L U C A D A L L’ O L I O
COME L’INIZIO DI UN NUOVO AMORE
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Nato a Chiari (BS), frequenta il Liceo Artistico a Brescia e si diploma nel 1980 all’Accademia di Belle Arti di Milano. Nel 1986 viene pubblicata la prima monografia dedicata al suo lavoro e intitolata “Luca Dall’Olio, un giovane principe nell’impero dei segni”. Nel 1990, in occasione della mostra a Palazzo dei Diamanti a Ferrara, è pubblicata la monografia “Sedimentazioni Sentimentali”. Luca Dall’Olio ha realizzato per la stazione della metropolitana “Villa Bonelli” di Roma un importante mosaico di 20 mq. Dal 1996 l’artista è presente su alcune navi di lusso della Minoan Lines e della flotta Royal Caribbean Cruise di Miami con opere di grandi dimensioni. I frequenti viaggi intorno al mondo rappresentano per Luca Dall’Olio una continua fonte di ispirazione e osservazione. Partecipa alla XII Esposizione Nazionale Quadriennale di Roma. Espone al Museo Pithecusae di Ischia. Presenta le sue opere alle mostre: “Da Picasso a Botero” al Museo d’arte moderna e contemporanea di Arezzo ed al Palazzo Albertini di Forlì. All’ Archivio di Stato a Roma dal titolo “Artisti in archivio”. Kuratorium Komende Lengmoos Renon. Gigi Montini presenta la monografia “Cos’è il sogno”. Nel 2005 Vittorio Sgarbi e Luciano Caprile propongono il libro “Per fare una poesia”. Nel 2006 la fondazione del Museo Crocetti, dedica all’artista una mostra retrospettiva nei suoi locali di Roma e nell’occasione pubblica il catalogo “Nei desideri del giorno”. Sempre in quell’anno, a cura di Gabriele Boni, la monografia “A cielo aperto”.
Nel 2007 in occasione della mostra nella fondazione Cominelli si pubblica la monografia “Utopia linfa creativa - Luca Dall’Olio e il moderno sogno”. Nel 2009, al Reàl Circulo Artistico – Museo Dalì, Barcellona presenta “Sobra el Papel”. Nel 2011 in occasione della mostra a “Palazzo Oddo” (Albenga – Savona) esce il catalogo a cura di Alberto D’Attanasio “Dell’anima il paesaggio”. Partecipa alla Biennale di Venezia, 54 Padiglione Italia e all’esposizione “Meridiano Acqua Meridiano Fuoco” di Venezia (Magazzini del sale & Cà Zanardi). Nel 2012 partecipa alle mostre “In Chartis Mevaniae” (Perugia – Rocca Paolina), “Visioni di paesaggio” (presso la galleria Denisi, Santa Maria Capua Vetere), “kunStart 12” (presso la galleria DAMarte – Bolzano), e alla “Biennale internazionale del ferro – Bienno 2012” (palazzo Simoni Fè – Bienno, Brescia), Fortezza Spagnola – Porto Santo Stefano (Monte Argentario, GR) e “Il Disebocchio” presso il Museo di Santa Giulia a Brescia. Nel 2013 espone presso la Galleria Civica G. B. Bosio di Desenzano del Garda, presso i Locali espositivi ex Monte di Pietà a Spoleto, presso Just Art a Providence (USA) e Castel del Monte (Andria), presso Garda Kunstaal Spazio Arte a Salò (BS), presso “La Saletta dell’Arte” a Taranto, e presso GlobArt Gallery ad Acquiterme (AL). Nel 2014 espone presso l’Art Gallery Zanini Arte a San Benedetto Po (MN), presso la Galleria d’Arte Contemporanea di Giuseppe Benvenuto a Foggia, e presso Palazzo degli Alessandri a Viterbo. Nel 2015 espone presso Azimut Private Banking Brescia, Fondazione Mazzoleni “Isola delle Rose” Venezia, a cura di Mario Mazzoleni. Scenografie per il programma televisivo “Geo”, Rai 3. “Dell’Anima il Paesaggio”, Festival dei 2 Mondi, a Spoleto a cura di Alberto D’Atanasio.
