Placemaking. 5 progetti per 5 luoghi: Panoramica
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Potessimo cambiare Torino, cosa faremmo?
L’attività di Torinostratosferica ruota attorno a una domanda che ci poniamo sempre meno: come vorremmo che fosse la nostra città nel futuro? L’intero esperimento vuole alimentare la riflessione su una Torino ideale e costruire visioni originali, coraggiose, contemporanee alcune realizzabili, altre puramente utopiche - per i luoghi, gli abitanti, le attività e i servizi, la cultura, la percezione generale della città.
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In altre parole, Torinostratosferica vuole immaginare una Torino al suo meglio. Senza vincoli, senza preconcetti, senza calcoli di fattibilità. È un progetto che nasce con spirito generoso e lungimirante, talvolta provocatorio. Per affermare l’importanza di proiettarsi in avanti e puntare in alto, contribuendo a un racconto positivo (e condiviso) sulla città. Torinostratosferica è una Torino at its best, at its most beautiful nello spazio fisico e nei valori che esprime, immaginata a partire dai nostri desideri. Nostri di chi? Di chi si prende l’impegno e la responsabilità di farlo, con l’idea che “la città appartiene a chi se la prende”, cioè a chi si attiva in modo indipendente e con l’intenzione di creare connessioni tra le migliori energie presenti nei vari campi. Oltre che dalla passione, il progetto parte infatti dalla convinzione che il city imaging sia un diritto e un dovere delle persone più dinamiche e creative in un tempo in cui le città sono i motori dello sviluppo e della competizione economica e culturale globale.
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Su un campione di 100 risposte
La Torino di oggi Come vivi a Torino? Io vivo bene!
Quali zone hanno bisogno di cambiamento? Centro Mirafiori Borgo San Paolo Barriera di Milano San Salvario Lingotto
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Su un campione di 100 risposte
La Torino di domani
È stato chiesto: “Immagina una Torino al massimo delle sue potenzialità. Com’è? Cosa vedi?” Quando si chiede ai torinesi quali siano i loro sogni per il futuro, non ci si sente dire “macchine volanti”, piuttosto saltano fuori risposte molto più basiche, umane ma del tutto concrete. I temi emersi vanno dalla riqualificazione delle zone in disuso alla richiesta di avere più arte per le strade, dalla mobilità sostenibile all’integrazione delle periferie.
“Più arte per le strade, più cura e bellezza nelle periferie”
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“Più luoghi di incontro per i giovani”
“Creare un progetto che aiuti la città ad essere più verde e pulita”
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Placema a Torino
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Placemaking a Torino 5 progetti per 5 luoghi
Prefazione Due anni fa, all’interno dell’ambiente di Torinostratosferica, iniziammo a pensare che sarebbe stato bello scendere dalla dimensione progettuale per poter arrivare a una fase di concretizzazione. Il primo passo, dal pensiero alla trasformazione di luoghi, tramite le visioni dell’associazione, è stata l’edizione del 2018: C’è vita lungo i fiumi. Per la prima volta, abbiamo proposto interventi veri per sperimentare il potere creativo dell’immaginazione urbana e l’impatto delle idee visionarie sulla città. Successivamente, è nata l’idea di passare dall’immaginare la città al progettare luoghi. Primo passo sperimentale di un impegno concreto sui luoghi della città, sono state le proposte di placemaking. Esse individuano alcuni spazi non valorizzati ma con grandi potenzialità in quartieri diversi (Barriera di Milano, Borgo Po, il Centro, Lingotto, San Paolo) e immaginano come poter “attivare” questi spazi attraverso interventi a basso budget.
La spinta per questo progetto è stata data dall’idea del Precol Linear Park: un parco lineare al momento inagibile che io vedo tutti i giorni uscendo di casa. Ogni volta mi sarebbe piaciuto andare lì e mettermi a tagliare l’erba, porre un cartello “Benvenuti nel parco lineare” e sedermi lì a godere del verde e della vista sul centro di Torino. Il seguito è arrivato spontaneamente: perché non identificare altri luoghi che hanno bisogno di un nuovo significato? In Bellissimo, tante persone si chiedevano quando Torinostratosferica avrebbe iniziato a produrre una fantasia pratica: il placemaking è stato la risposta a questa implicita richiesta. Il progetto, infatti, ha richiesto un significativo impegno fisico, come lo studio dei luoghi, le fotografie sul posto e le lunghe camminate nei quartieri, lungo i muri, le strade e le vie al fine di individuare l’area più bisognosa di novità. Facendo un passo indietro, un sabato mattina d’estate, più precisamente martedì 9 luglio, le per-
sone che, invitate circa un mese prima, sono arrivate in studio e, con loro, abbiamo avviato il processo di identificazione dei luoghi. È stato interessante vedere come fin dall’inizio il processo sia stato collaborativo e collettivo: le persone partecipavano con le proprie idee ma soprattutto con lo spirito. Tutti, in un qualche modo, avevano vissuto Torino: chi da vero e proprio residente con domicilio e chi, da turista appassionato, ne diventò un cittadino. Man mano vedemmo come le idee iniziavano a venir fuori: prima il Precol - Linear Park, poi arrivò il Sabotinaggio, il Community Cricket Ground, Piazza Juvollino e Pirates Garden. Per concludere, mi piace poter dire che la potenzialità per realizzare questi progetti c’è e mi piacerebbe poter dire, un giorno, “facciamolo”. Basterebbe poco per dare il via a un progetto del genere, ciò di cui c’è tanto bisogno è l’entusiasmo, leva necessaria per rendere un’idea concreta, ma soprattutto, colma di significato. Io di entusiasmo ne ho. Voi?
