MEETING & PARTNERS N. 05
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DICEMBRE 2019
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SOMMARIO 7
La nostra brand purpose
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I numeri del #meeting19
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Incontri da ascoltare
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A tutta sostenibilità
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Emmanuele Forlani
Filomena Armentano
Filomena Armentano Intervista doppia a Bernhard Scholz e Giorgio Vittadini
Nuove sfide per E-Distribuzione Intervista a Vincenzo Ranieri
2014 30 AIRiminum Intervista a Leonardo Corbucci
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Grandi imprenditori e manager al Meeting Marco Aluigi
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Un respiro internazionale
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Highlights
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Eugenio Andreatta
A cura di: Direzione Commerciale e Dipartimento Comunicazione FONDAZIONE MEETING PER L’AMICIZIA FRA I POPOLI via Flaminia 18/20, 47923 Rimini (RN) meeting@meetingrimini.org Progetto Grafico e Stampa: Luxor Print Via Rovenna, 153 • 47814 Bellaria lgea Marina (RN) www.luxorprint.lt Dicembre 20I9 Questo numero è stato chiuso in redazione il 5/12/2019
N.05
La nostra brand purpose
2019
editoriale di Emmanuele Forlani «La crescita della persona è il motore di uno sviluppo che sia sostenibile nel senso più vero e pieno del termine: di qui la nostra purpose e il contributo che, accanto a tante persone che abbiamo conosciuto e stimato in quarant’anni di storia, vorremmo dare»
Il direttore della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Emmanuele Forlani
«Ogni tanto», ha scritto di recente una persona di grande buonsenso come Paolo Iabichino, «arriva una nuova buzz-word che come un pifferaio magico ipnotizza i nostri palinsesti e reclama attenzioni inedite. Oggi questa parola sembra essere purpose». Provando a tradurla in termini semplici, potremmo definirla come le ricadute dell’attività di un’azienda o di un’organizzazione a beneficio di una comunità. E quali possono essere le ricadute di un evento come il Meeting? La risposta si evidenzia già sfogliando gli articoli proposti in questo numero di Meeting&partners, dalle interviste sulla sostenibilità fino all’approfondimento sul respiro internazionale dell’evento. C’è sicuramente un aspetto oggettivo, legato ai temi che il Meeting sviluppa. Dialogo tra popoli e religioni, sostenibilità, cooperazione, salute, scienza, nuove tecnologie, arte, cultura sono cardini della proposta del Meeting articolata in convegni, mostre e spettacoli. Temi che in larga parte, hanno anticipato i 17 obiettivi di Agenda 2030 dell’Onu, la magna charta di una sostenibilità che va ben oltre una generica sensibilità sociale ambientale, ma punta più che in passato ad uno sviluppo integrale dell’uomo in tutte le sue dimensioni,
materiali e immateriali. Partiamo da uno dei “goals” meno conosciuti, il penultimo della lista: “Promuovere società pacifiche e inclusive per lo sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla giustizia, realizzare istituzioni effettive, responsabili e inclusive a tutti i livelli”. È dal 1980 che il Meeting costruisce cultura condivisa su questo tema, con i suoi approfondimenti sulla democrazia, gli incontri con esponenti di minoranze perseguitate, la proposta di un nuovo modello di sviluppo basato su sussidiarietà e solidarietà. Parliamo di sostenibilità? Negli ultimi anni è diventata una parola chiave non solo del programma ma della stessa struttura dell’evento. Il Meeting vuole diventare totalmente so-
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stenibile ed è già al lavoro per raggiungere l’obiettivo grazie al programma triennale Remini2020 che, con il supporto di Conai, propone precise azioni dall’economia circolare agli acquisti verdi, dall’efficientamento energetico all’attenzione per il territorio, dalla filiera agroalimentare sostenibile al ridotto impatto per mobilità e logistica. Se passiamo poi alla cooperazione tra persone e paesi, un’altra delle parole chiave dell’Agenda, l’anno scorso il Meeting a questo tema ha dedicato un’area specifica, aggregando una partnership tra tutti i maggiori protagonisti della cooperazione internazionale, in testa la Commissione Europea e il Ministero degli Esteri, in cui non si è teorizzato in astratto il valore della cooperazione, ma si è data voce ai protagonisti, alle esperienze provenienti dai vari paesi e si è parlato di sviluppo delle comunità locali, di educazione o di potenziamento del ruolo delle donne.
Jeffrey Sachs, economista, Direttore The Earth Institute, Quetelet Professor on Sustainable Development e Professore di Health Policy e Management alla Columbia University
Nel 2012 l’economista Jeffrey Sachs intervenendo al Meeting ci ha lasciato un mandato. «È importante poter continuare questo incontro anno dopo anno per poter rivalutare i progressi che sono stati fatti», ci ha detto. «Sarà la spinta morale ad essere vitale per noi, nella decisione comune di contribuire insieme a fare la cosa giusta, impegnarsi per lo sviluppo sostenibile, impegnarsi a sostenere i poveri, perché se assumiamo questi impegni sono certo che i risultati saranno meravigliosi. Quando l’elettricità potrà raggiungere l’Africa rurale, quando i programmi di Avsi potranno essere portati nei villaggi rurali dell’Uganda, allora sapremo che siamo sulla via giusta per attuare lo sviluppo sostenibile. Vi ringrazio per avere ribadito l’importanza primaria di questo elemento morale: tutto il resto, la tecnologia, la conoscenza, anche la decisione politica, possono venire dopo. Credo che noi tutti abbiamo preso molto da questo dibattito, e vi ringrazio», così aveva concluso il suo intervento. Quello che Sachs chiamava “elemento morale” è proprio il liberarsi delle energie della persona coinvolta in un’esperienza in atto. Il Meeting ci ha creduto da sempre, ancor più oggi. La crescita della persona è il motore di uno sviluppo che sia sostenibile nel senso più vero e pieno del termine: di qui la nostra purpose e il contributo che, accanto a tante persone che abbiamo conosciuto e stimato in quarant’anni di storia, vorremmo dare.
I numeri dell’edizione 2019
N.05 2019
di Filomena Armentano
Il pubblico del Meeting
I numeri del quarantesimo Meeting per l’amicizia fra i popoli raccontano di una costante crescita anche in termini di proposta culturale, grazie all’innovativa offerta verticale dei contenuti e ai nuovi luoghi di confronto proposti, spazi e aree. A quarant’anni dalla prima edizione, il Meeting si conferma un evergreen nel panorama dell’offerta culturale italiana con le sue 800mila presenze agli eventi e i 179 convegni proposti. Nel 2019, durante la settimana di Meeting abbiamo dialogato con 625 relatori (+ 15,5%, rispetto al 2018) e proposto 25 spettacoli (+ 28%), 20 mostre (+ 30%), 35 manifestazioni sportive (+ 8,5%), in collaborazione con importanti partners. Oltre ai 130mila metri quadri allestiti in Fiera, il Meeting nel corso 9
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FONDAZIONE ANIA. ACCANTO ALLE PERSONE PER PROGETTARE SERENITÀ.
