Voce ai giovani

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Anno 38 - 30 Agosto 2014 - Numero 33-3435

Settimanale indipendente di informazione

euro 0,50

di Franco Bartucci

Evento rilevante. Affrontate questioni quali il meccanismo di trasporto dei fattori che diffondono la morte neuronale IL LIBRO DI LUIGI INTRIERI

DELLE DONNE PER LE DONNE

VENTO FAVOREVOLE

L’inquisizione e la strage dei Valdesi, una storia senza fine

Premio “Casato”, il cervello calabrese va sul podio col telescopio

Catanzaro gongola in gondola a Venezia

L’autore focalizza le note vicende con documenti di prima mano

Il riconoscimento va all’astrofisica Savaglio, “rientrata” dopo 23 anni

Premio Rotella a Barry Levinson e Al Pacino


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sabato 30 agosto 2014

Due realtà a confronto Fuscaldo ha ospitato un campo di reciprocità Nord/Sud con alcuni adolescenti di Clusone comune in provincia di Bergamo

Il piano del gioco da tavolo Opportunity

L’onere è toccato alla cooperativa sociale “Il Segno” e alla associazione di volontariato “Go’el”

Il lavoro che unisce La cooperativa sociale “Il Segno” e l’associazione di volontariato “Go’el” di Fuscaldo hanno ospitato un campo di reciprocità Nord/Sud con alcuni adolescenti di Clusone, comune in provincia di Bergamo. Una delle prime attività che abbiamo svolto con i ragazzi è stata l’animazione del gioco Opportunity. Suddivisi in quattro gruppi da sei persone, gli adolescenti e i loro educatori sono entrati nel vivo dei temi proposti dal gioco: riuscire ad arrivare, partendo dalla nascita, all’età di 25 anni, affrontando tutte le esperienze, positive e negative, che la vita pone lungo il cammino di ognuno di noi. Durante la parte finale del gioco si è provato ad arricchire il confronto e cogliere gli aspetti salienti delle dinamiche che si sono susseguite durante la serata. Si è riflettuto sulle differenze tra Nord e Sud, ma anche su come le carte del destino non siano predeterminate: anche se si nasce e si cresce nello stesso luogo, un lancio del dado può cambiare la sorte. Questo si evince dal fatto che, con lo stesso personaggio, i risultati sono stati estremamente differenti e che, a volte, le pedine teoricamente più svantaggiate hanno potuto soddisfare maggiormente i bisogni, grazie ad una soluzione congeniale che ha permesso loro di accumulare più carte. Durante la loro permanenza, i ragazzi hanno trascorso parte della mattinata presso i locali della bottega, impegnandosi in una divertente catena di montaggio che li ha visti interagire fra loro per l’assemblaggio del gioco. I volontari della cooperativa insieme a Iacopo, uno degli accompagnatori del gruppo di Clusone, hanno provveduto all’organizzazione delle fasi di lavoro e alla distribuzione dei compiti. Durante l’assemblaggio del gioco in scatola, i ragazzi si sono visti come partecipanti attivi del processo produttivo della commercializzazione del gioco, mentre precedentemente si erano divertiti a giocare ad Opportunity, scoprendone regole ed obiettivi. I ragazzi, accompagnati dai volontari del servizio civile, si sono inoltre recati presso i campi della cooperativa per la raccolta delle zucchine e dei pomodori. Per molti si è trattata della prima esperienza a contatto con la terra, occasione per riflettere sulle modalità di lavoro. Il desiderio di avere in tavola ortaggi biologici coltiva-

Per molti si è trattato della prima esperienza a contatto con la terra, occasione per riflettere sulle modalità di lavoro Il desiderio di avere in tavola ortaggi biologici coltivati con le proprie mani

ti con le proprie mani, per poi essere gustati durante i pasti, insieme ad un bicchiere d’acqua fresca proveniente direttamente dalla sorgente locale. Pensiamo che la presenza dei sei volontari in servizio civile, ragazzi con solo qualche anno in più, abbia contribuito a dare una nuova prospettiva agli adolescenti, di come l’agricoltura non sia solo un lavoro per la vecchia generazione, ma sia anzi una possibilità di lavoro per i più giovani, che potrebbero considerarla come un’opportunità di sostentamento. Il tutto è stato contornato dal clima di collaborazione e aiuto reciproco, che contribuisce a farci crescere tutti insieme e aiutandoci a capire come dal lavoro di tante braccia nascano dei meravigliosi frutti. Sì è avuto modo di condividere con i ragazzi di Clusone un incontro con don Ennio Stamile presso il Santuario della Madonna della Neve (Monte Serra, Cetraro). Durante il pomeriggio si è parlato principalmente di legalità e di quali sono i caratteri antagonisti che in Calabria, come in altri territori, agiscono in barba al rispetto delle regole. Durante la coinvolgente tavola rotonda è emersa l’importanza di combattere la criminalità organizzata e di far sorgere la bellezza (anche se in contesti difficili come quelli in cui viviamo). Il nome Calabria, come ha ricordato don Ennio, deriva infatti da “kalon-brion” (faccio sorgere il bello). Successivamente abbiamo preso parte alla messa concelebrata da don Ennio e don Davide Rota Conti. Nel corso della serata abbiamo inoltre partecipato ad una cena interculturale con prodotti tipici di diversa provenienza: Clusone, Cremona, Fuscaldo. Tra le ultime attività vissute con gli adolescenti, va annoverato l’incontro con la già senatrice della Repubblica Antonella Bruno Ganeri, politica e donna di elevato spessore culturale. Durante il pomeriggio si è potuto discutere di importanti argomenti riguardanti il futuro e le opportunità che abbiamo noi giovani di realizzare i nostri sogni. La dottoressa Ganeri ha dato preziosi consigli ai ragazzi, ormai prossimi alla maturità, discutendo delle lauree e dei mestieri più richiesti sul mercato del lavoro. Un cenno è stato riservato anche a temi di attualità: la crisi economica e la politica, particolarmente la riforma costituzionale che in questi giorni sta infiammando il dibattito. In sintesi, per concludere, la sua testimonianza ha contribuito ad una presa di coscienza sulle problematiche che ci riguardano da vicino. Il confronto ha costruito sinergie lavorative, non solo in ambito manuale, ma ha anche contribuito notevolmente ad accrescere e saldare legami di profonda amicizia.


sabato 30 agosto 2014

Ancora molto da scoprire Evento di rilevanza notevole a Davoli (Cz) La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da un disturbo progressivo e cronico, riguardante principalmente il controllo dei movimenti e l’equilibrio. L’età media di comparsa dei sintomi è intorno ai 60 anni, ma il 5% dei pazienti può presentare una forma ad esordio precoce, con esordio prima dei 50 anni. Secondo studi epidemiologici condotti in Europa e negli Usa, la malattia colpisce le persone di sesso maschile con una frequenza superiore di 1,5/2 rispetto alle donne. Si stima che in Italia le persone affette da Parkinson siano circa 230.000; la prevalenza della malattia è pari all’1-2% della popolazione sopra i 60 anni e al 3-5% della popolazione sopra gli 85 anni.

Parkinson, il punto Il 10 luglio sono stati presentati presso il ministero della Salute i risultati dell’indagine Istat denominata “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari”, condotta tra il 2012 e il 2013 dimostrando come in un periodo di congiuntura economica sfavorevole siano cambiate le condizioni di salute e modificate le modalità di accesso ai servizi sanitari, così i comportamenti di tutela della salute di fronte a differenziali regionali o socio-economici. L’indagine ha interessato circa 120.000 persone rappresentative della popolazione residente in ogni singola regione italiana e fornisce una serie di stime per i principali indicatori fondamentali per la definizione delle politiche di prevenzione e di assistenza sanitaria dei prossimi anni. Concordemente a tutte le previsioni, quella italiana, è una popolazione che invecchia, in cui le patologie croniche sono sempre più diffuse ed aumentano quelle su base neurodegenerativa. Sulla base di questi dati, considerando che la popolazione sopra i 65 anni rappresenta il 20% della popolazione generale si può calcolare che in Calabria, su una popolazione di 1.980.533 cittadini residenti, ci siano circa 12.000 pazienti affetti da malattia di Parkinson. Si calcola che in un piccolo paesino come Davoli, in provincia di Catanzaro, su una popolazione di 5.480 residenti ci sono oggi circa 20 pazienti affetti di tale morbo e, sulla base dei dati Istat, si può ragionevolmente ipotizzare che in Calabria ci sono circa 8.000 pazienti affetti da malattia di Parkinson che non ricevono adeguata assistenza domiciliare, incidendo negativamente sull’autonomia e mobilità dei pazienti con conseguenze peggiorative della loro qualità ed attesa di vita e sulle risorse psicofisiche e finanziarie delle famiglie. Proprio a Davoli, su iniziativa dell’associazione “Ostro”, che ha trovato il patrocinio dell’Università della Calabria, nonchè la collaborazione dell’Asp di Catanzaro ed il contributo educazionale della Consulta regionale degli Ordini dei farmacisti della Calabria, si è svolto un incontro dibattito con esperti di rango nazionale ed internazionale, con gli interventi di: Pierluigi Nicotera, direttore del Centro nazionale di ricerca sulle malattie neurodegenerative di Bonn; Amalia Bruni, direttore del Centro Regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme; Maurizio Morelli, ricercatore universitario di Neurologia presso l’Università “Magna Grecia” di Catanzaro; Lorena Scalamandrè, ricercatrice di Medicina Fisica e Riabilitativa, dell’Università “Magna Grecia” di Catanzaro; del dr. Bruno Zito, direttore generale del dipartimento regionale della Salute. I contenuti del dibattito - Il dibattito è stato introdotto dalla giornalista Rosy Urso, che ha riportato i dati epidemiologici del morbo di Parkinson, in particolare, e dell’indagine Istat relativi allo stato di salute della sanità italiana, in generale, e dato spazio per i saluti alla presidentessa dell’associazione Ostro di Davoli, Federica Laporta; mentre il professor Pierlugi Nicotera, ha avviato la discussione facendo il punto della ricerca scientifica circa l’identificazione dei meccanismi attraverso cui muoiono i neuroni del sistema nervoso centrale (Snc) in pazienti affetti da malattie neurodegenerative. Questioni fondamentali quali, per esempio, il meccanismo di trasporto dei fattori (per esempio proteine insolubili) che diffondono la morte neuronale da una regione cerebrale ad un’altra che non sono ancora ben noti, ma la loro definizione renderà possibile limitare la progressione della malattia neurodegenerativa, che sempre più assume i connotati di un processo sistemico e non confinato al sistema nervoso centrale. In questa ottica, la diagnosi precoce, anche coadiuvata da potenti tecnologie d’analisi d’immagine che rendono possibile la definizione precisa del danno neuronale, consente