Luca Ballarini, Fondatore Torinostratosferica Giugno 2020
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Background
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I progetti
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Obiettivi
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Collaborazioni
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Conclusioni
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Introduzione al Vol. 2
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Progetto Pirates Garden! (Vol. 2 pp. 156)
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Dentro al Vol. 1 è contenuto tutto ciò che c’è da sapere prima di conoscere il progetto di Torinostratoferica da vicino. Placemaking: 5 progetti per 5 luoghi ha bisogno di un’introduzione, di un background, di una panoramica e di molto altro. Hai altre domande riguardo al progetto? Forse il Vol. 2 ha le risposte giuste per te!
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Cose da sapere sul progetto! Vol .1 & Vol. 2
Per raccontare il progetto nella sua interezza è servito suddividere i contenuti in due sezioni, anzi, in due volumi. Il Vol. 1 è una grande introduzione al Vol. 2. In altre parole, il Vol. 1 contiene tutti quelli che sono i presupposti per comprendere al meglio i cinque progetti di placemaking, contenuti nel Vol. 2. Verrà spiegato in poche parole il progetto, il proposito dell’associazione, il carattere degli interventi proposti e tutte le altre informazioni necessarie. (prima di iniziare)
Gli ideatori
Gli ideatori dei cinque progetti sono cittadini di Torino DOC o turisti che se ne sono innamorati nel tempo. Le proposte di placemaking, essendo state ideate da persone che vivono i quartieri, rispecchiano quelle che sono le esigenze e i desideri della comunità e valorizzano gli aspetti più amati.
Utopian Hours
Placemaking: 5 progetti per 5 luoghi è un progetto esposto per la prima volta all’edizione 2019 di Utopian Hours alla Nuvola Lavazza. Utopian Hours è un progetto collettivo di city imaging nato per costruire un potente racconto per immagini, che esalti il potenziale della città e il suo posizionamento internazionale. Quest’anno Utopian Hours: The City At Stake si terrà dal 23 al 25 ottobre 2020!
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Torinostratosferica presenta cinque semplici interventi di urban design, con cui migliorare (facilmente) altrettanti luoghi in città e dare loro un senso nuovo. Dall’immaginare la città al progettare luoghi. Il festival mette in mostra per la prima volta una serie di progetti di placemaking ideati e disegnati da Torinostratosferica, in alcuni casi insieme ad altre realtà che hanno collaborato con l’associazione. Primo passo sperimentale di un impegno concreto sui luoghi della città, le proposte individuano alcuni spazi non valorizzati ma con grandi potenzialità in quartieri diversi (Barriera di Milano, Borgo Po, il Centro, Lingotto, San Paolo) e immaginano come poter “attivare” questi spazi attraverso interventi a basso budget. L’obiettivo del placemaking è dare senso a un luogo. Ispirandosi a quanto vediamo nelle altre città, i progetti in mostra vogliono portare nuovo significato a luoghi che ora ne sono privi, con la volontà di affermare usi già espressi dalla comunità locale — e anche convinti dell’opportunità di una certa disobbedienza civile per migliorare Torino oggi. Le proposte uniscono così creatività, immaginazione e fantasia pratica, per provare a trasformare alcune aree poco utilizzate in luoghi vissuti e dotati di un’identità propria.
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Barriera di Milano Borgo Po Centro Lingotto San Paolo
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Panoramica
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Torinostratosferica è un progetto di city imaging: un laboratorio collettivo che vuole sperimentare il potere creativo dell’immaginazione urbana e l’impatto delle idee visionarie sulla città.
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Una delle ispirazioni più forti del progetto è la frase
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La città è un’arma mentale
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di Julian Beinart, successore di Kevin Lynch nel corso di Theory of City Form al MIT, che spiega bene la forza dell’immaginazione nel discorso pubblico.
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Le finalità dell’associazione
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Dopo le prime attività, Torinostratosferica si è istituita formalmente come associazione culturale non-profit a partire dal 2016. L’obiettivo generale che si è data da statuto è appunto promuovere il city imaging, rispondendo così a una mancanza percepita. Torinostratosferica si connota oggi come un contenitore aperto ai visionari, ambiente di sperimentazione e ricerca, collettore e generatore di idee: un pensiero di cui la città ha disperatamente bisogno.
