presso la birreria Forst. Il pomeriggio attraverso Passo Palade-Passo Mendola-Lago di Caldaro si è giunti a Panchià. La mattina seguente davanti al comune di Predazzo il sindaco

Maria Bosin, dopo alcune parole di commiato, da il via per il 2° giro. Si parte alla volta della Villa in Badia, attraversando Bellamonte - Passo Valles - Agordo - Passo Duran - Santa Lucia - Passo Falzarego - Val Parola - San Cassiano arriviamo alla Villa in Badia dove pranziamo presso il Ristorante La Tor e nel pomeriggio rientro attraverso Corvara - Passo Gardena - Passo Sella Canazei - Predazzo. La sera alla presenza di Autorità civili e militari si è svolta la cena di gala aperta a tutti i radunisti. Altro appuntamento il 20 Luglio in loc. Val Grana Alta, dove si è svolta la giornata del socio I.P.A. Giornata resa importante dalla presenza del nostro Pres. Nazionale I.P.A. Diego Trolese dal Pres. XXII Delegazione Trentino Antonio Saggiomo e dallo Scario della Magnifica Comunità di Fiemme Giuseppe Zorzi. Nell’occasione il Presidente Saggiomo ha voluto ringraziare, con attestati di Merito, tutti i soci e non che si sono prodigati per la realizzazione della Baita I.P.A. “Val Grana Alta”. Abbiamo in serbo altre manifestazioni per questi altri 6 mesi, speriamo con la collaborazione di tutti di riuscire a realizzarli. Tutti noi soci siamo sempre a disposizione per tutti gli eventi dell’Amministrazione Comunale e per le Associazioni che richiedono la nostra collaborazione. Il Presidente Rosario Giuliani

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vita di comunità

S

arà un mese di ottobre davvero spettacolare a Predazzo, con tre appuntamenti di particolare rilevanza, la Desmontegada ed il Festival Europeo del Gusto e quindi, l’11 ed il 18/19, l’edizione potenziata dell’Oktoberfest, che quest’anno propone un immancabile raddoppio dopo gli straordinari successi degli anni scorsi che, grazie all’impegno della associazione Taverna Aragosta, hanno fatto di Predazzo uno dei principali poli di riferimento dell’intera stagione autunnale trentina. La prima manifestazione è in calendario sabato 4 e domenica 5, due giornate dedicate al “Festival europeo del gusto”, promosso da Transdolomites, con la collaborazione ed il patrocinio del Comune di Predazzo, delle Apt di Fiemme, Fassa e Cembra, della Comunità Territoriale di Fiemme, del Bim dell’Adige, della Fondazione Dolomiti Unesco e della Provincia Autonoma di Trento. Al centro della due giorni, il tendone allestito nella zona delle Fontanelle, vicino al campo sportivo. Il Festival sarà presentato ufficialmente venerdì 3 ottobre alle ore 17 nell’aula magna del Municipio, assieme ai ricordi della vecchia ferrovia Ora-Predazzo e con una anticipazione del progetto “Treno del Gusto” che sarà

Desmontegada speciale col Festival Europeo del Gusto proposto all’Expo di Milano l’anno prossimo.

IL PROGRAMMA

Questi i principali appuntamenti della due giorni: VENERDÌ 3 OTTOBRE, alle 21, nel tendone, concerto del rocker emiliano Graziano Romani. SABATO 4 e DOMENICA 5, dalle 10 alle 24, sempre nel tendone, apertura degli stand dei 32 espositori presenti, provenienti dalle nostre valli, dal Trentino, dall’Alto Adige, da varie regioni d’Italia ed anche dalla Svizzera, con l’opportunità di visite, degustazioni e proposte di menù con prodotti locali, realizzati da alcuni cuochi di Fiemme, Fassa e Cembra. SABATO 4 OTTOBRE alle ore 17, tavola rotonda sul tema “Fer-

rovie, turismo e territorio”; dalle 9 alle 14, mostra mercato bovina al campo ippico delle “Fontanelle”; “Treno del Gusto 4 x 4 a Predazzo” con quattro degustazioni presso quattro fontane e trenino in funzione dalle 11 alle 18; alle ore 21, concerto del gruppo country Blue Buffalo Band. DOMENICA 5 OTTOBRE alle 11 la Desmontegada; dalle ore 8, mercato contadino in Piazza SS. Apostoli; alle 10 laboratorio di caseificazione; alle 14,30, dopo il pranzo, ballo in compagnia della Dolomiten Bier Band; ci sarà anche, nel tendone, la possibilità di avere l’annullo postale con Poste Italiane, dedicato alla ferrovia, alla gastronomia ed alla Desmontegada di Predazzo.

Il gemellaggio con Hallbergmoos Sabato 4 e domenica 5 ottobre saranno due giornate dedicate anche al 20° anniversario del gemellaggio del Comune di Predazzo con il Comune di Hallbergmoos. Questi gli appuntamenti: SABATO: nel pomeriggio l’arrivo della folta delegazione (tre pullman) degli ospiti ed amici di Hallbergmoos; alle 18 cerimonia ufficiale in piazza SS. Apostoli, con il saluto del sindaco Maria Bosin; alle ore 20 Santa Messa e Processione; a seguire grande festa presso il tendone del campo sportivo e serata con il gruppo country Buffalo Band. DOMENICA: alle ore 11, sfilata della Desmontegada e quindi pranzo e festa sotto il tendone, con ballo in compagnia delle effervescenti musiche della Dolomiten Bier Band.

TUTTA LA POPOLAZIONE È CALDAMENTE INVITATA A PARTECIPARE A QUESTO IMPORTANTE MOMENTO DI AMICIZIA E DI OSPITALITÀ 25


personaggi

Nicolino Gabrielli e “La Montegada” Il ricordo di un grande scrittore, pittore e musicista L’ultima bagatella Sono grato personalmente al Maestro Nicolino per la costante collaborazione letteraria, sia per il periodico della parrocchia “Camminiamo insieme”, sia per “Predazzo Notizie”, che è durata sino all’ultima settimana della sua vita. Il giorno 7 del mese di luglio salendo le scale del Municipio ho incontrato il M.tro Nicolino, ci siamo salutati e felice, mi informava di aver consegnato un articoletto per il prossimo giornalino comunale e mi disse con un mezzo sorriso: - Guarda tu, vedi se vale la pena di pubblicare, è una “ bagatella (breve componimento musicale in genere per pianoforte)”, che vale poco. Il giorno 15 luglio il Maestro Nicolino all’età di 87 anni è improvvisamente mancato prima a sua moglie Carla e ai nipoti, ma anche al paese intero di Predazzo. Siamo tutti debitori per le doti e i talenti che ha profuso nelle sue qualità di competente musicista, pittore e artista eclettico, cultore e scrittore di cose umili e semplici ormai passate. Questa è l’ultima “bagatella” - anche in senso musicale - scritta dal Maestro Nicolino Gabrielli il giorno 7 del mese di luglio 2014.

