Carmen Spigno
dieci anni di pittura 1997 - 2006
Tramature III, 2006 terre e resine naturali su carta cm. 60 x 80 (particolare)
l’impronta
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Š 2007, Pasquale Meli - All rights reserved
Catalogo a cura di: Pasquale Meli - Carmen Spigno Progetto grafico:
Pasquale Meli
Testi:
Silvia Bottaro Luciano Caprile Carlo Cormagi Mara Giovine Scavuzzo Clotilde Paternostro Ugo Ronfani Carmen Spigno
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Pasquale Meli
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Consorzio Artigiano Castel Govone - Finale Ligure (SV) - febbraio 2007
ai miei figli
Carmen Spigno dieci anni di pittura 1997 - 2006
Testi di Silvia Bottaro - Luciano Caprile Carlo Cormagi - Mara Giovine Scavuzzo - Clotilde Paternostro Ugo Ronfani - Carmen Spigno
Mi racconto...
Carmen Spigno
“Già da piccolo ero stato incline a guardare le forme bizzarre della natura… abbandonandomi al loro fascino e al loro complicato linguaggio. Lunghe radici d’albero affioranti, vene colorate nella pietra, macchie d’olio natanti nell’acqua, crepe nel vetro, tutte queste cose esercitavano su di me una grande attrattiva, soprattutto l’acqua e il fuoco, il fumo, le nubi, la polvere…” Così dice Demian nell’omonimo libro di Hermann Hesse, e queste parole si adattano perfettamente anche alla mia personale poetica, poiché, come si nota nei miei quadri, io nutro una grandissima e deferente ammirazione verso i segni che la natura imprime spontaneamente sulle cose; essi sembrano originati senza alcuna progettazione, ma in realtà sono quanto di più perfetto esista nell’Universo. Anche la mia pittura sembra casuale e “inconsapevole”, in realtà è anche il risultato di regole apprese o scoperte e di ricerche molto precise e ripetibili, frutto di una costante sperimentazione eseguita su materiali e su idee. Per questo ho scelto come materiale la terra, con i suoi pigmenti naturali dai molteplici colori e li ho legati con un elemento altrettanto naturale, la resina degli alberi da frutto sciolta nell’acqua, che è uno straordinario collante e un perfetto fissativo. La mia pittura ha come strumenti principali la manualità e la gestualità, poiché il contatto con il “medium”, per essere proficuo, deve avvenire in modo concreto e diretto, in una completa “full immersion” nel mondo naturale; in questo modo l’animo viene liberato da ogni oppressione e la pittura diventa un potente strumento catartico. Nei “segni”, nei “graffiti” e nelle “tracce” eseguite con i pigmenti naturali emerge tutto il mio amore per la “Terra Madre”, tramite essi mi avvicino alla memoria ancestrale dei nostri antenati e mi sembra di vivere un ritorno alle origini ed all’essenza della vita. Alle terre affianco nel mio lavoro una vasta gamma di supporti e materiali naturali, quali il legno grezzo dalle bellissime venature, la tela di sacco, il sughero, il cartone, la rete, le sabbie, il vetro, l’ardesia, a cui aggiungerò i metalli, in una ricerca costante di possibilità espressive… La pittura con le terre rappresenta il momento attuale, e più felice, della mia ricerca artistica, che è cominciata fin da bambina, seguendo le tecniche canoniche del disegno e della pittura, passando anche per la fotografia, il fumetto, la musica e il teatro. Fondamentale è stato nel 1997 l'incontro con il pittore genovese Andrea Bagnasco, fondatore del "Gruppo delle Terre", che ha segnato una svolta nella mia ricerca, indirizzandola verso nuovi esperimenti cromatici e stilistici. Con Andrea, caro amico e valente artista, ho compreso che dipingere con la terra significa scendere alle radici delle “cose”, perseguendo i valori più essenziali della vita. Dicembre 2006 7
La terra imprigionata in forme inusitate e senza tempo
Clotilde Paternostro