Panoramica
Fedele alla vocazione originaria, l’intera attività si basa sulla relazione con le persone e le realtà più attive e virtuose del territorio a diversi livelli: creatori e editori indipendenti, progettisti, ricercatori, professionisti, studi, associazioni e festival, enti pubblici e privati, imprenditori e innovatori — con l’effetto positivo di fare emergere e rafforzare queste reti informali. Il metodo di Torinostratosferica è per definizione sperimentale, basato sull’incontro tra discipline, e si compone di laboratori collettivi con esponenti delle diverse culture del contemporaneo, secondo fasi di analisi e brainstorming orientate a proiettarsi oltre l’esistente. Le riflessioni che animano il progetto si legano naturalmente all’architettura, al design urbano (progetto, paesaggio, am-
biente) e a tutte le componenti decisive per la qualità di vita urbana: cultura, creatività diffusa, impresa, mobilità, tecnologia, innovazione. Allo stesso tempo Torinostratosferica è anche un progetto di comunicazione e di branding, in cui il copywriting —nella creazione di nomi, slogan e claim— gioca un ruolo fondamentale. A tutti gli incontri segue una fase di selezione e editing del materiale emerso, in vista della restituzione pubblica delle proposte, visioni, boutade e dichiarazioni che formano i contenuti principali di Torinostratosferica — costantemente aggiornati e disponibili online in italiano e inglese (Torinostratosferica è necessariamente una Torino bilingue). L’associazione si propone di raggiungere dimensioni differenti.
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Torinostratosferica come luogo. Torinostratosferica come visione. Torinostratosferica come brand.
Panoramica
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Un laboratorio permanente, aperto alla collaborazione con esperienze diverse, come il mondo della formazione scolastica o universitaria. Una piattaforma in relazione non solo con l’industria creativa e culturale locale, ma con realtà analoghe a livello europeo e internazionale.
Un contributo appassionato e collettivo alla riflessione sulla città, al suo sviluppo, all’avanguardia culturale. Un invito a condividere i valori e le idee emersi negli incontri, da sviluppare nei diversi contesti in cui si costruisce il futuro della città.
Una “marca” con un’immagine definita e un’identità verbale forte —un innovativo esperimento di city-branding— seppur su un luogo immaginario. Un progetto che innanzitutto vive di comunicazione, con la volontà di coinvolgere e allargare il suo pubblico.
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Il metodo di Torinostratosferica si basa sull’incontro fra discipline: branding, comunicazione, architettura, innovazione sociale, city making. La visione non manca. Dal 2014 a oggi, tramite visioning session collettive e un successivo lavoro di editing, Torinostratosferica ha proposto numerose idee e visioni per una Torino al massimo delle sue potenzialità — dalle intuizioni più provocatorie fino a proposte concrete di intervento in vari luoghi della città. 40
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anni visioning session creativi coinvolti idee e proposte
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I progetti La collezione di visioni si arricchisce. Dieci idee per una città al suo meglio prendono forma attraverso i progetti di diversi studi d’architettura torinesi.
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Panoramica
Da più di cinque anni Torinostratosferica raccoglie proposte, interventi e semplici provocazioni per il futuro della città.
Edizione dopo edizione, la mostra Visioni da Torinostratosferica trasforma in immagini le idee emerse durante i nostri incontri collettivi: sono scenari di una Torino possibile, sospesi fra pura fantasia e opportunità reali. Per realizzarli, Torinostratosferica coinvolge ogni anno studi di architettura con sede a Torino, chiamati a dare forza all’immaginazione urbana attraverso l’immediatezza delle immagini. Nei loro render prendono forma i Dorazzi (i Murazzi sulla Dora), le terme di Palazzo del Lavoro o una Torino con 12 grattacieli (per una grande meridiana urbana attorno alla Mole). Diversi i progetti appartenenti all’edizione 2019: From Torino to the desert, Rail City Lab (proposte studiate da FS Sistemi Urbani per sette spazi in attesa di una nuova vita), Urban Times, Torino diventa Stratosferica e Placemaking: 5 progetti per 5 luoghi.
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Dal city imaging al place making: placemaking nei quartieri di Torino.
Background
Visioni su larga scala della cittĂ di Torino.
Piccoli progetti che ripensano aree oggi poco valorizzate. 47
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L’immaginazione è la strada
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Background
è uno degli slogan di Torinostratosferica.
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Ispirandosi a quanto vediamo in tante altre città, cinque progetti mettono in pratica la convinzione che si possano migliorare alcuni spazi di Torino con buona volontà, pochissimi soldi e un po’ di fantasia.
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Passando dal city imaging al placemaking, dalle visioni su larga scala a piccoli progetti che ripensano aree oggi poco valorizzate, Torinostratosferica propone una prima serie di cinque interventi in altrettanti quartieri della cittĂ : Centro, Barriera di Milano, Borgo Po/Madonna del Pilone, Borgo San Paolo/Cenisia, Lingotto. Due piazze ridisegnate (pp. 68! e 74!), due parchi (pp. 66! e 72!), un campo sportivo (pp. 70!): attraverso iniziative a basso costo, le proposte ambiscono a dare un senso nuovo a spazi dal grande potenziale e di notevole fascino.
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Background
Unendo creativitĂ , urban design e un filo di necessaria disobbedienza civile, ognuno dei progetti afferma usi giĂ espressi dalle comunitĂ che vivono intorno a questi luoghi.
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Cos’è il placemaking? 52
Background
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In tempi recenti, è predominante il bisogno di gestire in modo differente la progettazione di spazi pubblici: i budget sono meno cospicui ed è richiesta sempre di più la partecipazione di più collaboratori. Per adesso, però, pochi sono i casi che prendono a cuore questo argomento in Italia.
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Un approccio utile a tale riguardo è il movimento del placemaking.
