ATTUALE
DAY-HOSPITAL
Nuove terapie e nuove speranze
Foto: Othmar Seehauser
La cura delle malattie ematologiche nel day-hospital di Brunico A colloquio con l’ematologa Dr. Silvia Iotti
Comunemente chiamate tumori del sangue, la maggior parte delle malattie ematologiche fa parte delle malattie rare. La Dr. Silvia Iotti, 33 anni, originaria di Reggio Emilia, specializzata dalla fine del 2020 in Ematologia, lavora da un anno al day-hospital oncologico di Brunico. Il suo campo specifico di interesse sono gli aspetti biologici delle malattie ematologiche e le innovazioni delle terapie su base biologica.
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el contesto del day hospital di un ospedale “periferico” come può essere quello di Brunico, sono prevalenti soprattutto tre forme di tumori ematologici: il mieloma multiplo, i linfomi e le malattie mieloproliferative e mielodisplastiche. “Si tratta di malattie rare che comunque sono sempre più presenti, soprattutto nei pazienti da 65 anni in su”, spiega la dottoressa Iotti. Il mieloma multiplo è un tumore tipico dell’età avanzata e ha origine nel midollo osseo, rappresenta l'1,6 % di tutti i tumo-
ri riscontrati negli uomini e l'1,5 % nelle donne. Il mieloma deriva da una moltiplicazione incontrollata di un particolare tipo di cellule del sistema immunitario: le plasmacellule. Di questa malattia esistono una forma asintomatica o indolente (in questo caso sono sufficienti esami e visite di controllo) e una sintomatica, che invece richiede un trattamento. I sintomi del mieloma sono l’effetto della crescita fuori controllo delle plasmacellule, la quale porta ad un indebolimento e ad una distruzione del tessuto osseo provocando quindi delle fratture, per esempio delle vertebre.
L’aumento abnorme di queste cellule può danneggiare il midollo osseo provocando anemia, riduzione del numero di globuli bianchi e/o di piastrine con conseguente aumento del rischio di infezioni o sanguinamenti. “Non c’è una cura che porti a guarigione completa, ma grazie all’associazione di diversi farmaci siamo oggi arrivati a migliorare la sopravvivenza e ad allungare i periodi senza la malattia anche fino a cinque anni e più, garantendo comunque una buona qualità di vita. Questo sia nei pazienti rela-
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