La Fondazione ANIA realizza progetti innovativi con l’obiettivo di favorire l’informazione sulla prevenzione dai rischi e di promuovere la sicurezza e la protezione dei cittadini e delle imprese.
Segui le attività su fondazioneania.it
N.05 2019
degli anni ha toccato luoghi storici e contenitori culturali della città, come la piazza sull’acqua al ponte di Tiberio, Castel Sismondo, l’arco d’Augusto e, nel 2019, l’appena restaurato teatro Amintore Galli, che ha ospitato la prima e la replica dello spettacolo inaugurale il 18 e il 19 agosto. Sono stati 12 i padiglioni allestiti nell’innovativo Rimini expo center di International Exhibition Group, oltre alla hall centrale e a 8 padiglioni di collegamento. Dei 130mila metri quadrati occupati in fiera, 21mila sono destinati ai servizi ristorativi, 13.200 alla pratica delle discipline sportive sia quelle più tradizionali sia quelle più originali (come il gioco del quidditch caro al maghetto Harry Potter), 4.500 al Villaggio ragazzi, che ha offerto spettacoli, mostre e laboratori ai visitatori più piccoli, nonché tutta una serie di servizi e luoghi idonei dedicati alla loro cura in relax da parte dei loro genitori (sale pappe e simili). Gli eventi si sono susseguiti tra 3 sale convegni (da 800/3mila/8mila posti) e 7 arene per tavole rotonde e workshop all’interno di aree tematiche (da 150 a 300 posti). Cuore del Meeting sono i circa 2.500 volontari, di cui 350 durante il “pre-Meeting”. Sono gli amici più stretti della manifestazione. Qualcuno fa parte del gruppo sin dalla prima edizione, qualcun altro si è aggiunto nell’ultima. C’è chi tiene puliti e in ordine i luoghi dell’evento, chi aiuta i visitatori a parcheggiare, chi bada all’accoglienza e alla sicurezza dei saloni, chi cura le relazioni e chi, nel caso del pre-Meeting, costruisce dal nulla gli allestimenti, tra essi lo storico gruppo degli artigiani brianzoli. Senza il loro lavoro offerto liberamente e in totale gratuità, un evento della portata del Meeting non sarebbe pensabile. Arrivano al Meeting in genere fidandosi dell’invito di un amico, spesso in cerca di una bellezza per sé. Quello che ne guadagnano, nella maggiorparte dei casi, non è appena e tanto il giusto orgoglio per aver contribuito alla costruzione di un grande evento, quanto la scoperta di aver vissuto un’esperienza all’altezza del proprio desiderio.
Giovani protagonisti tra il pubblico e i volontari del Meeting
Punto di forza del Meeting è il suo vasto, eterogeneo e fidelizzato pubblico. Tra le caratteristiche si nota l’elevato grado di scolarizzazione, il 44% è laureato e il 30,1% è diplomato, almeno secondo l’esito di un sondaggio effettuato nel corso dell’ultima edizione. Si tratta, per lo più, di persone con una particolare sensibilità per le tematiche della famiglia e dell’educazione, degli stili di vita, della sostenibilità e del no profit. Forte è, inoltre, la presenza di giovani dinamici e curiosi nei confronti dei messaggi lanciati dalle aziende presenti, in particolare laddove siano stati condivisi contenuti innovativi. Dal sondaggio risulta che il 37% del pubblico partecipa al Meeting per visitare una mostra o assistere ad un convegno. Per questo, nel 2019 il Meeting si è confermato luogo privilegiato di sensibilizzazione su tematiche di elevato impatto sociale, grazie anche 11
all’ampia presenza di esponenti delle istituzioni. Geograficamente, il pubblico del Meeting arriva per lo più dal nord est. Le percentuali per regioni dicono che il gruppo più numeroso è quello dalla Lombardia con il 40%, seguono Emilia-Romagna 18% (di cui Rimini 7%), Veneto 4,9%, Marche 4,6%, Toscana 2,9%, Piemonte 2,9%, Lazio 2,8%, Puglia 2,2%, Umbria 1,5%, Friuli Venezia Giulia 1,3%, Abruzzo 1,3%, Liguria 1,2%, Trentino Alto Adige 1%, Sicilia 1%, Campania 0,7 %, Calabria 0,5 %, Sardegna 0,2%, Molise 0,1%, Valle d’Aosta 0,1%.
Giovani in piazza per ‘Meet the Meeting’
La sala stampa
La presenza di numerosi operatori dell’informazione permette alle aziende presenti di estendere la loro visibilità anche all’esterno dell’evento. La scorsa edizione sono state 658 le richieste di accredito da parte dei giornalisti, 724 gli articoli pubblicati dalla stampa, 2.384 dalle testate digitali, 220 i passaggi televisivi e 50 quelli radiofonici, su reti nazionali pubbliche, private e su reti locali. Nel mese di agosto, il sito web del Meeting ha registrato 272.248 sessioni totali, con una durata media per sessione pari a 3,63 minuti, e 180.653 visitatori. La app risulta installata su un totale di 16.049 smartphone o tablet. Sono state 40.542 le registrazioni agli eventi e 85mila le prenotazioni delle visite guidate delle mostre effettuate fino al Meeting usando la app che ha una valutazione pari a 3,5 su 5 in App Store e di 3,1 su 5 in Google play. Durante la settimana del Meeting sono state 57 le videonews prodotte dal press office del Meeting con 183.120 visualizzazioni su Facebook e 8.352 su YouTube. Sono stati 44 gli incontri live trasmessi su Youtube nel corso della settimana, 42 quelli on demand, 102 quelli relativi a incontri dalle aree o dagli spazi sempre on demand. Nel mese di agosto il canale Youtube del Meeting ha registrato 245.480 visualizzazioni, 149.647 durante la settimana del Meeting, con una visualizzazione media pari a 10 minuti e 15 secondi. I nuovi iscritti al canale, nel solo mese di agosto sono stati pari a 1.471. Cambiando social, sono 12.327 i follower del Meeting su Twitter, oltre 28mila i seguaci su Facebook (erano 22mila a fine 2018) con 865 nuovi ‘mi piace’ nella sola settimana Meeting. La copertura totale dei post durante la settimana è stata pari a 988.465. I follower di Instagram, il social Meeting che negli ultimi mesi registra una interessante crescita, superano il numero 11.600. Sono stati 71mila 986 gli utenti unici e 20mila le interazioni nella sola settimana Meeting.