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Sviluppando le idee di Jane Jacobs e William Whyte, nel 1975 il Project for Public Spaces (associazione newyorkese) dà vita a questo nuovo approccio alla progettazione, pianificazione e gestione degli spazi denominato placemaking. Fondamentalmente prevede la scoperta dei bisogni e delle aspirazioni delle persone che vivono e abitano un’area specifica e l’uso delle informazioni ricavate per creare una visione comune del luogo. Questa pratica è ora diffusa a livello internazionale e utilizzata da oltre 3.000 comunità locali in 43 nazioni. In altre parole, il placemaking è un approccio condiviso alla progettazione degli spazi pubblici, che viene messo in atto rigenerando parti specifiche di quartieri o città. Con il fine di rafforzare il legame tra le persone e i luoghi, la metodologia del placemaking si concentra sulla collaborazione tra associazioni pubbliche e private, sia in fase di progettazione che di gestione e rivela la potenziali-
Background
tà che la condivisione può avere nel realizzare spazi di qualità: parchi, centri, piazze, strade, quartieri, mercati, campus o edifici pubblici. Non si tratta di una semplice promozione di una migliore progettazione urbana, piuttosto di una pratica di buon utilizzo di modelli creativi, prestando attenzione a identità fisiche, culturali e sociali che definiscono un luogo e il suo sviluppo. Come anticipato, il placemaking non è un’idea nuova. Infatti, il pensiero che sta alla base della metodologia teorizzata da PPS deriva dall’attività praticata negli anni ’60 da Jane Jacobs e William Whyte, pionieri della progettazione non solo per la città ma per le persone che ci vivono. Il loro lavoro si concentrava sulla necessità sociale e culturale di realizzare quartieri vivibili e spazi pubblici attraenti. A partire poi dal 1975, questo approccio si concretizzò grazie all’azione di Project for Public Spaces.
Forse, uno degli esempi lampanti è la trasformazione avvenuta a New York. Nella metropoli americana circa una settantina di distretti si occupano di trasformare aree della città in luoghi attrattivi per residenti, visitatori e turisti, senza dimenticare gli interessi delle imprese che vi lavorano. Basti pensare alle 5.000 sedioline verdi di cui è stato dotato Bryant Park, divenute poi il simbolo della riappropriazione degli spazi pubblici della città. Negli ultimi dieci anni, questa attività ha saputo trasformare, a Bryant Park, Hudson River Park, Times Square, Herald Square, Union Square, la città in un luogo verde e accogliente.
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Il placemaking 56
è dinamicità è inclusione
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Consistenza
Apertura
Interesse
Funzione prima della forma
Flessibile
Visionario
Contestuale
Collaborativo
Guidato dalla comunitĂ
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Il processo La comunità sa
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Il punto di partenza importante nello sviluppo di un concetto per qualsiasi spazio pubblico è quello di identificare i talenti e le risorse all’interno della comunità. In qualsiasi comunità ci sono persone che possono fornire una prospettiva storica, preziose informazioni su come funziona l’area e una comprensione delle questioni critiche. Attingere a queste informazioni all’inizio del processo contribuirà a creare un senso di appartenenza della comunità nel progetto che può essere di grande beneficio sia per lo sponsor del progetto che per la comunità stessa. I placemaking studiati in questo volume sono stati ideati da persone che, tutti i giorni, frequentano, abitano e vivono i quartieri e che pertanto appartengono alla comunità.
Progettare luoghi, non design Il placemaking è una pratica di buon utilizzo e di buona destinazione degli spazi affinché diventino luoghi da vivere, tenendo in considerazione il contesto in cui si svolgono. Sono dei progetti che guardano a se stessi ma che guardano anche fuori altrimenti perderebbero il significato che vogliono dare. Infatti, l’interesse primo di chi studia il placemaking è pensare prima al luogo e, solo dopo aver selezionato una particolare area, agli elementi di supporto alla realizzazione. Passando dal city imaging al placemaking: gli interventi sono chiaramente riferiti alla città di Torino, che è il contesto in cui opera di Torinostratosferica.
Background
Il placemaking è collaborazione I partner sono fondamentali per il futuro e l’immagine di un progetto di placemaking. Che si tratti di pianificare il progetto iniziale, fare brainstorming sviluppando scenari o accordarsi sulle pratiche da realizzare, queste collaborazioni sono inestimabili nel fornire supporto e far decollare un progetto. Possono essere associazioni verticali, istituzioni locali, residenti, musei, scuole, e altri.
Ignorare gli oppositori Realizzare buoni spazi pubblici significa inevitabilmente incontrare ostacoli, perché nessuno, né nel settore pubblico né in quello privato, ha il compito o la responsabilità di creare luoghi. Ad esempio, il lavoro di alcuni professionisti, come gli ingegneri del traffico e gli operatori di transito, è ben definito: facilitazione del traffico per gli uni e la puntualità dei treni per gli altri. Infatti la loro mansione, nella maggior parte delle città, non è quella di creare un altro significato per certe zone. Sono pertanto i piccoli miglioramenti a livello di comunità che possono dimostrare l’importanza dei luoghi e aiutare a superare gli ostacoli.
Fare e agire dopo aver osservato Osservando come le persone usano gli spazi pubblici e scoprendo cosa piace e cosa non piace, è possibile valutare cosa li fa funzionare. Attraverso diverse osservazioni, diventa chiaro quali sono i tipi di attività mancanti e ciò che potrebbe essere incorporato. Nel momento in cui verranno costruiti gli spazi, è utile continuare a osservarli al fine di capire meglio come si evolvono gli altri progetti, come possono essere gestiti nel tempo e integrati in quelli precedenti.
