Metamorfosi
Metamorfosi
Ente Promotore Circolo Artistico “Amici nell’Arte” via Verneto, 10 tel./fax +39 0182.582351 mob. +39 338.8504478 17033 Garlenda (SV) mail info@amicinellarte.it web www.amicinellarte.it Patrocinio Comuni di Garlenda, Villanova d’Albenga, Casanova Lerrone, Albenga e Provincia di Savona Catalogo a cura di Carmen Spigno Pasquale Meli Grafica copertina Pasquale Meli Opera “The Transformation of Daphne” di Domen Lombergar Testi di Walter Accigliaro Silvia Bottaro Carmen Spigno Fotografie di Studio Gioberti, Pasquale Meli, Marco Maria Pasqualini, Luciano Rosso, Pierangelo Vacchetto, Patrizia Valdiserra Stampa Tipografia Bolla - Finalborgo Consorzio Artigiano Castel Govone © Copyright 2008 - “Amici nell’Arte”
Comune di Villanova
Circolo Artistico “Amici nell’Arte” no profit
Comune di Casanova Lerrone
Metamorfosi 11 luglio - 10 agosto 2008 Garlenda-Villanova-Casanova
Golf Club Garlenda
Comune di Garlenda
Il Circolo Artistico Culturale “Amici nell’Arte” noprofit di Garlenda opera da anni sul territorio proponendo importanti iniziative di grande impatto artistico, culturale e sociale. L’Amministrazione Comunale ha sempre offerto partecipazione e sostegno all’attuazione ed al successo delle varie manifestazioni, accogliendone le molteplici valenze. Ci è gradito appoggiare anche questa ulteriore tappa artistica, che quest’anno ha esteso la sua progettazione anche agli altri Comuni della Val Lerrone, Casanova e Villanova, allo scopo di contribuire a valorizzarne gli aspetti ambientali, socio-culturali e turistici, unificandone storia e tradizione. Per quanto riguarda Garlenda, com’è noto, quest’anno la mostra non sarà presentata nel consueto habitat del Castello Costa-Del Carretto a causa degli imminenti lavori di restauro, ma nei locali di recente ristrutturazione delle Opere Parrocchiali, grazie alla abituale disponibilità del Parroco, don Mauro Marchiano. Auguriamo pertanto agli “Amici nell’Arte” il consenso ed il successo che il loro costante impegno meritano appieno. Il Sindaco Giuliano Miele
Comune di Casanova Lerrone
È un piacere partecipare alla mostra “itinerante” che coinvolge la nostra Val Lerrone, ideata dal Circolo Artistico Culturale “Amici nell’Arte”. Questa amministrazione ha sempre sostenuto con entusiasmo ogni forma di cultura, perché crediamo che essa sia un elemento fondamentale per la crescita e il miglioramento della nostra società. Grazie ,quindi, per aver coinvolto in questo progetto artistico il nostro territorio e grazie agli artisti, agli organizzatori, alla pro loco di Casanova Lerrone per il loro fondamentale contributo. Il Sindaco Sabrina Merlo
Comune di Villanova d’Albenga
L’Associazione artistico-culturale “Amici nell’Arte” ha organizzato una mostra che offre un contributo all’identità della nostra amata Val Lerrone attraverso l’apporto di pittori, scultori e ceramisti. Il Comune di Villanova d’Albenga ha concesso i locali del Centro sociale situato proprio nel cuore del borgo medievale ed ha accordato il proprio patrocinio ritenendo importante l’espressione artistica e l’adesione di tutti i Comuni della Val Lerrone alla manifestazione che si auspica contribuisca a rinsaldare i rapporti fra le Comunità. Il nostro comprensorio conserva un patrimonio ambientale pressoché integro, custodisce memorie storiche ed artistiche da salvaguardare e da valorizzare sempre più sotto l’aspetto culturale, economico e turistico. L’impegno di tutti gli abitanti e di coloro che apprezzano tali peculiarità sarà quello di conservarle integre, così come ci sono state lasciate dai nostri avi, per le generazioni future. L’Assessore alla cultura Franca Tamarindo
Comune di Albenga
Lieta, or son molt'anni, / Impegnata era la mente / A scoprire come vive / La natura nel creare. / Ed è sempre l'Uno eterno / Che in più forme si disvela, / Parvo il grande, grande il parvo, / Tutti al modo loro proprio. / Sempre vario, sempre quello, / Presso e lungi, lungi e presso, / Così forma egli e trasforma. / Per stupirne io sono qui. (J.W. Goethe, Parabase) Ulteriore tappa d’un suggestivo percorso, che ha visto coinvolti i comuni della Val Lerrone, Albenga saluta la mostra “Metamorfosi”, pregevole esposizione d’arte contemporanea, che, nella Città delle torri, trova antico castone e splendida cornice al tema elusivo del mutamento nelle sue forme molteplici. Luogo incantato ove sperimentare quella sottile magia, che fa di Albenga un posto dove essere, la città si fa custode del mito e della potente fascinazione ch’esso da sempre esercita sull’uomo. Arte contemporanea e archetipi s’incontrano a raccontare del perenne mutamento che scrisse la storia eterna del mondo, offrendo spunti di riflessione e creativo approfondimento. L’Assessore al Turismo Giuseppina Verrazzani
Il perché della mostra
… Ed eccoci giunti all’ottava edizione della poliedrica iniziativa culturale che ogni anno anima l’estate del ponente ligure sotto il nome di “Ginevra-Arte&Musica” e la storica cornice del castello Costa-Del Carretto di Garlenda, piccolo centro racchiuso come un gioiello color smeraldo, tra monti e mare. L’antico maniero, però, nel 2008 non potrà accogliere la ricca varietà di quadri, ceramiche e sculture che illuminavano di colore le sue vecchie mura, poiché andrà in restauro, come una grande nave pronta per il bacino di carenaggio… Le opere cambieranno sede, anzi le sedi diverranno tre, i tre comuni della Val Lerrone, Casanova, Villanova e Garlenda, e, in autunno, il capoluogo dell’Ingaunia, la turrita Albenga. Gli spazi scelti sono di prestigio e ricchi di storia e di cultura: a Garlenda saranno e sale delle “Opere Parrocchiali”, recentemente restaurate dal lavoro attento e competente del Parroco, Don Mauro Marchiano; a Villanova quelle del Centro Sociale del Borgo Antico, a Casanova addirittura la Sala Consiliare del Comune e ad Albenga, infine, alcuni ambiti dello splendido Palazzo Oddo. Il Circolo “Amici nell’Arte” è felice di poter estendere il suo amore ed il suo impegno per l’arte e a cultura alle numerose Comunità che popolano questo ampio bacino ligure, offrendo della buona musica, della buona letteratura e, soprattutto, un’arte pittorica e plastica che, oltre a dare emozioni, faccia anche “pensare”. Infatti, come asserisce Michelangelo Pistoletto, famoso artista contemporaneo “l’arte deve essere sponsor del pensiero nelle diverse imprese umane, a tutti i livelli, da quelli operativi a quelli decisionali”. Con “Metamorfosi” si conclude il Ciclo sul Mito da noi elaborato, dopo aver presentato nel corso degli anni “Il Mito di Orfeo”, “Labirinti” ed “Ænigma”, ma ovviamente i temi trattati continueranno ad occupare le nostre menti e la nostra vita, poiché ripropongono valori ed archetipi universali. Ringraziamo da queste pagine tutti coloro che ci hanno sostenuti ed appoggiati, condividendo il nostro impegno e le nostre fatiche, con la promessa di operare per conseguire traguardi sempre più importanti. Garlenda, 11 luglio 2008 Carmen Spigno presidente “Amici nell’Arte” Garlenda
Il concetto astratto della mutazione come “archetipo” del mondo pensante, della creatività. Quello della metamorfosi è un tema antichissimo, ne sono testimoni imprescindibili i testi quali le “Metamorfosi” di Apuleio, il poema omonimo in esametri di Nicandro di Colofone, il più noto poema epico di Publio Ovidio Nasone, il testo più recente del 1915 “Die Verwandlung” di Franz Kafka. Il concetto della “ m u t a z i o n e ” d e l l a spersonalizzazione, fino a quello dell’alienazione Kafkiana dimostrano, in un certo senso, come esso possa essere inteso quale “archetipo” della creatività e del mondo pensante L’arte ha attinto a piene mani dalle “Metamorfosi” ovidiane che contando ben 246 favole ha trovato terreno fertile per motivi epici, tragici: partendo dalla trasformazione del Caos fino al cambiamento in stella di Gaio Giulio Cesare, mediante anche l’utilizzo di “cornici” letterarie. Tale concetto suggerisce, inoltre, la contaminazione di diversi generi, ne è esempio l’opera di Apuleio dove la magia è la nervatura di tale romanzo antico in lingua latina che si dipana tra epica, biografia, racconto mitologico, satira, mistica. Fatta questa breve premessa che, comunque, è propedeutica alla lettura ed, in un certo senso, all’approccio cognitivo della
mostra dedicata al tema “Le Metamorfosi” che il Circolo Artistico “Amici nell’Arte” di Garlenda, sotto la cura, l’ideazione sapiente ed esperta di Carmen Spigno (bravissima organizzatrice) e di Pasquale Meli hanno dapprima proposto e, poi, realizzato per l’estate 2008 in ben tre diversi luoghi storici e del Territorio, proprio per sottolineare come la mutazione sia anche legata strettamente alla Terra, alla geografia, all’antropizzazione dei luoghi, l’esposizione di opere contemporanee ispirate liberamente a tale antica, ma sempre coinvolgente, difficile ed esigente tematica. Questa iniziativa sottolinea, in un certo senso, come l’arte ed il paesaggio siano patrimonio dell’oggi e dono straordinario, identificativo della storia e della natura, al quale guardare, elaborare iniziative che siano, da un lato, tutorie di tale patrimonio e dall’altro, con spirito innovativo ed impegno anche sociale, diventino un volano di nuovo sviluppo per lasciare una eredità per il futuro. La scelta espositiva di Garlenda, Villanova d’Albenga e Casanova, oltre a corrispondere al desiderio di far conoscere meglio per valorizzarla la Val Lerrone e questi tre Comuni così ricchi di storia, permette, a mio parere, di legare,
Silvia Bottaro
anche didatticamente, la presenza del segno creativo odierno col Territorio in una osmosi di richiami e di rimandi. Una apposita commissione, composta dai critici Arnaldo Fontana, Silvia Bottaro e Aldo Ghidetti, ha considerato accuratamente le opere pervenute e da proporre all’attenzione dell’osservatore, che si recherà nei diversi siti espositivi: sculture, immagini, materie, creazioni alquanto eterogenee e difformi per gamma coloristica, per ricerca, per materiali usati e trovati, per messaggio che dovranno essere in grado, soprattutto, di suscitare e per capacità di far riflettere sull’emblematico tema proposto, in altre parole una nuova visione del mondo e dei fenomeni naturali. Non più le novelle metaforiche od il poema epico ma rappresentazioni, forme, tavolozze rutilanti oppure silenti, l’alchemica presenza della ceramica raku, la casualità dell’elemento (la corteccia di un albero, le conchiglie) incontrato liberamente in natura che, diventa metodologicamente parlando, la metafora del processo conoscitivo dei fenomeni naturali e svolge, quindi, la sua funzione pedagogica. Tratteggio, ora, per ogni Personalità presente un
Metamorfosi
brevissimo profilo, posto in ordine alfabetico, che non vuole essere meramente critico ed esaustivo quanto, invece, capace di incuriosire l’osservatore nel solco di promuovere una certa nuova immagine dove filosofia, scienza ed arte si possano, in qualche modo, efficacemente integrare grazie alla creatività, anche quella della scienza. Carlos Carlè artista di notorietà internazionale, che ha fatto del grès la materia per eccellenza più vicina a rappresentare la forza del suo racconto globale. Tale tipo di ceramica ha echi ancestrali, magmatici. La terra lavorata con indubbia originalità e sapienza tecnica, rielabora gli addensamenti della memoria che da geologici, primordiali, folkloristici diventano globi, forme con fenditure generazionali, ferite che riconducono ad un’azione intellettuale di ricostruzione. Metamorfosi del reale al di fuori di ogni schema prefigurato, grazie alla libertà, alla meraviglia del “fare” e ad un nuovo alfabeto, alquanto personalizzato, che intende scoprire anche l’inconscio. Walter Accigliaro legato alla sua tavolozza, sempre coinvolgente e silente, comunica fiducia all’atto di quell’homo faber che proprio per ciò è predisposto alla “metamorfosi” della sua
azione, abbinata anche intimamente al conoscere, all’indagare, allo sperimentare. Tutto questo sembra giungere ad una specie di “ritmo”, sia fisico sia mentale, scandito dallo studio attento, avveduto dei colori e delle loro varie gamme (i verdi teneri e vigorosi, i grigi intimi e laconici) che sottende una particolare dimensione interiore e psicologica nell’emblematica tranquillità e pace dell’insieme. Maidè Aicardi indaga il reticolo sotterraneo delle radici delle diverse essenze vegetali che si sviluppa, si trasmette in superficie in un analogo reticolato di ramificazioni, di corsi d’acqua in una sorta di “mappa” genetica della vita. Lo stesso avviene nel corpo umano dove un esteso e vitale reticolo di arterie, vene e capillari permette la vita. Il colore scuro, ferrigno, pone in evidenza l’intersezione tra i meridiani ed i paralleli per individuare i punti vitali, apparentemente invisibili, indecifrabili. Corrado Ambrogio nella sua opera, mi pare di poter dire, che rispecchia l’idea dell’archetipo del mondo pensante impegnato a studiare la creatività, anche della scienza. Legni vissuti, quasi animati, dove il vuoto prende vigore dal pathos delle leggende, dei racconti e dai gesti dell’uomo. I materiali usati, gli scarti, le memorie
mettono in luce, con rara potenza descrittiva e concettuale, la verità essendo loro stessi “altari” folgoranti della tensione dell’uomo e della sua vitale meraviglia. L’interesse è per l’intima flessibilità e remissività che hanno le “cose” al fine di essere trasmutate, modificate fino a non essere più riconoscibili. Roberto Ascoli rende omaggio a Leonardo da Vinci e ci introduce, in tal modo, alla storia dell’arte ed, in parallelo, allo studio della ricerca scientifica, così come un novello Goethe, appare come colui capace di avere una certa nuova visione del mondo. La geometria primaria (triangolo, sfera) interagisce col processo cognitivo e, quindi, creativo e sperimentale. “Il mondo è il libro dove il Senno Eterno/scrisse i propri concetti” (T. Campanella, sonetto Modo di filosofare) e Ascoli cerca di “leggere” tali principi, andando “oltre” i limiti posti dal proprio campo visivo. Enn io Be stoso ind aga l’albero, quasi umanizzato, assurto a mito antico, simbolo della vita, bello come una poesia, infatti, gli alberi sono lo sforzo “infinito della terra per parlare al cielo in ascolto” (R. Tagore). Plasmato con efficacia evocativa, quasi primordiale, distende i suoi rami verso l’infinito così come le parole sono rivolte agli altri in un
alfabeto riconoscibile, udibile, soprattutto comprensibile. Le radici, poi, sono altrettanto potenti, si saldano con la terra, creano un reticolo sotterraneo vitale, irrinunciabile, sostanziale e produttivo. Francesca Bonfanti con volontà d’indagine, crea visioni, in un certo qual senso, caleidoscopiche. Pone sulla tela tensioni, pulsioni legate alla confusione e semplicità apparente delle diverse pigmentazioni che intendono ricordare, così mi pare, le varie fasi della vita e le loro mutazioni, in un bisogno di entrare dentro i segreti della Natura e dell’Uomo. Un’illusoria e brillante fragilità che gioca con ogni alito di vento, con la luce tersa di un cielo estivo, con la fortuna del destino. Debora Bottaro si sofferma alquanto sulla donna, intesa quale forza universale immersa nel magma cromatico della realtà. Essa è circondata dalle varie materie, dalle essenze, dai colori, in tal modo, cambia i suoi atteggiamenti, la propria comunicazione per sé e gli altri. Il suo profilo stilizzato (bianco, nero) raccolto o disteso diventa l’orizzonte della geografia della vita, e del suo contrario, in un silenzio, anche inquietante, che preclude alla solitudine totale in mezzo alla moltitudine indifferente ed algida della realtà quotidiana.