Lucio Dellasega

La Montegada L’indovinata manifestazione settembrina, che da diversi anni si svolge a Predazzo, con ottimo esito è la DESMONTEGADA. I proprietari-gestori di “Stalloni”, mettono a disposizione all’organizzazione - per quel giorno - le migliori vacche, munite per l’occasione di enormi campanacci, tra i fiori e curiose bardature. Si snoda, così, una interessante sfilata, preceduta da banda e gruppi in costume. Tale tipica costituzione attraversa le vie del centro e si porta, alla fine al … capannone di via Venezia. Gli spettatori, che sono migliaia, seguono con interesse l’originale spettacolo e gli applausi non mancano. La curiosa parata, oltre ad evidenziare un simpatico richiamo folkloristico intende anche mettere in risalto l’efficace iniziativa di una decina di volonterosi che hanno – a suo tempo – realizzato i citati stalloni per l’allevamento delle mucche da latte. Tali stalloni sono attrezzati con delle modernissime macchine per la mungitura i un ambiente igienico e pulitissimo. Ma questa volta lascio da parte 26

la citata DESMONTEGADA, per ricordare invece l’ormai sparita MONTEGADA che ha dato, per molti anni un certo vantaggio ai contadini di quei tempi. È noto che le nostre montagne, oltre a fornire un buon fatturato legname ceduo, evidenziano pure delle zone adatte al pascolo e alla fienagione. E così a primavera inoltrata si svolgeva, con toni bassi, la MONTEGADA (andare in montagna) utile per diversi coltivatori diretti in alte zone tra i 1500 e i 2000 metri, fra l’altro in zone panoramiche molto apprezzate dai turisti. E qui è doveroso ricordare la locale “Regola Feudale” la quale sulla sua montagna (il Feudo appunto) ha ralizzato in passato le così

dette “Part da mont”, che erano dei modesti appezzamenti a prato, situati in zone non boschive e che offrivano un sufficiente raccolto di erba “da montagna”. Un centinaio (e forse più) di contadini potevano usare tale alpeggio, a volte con i familiari, evidentemente con fatiche e disagi. Tali terreni venivano offerti dalla Regola, attraverso la cosiddetta “röda” (asta) ed i migliori offerenti potevano sfruttare tale suolo per cinque anni. Gli interessati si costruivano delle piccole baite in legno e li vi dimoravano durante la stagione estiva, fra mille disagi, segando tutta l’erba disponibile nelle “Part da Mont”. A settembre o anche prima i falciatori rientravano nelle loro abitazioni, per poi salire nel loro appezzamento assegnato per recuperare il prezioso fieno (ben essiccato) e collocarlo nei loro depositi. E sempre nelle stesse zone e altrove, la Regola aveva costruito anche delle malghe per l’alpeggio. Essa disponeva di tre capaci malghe: Gardoné (ancora in funzione) Sacìna e Valsorda. In tali


personaggi malghe venivano sistemate vacche da latte, con casaro e pastori; esse erano sempre in contatto con gli assegnatari delle “Part da Mont”; il casaro sfruttava il latte vaccino per farne prodotti tipici anche commerciabili. A sua volta i pastori erano incaricati al pascolo delle mandrie. A settembre le malghe cessavano l’attività, anche perché a volte era già comparsa la neve; l’attività cessava ed il bestiame ritornava a valle leggermente irrobustito. Se la malga Gardoné è ancora in funzione, le “Part da Mont” hanno funzionato fino al termine della seconda guerra mondiale. Attualmente tutto è cambiato con il progresso e tanta attività rurale è passata ad altri interessi. L’unico latte è prodotto negli stalloni, salvo qualche raro caso. Fra l’altro la zona di Predazzo si presta felicemente al moderno sistema di allevamento. Il locale caseificio trasforma il latte degli stalloni in prodotti come il burro, il formaggio ed altro e il tutto viene dirottato in commercio anche nazionale. Per concludere in “bellezza” questo via-vai di allevatori e relative mucche voglio ricordare quel tale che ha perfino realizzato una “zeppa sillabica” (qualcosa del genere) usando un solo articolo e un sostantivo: “LE VACHE”. Tale parola, ripetuta tre volte di seguito diventa stranamente una frase completa, che il dialetto suona così: “Levà, chele và, chele vache” (Alzatevi, che vanno quelle mucche). I vecchi contadini ed ora gli “stallonieri”, hanno sempre contribuito alla nostra economia. In passato l’allevamento del bestiame era quasi generale: anche gli artigiani ed altri allevavano qualche capo per migliorare le allora magre entrate. Col nuovo sistema di vita di questi ultimi anni anche l’attività agricola, specie l’allevamento hanno lasciato posto ad altre energie più redditizie e meno faticose. E se la DESMONTEGA è attualmente ricordata con una bella manifestazione, l’altra, la MONTEGADA, è quasi del tutto dimenticata. Nicolino Gabrielli