Ci sono luoghi che più di altri riflettono lampi della memoria primordiale della nostra Anima. Forme senza tempo e magnifiche invenzioni. Ama la terra Carmen Spigno; l'amore per la campagna è il veicolo che conduce l'artista a pitture inusitate, inedite. Ama la terra l'artista ma non la terra in senso lato bensì la terra quale zolla, elemento vivo della campagna; terra quale zolla lavorata e impastata, stesa con le dita sulla tela o su qualsiasi supporto possibile (carta, legno, stracci). La mano lavora la zolla che posta al sole diviene pulita, sgranata dai residui; passata al setaccio si muta in polvere; mescolata poi, questa, alla resina degli alberi da frutta (collante perfetto), forma un amalgama denso, e la mano ancora lo plasma lasciando «impronte», e «tracce» sugli alberi soprattutto. Un quid panteistico e affascinante, mondo primigenio; la natura per la natura. Una tesi astratta accoglie la poetica della Spigno. Non forme volute ma sempre e comunque «forme» e spontaneamente nate. A sua insaputa e senza volontà alcuna l'artista crea immagini astratte e materiche (informale-materico); ne sorgono forme attraenti e bizzarre. Permangono anche le striature del tronco; si formano an-se voluttuose in perfette diagonali; altrove si evidenziano masse granulose (la corteccia dell'albero) sul piano liscio sottostante. Amore per la natura e per la materia, e la più naturale per eccellenza: la terra. Ha la terra dramma o fatica? Queste «tracce» accennano ad un sì perpetuo: Panico (2005), The door (2005), Immagini interiori XI (2006). Un traslato dunque, calchi di pensieri. Tutto è imprevisto in questa pittura e di grande effetto; immediato è il pensiero che alla natura riporta; è la terra, la materia; e il giuoco delle combina−zioni improvvise dà luogo al segno di un interiore travaglio, molto ben esemplato, questo, nei lavori della Spigno. Sono, in realtà, lavori inquietanti e lusinghe di una serenità davvero inesistente in natura e così nell'uomo, dominatore della terra e del suo continuo divenire molto ben narrato in queste tele della pittrice «inconsapevole». Il colore le renderà poi fervide creature dell'immaginario collettivo e immaginifico. Una interessante materia pittorica questa della Spigno, per soluzioni improvvise e attraenti volute dalla solerzia di una pittrice inquieta dall'istintiva passionale adesione alla natura e alla vita. Ottobre 2006
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Tra pittura e natura
Luciano Caprile
Tra pittura e natura corre da sempre un rapporto legato all'immagine, alla sua traduzione sulla tela o sulla carta, a certe percezioni scaturite al di là della stessa iconografia. Pensiamo agli acquarelli infuocati e informali di Turner, pensiamo alle seduzioni ottiche e tattili degli impressionisti, dei fauves e di tutti gli artisti che si sono avventurati nel territorio magico di una creazione sollecitata dai sottoracconti che andavano a incidere la sensibilità, l'inconscio di chi confrontava il proprio sguardo interiore con quello più ampio e segreto della natura. Anche Carmen Spigno ha seguito un analogo procedimento narrativo, usando il medium della stessa terra, per evocarne le segrete emozioni. La sua folgorazione in tal senso è avvenuta nel 1997 allorché ha conosciuto Andrea Bagnasco, fondatore del "Gruppo delle terre", che gli ha aperto inattesi orizzonti di indagine e di espressione. Dipingere con i materiali che si incontrano nelle campagne, usare resine e pigmenti non artificiali, è attivare un procedimento che entra nel cuore di quella sostanza da indagare e da ricostruire in forma di colloquio; è raggiungere quella simbiosi tra artista e materia (da considerarsi contemporaneamente quale mezzo e quale fine) che si ottiene talora tra artista e gesto guidato dall'inconscio con stupefacente puntualità "descrittiva". Si tentano insomma quelle corde altrimenti precluse a chi si accontenta di un approccio più distaccato e più superficiale, a chi persegue soltanto la veste esteriore di un contatto pittorico. Attraverso tale procedimento si deve sempre individuare un accordo tra la necessità espressiva dell'autore e le caratteristiche (se non addirittura le esigenze) della sostanza che di volta in volta viene presa in esame per le sue evidenze cromatiche e fisiche da combinare e da armonizzare per quella specifica dichiarazione. Non siamo quindi al cospetto di un racconto descrittivo (in tal caso l'intero procedimento naufragherebbe nell'espediente), ma di un cammino metamorfico in perpetuo divenire (come succede a tutti gli eventi che maturano e si trasformano in natura) da collocare e da formulare in termini di concretezza su un supporto che lo accolga e ne sottolinei le peculiarità. Un'impresa non agevole che Carmen Spigno ha avviato con entusiasmo e che le procura in ogni occasione emozioni insperate. Tra le prime prove scaturite secondo tale ottica emerge "Il Guerriero" del 1998, un lavoro su carta risolto da linee che si