Affrontate questioni fondamentali quali il meccanismo di trasporto dei fattori che diffondono la morte neuronale da una regione cerebrale ad un’altra che non sono ancora ben noti

l’intervento terapeutico in una fase della patologia in cui è possibile rallentare il processo degenerativo. In questa logica il dr Maurizio Morelli, ha auspicato una sempre più stretta collaborazione con i medici di famiglia per una più precisa diagnosi per liberare gli ambulatori e le risorse tecnologiche da pazienti senza un reale rischio. Tale richiesta è stata immediatamente accolta positivamente come documentato dall’intervento a termine del dibattito di uno dei medici di famiglia presente nell’audience. Un’importanza mai prima riconosciuta è stata recentemente attribuita alla riabilitazione precoce del paziente con disturbi motori e non solo rendendo possibile alla dottoressa Lorena Scalamandrè, di documentare l’efficacia in termini di rallentamento della neuropatologia ad andamento cronico evolutivo e mantenimento della funzione; mentre ha concluso il dibattito su base medico-scientifiche la professoressa Amalia Bruni, che ha posto in evidenza le similitudini e le differenze cliniche tra le diverse malattie neurodegenerative mettendo in risalto come per una diagnosi realmente precoce sia importante riconoscere da parte dei famigliari quelle variazioni del comportamento quotidiano di soggetti a rischio per età ed altri fattori. La discussione si è, successivamente, spostata sulla centralità della formazione della famiglia e del care-giver nel nuovo assetto dei servizi alla persona che il sistema sanitario regionale si appresta ad organizzare alla luce del riordino imposto dal nuovo piano sanitario nazionale licenziato recentemente dal governo. Su questo è intervenuto il direttore generale del dipartimento della Salute, Bruno Zito, che ha trasmesso fiducia ad un pubblico attento e talvolta coinvolto direttamente dai problemi imposti da un famigliare affetto da Parkinson o altra malattia neurodegenerativa. Nella consapevolezza che la Regione Calabria è dotata di strutture sanitarie come quelle diagnostico riabilitative del Policlinico di Germaneto e dell’Asp di Catanzaro, l’impegno organizzativo dell’associazione Ostro va certamente nella direzione indicata dalla professoressa Bruni e cioè di un impegno fattivo di tutte le energie presenti sul territorio a favore di una sperimentazione che dovrà generare modelli organizzativi ritagliati sulle esperienze umane quotidianamente vissute nei nostri accoglienti Borghi della fascia calabrese collinare e non solo. L’impegno sociale di carattere comunicativo messo in atto dall’associazione Ostro è stato riconosciuto dal presidente della consulta degli Ordini dei farmacisti della Regione Calabria, dr. Vitaliano Corapi, che si è impegnato a valorizzare l’opera teatrale realizzata con la regia di Antonietta Procopio e che unitamente ad un fumetto di poche pagine, in cui vengono descritti da un nonno ad una nipotina i sintomi del Parkinson, sarà distribuito gratuitamente in farmacia ai soggetti a rischio per fascia d’età. Franco Bartucci

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Successi al cubo Prestigioso riconoscimento agli studi svolti all'ateneo

Unical leader nella reologia interfacciale

Dal 7 al 11 settembre si terrà presso l’Università di Brescia il XIII convegno nazionale dell’associazione italiana di Reologia Sir, di cui è attualmente presidente il professor Bruno de Cindio e segretario l’ingegner Domenico Gabriele, entrambi del dipartimento Dimes dell’Unical. Sono attesi una settantina di delegati provenienti da diverse Università e dai maggiori centri di ricerca industriali italiani. La sessione orale prevede 33 tra presentazioni e keynote e 11 Poster da parte delle Università Napoli “Federico II”, Napoli 2, Trieste, Brescia, Padova, Milano, Glasgow, Salerno, Università della Calabria nonchè dei centri di ricerca industriali Versalis, Italcementi, Bozzetto, Paar, TA, Limacorporate, FKV e Proplast, che trattano i recenti risultati delle ricerche condotte sui temi più avanzati di questa disciplina che copre le proprietà meccaniche e fluidodinamiche ed interfacciali dei materiali complessi e tempo dipendenti. In particolare le relazioni riguarderanno diversi aspetti del comportamento dei polimeri e dei nanocompositi, i cementi, i bitumi, le sospensioni di petcoke, i greggi pesanti, i fanghi attivi, le nanoemulsioni, le emulsioni indirizzate ai sistemi energetici, i prodotti cosmetici alimentari e farmaceutici, gli organogel, varie applicazioni biomedicali, i gel, le dispersioni, le sospensioni, i cristalli liquidi, i fluidi fisiologici e i network colloidali, coprendo così tutte le attuali più avanzate applicazioni. Saranno discusse anche alcune nuove tecniche reometriche. La delegazione dell’Università della Calabria si presenta a questo appuntamento a cadenza biennale ben attrezzata, in quanto parteciperanno attivamente ai lavori molti dei ricercatori, assegnisti, dottorandi e laureati formandi afferenti al laboratorio di Reologia ed Ingegneria alimentare del Dimes, per un totale di circa quindici. Sono programmate, in particolare, 6 presentazioni orali e 2 poster riguardanti diversi materiali, confermando così il ruolo di eccellenza del Laboratorio consolidatosi nell’ultimo decennio. In particolare saranno esposti gli avanzamenti nelle ricerche sulla strutturazione di fluidi sia attraverso un uso ponderato delle pectine, sia attraverso l’innovativa tecnica dell’organogelazione di sistemi lipidici, che consente una serie di applicazioni sia nel campo biomedicale per il rilascio controllato, sia in quello cosmetico per l’incapsulamento di principi termali bioattivi, sia in quello alimentare per il controllo della texture e la realizzazione di functional foods, ma an-

Sarà tra le università protagoniste del XIII convegno nazionale della associazione italiana Sir

che interessanti approcci innovativi nel settore delle colle, dei bitumi riciclati e della produzione della pasta. L’Unical conferma il suo ruolo di leadership nella reologia interfacciale, cruciale per la comprensione della stabilità di sistemi liquidi polifasici, come confermato dall’assegnazione per l’anno 2013 del prestigioso premio “Panta Rei” dedicato alle migliori tesi di laurea magistrale, all’ingegner Olga Mileti, laureata magistrale in Ingegneria Chimica presso l’Unical discutendo la tesi dal titolo “Studio delle proprietà reologiche interfacciali di pectine in sistemi bifasici” relatore Bruno de Cindio, co-relatori Domenico Gabriele e Lucia Seta. L’argomento sviluppato ha consentito di ampliare in modo significativo le conoscenze sulla strutturazione dei film pectinici che si formano all’interfaccia di sistemi A/W sia O/W, evidenziando attraverso una interpretazione termodinamica e cinetica di gel critico, l’esistenza di un network bidimensionale modellabile secondo un weak gel 2D, che influenza fortemente sia la resistenza dell’interfaccia alle sollecitazioni e deformazioni, sia la sua efficienza nel ridurre la tensione interfacciale. L’ingegner Mileti è stata invitata a fare una presentazione orale nel corso del convegno sul lavoro svolto. Questo premio ci rende particolarmente orgogliosi in quanto segue i precedenti premi già ottenuti in particolare per i lavori sulla reologia interfacciale dalla nostra PhD ing. Lucia Seta sia per la sua tesi di laurea magistrale nel 2009, sia per quella di dottorato di ricerca, cui è stato assegnato nel 2012 l’unico premio “Panta Rei” riservato alle tesi di dottorato. Nella nuova programmazione didattica, centrata sui dipartimenti, il corso di Reologia, materia inquadrata nel SSD “Principi di Ingegneria Chimica”, è stato purtroppo cancellato dai corsi previsti per la laurea magistrale in Ingegneria Chimica dal dipartimento Diatic che la gestisce, mentre fortunatamente è stato invece attivato dall’a.a. 20142015, dal dipartimento di Fisica come corso obbligatorio per la laurea magistrale in Scienza e Ingegneria dei materiali innovativi funzionali, riconoscendogli il notevole ruolo scientifico e formativo che ha per i nostri laureati, confermando altresì la partecipazione dell’Unical, unica università italiana, al corso di master Erasmus Mundus “Eurheo” tenuto con altre sei prestigiose università europee. Si è riusciti così a mantenere viva e fruibile questa eccellenza scientifica e didattica dell’Unical che si affianca pariteticamente alle altre presenti nella nostra università e di cui possiamo essere tutti a giusta ragione molto orgogliosi.


sabato 30 agosto 2014

Una storia senza fine "L'inquisizione in Diocesi di Cosenza dal 1593 al 1696: Guardia, San Sisto e Baccarizzo di Montalto" di Luigi Intrieri, pubblicato dalla Falco Editore, oggetto di discussione a San Sisto dei Valdesi