Pietrina Cau con l’intensità e la saldezza dell’antica tecnica raku, ha messo in luce la capacità evocativa di una sorta di carapace cavo ove, forse, un animale preistorico, oppure un impeto tale, ha vissuto e, poi, si è trasferito altrove. Rimane la sua “traccia”, le protuberanze esterne a difesa, come nelle torri medievali, di sé e della propria storia. Opera potente, possente e vigorosa, dove la tecnica gioca un ruolo ragguardevole con l’idea. Sandra Cavalleri partendo dalla materia ceramica che di per sé è già la metafora della metamorfosi in quanto la terra, mescolata con l’acqua ed il fuoco, plasmata dalle mani dà forma all’idea creativa, si arriva ad una sorta di installazione composita dove il tema è la donna/ seme di vita. Così le figure femminili, bianche come statue marmoree, sono filiformi segni, raggomitolati a forma fetale che rompono i limiti del guscio scuro (il tutto è realizzato con la tecnica raku) per dare voce alla loro insita forma vitale, alla germinazione sulla Terra, attraverso la terra. Anna Corti accende il suo interesse per il tessuto, già una metamorfosi; pensiamo al baco da seta per arrivare alla tessitura setacea, e per alcuni oggetti banali del quotidiano: le scatole di cartone ricoperte con lacerti di tessuti vari per farlo diventare un “forziere” di rimandi, di parole scandite dal
colore. Metamorfosi cromatiche, velari di stoffe che richiamano, nella loro trasparenza colorata, il senso della memoria legato, anche, alle vetrate gotiche. Scenografie, quindi, dove arte e artigianato alto comunicano tra loro per avere la forza di comprendere un’altra arte. Mario Dabbene in una sorta di introspezione con richiami, a volte, surreali, passa dalla metamorfosi della storia, attraverso i passaggi scanditi dalle architetture e dal tempo, all’indagine sulla mente umana ed i suoi circuiti chimici ed elettrici. Osservazione personale, introspezione psicologica resa vivace dalla gamma coloristica e dalla capacità di riflettere sulle ansie, sulle inquietudini quotidiane, sui dubbi della contemporaneità grazie, pure, ad una capacità grafica essenziale che arricchisce il messaggio. Giuseppe De Carlo indaga il mondo sensibile mediante la scultura, nella quale utilizza ogni tipo di materiale lapideo per trasmettere e comunicare le proprie emozioni, con la sua sensibilità, accuratamente nascosta. Dolores De Giorgi vigorosa scultrice che utilizza materiali diversi, dalla ceramica al ferro, e che in questo caso ha indagato la mutazione dell’epidermide, della massa scheletrica e muscolare di
Metamorfosi
un torso di donna. Il tempo, le condizioni sociali hanno mosso le mani della De Giorgi in un modellato sensibile, scosso da un tronco cavo che ricorda avvallamenti, grotte naturali, paesaggi dell’anima e del reale, dove i seni, ormai svuotati dall’ardore giovanile, rimandano alla vitalità della sensualità, all’utilità del nutrimento materno. Enzo Dente con assoluto nitore nel bianco immacolato abbagliante ed incorrotto, traccia il racconto dove il corpo morbido della donna si tramuta in materia comunicativa ed efficace. La figura, da Narciso in avanti, nello specchiarsi ricerca conferme edonistiche che, ora la rifrazione dell’immagine, intende andare oltre la maschera di ogni tipo di maquillage per percorrere le rughe del tempo, le scritte del vissuto sull’epidermide che si accendono dal di dentro col rossore e la luce dello stupore, oppure di una paura mal celata. Elena Frontero si dedica all’incisione con segni sottili, trame intime sapientemente attuate attraverso una tecnica difficile ed antica che diventa originale racconto, con valenze universali. Intreccio di cuori, in altre parole di palpiti e aneliti di vita, di sentimenti, di memorie che arrivano ad incidere la parola contemporanea, rivolta alla
metamorfosi delle culture che s’innestano sulle tradizioni popolari più profonde, vere e radicate nel vissuto. Franco Grassi, padrone del disegno come pochi, ci pone di fronte all’importanza della figurazione grafica quale supporto identificativo ineccepibile da cui partire per affrontare, sempre in modo singolare, ogni tematica. La Natura (semi, fiori, girasoli) è fonte inesauribile di interesse, dai miti alle problematiche legate alla contemporaneità, allo studio accurato di “tradizioni iniziatiche” che spesso alimentano la sua i c on ogr a f ia. C o lor i d e l ica t i , acquerelli, pastelli fioriti e suggestivi sottolineano la forza della sua idea creatrice, l’indagine che essa sottende anche psicologica nel meandro delle “metamorfosi” della simultaneità degli accadimenti dell’epoca attuale. Tobias Lindner si esprime nel solco della pittura puntiforme che risolve in una sorta di paesaggio irreale, illuminato dalla luce che l a c e r a la n o t t e d e l l a n o n conoscenza, tracciando una sorta di giardino rinascimentale (intensi nella loro soavità emozionante gli accostamenti tra i vitali arancioni ed i dorati e maturi gialli) non solo della natura ma, pure, del pensiero.
ed
Furio Maestri dal bianco limpido onesto della pagina della
quotidianità, emergono con vigore i simboli, gli echi resi col nero intenso, interiore, a volte doloroso, dei segni che “altri” hanno già percorso scrivendo pagine imperiture e definitive (da Scanavino a Capogrossi), dalle quali si trae nuova “vis” per la riflessione di ulteriori mutazioni da cercare, capire nella cultura contemporanea, sempre più globale e globalizzante. Ferdinando Marchese ci avvince con il suo racconto, legato al mito, sul tema della vita, della genesi inserito nell’azzurrità totale (una sorta di congiunzione tra cielo e mare dove si sente l’anima dell’infinito) in cui la tecnica raffinata dialoga con alcuni segni geometrici, con lampi di luce e folgori di pensieri, anche interiori e, poi, con un’aura dorata, forse simbolo del “cuore” pulsante della creazione, oppure riferimento all’inizio dell’obiettivo e dell’epilogo dell’impenetrabilità. Mauro Marchiano si avvicina al vigore del mito, alla classicità con una indagine personale, condotta sia dal punto di vista filosofico sia da quello sociologico. E’ originale il modo di risolvere con la propria creatività la tematica proposta, tenendo ben presente l’importanza assoluta del dialogo e della semplicità veritiera del racconto che così diviene patrimonio non solo del singolo,
ma dell’universalità. La fatica dell’artista è quella dell’uomo di oggi che nel segno del vero, della libertà percorre la conoscenza e la solidarietà. Elania Marques nel suo approccio alla tematica si ritrova una certa predilezione alla forma geometrica del cerchio, esso pone ogni punto di osservazione equamente distante dal nucleo centrale, da quello nodale della cultura brasiliana a cui appartiene l’Autrice. Fossili, conchiglie, madreperla, in altre parole materiali trovati in natura e che lì svolgono pedagogicamente il loro racconto da secoli e secoli. Presenze attive nei processi atavici delle metamorfosi delle ere geologiche: processi fondamentali per la storia dell’Uomo. Rudy Mascheretti prepara il suo lavoro creativo con molti bozzetti dove il disegno è fondamentale per tracciare quel prospetto grafico di punti e linee di forza che origineranno la figura femminile, uno degli elementi ricorrenti più indagati. Nella donna tutto è estremo: le forme, le emozioni, la capacità identificativa di rimanere gravida. Questa natura è un mistero grandioso: la donna pare assorbire in sé ogni tipo di fatto incomprensibile, di metamorfosi (anche corporea). “Vacilla, esita: in una parola, è donna” (J. Racine).
Caterina Massa si esprime con la ceramica, anche creata con la tecnica raku arricchita da cristalline, da lustri. Indaga la figura della donna (dolce nel contrasto del modellato e del cromatismo) che pare mutarsi, anche, in “angelo del focolare” in quell’immaginario collettivo dove il suo ruolo è da secoli strettamente legato alla casa, alla Famiglia, alla sua concreata capacità di generare vita. Bellezza estetica che vuole essere, anche, in un certo senso esaltazione morale. Giovanni Mazza da decenni indaga l’uomo ed il suo rapporto con ciò che lo circonda, sia esso un interno, una città, una folla di donne col velo (indicazione di culture ormai non più lontane da noi occidentali), la cultura in movimento nella contemporaneità. Il suo personaggio intende rompere le catene del quotidiano grigio con colori rutilanti, con un ritorno ironico al naso rosso del pagliaccio che con malinconica ironia guarda sé e gli altri, cercando, pare, di uscire dal gioco rituale dei ruoli precostituiti. Armando Mazzoleni indaga, pare, dentro la natura per carpirne i segreti della sua potenza comunicativa ed evocativa grazie, non tanto alle figurazioni, ma ai colori (il verde in tutte le sue modulazioni e con la sua musicalità). Cerca di scoprire le ragioni delle ferite che l’uomo, a
volte anche colpevolmente, crea sugli elementi del creato (dal vento, al calore, alle acque e così via). La sua indagine è critica, è intensa tanto che la spiga pare diventare l’elemento forte della speranza, della acquisita conoscenza per tutelare sé ed il mondo che verrà dalla catastrofe climatica ed alimentare. Paola Moreno affronta la tematica con la tecnica espressiva più acquisita, in altre parole l’olio su tela. L’osservazione, la trasformazione della sua riflessione in linee, forme, luci od ombre sono dedicate alle metamorfosi che, sì sono risolte con una certa semplicità narrativa e compositiva, ma certamente con cifra personale, guardano, pure, all’indagine interiore con riferimenti psicologici e vitali all’oggi. Antonio Pais è sempre attento alla natura che accende l’interesse nella sua varietà cromatica, collegabile alla poesia di vena enigmatica. Gialli, rossi, tutte le frequenze interiori dei verdi per indagarne la purezza, l’utilità, il suo celarsi, la sua “esagerazione”. Mai spaventevole se nota, mai maligna se rispettata: questo pare essere, in estrema sintesi, il senso dello stupore col quale osservarla, ascoltarla, amarla.
