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Carmen Spigno è nata a Diano Marina (IM), in Liguria, e fin dall’infanzia si è dedicata al disegno ed alla pittura, manifestando estro creativo. Insegnante elementare, specializzata in educazione all’immagine, ha istruito per molti anni in questa disciplina schiere di alunni conseguendo ottimi risultati. Numerosi sono stati i corsi di aggiornamento professionale per i maestri da lei tenuti come docente su incarico dell’I.R.R.S.A.E. Liguria. L’Arte, in tutte le espressioni, è sempre stata un polo di riferimento per le sue attività di maestra e di pittrice. L’artista ha partecipato a numerose mostre personali e collettive, riscuotendo notevoli consensi per l’originalità della sua pittura. La sua preparazione artistica, oltre che a livello personale ed accademico, è stata formata presso il Centro Italiano Artistico Culturale (C.I.A.C.) di Imperia, diretto dal pittore Giuseppe Balbo, di Bordighera e fondamentale è stato l’incontro con il genovese Andrea Bagnasco, pittore con terre naturali, fondatore del “Gruppo delle Terre”. Letteralmente affascinata dagli incredibili colori delle terre, si è dedicata anch’ella alla pittura con i pigmenti naturali. Nella sua pittura, attraverso i “segni” e i “graffiti” e tramite i colori incontaminati della terra, emergono l’amore per la Natura e le inquietudini spirituali del nostro tempo. Dice la pittrice: “Nella nostra terra di Liguria la pittura con i pigmenti naturali e le resine diventa un mezzo straordinario per esprimere non solo ciò che si
vede, ma ciò che si sente, si pensa e si sogna. Attraverso la terra, elemento tangibile e plasmabile, la pittura si concretizza sulla tela come scaturita dalla memoria ancestrale dell’Uomo: un ritorno alle origini ed all’essenza della vita.” Nel 1998 è stata fondatrice, insieme con l’olandese Rudolf Neervort Van de Poll ed il tedesco Carl Schoenfeld, del Circolo Artistico “Amici nell’Arte” di Garlenda, che annovera nomi prestigiosi del panorama europeo. Attualmente ne è il Presidente. Si occupa dell’organizzazione di manifestazioni culturali e mostre d’arte, patrocinate da enti pubblici e privati, allo scopo primario di divulgare l’amore per l’arte e la cultura. Il Circolo si compone infatti, oltre che di rinomati artisti italiani, anche di tedeschi, olandesi, rumeni, norvegesi, spagnoli, svizzeri e francesi. Dal 1998 si occupa della preparazione di manifestazioni e mostre d’arte, patrocinate da Enti pubblici o privati. Importanti anche le manifestazioni promosse in seno al Circolo, fra le quali è doveroso citare le gare di pittura estemporanea, le mostre d’arte contemporanea, i dibattiti e tavole rotonde a tema, nelle sale del Castello di Garlenda, gli incontri con artisti di altre associazioni. Dal 2001 si cura anche dello svolgimento di corsi di disegno, pittura, ceramica e fotografia promossi dal Circolo “Amici nell'Arte”, attività questa che ha sortito grande interesse sia fra i giovanissimi che fra le persone più in là con gli anni.
Il 27 dicembre 2010 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le ha conferito l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” per meriti artistici. Il titolo le è stato attribuito ufficialmente il 9 giugno 2011 dal Prefetto di Savona Claudio Sammartino, presso la Camera di Commercio di Savona. L’artista vive e lavora in Liguria, dove ha lo studio e la mostra permanente delle proprie opere a Garlenda (SV), in via Verneto 10.