La strage dei valdesi Alla luce dei documenti giacenti nell'archivio della congregazione per la Dottrina della fede, conosciuto in passato come "Sant'Uffizio", della diocesi cosentina, aperto alla consultazione di prima mano nel 1997, va riscritta la storia della strage dei Valdesi del 1561. E' quanto emerge dal libro "L'inquisizione in Diocesi di Cosenza dal 1593 al 1696: Guardia, San Sisto e Baccarizzo di Montalto", di Luigi Intrieri, pubblicato dalla Falco Editore, oggetto di discussione a San Sisto dei Valdesi, frazione del Comune di San Vincenzo La Costa, nell'antico e storico palazzo Miceli, nel corso di una manifestazione, "Incontro con l'autore", promossa dalla commissione cultura del Consiglio comunale della locale amministrazione. L'incontro culturale, introdotto dal giornalista, Franco Bartucci, presidente della stessa commissione cultura promotrice dell'evento, si è caratterizzato, presenti il sindaco, Aristide Filippo, ed il presidente del Consiglio comunale, Stefania De Biase, per la partecipazione di padre Antonio De Rose, dell'Ordine degli Ardorini di Montalto Uffugo. Il libro mette a fuoco le ben note vicende della comunità dei Valdesi e gli eventi del 1561 verificatisi nei luoghi indicati nel titolo del volume e cioè: Guardia, San Sisto e Baccarizzo di Montalto e lo fa attraverso i documenti di prima mano consultati, grazie alla liberatoria del 1997, nell'Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede, noto come Sant'Uffizio, della Diocesi di Cosenza. Si tratta di documenti di prima mano, nello specifico lettere degli Arcivescovi e Vescovi la loro scritte o inviate nell'ambito del Regno di Napoli. Luigi Intrieri, direttore dell'Archivio storico diocesano di Cosenza, ha avuto modo così di entrare, consultare e leggere questi documenti e conoscere, così, su come sono andate realmente le cose sulla vicenda dei Valdesi in Calabria. Spicca nel volume di Luigi Intrieri, così nel dibattito che si è sviluppato, il caso di don Matteo Rocco e don Paolo Canigliano, parroci di San Sisto che comprendeva anche la comunità di Baccarizzo, rispettivamente protagonisti dei due capitoli terzo e sesto, che si resero colpevoli di soprusi di ogni genere nei confronti della popolazione in quei luoghi residenti, da loro accusata di persistere nell'eresia. Una vicenda che mette nelle condizioni sia l'autore del libro che il lettore di chiedersi: agivano per incarico o sotto copertura del Sant'uffizio e delle autorità ecclesiastiche? E quale fu il ruolo della chiesa locale e in particolare degli Arcivescovi di Cosenza? Come pure quello delle autorità civili?

Il libro mette a fuoco le ben note vicende della comunità dei Valdesi e gli eventi del 1561 verificatisi nei luoghi indicati nel titolo del volume e lo fa attraverso documenti di prima mano

Luigi Intrieri (al centro) alla presentazione del libro

In base alle carte e ai documenti si è portati a dire che il comportamento dei due parroci era frutto piuttosto della loro personale responsabilità, dettato da basse motivazioni. Nelle pagine della Introduzione, entrando nella ricostruzione storica degli avvenimenti di Guardia e San Sisto, del 1561, episodio di rivolta violenta, si scopre una novità in assoluto che stravolge ciò che finora è stato detto e scritto. Il luogo delle esecuzioni capitali non fu la piazza di Guardia Piemontese, ma quella di Montalto Uffugo, mentre il numero delle persone uccise non fu dai duemila alle diecimila, ma circa duecento, dei quali un centinaio su campo per effetto di combattimenti con incendi delle case dei paesi ed ottantasei processati ed uccisi proprio sulla piazza di Montalto Uffugo. I ribelli arrestati in base ai documenti furono 1.400, mentre il cardinale Ghislieri, a sua volta, come Commissario del Sant'Uffizio non avrebbe potuto emanare nessun ordine diretto perché, a causa del privilegio della "legazia", il Viceré non lo avrebbe consentito. Poi a seguito di un intervento di due padri Gesuiti giunti da Cosenza, che durante la notte, prima dell'esecuzione, si resero conto attraverso la confessione dei prigionieri della loro innocenza, fu deciso di scrivere una lettera a Marino Caracciolo, Governatore di Calabria in Cosenza, e al cugino Ascanio Caracciolo, per chiedere e convincere il Viceré a modificare l'ordine di una inutile uccisione di massa. Ed infatti in seguito le esecuzioni capitali non furono più riprese. Da quegli eventi sono trascorsi oltre 450 anni ed i luoghi, così le persone, sono entrati nella logica di una trasformazione naturale quasi a voler dimenticare, tranne che nella conservazione della lingua e del costume nell'antico borgo di Guardia Piemontese, per entrare in una contemporaneità in cui la storia del passato non ha più interesse, se non nelle commemorazioni degli anniversari. E quanto scaturisce dal libro di Luigi Intrieri non andrà certamente a creare una disputa tra i paesi interessati perché ormai il tempo è passato e tutto fugge verso nuove mete. E' un bene o un male? A ciascuno il compito di decidere in merito. Franco Bartucci

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Nel cuore della natura Tutto pronto per la prima Marathon degli Aragonesi gran fondo di mountain bike che sarà ospitata tra Castrovillari, Frascineto e Civita

Si scaldano le ruote È tutto pronto per la prima Marathon degli Aragonesi, gran fondo di mountain bike che sarà ospitata tra Castrovillari, Frascineto e Civita, domenica 31agosto. La gara, organizzata dall’Asd ciclistica Castrovillari è anche l’ottava tappa del trofeo dei Parchi che raggruppa le regioni Puglia, Campania, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Molise, Sicilia, Lazio. La partenza e l’arrivo avverranno a Castrovillari, dove in queste ore si sta letteralmente costruendo il “villaggio” della Marathon attraverso una tensostruttura attrezzata, di oltre 300 mq, che servirà per accogliere i ciclisti e per il pasta party previsto dopo dell’arrivo e il palco per la premiazione. Il piazzale antistante il centro commerciale comprende anche un vasto parcheggio, pure per camper, un’area riservata alle docce per gli atleti e una zona per lavaggio bici. La manifestazione, co-organizzata dall’Ente Parco Nazionale del Pollino, con il contributo fattivo delle Amministrazioni comunali di Castrovillari, Frascineto e Civita, è organizzata sotto l’egida della F.C.I., la Federazione Ciclistica Italiana. Si tratta di una gran fondo di mountain bike agonistica, competitiva e ciclo sportiva per gli amatori ed è la seconda ed ultima prova valevole per il Challenge Pollino to Pollino e gara del campionato nazionale interforze Ai primi 350 iscritti su www.mtbonline.it sarà consegnato un ricco pacco gara con maglietta “Marathon”, integratori alimentari, olio tecnico per manutenzione bici. Le iscrizioni si chiudono online tassativamente per tutti entro le ore 23:59 del 28 Agosto 2014 per riaprirsi a Castrovillari sabato 30 agosto 2014. Al momento dell’iscrizione è obbligatoria la scelta del percorso tra: Marathon (Agonisti F.C.I., amatori tesserati F.C.I. ed Enti Consulta); Gran Fondo (Amatori tesserati F.C.I. ed Enti Consulta); Escursioni (Non tesserati). Il presidente della società ciclistica Castrovillari, Antonio Limonti, invita tutti gli appassionati di mountain bike del comprensorio di Castrovillari a partecipare alla manifestazione e in particolare al percorso escursionistico. DETTAGLI DEL PERCORSO DI GARA

La gara organizzata dall’Asd ciclistica Castrovillari è anche l’ottava tappa del Trofeo dei Parchi che raggruppa le regioni Puglia, Campania, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Molise, Sicilia, Lazio

10 km di saliscendi su sterrato; 7 km di discesa su sterrato; 4 km di salita pedalabile su asfalto; 12 km di discesa su asfalto; 7 km di falsopiano a scendere su sterrato e asfalto. 2) PERCORSO MEDIO DI 50 KM (GRAN FONDO) che prevede i primi 30 km uguali a quelli del percorso lungo; 1 km di discesa tecnica su sterrato; 12 km di discesa su asfalto; 7 km di falsopiano a scendere su sterrato e asfalto; 3) PERCORSO CICLOTURISTICO DI 30 KM (ESCURSIONISTICO) che prevede i primi 20 km uguali a quelli del percorso lungo; 10 km (nell’abitato di Frascineto) di pianura e discesa su asfalto. Durante il percorso saranno offerti soste ristoro, piccola assistenza meccanica, vi stanno 5 postazioni di assistenza medica mentre volontari e organizzatori saranno presenti lungo il percorso al fine di garantire a tutti i ciclisti in gara la massima sicurezza. Collaborano Soccorso Alpino, Croce Rossa Italiana e diverse altre associazioni di volontariato. Per tutto il percorso cicloturistico una guida ufficiale accompagnerà il gruppo dei ciclisti, con sosta ristoro a Frascineto e visita al paese a cura dell’amministrazione comunale. La gara riveste una grande importanza anche dal punto di vista turistico: il percorso, infatti, rileva un paesaggio naturale unico che da Civita si affaccia sulle gole del Raganello e sul mare Jonio. Per garantire una buona accoglienza sia ai ciclisti che a loro parenti e amici, l’organizzazione ha provveduto anche a stipulare delle convenzioni con B&B e ristoranti della zona. A fine gara ci sarà la premiazione dei vincitori, che riguarderà separatamente il campionato regionale “Marathon MTB”, con assegnazione del titolo di campione e consegna delle maglie; campionato “Pollino to Pollino” con consegna delle maglie ai primi 10 arrivati nelle due gare di S.Costantino Albanese e Castrovillari; Campionato Nazionale Interforze. www.marathondegliaragonesi.it

Gli atleti avranno la possibilità di scegliere tra: 1) PERCORSO LUNGO DI 70 KM (MARATHON), che prevede i primi 5 km su asfalto, che saranno di trasferimento fino al km 0; i successivi 5 km di falsopiano a salire su sterrato; 10 km di pianura su sterrato; 4 km di salita costante su asfalto ecologico con tratti di 200/250 mt in forte pendenza; 6 km di salita pedalabile su sterrato;

La location della Marathon


sabato 30 agosto 2014

Serate di sax Il concertista Egidio Ventura continua le sue tappe importanti calabresi