N.05 2019
La festa finale del #meeting19
Un prospetto riassuntivo sul pubblico del Meeting 13
Incontri da ascoltare
N.05 2019
di Filomena Armentano Seguire il convegno del Meeting che ti eri perso mentre sei tranquillo alla guida della tua auto, o alla sera sul divano quando ti stai rilassando, usando il tuo smartphone o il pc? Da oggi si può, grazie al nuovo podcast del Meeting, che contiene i file audio di tutti gli incontri delle ultime quattro edizioni. Il podcast è disponibile sulla piattaforma Spreaker. Andando al link meeting19.info/spreaker, oppure scaricando la app Spreaker e cercando “Meeting Rimini”, puoi accedere a tutti i file audio dei convegni e ascoltarli oppure salvarli sul tuo pc o telefonino per risentirli quando e dove desideri. «Era da vario tempo che pensavamo di dare questa nuova opportunità al pubblico del Meeting», spiega il responsabile Comunicazione dell’evento Eugenio Andreatta. «Da ora in poi ogni incontro del Meeting avrà il suo podcast. Lo abbiamo fatto perché crediamo che ci sia un pubblico per il quale i file audio sono il miglior modo di attingere ai nostri contenuti, considerata la fruibilità molto maggiore rispetto ai video. Sono già varie le edizioni caricate in piattaforma, continueremo anche nei prossimi mesi andando a ritroso nel tempo». Gli audio del Meeting sono disponibili anche sulle piattaforme Apple Podcasts, Google Podcasts, Spotify, Deezer, Castbox e altre, anche in questo caso sempre cercando “Meeting Rimini” o il titolo del convegno. Puoi trovare i link ai singoli podcast del Meeting anche su Youtube, cercando il titolo del convegno che ti interessa e poi cliccando sul link che trovi nella descrizione del video. Oltre che da Spreaker e da Youtube, presto i podcast dei convegni del Meeting 2019 saranno anche disponibili sul sito del Meeting dalla pagina del Programma, con la possibilità di ascoltarli in diretta o di scaricarli. Insomma un nuovo modo, con molte possibilità diverse per vivere il Meeting tutto l’anno, fai subito una prova!
«Penso che per molte persone i file audio siano il miglior modo di attingere ai nostri contenuti»
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Publiredazionale Gruppo BMW LE SFIDE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA NELLA TRASFORMAZIONE VERSO LA MOBILITÀ DEL FUTURO L’industria dell’automobile sta attraversando una fase di grande trasformazione, per rispondere alle rinnovate esigenze dei clienti e a sfide globali come quelle della lotta alle emissioni. Nuove tecnologie modificano le abitudini di utilizzo e nuovi attori dotati delle competenze tecnologiche giuste fanno il loro ingresso nel mercato. D’altra parte la mobilità individuale e la libertà che ne consegue restano prioritari tra i bisogni delle persone, nei luoghi più diversi. Il Gruppo BMW, con la strategia Number ONE > Next, sta mettendo le fondamenta per rafforzare il suo ruolo guida nel processo di trasformazione dell’industria. Il Gruppo continua ad essere il produttore di auto premium di maggior successo al mondo capace di offrire ai propri clienti una gamma di prodotti unica in ogni segmento del mercato, in oltre 160 paesi al mondo. Gli ingredienti di un simile successo sono una strategia di marketing flessibile, un portafoglio di prodotti variegato ed un’ampia gamma di tecnologie e di propulsioni che comprendono sia motori a benzina e diesel altamente efficienti, sia motori interamente elettrici e sistemi ibridi plug-in ed in futuro auto a idrogeno fuel cells. Tra i pionieri della e-mobility, già oggi il Gruppo BMW è tra i leader nel mercato dei veicoli elettrificati. Entro la fine del 2019 saranno oltre mezzo milione di veicoli elettrificati a marchio BMW e MINI in circolazione a livello globale. Includendo la vasta gamma di ibridi plug-in, il Gruppo BMW
offre oggi la più ampia gamma di veicoli elettrificati attualmente in commercio e procede con decisione, accelerando il programma di espansione dell’elettromobilità. Nel 2023 il gruppo avrà un portafoglio di 25 modelli elettrificati. Grazie ad architetture di veicoli flessibili per propulsioni completamente elettriche, ibride plug-in e con efficienti motori a combustione, potrà rispondere prontamente a uno scenario in costante mutamento ed evoluzione. La vision del Gruppo BMW è chiara: mobilità sostenibile, prodotta in modo sostenibile e con un occhio di particolare attenzione per la responsabilità sociale d’impresa, consci di dover lasciare alle prossime generazioni un mondo migliore.
TerzieTà Sicurezza informazione nell’energia Acquirente Unico S.p.A. è una società pubblica che svolge attività a beneficio del corretto funzionamento
Sportello per il conSumatore
energia e ambiente
dei mercati e della tutela dei consumatori di energia. Oltre ad approvvigionare l’energia elettrica sul mercato all’ingrosso per i clienti domestici e le PMI, che ancora non sono passati al libero mercato, gestisce lo Sportello per il consumatore Energia e Ambiente e il Sistema Informativo Integrato. Da quest’anno ha attivato sia il Portale Consumi che il Portale Offerte, strumenti voluti dalla legge per informare il consumatore su quanto e come consuma e per aiutarlo a scegliere l’offerta di luce e gas più adatta alle loro esigenze. Infine, con l’Organismo Centrale di Stoccaggio Italiano, la Società gestice le scorte di emergenza di prodotti petroliferi.
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A tutta sostenibilità
N.05 2019
Abbiamo chiesto a Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle opere, e a Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà, di introdurci nella nuova area del #meeting20 dedicata al tema della sostenibilità. Le prime due domande sono uguali per tutti e due i protagonisti, le ultime due sono state pensate ad hoc per ognuno dei due. Ve li proponiamo in ordine squisitamente alfabetico, prima l’intevista al presidente Scholz, poi quella al presidente Vittadini.