La terra imprigionata in forme inusitate e senza tempo Clotilde Paternostro Ci sono luoghi che più di altri riflettono lampi della memoria primordiale della nostra Anima. Forme senza tempo e magnifiche invenzioni. Ama la terra Carmen Spigno; l'amore per la campagna è il veicolo che conduce l'artista a pitture inusitate, inedite. Ama la terra l'artista ma non la terra in senso lato bensì la terra quale zolla, elemento vivo della campagna; terra quale zolla lavorata e impastata, stesa con le dita sulla tela o su qualsiasi supporto possibile (carta, legno, stracci). La mano lavora la zolla che posta al sole diviene pulita, sgranata dai residui; passata al setaccio si muta in polvere; mescolata poi, questa, alla resina degli alberi da frutta (collante perfetto), forma un amalgama denso, e la mano ancora lo plasma lasciando «impronte», e «tracce» sugli alberi soprattutto. Un quid panteistico e affascinante, mondo primigenio; la natura per la natura. Una tesi astratta accoglie la poetica della Spigno. Non forme volute ma sempre e comunque «forme» e spontaneamente nate. A sua insaputa e senza volontà alcuna l'artista crea immagini astratte e materiche (informale-materico); ne sorgono forme attraenti e bizzarre. Permangono anche le striature del tronco; si formano an-se voluttuose in perfette diagonali; altrove si evidenziano masse granulose (la corteccia dell'albero) sul piano liscio sottostante. Amore per la natura e per la materia, e la più naturale per eccellenza: la terra. Ha la terra dramma o fatica? Queste «tracce» accennano ad un sì perpetuo: Panico (2005), The door (2005), Immagini interiori XI (2006). Un traslato dunque, calchi di pensieri. Tutto è imprevisto in questa pittura e di grande effetto; immediato è il pensiero che alla natura riporta; è la terra, la materia; e il giuoco delle combina−zioni improvvise dà luogo al segno di un interiore travaglio, molto ben esemplato, questo, nei lavori della Spigno. Sono, in realtà, lavori inquietanti e lusinghe di una serenità davvero inesistente in natura e così nell'uomo, dominatore della terra e del suo continuo divenire molto ben narrato in queste tele della pittrice «inconsapevole». Il colore le renderà poi fervide creature dell'immaginario collettivo e immaginifico. Una interessante materia pittorica questa della Spigno, per soluzioni improvvise e attraenti volute dalla solerzia di una pittrice inquieta dall'istintiva passionale adesione alla natura e alla vita.
Tra pittura e natura Luciano Caprile Tra pittura e natura corre da sempre un rapporto legato all'immagine, alla sua traduzione sulla tela o sulla carta, a certe percezioni scaturite al di là della stessa iconografia. Pensiamo agli acquarelli infuocati e informali di Turner, pensiamo alle seduzioni ottiche e tattili degli impressionisti, dei fauves e di tutti gli artisti che si sono avventurati nel territorio magico di una creazione sollecitata dai sottoracconti che andavano a incidere la sensibilità, l'inconscio di chi confrontava il proprio sguardo interiore con quello più ampio e segreto della natura. Anche Carmen Spigno ha seguito un analogo procedimento narrativo, usando il medium della stessa terra, per evocarne le segrete emozioni. La sua folgorazione in tal senso è avvenuta nel 1997 allorché ha conosciuto Andrea Bagnasco, fondatore del "Gruppo delle terre", che gli ha aperto inattesi orizzonti di indagine e di espressione. Dipingere con i materiali che si incontrano nelle campagne, usare resine e pigmenti non artificiali, è attivare un procedimento che entra nel cuore di quella sostanza da indagare e da ricostruire in forma di colloquio; è raggiungere quella simbiosi tra artista e materia (da considerarsi contemporaneamente quale mezzo e quale fine) che si ottiene talora tra artista e gesto guidato dall'inconscio con stupefacente puntualità "descrittiva". Si tentano insomma quelle corde altrimenti precluse a chi si accontenta di un approccio più distaccato e più superficiale, a chi persegue soltanto la veste esteriore di un contatto pittorico. Attraverso tale procedimento si deve sempre individuare un accordo tra la necessità espressiva dell'autore e le caratteristiche (se non addirittura le esigenze) della sostanza che di volta in volta viene presa in esame per le sue evidenze cromatiche e fisiche da combinare e da armonizzare per quella specifica dichiarazione. Non siamo quindi al cospetto di un racconto descrittivo (in tal caso l'intero procedimento naufragherebbe nell'espediente), ma di un cammino metamorfico in perpetuo divenire (come succede a tutti gli eventi che maturano e si trasformano in natura) da collocare e da formulare in termini di concretezza su un supporto che lo accolga e ne sottolinei le peculiarità. Un'impresa non agevole che Carmen Spigno ha avviato con entusiasmo e che le procura in ogni occasione emozioni insperate. Tra le prime prove scaturite secondo tale ottica emerge "Il Guerriero" del 1998, un lavoro su carta risolto da linee che si intrecciano, si intersecano. È messa in atto la