Marino Felicetti e una generazione straordinaria

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edigere una nota comm e morativa per il proprio padre risulta un compito inusuale, un terreno friabile sul quale muoversi, sospeso tra il desiderio celebrativo ed il rischio di naufragare nella melanconia e nell’intimismo. Un rischio tanto più concreto in ragione del fatto che la ferita del lutto è ancora viva e dolente. Un unico sentiero mi sembra quindi percorribile, quello che intende commemorare assieme all’uomo un’intera generazione e con essa una vita fatta di luoghi, immagini e aneddoti che, pur appartenendo ad un unico individuo possono, per la propria forza evocativa, diventare patrimonio condiviso. Una comunità esprime la propria forza e vitalità nella condivisione di esperienze, tradizioni e valori e nella capacità di preservarli e tramandarli. Questo patrimonio collettivo non può però cristallizzarsi, necessita di rinnovarsi dinamicamente rendendosi coerente al mutare degli eventi. La generazione di mio padre è fatta di uomini che sono nati a cavallo di un drammatico evento quale la Grande guerra e che hanno visto i propri genitori partire per il fronte, proprio in un mattino di fine agosto di cent’anni fa. Mio nonno, con la leva dell’81 partì tra i primi per la Galizia, lasciandosi alle spalle quattro figli, dei quali l’ultimo Giuseppe, nato da pochi mesi. Famiglia povera quella del nonno Eugenio, come molte, fabbro per ambizione ma contadino di necessità, eppure con qualche possibilità. Il padre Tomaso era stato mercante: cavalli, vino e

lunghi viaggi verso la Stiria, la Boemia e l’Ungheria, un uomo i cui confini, come quelli della sua generazione, erano stati quelli di un Impero che ora, i suoi tre figli, erano chiamati a difendere. Anche per il suo matrimonio il bisnonno aveva guardato lontano la moglie, infatti, Maddalena Casatta portava nel cognome le proprie origini, ma era prassi ricorrente allora cercare moglie nel resto della valle vuoi per arricchire, si direbbe oggi, il patrimonio genetico, ma soprattutto perché era nelle fiere che ci si incontrava, si ballava e magari, una volta o l’altra, ci si fidanzava. La guerra, già qui eravamo rimasti, il papà era scarso di ricordi sul tema, non tanto perché non ne aveva di suoi, ma perché in famiglia, con il nonno, l’argomento era volutamente tralasciato, troppo dolore, troppa sofferenza per rinnovarla con il ricordo. La guerra aveva portato con sé la fine di un mondo che sembrava incrollabile, ora le frontiere che prima apparivano esotiche e lontanissime, incombevano al di la dei monti e i fiorini e i carantani nelle tasche del bisnonno non valevano più nulla. Dalla guerra il nonno con i suoi fratelli era tornato vivo, ma la morte l’aveva trovata ad attenderlo a casa. Il figlio Giuseppe, infatti, morì di “spagnola” mentre le truppe italiane con la fanfara dei bersaglieri in testa, stavano per fare il loro ingresso in paese, era il novembre del 1918 e mentre le nuove autorità intitolavano strade all’evento ed ai nuovi sovrani, la mia famiglia ed il paese tutto si chiudevano nel duplice dramma della guerra e delle sue tragiche conseguenze. 27


personaggi La vita però si perpetua e il 4 luglio del 1921 nasceva mio padre, ultimo di sei fratelli. Nascere come sesto figlio in una famiglia povera può avere sulla carta qualche vantaggio, se non altro il fatto di avere fratelli già grandi e quindi qualche attenzione in più, ma se dimostri talento nello studio e forza d’animo, allora la prospettiva plausibile potrebbe essere quella del seminario. Il Marino Marson, stando almeno ai suoi maestri, lo studio lo aveva nel sangue, ma il mondo del papà non prevedeva a dieci anni di partire per la città. Il suo mondo era compreso tra Ischia e il Fol, tra i prati di Stalimen e quelli del Vardabe. Aveva già sperimentato a cinque anni una lunga cattività, a seguito di un femore rotto, presso l’ospedale di Tesero, giorni orribili non solo per la sofferenza della trazione, ma perché si era costantemente sentito orfano della famiglia e del paese, che ricercava dalle finestre della camerata all’imbrunire. A convincerlo a partire però ci pensò il bisnonno Tomaso, per lui che aveva percorso col carro le pianure ungheresi, Trento distava un sospiro, sebbene pericolosamente prossima ad una terra ostile: l’Italia. Fu però con la benedizione del bisnonno e con qualche moneta di buon auspicio che nel 1938 il papà si recò in Italia, prima a Treviso dove concluse il liceo classico, quindi a Firenze prima e a Bologna poi per gli studi universitari. Qui il flusso dei ricordi diventava un fiume in piena ed al carsismo della prima guerra seguiva la memoria vivida del secondo conflitto mondiale e della città. Procediamo per gradi. A Predazzo gli anni trenta erano stati difficili, la vita dei contadini era magra come i pascoli, opportunità di lavoro ve ne erano poche, le miniere della Bedovina, altrimenti il bosco, qualche fabbrica o l’emigrazione. Il papà era partito per l’università con la consapevolezza di essere un privilegiato, con il liceo, infatti, avrebbe potuto accedere con vent’anni di anticipo a quella professione docente alla quale si dedicherà poi con passione, 28

una prospettiva generosa ma che avrebbe richiesto compromessi ai quali il papà non è mai stato disposto a piegarsi. Per poter insegnare prima della guerra e anche per alcuni anni dopo, era necessario avere in tasca la tessera del partito ma, nella vita del Marino Marson di tessere di partito non ce ne sono mai state, men che meno di “quei partiti”. Vi era poi un’ambizione, quella di far qualcosa di concreto per la propria comunità ed in particolare per quel mondo contadino al quale da sempre si sentiva di appartenere. A Bologna nel 1940 sopravviveva una piccola colonia trentina, di lì a poco però la guerra l’avrebbe dispersa. I primi partirono nell’estate del 1940, perché è sempre con la bella stagione che si parte per la guerra: chi per l’Albania, il Montenegro, l’Africa, i più disgraziati per la Russia, è strano ma per la maggior parte coloro che tornarono vivi in valle lo fecero a piedi. Al papà in ragione dei suoi esami di chimica si aprirono fortunatamente le porte dello stabilimento di Mezzavalle che lavorava il minerale della Bedovina. Quindi di tanto in tanto via a Bologna per un esame, scoprendo un ponte bombardato, la ferrovia interrotta e le camice nere alle quali si aggiungevano sempre più numerose e minacciose le divise grigie della Wehrmacht. L’unico lasciapassare era, come per molti trentini, la buona conoscenza del tedesco, ciò non di meno il rischio di finire a Buchenwald o a Mauthausen, quando non fucilato dietro ad un muro, era sempre all’orizzonte. Per chi aveva vissuto il primo, il secondo dopoguerra apparve meno drammatico, poi il Trentino era stato solo lambito marginalmente dagli eventi bellici, anche se il numero dei morti e dei dispersi restava per i sopravvissuti come un pesante monito. Si trattava di ricostruire un Paese e a questa generazione ne fu affidato il compito. La zootecnia e la politica bisognava avercele nel sangue in quegli anni, con la zootecnia si faceva la fame e con la politica, beh con quella dipendeva da che parte stavi ma come detto, il papà nato nel