intrecciano, si intersecano. È messa in atto la metodica del dripping, dove il caso viene sorvegliato e guidato. Qui è ancora il segno, il gesto a prevalere su una sostanza sciolta in colature e raggrumata nella resina d'origine arborea che lascia trapelare il bianco della superficie di sostegno. "Africa" dello stesso anno si avvale invece del legno come base su cui articolare un ordito di viaggi sinuosi. Le tonalità chiare che si alternano a quelle brune, e le zone più dense, che si specchiano nello svolgimento pittorico, trovano un'attiva partecipazione nella superficie che diviene essa stessa suggerimento e motivazione dell'intero ordito. Con "Vulcano" del 1999 si assiste a una fermentazione percettiva di un nucleo che si espande in gemmazioni, in fioriture licheniche pronte a lasciar trasparire una luce. Tale ricerca sperimentale, guidata dalla materia e dalla continua sollecitazione delle forme articolate con prepotente urgenza sui diversi supporti (si assiste a una reciproca sfida e a un confronto avvincente e persuasivo tra la manipolazione dell'artista e la materia che intende imporre la propria fisicità e le proprie peculiarità tonali), conduce a 9
sorprendenti esiti. È il caso di "Mondo sommerso IX" che accoglie sulla tela le terre, le resine naturali e l'oro in un amalgama sabbiato, granuloso, fluttuante verso l'alto, tra frammenti di oscurità e lampi di trasparenza, di desiderio armonico, di leggerezza. In tale frangente i grani si comportano come un pulviscolo di delicatezza, come una costante sottolineatura di percorso, come una memoria da coltivare. Altro discorso compete a "Tastiera cromatica" del 2001. Se nelle precedenti occasioni il pensiero poteva correre, almeno idealmente, al Fautrier degli "Otages" e al Masson delle "Sabbie", ora questa deflagrazione ci porta in grembo al Baj o al Bertini "nucleari" che hanno saputo coniugare il dripping all'emozione catastrofica dettata dal momento (ci riferiamo agli esordi degli anni '50). "Vortice rosso" si avvale di una veemenza concettuale e gestuale promossa dal contrasto timbrico che risuona nel fuoco dell'opera (quei rossi e quei neri che si incontrano e si sfrangiano in una reciproca consunzione) e nella grana sabbiosa che fa da corona all'evento centrale. Un ulteriore elemento di coagulazione materica ci viene offerto da "Esplosione candida", dove la liquidità gessosa modula sulla faesite pieghe e dissolvenze in rilievo sospese nel vuoto, al limitare dell'oscurità rigata di una carta geografica che evidenzia un continente in espansione di bianchi assediati da corone brune. In molte situazioni, l'abbiamo detto ma ci piace ricordarlo, è la natura a suggerire, a imporre i tragitti pittorici con i suoi segnali ineluttabili. Carmen Spigno si serve spesso del legno e dei disegni che percorrono le anime del tronco per inserirvi un personale racconto in sintonia col racconto intimo dell'albero. Tutti gli artisti, a partire dall'antichità, si sono fatti suggestionare dalle macchie e dalle muffe cresciute sui muri per attivare la propria capacità creativa. Alla nostra autrice è capitata la medesima cosa. Se ci accostiamo a "Bosco e magia" del 2002 possiamo notare come gli azzurri e i marroni seguano le tracce e i nodi ascensionali del legno in un susseguirsi di pause e di lievitazioni di pensiero che fluisce e si innesta nel pensiero più ampio e misterioso che ci compete. Il discorso prosegue e diviene più complesso con "Oltre III" perché qui si cerca di coniugare in forma più corposa, più concreta oserei dire, il sottoracconto originale della tavola con il ritmo della sostanza che si depone, si addensa ma non cancella la trama, anzi ne esalta i suggerimenti secondo improvvise finestre o aperture a margine che dettano ritmo al successivo accumulo. Cosicché il lavoro d'impasto, di solidificazione e di disposizione cromatico-granulare sembra una conseguenza logica del presupposto colloquiale instaurato tra Carmen Spigno e il suo elemento di partenza. Ci troviamo pertanto al cospetto di un processo che per manifestarsi esige la partecipazione dei due poli dell'evento, la natura e l'artista, per un rapporto di crescita e di curiosità che non deve conoscere cedimenti affinché il miracolo dell'apparizione dell'opera conclusa si accompagni al miracolo di un'intesa maturata attraverso l'indagine di noi stessi e della natura che ci accoglie.