SCHOLZ: L’economia ha un’origine positiva Presidente Scholz, nel 2019 con Cdo for innovation avete messo a tema anche la questione della sostenibilità: cosa significa per voi? Molte discussioni sull’economia si perdono in un dualismo quasi manicheo. L’economia viene vista come un qualcosa di necessario, ma definito interamente dalla logica della massimizzazione del profitto, ragion per cui bisogna cercare di “contenerne i danni” con un insieme di regole etiche, aggiungendo magari qualche iniziativa di beneficienza o di responsabilità sociale. Al Meeting proseguiamo un cammino storico della Cdo che cerca di mostrare, a dispetto di ogni riduzione o dualismo, l’origine positiva dell’economia, proprio per comprenderne, da un lato, le possibili storture e, dall’altro, essere intraprendenti e innovativi sulla strada dello sviluppo sostenibile, che non è realmente tale se sacrifica anche parzialmente la dignità delle persone e il rispetto della nostra casa comune.
Bernhard Scholz, presidente Cdo
Una delle botteghe del Villaggio Sussidiarietà&Lavoro al Meeting 2019
Papa Francesco ha molto a cuore il tema dell’ecologia integrale e dello sviluppo sostenibile, come evidenziano anche le conclusioni del sinodo per l’Amazzonia. Quali tra gli spunti di riflessione offerti dal Santo Padre la colpiscono di più? La pluralità, profondità e vastità dei richiami del Papa sui temi economici – che non si può sintetizzare in poche frasi – rappresenta un tesoro prezioso che sempre più viene accolto e condiviso anche in ambienti che dichiarano di prescindere da un fondamento religioso. Uno degli aspetti che più mi affascinano è che in tutti i suoi testi emerge chiaramente come la vera questione, pur nella diversità e gravità dei problemi
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– da quello ambientale e climatico a quello delle periferie esistenziali e della diseguaglianza – non sia tanto quella di impegnarsi per un ridimensionamento, un contenimento o un controllo di un “male potenziale”: al contrario, Papa Francesco rilancia lo scopo dell’economia come un bene per tutti, al quale ognuno può e deve contribuire attraverso il suo lavoro, con il suo talento, inserito in una collaborazione creativa. Il Papa mette sempre al centro la vera soddisfazione del soggetto, l’efficacia del metodo della condivisione e il valore umano dello scopo economico. È uno di punti più dirompenti dell’ecologia integrale. Cosa vuol dire sostenibilità per un’impresa di piccole o medie dimensioni? Che ruolo possono giocare le associazioni d’impresa in questo contesto? Nessun imprenditore oggi può coscientemente dirsi in grado di affrontare da solo i cambiamenti tecnologici e, più in generale, l’evoluzione dei mercati. C’è un bisogno costante di crescere in conoscenza e in competenza, anche per adottare strumenti capaci di portare innovazione nei processi e nei prodotti. Ogni impresa è chiamata a creare e a comunicare la sua unicità, il suo tratto distintivo rispetto agli altri attori del mercato e, al contempo, a riflettere sui propri criteri e modalità decisionali. La sostenibilità è il risultato che si raggiunge assegnando il giusto peso ai diversi fattori che entrano in gioco nello sviluppo dell’impresa. In questa oggettiva complessità le associazioni possono accompagnare le imprese offrendo loro occasioni sistematiche per confrontarsi su tutti questi temi così decisivi, possono fornire informazioni e conoscenze significative attraverso incontri con best practice o con esperti. Un’associazione può quindi sostenere lo sviluppo dell’impresa nella misura in cui la coinvolge e la sprona a riscoprire la sua vera natura di entità economica a servizio di una comunità fatta da chi ci lavora, dai clienti, dai fornitori e dal territorio che la ospita. Cambia molto se si opera in questo orizzonte o esclusivamente per un profitto a breve termine.
Padre Paolo Benanti, esperto mondiale di intelligenza artificiale intervenuto
Il tema dello sviluppo sostenibile può essere di stimolo per l’economia europea perché il vecchio continente possa recuperare un ruolo di leadership intercontinentale?
nell’ambito dell’Arena Cdo for innovation
L’Europa rappresenta quel contesto più ampio, riconoscibile
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Intelligenza artificiale al Villaggio Ragazzi del #meeting19
agli occhi del mondo, in cui le attività economiche sono ancora inserite in una socialità di co-operazione che valorizza ogni singolo sforzo nell’orizzonte del bene comune, anche se ci sono tendenze verso un capitalismo liberistico. A maggior ragione bisogna tener vivi i principi di un’economica sociale di mercato e dell’economia civile e integrarli con quegli elementi di sostenibilità che vengono dettagliati dai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Proprio questi obiettivi rimangono dichiarazioni astratte se non trovano un terreno fertile capace di dargli linfa vitale. In questo senso le politiche europee – pur con i loro limiti e contraddizioni – cercano la strada giusta, soprattutto se le paragoniamo con le scelte politiche di altri continenti. La nuova Commissione Europea, pur tra mille difficoltà, ha l’occasione di fare della sostenibilità il motore della sua azione e non uno scotto da pagare per generare sviluppo e, ancor prima, concorrere alla concordia e alla pace. È decisivo comprendere che la sostenibilità non è freno economico allo sviluppo ma un suo motore.
VITTADINI: Lo scopo dello sviluppo è il bene delle persone Il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini
Presidente Vittadini, nel 2019 con il Villaggio Sussidiarietà&Lavoro avete messo a tema anche la questione della sostenibilità: cosa significa per voi? “Sostenibilità” è il termine che da più di trent’anni si è cominciato a usare per affermare una cosa molto semplice, che lo scopo dello sviluppo è il bene delle persone, quante più possibile. Per questo devono essere centrali obiettivi quali: equità e giustizia sociale, piena occupazione, valorizzazione del capitale umano e dello spirito imprenditoriale, rispetto delle generazioni future e dell’ambiente. C’è un punto però che abbiamo voluto sottolineare più di ogni altro: non può esserci sostenibilità senza cultura sussidiaria, cioè senza il contributo di tutti e senza la rivitalizzazione delle comunità di base, luoghi in cui le persone sono aiutate a vivere una giusta dimensione ideale e sociale. Papa Francesco ha molto a cuore il tema dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile, come evidenziano anche le conclusioni del sinodo per l’Amazzonia. Quali tra gli spunti di riflessione 21
VALORE DALLA FINE ALL’INIZIO
Dall’igiene urbana alla gestione integrata dei rifiuti, fino al recupero di materia ed energia. Per noi il percorso del valore non ha mai fine.