’21 era destinato da queste parti a stare dalla parte sbagliata. Quelli che la pensavano come lui erano stati scomunicati nel ’49 per cui, fare politica in una valle del Trentino, non era esattamente una bagatella. Erano gli anni cinquanta però, tempi difficili ma ricchi di speranze e di progetti. Gli studi in agraria rappresentavano per il papà una costante sfida, nella prospettiva di creare forme di piccolo allevamento diffuso capace di integrare il magro reddito e di portare i contadini ad unirsi in forme cooperativistiche che, avrebbero potuto permettere di migliorare le condizioni lavorative, anche attraverso il ricorso alle più moderne tecnologie. L’idea di base era intrisa di tradizione e di innovazione e prendeva a modello l’esperienza dei kibbutz o dei kolchoz, un’economia rispettosa del territorio capace di distribuire il benessere prodotto in modo equo e solidaristico, partendo dalla proprietà comune del territorio come nella tradizione della Magnifica Comunità e della Regola feudale. Per percepire la natura agricola della nostra comunità ancora negli anni cinquanta è sufficiente prendere visione di una foto d’epoca. Il paese allora era diverso, una lenzuolata di case e tanti campi e orti. Un accesso alberato, la stazione, l’osteria con il gioco delle bocce, le rievocazioni teatrali in piazza e poi la minestra di trippa dal “Mama” o il caffè dell’Alfonso e prima del Franco. Per le occasioni importanti l’Hotel Nave d’Oro, le prime sale da ballo e per i contatti con il mondo il posto telefonico dell’Hotel Predazzo o l’ufficio postale della signora Olga. Un mondo piccolo nel quale bastava una Topolino per sentirsi un signore. Un paese che, si direbbe oggi, era ad immagine dei suoi abitanti, semplice e sobrio con le sue architetture di fine ottocento, che sarebbero poi state spazzate via dalla furia edilizia degli anni settanta. Gli anni cinquanta furono una stagione di ottimismo ma anche di passione e di scontro, quello politico vide il paese spaccarsi in


personaggi due in particolare per le elezioni del 1960. Con il sindaco uscente Predazzo aveva forse toccato il fondo e, anche l’elettorato più conservatore, era stufo di questa palude nella quale si stava affondando. Fu anche in ragione di ciò che il papà venne eletto sindaco a furor di popolo, con lui a guidare il paese nella trasformazione vi furono personaggi straordinari: il Marino “Seler”, il Michi, la Mimmi, personaggi scelti non in forza di una logica politica, ma per la passione e per il proprio straordinario legame con il nostro paese. Alle battaglie per il Comune si aggiunsero quelle per la Comunità e per la Regola, battaglie combattute per recuperare la nostra storia ed un patrimonio prima ancora che economico, culturale. In questa generazione, infatti, era ancora forte il ricordo di quanto queste istituzioni avessero rappresentato per i propri vecchi. Il papà sosteneva sempre che bisogna esserci nati sotto il Feudo per capirne fino in fondo il valore e la bellezza e come solo ai suoi piedi si sarebbe potuto riposare con serenità. Per il Marino Marson però vi era anche un’altra sfida alla quale attendere. Il ricordo della scuola e dell’opportunità che aveva avuto nel poterla frequentare, rappresentava un debito con se stesso e verso le nuove generazioni per cui, dismessi i panni del Sindaco, fu la cattedra la sua nuova sfida. Per la verità in questo senso si era già speso, si potrebbe dire. Come il bisnonno Tomaso anche lui aveva deciso di scegliere una sposa che veniva da lontano, non ci fu premeditazione ma si sa, i casi della vita. Il fatto poi che sua moglie fosse insegnante all’avviamento prima e collega poi alle scuole medie, mi piace pensarlo, fu un sicuro rafforzativo in un solido rapporto durato oltre mezzo secolo. L’idea della scuola e dell’insegnamento come servizio alla comunità, la fierezza per una professione vissuta quasi come missione e il sapere come fonte di rinascita e di affermazione, sono stati i tratti che ne hanno caratterizzato l’esperienza professionale. In questo senso

ricordo il suo mantra secondo il quale, in ogni bambino vi è qualcosa di prezioso da valorizzare. Credo fermamente che per questa generazione, che aveva attinto la propria visione dall’esperienza della scuola asburgica, l’istruzione delle giovani generazioni rappresentasse la più alta aspirazione, prescindendo da qualsiasi considerazione circa la futura professione del ragazzo. Giunsero quindi gli anni del benessere, il paese cominciò a dismettere i propri panni, quasi con vergogna. Nasceva la stagione dei “mestieri” i propri in particolare, e a questi anche la politica era lieta di inchinarsi per farsi prendere generosamente sotto braccio. Demolire e costruire, mangiare il territorio, asfaltare per poi scavare nuovamente. Gli anni settanta, anni di contributi generosi che con le amicizie giuste potevano cambiare il destino di una famiglia. Anni in cui il valore di un terreno cessava di essere computato in base alla ricchezza agricola prodotta, per essere legato alla sua destinazione d’uso e alla cubatura che avrebbe potuto ospitare. Gli anni settanta e ottanta quando le rampanti generazioni del dopoguerra affermarono il principio dell’individualismo, in contrapposizione ai tradizionali valori di comunità e di solidarietà. Furono in molti ad essere annoverati nelle fila di coloro che volevano impedire il progresso, di essere ancorati a vecchie idee, di essere inutili quanto una vecchia falce, o un aratro o perché no insignificanti come un prato senza una casa o una montagna priva di una funivia. Al posto degli edifici storici si costruirono improbabili condomini che concorrevano tra loro per dimensioni e bruttezza. Così Predazzo cambiò, cercando di risultare più accogliente per i propri ospiti di quanto non lo fosse per i residenti. Per il papà furono anni difficili, anni di delusioni e di amarezze, non tanto per l’ingratitudine che solo raramente si percepiva, ma perché consapevolmente si rendeva conto che la propria stagione stava volgendo al termine e che i