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C’è bisogno di una visione Avere un’idea di quali tipi di attività potrebbero realizzarsi in un determinato spazio pubblico, che lo rendano confortevole, gradevole alla vista e piacevole da vivere è essenziale per lo sviluppo di qualsiasi luogo. Nel caso di Torinostratosferica la visione contemplata è quella della novità urbana: tutti gli interventi di placemaking pensati non sono mai stati visti in precedenza, in quanto presentano un connubio di caratteristiche e elementi che, per la prima volta, risultano funzionare bene insieme.
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La forma supporta la funzione Anche se il design è importante, elementi come il contributo della comunità e dei potenziali partner, la comprensione di come funzionano gli altri spazi, la sperimentazione e il superamento degli ostacoli e degli oppositori dimostrano come la forma sia necessaria per realizzare la visione futura per lo spazio.
La multifunzionalità è utile quando è pensata “La triangolazione è il processo attraverso il quale alcuni stimoli esterni forniscono un collegamento tra le persone e spingono gli estranei a parlare con altri estranei come se si conoscessero a vicenda” (William Whyte). In uno spazio pubblico, la scelta e la disposizione di diversi elementi in relazione tra loro possono mettere in movimento (o meno) il processo di triangolazione. Ad esempio, se una panchina, un cestino e un book crossing sono posti senza connessione tra di loro, il loro uso è molto limitato. Nel momento in cui vengono organizzati insieme ad altri servizi come può essere un carrello del caffè, saranno le persone a riunirsi naturalmente (o a triangolare!). Su un livello più ampio: se un mini parco avventura per bambini si trovasse vicino a una zona verde e a un chiosco, in quell’area si svilupperebbero più attività.
Background
La pazienza La complessità degli spazi pubblici è tale che non ci si può aspettare di fare tutto nel modo giusto inizialmente. I migliori luoghi sperimentano miglioramenti a breve termine che possono essere testati e raffinati nel corso di molti anni. Elementi come posti a sedere, caffè all’aperto, arte pubblica, paradisi pedonali, giardini comunitari e murales sono esempi di miglioramenti che possono essere realizzati in breve tempo.
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Il placemaking è un processo in corso Per natura i buoni spazi pubblici che rispondono ai bisogni, le opinioni e i continui cambiamenti della comunità richiedono attenzione. I servizi si consumano, hanno bisogno di cambiare e l’ambiente urbano si sviluppa. Essere aperti alla necessità di cambiamento e avere la flessibilità di gestione per attuarlo è ciò che permette di costruire grandi spazi pubblici, grandi quartieri e grandi città.
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I progetti
Le cinque proposte individuano alcuni spazi non valorizzati ma con grandi potenzialità in quartieri diversi (Barriera di Milano, Borgo Po, il Centro, Lingotto, San Paolo) e immaginano come poter “attivare” questi spazi attraverso interventi a basso budget. Le proposte uniscono così creatività, immaginazione e fantasia pratica, per provare a trasformare alcune aree poco utilizzate in luoghi vissuti e dotati di un’identità propria.
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Precollinear Park pp. 20 del Vol. 2!
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Il parco che fa pendenza. Il collegamento tra cittĂ e collina che, a Torino, ancora non esisteva. I cittadini potranno camminare immersi nel verde senza accorgersi, a un certo punto, di essere arrivati nel centro storico!
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Sabotinaggio pp. 64 del Vol. 2!
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I progetti
Sabotare piazza Sabotino. Il progetto intende effettuare un sabotaggio: la piazza, governata ormai da traffico, si trasforma in uno spazio di incontro e gioco.
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Community Cricket Ground pp. 110 del Vol. 2!
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Un nuovo campo sportivo. Finalmente i torinesi amanti del cricket potranno trovarsi in uno spazio dedicato totalmente a loro. L’attesa è finita!
I progetti
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Pirates Garden pp. 156 del Vol. 2!
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I progetti
Il giardino che non c’è. Nel vecchio borgo dei pirati, un capannone abbandonato riprende vita e viene trasformato in uno spazio di incontro con giardino e orto urbano.
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Piazza Juvollino pp. 196 del Vol. 2!
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I progetti
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The best chill-out plaza in town. Stress da frenesia cittadina? La migliore (e unica) lounge della cittĂ si trova nelle viuzze del centro storico.
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I valori urbani
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Novità urbana I progetti portano con sé una sfumatura di originalità in campo urbano in quanto presentano connubi di elementi e strutture che fino ad ora non si erano mai visti. Infatti, i cinque nuovi spazi pensati mostrano ciò che a Torino manca in questo momento.
I progetti
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Multifunzionalità Una delle particolarità appartenente a tutte le proposte è la disponibilità di più funzioni. Il placemaking si interroga sui luoghi, non sui progetti in sé, ed è per questo che è necessario coinvolgere più funzioni possibili per rendere un luogo più avvolgente.
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Spazio pubblico L’insieme integrato di parchi, piazze e spazi aperti sono progettati per attirare persone di tutte le età all’aperto tutto l’anno. Questo approccio permette di avere tutto perfettamente integrato con i marciapiedi e piazze per creare un paesaggio accogliente.
