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La Creatività Ideale di Marta Gentili
Giulio Rodolfo
Il Premio MEDIASTARS, giunto alla sua XVII edizione è senza dubbio uno dei più autorevoli riconoscimenti a livello nazionale per la realizzazione di campagne di Advertising, Corporate Design e Comunicazione Multimediale. Ancora una volta ha voluto premiare la creatività e la professionalità di tutti coloro che operano nello sviluppo di soluzioni di comunicazione classica e multimediale. Quest’anno l’ambita e qualificante Stella MEDIASTARS, simbolo del premio, è stata assegnata per le seguenti Sezioni: Stampa, Esterna, Radio, Tv/Cinema, Tecnica Audiovisiva, Corporate Identity, Promotions, Packaging Design, Internet, Adv on Line e Sociali/ No Profit. Per questa XVII edizione nelle Giurie sono state confermate oltre un centinaio di presenze di qualificati professionisti provenienti da Aziende, Agenzie, Case di Produzione e Post Produzione Audiovisiva e esperti del settore freelance. Come consuetudine rappresentanti di alcune agenzie che hanno iscritto i lavori in concorso, sono stati invitati in qualità di giurati per verificare personalmente la trasparenza del meccanismo di votazione adottato dalle nostre Giurie. Questi naturalmente non hanno potuto valutare le campagne in cui erano coinvolti, al fine di garantire uno svolgimento del lavoro di Giuria assolutamente imparziale, obiettivo che hanno potuto constatare anche grazie alla presentazione dei risultati finali alla fine di ogni seduta. Le Giurie così composte hanno valutato complessivamente un numero di 772 lavori e espresso i loro giudizi in merito all’originalità dell’idea creativa, alla sua realizzazione e al valore comunicazionale del lavoro prodotto all’interno del media per cui era stata progettata. Dopo una prima valutazione, circa il 20% delle campagne in concorso, le migliori di ogni Sezione del premio, tutte pubblicate sul volume Annual, si sono qualificate in Short List e sono state sottoposte ad una nuova valutazione che ha determinato il Premio Mediastar I° Classificato di ogni Sezione. I Giurati hanno avuto la possibilità di esprimere un secondo giudizio, questa volta composito, indicando un parere di tipo specialistico sulle tecniche impiegate e, più in generale, sul valore comunicativo delle campagne. Da questa impostazione sono derivate due classifiche: la prima in base al valore dell’arte dei tecnici professionisti che hanno collaborato alla realizzazione della campagna, la seconda invece in base ai voti riportati dalle diverse campagne nelle diverse sezioni e che porta all’assegnazione dei premi le prime tre campagne di ciascuna Sezione. Una delle innovazioni più importanti proposte da MEDIASTARS è quella di aver rifiutato una suddivisione in categorie merceologiche perchè fortemente convinta della commistione di sollecitazioni a cui veniamo sottoposti giorno dopo giorno, scegliendo quindi di portare in gara la realtà della programmazione al pubblico in sequenza libera. In questo modo ogni prodotto pubblicitario concorre da solo contro tutti gli altri della sua Sezione, anche nel caso di campagne multisoggetto. In questo modo vengono premiate solo le idee in grado di emergere, che hanno una qualità superiore ed una forza comunicativa più coinvolgente. Inoltre, esaminando i lavori presentati secondo la competenza tecnica di ogni giurato, sono stati attribuiti diversi riconoscimenti ai tecnici professionisti che hanno realizzato le campagne. Questi importanti riconoscimenti chiamati Special Stars costituiscono l’ambito premio assegnato ai Tecnici Professionisti per le singole voci di specializzazione enunciate per ogni Sezione. Il volume Annual 17 MEDIASTARS, che ha lo scopo di tramandare alla storia della pubblicità italiana le più qualificate e creative comunicazioni pubblicitarie dell’anno e il nome dei migliori Tecnici Professionisti, sarà stampato in 3200 copie e raggiungerà, con il nuovo Bando di Concorso presente nelle pagine finali del volume, i Direttori Marketing delle principali Aziende nazionali produttrici di beni e servizi e utenti pubblicitari, tutte le migliori Agenzie di pubblicità italiane, le Case di Produzione e Post-Produzione audiovisiva, le Agenzie che si occupano di sviluppare idee per Internet, le Associazioni professionali, i singoli professionisti noti in ogni settore di specializzazione in campo pubblicitario.
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La grafica dell’Annual è stata affidata a Balalò di Livio Ansaldi, che ha collaborato con Daniele Padovani, laureato all’Accademia di Brera di Milano, per sviluppare la sua idea creativa. La veste grafica di quest’edizione dell’Annual nasce dall’idea di valorizzare i claim dei messaggi pubblicitari che hanno ottenuto i maggiori riconoscimenti. Il concept è far combaciare forma e contenuto, creando una grafica che rimandi alle campagne premiate, i cui testi quindi sono protagonisti del design del volume. La stella in copertina, il leone, il cigno, il pesce e l’elefante, che rappresentano le quattro aree che raccolgono le dieci sezioni, nascono da un muro bianco di parole, che a prima vista può sembrare casuale, caotico e senza senso, ma che in realtà, si compone dagli stessi messaggi delle campagne che sono presenti nel libro.