metodica del dripping, dove il caso viene sorvegliato e guidato. Qui è ancora il segno, il gesto a prevalere su una sostanza sciolta in colature e raggrumata nella resina d'origine arborea che lascia trapelare il bianco della superficie di sostegno. "Africa" dello stesso anno si avvale invece del legno come base su cui articolare un ordito di viaggi sinuosi. Le tonalità chiare che si alternano a quelle brune, e le zone più dense, che si specchiano nello svolgimento pittorico, trovano un'attiva partecipazione nella superficie che diviene essa stessa suggerimento e motivazione dell'intero ordito. Con "Vulcano" del 1999 si assiste a una fermentazione percettiva di un nucleo che si espande in gemmazioni, in fioriture licheniche pronte a lasciar trasparire una luce. Tale ricerca sperimentale, guidata dalla materia e dalla continua sollecitazione delle forme articolate con prepotente urgenza sui diversi supporti si assiste a una reciproca sfida e a un confronto avvincente e persuasivo tra la manipolazione dell'artista e la materia che intende imporre la propria fisicità e le proprie peculiarità tonali), conduce a sorprendenti esiti. È il caso di "Mondo sommerso IX" che accoglie sulla tela le terre, le resine naturali e l'oro in un amalgama sabbiato, granuloso, fluttuante verso l'alto, tra frammenti di oscurità e lampi di trasparenza, di desiderio armonico, di leggerezza. In tale frangente i grani si comportano come un pulviscolo di delicatezza, come una costante sottolineatura di percorso, come una memoria da coltivare. Altro discorso compete a "Tastiera cromatica" del 2001. Se nelle precedenti occasioni il pensiero poteva correre, almeno idealmente, al Fautrier degli "Otages" e al Masson delle "Sabbie", ora questa deflagrazione ci porta in grembo al Baj o al Bertini "nucleari" che hanno saputo coniugare il dripping all'emozione catastrofica dettata dal momento (ci riferiamo agli esordi degli anni '50). "Vortice rosso" si avvale di una veemenza concettuale e gestuale promossa dal contrasto timbrico che risuona nel fuoco dell'opera (quei rossi e quei neri che si incontrano e si sfrangiano in una reciproca consunzione) e nella grana sabbiosa che fa da corona all'evento centrale. Un ulteriore elemento di coagulazione materica ci viene offerto da "Esplosione candida", dove la liquidità gessosa modula sulla faesite pieghe e dissolvenze in rilievo sospese nel vuoto, al limitare dell'oscurità rigata di una carta geografica che evidenzia un continente in espansione di bianchi assediati da corone brune. In molte situazioni, l'abbiamo detto ma ci piace ricordarlo, è la natura a suggerire, a imporre i tragitti pittorici con i suoi segnali ineluttabili.
Carmen Spigno si serve spesso del legno e dei disegni che percorrono le anime del tronco per inserirvi un personale racconto in sintonia col racconto intimo dell'albero. Tutti gli artisti, a partire dall'antichità, si sono fatti suggestionare dalle macchie e dalle muffe cresciute sui muri per attivare la propria capacità creativa. Alla nostra autrice è capitata la medesima cosa. Se ci accostiamo a "Bosco e magia" del 2002 possiamo notare come gli azzurri e i marroni seguano le tracce e i nodi ascensionali del legno in un susseguirsi di pause e di lievitazioni di pensiero che fluisce e si innesta nel pensiero più ampio e misterioso che ci compete. Il discorso prosegue e diviene più complesso con "Oltre III" perché qui si cerca di coniugare in forma più corposa, più concreta oserei dire, il sottoracconto originale della tavola con il ritmo della sostanza che si depone, si addensa ma non cancella la trama, anzi ne esalta i suggerimenti secondo improvvise finestre o aperture a margine che dettano ritmo al successivo accumulo. Cosicché il lavoro d'impasto, di solidificazione e di disposizione cromatico-granulare sembra una conseguenza logica del presupposto colloquiale instaurato tra Carmen Spigno e il suo elemento di partenza. Ci troviamo pertanto al cospetto di un processo che per manifestarsi esige la partecipazione dei due poli dell'evento, la natura e l'artista, per un rapporto di crescita e di curiosità che non deve conoscere cedimenti affinché il miracolo dell'apparizione dell'opera conclusa si accompagni al miracolo di un'intesa maturata attraverso l'indagine di noi stessi e della natura che ci accoglie.
I processi evolutivi di Carmen Spigno Francesca Bogliolo “Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita.” W. Shakespeare, La tempesta. Plasmare la terra è un’attività primordiale, carica di significati simbolici: procedere in una relazione artistica con questo materiale è una forma di simbiosi intensa con il passato, con un tempo che era e che è, con chi ha saputo e voluto consegnare la propria testimonianza di vita a una terra che ne ha conservato gelosamente le tracce. Nel suo incedere, Carmen Spigno sembra tenere a mente queste considerazioni, accostandosi alla terra con rispettosa attitudine e lavorandola con la consapevolezza dell’ascolto. Con inusuale potenza evocativa l’artista riporta il proprio mondo interiore sulla tela, destinata a mutare profondamente dopo l’atto creatore: il materiale muto diventa capace di comunicare passaggi in luoghi inesplorati, regalando nuove suggestioni a ogni sguardo. Viene spontaneo allungare la mano verso la tela, e ritrarla subito dopo per non rischiare di interferire con un’immagine onirica, capace di veicolare profondi significati. Le tele di Carmen Spigno sono veri e propri simboli, destinate a unire le anime che ne custodiscano la proiezione, secondo la funzione originaria, quando in un lontano passato la metà di una stessa antica tessera, spezzata in modo irregolare, permetteva a discendenti di famiglie diverse di riconoscersi tra loro: osservandole si ha l’impressione di attraversare paesaggi incontaminati in cui rintracciare echi di inviolate antiche civiltà, i cui volti, segni, espressioni, attendano solamente di essere letti e riconosciuti nella loro essenza da pellegrini alla continua ricerca di se stessi. Viaggiare con gli occhi tra le tele di Carmen Spigno è addentrarsi in percorsi evolutivi che mantengono intatto il senso del mistero, favorendo una profonda riflessione sul senso della vita e dell’arte. Un intenso lirismo pervade la lentezza del procedimento, rendendolo di fatto un’azione poetica e celebrativa della potenza della natura: il tempo trova una sua collocazione tra gli anfratti materici che rivelano l’efficacia espressiva dell’unico materiale utilizzato, le cui fratture sembrano capaci di suggerire nuove dimensioni spaziali.