a2aambiente.eu
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offerti dal Santo Padre la colpiscono di più? Mi colpisce il fatto che dopo avere messo in guardia dai gravi limiti del sistema capitalistico, il profitto come fine e non come mezzo, la finanziarizzazione dell’economia e la dignità del lavoro passata in secondo piano, papa Francesco non cerca di operare correttivi proponendo una “terza via” cattolica. Quello che fa invece è offrire il suo contributo alla formazione delle giovani generazioni perché possano dare vita a nuove teorie e nuove prassi e far crescere in modo sussidiario una nuova mentalità. Per questo, ad esempio, ha proposto ai ragazzi di tutto il mondo di incontrarsi il marzo prossimo alla tre giorni “Economy of Francesco”, ispirata al santo di Assisi. Quale può essere il contributo originale del Meeting, nel mettere a tema la sostenibilità? Il Meeting di Rimini è un luogo di incontro e di sperimentazione che, pur in anni di crisi, continua ad attirare nuovi visitatori. Frequentato prevalentemente da giovani e giovanissimi, è un’antenna su dove sta andando il mondo e quindi un momento in cui le aziende possono interagire, proporre e cogliere importanti suggerimenti. In particolare, il Meeting ha da tempo proposto dibattiti di approfondimento e confronto tra opinioni diverse su tutti i temi che riguardano lo sviluppo sostenibile, dal riciclo alla povertà, dall’istruzione alla dignità del lavoro, dalla tutela della salute, alla lotta contro la fame, dalla pace al cambiamento climatico. Come Fondazione per la Sussidiarietà quest’anno abbiamo proposto un nostro studio sulla sostenibilità nelle piccole e medie imprese. Inoltre, da qualche anno, il Meeting viene allestito in modo sostenibile, proponendo soluzioni di carattere innovativo. Il Meeting ogni anno è costruito grazie alla collaborazione con numerosi partner, che valore hanno per la manifestazione riminese questi stakeholders? Ogni anno è possibile realizzare l’appuntamento del Meeting, non solo grazie al contributo, ma proprio alla presenza fattiva di tanti soggetti, pubblici, privati, e non profit, nazionali e internazionali che portano la loro esperienza e con i quali spesso si condivide anche un progetto culturale. Tutto ciò contribuisce a una interessante elaborazione teorica e a
Il pubblico del Meeting
un arricchimento per tutti coloro che partecipano che nasce direttamente dall’esperienza condivisa. 23
Nuove sfide per E-Distribuzione
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intervista a Vincenzo Ranieri
«Occasioni come il Meeting di Rimini sono per noi fondamentali per confrontarci su temi trasversali con i maggiori stakeholder nei settori dell’economia, della cultura e della società civile»
Vincenzo Ranieri, amministratore delegato E-Distribuzione
Siete la più grande società in Italia nel settore della Distribuzione e Misura di energia elettrica, qual è la vostra mission? La rete di E-Distribuzione è un’infrastruttura capillare che rappresenta un bene essenziale al servizio del paese, raggiungendo oltre 7.400 comuni sul territorio nazionale. Il legame con il territorio e le comunità locali è un elemento intrinseco delle nostre attività e ne costituisce un valore aggiunto. Per le comunità e per i cittadini, lavoriamo infatti quotidianamente al fine di garantire un servizio elettrico di qualità, cogliendo i benefici della digitalizzazione, e ponendo la massima attenzione alla sicurezza delle persone e alla salvaguardia dell’ambiente. Partite da 31,5 milioni di clienti e 1,1 milioni di linee di distribuzione di rete elettrica gestite, quali sono i prossimi traguardi numerici e non?
circa il 70% della qualità del servizio offerto dagli anni 2000, garantendo al contempo una consistente riduzione della tariffa di distribuzione che si attesta oggi tra le più basse in Europa. Questi risultati sono stati frutto di un percorso che ha fatto dell’innovazione infrastrutturale, dell’automazione dei processi di lavoro e della digitalizzazione dei servizi al cliente i tre capisaldi delle nostre attività. Oggi vantiamo uno tra i sistemi più evoluti al mondo di automazione e telecontrollo della rete, che riguarda oltre il 40% della nostra rete di Media Tensione e che ci consente di integrare i circa 800.000 produttori da fonti rinnovabili connessi alle nostre reti.
Negli ultimi anni abbiamo raggiunto importanti traguardi nelle performance del servizio elettrico, con un miglioramento di 25
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Il nostro obiettivo è continuare nel percorso intrapreso, per favorire lo sviluppo di una rete di distribuzione digitale, resiliente e aperta, che possa favorire il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia Clima. Un modello di rete progettato per consentire una gestione flessibile dei flussi di energia da fonti rinnovabili e per abilitare la partecipazione attiva dei cittadini al mercato dell’energia. Una nuova architettura che abbiamo già implementato, con esito positivo, in Puglia nell’ambito del Progetto Puglia Active Network, risultato di un percorso di crescita che ha visto E-Distribuzione condurre numerosi progetti in ambito smart city in realtà italiane quali ad esempio L’Aquila o Firenze. Con il progetto Puglia Active Network, abbiamo allargato i confini della nostra smart grid, estendendo a un’intera regione italiana le soluzioni tecnologiche testate nei nostri laboratori di Milano e Bari. Nei prossimi anni prevediamo di estendere il nostro prototipo di Smart Grid a tutto il territorio nazionale. Si stima che al 2030 la capacità da fonti rinnovabili connessa alla nostra rete sarà destinata a raddoppiare. In questo senso, la rete di distribuzione rappresenta un importante fattore abilitante la transizione energetica italiana. È necessario che le infrastrutture demandate a gestire e rispondere a queste nuove sollecitazioni siano opportunamente preparate. Noi stiamo lavorando in questa direzione. Da “pionieri” nello smart metering, avete lanciato il contatore elettronico di seconda generazione: quali vantaggi offre ai vostri clienti questa nuova tecnologia? Il nuovo contatore intelligente di seconda generazione, Open Meter, che stiamo installando, primi in Europa, in tutto il territorio nazionale, nasce dalla nostra visione di energia accessibile a tutti, tecnologicamente all’avanguardia e sostenibile. Un investimento di oltre 4 miliardi di euro, avviato nel 2017, e una tecnologia 100% made in Italy, con impatto nullo in bolletta, che vede già oggi 12 milioni di contatori di nuova generazione installati e il completamento della sostituzione massiva del parco contatori al 2024. Con Open Meter portiamo la rivoluzione digitale nelle case dei cittadini italiani, grazie alla possibilità di accedere a una serie di informazioni sui propri consumi con maggiore frequenza e granularità, tutelando al contempo i dati dei consumatori. Vogliamo fornire un servizio più rapido, intuitivo ed 27
Lo stand di E-Distribuzione al Meeting