I progetti
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Sostenibilità L’intervento applicato alle piazze e ai parchi in questione viene operato con un principio di innovazione ambientale, tra cui materiali e progetti sostenibili.
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Infrastrutture sociali Le nuove strutture appartenenti al progetto hanno come obiettivo la costruzione di un centro comunitario progettato per ispirare l’impegno civico e la condivisione cittadina.
I progetti
Nel Vol. 2 i progetti sono #taggati con i diversi valori urbani, scopri quali sono! pp. 46, 92, 138, 180, 222 del Vol. 2
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I 5 obiettivi principali del progetto 84
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Aumento del senso della comunità
Eliminazione di ostacoli normativi
Aumento della collaborazione tra associazioni civiche, non-proft e for-profit
Qualità dell’ambiente
Proposta di novità urbane
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Previsione dei risultati Impatto economico e opportunitĂ lavorative 86
Sviluppo positivo al clima Costruzione di un senso comunitario OpportunitĂ per sviluppare nuovi progetti
Obiettivi
I progetti di placemaking potrebbero contribuire a raggiungere e superare gli obiettivi di crescita inclusiva generando un nuovo motore economico incentrato sull’emergente settore dell’innovazione urbana.
Per ogni idea si è tenuto conto dell’aspetto ecosostenibile: giardini, orti urbani, strisce di verde in mezzo alla città contribuiscono a rendere l’aria del paesaggio più pulita e l’atmosfera meno pesante.
La creazione dei placemaking aiuterebbe a rispondere a un bisogno reale di una comunità locale, che sia l’ufficializzazione di un campo da cricket per gli appassionati o la proposta di utilizzo di uno spazio occupato da binari in disuso.
Il principio di innovazione sta alla base dei 5 placemaking per 5 luoghi: ogni progetto porta con sé una novità, dal connubio di diverse attività a strutture mai viste prima a Torino. Grazie a questo, donano l’opportunità di poter sviluppare progetti innovativi in campo urbano all’interno della città.
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Collab
Nel placemaking creativo collaboratori provenienti dal settore pubblico, privato, non-profit e comunitario formano strategicamente la forma e il carattere sociale di un quartiere, di una cittĂ o di una regione.
Il placemaking creativo anima spazi pubblici e privati, ringiovanisce strutture e paesaggi e migliora la viabilità dell’economia locale e della sicurezza pubblica e unisce persone diverse per celebrare, ispirare ed essere ispirati.
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Principi che guidano le collab
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Sviluppare un processo che porti a termine i risultati prioritari del placemaking. Ridimensionamento del progetto per ottenere gli esiti desiderati.
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Fase di sviluppo per gestire il rischio.
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Istituire un forte controllo del settore pubblico.
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Strutturare il ruolo di Torinostratosferica per sfruttare i suoi punti di forza. Usare, ove possibile, approcci comprovati.
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Allineare gli interessi finanziari.
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Collab? Sabotinaggio
E se le isole all’interno di piazza Sabotino si trasformassero in spazi di incontro e di gioco? L’area per bambini più vicina è a diversi isolati di distanza. Il progetto di un mini-parco avventura e un chiosco gestito a rotazione dalle comunità locali si mette al servizio di un quartiere fra i più integrati di Torino.
Community Cricket Ground
Dopo anni di partite nei parchi e in angoli abbandonati, è giunto il tempo di creare un vero campo, con attrezzature e spazi di incontro, per tutti coloro che amano giocare a cricket.
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Collab
Parco avventure Tre Querce
P3q è un moderno complesso di 9 percorsi avventura che si sviluppa in un bosco di frassini e querce, all’interno del Parco Naturale della Collina di Superga. Ideale per trascorrere alcune ore di divertimento e relax nel suggestivo ambiente della collina. Nel 2020 viene realizzato il primo ampliamento della struttura. Un’eventuale collaborazione potrebbe far sì che venga messa a disposizione una struttura ad hoc per la nuova piazza Sabotino.
Bookbox
BookBox è un progetto che si ripropone di realizzare in diverse città italiane una piccola biblioteca nelle sale d’attesa di luoghi frequentati da bambini e adulti. BookBox è una biblioteca speciale dove la cura, l’aggiornamento periodico e la distribuzione dei volumi e delle riviste è affidata a ragazzi autistici. E perchè non portare BookBox all’esterno e rendere disponibile il servizio per i frequentatori di piazza Sabotino?
Balon Mundial
La A.s.d. Balon Mundial Onlus opera per la promozione delle identità culturali, utilizzando lo sport come strumento di aggregazione, oltre che come possibilità di formazione e inserimento lavorativo. Collaborare con il Balon Mundial sarebbe l’ideale per fare in modo che chiunque possa usufruire del campo!
Decathlon
Decathlon S.A. è un rivenditore di articoli sportivi francese. Con oltre 1.500 negozi in 49 paesi, è il più grande rivenditore di articoli sportivi al mondo. Una collaborazione con Decathlon potrebbe essere ottimale per fornire il campo da cricket degli strumenti adatti.
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Precollinear Park
Un portale d’ingresso, rimuovere le barriere per creare una nuova piazzetta a metà della striscia verde (all’incrocio con piazza Gozzano e via Moncalvo), magari un bar che sfrutti le pensiline ora inutilizzate: i quartieri di Borgo Po e “Mad Pil” avrebbero il primo parco urbano della precollina torinese.