RENAISSANCE terre e resine naturali su carta intelata cm. 100 x 70
FASE R.E.M. terre e resine naturali su carta su tavola cm. 60 x 80
YELLOW terre e resine naturali su tela cm. 60 x 60
MATERIALS tecnica mista con terre su tavola cm. 50 x 50
PRELUDIO terre e resine naturali su carta intelata cm. 100 x 70
TRAMATURE III terre e resine naturali su carta su tela cm. 60 x 60
DIETRO LA SUPERFICIE terre e resine naturali su tela cm. 60 x 60
OMAGGIO A BURRI polimaterico su tela cm. 80 x 70
MONDI LONTANI I terre e resine naturali su carta intelata cm. 100 x 70
INTARSI tecnica mista con terre su tela cm. 40 x 40
MATERIA VIBRANTE terre e resine naturali su carta intelata cm. 100 x 70
I MURI II terre, resine naturali e gesso su tavola cm. 20 x 30
IL MURO terre e resine naturali su carta intelata cm. 100 x 70
SEDIMENTAZIONI tecnica mista con terre su tavola cm. 45 x 60
ICONA I terre e resine naturali su carta intelata cm. 70 x 100
ARMONIA DI SEGNI terra bianca e sabbia su tavola cm. 45 x 45
ICONA II terre e resine naturali su carta intelata cm. 70 x 100
MEDITERRANEO XIII terre, resine naturali e gesso su legno cm. 86 x 60
RENAISSANCE
TERRE E RESINE NATURALI SU CARTA INTELATA CM. 100 X 70 2016
YELLOW
TERRE E RESINE NATURALI SU TELA CM. 60 X 60 2016
PRELUDIO
TERRE E RESINE NATURALI SU CARTA INTELATA CM. 100 X 70 2016
DIETRO LA SUPERFICIE
TERRE E RESINE NATURALI SU TELA CM. 60 X 60 2016
MONDI LONTANI I
TERRE E RESINE NATURALI SU CARTA INTELATA CM. 100 X 70 2015
MATERIA VIBRANTE
TERRE E RESINE NATURALI SU CARTA INTELATA CM. 100 X 70 2015
IL MURO
TERRE E RESINE NATURALI SU CARTA INTELATA CM. 100 X 70 2015
ICONA I
TERRE E RESINE NATURALI SU CARTA INTELATA CM. 70 X 100 2015
ICONA II
TERRE E RESINE NATURALI SU CARTA INTELATA CM. 70 X 100 2015
FASE R.E.M.
TERRE E RESINE NATURALI SU CARTA SU TAVOLA CM. 60 X 80 2010
MATERIALS
TECNICA MISTA CON TERRE SU TAVOLA CM. 50 X 50 2009
TRAMATURE III
TERRE E RESINE NATURALI SU CARTA SU TELA CM. 60 X 60 2006
OMAGGIO A BURRI
POLIMATERICO SU TELA CM. 80 X 70 2005
INTARSI
TECNICA MISTA CON TERRE SU TELA CM. 40 X 40 2005
I MURI II
TERRE, RESINE NATURALI E GESSO SU TAVOLA CM. 20 X 30 2005
SEDIMENTAZIONI
TECNICA MISTA CON TERRE SU TAVOLA CM. 45 X 60 2004
ARMONIA DI SEGNI
TERRA BIANCA E SABBIA SU TAVOLA CM. 45 X 45 2004
MEDITERRANEO XIII
TERRE, RESINE NATURALI E GESSO SU LEGNO CM. 86 X 60 2003
CARMENSPIGNO “DANZARE CON LA MADRE TERRA”
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pubblicazione a cura di Pascal McLee
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