efficiente, e insieme abilitare una gestione attiva dei consumi. Una delle più grandi novità di Open Meter è infatti la disponibilità di un nuovo canale dedicato all’interazione con il cliente tramite un protocollo di comunicazione aperto e pubblico che prende il nome di Chain 2. Il contatore potrà infatti interfacciarsi con i dispositivi e i sistemi di domotica dei clienti, dando per esempio la possibilità al consumatore di modulare i propri consumi. La rete elettrica sta evolvendo rapidamente verso un ecosistema di intelligenza distribuita, sostenendo la rapida evoluzione dei fabbisogni dei clienti e lo sviluppo di nuovi servizi digitali. E Open Meter ne è il cuore pulsante. Siete attivi nel contrasto al climate change, cosa significa per voi in termini culturali e operativi? Il Cambiamento Climatico è un dato di fatto. Il clima terrestre è al centro di rapide evoluzioni e si manifesta con fenomeni meteorologici avversi sempre più frequenti e intensi di cui il nostro paese è purtroppo testimone. Il 2018 è stato l’anno più caldo per l’Italia dal 1800 con circa 150 eventi estremi che hanno provocato danni ingenti alle infrastrutture e al patrimonio storico. Tra il 29 ottobre e il 5 novembre dello scorso anno il NordEst della Penisola è stato colpito dal primo “Monsone Italiano”, un vero e proprio uragano di categoria 4, con venti che sferza-
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vano a velocità prossime ai 200 km/h. Dal punto di vista infrastrutturale, l’intensificarsi di fenomeni meteo inusuali rende necessario predisporre una risposta strategica, definendo un piano di azioni per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici nel breve-medio termine e per mitigarne le cause nel lungo termine. È infatti nostro compito garantire l’affidabilità delle infrastrutture anche alla luce delle mutate condizioni climatiche. Abbiamo sviluppato una strategia di adattamento che presuppone da un lato delle misure preventive con interventi infrastrutturali sulla rete, dall’altro una capacità di reazione all’evento strutturata. Come altri operatori italiani, abbiamo definito un Piano Resilienza, finalizzato a rendere la rete elettrica di distribuzione maggiormente resiliente e quindi capace di resistere a forti sollecitazioni esterne. Per farlo, è stato necessario mappare le aree del nostro paese maggiormente critiche, soggette a intense nevicate o ondate di calore, identificando quindi la probabilità che si verifichi un evento meteorologico estremo e il danno provocato alla clientela. A questi interventi di prevenzione, abbiamo affiancato la predisposizione di misure per la gestione reattiva e strutturata agli eventi estremi, grazie al coordinamento e alle collaborazioni con le istituzioni locali e con gli interlocutori istituzionali, tra cui la Protezione Civile. Nel lungo termine, come operatore infrastrutturale, stiamo concorrendo a facilitare l’integrazione e una migliore gestione delle fonti di energia rinnovabile, contribuendo alla decarbonizzazione del sistema Paese e all’elettrificazione dei consumi. Sicuramente c’è ancora tanto da fare, ma il nostro paese si sta muovendo nella giusta direzione. Siete partner del Meeting e di altre manifestazioni che mettono a tema la sostenibilità, che valore hanno per voi queste iniziative? Come operatore infrastrutturale al servizio delle comunità, occasioni come il Meeting di Rimini, sono per noi fondamentali per confrontarci su temi trasversali con i maggiori stakeholder nei settori dell’economia, della cultura e della società civile. Il Meeting è un’opportunità per condividere il nostro impegno costante nella promozione di un modello di business che fa della sostenibilità uno dei suoi principali driver strategici,
che produce risultati e benefici tangibili per l’ambiente, per la collettività e per l’azienda.
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Publiredazionale AIRiminum 2014 Intervista a Leonardo Corbucci A 5 anni dall’assegnazione dell’Aeroporto di Rimini da parte di Enac a AIRiminum 2014 che bilancio può fare? Un bilancio molto positivo per l’esperienza fatta, per essere riusciti fin da subito a consolidare un modello di business sostenibile dal punto di vista economico basato prevalentemente su voli di linea regolari operati da primarie compagnie europee. Chiudiamo il 2019 con circa 400 mila passeggeri (8° risultato di sempre) e puntiamo al mezzo milione per il 2020. Questo risultato ci inorgoglisce ma non ci accontenta essendo consapevoli che ancora dobbiamo migliorarci per rendere l’aeroporto di Rimini sempre più la porta di accesso al mondo della Romagna e uno strumento integrato col territorio di riferimento.
una maggior connessione internazionale incrementa il valore competitivo degli operatori economici e della qualità dei servizi del territorio. Dal punto di vista sociale, oltre ad essere un moltiplicatore di posti di lavoro diretti e indiretti (si stima che per ogni milione di passeggeri si creano 4.000 posti di lavoro), si immagini l’enorme risparmio di costi di trasferimento che i romagnoli attualmente sostengono per volare da altri aeroporti che si avrebbe con un aeroporto ben connesso ad altri scali strategici.
Prima Londra, Varsavia e Tirana, poi Mosca, Monaco e San Pietroburgo. Ora Vienna. Rimini collegata con tutto il mondo. Dove vuole arrivare l’aeroporto di Rimini? Siamo contenti di aver portato compagnie importanti, quali ad esempio Ryanair, Lufthansa, Aeroflot. Sono quelle giuste su cui puntare per lo sviluppo futuro dello scalo. Abbiamo però ancora tanti cantieri progettuali aperti che vogliamo presto portare a termine, quali la destagionalizzazione dei voli, lo sviluppo di collegamenti domestici, la connessione ad hub internazionali. L’obiettivo è di creare un network di rotte strategiche per il territorio su cui impostare un Progetto di Internazionalizzazione della Romagna. Il Meeting 2019 ha raccontato, attraverso l’area Polis, cosa significa vivere la città e i suoi cambiamenti. Cosa significa per una città come Rimini avere un aeroporto aperto, vivo e in crescita costante? Cosa può portare alla città e al territorio nei prossimi anni? L’aeroporto è un importante driver di valorizzazione del territorio dal punto di vista economico, industriale e sociale. Per essere più precisi, dal punto di vista economico si pensi all’indotto pubblico e privato derivante dalle presenze turistiche, già coi passeggeri di oggi si registrano più di un milione di presenze turistiche. Dal punto di vista industriale, evidentemente 30
Leonardo Corbucci, Amministratore Delegato di AIRiminum 2014 S.p.A. - società di gestione dell’Aeroporto Internazionale di Rimini e San Marino
Top manager e imprenditori
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di Marco Aluigi
Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat S.p.A. e presi-
François Michelin, presidente onorario
dente e amministratore delegato di Chrysler Group LLC
del Gruppo Michelin
Curiosità per l’umano, passione per il proprio lavoro, consapevolezza di costruire qualcosa di essenziale per sé e per il mondo. Sono alcuni degli elementi che accomunano le grandi menti imprenditoriali. Al Meeting in quarant’anni sono passate diverse figure di rilievo del panorama manageriale e imprenditoriale mondiale. Come due fuoriclasse, non solo per le loro doti umane ma anche per il modo con cui hanno saputo guardare e trasmettere proprio i valori del Meeting, quali François Michelin e Sergio Marchionne.