Febbraio 2003
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Tracce di terra e di libertà in Carmen Spigno
Silvia Bottaro
Henri Michaux ha scritto: “Chi lascia una traccia, lascia una piaga”. Una frase che ci porta ad una riflessione: le tracce scritte nella natura dal tempo geologico in poi sono piaghe? Oppure “segni” vitali di un percorso della civiltà? Queste domande sembrano affollarsi intorno alla ricerca che Carmen Spigno da alcuni lustri porta avanti con salda volontà di ricercatrice sui materiali, sul loro uso. Dalla carta (quella a righe dei cartoncini zigrinati a quella tirata a mano con la trama evidente), alla tela (da quella di iuta da sacco neutra a quella classica da supporto per pittori), dalle terre (la sabbia dei nostri arenili, quella verde proveniente dalla zona genovese) alle resine (certe “ambre” dei pruni, dei ciliegi, dei meli e dei peschi), al legno (di pino, di larice, ecc.). Carmen Spigno, prima di essere una persona dedita alla creatività, è profondamente convinta che il paesaggio con la sua vita vegetale, con la sua articolata geografia fa parte della nostra cultura e deve essere rispettato perché ciò favorisce e scandisce meglio la qualità della vita dell’uomo: Garlenda, la magica terra dove vive e lavora, così ricca di verde, di piccoli e odorosi giardini dove i limoni giocano con i boccioli delle rose, è il luogo ideale dove sperimentare, inventare, provare, operare. In tale ambito prendono forma, via via, i percorsi della Spigno sempre sottolineati dal suo amore per la libertà d’espressione: una tavola di legno, a volte, presenta quei nodi e quelle linee curve, ondulate, eleganti e sensuali scritte dall’età del tronco dell’albero e la Spigno, con grande sensibilità e rispetto, segue quella naturale opera d’arte che la natura ha formato e ben poco vi aggiunge. La tradizione, diceva Thomas Stearns Eliot, non la possiamo ereditare, ma chi la vuole deve conquistarla con grande fatica: rimasticare la vita, parafrasando “Enrico IV” di Pirandello, è la libertà, che in un certo senso, segue Carmen Spigno. Guardare le sue opere, da quelle più lontane svolte sulla carta e con le colature di colore tanto da raffigurare forti guerrieri, oppure ascoltare la musicalità interiore dei suoi “ritmi musicali”, svolti sulla diagonale di un ipotetico rigo dove la mano della Spigno riesce a mescere, con alchemica capacità, una tavolozza a volte rarefatta, altre volte materica tanto da divenire scultorea, significa ascoltare la voce della terra, assaporare albe e tramonti, respirare le resine dei boschi incantati delle nostre alpi e dei nostri appennini. Certe trasparenze, venature, increspature da macramè, reticoli sottili e delicati dei merletti al tombolo, composizioni geometriche informali desunte dal caleidoscopio della natura ci conducono al di là ed al di fuori della monotonia odierna, della omogeneità delle immagini, della comunicazione pubblicitaria per arrivare ad una introspezione inaspettata, ad una sorta di ricerca di lidi antichi e sconosciuti per poterci fermare a riflettere, a capire le emozioni. Le sue tele paiono terreni dissodati per seminare versi nuovi. Il fascino di certe raffigurazioni vegetali si tramuta in una vitalità fantasiosa che sfocia in creazioni verticali, guizzanti, serpentine, in un universo di segni comunicativi, di ghirigori sorti dal gesso nel colore assoluto del bianco virgineo, immacolato, onesto. Fantasia, immagini che trasmettono calore, stupefazione ed entusiasmo. La natura è percepita quale arte di per sè: come possiamo non essere concordi! Le opere di Carmen Spigno sono difficili sotto l’aspetto della comunicazione? Non direi, mi sembrano, invece, alquanto coinvolgenti: sono pensieri e come ha scritto Pascal, “il pensiero fa la grandezza dell’uomo”. 11
Abbiamo esordito chiedendoci se le tracce della tradizione sono piaghe, dopo l’osservazione dei lavori della Spigno possiamo affermare che le “piaghe” sono semmai le ferite consce che l’uomo oggi compie sul territorio offendendolo, ma tale atteggiamento negativo, quasi sempre, parte dalla non conoscenza della natura in cui si vive. La Spigno cerca di renderci edotti su tale versante e, quindi, la sua pittura è, anche, arte divulgativa e didattica nel senso più positivo del termine: conoscere per tutelare e valorizzare. La creatività di Carmen Spigno ci sorprenderà ancora perché, la sua ferma volontà di ricerca, la porterà ad ulteriori traguardi.