Metamorfosi
Concetta Pisano si esprime con la modellazione plastica della ceramica; giochi di vuoti e di pieni dove l’allegoria della Terra prevede di carpire, sentire gli echi ed i palpiti della vita. La terra alchemicamente mutata dall’acqua e dal fuoco diviene una sorta di trionfo baroccheggiante colorato con un verde lussureggiante che rimanda alle foreste amazzoniche dove l’uomo vive in simbiosi con i ritmi, i suoni, gli odori antichissimi della Terra. Lorenza Roncallo intreccia gli strumenti musicali, i profili e le mani dei musicisti, le note in un elegante omaggio alla metamorfosi che dal rigo del pentagramma si trasforma in un canto di voci umane e degli strumenti. Armonia eufonica per la mente, mai grido e strepitio, ma euritmia per abbandonare la solitudine. “Senza musica, la vita sarebbe un errore” (F. Nietzsche). Silvio Rosso è affascinato dal caos lussureggiante del teatro della natura, dove dal frammento (nel caso la palude) si traccia la mappa dei segni dell’inventiva dell’uomo, del suo coraggio, della vittoria sugli elementi. Le resine sintetiche rendono emulsionate le emozioni rilucenti, i profondi rimandi agli interventi anche casuali della vita, affrontati con capacità comunicativa grazie ad una matura ricchezza cromatica.
Umberto Schettini con l’uso suo caratteristico, in un certo senso, delle installazioni propone un gioco di rimandi alla tecnologia contemporanea, sulla ricerca dell’introspezione con opere essenziali, se vogliamo, quasi monocrome, “riduzioniste” per arrivare alla materializzazione dei mezzi di comunicazione di massa (il computer, il televisore) e, quindi, degli assunti dell’arte. La concettuale allusività di un volto perplesso, emblematico, rileva lo spazio che non è più solo pittorico ma “spazio” della mente. Giuseppe Sinesi traccia delle campiture larghe e determinate geometriche che dialogano con l’osservatore grazie ad una tavolozza tanto intensa quanto tersa, dove il segno, il limite scuro delimita la geografia della memoria. Guizzi rossi magici accendono la lavagna nera della conoscenza e della riflessione sulla globalizzazione odierna. Serenella Sossi indaga con la materia ed il suo modellato la figura umana che può avere in nuce tante trasformazioni, legate al carattere, al contesto sociale. Esplorazione dentro la materia che pone l’accento, con i colori della terra e di un cinereo bianco, sulla sofferenza anche psicologica della contemporaneità. Occhi “ciechi”, seppur dischiusi su una realtà
opaca che non accende l’interesse per la gioia del vivere, anzi la smorza divenendo “terra” terrificante ed inquieta. Carmen Spigno sofferma da sempre il suo interesse per la terra in tutte le sue declinazioni. Dicasi lo stesso per le resine naturali (profumate d’intensità ancestrale) che gocciolano come rugiada cristallina per accendere la magia della trasformazione del seme in altro, in un ciclo infinito. Leggere per vivere i segni del creato, delle cortecce ritrovate libere in natura quali metafore dell’ incommensurabile numero delle “leggi” della vita e del suo contrario. Un inno, quindi, di riconoscenza e di memoria: l’uso del trittico lega la riflessione contemporanea alla “religiosità” dei secoli passati. Bruno Tosi esprime indubbia personalità con la sua ricerca forse troppo minimalista, ma in quest’epoca di traboccante rumore, la sua materia così precisa sulla ruvidezza e porosità, è un cantico all’introspezione, alla sanità della riflessione sui valori e sul pensiero. Le idee non debbono aver paura della propria unicità, veridicità. La libertà non può essere solo un sogno ma deve iniziare in modo singolare per giungere, assolutamente, al plurale.
Giovanna Usai con la sua originale capacità di usare i tessuti, i più diversi, crea dei moderni “arazzi” formati da tessere di cotone o altro materiale, che di per sé si è gia trasformato in manufatto tessile, per esprimere, con preziosa ed insolita originalità e sensibilità, la quotidianità dove l’uomo s’aggira tra il grigiore delle periferie urbanizzate alla ricerca di un “colore” vivace, vero che illumini la sua giornata e diventi il simbolo dell’entusiasmo. Bruno Volpez si manifesta con un rutilante e quasi unico colore estremo: rosso sangue, rosso rabbia, rosso vergogna, rosso magmatico, rosso…, in altre parole colore vitale e mortale, simbolo di vita e di rovina. Parole come “guerra” ripetute in una sorta di lallazione mortificante, volti piccoli inseriti dentro uno grandissimo, contenente tutto ed il suo contrario. Le contaminazioni della storia, della politica rendono l’individuo subente così la violenza delle decisioni globalizzate, sintetizzate dall’uso della lingua inglese.
Metamorfosi
Interpretazioni del trasformare la materia in arte
Walter Accigliaro
«… La vera opera d’arte nasce “dall’artista” in modo misterioso, enigmatico, mistico. Staccandosi da lui assume una sua personalità, e diviene un soggetto indipendente con un suo respiro spirituale e una sua vita concreta. Diventa un aspetto dell’essere. …». Wassily Kandinsky (Lo spirituale nell’arte, 1909). Ogni processo ideativo può condurre a risultati soddisfacenti, apparenti oppure incerti, celati. Chi opera in ambito espressivo agisce con intelletto, impiegando materiali scientemente adottati, scelti perché confacenti al proprio sentire. Trasformare elementi naturali, sostanze, connessioni inerti in immagini concettose può apparire come un artificio non privo di mistero e di magia. Tuttavia il cambiamento indotto non è un sortilegio, bensì una mutazione che si rivela visivamente. In natura, alcuni animali vanno soggetti a trasformazioni in diversi stadi prima di giungere al compiuto sviluppo. Anche le piante subiscono dei cambiamenti di natura chimica. Inoltre, si verifica la trasformazione delle radici, dei fusti, delle foglie in organi diversi con specifiche funzioni in risposta a precise condizioni climatiche e ambientali. Così il metamorfismo è la modificazione fisica e chimica di una roccia, dovuta a temperatura, a pressione o ad azioni chimiche. In ambito religioso, secondo certe dottrine, avviene la metempsicosi:
ovvero la trasmigrazione dell’anima da un corpo all’altro, assumendo così un differente “involucro” fisico. Per ciascuna di queste fenomenologie, concrete o spirituali, si potrebbero addurre analogie oppure altrettanti spunti metaforici con quanto stiamo osservando tra materia ed artefice. Dal mondo delle idee alla conoscenza terrena colui che professa una forma d’arte agisce quale collettore positivo, coglie e comunica attraverso trasformazioni del pensiero in immagini “nuove” cioè sorprendenti, concettose. Non solo il proverbiale «Cogito ergo sum» ci sovviene, bensì l’exemplum elevato di chi opera trasmettendo agli altri (talvolta quasi inconsapevolmente) concezioni e testimonianze visive. «… L’atto della creazione può prendere corpo in due modi: cogliendo l’energia perduta lungo il percorso dall’Unità al senso, dal Silenzio alle parole, o fornendo l’energia necessaria a che le cose e le parole attingano alla loro potenzialità pura, all’Unità fuori dal senso del linguaggio quotidiano …», così distingue Michelangelo Castello (L’estetica degli anelli, 1991). Inoltre, quel presunto
emisfero cerebrale destro, secondo la tesi di Yaynes, in origine lasciato libero affinché gli uomini potessero ascoltare «il linguaggio degli Dei» per l’artista non dovrebbe essere inattivo, sopraffatto da quello sinistro predisposto al linguaggio comune della quotidianità. Quell’energia da rivolgere alla potenzialità ideale, quell’ascolto da prestare al «linguaggio degli Dei» sono le componenti del colloquio interiore dell’artista con la «coscienza superiore», con i livelli profondi del Sé. Tra i miti narrati dal poeta latino Ovidio nel poema Metamorfosi v’è quello di Pigmalione e la statua, ripreso metaforicamente più volte nella letteratura moderna. Il racconto riferisce del mitico re di Cipro, che, innamoratosi di una splendida scultura eburnea in forme femminee da lui plasmata, ottiene dalla dea Afrodite la vitalizzazione dell’opera. L’interpretazione moderna di questa narrazione ovidiana, seppur in chiave romantica, sta a significare il profondo rapporto che lega l’artista alla sua realizzazione ed il
trasferimento in essa della sua vitalità interiore. Quindi, la traslazione dall’artefice all’opera è talmente intensa da corrispondervi la sua stessa energia vitale; cosicché il passaggio dal mondo delle idee alla materia espressiva mente mo della ta avviene con un’adesione totalizzante. Un altro tassello interpretativo di questa operazione va prospettato. Per gli alchimisti l’elemento puro, di ordine spirituale, che anima la materia è l’oro. In conseguenza di ciò il metallo nobile, puro, l’«oro dei filosofi» è una metafora delle energie di livello superiore (coscienza e spirito) che dirigono la nostra mente. Il collegamento, ideale quanto immaginario, tra materia concreta e capacità cognitiva ci riporta a considerare, anche attraverso concezioni particolari, il significativo rapporto tra l’idea da sviluppare ed i materiali esplicativi. È un itinerario da riscoprire attraverso rapporti emblematici, speculazioni dotte, sperimentazioni pratiche per addivenire alle trasmutazioni della meraviglia. Alba, marzo 2008
Metamorfosi
gliARTISTI Carlos CARLÉ Walter ACCIGLIARO Maidè AICARDI Corrado AMBROGIO Roberto ASCOLI Ennio BESTOSO Francesca BONFANTI Debora BOTTARO Pietrina CAU Sandra CAVALLERI Anna CORTI Mario DABBENE Giuseppe DE CARLO Dolores DE GIORGI Enzo DENTE Elena FRONTERO Franco GRASSI Tobias LINDNER Furio MAESTRI
Ferdinando MARCHESE Mauro MARCHIANO Elania MARQUES Rudy MASCHERETTI Caterina MASSA Giovanni MAZZA Armando MAZZOLENI Paola MORENO Antonio PAIS Concetta PISANO Lorenza RONCALLO Silvio ROSSO Umberto SCHETTINI Giuseppe SINESI Serenella SOSSI Carmen SPIGNO Bruno TOSI Giovanna USAI Bruno VOLPEZ
Metamorfosi
carlosCARLÈ Cascote blu grès cm. 35 x 17 x 53
Il Maestro argentino nasce nel 1928 a Oncativo, nella provincia di Córdoba. I suoi iniziali contatti con la ceramica avvengono nella fabbrica di refrattari del padre e da cui il suo interesse per le alte temperature, per il grés. Verso la fine degli anni Quaranta intraprende, a Buenos Aires, lo studio sistematico della ceramica, del disegno e della scultura e aderisce ad “Artesanos”, primo gruppo di avanguardia in Argentina per la ceramica d'arte. Nel 1959 è tra i fondatori del Centro de Arte Ceramica. Si cimenta inoltre nell’uso del bronzo, del ferro e della pietra. Opera in Brasile, Olanda, Danimarca, Germania, Francia, Italia, dove si stabilisce nel 1963 e decide di dedicarsi esclusivamente alla scultura in grés. Le sue opere gli hanno valso, dagli anni cinquanta in poi, riconoscimenti e premi in tutto il mondo, e si trovano in numerosi musei, tra i quali l’Hetiens Museum di Düsseldorf, il Musée des Arts Decoratifs dì Parigi, il Museo Sìvori di Buenos Aires, il Museo delle Ceramiche di Faenza, il Museo di Arte Contemporanea di Shigaraki, in Gíappone, dove nel 1998 ha realizzato una scultura monumentale dietro invito dello stesso Museo. Vive a Savona, ove ha lo studio in via Famagosta. Fra i critici che hanno scritto delle sue opere si ricordano L. Lambertini, W. Accigliaro, C. Chiosi, E. Biffi Gentili, L. Caramel, M. Shibatsuji.