«In ogni essere umano, al di sopra delle apparenze, delle sembianze, c’è un diamante che dobbiamo poter scoprire insieme», ci disse monsieur Michelin nel 2003. «Ci sono, nel nostro settore, mansioni diverse: c’è quello che viene definito “il confezionatore di pneumatici”, c’è l’autista, c’è l’ingegnere, ma bisogna potere guardare al di là dell’etichetta, della superficie. Evitare di etichettare le persone per quello che fanno, ma capire quello che sono, andare al di là della loro reputazione. Farò un esempio concreto: l’ingegnere che ha inventato il radiale, che ha così rivoluzionato l’industria degli pneumatici nel mondo, è entrato in fabbrica come operaio tipografo, dovevamo metterlo in stamperia. Ma
François Michelin arrivò a Rimini già da presidente onorario del Gruppo. Partecipò alle edizioni del 2003 e del 2004 per parlare di impresa, di ideale, dell’uomo e del suo valore. Era un uomo di una curiosità e di una dolcezza impressionanti, talmente curioso da non rimanere mai indifferente a nulla in cui si imbattesse e da non lasciare indifferente chiunque lo incontrasse. Nella sua storia, e in quella della sua famiglia di imprenditori, l’umano ha sempre fatto la differenza, quell’umano mai dato per scontato e scoperto nella sua verità più profonda. È grazie a questa attitudine che la Michelin arrivò nel 1946 a presentare il brevetto per lo pneumatico radiale.
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PRIMA DI COSTRUIRE UN DIVANO, ASCOLTIAMO L’ESPERIENZA, L’ISPIRAZIONE, LE TENDENZE. MA SOPRATTUTTO, ASCOLTIAMO TE.
Progettiamo i divani ascoltando il tuo pensiero, la tua idea di comfort, il tuo bisogno di massimo relax. Così nasce 3D Comfort, l’esclusiva tecnologia di imbottitura di Chateau d’Ax per un’esperienza di benessere mai provata prima.
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i responsabili del personale si sono subito resi conto che aveva delle qualità che andavano ben al di là di questa mansione». Per monsieur Michelin «l’impresa è un modo per servire, è un’opera, e in italiano si usa proprio il termine “operai”, da opera, ed è una parola molto più forte che la parola operaio in francese, “ouvrier”. Perché una cattedrale è un’opera magnifica. Un’auto è un’opera che rende un servizio. Un pneumatico è anch’esso un’opera che è un servizio, e quest’opera, per essere completata, necessita della conoscenza del bisogno del cliente, necessita di un processo di fabbricazione regolare, necessita di sforzi di ricerca considerabili, e questo dona al lavoro, all’opera che si è compiuta, una dimensione di eternità». Ascoltandolo nel 2004 spiegare tutte queste cose ho pensato: questo è davvero Meeting, un luogo fatto di persone attente alla realtà, capaci di stupirsi e di valorizzare ogni stimolo. Ed è un quello ci proponiamo seguendo il tema lanciato con il titolo del 2020, “Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime”, da una frase del filosofo ebreo Heschel.
Marco Aluigi, congress manager del Meeting di Rimini
Anche in Sergio Marchionne trovammo una persona in grado di comprendere pienamente lo spirito del Meeting. Partecipò per la prima volta nel 2010 proponendo la sua visione del Paese e dell’impresa, poi nel 2014 per parlare di globalizzazione e competitività. «Le strade comode e rassicuranti non portano da nessuna parte e di sicuro non aiutano a crescere», disse nel 2010 all’incontro “Saper scegliere la strada”, «fanno solo perdere il senso del viaggio. La libertà di cui parlo è prima di tutto una libertà mentale, una condizione che raggiunge chi decide di confrontarsi con il mondo e di sposare l’etica del cambiamento».
«A Rimini in 40 anni sono
Con la sua oratoria semplice, diretta, talvolta brusca, conquistò il pubblico. «A costo di passare per rude, quello che ho sempre cercato di fare è parlare in modo chiaro e diretto, senza la presunzione di avere la verità in tasca, ma con la convinzione che l’onestà intellettuale sia il modo migliore per dare il proprio contributo e per compiere insieme qualche passo avanti. Ed è esattamente questo che vorrei fare anche oggi». Nel 2011 arrivò a Rimini a sorpresa, solo per il gusto di ascoltare lo speech di John Elkann. Un uomo pieno di impegni, sempre dedito al lavoro e con pochissimo spazio per altro, si è concesso un po’ di tempo per (semplicemente) ascoltare qualcosa
di bello per sé. Nel 2014 fu invece relatore all’incontro “Globalizzazione e competitività” e anche in quell’occasione stimolò il pubblico del Meeting: «Non lasciate che sia qualcun altro a definire la vostra strada, costruitevi un percorso, seguitelo, accettate la sfida dell’ignoto e rischiate». Un discorso schietto, da amico. Perché «qui al Meeting – diceva – ho visto qualcosa di nuovo».