Gennaio 2005
Il dialogo con la Buona Terra
Ugo Ronfani
Gentile Signora, la conversazione che abbiamo avuto ieri alla "vernice" mi ha confermato sia l'impegno che la coerenza della Sua ricerca. Che non è, come spesso accade, ricerca di pura forma, ma di contenuti e di necessità espressiva: cercare nei "segni" e nelle "tracce" disseminati dagli elementi costitutivi della natura (quelli che i pre-socratici leggevano ed interpretavano in cerca dell'armonia mundi) i grandi universali che consentono all'uomo di uscire dalla solitudine del "mondo come rappresentazione" (è stata per secoli la "fatica di Sisifo" della pittura e delle arti in genere) per immergersi, come Francesco nel Cantico delle Creature, nel "dialogo delle beatitudini" degli esseri e le cose. Tanto più l'attenzione - la contemplazione - delle cose del creato è minuta (per Lei le terre e le resine, le pietre e i fossili, i graffiti del tempo,…), tanto più, come suggeriscono certe religioni, ci si può accostare al mistero che ci governa. Per questo stabilivo, conversando con Lei, un rapporto fra la Sua pittura e la poesia di Sbarbaro, che andava in cerca dei licheni della Liguria per nutrire di colori e di ritmi i suoi versi. Per questo le consigliavo di leggere le pagine di Gaston Bachelard (1884-1962) sulla Psicanalisi degli elementi: dai pre-socratici a Freud, dall'arte come ragione all'arte come rapporto fra l'inconscio e il mondo. La luce, variando, è la prova dell'esistenza del tempo: Le auguro di portare avanti il Suo dialogo con la Buona Terra in ogni momento delle stagioni della vita. Aprile 2004 12
Mara Giovine Scavuzzo Ammiro il tuo entusiasmo, le tue molteplici attività. Sei donna di vere “passioni”. E quindi splendida. Chi ama l'arte, l'uomo, gli ideali e le idee come te, e ad esse si dedica con generosità, è creatura di luce. Solare. Grazie dunque di esistere. C'è veramente un enorme bisogno di persone come te tra tante anime morte… Gennaio 2002
Carlo Cormagi Tumulto delle materie modulate nella forma, là dove il groviglio denuncia l'oscuro dramma dell'esistere. La soluzione formale si dipana e si tempera in nuovi piani schematici e la verticalità dei frammenti inaugura un inedito universo di segni. Maggio 2001
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Opere 1997 - 2006
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anno 1997
AFRICA, 1997 terre e resine naturali su tavola cm. 75 x120 16
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IL GUERRIERO, 1997 terre e resine naturali su carta cm. 100 x 150 18
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anno 1998
MEMORIA DI FARFALLA, 1998 terre e resine naturali su tela cm. 100 x 70 20
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anno 1999
FREUD, 1999 terre e resine naturali su faesite cm. 84 x 97 22
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ICARO, 1999 terre e resine naturale su carta cm. 70 x 100 24
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VULCANO, 1999 terre e resine naturali su cartoncino cm. 35 x 50 26
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anno 2000
ANDALUSIA, 2000 terre e resine naturali su cartoncino cm. 100 x 70 28
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MONDO SOMMERSO IX, 2000 terre, resine naturali e oro su cartone cm. 80 x 100 30
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ORTOGRAFIA MATERICA, 2000 terre, resine naturali e gesso su legno cm. 40 x 100 32
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anno 2001
CROCIFISSIONE, 2001 terre, resine e gesso su tavola cm. 25 x 37.5 34
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ESPLOSIONE CANDIDA, 2001 terre, resine e gesso su faesite cm. 70 x 70 36
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TASTIERA CROMATICA, 2001 terre, resine naturali e oro su tela cm. 75 x 150 38
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VORTICE ROSSO, 2001 terre e resine naturali su faesite cm. 60 x 80 40
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anno 2002
BOSCO E MAGIA, 2002 terre e resine naturali su tavola cm. 90 x 120 42
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DIAGONALE, 2002 terre e resine naturali su sacco cm. 80 x 110 44
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MAGMA, 2002 tecnica mista su faesite cm. 50 x 70 46
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OLTRE III, 2002 terre e resine naturali su legno cm. 30 x 120 48