sogni di una vita, si stavano dissolvendo in una brutta alba che stava spazzando via con furia distruttiva un intero mondo. A reggere la trave maestra nella vita di un uomo possono esservi varie colonne ma una per mio padre era imprescindibile: la famiglia. La famiglia concepita in forma ascendente e discendente, la famiglia intesa come prospettiva rivolta al futuro e come solide radici ancorate alla propria tradizione. La famiglia non solo come rifugio, come luogo degli affetti ma vera proiezione identitaria. In questa logica quegli stessi principi solidaristici, di condivisione e reciproco sussidio si trasferivano dalla famiglia alla società. Ricordo lucidamente come fin da bambino mio padre mi abbia pazientemente educato a sentirmi parte della mia comunità, come fondamento della mia stessa identità. Con l’incedere degli anni e beneficiato da una lunga vita, mio padre ha visto pezzo dopo pezzo scomparire la sua generazione, ha visto morire i fratelli, nello stesso ordine nel quale erano nati, ha sepolto gli amici ed alla fine poteva parlare solo al passato delle persone che aveva conosciuto. Nella lucidità che l’ha accompagnato fino alla fine, mio padre ha voluto essere testimone fino in fondo del proprio tempo, preservarne dolcemente il ricordo facendosi urna nella quale serbare luoghi, volti, aneddoti. Alla nostalgia del tempo passato, il papà ha sempre saputo abbinare sino alla fine quella fiducia e quell’ottimismo, nati non solo dall’esperienza di chi ha affrontato tante sfide, ma proprie di quel mondo contadino che sa come anche dopo l’inverno più freddo, farà sempre seguito una primavera. La serenità di chi, consapevole della propria fine e sereno delle proprie azioni può consapevolmente affermare che, ciò che in sommo grado qualifica e nobilita una vita non è tanto il dato transitorio di aver vinto, o il successo, ma il fatto di avere sempre rigorosamente e onestamente lottato per ciò in cui si è creduto. Marco Felicetti 29


la storia

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el presentare la mostra fotografica, allestita dal 24 luglio fino al 5 settembre presso il Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo, il Gruppo Fotoamatori e Maurizio Dellantonio, esperto storico della Grande Guerra, con la partecipazione dell’Amministrazione Comunale di Predazzo, hanno voluto onorare e ricordare a cento anni di distanza, il triste avvenimento dell’inizio della Prima Guerra Mondiale. Le conferenze a tema proposte in aggiunta alla mostra sulla Grande Guerra, con relatori qualificati ed esperti come Adone Bettega, Maria Piccolin e Roberto Bazzanella, hanno riscosso notevole successo di partecipazione e di gradimento. Per completare l’argomento e riprendere i temi trattati, propongo il frutto di una ricerca, su notizie storiche della Grande Guerra, svolta seguendo l’argomento dell’esposizione presentata al museo e con particolare attenzione agli avvenimenti che il nostro paese ha sostenuto e patito esattamente cento anni fa.

Lo scoppio della guerra 1914 - 1918 Il 28 giugno 1914 a Saraievo (Bosnia) veniva assassinato l’Arciduca Ferdinando d’Asburgo, Principe ereditario del trono di Austria - Ungheria insieme a sua moglie, la Duchessa Sofia, per mano di Gavilo Princip un rivoluzionario

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Da Predazzo al fronte i ricordi della Grande Guerra nazionalista bosniaco. Quella fu la scintilla che fece scoppiare la prima guerra mondiale, nella quale si trovarono coinvolte le massime potenze europee, e si protrasse per quattro anni con perdite immense di uomini e con esito totalmente contrario alle previsioni. Quella che doveva essere una guerra locale si estese a tutta Europa con due fronti che andavano dal Mediterraneo all’Atlantico settentrionale, sui quali si schierarono due potenti eserciti, quali non si erano mai visti nella storia.

L’organizzazione dell’esercito austriaco Quando l’Austria – Ungheria dichiarò guerra alla Serbia aveva sotto le armi tre annate per

la ferma normale militare, cioè i nati del 1891, 1892 e 1893. La legge prescriveva che la visita militare si facesse nei tre anni successivi al 20.esimo anno di età. Nella prima visita erano dichiarati abili (tauglich) tutti quelli che non presentavano difetti notevoli, cioè la grande maggioranza dei giovani dei quell’annata. Nelle due visite successive si sceglievano anche i meno abili (mindertauglich) e si assegnavano a servizi secondari. Erano pochi quelli che venivano dichiarati inabili (untauglich). La “ferma” normalmente era di tre anni. I congedati dovevano però presentarsi per cinque volte, in anni alterni, per un mese di esercitazioni estive (le manovre). Perciò solo dopo dieci anni cessava ogni obbligo militare. A Predazzo, dopo il 1990, i nati maschi che arrivavano ai vent’anni erano circa 25/30. Quindi i giovani di tre annate che si trovavano sotto le armi, erano normalmente 70/80. Di questi, circa 2/3 erano assegnati ai Kaiserjäger (Cacciatori Imperiali), che erano reggimenti scelti, ritenuti la truppa migliore. Un’altra parte, circa 1/3, passava ai Landesschützen (Bersaglieri provinciali), destinati alla difesa dei confini. Nel Tirolo meridionale questi formavano tre reggimenti (Trento, Riva, S. Candido), ognuno di quattro battaglioni; ogni battaglione era composto di quattro o cinque compagnie, di circa 80 – 100 uo-