Pirates Garden
Il Borgo dei Pirati viene riqualificato. Erbe aromatiche, alberi da frutto e una serra che replica in piccolo le grandi capriate in ferro, più una zona palco per eventi all’aperto — tutto da ammirare salendo sulla “tolda” di un container terrazza.
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Collab
OWLS
Il sistema OWLS Smart City mette a disposizione infrastrutture di illuminazione stradale via Internet quale perfetta soluzione per servizi di specifico valore aggiunto, ovvero regolazione automatica e dinamica dell’intensità di illuminazione associata alla gestione di sensori di movimento e di temperatura, ecc. Potrebbe essere la soluzione perfetta per l’impianto di illuminazione lungo Corso Gabetti!
Legnolandia
Legnolandia propone una gamma completa di elementi d’arredo e accessori, studiati per le aree verdi attrezzate e per i giardini pubblici. Questi arredi urbani per parchi contribuiscono a rendere più gradevole e funzionale l’ambiente di ogni area verde. Gli elementi di arredo urbano proposti da Legnolandia potrebbero essere considerati in vista di una riqualificazione di Corso Gabetti.
Legambiente
Si occupa di tutela dell’ambiente, difesa della salute dei cittadini, salvaguardia del patrimonio artistico italiano. 97
OrMe
Nel 2017 nasce OrMe, la Rete Metropolitana degli Orti Urbani che raccoglie le esperienze attive sul territorio con l’obiettivo di aumentare la visibilità delle singole realtà e favorire la condivisione di saperi e progetti. OrMe sostiene l’orticoltura e l’agricoltura urbana a Torino e nella sua area metropolitana. Quale miglior modo per promuovere l’iniziativa che propone la creazione di un orto urbano?
Bunker Big Market
Nato dall’esigenza di creare periodicamente un punto di aggregazione alternativo per persone di tutte le età, dagli adulti ai bambini, Bunker Big Market è da intendersi come un vera e propria esperienza attraverso l’incontro di nuove persone e la scoperta di nuovi oggetti, suoni e sapori. Pirates Garden potrebbe essere il luogo perfetto per ospitare un evento targato Bunker Big Market.
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Piazza Juvollino
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Un bel bar aperto da mattina presto a mezzanotte, un palco per artisti di strada, una lama d’acqua che specchia e raddoppia le facciate, una tettoia leggera di verde sospeso, un murales che è in realtà wayfinding extra large. Così si potrebbe tornare a frequentare questo luogo unico, in pieno centro storico.
Collab
FedroApp
Nella zona centrale della città, per rendere le attività e le esibizioni degli artisti di strada meglio fruibili dalla cittadinanza e compatibili con le esigenze dei residenti, è stato deciso di sperimentare un sistema di prenotazioni degli spazi con orari fissi attraverso l’applicazione gratuita FedroApp che gestisce il modulo Arthecity. La collaborazione con FedroApp potrebbe essere interessante dal punto di vista culturale, dato che in piazza Juvollino ci sarebbe uno spazio completamente dedicato agli artisti di strada.
MurArte
MurArte è un progetto della città di Torino per la promozione del muralismo, della street art e dei graffiti sul territorio cittadino. MurArte affida a giovani artisti e artiste spazi anonimi del territorio cittadino, che, attraverso interventi creativi di libera espressione, prendono nuova vita. Il wayfinding extra large proprio di Piazza Juvollino potrebbe essere il nuovo incarico dei ragazzi di MurArte! 99
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Conclusioni
Torinostratosferica passa dal city imaging al placemaking, proponendo cinque interventi urbani sulla cittĂ di Torino. In particolare, si sono presi in considerazione cinque quartieri con un grande potenziale ma poco sfruttato.
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#multifunzionalitĂ
#keyterms del progetto
#novitĂ urbana
Conclusioni
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#urbandesign
#creativitĂ
#sperimentazione
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Tecniche richieste per il progetto
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Urban design
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Organizzazione
Architettura
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Introduz al Vol.2
Introduzione Vol. 2
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Le 4 cose da sapere sul progetto 110
L’associazione
Le idee
Torinostratosferica è un’associazione non-profit e un’iniziativa indipendente che ha l’obiettivo di creare la migliore immagine possibile della città, volando in alto e guardando avanti. Un’ambiziosa visione collettiva, alimentata dalle idee di diversi rappresentanti dell’industria creativa locale.
Le idee mostrano come con un po’ di fantasia, poco budget e qualche collaboratore si concretizzerebbe l’obiettivo univoco di ridare un significato a diversi luoghi appartenenti alla comunità dei torinesi.
Introduzione Vol. 2
e sul Vol. 2 I progetti
L’opportunità
I cinque progetti per cinque luoghi nascono da un’idea di Torinostratosferica: dall’immaginare la città al progettare luoghi. Primo passo sperimentale di un impegno concreto sui luoghi della città, le proposte individuano alcuni spazi non valorizzati ma con grandi potenzialità in quartieri diversi (Barriera di Milano, Borgo Po, il Centro, Lingotto, San Paolo) e immaginano come poter “attivare” questi spazi attraverso interventi a basso budget.
Per l’associazione, avere la possibilità di vedere uno dei progetti prendere forma attraverso questo volume è entusiasmante. Più avanti, poter condividere la visione con altre persone come collaboratori, associazioni ed enti sarà essenziale per dare il “vero” via al progetto.