Metamorfosi
walterACCIGLIARO Nel fare metamorfosi fredde -2 tecnica mista su tavola cm. 90 x 85 (fotografia di Pierangelo Vacchetto)
Walter Accigliaro è nato ad Alba (CN) nel 1950, dove risiede. Ha studiato al Liceo Artistico di Torino ed all’Accademia Albertina delle Belle Arti, principalmente con Paulucci, Saroni, Calandri e Franco. Dal 1980 è docente di Discipline Pittoriche all’Istituto Statale d’Arte di Asti. Nel 2007 ha tenuto alcune lezioni all’Accademia di Belle Arti di Cuneo. Inoltre, dal 1970 egli si occupa della salvaguardia e dello studio dei beni culturali ad Alba, nelle Langhe, nel Roero. In questo ambito ha curato svariate esposizioni, scritto libri e saggi qualificati. Va pure considerata la sua parallela attività di consulente, di redattore di cataloghi e di organizzatore di rassegne d’arte moderna. Per quanto concerne l’attività artistica, Accigliaro dal 1969 ha partecipato ad esposizioni collettive oppure allestito mostre personali in Italia ed all’estero. Documentano la sua ricerca espressiva pubblicazioni, cataloghi ed articoli, nonché fervidi contatti con artisti, critici d’arte, scrittori. Fra coloro che si sono occupati delle opere di Walter Accigliaro vanno segnalati, tra gli altri: Giuseppe Andreani, Roberto Baravalle, Maria Teresa Barolo, Luca Beatrice, Miche Berra, Massimo Centini, Andrea Cogoi, Edoardo Di Mauro, Eraldo Di Vita, Marida Faussone, Giovanni Cordero, Ida Isoardi, Pino Mantovani, Gian Giorgio Massara, Angelo Mistrangelo, Filippo Mollea Ceirano, Carlo Morra, Carlo Pellegrino, Jolanda Pietrobelli, Otello Soiatti, Elisabetta Tolosano, Antonio Visconti, Oscar Visentin, Beniamino Vizzini, Franchino Falsetti .
Metamorfosi
maidèAICARDI La terra cambia olio su tela cm. 60 x 50
Maidè Baffo Aicardi nasce a Genova, ove frequenta il Liceo Linguistico. Inizia la preparazione artistica con il Maestro Aldo Cestino, insieme ad un piccolo gruppo formato nel C.C.A. (Circolo Culturale di Albaro), con cui tuttora mantiene regolari contatti per lavorare e confrontarsi. Pur dedicandosi di preferenza alla pittura ad olio, negli ultimi anni si unisce al Gruppo “PRISMA” seguito dalla nota pittrice e scultrice Auri Campolonghi e sotto la sua guida fa interessanti esperienze con altre tecniche artistiche. Attualmente la pittrice lavora con gruppi di artisti nell’atelier di Renata Soro. Si dedica attivamente anche all'espressione letteraria; infatti nel 2003 ha pubblicato un libro di poesie dal titolo "L'onda perduta", edito da EnnePiLibri di Imperia e una sua novella è stata scelta per la pubblicazione relativa al Premio Letterario Inner Wheel Europa 2007 - XII Edizione "Gioco di penne". Vive e lavora a Genova, ove ha lo studio.
Metamorfosi
corradoAMBROGIO Mutazione ferro, piombo e inox cm. 89 x 89 x 13
Nasce il 3-5-1957 a Mondovì, dove vive tuttora. Frequenta il Liceo Scientifico e successivamente il Politecnico di Torino, laureandosi in Ingegneria Meccanica. Esordisce come pittore nel 1974. La Regione Piemonte nel 1988 gli dedica una personale nel Palazzo della Giunta, nell’ambito della rassegna “Proposte”, selettiva di valori emergenti. Dal 1989 alterna le attività di pittore e scultore. Ha progettato e realizzato mobili ed elementi di arredo. Ha illustrato libri, tra cui “Desiderio che avanza nelle mappe della materia” di Adonis, Edizioni San Marco dei Giustiniani, Genova 1997. Tra le mostre collettive si ricordano: “Artisti delle Alpi Marittime”, Lione, 1982; “Artisti Italiani Oggi”, Museo d’Arte Italiano, Lima (mostra itinerante), 1989; X Biennale Nazionale del Disegno, Torre Pellice, 1990; “Artisti Piemontesi”, Palazzo Ruini, Reggio Emilia, 1991; “Abitare il tempo”, Verona, 1992; “Mondial Art Salon”, Avignone, 1993; “Festival des Arts”, Beaulieu sur Mer, 1993; “Otto protagonisti dell’Arte Contemporanea in Piemonte”, Cortona, 1995; “Pellegrini Cherubini, Arte Contemporanea nelle Pievi del lago di Garda”, Desenzano, 1996; “Scultura & Sculture”, Ospedale Vittoriano, Carignano, 1997; “Scultura Natura”, Biennale Internazionale di Scultura, Castello di Agliè, 2008. Tra le personali si citano: Studio d’Arte Le Immagini, Torino, 1988-90; Palazzo della Giunta Regionale, Torino, 1988; Galleria Devoto, Genova, 1996-99; Antico Palazzo di Città, Mondovì, 1998; Galleria Del Monte, Forio d’Ischia, 2000-02; Palazzo Robellini, Acqui Terme, 2000; Palazzo Salmatoris, Cherasco, 2003; Chiesa di S.Stefano, Mondovì, 2007.
Metamorfosi
robertoASCOLI Metamorfosi geometrica Omaggio a Leonardo Da Vinci acciaio, piombo e stagno cm. 140 x 60 x 80
Nato ad Albenga nel 1979, Roberto è una persona dalle molteplici inclinazioni. Nella vita costruisce interni navali in legno e solo da una paio d’anni si è dedicato con passione alla pittura. All'età di 15 anni inizia a suonare il pianoforte, raggiungendo in breve tempo un buon livello di apprezzamento in ambito musicale. A 18 anni rivolge i propri interessi verso un altro strumento, la batteria, conseguendo anche in questo settore un buon livello esecutivo. All'età di 25 anni scopre una nuova grande passione: la pittura, a cui poco dopo affianca anche la scultura. Attualmente con tenacia ed impegno concilia musica, pittura e scultura. I suoi lavori hanno riscosso notevole successo anche in Germania, ove è entrato in contatto con alcune gallerie. Un suo lavoro scultoreo è stato scelto da un’associazione culturale di Caserta quale premio per il vincitore di un concorso artistico. Recentemente ha aperto una galleria d’arte contemporanea nella città di Ceriale, ove risiede. Partecipa attivamente a mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
Metamorfosi
ennioBESTOSO Polidoro fusione in bronzo a cera persa cm. 20 x 12 x 7
Ennio Bestoso nasce ad Albenga nel 1965. Autodidatta, nutre fin da piccolo una grande passione per la scultura. Autonomamente apprende le tecniche di fusione del bronzo e di altri metalli. Ha frequentato per anni gli studi di numerosi artisti di talento, ove ha messo a frutto le tecniche pi첫 raffinate della propria arte collaborando con loro. Attualmente coadiuva con Giulio Moirano, Antionia Dovicchi e Luigi Canepa. Vive e lavora a Casanova Lerrone, ove ha lo studio in frazione Ranco.
Metamorfosi
francescaBONFANTI Paesaggi onirici tecnica mista su tela cm. 100 x 100
Nata a Pietra Ligure nel 1963, vive e lavora a Borgio Verezzi. Autodidatta, si dedica da anni alla pittura, frequentando corsi di olio e acquarello sotto la guida dei pittori Donorà e Mariani, che le hanno consentito di esprimere liberamente le sue capacità creative. Sotto la guida del pittore Rudy Mascheretti ha frequentato i corsi di Nudo e Figura organizzati dal Circolo “ Amici nell’Arte” di Garlenda. Attualmente, dopo un lungo percorso figurativo, la sua pittura si sta evolvendo verso un’astrazione onirica. Ha partecipato a numerose mostre e concorsi.
Metamorfosi
deboraBOTTARO Donna olio su tela cm. 50 x 60
Debora Bottaro,1967. Da sempre attratta da tutte le forme artistiche inizia ad avvicinarsi alla pittura e alla scultura da autodidatta. Nel 2003 si diploma presso il liceo artistico “Bruno Cassinari” di Piacenza, città dove vive e lavora. Negli ultimi anni ha partecipato a rassegne d’arte ottenendo riconoscimenti per le sue opere.
Metamorfosi
pietrinaCAU Metamorfosi aliena ceramica Raku - realizzato a colombino cm. 54 x 31 x 40
Nata ad Olbia il 24.11.1946, risiede ad Alassio dal 1958. Sin da giovanissima si dedica all’arte da autodidatta, esprimendo la sua vena creativa attraverso varie tecniche pittoriche. In seguito si sente particolarmente attratta dal modellato e perfeziona la sua tecnica seguendo corsi di disegno e scultura. La tecnica Raku, che apprende nel 2002, le permette di sperimentare l’uso del colore in modo inusuale, ottenendo risultati che la soddisfano e le consentono di esprimere al meglio originalità e fantasia. Ha partecipato a varie collettive in Francia e in Italia. Recentemente ha tenuto una personale nella Galleria Scola di Albenga dal titolo “Quiete stanze”, ottenendo numerosi consensi.
Metamorfosi
sandraCAVALLERI Renovatio installazione su sabbia in ceramica Raku 13 pezzi di dimensioni varie
Sandra Cavalleri è nata ad Andora, in Liguria, dove vive e lavora. Ha insegnato nelle scuole superiori e contemporaneamente ha coltivato i suoi interessi per l'arte, la ceramica e la pittura. Ha esposto le sue opere in numerose mostre collettive e personali in Italia ed all'estero. Nell’agosto 2004 è stata invitata in Cina a Jingdezhen Sanbao per festeggiare i mille anni della porcellana. Con altri artisti ha inaugurato ed esposto in una mostra nella sede cinese del Centro Culturale Paraxo.
Metamorfosi
annaCORTI All’improvviso tecnica mista su tela cm. 90 x 93
Nata a Torino, si diploma all'“Istituto Statale d'Arte per il Disegno della Moda e del Costume” della stessa città. Frequenta l'Accademia Albertina. Inizia come illustratrice e disegnatrice di fumetti per Case Editrici. Lavora quindi come stilista per importanti industrie di abbigliamento a Torino, Alba, Bologna e Milano. Compie numerosi viaggi nelle più importanti città europee per lavoro e per arricchirsi culturalmente e artisticamente. Risiede stabilmente ad Andora dal 1999, dove si dedica a un percorso creativo più libero, che spazia dalla pittura alla ricerca della forma. Affina una tecnica personale, frutto dell’esperienza nel mondo della moda. Crea inoltre installazioni e pezzi d'abbigliamento unici ed esclusivi. Hanno scritto di lei A. M. Faldini, S. Bottaro, L. Penasso.
Metamorfosi
marioDABBENE Metamorfosi bionica olio e acrilico su tavola cm. 70 x 70
Mario Dabbene, giovanissimo, dai 16 ai 20 anni frequenta assiduamente lo studio del maestro Leo Spaventa Filippi, traendone preziosi insegnamenti relativamente alla composizione e costruzione del quadro, nonchĂŠ ad un'attenta osservazione del vero. Seguendo un'innata predisposizione per l'arte intesa come manualitĂ , sperimentazione, ricerca ed esperienza, il suo lavoro si ĂŠ nel tempo concretizzato attraverso l'utilizzo di materiali diversi, quali plastica, cemento lavorato, elementi metallici. In questi ultimi anni ha seguito un ritorno alla tradizione pittorica con la realizzazione di opere surreali e simboliche, con particolare riferimento a temi mitologici. Da molti anni fa parte dell'Associazione Artisti Indipendenti di Varese.
Metamorfosi
giuseppeDE CARLO Sensualità pietra grigia h. cm. 40
Giuseppe De Carlo nasce in Toscana nel 1952, a Montignoso, ai piedi delle Alpi Apuane. Dal nonno, cavatore, impara a conoscere il marmo e la sua lavorazione, ne coglie le emozioni e le storie, che porta con sè in Liguria, nella Fontanabuona, la valle dell'entroterra di Genova dove si estrae l'Ardesia. La pietra lo affascina, lo attrae, ma questa passione rimane latente fino al 1999, quando incontra lo scultore ungherese Balazs Berzsegnyi. I suoi insegnamenti risvegliano in lui le antiche emozioni e soprattutto gli forniscono gli strumenti teorici e tecnici necessari. Si avvicina alla pratica della scultura nella Cava-Laboratorio dell'Ecomuseo dell'Ardesia di Cornia di Moconesi (GE), nella Valfontanabuona, dove passano anche artisti provenienti da diverse parti del mondo in un proficuo confronto-scambio di esperienze artistiche. É così che prende l'avvio l'Associazione Culturale Liguria-Arte "La Pietra Nera" che organizza importanti manifestazioni sia in Italia che all'estero. Si ricorda che De Carlo, nel corso della sua carriera artistica, ha conseguito diversi riconoscimenti e premi per la sue particolari opere scultoree.