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SPAZI SIDERALI, 2002 terre e resine naturale su legno cm. 70 x 100 50
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anno 2003
ARIA, TERRA E FUOCO, 2003 terre, resine, gesso e oro su tela 3 x cm. 30 x 120 - Le etĂ dell'Uomo 52
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ARMONIA NATURALE, 2003 terre, resine gesso e oro su sacco cm. 60 x 90 54
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CORTECCE, 2003 terre, resine naturali e gesso su tela cm. 40 x 40 56
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LE TORRI DI YSENGARD, 2003 tecnica: terre, resine e gesso su sacco cm. 60 x 90 58
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MEDITERRANEO XIII, 2003 terre, resine e gesso su legno cm. 86 x 50 60
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anno 2004
AGLI INFERI, 2004 polimaterico con terre su tavola cm. 70 x 35 62
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TRACCE, 2004 serie "terra bianca e sabbie" su tavola cm. 45 x 45 64
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IL MITO DI ORFEO, 2004 installazione di pannelli con terre, resine e gesso su tavola cm. 30 x 40 (particolare) 66
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OSCILLAZIONI RITMICHE, 2004 terre, resine naturali e rete su tela cm. 50 x 130
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PEGASO, 2004 polimaterico con terre su sacco cm. 120 x 40 70
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SEDIMENTAZIONI, 2004 polimaterico con terre su tavola cm. 55 x 45 72
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anno 2005
AMO ANTONI CLAVÉ, 2005 polimaterico con terre cm. 30 x 90 74
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FRAMMENTAZIONI X, 2005 carte diverse, sughero e terre su tavola cm. 50 x 72 76
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IL MONDO DI DEMIAN XXI, 2005 terre e resine naturali su carta di giornale cm. 50 x 35 78
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I MURI I, 2005 polimaterico con terre su tavola cm. 25 x 35 80
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RICERCA XXXI - XXXII, 2005 polimaterico con terre e bronzina su tavola 2 x cm. 32 x 60 82
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RITORNO ALLE ORIGINI XI, 2005 terre e resine naturali su carta cm. 70 x 50 84
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anno 2006
ALCHIMIE, 2006 polimaterico con terre su faesite cm. 90 x 90 86
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DENTRO DI SÉ, 2006 terre e resine naturali su tela cm. 60 x 60 88
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ELABORAZIONE VIOLA, 2006 terre e resine naturali su carta su sacco cm. 75 x 100 90
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FLUTTUAZIONI, 2006 terre, resine naturali e sabbie su tavola cm. 60 x 130 92
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IMMAGINI INTERIORI XI, 2006 terre e resine naturali su cartoncino cm. 76 x 53 94
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SEGNI, 2006 terre e resine naturali su faesite cm. 90 x 90 96
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FILIGRANE I, 2006 terre e resine naturali su carta cm. 50 x 70 98
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TRAMATURE III, 2006 terre e resine naturali su carta su tela cm. 60 x 80 100
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MODULARITĂ I - II - III - IV, 2006 installazione con terre e resine naturali su carta su tela 4 x cm. 60 x 60 102
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Note biografiche Nata a Diano Marina (IM), in Liguria, fin dall'infanzia si è dedicata con passione al disegno ed alla pittura. La vera e propria attività artistica risale al periodo della frequentazione del gruppo del C.I.A.C. (Centro Italiano Artistico Culturale) di lmperia, diretto dal maestro Giuseppe BALBO di Bordighera, cofondatore del Festival Internazionale del Fumetto. Com’è codificato per l'artista-donna, per molti anni tale attività è stata condizionata dagli impegni della famiglia e della professione di insegnante, nella quale ha profuso la sua creatività, praticando un metodo di insegnamento innovativo fondato sul disegno e la pittura come elementi sinergici e maieutici. Innumerevoli infatti i premi vinti dai suoi alunni in concorsi artistici nazionali ed internazionali ed altrettanto numerosi gli ex-allievi tuttora impegnati con successo nel campo delle arti grafiche e visive. Numerosi sono