La magia del jazz

Dopo il successo del concerto tenuto presso il Peperoncino Jazz Festival “Summer 2014”, il progetto “Hommage à Michel Petrucciani” viaggia ancora per la Calabria per lungo e per largo, il 13 settembre sarà alla manifestazione Altomonte festival “Di Vino jazz”. Gli appuntamenti dedicati al grande pianista Michel Petrucciani tra giugno e agosto hanno riscosso ovunque lusinghieri giudizi di pubblico e di critica, prova ne è il fatto che nel mese di ottobre il progetto varcherà le soglie della Calabria per incontrare la Sicilia, la Puglia e la Campania. Egidio Ventura ha rilasciato una breve riflessione sul grande pianista francese: «...fra gli italiani, lo ricordo bene gli spettatori del Festival di Sant’Anna Arresi del 1998: un bimbo minuscolo che arrancava con le grucce come suo padre, il quale per molto tempo non potè camminare e spesso fu portato in braccio anche sul palcoscenico». Ritornando al progetto su Petrucciani, firmato da Egidio Ventura e sostenuto da una robusta ritmica Silvio Ariotta al basso ed Emanuele Fuduli alla batteria, il repertorio che suoneranno riprende alcuni dei brani più popolari del vasto repertorio di Petrucciani che nel corso degli anni ha registrato un totale di ben 32 album, guadagnandosi il rispetto della Comunità jazz americana e mondiale per la sua straordinaria tecnica, l’eleganza di esecuzione e la sua energia carismatica. Sono splendidamente reinterpretati, ma fedeli all’originaria carica di vitalità, brani come “Looking up” e “Black Magic” seguito da Miles Davis Lick’s, altre due composizioni che che che si alternano ai tecnicismi vorticosi del pianoforte in uno stile fusion; brani evocativi di grande lirismo come “Cantabile” e “Brazilian Like”. A seguire, si torna ai fraseggi limpidi e squillanti di un jazz sincero e disarmato, privo di orpelli intellettualistici ma con un notevole vigore espressivo. “September second”, una composizione italiana scritta da Bruno Martino “Estate” bellissima ballad, chiuderà i 2 concerti stabiliti rispettivamente 27 agosto e 13 settembre Sono 11 le composizioni che il Trio di Egidio Ventura ha scelto di

Il 13 settembre sarà alla manifestazione Altomonte festival “Di vino jazz”

presentare al pubblico, un concerto che scorre piacevolmente tra assoli e dimostrazioni di ottimo interplay senza perdere mai il ritmo fino alla chiusura. “Uno sguardo moderato su un artista dell’eccesso” Michel Petrucciani, virtuoso del jazz, pianista dal tocco irrepetibile, che ha trasformato il destino ingrato che lo ha fatto nascere con una malattia genetica invalidante in un’occasione di applicazione appassionata alla tastiera e di espressione totale di sé. Al punto che il documentario - non il primo né probabilmente l’ultimo dei lavori di questo tipo sul piccolo grande del piano - è in fondo scarsamente informativo ma arriva alla sostanza quando chiede agli intervistati di parlare della loro relazione con il protagonista. Egidio Ventura ha collaborato con i più grandi jazzisti Italiani: F. Bosso, A. Flora, S. Regina, R.Marques, J. Garrison, G. Rosciglione, C. Cannon, M. Giammarco, G. Munari, S. Chimenti, R. Spadoni, G. Bianchetti, S. Donati, E. Fioravanti, S. Kambè, Sal Genovese, M. Marzola, G. Jackson, Chicago Beau, O. Maugeri, M. Tamburini, S. D’Anna, S. Di Grigoli, Pasquale Porchia, Tony Julio, G.Di Lella,Orchestra Ritmico-Sinfonica della Rai di Roma,Gianni Ferrio, Bruno Canfora, Marcello Rosa, D. e F. Piana, Pippo Matino, Daniele Scannapieco, Gegè Telesforo, Dom Famularo. I suoi studi dove si è Diplomato con 10 e lode presso il Conservatorio “F. Cilea” di Reggio Calabria, si sono allargati studiando con grandi musicisti internazionali quali: Kenny Barron, John Hicks, Famoudou Don Moye, Roscoe Mitchell, Uri Caine, Jerry Bergonzi, Bob Mintzer, Danilo Rea, Giovanni Mazzarino, George Cables, Agostino Di Giorgio, Dom Famularo, Abdoulaye Sakukandè, Giorgio Rosciglione, Adama Helaje Samba, John Hicks. Il progetto esecutivo ed artistico “Ommage à Michel Petrucciani” è prodotto e realizzato da Lamezia Jazz. associazione musicale Bequadro Lamezia Terme

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Il vento è favorevole

Catanzaro in gondola Mostra del Cinema di Venezia 2014, assegnazione del Premio Mimmo Rotella ad Al Pacino e Barry Levinson

Il best seller “L’utilità dell’inutile” a Mantova

«Questo premio messo a segno dal presidente della Fondazione Rocco Guglielmo e dal direttore artistico del premio Gianvito Casadonte è un colpo davvero sensazionale che porta in alto il nome della città di Catanzaro», afferma il sindaco Abramo. «L’assegnazione del Premio “Mimmo Rotella” ad Al Pacino e Barry Levinson mi lascia senza fiato. Quello messo a segno dal presidente della Fondazione Rocco Guglielmo e dal direttore artistico del premio Gianvito Casadonte è un colpo davvero sensazionale. Il nome della città di Catanzaro, grazie al grande maestro della pop art, raggiunge i vertici della cultura internazionale, in una delle rassegne cinematografiche più importanti del mondo. Posso dire, con soddisfazione, che questo evento riassume due elementi-chiave della politica culturale della nostra amministrazione: la valorizzazione della figura inestimabile di Mimmo Rotella e il cinema». Lo ha detto il sindaco Sergio Abramo, appresa la notizia della consegna del Premio Mimmo Rotella, riconoscimento collaterale della mostra del Cinema di Venezia 2014, a due “mostri sacri” del cinema mondiale, Al Pacino, considerato da molti il più grande attore vivente, e il regista Barry Levinson, premio Oscar nel 1989 per il film “Rain man”. «In questo momento esaltante - ha detto ancora il sindaco - desidero ricordare l’ideatore del Premio Rotella, Piero Mascitti. La direzione di Gianvito Casadonte, con cui collaboriamo ormai da due anni per l’organizzazione del Magna Graecia Film Festival, ha dato una marcia in più all’evento. Le opere di Rotella, e con loro il nome di Catanzaro, entrano nelle case di due giganti del cinema mondiale.» Il primo cittadino ha poi ricordato che la conferenza stampa di presentazione del premio Rotella si è svolta a Palazzo De Nobili, allo scopo di suggellare una collaborazione sempre più stretta tra Comune e Fondazione. «Il grande manifesto di benvenuto installato all’ingresso della città - ha detto ancora Abramo - anticipa quello che è il nostro progetto: fare di Catanzaro la città di Mimmo Rotella. In autunno, nella rinnovata piazza Matteotti inaugureremo un piccolo, ma significativo museo all’aperto, con le riproduzioni di quattro opere del maestro, corredate da informazioni redatte anche in inglese. Comune e Fondazione hanno lavorato intensamente per questo risultato. Ma sono in caldo altre iniziative, dalla valorizzazione del mural del Palazzo delle Poste all’installazione di alcune opere di Rotella nell’ala di Palazzo Fazzari che stiamo per recuperare. È l’inizio di un percorso importante che potrà dare grandi frutti anche nel settore del turismo culturale. Infine, il cinema. La seconda edizione del Magna Graecia Film Festival, con il suo successo di pubblico e il ritorno mediatico su Raiuno, ci ha confermato che anche questa è una via giusta. Rotella ha attinto molto dal cinema e dai suoi manifesti per le sue opere». Il sindaco infine ha auspicato che in autunno il film premiato a Venezia dalla Fondazione Rotella, “The Humbling”, possa essere proiettato a Catanzaro per gli studenti universitari e degli istituti superiori.

«Questo premio messo a segno dal presidente della Fondazione “Rocco Guglielmo” e dal direttore artistico del premio “Gianvito Casadonte” è un colpo davvero sensazionale che porta in alto il nome della città di Catanzaro» afferma il sindaco Abramo

Nuccio Ordine inaugura il Festivaletteratura Anche il “Festivaletteratura” di Mantova, in programma nella città lombarda dal 3 al 7 settembre, conferma che “L’utilità dell’inutile” di Nuccio Ordine, ordinario di Letteratura italiana all’Università della Calabria, è uno dei libri più letti e di maggiore interesse pubblicati negli ultimi anni. Un volume di successo europeo (10 edizioni in Italia, 9 in Spagna, 6 in Francia e un recentissimo secondo posto in Grecia, dopo appena pochi giorni dall’uscita), che continua ad alimentare il dibattito culturale registrando ovunque consensi e apprezzamenti. La decisione degli organizzatori del “Festivalettura” di Mantova (che richiama ogni anno scrittori, intellettuali, autori provenienti da ogni parte del mondo) di affidare al docente calabrese e al suo fortunatissimo volume l’ouverture del prestigioso appuntamento lombardo, il 3 settembre, alle 19, in piazza Sordello, dunque non sorprende e aggiunge un nuovo traguardo al nutrito palmares di riconoscimenti e di valutazioni positive che hanno fatto de “L’utilità dell’inutile” uno dei fenomeni letterari più importanti degli ultimi anni. Con “L’utilità dell’inutile”, Ordine difende quei saperi che non producono profitto e che vengono quindi considerati inutili in una società dove l’utile coincide solo con il guadagno. Si tratta di un’appassionata difesa della conoscenza disinteressata (di cui la letteratura, la filosofia, l’arte, la musica, la scienza di base sono espressione) che pur non producendo profitto è necessaria per nutrire lo spirito e rendere più umana l’umanità. Il libro sta per essere pubblicato anche in Germania e Romania, mentre tra il 2015 e il 2016 sarà tradotto in cinese, galiziano, portoghese, coreano, bulgaro, turco e inglese. Nuccio Ordine - che da anni insegna nelle più rinomate università francesi: dall’Ecole Normale Supérieure all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, da Paris IV-Sorbonne all’Institut Universitaire de France, da Paris III-Sorbonne al Centre de Recherche sur la Renaissance di Tours - si è particolarmente distinto per le collane di classici che dirige presso Les Belles Lettres di Parigi, una delle case editrici più importanti del mondo nell’ambito dell’editoria umanistica. E da qualche anno nella sua collana bilingue “Classici della letteratura europea” (pubblicata da Bompiani) sono apparse importanti edizioni di classici francesi da Montaigne a Rabelais, a Molière. Tutti i suoi libri sono tradotti in francese e i suoi lavori bruniani si possono adesso leggere in ben dieci lingue, tra cui cinese, giapponese e russo.


sabato 30 agosto 2014

Legalità a tutto spiano Assegnato al giudice Giuseppe Spadaro il premio nell'ambito del memorial "Sergio Voci"