la storia mini ognuna. Il Comando del III° reggimento era a S. Candido (Innichen) e da questo dipendeva il II° battaglione con cinque compagnie, che aveva il Comando a Predazzo; di questo battaglione, tre compagnie erano alloggiate a Predazzo (caserma in piazza, Albergo Rosa e Villa Miramonti) e due erano dislocate a Primiero. Nel 1913 il Comune aveva incominciato la costruzione di una grande caserma (ora Scuola Alpina della Guardia di Finanza) appunto per dare una sede unica a tutta la truppa. L’Austria con la dichiarazione di guerra ordinò la mobilitazione generale, con la quale vennero chiamate subito alle armi tutte le classi dal 1872 al 1894, cioè tutti gli uomini dai 20 ai 42 anni di età. Poi nel maggio del 1915, all’entrata in guerra dell’Italia, la chiamata si estese agli uomini dai 18 ai 55 anni. I Predazzani che nel corso della guerra vestirono la divisa militare, furono circa 500. Di questi, una cinquantina formò la compagnia degli Staunschützen (tiratori scelti), composta di uomini di diversa età, che già in tempo di pace si esercitavano nel tiro a segno in un poligono attrezzato allo scopo chiamato lo Stand. Questi rimasero sempre in Val Travignolo, Val Cadino e poi in Val Rendena. Un altro gruppo fu assegnato come rinforzo al corpo della Gendarmeria. I più vecchi restarono in paese, destinati alla custodia dei ponti o ad altro servizio secondario, e qualcuno di questi uomini si sentiva orgoglioso di saper portare ancora la divisa militare con una certa dignità. Tutti avevano almeno il beneficio di percepire un rancio militare e il diritto al sussidio per la famiglia, come tutti i richiamati. Era a volte interessante veder passare il plotone degli anziani a passo di marcia, pronti a scattare e salutare militarmente gli ufficiali. La maggior parte dei richiamati arrivò ben presto sui campi di battaglia e precisamente sul fronte russo, dove erano subito incominciate le ostilità. Alcuni reparti furono utilizzati anche sul fronte italiano, dopo la di-

chiarazione di guerra del 1915. Nel 1917 alcuni reparti, nei quali militavano anche diversi predazzani, furono impiegati sul fronte rumeno e poterono spedire alle famiglie cassette di farina di granoturco, che era preziosa, perché, mentre la Romania ne era ancora ben provvista, in Austria era razionata.

La campagna di Galizia nel 1914 La guerra cominciò con l’offensiva dell’esercito austroungarico, insieme a quello germanico, oltre i confini della Galizia, nella Volinia e nella Polonia meridionale, puntando su Lublino. In questa azione l’Austria impegnò la I^ e la IV^ Armata che comprendevano il fior fiore dell’esercito. L’avanzata si presentò in un primo tempo priva di grandi difficoltà e i bollettini di guerra potevano decantare strepitose vittorie. I Russi opponevano solo una debole resistenza, finché si arrivò ad una solida linea di difesa, preparata in precedenza. Consisteva in un sistema di postazioni sotterranee e di trincee mascherate, tattica che i russi avevano imparato nelle guerre del 1905 e 1912 contro i giapponesi e in Maciuria, ma che era sconosciuta agli austriaci. Questi andavano all’assalto ancora con il sistema classico, cioè in formazioni serrate, a suon di tromba, con gli ufficiali in testa agitando la sciabola. Così

fu facile per i russi, appostati in trincea, falciare gli assalitori con raffiche di mitragliatrice e tiri di artiglieria ben assestati. L’avanzata fu dunque arrestata e subito seguì una controffensiva dei Russi, che travolse tutto l’esercito austriaco, come anche il germanico e si risolse in una disastrosa ritirata, con scardinamento di tutto il fronte e un disordine enorme. Intere Brigate o Reggimenti si trovarono accerchiati senza possibilità di resistenza e tutte e due le armate ebbero enormi perdite, fra morti e prigionieri. In meno di due mesi, settembre e ottobre, andò distrutto il nerbo dell’esercito austriaco, circa 200 mila uomini, che l’Austria aveva preparato pensando ad una guerra di breve durata. L’avanzata russa, dopo sanguinose battaglie, fu fermata su una linea di difesa più favorevole: dai Carpazi ai fiumi San e Vistola. Intanto sopravviene l’inverno, che rese impossibile ogni altra azione e i due eserciti si arrestarono nelle rispettive linee trincerate. Così la guerra di movimento si trasformò in guerra di posizione. Gli anni 1915, ’16 e ’17 passarono con alterne vicende e tentativi da ambo le parti di sfondamento delle linee avversarie fu un succedersi di battaglie sanguinose, che costarono perdite enormi a tutti e due gli eserciti. In quello austro ungherese le più sacrificate furono la I^ e la IV^ Armata, impiegate, come si disse, nella prima offensiva verso la Galizia nel 1914, formate dai reparti più addestrati, che stavano facendo il servizio militare di leva, o da richiamati con la leva di massa. In queste truppe erano compresi quasi tutti i Predazzani obbligati alle armi e fu proprio in quelle terre lontane della Galizia e della Polonia che Predazzo ebbe la maggior parte dei suoi caduti. Inoltre nella disastrosa ritirata del 1914, fra le migliaia di prigionieri rimasti in mano ai russi, vi furono anche circa 200 Predazzani. Fine della prima parte a cura di Lucio Dellasega 31


tradizioni

Ricordi musicali di Predazzo le “Orchestrine” (quinta puntata) Dalle “orchestrine” ai “complessi” Ritengo doveroso, prima di entrare nel vivo con le orchestrine della quinta puntata, ricordare il maestro Nicolino Gabrielli scomparso improvvisamente il 15 luglio. Nella seconda puntata del 2 agosto 2013, spiccava il suo nome quale fondatore dell’orchestra Rondinella che guidò come direttore e fisarmonicista. Ma non era solo questo il suo interesse musicale. Quanti ricordi e aneddoti ebbe a raccontarmi quando andavo settimanalmente a trovarlo. Si parlava della Banda, del Coro Parrocchiale, di orchestrine, di vecchi suonatori, di suo padre Everardo e dello zio Attilio, anche lui musicista e degli eventi musicali in generale. Ma la cosa che più ebbe a fargli onore e che molti ignorano, è l’aver trascritto manualmente partitura e parti per tutti i suonatori ( non esistevano le fotocopie) di centinaia di brani, riducendoli per la Banda in versione facilitata per permettere anche ai bandisti meno dotati, di fare una esecuzione dignitosa. Il sottoscritto deve molto a Nicola, come confidenzialmente lo chiamavo; ebbe a darmi i primi rudimenti di teoria, solfeggio e armonia, mi avviò allo studio del pianoforte, dell’organo e del flauto. Mi cedette poi il ruolo di organista, presi il suo posto come maestro Banda ed infine ci ritrovammo colleghi come insegnanti di musica alla Scuola Media. Non intendo dilungarmi, anche se ho esposto solo una parte dei meriti e dell’attività di Nicolino, ma penso che un piccolo ricordo sia stato opportuno per chi lo ha conosciuto e di conforto per i parenti ed in particolare per la moglie Carla che lo ha perso in modo troppo repentino.