Paesaggi Paolo Levi I paesaggi di Luca Dall’Olio nascono da un fervore fantasioso, da un gusto particolare per il colore che si diffonde su tutta superficie del supporto in stesure fluide, dense, vibratili e del tutto inedite. Il disegno configura con nettezza un universo onirico, dove le forme della natura e delle costruzioni immaginose sono riportate a una dimensione geometrica primaria, semplificata, volutamente antidecorativa, e di immediata decodificazione. In questa pittura gioiosamente variegata, è la superficie del visibile quella che conta, mentre è arduo ritrovare i significati simbolici sottesi a questi accadimenti metaforici, che sono forse da interpretare come parabole. In verità, Luca Dall’Olio non è pittore di atti gratuiti, e il suo andare per immagini nulla ha da spartire con l’improvvisazione. Egli medita sull’esistente e tramite la bellezza sofisticata delle sue cromie, racconta la condizione umana, presentata in una chiave poetica che si sposa con un sottile avvertimento morale, che solo l’osservatore attento può captare all’interno di questi sapienti gioielli compositivi. Inoltre, chi guarda deve saper cogliere la preziosa valenza di una poetica visiva che si basa sui rapporti tonali, sull’impasto dei pigmenti, sui contrasti segnici delle volumetrie, sulle tracce volatili e volubili di un’immaginazione capace di raccontare quello che di solito si vede solo nei sogni. In molte di queste opere la tavolozza seleziona una cromia di predominanza, condizionando le altre tramite le assonanze delle variabili tonali e le dissonanze dei colori complementari, con effetti di freschezza e dinamismo, malgrado la staticità dell’impianto scenico, che sembra immerso in un’atmosfera artificiale, senza vento, e in un silenzio profondo. Questo dato è particolarmente evidente nelle Notti mediterranee, un concertato di blu e di verdi, dove le presenze gialle e alonate della luna e delle stelle su un cielo sontuoso, corrispondono ai brevi tratti di bianco spumoso che corrono sulla superficie del mare. In questa raffigurazione sono presenti tutti gli elementi paesaggistici evocabili a partire dal titolo: ruderi di colonne greche, pini marittimi, un faro che divide nettamente in due
parti la veduta con una lunga scia orizzontale di luce gialla, alcune costruzioni con il tetto aguzzo, che ricordano le forme dei campanili e delle chiese di paese. Del tutto insolite, poi, sono le titolazioni spesso felici, ma di colta enigmaticità, che l’artista appone ai suoi lavori: Dai convinciti che è così, rappresenta non solo un paesaggio verde con castelli rossi, ma forse anche una narrazione interrotta, o lasciata in sospeso, per riprenderla un’altra volta, magari popolandola di inusitate situazioni immaginifiche. Celato anche il senso di Non ricordo chi sei … forse, un momento autobiografico si direbbe, e comunque una bella rappresentazione marina, un’istantanea della memoria, avvolta dal tepore dolce di un evento felice, una cristallizzazione del tempo e dello spazio in un gioco tutto mentale, dove il passato si è disteso in una rivisitazione gentile e idealizzata. Quando il desiderio correva nel sangue, è infine un’intensa sinfonia di rossi e di aranciati che disegnano un paesaggio collinoso spezzato da un corso d’acqua squillante di azzurro, dove si fronteggiano due costruzioni, una fortezza austera e un castello con le finestre illuminate: potrebbe essere l’allusione, suggerita dal titolo, a un maschile e a un femminile che si fronteggiano, o all’amore tout court, quello che vale per tutti, l’universale ribollire del sangue che prelude alla vita e alla felicità. L’incantamento dell’infanzia Vittorio Sgarbi Luca