Per una Calabria migliore Assegnato al giudice Giuseppe Spadaro il premio “Per una Calabria migliore 2014”, nell’ambito del memorial “Sergio Voci”, giunto alla ventesima edizione. La cerimonia di consegna del premio, consistente in un pregiato piatto in ceramica graffita secondo la tradizione artistica locale, si è svolta in piazza Duomo a Squillace. A ritirare il premio il fratello del giudice, Silverio Spadaro, che ha letto il seguente messaggio da parte del fratello: «Non mi sarei perso per nessuna ragione al mondo la possibilità di intervenire, dopo quasi un anno dal mio trasferimento a Bologna, in un’occasione così prestigiosa nella mia terra, ove ho vissuto per 50 anni e al più presto ritornerò. Non sono lì con voi esclusivamente per un amore più grande di quel che possiedo per la mia terra e per la legalità: l’amore verso i bambini, i minori in difficoltà, i soggetti deboli di questa nostra società, a volte spietata. Sto andando a “prendere” una bambina, una principessa bielorussa, da un orfanotrofio e la porto via, la porto a casa, voglio che cresca con i miei figli. Ho un solo rammarico: non avere le possibilità economiche e logistiche per prendere tutte le altre sue amichette, quelle bambine che non avranno la sua stessa fortuna e che continueranno a vivere in un istituto. Dicevo che sono onorato e felice. Si, onorato perché ho saputo che questo riconoscimento è stato conferito a giudici come il mio amico Pierpaolo Bruni e Nicola Gratteri, giudici che hanno ben altri meriti rispetto al giudice Spadaro. Io ho semplicemente fatto il mio dovere di magistrato, null’altro; e lo farò ovunque andrò ad amministrare giustizia, niente di speciale, fare il proprio dovere con umiltà, con umanità, ma senza guardare in faccia nessuno. Se ognuno di noi, in qualunque settore di appartenenza, facesse solo il proprio dovere, il nostro Paese sarebbe migliore. Ma sono anche felice, contentissimo. Sì, perché questo riconoscimento mi viene conferito a Squillace che è un po’ la mia seconda casa atteso che da moltissimi anni trascorro le ferie proprio a Squillace Lido e ho tante conoscenze e amicizie. Sono orgoglioso di questo riconoscimento: per me ha un valore ulteriore che va oltre quello che già oggettivamente possiede perché proviene dalla mia terra, dalla mia gente, dal luogo in cui vivono e crescono i miei figli, dal luogo in cui vorrei tornare al più presto, semplicemente per fare il mio dovere. Certo, nel contempo mi riporta la mente e i ricordi a situazioni estremamente spiacevoli. So bene che la scelta, da parte del comitato organizzatore, è rica-

La cerimonia di consegna del premio, consistente in un pregiato piatto in ceramica graffita secondo la tradizione artistica locale si è svolta in piazza Duomo a Squillace

duta sulla mia persona anche per i grossi problemi di sicurezza che ho avuto in qualità di giudice a Lamezia Terme. Effettivamente sono stati momenti terribili. Devo riconoscerlo, momenti difficili in cui ho temuto non tanto per la mia incolumità quanto per quella della mia famiglia. Mi sono spesso chiesto se tanta paura, inquietudine, sofferenza sia giusto pagarla perché vuoi fare semplicemente il tuo dovere di giudice. Oggi ho la risposta! Ne sono certo, e a distanza di anni e a mente fredda, posso pubblicamente affermarla: quando penso alla fortuna che ho avuto nella mia vita, alle soddisfazioni professionali che ho avuto, alla considerazione e alla stima della mia gente, quando penso a riconoscimenti come questo, beh, sapete che vi dico? Dico di sì! Sì, ne è valsa la pena!». Nella stessa serata sono stati consegnati i premi alle squadre e ai calciatori del torneo svolto in memoria di Sergio Voci, il giovane atleta squillacese morto a soli 19 anni, nel 1993. Per la categoria “big”: primo posto “I cugini di campagna”; al secondo posto, “I Porti”, al terzo, “Vivarium”; miglior portiere, Nicola Bertolotti; miglior calciatore, Drammeh Mamut. Per la categoria “juniores”, il primo posto, Amaroni; secondo posto, Squillace; miglior portiere, Pietro Ruggiero; miglior calciatore, Agazio Facciolo. Per la categoria “femminile”: primo posto, “Fratelli d’Italia”; al secondo, “Peppa Pig”; al terzo, “Tappeto volante”; migliore portiera, Maria Grazia Mellace; miglior giocatrice Miriam Facciolo.

Apre il dipartimento di danza del “Mascagni” di Serra San Bruno

A passo di danza Aprirà ufficialmente a partire dal primo settembre il dipartimento di Coreutica classica e moderna "A Passo di Danza" dell'Istituto Musicale Pietro Mascagni di Serra San Bruno. Dunque si arricchisce l'offerta formativa di questa giovane struttura che nata nel 2012 sta ritagliandosi spazi sempre più importanti in ambito artistico-musicale a livello regionale. A dirigere il dipartimento saranno Luisa Baffa Trasci già direttore Amministrativo della scuola di Musica, affiancata dalla Maestra Yasmine Montesano, giovane e talentuosa ballerina originaria di San Vito sullo Jonio (CZ) diplomata presso il liceo Coreutico di Satriano (CZ) e attualmente iscritta alla "Bounce Factory" di Roma. -Musica e ballo devono e possono stare insieme- cosi ha esordito Luisa Baffa Trasci, assicurando corsi ed attività per tutte le età: Baby Dance (dai 3 ai 6 anni), Danza Calssica e Moderna (dai 6 anni in su), Hip Hop e per gli adulti Zumba Fitness. Continua Luisa Baffa Trasci-Abbiamo raccolto le numerose istanze di tante famiglie soprattutto di Fabrizia e San Nicola che non hanno mai avuto una scuola di ballo in paese, o per meglio dire una che durasse almeno per un intero anno accademico, trovandosi sempre costretti a fare la spola verso altri centri urbani con i disagi dovuti alle condizioni climatiche che in inverno possono diventare proibitive e disagi dovuti ai collegamenti stradaliSi è detta entusiasta del nuovo incarico la Maestra Yasmine Montesano, che già ha dato saggio delle sue qualità esibendosi come ospite nel tour estivo

Yasmine Montesano e Luisa Baffa Trasci

del Mascagni "Note d'Estate", dove oltre a riscuotere successo ha già registrato un nutrito numero di allievi che, attratti dalla sua bravura, sono ansiosi di iniziare i corsi sotto la sua guida. Tutto pronto allora, le iscrizioni sono aperte a partire da lunedì 25 agosto, per info e prenotazioni basta rivolgersi all'infoline del Mascagni visitando il sito www.istitutomascagniserrasanbruno.com alla pagina dedicata alla Coreutica oppure su FB e twitter cercando "A Passo di Danza".

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sabato 30 agosto 2014

Delle donne per le donne Premio “Casato prime donne” domenica 14 settembre a Montalcino per l’astrofisica Sandra Savaglio che ha scelto di rientrare in Calabria dopo 23 anni

Il telescopio sul podio

Il Premio Casato Prime Donne, che verrà consegnato domenica 14 settembre a Montalcino, ha scelto anche quest’anno un personaggio capace di segnare e cambiare il profilo femminile e dare un esempio ai tanti “cervelli” emigrati all’estero. Dopo astronaute, artiste, sindache minacciate dalla criminalità e sportive, ecco l’astrofisica Sandra Savaglio che ha scelto di rientrare in Calabria dopo 23 anni durante i quali ha lavorato usando i maggiori telescopi del pianeta. 47 anni, sportiva, giramondo, innamorata del cosmo, ha un aspetto assolutamente diverso da Margherita Hack scomparsa lo scorso anno, ma condivide con lei la grinta e la capacità di comunicare. Nel 2004 il Time dedicò a Sandra Savaglio la copertina e un titolo emblematico “How Europe lost its science stars” proponendola a simbolo della fuga dei cervelli. Ebbene oggi la stessa studiosa viene proposta dal Premio Casato Prime Donne come esempio delle donne che scelgono di scommettere sul futuro dell’Italia e tornano per costruirlo. Una prima donna in tutto e per tutto. Per questo è stata scelta dalla giuria del Premio Casato Prime Donne composta da Francesca Cinelli Colombini (presidente), Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione. Un simbolo di cambiamento del ruolo femminile come le cantine di Donatella Cinelli Colombini, che organizzano il Premio e sono le prime in Italia con un organico interamente in rosa. La storia di Sandra Savaglio somiglia a una fiaba: diciassettenne, quando ancora frequenta il liceo scientifico ‘Scorza’ di Cosenza legge Asimov e scopre la sua vera passione: «Da grande mi piacerebbe fare la scienziata astrofisica, adoro scrutare il cielo, le galassie, pensare all’infinito, capire com’è fatto l’universo». Passione che la porta, molti anni dopo, nel gruppo di studiosi che, alle Hawaii con il telescopio ‘Gemini’, scopre le origini più antiche della nostra galassia. Ma facciamo un passo indietro, al 1991, dopo la laurea in Fisica con 110 e Lode e il dottorato all’Università della Calabria e allo European Southern Observatory, firma un contratto che la porta all’Università di Baltimora. Dice addio alla sua Marano Marchesato, piccolo centro in provincia di Cosenza, e come tanti altri “cervelli in fuga”, si trasferisce all’estero. I suoi studi diventano sempre più impegnativi: esplora le galassie distanti, si occupa dell’arricchimento chimico dell’universo, dei fenomeni esplosivi, fa scoperte fondamentali