Metamorfosi
doloresDE GIORGI Mutazioni lavorazione a lastra e modellato terra semirefrattaria bianca - cottura 1000° cm. 54 x 30
Veneto lombarda di origine, savonese d adozione, Dolores mantiene invisibili legami con la terra che di volta in volta la ospita: il tempo segreto delle Langhe, il respiro muto della campagna veneta, l'ombra pietrosa delle valli lombarde, il polveroso silenzio delle città piemontesi, i mutevoli suoni dei colori liguri. Dopo la formazione classica a Vicenza compie studi pubblicitari e d’arte a Torino, intraprende l’insegnamento di materie artistiche a Savona e corsi di tecnica ceramica ad Albissola. Da Torino approda a Savona, presentata da Pennone come "scoperta di innata vocazione espressiva e... artista di rara e raffinata qualità". In parallelo lavora come insegnante trasmettendo ai ragazzi il suo amore per l'arte. Continua la sperimentazione come sete infinita di ricerca che si misura con l'infinito delle combinazioni espressive, oltre all'orizzonte del suo conosciuto in una visione mai risolta perché vitale. Ampia l'adesione ad iniziative espositive sul piano nazionale con personali a Torino, Asti, Albissola, Savona, Milano, Roma e partecipazioni a Biennale d’arte e ceramica, Albissola 2001,2003 - 44° Festival dei due mondi Spoleto 2006- La foire d’Art Contemporain- Grenoble 2007 - 3a Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea – Genova-2007. Hanno scritto di lei L. Pennone, M. Negro, R. Tonon, L. Savorelli, R. Baglietto, B Cardaci, G. De Gregori, I. Savarino, R. Romeo, M. Padovan, S. Bottaro, S. Serradifalco, L. Valente.
Metamorfosi
enzoDENTE Metamorfosi materiali vari su tela cm. 100 x 120
Genovese, classe 1953, autodidatta. Sue opere si trovano in collezioni private in Cina, Germania, Gran Bretagna, Italia, Nuova Zelanda, Olanda, Repubblica Argentina,Spagna e Stati Uniti d’America. Recentemente ha esposto sia in Italia che all’estero e precisamente a Benevento, Padova, Venezia; nel 1997, negli anni 1998, 2001 e 2002 a Genova; nel 2003 e 2004 a Baden Baden, in Germania; nel 2005 a Bonn (D), a Genova e a Pavia. Enzo Dente vive ed opera a Genova.
Metamorfosi
elenaFRONTERO lartemiprendecomelamore monotipo cm. 50 x 70
Nasce a Verona il 17 maggio 1962. Diplomata all'Accademia G.B.Cignaroli di Verona si è perfezionata in corsi di xilografia a Venezia e di espressione e comunicazione visiva fino al 3° livello, a Verona con la nota insegnante Donatella Levi. Calcografa impegnata da oltre un ventennio nell'ambito incisorio, utilizza una tecnica espressiva che ama visceralmente. Ha insegnato in corsi e stages di pittura e incisione sia per bambini che per adulti. Sue opere si trovano alla Civica Collezione di Stampe Bertarelli di Milano, Gabinetto delle Stampe di Bagnacavallo (Ravenna), "Museo d'Arte Contemporanea Dino Formaggio" Teolo (Padova), "Museo d'Arte Contemporanea Trasanni" (Urbino), "Raccolta di Stampe Adalberto Sartori" (Mantova). Fra i principali cataloghi "Prima Triennale Nazionale di Grafica Città di Brescia" 1998, "Medunarodni Bijenale grafike Leskovac" 1999, "Aqua Fortis" Bagnacavallo Ravenna 1999/2000, "International Triennal of Grafich Art" - Bitola (Macedonia) 2000, “L’incisione oggi in Italia” Comune di Gaiarine 2005 ed altro ancora. Ha collaborato con INclub di Firenze con cui ha editato sue opere e fa parte dell’Associazione Culturale Incisori Veronesi, dell’ Associazione Incisori Veneti e dell’Associazione Incisori Liguri.
Metamorfosi
francoGRASSI Metamorfosi naturale china su carta cm. 35 x 50
Nato a Milano, da anni si è trasferito in Liguria, prima a Castelvecchio di Rocca Barbena, poi ad Albenga, dove vive e lavora. La passione di Grassi per la pittura ha origini antiche ed è sempre nata da uno stimolo di vita. Compiuti i suoi studi a Milano presso Scuole di Belle Arti, ha partecipato a numerose collettive in Lombardia. Oltre ai disegni a china si dedica preferibilmente alla pittura, in particolare al pastello e all'acquarello; i suoi temi ricorrenti si riferiscono alla natura, come simbolo dell'esistenza nei suoi vari aspetti. È anche studioso appassionato di “tradizioni iniziatiche”, in particolare della Mistica Ebraica, pertanto è facile incontrare nei suoi lavori alcuni simboli teosofici. Di lui hanno scritto diversi critici, fra i quali Arnaldo Fontana, Silvio Riolfo Marengo, Wolfgang Meixner, Silvia Bottaro ed altri.
Metamorfosi
tobiasLINDNER Nella notte la luce acrilico e carta su tavola cm. 125 x 93
Tobias Lindner nasce a Wolfratshausen in Baviera nel 1963. Ăˆ cresciuto in una famiglia di artisti: suo padre Alfons Lindner era pittore e scultore, i due nonni dipingevano, e tra i numerosi zii ci sono architetti, pittori, grafici e uno scultore. Nel 1983 inizia la propria attivitĂ artistica. Negli anni 1986 e 1987 frequenta un corso di tecniche di pittura, disegno, scultura ed arti grafiche presso l'Istituto per l'Arte ed il Restauro Palazzo Spinelli a Firenze diplomandosi a pieni voti. Nel 1989 si trasferisce in Liguria, a San Bartolomeo al Mare dove vive e lavora. Ha esposto in mostre personali dal 1986 fino ad oggi a Firenze, Torino, Voghera, Rothenburg o.d.Tauber, Kempten, Friedberg, Augsburg, Oslo, Bordighera, Imperia, Taggia, Villa Faraldi e San Bartolomeo al Mare e ha partecipato ha numerose mostre collettive in Italia, Germania e Francia. In collaborazione con la Soprintendenza delle Belle Arti di Genova ha affrescato in fresco e a secco esterni ed interni di antichi edifici in numerose localitĂ liguri. Numerosi i trompe-I'oeil eseguiti per case e alberghi in Liguria, nel Trentino/Alto Adige e in Germania. Tra il 1995 e il 2002 ha scolpito cinque monumenti lapidei, diversi bassorilievi e una fontana in bronzo per la Germania. Nel 2001 ha realizzato un bassorilievo in gesso di 40 mq per la chiesa S. Maria del Pestello a Montevarchi (AR).
Metamorfosi
furioMAESTRI Metamorfosi dinamica olio e acrilico su nylon su tela cm. 60 x 80
Furio Maestri nasce e vive a Piacenza. Frequenta il Liceo Classico e, mediante le materie umanistiche, si appassiona alla storia dell’arte, di cui apprezza l’estetica sia nell’arte che nella vita. Da ragazzo ama disegnare e plasmare la creta. Si iscrive a medicina e chirurgia. Frequenta l’Istituto di Anatomia diretto dal Prof. Ottaviani che lo incarica di illustrare graficamente l’apparato respiratorio del testo che il Professore sta scrivendo. Nel tempo libero dipinge. Laureato, frequenta l’atelier del pittore piacentino Lodovico Mosconi e si avvicina all’arte astratta. Si specializza in anestesia e rianimazione e in odontoiatria e protesi dentaria. Conosce il pittore piacentino Willian Xerra, colleziona quadri di questi artisti. Visitando i musei di arte contemporanea in Italia, in Europa e negli Stati Uniti, si avvicina e ama sempre di più la pittura astratta. Dipinge nei ritagli di tempo che l’intensa attività gli concede. Illustra per il Rotary International un’iniziativa rotariana del Rotary Club Piacenza. Per questo gli viene conferita una medaglia. Illustra per sei anni vignette su una rivista quadrimestrale A.N.D.I. Attualmente è impegnato nello studio e nella ricerca di nuove tecniche artistiche.
Metamorfosi
ferdinandoMARCHESE Impenetrabile alchidico, sabbia e oro su tela cm. 100 x 100
Ferdinando Marchese è nato a Termini Imerese nel 1956; vive in Liguria dal 1964. Abita ed ha il suo studio a Toirano (SV). A Loano (SV) svolge la sua attività di insegnante di scuola primaria. È maestro infatti da più di 25 anni, ha lavorato con bambini dai tre ai dieci anni, istituendo nelle scuole numerosi laboratori d’arte grafico-pittorica e ceramica. Ha realizzato presso la scuola elementare di Loano un grande murales in ceramica della lunghezza di m. 20 x 2 ed inoltre è promotore di Phylosophy for children, un progetto basato su un’attività filosofica vera e propria che ha come obiettivo quello di portare se stessi verso un pensiero critico e creativo e di educare l'alunno all’ascolto, al pensiero ed alla prassi democratica. Ha iniziato a dipingere in giovane età sotto la guida del professor Ferdinando Fioretti di Bra. Ha approfondito e sviluppato le tecniche pittoriche come autodidatta fino all’incontro con il pittore spagnolo Albert Barreda, che l’ha introdotto nella dimensione dell’astrattismo e della didattica dell’arte in ambito scolastico. Ha tenuto la sua prima mostra importante presso la galleria Ghisolfi di Loano nel 1988, seguita dalla personale del 1989 presso la galleria “Il Brandale” di Stelio Rescio a Savona. Sono molteplici le sue partecipazioni a mostre collettive in Italia e all’estero. Hanno parlato di lui Stelio Rescio, Albert Barreda, Nicola Angerame, Silvia Bottaro, Giovanna Capello, Aldo Ghidetti, Stefano Pezzini. Suoi quadri fanno parte di collezioni private in Italia, Francia, Germania, Svizzera e presso istituzioni.
Metamorfosi
mauroMARCHIANO Triade ceramica Raku Ø cm. 23
Mauro Marchiano nasce ad Alassio (SV) il 12.06.57; diplomato geometra, da tempo si dedica alle arti figurative come autodidatta. Attualmente risiede a Garlenda (SV), via Lerrone, 4, ove è parroco. Così si descrive Don Mauro Marchiano. “Seguo da anni con interesse e da autodidatta il complesso modo dell’arte. Nel cercare di definirmi mi accorgo di quanto siano cambiati i concetti ed i pensieri che hanno motivato la mia produzione artistica di diversi anni fa. Quello che vivo e produco attualmente non è tanto migliore o peggiore di prima, ma semplicemente diverso. I pensieri e i motivi che accompagnano i lavori attuali hanno subito certamente una trasformazione o meglio una metamorfosi. Qualcosa è cambiato e qualcosa cambierà ancora.”
Metamorfosi
elaniaMARQUES Mandala Madreperla tecnica mista e madreperla Ø cm. 100
Elania Marques De Andrade nasce a Itàtira (Brasile) il 20 agosto 1970. Nel 1990 inizia a dipingere tele accademiche esaltando e concentrando la sua attenzione sulla natura e soprattutto sui motivi floreali. La sua prima importante esposizione avviene in Taubatè, un distretto della Grande San Paolo, dove risiede, studia e lavora per 10 anni. La Prefettura di questa città Le concede per ben 2 volte il prestigioso titolo di Onore al Merito per le eccellenti qualità artistiche e la dedizione con cui divulga la sua espressione artistica nella città. Nel 1997 inizia una nuova fase artistica orientando la sua attenzione e il suo lavoro verso un ”astrazionismo contemporaneo” che tutt'oggi contraddistingue marcatamente le sue opere. La fotografia, la danza, la poesia e la natura sono sempre i fattori di maggior influenza nelle sue opere. In un'intervista rilasciata ad un noto critico d'arte Paolista, la pittrice risponde alla domanda “come definisce la sua tecnica?” Io trasformo materie ed oggetti semplici in rivelazioni ed espressioni, questa è la mia personalità gestuale ed armoniosa. Credo che ci sia una provvidenza divina in tutto ciò che un'artista crea. Oggi, Elania Marques vive e lavora a Fortaleza (Brasile) nel suo atelier ubicato in una vecchia casa coloniale nel centro della città. Ha esposto in Italia presso la Galleria “U.C.A.I.” e la Galleria “Ristori” di Albenga (SV), presso la Galleria “Civiero” a Diano Marina e la Galleria “Zanardi” a Torino.