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Il vol. 2
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Introduzione Vol. 2
Il Vol. 2 presenta tutti e cinque i progetti proposti da Torinostratosferica sotto ogni aspetto: interpella gli ideatori, racconta il quartiere proprio di ogni intervento e informa delle applicazioni tecniche necessarie per poter sviluppare ogni placemaking.
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Vol. 1
I contenuti del vol. 2 Precollinear Park 114
Sabotinaggio
Introduzione Vol. 2
Progetto in corso!
Progetto in elaborazione
Da anni il tram non passa più e la sede centrale di corso Gabetti è diventata una striscia verde in leggera pendenza, amata dai cani e dai loro accompagnatori. È già tutto pronto: basterebbero pochi interventi per trasformarla in un vero parco lineare, da piazza Borromini a piazza Hermada. Un portale d’ingresso, rimuovere le barriere per creare una nuova piazzetta a metà della striscia verde (all’incrocio con piazza Gozzano e via Moncalvo), magari un bar che sfrutti le pensiline ora inutilizzate: i quartieri di Borgo Po e “Mad Pil” avrebbero il primo parco urbano della precollina torinese.
Un sabotaggio in piazza Sabotino. La piazza, su cui convergono sei strade, è il centro naturale di Borgo San Paolo e Cenisia: da un lato bar, negozi e il cinema di zona; di fronte altre vetrine, la via pedonale e il mercato. Eppure questo ovale non è che un’area di parcheggio e manovra. Per questo proponiamo un sabotaggio. E se le isole all’interno della piazza si trasformassero in spazi di incontro e di gioco? L’area per bambini più vicina è a diversi isolati di distanza. Il progetto di un mini-parco avventura e un chiosco gestito a rotazione dalle comunità locali si mette al servizio di un quartiere fra i più integrati di Torino.
continua!
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Community Criket Ground Pirates Garden
Introduzione Vol. 2
Progetto in elaborazione
Progetto in elaborazione
Cercate via Giordano Bruno su Google Maps e a lato dell’ex Moi troverete la segnalazione di un campo da cricket. In realtà si tratta di un semplice spiazzo in asfalto con un po’ di vegetazione spontanea, che alcuni appassionati usano per giocare a cricket. Il cricket è uno sport di squadra diffuso nei Paesi legati in passato all’impero britannico, fra cui Bangladesh, India, Pakistan e Sri Lanka. Dopo anni di partite nei parchi e in angoli abbandonati, è giunto il tempo di creare un vero campo, con attrezzature e spazi di incontro, per tutti coloro che amano giocare a cricket.
Le viuzze tra corso Novara e via Bologna pare abbiano un vecchio nome, il Borgo dei Pirati. E infatti custodiscono un tesoro: un capannone di cui rimane lo scheletro (per rimanere in tema), che attende da più di vent’anni che qualcuno abbia il coraggio di riportarlo in vita. Il progetto è semplice: aprire il cancello, ripulire, abbellire. Lasciando parte dello spazio a giardino e a coltivazione di orti, coinvolgendo gli anziani “pirati”. Erbe aromatiche, alberi da frutto e una serra che replica in piccolo le grandi capriate in ferro, più una zona palco per eventi all’aperto — tutto da ammirare salendo sulla “tolda” di un container terrazza. Il genere di luogo che ancora manca a Torino, e che darebbe uno spazio verde a uno dei quartieri più in trasformazione della città.
continua!
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Piazza Juvollino
Introduzione Vol. 2
Progetto in elaborazione
Sui due lati lunghi di questa piazzetta sconosciuta al 99% dei torinesi e dei turisti, si confrontano due grandi dell’architettura: da un lato Filippo Juvarra (Archivio di Stato), dall’altra Carlo Mollino (Teatro Regio). Sempre fresca, luminosa, tranquilla, la piazzetta più centrale di Torino è oggi la meno vissuta, mentre sarebbe perfetta per chi vuole fare una siesta lontano dal traffico e dal viavai del centro. La proposta: un bel bar aperto da mattina presto a mezzanotte, un palco per artisti di strada, una lama d’acqua che specchia e raddoppia le facciate, una tettoia leggera di verde sospeso, un murales che è in realtà wayfinding extra large. Così si potrebbe tornare a frequentare questo luogo unico, in pieno centro storico. Per i turisti, c’è già il claim: “Stress da centro storico? Godetevi la migliore lounge della città!”
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Bibliografia & Ringraziamenti
PPS Project for Public Spaces
The Creative City Charles Landry
Costruire e abitare Richard Sennet 3
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Creative placemaking Ann Markusen, Ann Gadwa
Placemaking: The Art and Practice of Building Communities Lynda H. Schneekloth, Robert G. Shibley
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Placema a Torino
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Placemaking: 5 progetti per 5 luoghi © 2020 Torinostratosferica Associazione culturale Torino Stratosferica Via Regaldi 7 int. 12/A 10154 Torino C.F. 97803230016 © 2017-2019 Torinostratosferica Direzione creativa Marta Doria Caratteri tipografici Sole Serif Merriweather Stampato in Italia presso TechArt Via Massimo d’Antona 17/1 10028 Trofarello (TO) Tutti i diritti sono riservati. Qualsiasi riproduzione, anche parziale, senza autorizzazione scritta è vietata. Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modifiche.