Personaggio capace di segnare e cambiare il profilo femminile Esempio ai tanti “cervelli” emigrati all’estero

per la comprensione delle galassie che ospitano i lampi gamma, le esplosioni più energetiche dell’universo. Sandra Savaglio, in qualità di autrice o coautrice, vanta oltre centosessanta pubblicazioni nelle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, come Nature e Astrophysical Journal. Ha appena lasciato, dopo più di otto anni, il Max-Planck Institute di Garching in Germania dove è stata Fellow e Senior Research Scientist e in precedenza è stata allo Space Telescope Science Institute di Baltimora negli Stati Uniti e prima ancora, dal settembre 2001 a febbraio 2006, presso la John Hopkins University della stessa città. Non c’è solo l’astrofisica nei suoi interessi, ma anche l’impegno civile; nel 2006 pubblica insieme a Mario Caligiuri un libro-denuncia sul mondo della ricerca in Italia. Sandra Savaglio fu protagonista di una vicenda simile a quella di tanti giovani talenti nostrani emigrati all’estero. Partecipa al concorso per l’Osservatorio di Monte Porzio e dice apertamente quello che pensa dopo aver subito una persecuzione giudiziaria per aver vinto un concorso non predestinato a lei. Un posto di ricercatore che ormai non vuole più. Le sue parole a riguardo tagliano come il rasoio: «Sistemi antichi nei quali il valore dei singoli viene in secondo piano, e tutto affoga nel mare delle convenzioni e delle convenienze». A quell’epoca promise di tornare in Italia se le cose fossero cambiate e ora mantiene l’impegno, in autunno lascerà la Germania, a seguito della “chiamata diretta” dell’Università della Calabria dove farà il professore ordinario. «Ad Arcavacata c’è un dipartimento di fisica che è un gioiellino per l’università, un fiore all’occhiello per la regione e per il Paese» ha detto la Savaglio consapevole di lasciare un «Paese economicamente messo meglio per il finanziamento alla ricerca, la Germania». Un atto di amore e di coraggio che trascinerà anche altri se sarà seguito da comportamenti coerenti: «Mi aspetto di avere a disposizione delle risorse umane (ovvero studenti e giovani ricercatori), e per quello non c’è crisi economica che regga. In Calabria le risorse umane nel campo della ricerca scientifica di base ci sono, e non hanno niente da invidiare alla Germania». È questo desiderio di rinascere dalla crisi e di usare le risorse endogene per ripartire, che il Premio Casato Prime Donne ha visto in Sandra Savaglio e che propone come esempio e stimolo all’universo femminile.


sabato 30 agosto 2014

Mani calabresi... Intervista a Angelo Luigi Elia titolare del laboratorio “Cuore di pasta” a Villapiana Scalo

Successi artigianali etti di Carmelita Brun

Passato ferragosto la calura sembra ridare il sorriso a una stagione difficile che, seppur disturbata dal clima incerto e da una politica complicata, ha registrato un buon numero di turisti nel versante ionico della sibaritide e di Villapiana. In questo secondo periodo del mese, si tira il fiato, si registrano più presenze nelle località turistiche di tutta la regione; i titolari dei lidi fra aperitivi e drink offrono un buon servizio al cliente e riguardo l’arte culinaria c’è anche chi come Angelo Luigi Elia, fra alchimie e vecchie ricette della tradizione toscana e calabrese, dà la possibilità di gustare presso il suo laboratorio sito in Villapiana Scalo, presso il centro commerciale I Pini, una pasta fresca, fatta a mano come una volta, con ripieno di erbe officinali. A colpire il mio palato sono stati i suoi prodotti genuini dove si sentono tutti i sapori e odori delle erbette speciali e benefiche per il nostro organismo. Vado in laboratorio, nel suo delizioso angolo ristoro, per gustare un piatto di pasta ripiena al timo e patate e vi assicuro che è una vera delizia, ma il vero piacere è sentire il signor Angelo raccontare con passione come si prepara questo tipo di pasta. Qual è il segreto per ottenere della pasta cosi buona? E quando dico buona lo dico perché non solo è gustosa ma ci fa stare bene anche a livello psicofisico. Il vero segreto è non solo la buona qualità di erbe officinali, nate nel nostro territorio, ma è anche l’uso di farine integrali macinate a pietra con germe di grano di alta qualità come quella Verna. Ci impegniamo affinché il territorio impari ad apprezzare nuovamente questa farina, proprio come si faceva in antichità. I nostri “tortelli” sono dei prodotti unici realizzati solo da noi in Calabria. Sono prodotti che hanno delle sostanze benefiche, e vanno a curare delle patologie come l’insonnia, la cattiva digestione, problemi circolatori. Per fare un esempio i tortelli chiamati “Ramses” sono fatti con radicchio rosso e maggiorana, questa pasta ha effetti molto benefici per il nostro intestino, aiuta la digestione. Abbiamo anche il tortello “Plinio il Vecchio” fatto con cavolfiore ricco di vitamina C ed è anche antitumorale, abbinato al coriandolo elimina anche l’effetto di gonfiore che il cavolfiore può provocare. Inoltre, la nostra pasta è realizzata senza conservanti ed entro 5 giorni devono essere consumati o surgelati. La vendita è nel nostro laboratorio.

Il vero segreto per un buon prodotto è non solo la buona qualità di erbe officinali, nate nel nostro territorio, ma anche l’uso di farine integrali macinate a pietra

Angelo Luigi Elia seduto fra i clienti

Mangiando i tuoi prodotti possiamo dire di sentirci in forma a tutti i livelli dunque... Certo, perché è una alimentazione più sana per tutti, adulti e bambini. Com’è la risposta del pubblico? Non è facile presentare un prodotto nuovo, ma pian piano i risultati si vedono e anche le realtà culturali del territorio si stanno interessando alla nostra produzione. Pensa che mi è giunta una bella proposta dal Comune di Altomonte per creare un percorso alimentare salutistico unito a un percorso sensoriale creato per esaltare i gusti del palato e di tutti i sensi. In previsione nei mesi autunnali ci sarà la nostra presenza al Museo dell’Alimentazione di Altomonte. In bocca al lupo, anzi, in bocca mettiamoci un tortello “Cuore di pasta” per gustare meglio la vita!

Premio “Cuore Valentino”

Il peso della leggerezza dell’essere

Conferito il premio Cuore Valentino (in ricordo anche delle reliquie di San Valentino, che si trovano custodite nella cittadina tirrenica di Belvedere) dal Cif (Centro italiano femminile di Belvedere marittimo), al poeta Dante Maffia, per cui è stato costituito un comitato per la sua candidatura al Nobel, e a Teresa Marino, ingegnere e autrice di due testi di poesia in verso libero, dal titolo, l'ulLa premiazione di Teresa Marino timo nato "Il peso autrice de Il Peso delle ali delle Ali", della sua produzione che è stata presentata nella location d'apertura a Belvedere del Peperoncino Jazz Festival, con l'assegnazione di una targa ricordo del Cif. A presentare gli interventi, Rossella Palmieri, lo scrittore, Ciro Cianni, che ha introdotto e moderato la serata, con gli interventi del giornalista Francesco Aronne, della sottoscritta, e dell'ospite d'onore Dante Maffia. Letture teatrali, con la regia di Ciro Cianni, estrapolate dal testo ed impostate in forma di dialogo, degli attori Antonio Fulfaro e Livia Cascarano. "Il peso delle Ali", edizioni Jehoshu'a, è un testo che è dedicato ai sentimenti d'amore e in cui la parola "cuore" ricorre mag-

giormente, in una dicotomia di opposti di luce e ombra, di leggerezza e pesantezza, intervallato da un buon sguardo sulla società italiana e non solo, che l'autrice mette ben evidenza attraverso alcune poesie dedicate al figlio Marco Antonio "Avrai", "Akim…e i suoi colori" in cui l'elemento del cuore del sale e dell'acqua si mescolano alla dignità di un pane che è richiesto nella propria terra. Da sinistra: Aronne, Cianni, "Anime bianche", Marino, Maffia scuote le coscienze, quasi con acuti leggeri e pesanti anatemi: vergogna, deve abitare nel ventre di chi non offre riparo (…) alla distesa di dimenticate anime bianche. A seguire paura; straccio lavato di anime bianche su anime nere, carcasse di ossa inutili di chi non sa compenetrarsi. La prefazione è stata curata dall'artista Pietro Delle Piane e la postfazione da Ciro Cianni. LdC

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Versi protagonisti Incontro con la poetica di Francesco Tarantino nella splendida cornice del chiostro di San Bernardino a Morano Calabro

Il poeta in-divenire Si è tenuta, nella splendida cornice del chiostro di San Bernardino a Morano Calabro, una serata che ha avuto come protagonista la poesia, o meglio la poetica del professore, scrittore e poeta Francesco M. T. Tarantino, dal titolo “Francesco Tarantino, un poeta in-divenire”. Già vincitore di numerosi premi anche fuori regione, per la sua poetica e produzione letteraria, ora arriva il riconoscimento, che gli è stato conferito nel suo paese di origine, ove risiede, Mormanno, con motivazione: “Al poeta Francesco. M.T. Tarantino, per l’impegno profuso per la cultura contemporanea” e conferito dall’organizzazione Unesco-Iov Italia; organizzazione internazionale arte e cultura popolare. Una curiosità: Iov è un’organizzazione mondiale di persone e istituzioni, che lavorano per documentare, conservare e promuovere tutte le forme di arte popolare, sia materiali sia immateriali. L’associazione Iov-Italia è la sezione nazionale dell’organismo mondiale Iov costituita il I° maggio 2011, e riconosciuta a livello internazionale, persegue gli scopi di tutela e divulgazione dell’arte e della cultura popolare in tutte le sue forme. Esistono ventitré commissioni, dedicate allo studio e al riconoscimento delle arti popolari, come ad esempio, l’arte culinaria, manifatturiera, canora, musicale, ed altre forme e in cui la sezione Italiana partecipa con propri contributi. In questo contesto di Mormanno il premio è stato conferito nel gran gala del folklore 19-agosto2014; riconoscimento V.I. Catania, Torino I.O.V Italia. Ma, tornando a Morano Calabro, un parterre di eccezione e una sala convegni, piena di persone a sentire che cosa, i relatori, tutti di alto spessore culturale, avevano da esprimere sul poeta Tarantino. Ospite d’eccezione, candidato al Nobel, Dante Maffia, nato a Roseto Capo Spulico, ma residente a Roma, ove vive con la famiglia e con già una carriera quarantennale di saggista, narratore e poeta, al suo attivo, tra le sue ultime poesie, la raccolta “Il poeta e la Farfalla”, e “Io poema totale della dissolvenza”, summa capolavoro della produzione poetica non solo artistica, ma umana dell’autore. Erano presenti, Francesco Aronne, giornalista professionista, redattore di Faronotizie (direttore responsabile Giorgio Rinalidi, avvocato del foro di Bologna, direttore editoriale, Nicola Perrelli), giornale online, in cui si occupa di attualità, politica e cultura, attraverso reportage di viaggi. Il professore Mario Vicino, docente di storia dell’arte e membro della deputazione di Storia Patria della Calabria, che ha legato con bellissime immagini letterarie tutta la poetica del Tarantino, attraverso i suoi cinque testi, proiettandoli in un Orizzonte in divenire, mai definito in un percorso, che si potrebbe utilizzare come un vademecum concreto e nello stesso tempo infinito metafisico nel contesto della letteratura contemporanea. A dare lettura di alcuni testi poetici del poeta, con straordinarie immagini collegate alla letteratura, la docente e critico letterario, professoressa Maria Teresa Armentano, ha moderato gli interventi, la sottoscritta, era presente l’assessore alla Cultura dell’amministrazione comunale di Morano, Zigari, che ha dato prova di comprendere, attraverso il suo dire, dell’effetto importante che la poesia ha su chi la scrive, catarchica, maieutica con proiezione verso l’infinito e che vince mille secoli di silenzio, così come diceva Orazio. Gli intermezzi musicali sono stati curati da Flavio Poli, che è architetto con la passione della musica, esegue le composizioni alla chitarra classica e alla tastiera. Che cosa è stato detto sulla poetica di questo scrittore di Mormanno, che ha studiato Filosofia a Firenze, sessantottino nella stessa città, in cui ha anche insegnato, oggi docente di lingua Italiana e poeta della quotidianità, che mette in rima, cosa non certo facile, dall’impegno sociale alle emozioni quotidiane e private della sua esistenza, lasciando al lettore l’emozione di far sue le sensazioni, che attraversano con forza i suoi versi. Studia presso la Facoltà teologica valdese di Roma. Autore dei testi del long playing “Carpineta”, inciso dal gruppo omonimo. Alcune sue poesie sono state tradotte in inglese e incise dal gruppo internazionale “Sunburst”. Le raccolte poetiche: “Cose mie”, del 2006 (inizia a pubblicare i suoi moti del-