Da questa puntata in poi, sostituirò il termine “orchestrina” con “complesso”, espressione più attuale e consona, viste le formazioni strumentali che si limitano a partire dagli anni 60 a tre, quattro e talvolta a cinque elementi.

I Gonzales

P

remetto che su quanto si può dire di questo complesso, mi attengo agli appunti che mi cedette Remo Felicetti – Tina non molto tempo fa. Anche Remo purtroppo ci ha lasciati il 7 giugno di quest’anno e di lui ricordo le sue battute sempre puntuali, la sua generosità e il suo carattere gioviale. I “Gonzales” iniziarono a fare le prove presso le cantine del pastificio Felicetti nel 1962. Questi i componenti: REMO FELICETTI - Tina: Chitarra e voce GIACOMO BRIGADOI - Pinter: fisarmonica BRUNO BRIGADOI - Martecia: sax tenore e voce RAFFAELLO BRIGADOI - Nello Martecia: batteria e voce L’attività del complesso si svolge ai balli di Società come la Banda, gli Alpini, la Dolomitica, i Reduci ecc., sia in valle che nell’Agordino. Da ricordare che per quattro anni il Complesso ebbe a esibir32

si per due volte alla settimana presso un noto locale al Passo di San Pellegrino. Nel 1966 Giacomo Brigadoi si ritira per motivi di lavoro e lascia il posto al sottoscritto FIORENZO BRIGADOI - Checata, che oltre alla fisa suona le tastiere. Per qualche anno si aggiunge una componente donna PINA ZORZI di Cavalese che con la sua bella voce “alla Rita Pavone” porta una ventata di originalità al Complesso. Dal ’66 inizia poi l’attività di tutte le domeniche a

Canale D’Agordo presso l’albergo Centrale di proprietà della famiglia Dellagiacoma oriunda di Predazzo. Dopo cinque anni di attività frenetica, anche il sottoscritto si ritira per motivi di studio e subentra PIERGIORGIO DELLANTONIO - Galina. Si ritira infine Remo, il fondatore del Complesso e lascia il posto a SERAFINO LONGO - Rödol. Dopo ben 22 anni di attività il Complesso si scioglie e va annoverato fra le formazioni da intrattenimento più longeve.


tradizioni

Nella pagina precedente il Complesso de “I Gonzales” a Canale d’Agordo a capodanno 1967. Sopra a sinistra il Complesso in teatro a Predazzo nel febbraio 1967 con la cantante Pina Zorzi. Sopra a destra una curiosa foto al ballo dei Pompieri del 1969 con l’esibizione canora del maestro Lino.

Gli Amici (da appunti di Serafino Longo Rödol) L’attività di questo complesso ha inizio nel 1965 e per ben due anni ci si limita a fare prove presso una saletta dell’Oratorio Parrocchiale. Finalmente presso la taverna dello Sport Hotel di Campitello di Fassa, ha luogo il debutto che visto il successo, prosegue con l’ingaggio per 15 serate. I componenti sono: SERAFINO LONGO - Rodol: chitarra ritmica, chitarra basso e voce SANDRO VINCENZI - fisarmonica, tastiera, tromba e voce BRUNO DELLANTONIO - Vespa: batteria, e voce GIUSEPPE SOMMAVILLA - Tibaot: batteria, chitarra e voce Altri ingaggi poi al Passo di San Pellegrino per tre mesi, feste delle varie Associazioni, feste campestri e, come “I Gonzales”, molte serate nell’Agordino e fino a fine anni sessanta al Barancio di Predazzo al pomeriggio con musica Beat. Partecipazione poi a diverse edizioni della festa folcloristica “il Banderal” di Carano, “L’om salvan” a Ponte Alto Agordino, alla

“Settimana folcloristica” a Castel Toblino e altre feste sparse per il Trentino. Durante il ritiro forzato per il Servizio militare, Vincenzi e Sommavilla vengono sostituiti dai fratelli Nello e Maurizio Vanzo di Masi di Cavalese. Al ritiro definitivo di Sommavilla, supplisce FLAVIO DELLANTONIO - Picioci. Nel 1975 cessa l’attività del Complesso “Gli Amici”, seguito per tutti dieci gli anni dal consulente tecnico ENRICO ZANNA. Va ricordato che nel settembre

del 1969 i due complessi, unitamente al Coro Giovanile, sotto la direzione del sottoscritto e la supervisione liturgica dell’allora Cappellano don Benito Paoli, hanno eseguito la Messa Beat (prima esecuzione in Trentino), con un afflusso enorme di pubblico (forse più per curiosità che per devozione). L’esecuzione è stata però contestata dai tradizionalisti e dal Clero e clamoroso è il fatto che il Coro Parrocchiale di Predazzo, il giorno della esecuzione, abbia organizzato la gita annuale!

Con questo si conclude la quinta puntata sui RICORDI MUSICALI DI PREDAZZO. Un saluto a tutti e a risentirci alla sesta puntata Fiorenzo Brigadoi 33