stati i corsi di aggiornamento professionale per insegnanti da lei tenuti come docente su incarico dell'I.R.R.S.A.E. Liguria. Nel 1997, insieme con l’olandese Rudolf Neervort Van de Poll ed il tedesco Carl Schoenfeld, è stata fra i fondatori dell'associazione artistico-culturale “Amici nell'Arte” di Garlenda (SV) che annovera nomi prestigiosi del panorama europeo e della quale è presidente. Dal 1998 è consulente artistico-culturale per il Comune di Garlenda e si occupa dell’organizzazione di manifestazioni culturali e mostre d'arte, note per l’originalità e la varietà dei contenuti e realizzate con lo scopo primario di divulgare l’amore per l’arte e la cultura. Vari critici e giornalisti si sono occupati del suo lavoro. Fra questi: Luciano Caprile, Ettore Cerruti, Ugo Ronfani, Clotilde Paternostro, Francesco Gallea, Carlo Cormagi, Silvia Bottaro, Arnaldo Fontana, Annalisa Rossi, Ferdinando Molteni, Massimo Boero, Barbara Testa, Mara Giovine Scavuzzo, Wolfgang Meixner, Donata Mora, Patrizia Gioia, Aldo Ghidetti, Romano Strizioli, Luciano Corrado, Stefano Mentil, Dario Freccero, Marisa Siffredi, Claudio Almanzi, Alberto Sgarlato, Gemma Lugaro ed altri. La pittrice ha partecipato a numerose mostre personali e collettive, in Italia, Francia, Germania, Spagna, Svezia e sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private. Vive e lavora a Garlenda (SV), ove ha l’atelier d’arte. 105
Mostre principali 1997 “Dipingere con le Terre”, con Andrea Bagnasco, Garlenda (SV), Castello Costa–Del Carretto 1998 “Terre di Liguria”, Personale, Garlenda (SV), Castello Costa–Del Carretto 1999 “Garlenda, punto d'incontro...”, Biennale di pittura e scultura, Garlenda (SV), Castello Costa–Del Carretto – “Incontri”, Personale, Alassio (SV), Studio Arredo–Design Melgrati 2000 “In cammino per la Pace”, Rassegna Internazionale di Arte Contemporanea, Garlenda, Castello CostaDel Carretto e Savona, Palazzo Nervi – “Omaggio ad Aldo Capasso”, Collettiva d'Arte, Savona, Palazzo Nervi – “Trofeo Brera 2000”, 1ª edizione (medaglia d'argento), Milano, “Galleria d'Arte 2000” 2001 “L'anima delle donne”, Lainate (MI), Villa Litta – “Percorsi femminili”, Mostra di Arte Contemporanea, Milano, “Galleria d'Arte 2000” – “Arte Ligure”, Palazzo Taverna, Arconate (MI), “Galleria d'Arte 2000” – “Ginevra – Arte e Musica”, Garlenda (SV), Castello Costa–Del Carretto – “Astrazioni di immagini, sensazioni reali”, Personale, Savona, Villa Cambiaso – Premio Internazionale d’Arte e Cultura “InterArt”, Carrara e Hallstahammar (Svezia) – “Il gioco nell’arte”, Sanremo, Villa Ormond – “Donne in cammino”, Diano Marina (IM), Palazzo del Parco 2002 “L’Arte per l’ADMO”, Loano, Palazzo del Kursaal – “Astrazioni di immagini, sensazioni reali”, Personale, Milano, “Galleria d'Arte 2000” – “Fiabe e Magia”, Chiavari (GE), Scuola d’Arte Statale – “Arte Italiana in Provenza”, Aix–en–Provence (F), Galerie des “Amis des Arts” – “Fiabe e Magia”, Alassio (SV), ex–Chiesa Anglicana, con la partecipazione di Emanuele Luzzati 2003 “Mediterraneo”, Treviri (Trier), Germania, “Tuchfabrik” – “Il Sogno di Aleramo”, Barolo (CN), Castello Comunale, Garlenda (SV), Castello Costa-Del Carretto e Alassio (SV), ex-Chiesa Anglicana – “Mediterraneo”, Cagnes–sur–Mer, Francia, Maison des Artistes – “La Voce della Natura”, Personale, Loano (SV), Galleria “Merchionne” – “Ginevra – Arte & Musica” – 3ª edizione, Garlenda (SV), Castello Costa–Del Carretto 2004 “Arte e Artigianato”, Apricale (IM), “Castello della Lucertola” – “Italienischer Sommer”, Personale, Schönecken/Eifel, Germania, Galerie “Altes Amt” – “Sedimentazioni”, Personale, Albenga (SV), Galleria UCAI – “Il mito di Orfeo”, Garlenda (SV), Castello Costa–Del Carretto – Mostra Benefica “Telethon”, Genova, Palazzo delle Entrate – “SaturArte”, Genova, Galleria “Satura” 2005 “Ritorno alle origini”, Personale, Milano, “SpazioStudio” (14–23 aprile 2005), Albisola Marina (SV), Galleria “Eleuteros” (2–27 luglio 2005) e Montecarlo, Monaco, Association des Jeunes Monegasques (7– 23 luglio 2005) – “Ginevra in blues”, Garlenda (SV), Castello Costa–Del Carretto (30 luglio–30 agosto 2005) 2006 “Storia di terre”, Personale, Sestriere, “Grand Hotel Sestriere” (4 febbraio–31 marzo 2006) – “Italienischer Sommer 2”, Personale, Schönecken/Eifel, Germania, “Vieille Eglise” (maggio 2006) – “Labirinti”, Garlenda (SV), Castello Costa–Del Carretto (22 luglio–31 agosto 2006) – “Percorsi Paralleli”, Albenga (SV), Galleria Scola (16-31 dicembre 2006) 106