Già vincitore di numerosi premi anche fuori regione per la sua poetica e produzione letteraria ora arriva il riconoscimento che gli è stato conferito nel suo paese di origine

l’animo spinto dall’amico giornalista Francesco Aronne), “Disturbi del cuore” nel 2008, “Noli me tangere” del 2011, “Memorie di alberi recisi” nel 2012 (questo nato in seguito alla recisione degli alberi secolari nel cimitero di Mormanno, iniziativa del tutto arbitraria. I versi del testo sono molto forti, dando voce a chi non ha più voce, troncata da un taglio e vissuto dal punto di vista degli alberi), “Orizzonti in Divenire” raccolta poetica che si realizza a fianco alle opere pittoriche dell’artista Rocco Regina, testo che sarà presentato nella giornata del 30 agosto) con apertura della mostra di pittura, a San Giovanni in Fiore, nel cuore della Sila, palazzo Romei, piazza Abate Gioacchino, alle ore 17,00. Francesco Aronne ha espresso, attraverso il suo intervento, partendo dall’amicizia, che lo lega all’autore Tarantino, un’immagine di un poeta che “in punta di piedi” si affacciava al mondo, proponendo la sua poesia, con il testo di partenza che era “Cose mie”, un punto di lancio e di cambiamento, cui sono seguiti altri testi importanti fino a quelli più attuali, che annoverano anche opere di artisti importanti, composti quindi a più mani, opere astratte, stimolate con i versi specifici per ogni composizione, potente evoluzione, che conclude, il giornalista Aronne, proietta di certo il poeta verso altro e da cui ci aspettiamo tanto ancora della sua produzione letteraria. Il critico letterario professoressa Armentano ha mostrato come anche uno scrittore come Lorca, fece notare, che per sentire la vera poesia è necessario quel granello di follia, che serve a comprendere e così la poetica del Tarantino, attraverso un excursus di immagini e di versi delle sue raccolte poetiche. Belle le immagini riferendosi al viaggio, il tempo, che corre come una bottiglia aperta


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Versi protagonisti suo inerpicarsi di case una dentro l’altra su cui svetta la cima di un Castello Normanno: «Ed è di nuovo azzurro tra le case/un cielo che respira sulla morte/ ed attraversa il tempo e mette in fase/ la ricomposizione delle rotte/Non puoi andare senza itinerario/un faro per le barche e gli aeroplani/senza un libro di bordo e un calendario/un battito d’ali e le tue mani/ C’è ancora il fumo tra le case matte/e maschere disperse in mezzo ai prati/ché la guerra non ha lasciato intatte/le stagioni che inseguono le estati/ Anche le primavere sono contratte/e i fiori muoion prima d’esser nati».

Sopra, la premiazione Iov Italia al poeta Tarantino A sinistra, prima il tavolo dei relatori con in primo piano Tarantino poi, la premiazione di Mormanno di IOv Italia Sotto, i presenti in sala

sott’acqua e che si riempie di cose e di personaggi importanti della vita dell’autore, come l’amico Aronne, forti i richiami mitologici, soprattutto, nella seconda raccolta “Disturbi del cuore”, anche qui ritorna impellente il richiamo di cercare l’amata nella luna, la difficoltà dell’essere vincolato al presente dall’amore filiale, così totale e pregnante della necessità della realtà, che gli gira attorno, in una Terra, in cui la madre stessa ha cercato di ricavarne il necessario per lo smisurato bene verso il figlio, con le tante gabbie e le amorevoli prigioni dorate. In uno dei testi “Noli me Tangere” si comprendere la corazza, che un dolore profondo ha costruito attorno alle ossa del poeta. Spesso, mette in evidenza, la professoressa Armentano, come il testo, attraverso i suoi versi esprima, i tanti punti interrogativi, che caratterizzano essi (il poeta usa l’interrogativo tipico della poesia spagnola, capovolto all’inizio del verso) e che sottolinea la tragica condizione umana, fragile, compresa tra l’essere e il dover essere. In “Memorie di alberi recisi”, l’autore, secondo il critico Armentano, cerca di dare voce al suono, che ormai non è più di quegli alberi tagliati e secolari, abbattuti senza pietà, mentre essi, che non sono più, erano diventati il mezzo con cui i defunti potevano ancora comunicare con il mondo dei viventi e che la mano dell’uomo ha reso deserto. In “Orizzonti in divenire”, le composizioni sono importanti e in cui il poeta tra chiari e scuri, dicotomie tra luce e ombre, traccia nuove mete e nuovi orizzonti, che aprono a nuove assonanze, come tra arte e poesia e che ci proietta a nuovi attimi, ancora da vivere tra le dicotomie dell’animo del Tarantino come nella poesia “Attimo”, che è stata dedicata alla cittadina di Morano, durante la serata e a quel

Il professor Mario Vicino ha paragonato la poetica del Tarantino all’architettura rinascimentale intrapresa da molti del tempo e che come su un pentagramma dava vita alla musicalità e all’armonia delle forme. La poetica dell’autore, rispecchia i canoni architettonici della poesia classica, che però non hanno impedito all’autore di esprimersi con straordinaria contemporaneità e nel linguaggio e nella trasposizione delle figure del suo quotidiano con «l’utile per il popolo, l’interessante per mezzo, il vero per oggetto». È il Manzoni a sottolineare come i palpiti del cuore devono suscitare verità e utilità per la vita. Importanti riferimenti quelli del professore Vicino al Romanticismo e Illuminismo della poetica del Tarantino. Uno studio quello del poeta che è attivazione e desiderio, applicazione al divenire verso un orizzonte concreto e metafisico e che scuote le corde del cuore e dell’intelletto, unione tra ragione e sentimento, poiché, aggiunge Vicino, qualsiasi cosa e atto, che una persona compie e fisicità e movimento verso... così come forti sono i riferimenti alla Terra, che non è vinta, con le parole, luna e scoglio, e nello stesso madre e matrigna di colei, che è la natura avversa, descritta da Repaci e benigna descritta da Rousseau, qui si fa il riferimento al testo “Memorie di alberi recisi”. Il corpus letterario dei testi di Tarantino, è descritto dal professor Vicino come versi mirabili, che accompagnano nel viaggio della vita del poeta e del lettore che vi si approccia, perché segno di ciò che è importante nell’esistenza umana. La poesia è tutto e il suo contrario, lirica, vita e immaginazione, dicotomie tra il chiaro e lo scuro. Il maestro Dante Maffia ha posto l’accento soffermandosi soprattutto sulla vicenda racchiusa nel testo “Memorie di alberi recisi”, in cui vi è un episodio davvero grave che è stata questa potatura radicale di alberi secolari, casa per le creature volanti e voce sussurrata dei defunti, prima però soffermandosi sulla qualità della composizione della poetica del Tarantino, costruita metricamente in modo impeccabile, ma che può essere inserita, nel contesto contemporaneo. Maffia fa riferimento a C. Baudelaire, che crea uno stacco importante tra la poesia antica e la poesia contemporanea, ma che, tuttavia, usa la rima per le sue composizioni. Il sonetto per esempio è usato in “Memorie di alberi recisi”, dosando ogni parola in modo ben preciso e in cui cerca di mettere la pesantezza delle cose, che si vivono attorno. Afferma Maffia, Tarantino non è solo un gran letterato, ma è un poeta, che sa capire una società, che piena di cose brutte, non sarebbe la stessa se non ci fossero stati i grandi poeti e letterati, che sanno guardare al mondo con attenzione. «La poesia, riprende il maestro Maffia, non dà riscontri immediati, ma è il bene sottile, di cui appropriarsi, divenendone complice. Germoglia dentro e crea attenzione e tenerezza, quella sensibilità straordinaria, di come diceva Hegel, che diventa, da attesa, etica. Tarantino è tornato indietro cercando quel fuoco, che dona valore al passato e riverbera verso il presente. Arrivare al cuore, per indignarci, farci sorridere, creare anche situazioni scomode, ma, soprattutto, tocca dentro per dare un segno, che incida nella psiche e anima. Tarantino, parte dal tentativo di restaurazione che dalla sua indignazione, dolore sordo, che non compensa e che è disturbante, ma che in fine diventa compagnia, in rima, in versi... da cui nasce il primo libro». “Cose mie”, su stile ottocentesco, in cui i sentimenti sono decantati e di cui si deve prendere atto, facendosi poesia esistenziale, ricordo, realtà, in cui si ricordano volti, situazioni e scene familiari portandoci dentro le ambientazioni. Un tempo passato e futuro che è contenuto nel presente perenne... «Né futuro né passato esistono. È inesatto dire che i tempi sono tre: passato, presente e futuro. Forse sarebbe esatto dire che i tempi sono: presente del passato, presente del presente, presente del futuro. Queste tre specie di tempi esistono in qualche modo nell’animo e non le vedo altrove: il presente del passato è la memoria, il presente del presente la visione, il presente del futuro l’attesa (Agostino d’Ippona, Confessioni, 397-400)». Ha chiuso l’autore con una poesia dedicata alla dr. Zigari, conosciuta nelle corsie di un ospedale e che tra i farmaci era riuscita a comunicare, come del resto ha fatto durante l’evento, la Poesia. Lucia De Cicco

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sabato 30 agosto 2014

Narrativa Caratteri

Vita di campagna e di città di Giuseppe Aprile

335

Pensai sempre a come risolvere la questione di una società normale. Le città devono stare in mezzo a campagne tra esse bene collegate. Il movimento deve avvenire tra campagna e città. La gente deve essere regolata da pari leggi e pari condizioni economiche e di lavoro. In piena libertà. La legge è come un pacemaker del cuore. Una sicurezza che scatta in caso di necessità ma solitamente innocuo e superfluo.