pianeta giovani

L

o spazio giovani di Predazzo è una realtà che si sta consolidando sul territorio paesano e rivolge le sue iniziative ai ragazzi di età compresa fra i 13 ed il 24 anni. La gestione del centro di aggregazione è stata affidata dall’Amministrazione comunale nelle persone dell’assessore alle politiche sociali Giovanni Maffei e del delegato alle politiche giovanili Giovanni Aderenti, alla Cooperativa Sociale Progetto 92 che opera in paese con il centro per bambini “Charlie Brown”, ed è presente in valle con altre realtà come “L’Archimede” a Cavalese, dove lo spazio giovani si è tracon i servizi di educativa scosformato in una beauty farm per lastica, educativa domiciliare, bambine e le ragazze più grandi, gli spazi compiti (a Predazzo si hanno dato sfogo alla loro fantaè concluso a maggio il progetto sia colorando le unghie e creanArcobaleno): gestisce inoltre lo do bellissime acconciature. Un spazio giovani sovracomunale modo per aprire le sale e ren“L’Idea” con le sedi di Cavalese e dere i giovani protagonisti nella Tesero ed è proprio con questa comunità. Il bilancio è andato realtà che lo spazio giovani di oltre ogni aspettativa: infatti le Predazzo collabora strettamenragazze “estetiste per un giorno” te nella realizzaziohanno coinvolto più Numerose ne delle attività. di sessanta bambine Le sale del centro le attività proposte con questa semplisono situate nello cissima ma, molto stabile della scuola dagli operatori accattivante idea! elementare in via ed ancor più L’attività di punta Degasperi 8/c, con dello spazio giovani numerosa la ingresso sul retro, resta comunque la vicino al campet- risposta dei giovani musica, con la sala to da calcio e sono partecipanti. prove (gestita in aperte ai giovani maniera diretta dal nelle serate di mer- L’attività di punta Comune di Predazcoledì e venerdì dal- resta la musica zo), e con le attività le 21.00 alle 23.00, correlate al mondo con le attività ed un pomeriggio a dei deejay. È infatti settimana, il mar- correlate al mondo in programma un tedì dalle 14.30 alle dei deejay. corso base per av16.30. vicinarsi alla conNumerose le attività Il 18 e 19 ottobre solle (in dotazione proposte negli ulti- è in programma la allo spazio giovani) mi mesi dagli ope- partecipazione alla finalizzata ad una ratori, ed ancor più stretta collaborazionumerosa la risposta marcia della pace ne con la web-radio dei giovani parteci- Perugia-Assisi USB del centro agpanti: iniziative che gregativo di Bressavanno da eventi ludico-ricreativi none con un poadcast a cadenza come i tornei di videogame alle fissa preparato e suonato dai nogiornate artistiche con la decostri giovani, con il sogno futuro razione delle pareti delle sale di avere uno spazio web per una con tema “film e cartoons” e, radio fatta da giovani valligiani. merita una citazione, il successo Uno degli obiettivi dello spazio del pomeriggio di “smalto party” giovani è quello di aprirsi al ter-

Si consolida l’evoluzione dello Spazio Giovani di Predazzo

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ritorio e creare esperienze aggregative ed occasioni di riflessione per il mondo giovanile: a ciò sono rivolte le due attività di settembre ed ottobre. Prima dell’inizio della scuola, gli operatori propongono un’uscita a Caneva World, il parco acquatico a Lazise sul Garda, una sorta di “arrivederci” all’estate con un tuffo in piscina, prima di ri-tuffarsi sui libri. Ad ottobre invece, più precisamente nel week end del 18 e 19, è in previsione la partecipazione dei nostri giovani alla Marcia della Pace Perugia-Assisi: una giornata di festa e di gioia per ricordare un valore importante e mai banale. Per affrontare al meglio questa bella esperienza, è in programma una serata sul tema della Pace e sulla storia della Marcia nel mese di settembre con relatore l’esperto dott. Alberto Conci (data e luogo ancora da stabilire). Due attività diverse tra loro ma, con un forte carattere aggregativo entrambe. Per chi volesse maggiori informazioni e per le iscrizioni gli operatori vi invitano allo spazio giovani negli orari di apertura. L’invito viene esteso in senso più generico a tutti i ragazzi e ragazze che, non conoscono ancora questa realtà e volessero partecipare alle attività proposte o, ancor meglio proporne una, di presentarsi agli operatori e chiedere informazioni o progettare insieme nuove idee.


pianeta giovani INFO POINT DI PREDAZZO: esperienza da rinnovare L’info Point, situato nella spaziosa piazza di Predazzo che raccoglie tante persone, valligiani e non, ha dato la possibilità ad alcuni giovani di trasmettere le proprie conoscenze del territorio non solo ai turisti ma pure agli abitanti della zona. Gite, escursioni, manifestazioni, concerti, mostre, esposizioni e tanto altro sono state illustrate con semplicità, competenza, professionalità e tanta voglia di essere aggiornati sulle novità.

francese, scoprendo a fondo la nostra clientela e, tranne alcune strane richieste del tipo: “Posso parcheggiare qui?” (indicando la piazza), imparando divertendomi!”. Emanuele Tragni: “La possibilità di lavorare all’infopoint mi ha fatto scoprire il lavoro che fanno Comune ed APT per far trascorrere al meglio il soggiorno ai turisti che vengono a visita-

re il nostro paese. Mi ha dato la possibilità di conoscere persone nuove e di divertirmi conversando con la gente di passaggio nella nostra piazza. Questo lavoro riesce a rendermi fiero di me stesso quando vedo che le persone che mi hanno chiesto un’informazione ti dicono: “È stato gentilissimo, grazie mille, ecc.”. È stata un esperienza veramente bella, interessante e istruttiva”.

Sono le 9.00: giro la chiave nella serratura, apro lo sportello della mia casetta in piazza ed espongo i volantini; così comincia la giornata di informatori di Predazzo. Il nostro compito è quello di informare i turisti sulle manifestazioni, sulle attività e sulle possibilità di trascorrere al meglio il loro soggiorno nella nostra vallata Accogliendoli con un sorriso ed un “buongiorno!” (che sembra scontato, ma non lo è), abbiamo indirizzato i nostri ospiti nei posti più suggestivi e nei musei più interessanti. Fabiola Angelini: “Con l’esperienza dell’infopoint ho avuto modo di sperimentare le lingue che studio, inglese, tedesco e

Ogni SABATO dalle ore 10 alle ore 16 è aperto presso lo STADIO DEL SALTO DI PREDAZZO il nuovo CENTRO DEL RIUSO PERMANENTE Si puo trovare un po’ di tutto …. MOBILI, ELETTRODOMESTICI, ABITI, LIBRI, GIOCATTOLI, OGGETTISTICA E TANTE ALTRE COSE ANCORA …. Se invece hai qualcosa che non ti serve più e pensi come noi che sia uno spreco buttarlo, portacelo ... c’è sicuramente qualcuno che lo sta cercando !!! Per concordare la consegna al centro di materiale (pulito e in buono stato di manutenzione) chiama in ore serali i seguenti numeri: 347-5066781 (Ferdinando) 339-2927672 (Alessandro)

QUELLO CHE TU NON USI PUÒ SERVIRE A ME … VIVIAMO ECOLOGICO !!!! VI ASPETTIAMO NUMEROSI

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