Riferimenti bibliografici 1998 F. Gallea, “Recensione”, Garlenda Notizie, Ceriale (SV) – P. McLee, “Carmen's Home Page”, www.amicinellarte.it, Web – ArtStudio, “Artisti Liguri”, www.artstudio.it, Web 1999 G. Musso, G. Pigoli, “Garlenda, punto d'incontro...”, catalogo, Albenga (SV) – R. Strizioli, “Mostre d’Arte nell’antico castello”, La Stampa, Savona 2000 F. Gallea, “In cammino per la Pace”, catalogo, Albenga (SV) – Casa Editrice Alba, “Art CD 2000”, CD–ROM artistico multimediale, Ferrara – AA.VV., “Arte & poesia”, Corriere dell'Arte, Torino – Artistiland, “Artisti nella rete”, www.artistiland.com, Web – N. Pizzo, “Dipingere con le terre di Liguria”, Cultura Ingauna, Albenga (SV) 2001 B. Testa, “Dalla cattedra al cavalletto”, Il Secolo XIX, Savona – AA.VV., “Vernici”, Corriere della Sera, Milano – P. McLee, “Le terre infinite di Carmen Spigno”, Villa Cambiaso, Savona – Redazione Gallerie Italiane, “Personale”, www.gallerieitaliane.com, Web – T. Martucci, “Appuntamenti con l’Arte”, ArteCultura, Milano 2002 P. McLee, “Ginevra – Arte&Musica”, catalogo su CD–ROM interattivo multimediale, Garlenda – M. Boero, “Le fiabe ad Alassio”, La Stampa, Savona – S. Campese, “Favole, magie ed immagini”, Il Secolo XIX, Savona – F. R., “Les amis italiens sur le cours Mirabeau”, Le journal Provencal, Aix-en-Provence – M. Boero, “Gli artisti di Garlenda in Provenza”, La Stampa, Savona – “Arte italiana in Provenza”, L’Eco della Riviera, Imperia 2003 L. Caprile, “La voce della Natura”, catalogo, Loano (SV) – A. G, “Spigno e Lusso, pittura di inquietudini”, Il Secolo XIX, Savona – M. Boero, “Spigno e Lusso in mostra a Loano”, La Stampa, Savona – AA.VV., “Il Sogno d’Aleramo”, catalogo, Alba (CN) – “Mediterranes Flair”, Trierer Zeitung, Trier (D) – M. Boero, “Da Garlenda in Germania, artisti liguri in trasferta”, La Stampa, Savona 2004 R.G. Scho, “Italienisches Ambiente in der Eifel–Toscana”, Prümer Zeitung, Bitburg (D) – A.A.V.V., “Kunst–Garten Eifel”, Eifel Journal, Schönecken (D) – S. Bottaro, U. Ronfani, V. Accigliaro, “Il mito di Orfeo”, catalogo, Finale L.re (SV) – M. Boero, “Terre colorate e resine della Liguria”, La Stampa, Savona – F. Molteni, “Arte e musica nel castello”, Il Secolo XIX, Savona – S. Bottaro, “Il mito di Orfeo”, Pigmenti, Savona 2005 S. Bottaro – U. Ronfani, “Ginevra in Blues”, Giornale d’Arte, Finale L.re (SV) – I. Pastorino, “Tre mostre di Carmen Spigno”, La Stampa, Savona – F. Molteni, “Con Piu, Carmen Spigno e Dangelo scendono in campo le gallerie”, Il Secolo XIX, Savona – A.A.V.V. “Rassegna d’Arte”, catalogo QuilianoArte, Savona – AJM, “Une expo signée Carmen Spigno, News Monaco, Montecarlo – “Exposition de Carmen Spigno, peintre abstrait”, Les Essentiel Monaco, Montecarlo, – “Agenda International”, Cactus, Montecarlo – “Gli eventi di Luglio 2005”, La Stampa, Monaco 2006 R. Strizioli, “L’arte della Spigno fra le nevi del Sestriere”, La Stampa, Savona – C. Almanzi, “Spigno artista ‘olimpica’”, Gente di Riviera, Albenga – S. Vandone, “Lo spirito della terra: emozioni sulla tela di Carmen Spigno”, Gente di Riviera, Albenga – F. Molteni, “Scuola di Nudo dal vero”, Il Secolo XIX, Savona – W. Accigliaro – S. Bottaro – U. Ronfani, “Labirinti”, catalogo, Finale L.re (SV) – C. Paternostro, “La terra imprigionata in forme inusitate e senza tempo”, L’Osservatore Romano, Roma. 107
Terra “Un pezzo di terra è come un libro. Una persona saggia può guardare le pietre e le montagne e leggervi storie più vecchie del primo essere vivente che camminò sulla terra. Nascoste nella terra ci sono le ossa di animali giganteschi e piante che morirono prima che la prima gente vivesse. E da quando la prima gente ha fatto case sulla terra, molte altre persone e tribù sono venute e andate. La terra ancora le ricorda e conserva le loro case e le altre cose che hanno lasciato indietro. Oggi tu puoi guardare la terra e le strade, le città, i campi che si possono vedere su di essa, e puoi imparare molto su come la gente vive adesso. Da sempre la terra conserva segreti su come la gente potrà vivere in futuro. Perché la terra è molto vecchia e un libro non può dire tutto ciò che vi è scritto.” da “Between Sacred Mountain”
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Finito di stampare nel mese di Febbraio 2007 Tipografia Bolla - Finalborgo - Consorzio Artigiano Castel Govone
pittrice via Verneto, 10 17033 Garlenda (SV) tel. 0182.582351 cell. 338.8504478
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