Metamorfosi
rudyMASCHERETTI Metamorfosi “interessante” olio e pastelli su tela trattata cm. 60 x 120
L'artista, bergamasco di nascita, vive ed opera ad Alassio (SV). Si è diplomato all'Accademia di Belle Arti di Carrara con la massima votazione di 110 e lode. È stato allievo del maestro pistoiese Umberto Buscioni, pittore, scultore e designer. La sua pittura spazia dal figurativo al metafisico in contesti caratterizzati spesso da drammatiche luci seicentesche che danno alle sue opere una connotazione antica. Ha esposto ih numerose mostre in Italia ed all’estero.
Metamorfosi
caterinaMASSA Metamorfosi scultura in ceramica - tecnica Raku cm. 40 x 15 x 10
Caterina Massa, savonese di nascita, si è sempre dedicata al disegno e alla pittura, pur avendo una formazione umanistica letteraria. Dopo aver operato in diverse proiezioni estetiche prevalentemente rivolte allo studio del paesaggio, in stile figurativo geometrico, ha iniziato un processo di astrazione, con evidenti connotazioni simboliche, espresso in un linguaggio essenziale, che attraverso la semplificazione delle forme giunge direttamente al messaggio emotivo. Durante l'attività artistica, fatta di ricerca e di sperimentazione, si possono rintracciare momenti fondamentali ed evolutivi, che contribuiscono alla situazione formale delle opere recenti. All'inizio predilige la pittura ad olio, poi l'incontro quasi casuale con la ceramica è stato determinante per passare ancora più all'essenziale e, di qui, all'astratto. Il campo della ceramica appassiona tantissimo l'artista, più vicina alla materia e agli elementi che la trasformano. L'ultima tappa è rappresentata dalla tecnica Raku che, attraverso il sorprendente percorso di lavorazione, le procura forti emozioni. Nel 1999 dà vita a Cisano sul Neva ad un laboratorio di ceramica, punto di riferimento per la sua attività e attorno al quale ruotano numerosi amici ceramisti. Vive e lavora sia a Savona, sia a Cisano sul Neva (SV), ove ha il laboratorio di ceramica.
Metamorfosi
giovanniMAZZA Il ritorno olio su tela cm. 60 x 120
Giovanni Mazza nasce a Roma nel 1934. Inizia giovanissimo a disegnare i ragazzi della strada. Notato dal pittore G. Ferrazza, riceve da lui i primi insegnamenti nello studio della figura. Sotto la guida del Maestro Beppe Assenza, inizia la sua attività espositiva. Viene segnalato all’iniziativa culturale “Arte nel Quartiere”; nel 1958. Alla “Iª Rassegna di Arti Figurative di Roma e del Lazio” (attuale Biennale di Roma) riceve la medaglia d’argento. Nel tempo approfondisce, attraverso un meditato studio personale un proprio linguaggio pittorico che predilige le tematiche del vivere umano. Ha esposto, tra l’altro, presso “Atelier Galerie Nonntal” - Salisburgo(A); “Expo Arte” – Bari; “Maison des Associations Culturelles” – Mulhouse(F); Casinò Municipale – Sanremo; Galleria d’Arte “San Vidal” – Venezia; Galleria d’Arte “Lazzaro by Corsi” – Milano; Galleria d’Arte “G.B.Tiepolo” – Udine; Castello Costa-Del Carretto – Garlenda (SV); Palazzo della Provincia – Savona; Fortezza del Priamàr –Savona; Villa Cambiaso – Savona. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Hanno scritto di lui Francesco Amato, Natale Zaccuri, Luciano Perissinotto, Franco Salvotti, Walter Alberti, Orfango Campigli, Giulio Gasparotti, Gabriella Niero, Ezio P. Zanesini, Paolo Rizzi, Giorgio Pilla, Francesco Valma, Antonietta Adami, Silvia Bottaro, Lorenzo Ciarlone, Silvia Bevini, Giannina Scorza, Giovanni Giraldi e altri.
Metamorfosi
armandoMAZZOLENI Metamorfosi del paesaggio olio su tela cm. 110 x 100
Armando Mazzoleni nasce a Bergamo, lì inizia la sua formazione artistica a contatto con artisti come Longaretti, Sartori, Koter, Vitali, Serighelli. Si trasferisce in seguito a Milano dove frequenta l'Accademia di Brera, conosce il pittore Aldo Peduzzi e diversi artisti del gruppo “Corrente” ed entra a far parte dei Circoli Artistici più importanti. Motivi di salute lo inducono a stabilirsi nella Liguria di Ponente dove entra in contatto con gli artisti locali, quelli immigrati e quelli della vicina Francia e partecipa attivamente alla vita culturale ed artistica. A Castellaro, nel suo studio in collina, inondato di luce e immerso nella macchia mediterranea, da anni porta avanti la sua incessante ricerca all'interno di una vita appartata ma intensa e feconda. Accompagnato da lusinghiere recensioni di critici ed esperti d'arte, dal 1981 partecipa a decine di mostre collettive a Milano, in Lombardia ed in Liguria e da allora allestisce numerose Mostre Personali a Nizza, Saint Paul de Vence, Sanremo, Imperia, Bergamo, Taggia, Bussana di Sanremo, Santo Stefano al Mare, Riva Ligure, Arma di Taggia, Castellaro, Pompeiana, Badalucco.
Metamorfosi
paolaMORENO Introspezione olio su compensato cm. 110 x 65
Moreno Paola, nata nel 1979 a Finale Ligure, vive nell'entroterra ingauno, nella cittadina di Ortovero. Diplomata all'Istituto Statale d'Arte di Imperia, ama la pittura, la danza, la musica, il canto, l'arte in genere e fin da bambina dedica il suo tempo libero ad essa. Ha avuto l'opportunità di imparare diverse tecniche pittoriche lavorando in un laboratorio di ceramica e decorazioni su vetro, ma predilige la pittura ad olio e l'espressività del carboncino. Nel suo bagaglio professionale trovano posto anche diverse altre abilità artistiche, fra cui il pianoforte, al quale ha dedicato oltre due anni di studio, ed il canto, nel quale si impegna tuttora con grande costanza. In 5 anni di impegno ha avuto numerosi insegnanti che le hanno trasmesso la capacità di sfruttare al meglio le proprie doti canore. Ama la musica jazz ed ha preso parte alla realizzazione di un cofanetto, dal titolo “GASLINI songbook”, con 5 CD e 100 canzoni che il noto maestro Giorgio Gaslini ha composto ed interpretato nell'essenziale formazione del piano e voce con i più significativi nomi del panorama jazzistico italiano.
Metamorfosi
antonioPAIS Metamorfosi ambientale acrilico su tela cm. 50 x 70
Antonio Pais, nato ad Alghero, vive e lavora tra la Nurra e Oristano. Ha studiato sotto la guida dei maestri Tiboni e Meledina. La sua prima mostra personale è stata nel 1978 a Sassari, ha partecipato a numerose mostre nazionali e internazionali, le più importanti delle quali a Bologna, Savona, Cagliari, Sassari, Santa Teresa di Gallura, Olbia, Brindisi, Lecce, Roma e in Portogallo presso “Villa De Arcos De Valdevez”. Si sono interessati alle opere di Pais critici e collezionisti quali F. Guidotti, Lucia Bonaccini, Nadine Giove, Malmo, Paola Di Giammaria, Dino Marasà, Salvatore Bonesu, Giuseppe Aiello, Giovanni Maggi. Ha partecipato a numerosi concorsi nazionali ed internazionali ricevendo critiche positive e ampi consensi. Pais è inserito in numerose pubblicazioni d’arte.
Metamorfosi
concettaPISANO Dalla terra alla vita scultura in ceramica terre semirefrattarie con ossido di ramina cm. 40 x 38 x 42
Concetta Pisano nasce a Pizzo Calabro nel 1951. A diciotto anni si trasferisce a Genova con la famiglia. Trova lavoro nel mondo della moda ed è questa attività che fa scaturire in lei la visione del mondo pittorico, perché moda è arte. Frequenta l'Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova e studia Disegno, Pittura, Scultura e Incisione con gli insegnanti Edoardo Alfieri e Nicola Ottria. In seguito frequenta lo studio del prof. Rocco Borella. Dal 1980 partecipa a numerose collettive di pittura e ceramica, nonché a mostre personali nazionali e all'estero, con meritati riconoscimenti. Le sue opere figurano in collezioni private, in Italia e all'estero. Di lei hanno scritto Gianni Daccomi, Germano Beringheli, Giannina Scorza, Giovanni Lunardon, Giuseppe Mortara, Felice Ballero, Giorgio Falossi, Emilia Marasco, Mauro Bocci e Bruno Cosignani.
Metamorfosi
lorenzaRONCALLO Metamorfosi musicale I piatto in grès sottocristallina Ă˜ cm. 43
La formazione della Roncallo si delinea e si sviluppa negli anni '72 - '74 presso il laboratorio di ceramica a Chiusa Pesio, sotto la guida del maestro Dell'Anese. Un periodo intenso, quasi travagliato, ma di sicura formazione compositiva. Nell'84 apre a Genova il laboratorio di ceramiche IDRA, dove lavora e tiene corsi di ceramica. Nel '90 inserisce anche l'attivitĂ di supporto tecnico a numerosi artisti e da questa esperienza, che poi finisce per coinvolgerla totalmente, matura studi e progetti personali come il Maestro Rocco Borella le aveva consigliato. Hanno scritto di lei Dario Arkel, Milena Milani, Giovanni Lunardon, Giuseppe Mortasa, Roberto Orlando, Luigi di Maio, Giannina Scorza, Gianni Daccomi, Silvio Seghi, Germano Beringheli.
Metamorfosi
silvioROSSO Palude oro in metamorfosi (frammento) smalti e resine su tavola cm. 100 x 100
Nato a Cuneo nel 1940, dal 2004 vive e lavora a Demonte (CN). Inizia giovanissimo, alla fine degli anni cinquanta, l’attività di pittore con esperienze figurative già incentrate sul segno e sul colore. Ha esposto a partire dal 1958 in numerose personali e collettive in Italia e all’estero. Dal ’63 al ’66 è allievo di Filippo Scroppo a Torino. Fin dagli anni sessanta si è accostato alla pittura astratto-informale per esprimere una personale interpretazione concettuale dell’astrazione pura, realizzando indagini affascinanti sui processi temporali di modificazione di materie e colori nel tempo. “Colore”, “Metamorfosi” (Hamlet, Scacchiere e Paludi), “Oltre la palude”, “Invasioni”, “Marine”, “Lagune”, “Ghiacci”, “Lave”, “About red and gold”, le sue serie pittoriche principali in cui l’atto creativo si rivela nel gesto sorvegliato del lavorio degli strati pittorici. Il 1965 segna per lui una svolta importante con l’abbandono di ogni figuratività tradizionale e l’incontro con le poetiche dell’informale. Nel 1971, apre in Cuneo la Saletta Arte Contemporanea, divenuta nel 1974 spazio interdisciplinare con il nome di Studioerre, al cui interno opera l’Associazione culturale Scala B. Nel 1982 Rosso sospende ogni attività espositiva per riprenderla nuovamente dal 1997. Numerose le testimonianze di critici, poeti ed estimatori sulla sua ricerca fra cui A.Abrate, W.Accigliaro, H.Adam, LL.Avinyó, R.Baravalle, M.Bertamini, J.M.Cadena, M.Calvino, G.Conte, M.De Angelis, A.Dragone, A.Dumontel, C.Ferraresi, A.Galvano, F.Gardinali, F.Giacosa, H.Heraut, I.Isoardi, JJ. Lévêque, C.Lievi, R.Marchisio, B.Mariano, R.Masoero, P.Mantovani, A.Maugeri, C.Morra, A.Nebiolo, E.Perotto, G.Pintus, C.Orlando, R.Rémy, E.Sanna, F.Scroppo, L.Servolini, F.Solmi, A.Zanzotto
Metamorfosi
umbertoSCHETTINI 20 e 30 installazione tv e quadro ad olio cm. 160 x 120
Nato a Savona il 30 maggio del 1979, cresce tra due figure femminili, affinando così il suo gusto estetico. Accompagnato dalla madre verso la pittura, realizza il suo primo olio all’età di sei anni. Dopo aver concluso l’Accademia di Belle Arti, il suo lavoro da un iniziale periodo in cui predilige una ricerca intima diventa analisi di una realtà mediatica. La sua ricerca lo porta a uscire dalla tela creando ambienti interattivi, stanze riflessive, in cui gli elementi cercano un dialogo con l’uomo moderno. All’attivo numerose mostre collettive con esperienze anche in Spagna e Francia.