Dall’Olio è un pittore che ha saputo conservare intatto l’incantamento dell’infanzia. Ovviamente maturo, sia dal punto anagrafico che professionale, nella sua interiorità non ha mai respinto il piacere di viaggiare nel paese delle meraviglie. Questo artista costruisce narrazioni visive che si propongono alla complicità di chi fortunatamente non ha voglia di crescere, dipingendo ad olio, e utilizzando per il decoro pittorico foglie d’oro, d’argento e di piombo. Già i titoli che egli applica a queste pagine gioiose vengono incontro a chi guarda come sottolineature persino ironiche, e comunque come proposizioni ambigue rispetto alla domanda che ci si pone sull’effettiva rispondenza di queste immagini con il suo mondo onirico, che
sospettiamo sia ben più profondo e oscuro di quanto l’apparenza non dica. L’iconografia di Dall’Olio sembra provenire da una cultura orientale, dove il segno connota fortemente e contiene i tasselli figurali, mentre il colore si distribuisce in toni e controtoni creando forme nette e antinaturalistiche, e componendo personaggi e paesaggi volutamente privi di profondità prospettiche, quasi a sottolineare la natura squisitamente letteraria. Questa immaginazione poetica molto curiosa crea centri focali dove solitamente campeggia, imprigionato in un costrutto architettonico, un volto maschile o femminile, con sembianze di maschera, e con uno sguardo azzurro attento e fisso che scruta l’osservatore. L’effetto che suscitano questi occhi è assai simile a quello che ritorna indietro quando ci si guarda allo specchio, che è un poco stuporoso per il fatto che in quegli occhi si ritrova solo la domanda inespressa che abbiamo loro rivolto, e che finisce per essere il segno di un non riconoscimento. Pittore di sogni, Dall’Olio può dunque essere collocato nel territorio della tradizione surrealista, anche se la sua immaginazione tende più a chiudersi nel mistero del suo significato globale, piuttosto che espandersi in un’interpretazione analitica e psicologica. Ognuna di queste raffigurazioni è soprattutto un insieme di momenti ben scritti e di immediata lettura, dove non è sempre possibile seguire il labirinto delle complessità narrative dell’invenzione portata sulla tela con grande virtuosismo, e dove forse l’unico mistero sta proprio nella quantità dei momenti inventivi che compongono l’intreccio. Ma se l’autore neanche con il titolo permette di decodificare questi avvenimenti, certamente egli punta al coinvolgimento emotivo dell’osservatore, a catturarne l’interesse con un’immaginazione fantasmatica dove, oltre al senso arcano della fiaba, aleggia un ironia sottile. Quello che sorprende in questi lavori è la qualità del disegno, trattenuto dagli eccessi retorici grazie all’equilibrio fra le varie parti dell’insieme, che impone una lettura di sintesi fra gli elementi che costituiscono un coerente paesaggio mentale. Quanto alle potenzialità coloristiche e inventive del decoro va detto in quale modo esse rendono accattivante la narrazione, la cui trama sembra appartenere a un maestro antico, come quelli che decoravano di forme luminose le vetrate delle chiese, o che intessevano grandi arazzi sulle pareti degli antichi castelli. A questo tipo di elaborazione estetica appartiene l’aprospetticità delle opere di Dall’Olio, che sa disegnare la sua interiorità provocando effetti visivi di cieli stellati e di città immaginarie dove si svolgono incontri di figure cavalleresche e magiche, dove si aprono antichi portali istoriati su