MEDIASTARS ha ricercato un contatto con le diverse figure che hanno collaborato alla XVII Edizione e con i professionisti che hanno preso parte alle Giurie selezionatrici. Il dibattito è stato impostato sul tema guida scelto dalla redazione: Qual è, in comunicazione, il rapporto fra Creatività, Tecnologia e Formazione. Quali sono i vari stili che identificano e che hanno identificato i nostri creativi, quali le strategie di comunicazione messe in campo dalle aziende e quali i metodi di formazione che stanno interessando i giovani.
IL MONDO IN APP di Guglielmo Fava
E’ stato uno choc quando l’altro giorno mi sono scaduti i giga disponibili per la connessione internet dal mio smartphone. Quanta vita, quante esperienze, quante informazioni mi sarebbero state precluse dal mio dissennato utilizzo di traffico informatico? Così ho cercato di ricordare come facessi per risolvere semplici problemi o capricciosi interrogativi prima che esistessero le App. Nulla, non mi sono proprio ricordato.
Quando, il 9 Gennaio 2007, Steve Jobs presentò l’iPhone proponendosi di reinventare il telefono non credo che avesse capito fino a che punto questo avrebbe influito sul mercato. Anni dopo le Applicazioni Mobile, sono più di 30 miliardi e contano più del doppio di download.
App sta per applicazione, programmi creati e istallati su smartphone e tablet. E ce ne sono per tutti i gusti: quelle che permettono di sincronizzare i propri contatti con altri devices, quelle che permettono di ritoccare una fotografia e quelle che contano le calorie che si consumano al giorno. Addirittura esiste un’App status simbol che per cento euro ti permette di ammirare un diamante che ruota su se stesso.
La loro influenza nella vita di tutti i giorni è in crescita. Negli Stati Uniti le Università hanno aggiunto corsi per insegnare a programmarle, le aziende che prima chiedevano un sito come vetrina ora esigono un’App. Anche il settore pubblico si serve di questi programmi per comunicare agli utenti se il treno che stanno aspettando è in ritardo.
Un capitolo tangente sono i Social Network che si appoggiano sulle App o che addirittura sono nati per gli smartphone. I Social collegano quasi sei miliardi di persone al giorno e sono una realtà che ha sconvolto modalità con cui siamo costantemente in connessione con il mondo. Ma c’è aria di crisi.
Facebook negli ultimi mesi ha perso 9 milioni di utenti e il numero di disillusi cresce esponenzialmente. Gli specialisti di new media affermano che una delle cause è il fattore di noia in contrasto con il bisogno sempreverde di novità degli utenti che stanno traslocando su piattaforme più nuove come Instagram o Path.
Ma il grande colosso di Zuckerberg non è l’unico a sentire il peso della vecchiaia. E’ di PrivCo, una società specializzata nel raccogliere e analizzare dati finanziari, la notizia che Foursquare sia sull’orlo del fallimento; addirittura l’azienda ne prevede la fine entro lo scadere di quest’anno. Stando a queste analisi il Social Network che permette di condividere la propria posizione con i propri contatti, incasserebbe meno di 50 milioni all’anno a fronte di un investimento iniziale di oltre 70. Inoltre da 18 mesi oscilla tra 2,2 e i 2,5 milioni di utenti mensili, insufficienti quando rapportati ad altri Social Network.
Forse il problema di Foursquare, soprattutto nel nostro paese, è di tipo culturale. Sono in molti che diffidano del Social perché hanno ancora timore di lasciare le proprie tracce. Anche se i più giovani utilizzano questo mezzo con meno riserve, esiste ancora una parte di mancati utenti che si domanda dove finiscano tutti i dati che vengono raccolti.
Un saggio zen disse che quando qualcosa non costa vuol dire che siamo noi la merce in vendita e mai come adesso queste parole sono reali.
Notizia che farà sorridere molti, l’Italia non è dietro a nessuno nella corsa all’oro. Al World Mobile Congress di Barcellona che si è tenuto lo scorso febbraio è stata premiata Atoona, un’App italiana, come migliore al mondo. L’App consente di istruire il proprio smartphone senza dover essere dei programmatori, per task semplici come inviare un sms nel momento desiderato oppure attivare il vivavoce in auto. Il premio è stato ritirato dai quattro giovani romani di ventisette anni che hanno fondato la startup.
Nel mare confuso delle App quelle più redditizie sono quelle dei giochi. Che per la mia generazione, figlia dei anni novanta, i videogiochi non fossero un’inutile passatempo era verità riconosciuta. Ma se al tempo qualcuno mi avesse detto che i giochi elettronici avrebbero fatto girare una quantità di denaro paragonabile al prodotto interno lordo di un piccolo paese del Centro Africa, mi sarei molto stupito. Solo l’anno scorso le App di giochi hanno fatturato di più di quelli per console portatili. Si tenga presente anche che in media un gioco per console il prezzo si aggira intorno ai 40 euro mentre le App sono per lo più gratuite oppure hanno un prezzo più basso dei 10.
Tra le App di giochi più scaricate si trovano Angry Birds, Ruzzle e Fruit Ninja. Basti prendere in considerazione solo il primo: Angry Birds, figlio di Rovio una startup finlandese che annovera alcune disfatte nella sua case history, si basa sull’idea di lanciare uccellini arrabbiati contro dispettosi maialini verdi. Il gioco, che ha avuto quattro versioni, conta 75 milioni di utenti e il suo successo non si è fermato ai devices, ma è stato declinato in un accattivante merchandising, un parco tematico e si appresta addirittura a finire sul grande schermo con un film in prossima uscita.
Insomma, le App non sono giochi da ragazzi.