Metamorfosi
giuseppeSINESI Metamorfosi e genesi tecnica mista e olio su tela cm. 80 x 90
Nato a Canosa di Puglia (BA) nel 1957, dopo gli studi si trasferisce a Torino, iniziando la sua attività artistica da autodidatta. Negli anni seguenti frequenta i corsi di pittura tenuti dal maestro Sesia della Merla che lo forma artisticamente. La passione artistica lo porta ad abbandonare il campo prettamente figurativo ed a sperimentare nuove forme d’espressione, fino a scoprire una dimensione decisamente soggettiva e personalizzata. Ha partecipato a numerose mostre collettive e personali in Italia e all’estero. Numerosi critici si sono occupati del suo lavoro fra cui Aldo Ghidetti, Elisa Bergamini, Silvia Bottaro, Arnaldo Fontana. Vive e lavora a Torino con studio in via Asiago n.41.
Metamorfosi
serenellaSOSSI Demone terra cotta patinata su base in siporex cm. 47 x 32 x h. 55
Serenella Sossi, originaria di Imperia, si è diploma al Liceo Artisico di Genova, allieva dello scultore Lorenzo Garaventa. Dopo un lungo periodo torinese, vive ormai da anni a Nizza sulla Costa Azzurra, dove ha seguito corsi di pittura, scultura e filosofia estetica e dove a contatto con il fervido ambiente artistico francese, ha affinato il suo personale stile. Le sue realizzazioni, caratterizzate da una costante ricerca di verticalità, sono anche il riflesso di un percorso interiore filosofico e spirituale. Nelle sue pitture predomina la ricerca di luce e colore. Nelle sculture si ritrova quella dualità tra figurazione e astrazione propria anche della sua espressione pittorica. Espone regolarmente dal 1995 in Italia, Francia e Germania. Collabora, dal 2002, come scultrice, con musei archeologici in Francia, quali il Museo delle Meraviglie di Tenda e di Cimiez a Nizza. A Valloria (IM), “il paese delle porte dipinte”, oltre ad aver reinterpretato pittoricamente una porta, ha realizzato, nel 1999, un dipinto nella chiesa del paese. Si tratta di un trittico rappresentante la Crocifissione, eseguito con la caratteristica tecnica verticale che la contraddistingue. Insegna disegno e pittura privatamente da diversi anni e scultura/modellato al Centro Culturale di St. Laurent du Var dal 2005, oltre a partecipare e a organizzare stages di scultura e pittura.
Metamorfosi
carmenSPIGNO Metamorfosi della materia terre e resine naturali su juta cm. 100 x 160
Nasce a Diano Marina, in Liguria. Ha studiato disegno e pittura presso il Centro Italiano Artistico Culturale di lmperia, sotto la guida del maestro Giuseppe Balbo. Fondamentale è stato nel 1997 l'incontro con il pittore genovese Andrea Bagnasco, fondatore del “Gruppo delle Terre”, che segna una svolta nella sua pittura, indirizzandola verso nuove ricerche cromatiche e stilistiche. Da allora si dedica alla pittura con i pigmenti e le resine naturali, portando avanti una continua ricerca sulle tracce e i segni che essi lasciano sui diversi materiali, quali carta, legno, tela, sacco, vetro, metallo, ardesia… Nel 1998 è stata fondatrice del Circolo Artistico “Amici nell'Arte”, che annovera nomi di rilievo nel panorama europeo, associazione della quale è anche presidente. Si occupa della preparazione di manifestazioni e mostre d'arte, patrocinate da Enti pubblici o privati. Dal 2001 cura anche l’organizzazione di corsi di disegno e pittura e di nudo e figura. Critici e giornalisti hanno scritto di lei, fra i quali W. Accigliaro, L. Caprile, C. Paternostro, E. Cerruti, S. Bottaro, U. Ronfani, F. Molteni, A. Fontana, R. Valentini, W. Meixner, M. Scavuzzo, C. Cormagi, F. Gallea, P. Gioia. Ha partecipato a numerose mostre in Italia ed all’estero fra cui “Mediterraneo” a Trier, “Italinischer Sommer” a Schoenecken, “Arte italiana in Provenza” ad Aix-en-Provence e nel 2008 “Tellus”, nei Chiostri di S. Caterina di Finalborgo, col maestro Carlos Carlè. L'artista vive e lavora a Garlenda in Liguria, dove ha l’atelier e la mostra permanente.
Metamorfosi
brunoTOSI Unica variante "per l'alto" - vanitĂ terre su tela cm. 123 x 28
Bruno Tosi nasce ad Albenga nel 1951. Nella cittĂ ligure, giovanissimo, frequenta lo studio del pittore Gian Musso della Pieve. Espone con successo in spazi pubblici e privati. Ultima personale presso la Fondazione Il Giardino di Daniel Spoerri, Seggiano (GR) dal 27 luglio al 31 ottobre 2007. Dal 1971 vive e lavora a Lugano, cittĂ della famiglia paterna, ove ha lo studio.
Metamorfosi
giovannaUSAI Balthus, cambiamento di stato seta, cotone, batik, applicazioni margine vivo tessuti usati cm. 70 x 49
Nasce a Cagliari nel 1947 e vive ad Alghero (SS) fino all'età dl 18 anni. Nel 1972 si laurea in Architettura nell’Università di Firenze. Vive ad Alassio dal 1973, ove ha lo studio ed espone i propri lavori. Ha insegnato Educazione Tecnica nella Scuola Media Statale dal 1980 al 1996.e da allora tutto il suo tempo libero è dedicato alle “stoffe”. La scoperta del patchwork, a cui si è accostata da autodidatta, le ha consentito col tempo di perfezionare le tecniche di taglio e cucito. Importante è stato l'incontro con l'associazione nazionale Quiltitalia, che raggruppa le appassionate nel settore Patchwork e Quilting. Risalgono al 1993 i primi lavori in Patchwork, che ama divulgare con passione; ha insegnato per due anni le basi del patchwork presso il Circolo Didattico Statale di Finale Ligure e ad Alassio, all’interno dell’Università delle Tre Età.
Metamorfosi
brunoVOLPEZ Masters of War I signori della guerra tecnica mista, acrilico e collage su tela cm. 100 x 100
Bruno Volpez vive e lavora a Verzi (Loano). Nel 1991 inizia la sua attività espositiva, partecipando a numerose mostre personali e collettive, fra cui nel ‘94 e nel ‘95 le personali presso il Centro Cultura Arte Contemporanea Balestrini di Albissola Marina. Nel 2007 entra a far parte come socio del Circolo Artistico Culturale “ Amici nell’Arte” di Garlenda (SV) e lo stesso anno partecipa alla mostra collettiva “10 pollici d’arte” presso la galleria Scola di Albenga e alla “Ceramica di Natale” presso il Circolo degli Artisti, “Pozzo Garitta”, Albisola Marina. Il suo impegno artistico più recente quest’anno è una personale presso il Circolo degli Artisti di Albisola Marina. Hanno scritto di lui critici d’arte quali Ferdinando Molteni, Silvia Bottaro Andrea Ciani e Viviana Siviero.
Metamorfosi
sezioneLETTERARIA
Maidè AICARDI Enza CASTALDO Maurizio LANTERI Lilli LUINI Gabriella PESSANO Patrizia VALDISERRA
Metamorfosi
maidèAICARDI
Maidè Baffo Aicardi nasce a Genova, ove frequenta il Liceo Linguistico. Inizia la preparazione artistica con il Maestro Aldo Cestino, insieme ad un piccolo gruppo formato nel C.C.A. (Circolo Culturale di Albaro), con cui tuttora mantiene regolari contatti per lavorare e confrontarsi. Pur dedicandosi di preferenza alla pittura ad olio, negli ultimi anni si unisce al Gruppo “PRISMA” seguito dalla nota pittrice e scultrice Auri Campolonghi e sotto la sua guida fa interessanti esperienze con altre tecniche artistiche. Attualmente la pittrice lavora con gruppi di artisti nell’atelier di Renata Soro. Si dedica attivamente anche all'espressione letteraria; infatti nel 2003 ha pubblicato un libro di poesie dal titolo "L'onda perduta", edito da EnnePiLibri di Imperia e una sua novella è stata scelta per la pubblicazione relativa al Premio Letterario Inner Wheel Europa 2007 - XII Edizione "Gioco di penne". Vive e lavora a Genova, ove ha lo studio.
Allo specchio Chi ti ha colto così è stato un mago, sorella e amica mia, mentre il mio sguardo passando è imprigionato insieme al cuore, alla mente, al respiro e fuggirebbe – un gesto di pudore – per quel momento che ti strappa in due. Perché ti ho conosciuta nei giorni dolci, nel quieto respiro, nel tiepido silenzio della casa, con il gatto ai tuoi piedi, un libro in grembo e triste tenerezza in fondo agli occhi. Ma non a lungo dura l'inverno, che concilia il lento lavoro di cose fatte in casa con amore. Ora la pianta è verde, anche nel cielo traspare un colore e nei tuoi occhi cambiato è il pensiero. Vorrei fermarti, serrare la stanza, prendere le tue mani e consolarti essere carceriera e dolce amica, per darti il tempo di tornare indietro. Ma se lo penso sono già pentita, che libera tu sei come la luna, e se sei strega e brucerai sul rogo, la scelta – ad ogni modo – ti appartiene.
Metamorfosi
enzaCASTALDO
Enza Castaldo cresce nel centro di Torino dove comincia la sua vita lavorativa che la vede impegnata, in principio, tra i bambini come insegnante, per continuare nel tempo diversi percorsi di lavoro fino ad oggi, come funzionario all’Ufficio delle Entrate. Si trasferisce poi verso il mare, nella regione Liguria, per amore verso di esso. Vive ad Alassio oramai da molto tempo ed è in questa regione, a contatto con la natura ed il mare, che nasce in lei il desiderio di esprimere e comunicare le proprie emozioni attraverso la poesia. La sua raccolta poetica, oggi, è rappresentata da un buon numero di poesie che cantano il sentimento dell’amore nella forma più vasta dell’esistere.
Per te (Thea) Scrivo per te La poesia più bella. Scrivo per te l’amore del Creatore E la bellezza del creato. Scrivo per te l’armonia e l’emozione invisibili che ti accompagnano come un soffio di vento. Esprimo per te l’infinito presente e l’eterna magia.
Aspettando Aspetterò che la comprensione con le ali leggiadre arrivi per illuminare il tuo cammino. Ore interminabili corrono e si disperdono nella sfera dei ricordi. Quanto dolore aspettando! Quanto amore non condiviso! L’attesa fa parte dell’emozione.
Eventi e metamorfosi Nel proprio vivere gli eventi accadono, Uno dopo l’altro, guidandoti nella direzione chiamata verità. Verità dell’apprendimento e della scoperta ; verità dell’amore e del dolore ; verità della solitudine e del silenzio. Quel silenzio che tanto ti comunica. Un sottile limite attende di essere percepito: esso ti cattura nel dolce oblio di una comprensione ora presente, ma ancora non del tutto svelata. Vai verso quell’emozione, verso quel cambiamento che senti vicino ma che ancora più profondamente vuoi capire. Ora comprendi che molto è accaduto e vai verso quel mistero che nella metamorfosi ti sarà, forse, svelato.
Metamorfosi
maurizioLANTERI&lilliLUINI Non tornare a Mameson Fratelli Frilli Editori – 2007 romanzo noir
Maurizio Lanteri nasce ad Albenga. Dopo la maturità classica, si laurea in medicina e chirurgia per poi specializzarsi in pediatria presso l'Istituto G. Gaslini di Genova. Esordisce nel mondo della scrittura con il thriller Io ti cerco (Le Streghe-2001). Vive con la moglie e il figlio a Garlenda, in Liguria, dove esercita la professione di medico pediatra. Lilli Luini nasce a Varese. Ottiene la maturità classica, quindi si laurea alla Statale di Milano con una tesi in sociologia. Nel 2001 esordisce come editor in un sito di scrittori esordienti, nel 2003 conosce Maurizio e con lui dà inizio a un sodalizio artistico che appare ormai indissolubile. Vive sul Lago Maggiore, con il marito e i due figli, e lavora in campo finanziario. Insieme pubblicano il racconto Brujia (De Ferrari-2005) vincitore al concorso Triora Terra di Streghe, il romanzo La casa del Priore (edizioni Traccediverse-2006), l’antologia da loro curata La contessa del campo dei fiori (Giulio Perrone-2007), il romanzo noir Non tornare a Mameson (Frilli-2007). Insieme ad altri soci nel 2004 fondano il portale internet www.leggendoscrivendo.it, con annesso laboratorio di scrittura e forum di discussione.