traversie avventurose ormai prossime al compimento e alla soluzione di tutti i misteri. Luca Dall’Olio Francesca Bogliolo Per fare un prato occorrono un trifoglio ed un’ape, Un trifoglio ed un’ape E il sogno. Il sogno può bastare Se le api sono poche. Emily Dickinson L’incanto dell’affabulazione è ben lungi dall’essere superato. Le fiabe continuano a tramandare una memoria antica, fatta di sogni, di situazioni irreali che trovano un riscontro nella quotidianità di tutti e attraverso le trame svelano la realtà più inconscia e vera di ciascuno. La narrazione tende all’evasione dalla realtà presente, pur presentandola nella sua intima sostanza. È il sogno di uomo che sogna o viene sognato, in cui i contorni si assottigliano e le apparizioni oniriche acquistano significati inconsapevoli. Se è vero, come sostiene uno scrittore del nostro tempo, che “negli occhi delle persone si vede quello che vedranno, non quello che hanno visto”, negli occhi di bambino di Luca Dall’Olio si intravedevano i contorni di sogni capaci di meravigliare anche gli occhi di un adulto, incredulo davanti alla possibilità di vedere il suo mondo sotto un altro punto di vista, celato eppure svelato nella sua infinita complessità. Il pittore mantiene fede al suo sguardo innocente di bambino, reinterpreta contenuti ancestrali e li condensa sulla tela in un istante espressivo. Nelle sue opere, Luca Dall’Olio rivela una profonda comprensione dell’essenza dell’arte e delle sue più significative manifestazioni; gli spazi rappresentati, delineati con sapienza pittorica, sono spazi dell’anima, in cui l’artista vaga incessantemente, come in un labirinto che egli stesso ha costruito, di
cui conosce percorsi e confini. Un senso mitologico assoluto ed eterno narra vicende antiche dai contenuti attuali; atmosfere fiabesche e linguaggi magici conducono l’osservatore in un’altra dimensione, in cui tutto pare possibile, anche che i colori mutino in base ai sentimenti. La scelta della tonalità varia in relazione con i pensieri, i sogni, le aspirazioni dell’artista: la meta raggiunta dall’equilibrio compositivo è il conseguimento dell’interiorizzazione dell’arte. Il trasporto con cui Dall’Olio approccia un nuovo soggetto è lo stesso con cui ricerca una metafora dei significati più profondi della vita, senza dimenticare il “magico accordo” tonale suggerito da Gauguin. Per riuscire in questo intento, l’artista elabora un linguaggio personale, affine a quello magico ed evocativo della fiaba. Se il “c’era una volta” introduce in un mondo “altro”, i colori e le atmosfere di Luca Dall’Olio predispongono l’osservatore all’ascolto visivo di una nuova, poetica, concezione pittorica, dalla quale lasciarsi incantare senza remora alcuna. Basterà dunque solo il sogno, a rendere l’arte possibile, anche se i colori sono pochi.
“Negli occhi della gente si vede quello che vedranno, non quello che hanno visto. Così diceva. Quello che vedranno”. A. Baricco, Novecento.
PAESE INCANTATO… cm. 60 X 50
RICONOSCO IL TUO PROFUMO cm. 100 X 100
SOLO IN TUA ATTESA… cm. 25 X 35
NESSUNO TI POTRÀ CAPIRE... COME ME cm. 50 X 70
SOLO DOVE CI SEI TU… !!! cm. 80 X 40
STORIE D'AMORE NOTTURNE cm. 60 X 50
COME IL TUO RICORDO… cm. 60 X 50
PAESE INCANTATO… cm. 70 X 50
GUARDIAMO IL PARADISO, INSIEME cm. 60 X 40
NOTTE DI SOGNO cm. 70 X 50
NOTTE DI SOGNO… cm. 150 X 60
COME L'INIZIO DI UN NUOVO AMORE cm. 120 X 100
RAPITO DALLA TUA BELLEZZA… !!! cm.60 X 50
PORTAMI DOVE MI DEVI PORTARE… cm. 140 X 70
OGNI FAVOLA È UN GIOCO… cm. 120 X 100
FAREI TUTTO...PER TE… !!! cm.. 80 X 60
GRAZIE DI TUTTO… ANCHE DI QUESTO ATTIMO… cm. 70 X 60
TUTTO SI PUÒ FARE cm. 50 X 35
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LUCADALL’OLIO ARTISTA
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pubblicazione a cura di Pascal McLee
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