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Una città che non conosce la campagna, è manchevole di tanto.

Nella vita di campagna c'è tutto. La fatica, il lavoro, la produzione, il bene ed il male del mondo. Si può capire cosa che in nessun altro modo si può capire. La vita agreste è sempre salutare, piena di regole da imparare ed a cui non puoi dire niente di aggiuntivo. Devi solo imparare e capire da essa. E' maestra di vita reale.

338

L'uomo sbaglia nella stessa misura in cui si allontana dagli insegnamenti che offre la vita rurale. Nella campagna capisce la vita, (erba, alberi, animali) e la morte (nelle stesse cose).

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S'è di nuovo addormentato. Era stanco, evidentemente. Gli succede spesso, soprattutto quando non sta bene. E dice :"Voglio dormire un altro poco. Devo rimettermi a posto. Poi comincio la mia giornata di grande e solito lavoro".

340

In politica non si vede più traccia di buon senso. Una volta si imbrogliava per costruirsi un vantaggio sull'altro. Ora, l'imbroglio è la regola del gioco". Una eccezione è diventata davvero regola. E' la trasformazione della politica in altro.

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"Di questo passo " dice Salvatore, " finisce che chi non imbroglia, non vale. Non se la sa sbrigare da solo. E' fesso".

Ognuno fornisce la sua versione circa la ragione della crisi economica e politica di questo paese. Il fatto certo: è crisi davvero. Non si campa più. La domanda generale: Cambierà?

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Ntoni è andato sulla terra che una volta era l'orto del suo nonno. Non ha trovato traccia perché era tutto cambiato. Ora era tutto erba selvatica, roveti, resti di carbonella. Nello spiazzo che ora era immenso e giallo di indurimenti, c'erano tanti terreni coltivati, delle casette di campagna, qualche capanna di canne e frasche indurite per pareti. Ora tutto morto. Nessuna traccia del passato da ragazzo, di quando viveva suo nonno e tutta la sua famiglia di allegri contadini. Ha pensato per la prima volta che bisognava guardare al futuro perché il passato era stato seppellito per sempre dal tempo.

344

Un discorso è più devastante di un fiume tracimante. La parola conta più di ogni altra cosa. Sfida il tempo, penetra i misteri, chiarisce.

Pensai sempre a come risolvere la questione di una società normale Le città devono stare in mezzo a campagne tra esse bene collegate Una città che non conosce la campagna è manchevole di tanto

345

Il mito non ha morte. Tutto passa, il mito resta a dilaniare o far comunque gioire la nostra vita. Produce tristezza o gioia o gioia e tristezza insieme.

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Quando uno ha bisogno di un altro, chiama ogni minuto. Quando il bisogno gli finisce, se ne frega e non ricorda di avere richiamato.

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Ci sono persone che parlano senza dire. Parlano, parlano, parlano per più ore. Non si rendono mai conto di quanto danno fastidio. L'interlocutore deve sempre far finta di ascoltare per educazione. Per non far fare a loro la bruta figura di sentirsi dire :"Ma quando la finisci!". Una delle cose più brutte è quando uno parla e non si rende conto dell'indifferenza di chi ascolta. Il colloquio è ben altra cosa!

348

C'è chi fa un comizio in piazza e alla fine la gente è diminuita quasi fino a farla diventare deserta. E' uno che parla per sé. Non guarda in faccia a nessuno. Il suo dire è stato promotore di indifferenza. C'è , invece, chi guarda gli ascoltatori e guida il suo dire. E' un vero oratore. La gente, alla fine, è doppia rispetto all'inizio. Ha parlato per gli altri, giustamente. Ed ha creato notevole interesse.

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Erano circa dieci persone sedute al sedile della piazza. Parlavano del più e del meno. Solo parole senza grande senso. Uno cominciava a parlare e finiva col rivolgersi ad uno solo dei tanti. Era il più disponibile a lasciarlo sfogare. Tra gli altri si formavano pure discorsi che sembravano a due. Di fatto uno parlava, l'altro non era interessato al suo dire e fingeva di ascoltare. Evitava di farglielo capire che doveva stare zitto; che il suo parlare cadeva nel vuoto. Non


sabato 30 agosto 2014

Narrativa

354

Diceva: "Meglio una casa piccola e sbilenca ma vivere con amore in essa che un grande palazzo con ricchezze ma senza amore. La vita è bella se si vive davvero con semplicità e dovizia di cose buone e giuste".

355

"La donna è tanto nella casa; quasi tutto. La salva o la rovina" diceva mastro Ferdinando. Il figlio Peppe gli dava ragione. Non si era mai sposato volendo evitare la dipendenza da un altro. Aveva fatto bene? ". No sicuramente," diceva suo zio Salvatore. La donna può rovinare una famiglia, ma in genere la salva. Ma anche per gli uomini può essere così" chiudeva.

356 357

La lettura di un racconto richiama alla mente cose analoghe davvero accadute. L'emigrazione è un fenomeno triste ed antico della nostra vita di meridionali italiani. Nessuno di noi vive senza un pensiero rivolto ad emigrati del proprio territorio.

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Sono risolvibili le questioni tra ricchi e poveri, servi e padroni? Antonio dice di sì e che tutto dipende dallo Stato.

L'inganno e la furbizia sono possibili in tutti. Guai a pensare mali particolari laddove si tratta di generali debolezze umane. Per correggere un male, bisogna conoscerlo.

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Averi e povertà condizionano la vita. Serve equilibrare la vita imponendo un limite -massimo e minimo- per legge. Gli uomini non hanno ritegno nei propri voleri. Lo Stato deve garantire equilibrio negli averi tra i suoi cittadini.

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era di alcun interesse. I più restavano indifferenti. Trascorrevano le loro opre per poi andar via ed avere fatto la solita affacciata in piazza, perché passasse un poco di tempo.

350

La scuola, in questo mondo, è spesso un bivacco di mestieranti e praticoni. Invece che cultura vera, hanno solo imparato le lezioni nel corso degli anni, nella loro giovinezza e sono rimasti scolastici. La loro funzione è un fallimento per tutta la vita. Povera scuola e povero chi pensava che essa insegnasse qualcosa e favorisse il progresso della società!

351

Una volta, in paese, giravano gli arrotini. Gridavano di affilare forbici, coltelli, rasoi. E la gente si serviva. Il mastro delle scarpe aveva lavoro per tutti i giorni e per tutti i mesi. Il falegname aveva lavoro ogni giorno. Gli stagnini, gli aggiusta ombrelli ed i venditori ambulanti di stoffa e di arnesi vari, non ci sono più. Non servono più i loro mestieri. Ora sono rimasti solo i barbieri. L'industria ha distrutto l'artigiano ed il venditore ambulante.

352

Solo chi non vuole non ricorda che per le processioni, c'era l'incanto dei santi. Per le vare, c'erano pure i tanti che operavano per fede, ma molti erano i prepotenti, che vincevano le gare d'incanto ed erano collegati alle associazioni dei malandrini. La ndrangheta opponeva sempre la propria forza e primeggiava in fatto di prepotenza mettendo ovunque le proprie mani. I preti sapevano, ma facevano finta di niente. Ora fanno finta che il fenomeno, dentro le processioni, sia cosa nuova. Ma la gente sa e tante autorità locali dovrebbero sapere. Domina l'ipocrisia. Tommaso Campanella ha parlato invano?

353

Ogni occasione era utile per sentirsi solidale con gli operai che vedevano il rischio della fine per il proprio posto di lavoro. Diceva: "Non c'è cosa di peggio che finire in disoccupazione dopo anni di lavoro che viene ritenuto sicuro. Tremo al solo pensarci".

L’uomo sbaglia quando si allontana dagli insegnamenti che offre la vita rurale Nella campagna capisce la vita e la morte

Non è raro che le istituzioni siano governati dalla prepotenza di persone compromesse con la magistratura che dovrebbe garantire il rispetto della legge. Sarebbe bene la garanzia della giustizia. Ma in questo paese la giustizia per essere tale dovrebbe avere altro tipo di leggi. Molte anomalie e contraddizioni sono all'ordine del giorno e la cosa favorisce chi non crede nel valore delle istituzioni. Troppi casi esistono dove autentici miserabili stanno al potere, favoriti da leggi sbagliate e da strumentali interpretazioni delle leggi farraginose esistenti in questo paese dove, di fatto, la giustizia è affidata ad un sistema legislativo incredibilmente sbagliato. Spesso la gente sa, osserva, ha tristezza ma rinuncia ad ogni forma di fiducia nello Stato che continua a traballare di fronte alla prepotenza. E la malavita continua a mantenersi in piedi indisturbata.

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Soffre di più chi emigra in cerca di un lavoro, o chi resta al paese? Santino dice : "Ognuno ha un proprio modo di reagire".

Lo scrittore a contatto con la natura è in una sorta di paradiso che lo avvince. Fuori è sofferente. Lo scrittore in natura vede di più. Il paradiso che vive è una favola dove cose e umanità diventano culla di sogni e di godimenti infiniti.

364 365

Tutti hanno un cuore. Non tutti hanno una mente adeguata. E' cosa scontata?

Alvaro scrisse "Piegati giunco che passa la piena!" Io dico:"Non piegarti. Resisti. La piena diventa altro! Non è piena per tutti allo stesso modo! Sfida la virtù".

366

Nel mondo antico l'uomo aveva meno corpi difensivi. Ora ha più poteri di difesa. Le frane, però, si moltiplicano inesorabilmente.

XV



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