Enrico Oliviero è un politico cinquantenne che non viene più rieletto. Incapace di riabituarsi a una vita mediocre, compra una baita in Liguria, sulle Alpi Marittime. Lì si abbandona a giornate senza scopo e notti alcooliche finché, rovistando in solaio, scopre un quadro che prima lo affascina e poi lo ossessiona. Ritrae una ragazzina che Enrico ribattezza Ophelia. Deciso a scoprirne l'identità, inizia a chiedere di lei fra la gente del paese... Non avrebbe dovuto farlo, ma la percezione del pericolo arriva troppo tardi, quando l'incubo è già iniziato. Il romanzo è scritto a tre voci: Enrico, Beatrice (la giornalista che con lui ha una relazione) e Ophelia, una strana ragazza che parla con le marmotte. Gli eventi drammatici che li vedono involontari protagonisti causeranno in tutti loro cambiamenti profondi e indelebili.
Potresti far cuccia qui, assorbendo il fiato tiepido dei tizzoni che muoiono, cullato dalle note molli di un refrain che torna all’infinito. A chi frega, su questo pianeta, quando/dove/se dormirai? A te, frega. Sicuro come l’oro che saresti già a segare tronchi d’albero su una nuvoletta, non fosse per lo stomaco che ti morde dentro. Non fosse per quella maledetta macchia. È lì, sul muro, a destra della canna fumaria. Al centro della tua visuale obbligata. Il punto esatto in cui, nei film americani, piazzano una grossa testa d’alce, con le corna a far da appendiabiti. Il paragone è lecito. Sei in una baita di montagna, no? Qui però stai ammirando uno spicchio di parete vuota, liscia e bianca. Assurda, in mezzo al festival del perlinato e delle pietre a vista. Una macchia. Marrone. Ti disturba, ecco. Marrone. Neppure puoi raschiarla dalla mente stringendo gli occhi, perché il buio ti precipita in un vortice di nausea, come una zattera che scavalla sul mare in tempesta. Su e giù. Su e… Ha una zona centrale, tonda, e tante sbavature a raggiera. Sembra abbiano spalmato merda sul muro (e perché no, i bambini riescono a far di peggio!). Oppure è una tazzina di caffè, piena all’orlo, volata dalla stessa poltrona su cui te ne stai seduto. Immagina la scena: uno sbocco di rabbia, accompagnato da un classico “mi hai rotto le palle, porcocazzo!”. Ma chi ha rotto le palle? E a chi? Già chiederselo è paranoia bella e buona. Però, una mano di vernice era pretendere troppo? In questa casa ti ha preceduto un pittore professionista, francese. Così racconta l’agente immobiliare. Sfiga nera. Avresti votato per un imbianchino rumeno. Ma forse, a lui, piaceva lo spettacolo. Stava lì a rimirarlo per ore, un mélange di colori in stile stercorario. Domani devi porci rimedio. Con le bottiglie che pare abbiano un buco, finisce che la macchiamerda diventa tua compagna affezionata. Alla fine ci leggi qualche significato in stile psichiatra della mutua e ti spaventi pure. O ti deprimi. Buona, questa. Davvero molto buona. Prosit. Dolce notte. A un domani senza macchia. E questa è ancora meglio.
Metamorfosi
gabriellaPESSANO
Gabriella Pessano è nata a Savona e vive a Vado Ligure. Ha iniziato a scrivere negli anni settanta. Dai suoi versi trapela l’impegno sociale e intimistico. Nel 2001 ha pubblicato il suo primo libro di poesie e riflessioni “Cosa c’è” Editrice Liguria (Savona). L’anno dopo pubblica “Il Filo d’Arianna” - Editrice Ibiskos, seguito negli anni successivi da “Nuances”, poesie italiano-francese - Editrice Liguria e da “Ankhesen-pa-aton”, sorella sposa di Tut-ankh-amon - Editrice Liguria. Partecipa a concorsi di poesia e prosa sia in Italia che all’estero ricevendo premi ed encomi. Sue opere sono presenti in varie riviste ed antologie letterarie italiane e straniere per le quali collabora anche con recensioni. Partecipa ed è ospite di Congressi Internazionali di Poesia, quali la Biennale di Liegi, il congresso del Tchad (2005) e nel 2006 al “Gerald Hopkins” in Irlanda. Nel 2003 e nel 2004 in Belgio è stata insignita della Medaglia d’Argento dell’Accademié Européenne des Arts. È ideatrice della manifestazione “La poesia NEL mare” (poesie in bottiglia) della quale è stata madrina e di cui si sono svolte due edizioni nel 2002 e nel 2003. Da una sua idea si sono svolte a Vado Ligure, sua città, dal 2003 tre edizioni di “AriArte”. Nel 2006 fonda la Associazione Culturale noprofit “IPAZIA” per la quale organizza il concorso Internazionale “Premio Copertine”, giunto alla sua terza edizione. Contemporaneamente attua il progetto “Adotta un Artista”, che si svolge presso la scuola Media Statale di Vado Ligure. Infine con il “Caffè Caleidoscopico” crea occasione d’incontro fra artisti e pubblico a Savona presso il Caffè Ligure.
Araba fenica
Nella Luna
Mi sono illusa
Mi sono tuffata nella luna e lei mi ha cullata.
mi sono ferita Mi sono delusa
Insieme ci siamo bagnate nel GANGE
mi sono curata Mi sono disillusa
danzando su petali argentati abbiamo risalito il fiume per tornare alla SORGENTE.
mi sono guarita ...e poi ho ricominciato daccapo...
Metamorfosi … Amo pensare che la Metamorfosi avvenga nell’uomo attraverso la POESIA. Mi spiego: per trasformare e creare occorre avere accesso a un canale che ci collega al trascendente, quella piccola LUCE, che dal nostro interno ci collega con l’Altrove. Non c’è arte, non c’è scoperta scientifica che non sia pervasa di POESIA. Ovviamente di ogni medaglia c’è una faccia ALTRA, ma il mio pensiero è sempre volto al positivo e in questa esposizione non voglio lasciarmi sfiorare dal pensiero ALTRO perché perderei la mia piccola dose di creatività che questi pensieri mi donano. C’è POESIA in ogni azione umana quando e solo se l’UOMO diventa un “essere pensante” e cerca di migliorare sé stesso, la sua vita e..., perché no?, la sua società. La POESIA è la vera “Pietra Filosofale” delle azioni umane perché trasforma il pensiero in una azione che trascende il pensiero stesso. Possiamo chiamarlo Amore? Mi basterebbe che lo chiamassimo passione per la ricerca del meglio in tutto ciò che si intraprende con lo scopo di migliorare noi prima e gli altri se il nostro messaggio arriva.
Metamorfosi
patriziaVALDISERRA
Patrizia Valdiserra nasce ad Albenga. Terminati gli studi classici, si laurea in Lettere presso l’Ateneo genovese con una tesi sulla drammaturgia dannunziana. Studiosa della storia e dell’arte ingauna, ha scritto articoli e saggi su riviste specializzate e giornali, coniugando l'amore per la sua città con la ricerca storiografica d'archivio. Autrice dei volumi “Albenga impressioni e colori” (2000), e “Albenga di sguardi” (2008), ha curato i cataloghi, relativi a due delle mostre allestite presso il Museo Diocesano d’Arte Sacra: “Angeli. Sculture lignee dal XV al XIX secolo della diocesi di AlbengaImperia” (2002) e “I Bambin. Sculture dal XVII al XIX secolo. Tesori devozionali della diocesi di Albenga-Imperia” (2004). Esperta delle più moderne tecnologie, si occupa di fotografia digitale che abbina a testi di forte suggestione, creando un connubio di emozioni nelle quali passato, presente e futuro si saldano tra loro, come un ponte gettato tra generazioni diverse, in nome di valori condivisi. La sua opera è caratterizzata da rigorosa riflessione, senza accondiscendere a semplificazioni divulgative e di lei è stato scritto che la sua è prosa lirica dotata di particolare spessore emotivo.
Il seme Cavo il terreno al mio passo Rinvia l’eco d’un pensiero Lasciato cadere. Nel buio d’una zolla riposa Come seme che chiuso Non sappia del lungo viaggio Che ancora l’attende. Presto sarà primavera E molle Nel cieco ventre della terra S’aprirà a nuova vita per morire a se stesso. Suo il germoglio Nel fiore che tremulo sboccia Ai raggi del sole. Un giorno soltanto Per tornare a morire. Terre Di luce e d’ombra si veste la tela Polline e terra alchemico ordito Che mano distese con tocco lieve D’incanto e sogno
Di terra e d’ombra Questo mio questo mio cuore Che piano s’apre A nuove fioriture
Muta la tela racconta del sole Che arroventa le zolle D’algide falci di luna appese tra i rami Dondolando nel vento Che quelle disperse
Verde germoglio S’erge da zolle compatte Che stilla di pianto Quieta disseta
Nel silenzio irreale D’un luogo Ove ombra e luce Respirano avvinte
Lacrima scende a bagnarne La breve radice Che ancora non seppe trovare L’oscuro ricetto E bianca di sale Un’altra volta si muore
Metamorfosi
sezioneMUSICALE
Patrizia e Mauro MANTEGAZZA
Metamorfosi
patrizia&mauroMANTEGAZZA
Mauro Mantegazza Nato a Milano nel 1964, ha conseguito il Diploma di viola al Conservatorio di Alessandria. Ha seguito inoltre diversi stage di formazione inerenti alla didattica del violino. É coordinatore del Collegio dei docenti della Scuola "Musicando" di Sorengo (CH). Nella stessa è insegnante di violino, viola e orchestra. Vive a Vezio (CH), nel Canton Ticino. Patrizia Boschetti Mantegazza Nata a Lugano, è docente in pedagogia e didattica musicale. Insegna educazione musicale presso la Scuola Media di Gravesano (CH). Ha seguito diversi corsi di approfondimento del "suono vocale" secondo il metodo di Gisela Rohmert a Lichtenberg (D) e a Belluno. Vive a Vezio (CH), nel Canton Ticino.
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specialGUEST
Domen LOMBERGAR
Metamorfosi
domenLOMBERGAR The Transformation Of Daphne computer art cm. 45 x 60
Domen Lombergar, giovane “digital creator” e artista sloveno, produce la maggior parte delle sue opere in due sole dimensioni. Tralasciando alcune formule artistiche con le quali si è cimentato, lo schermo del suo computer rappresenta la sua tela e la sua tavoletta grafica, il suo pennello. Trascendendo dai “media” che utilizza nella realizzazione dei suoi lavori, Domen resta fedele a quella che è la sua espressione artistica… i moventi surrealistici spesso scioccano l’osservatore con la loro crudezza e chiarezza ed emerge la volontà di esplorare ulteriormente l’opera ed il suo messaggio. Il raffinato senso del dettaglio da parte di Domen nella combinazione con una grande capacità tecnica porta la sua creazione persino ad un livello più alto. La qualità della sua arte è stata descritta con numerose critiche positive sia su siti sloveni che stranieri e da vari critici professionisti. Le sue opere digitali sono apparse in molte prestigiose Gallerie su Internet.
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iLUOGHIdellaMOSTRA GARLENDA
foto di Pasquale Meli
SALE DELLE OPERE PARROCCHIALI
foto di Studio Gioberti
CASANOVA LERRONE
foto di Luciano Rosso
VILLANOVA D’ALBENGA
ALBENGA
foto di Patrizia Valdiserra
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Ringraziamenti Si ringraziano sentitamente Don Mauro Marchiano Silvia Bottaro Arnaldo Fontana Aldo Ghidetti Walter Accigliaro Alessandra ed Edmondo Segre Domenico Romano Sabrina Merlo - Sindaco di Casanova Lerrone Franca Tamarindo - Assessore alla Cultura di Villanova d’Albenga Domenico Cassiano - Sindaco di Villanova d’Albenga Giuliano Miele - Sindaco di Garlenda Pina Verrazzani - Assessore al Turismo del Comune di Albenga Antonello Tabbò - Sindaco di Albenga Umberto Airaudi Monica Scola Marino Beneccio Fabrizio Amerio Rosanna Navone Simona Pelleriti Iolanda Durando Renzo Guido Bianca Sartori Paola Montina Irene e Paolo Fabbri Giovanna e Lillo Buscemi Fernando Isolica Provincia di Savona Pasquale Meli ...e i soci degli “Amici nell’Arte” che hanno contribuito all’organizzazione della mostra
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