passate decine di fuoriclasse del panorama imprenditoriale e manageriale mondiale: molti hanno saputo guardare e trasmettere i valori del Meeting»
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Pietro Pacini al Meeting di Vittoria Gernone, CSI Piemonte “Insieme si vince” era il titolo dell’incontro a cui ha partecipato il Direttore Generale del CSI, Pietro Pacini all’interno del Meeting di Rimini 2019. Il dibattito ha visto confrontarsi da un lato chi è chiamato ad amministrare le città e dall’altra i vertici di enti e aziende che offrono servizi alle Amministrazioni. All’incontro hanno partecipato: Antonio Decaro, Sindaco di Bari e Presidente ANCI; Raffaello de Ruggieri, Sindaco di Matera; Andrea Gnassi, Sindaco di Rimini; Aldo Patruno, Direttore del Dipartimento Turismo della Regione Puglia; Paolo Quaini, Executive Vice President Divisione Servizi Energetici Edison. Il panel ha offerto punti di vista differenti e un doppio livello di lettura proposto dal moderatore Marco Piuri, Amministratore delegato Trenord e Direttore Generale FNM Spa. Da un lato è sempre più necessario collaborare tra enti per fare insieme ciò che il singolo non riesce a fare. D’altro canto è indispensabile pensare un nuovo modello che preveda il contributo di cittadini, enti, atenei e imprese per la realizzazione di città in grado di offrire servizi sempre più efficienti. Pacini ha sottolineato come il titolo dell’incontro, “Insieme si vince”, sia proprio la filosofia dietro alla nascita del CSI Piemonte, da oltre 40 anni una delle più importanti aziende informatiche italiane. Il Piemonte ha una storia di innovazione importante, fatta di successi, competenze ed esperienze ben rappresentate dal CSI, realtà unica nel panorama nazionale. Il Consorzio è partner tecnologico di 122 enti pubblici piemontesi e realizza i servizi digitali della PA usati ogni giorno da cittadini e imprese. Lavora per tutte le amministrazioni, grandi e piccole, per garantire a tutti le stesse opportunità di innovazione: dalla regione al piccolo comune con meno risorse. Il risultato è oggi un’azienda che si presenta come un vero e proprio ecosistema a disposizione del settore pubblico e di quello privato. Possiede infatti le infrastrutture, amministra e gestisce i dati della PA, e realizza servizi che vengono utilizzati da enti, cittadini e imprese. Sul fronte delle infrastrutture il CSI ha raggiunto obiettivi importanti. Lo scorso marzo è diventato Cloud Service Provider che ha certificato l’affidabilità e la sicurezza delle sue infrastrutture e a luglio invece il Data Center del CSI è stato ufficialmente dichiarato da AgID candidabile a diventare Polo Strategico Nazionale, entrando a far parte di un primo gruppo ristretto di strutture potenzialmente adatte al ruolo. Per ciò che riguarda i servizi per il cittadino c’è poi Cittàfacile, mutuato dall’esperienza di Torinofacile, il portale realizzato per la Città di Torino e premiato insieme alla campagna di comunicazione agli NC Digital Awards a ottobre. Cittàfacile è una piattaforma fruibile da pc, tabet e smartphone che
Pietro Pacini, Direttore Generale del CSI
permette al cittadino di comunicare con l’Amministrazione 24 ore su 24. Il portale permette di accedere da un unico punto a tutti i servizi digitali del comune, ricevendo anche delle notifiche, come l’avviso sulla data di scadenza della carta di identità. Infine, i dati. Un settore chiave che l’azienda ha scelto di valorizzare dedicandogli uno degli otto nuovi centri di competenza. Sul tema il CSI ha ricevuto recentemente due importanti riconoscimenti. Yucca, la Smart Data Platform realizzata per la Regione Piemonte a luglio si è aggiudicata l’OpenGov Champion promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e a giugno ha vinto lo Sharing & Reuse Award 2019 della Commissione Europea, un contest internazionale a cui hanno preso parte 68 soluzioni provenienti da 20 paesi europei. Importanti riconoscimenti che confermano la validità del “modello Piemonte” con la collaborazione forte tra pubbliche amministrazioni, cittadini, imprese e università. Il CSI ha l’ambizione di esportare questo modello a livello nazionale per attuare la trasformazione digitale di cui il Paese ha bisogno.
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Un respiro internazionale
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di Eugenio Andreatta «Fin dalla prima edizione nel 1980 il Meeting ha sempre avuto il mondo come orizzonte, con la presenza di esponenti del dissenso dell’Est e dell’America Latina, con rappresentanti dei paesi arabi e di Israele, con personalità di caratura internazionale e il tema dell’Europa ben chiaro fin dall’inizio» L’Arena Internazionale del Meeting
Ci voleva un pizzico di sfrontatezza a fine anni Settanta per quel gruppo di giovani riminesi riuniti in pizzeria, a pensare, per la manifestazione che stavano ideando, il nome “Meeting per l’amicizia fra i popoli”. Una definizione del tutto spropositata rispetto alle loro forze. Eppure fin dalla prima edizione nel 1980 il Meeting ha sempre avuto il mondo come orizzonte, con la presenza di esponenti del dissenso dell’Est e dell’America Latina, con rappresentanti dei paesi arabi e di Israele, con personalità di caratura internazionale e il tema dell’Europa ben chiaro fin dall’inizio, se è vero che nel 1981 la prima presidente del Parlamento Europeo, Simone Veil, fu presente al Meeting con un’emozionante intervento sull’unità del continente. Il filone internazionale è proseguito lungo i quattro decenni di storia del Meeting e anche nell’edizione del quarantesimo ha contrassegnato anche fisicamente il suo assetto, a partire da quell’Area internazionale che, ospitata nel padiglione A3, è sorta dal lavoro comune delle DG Cooperazione e Sviluppo della Commissione Europa e del Ministero degli Esteri oltre che dalle più significative realtà della cooperazione internazionale del nostro paese.
sieme in una grande manifestazione e l’esito è stato entusiasmante, con una ventina di speech realizzati insieme, un notevole ritorno sui media con oltre cento articoli e sui media tradizionali e digitali oltre che servizi televisivi, e soprattutto un grande spazio lasciato al racconto delle esperienze dei protagonisti. Che si parlasse di educazione, con esperienze quali quella della Scuola Cardinal Otunga di Nairobi, di cambiamenti climatici, lavoro, salute o valorizzazione del ruolo della donna, sempre sono risuonate le voci di chi era coinvolto in prima persona, ad esempio la giovane voce di Rejoice Namale, fondatrice di Youth Arise Network in Malawi e Young Leader 2019, fino al video messaggio di Ruwaida Abd AlKhalaf, presidente dell’associazione Donne di Raqqa, mentre nella stessa sala intervenivano protagonisti della cooperazione
Era la prima volta che questi attori si trovavano a interagire in35
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come Stefano Manservisi, direttore generale della DG Devco della Commissione Europea, e il suo omologo del Ministero degli Esteri italiano Giorgio Marrapodi. Non era comunque necessario varcare la soglia del padiglione A3 per respirare un’aria internazionale al Meeting 2019. Un altro filone che ha attraversato trasversalmente il Meeting, come da buona tradizione, è stato il dialogo tra persone di fedi e culture diverse. Per il secondo anno consecutivo è tornato in Fiera a Rimini il leader della Lega Musulmana Mondiale Muhammad bin Abdul Karim Al-Issa, quest’anno in dialogo con il politologo francese Olivier Roy, che ha risolutamente condannato il fondamentalismo come «un pensiero Eugenio Andreatta, vuoto, privo dei concetti dell’islam autentico». responsabile comunicazione del Meeting
Oltre ad Al-Issa molte altre voci hanno raccontato esperienze di dialogo interreligioso, come i protagonisti dell’incontro promosso dal Meeting con la Scuola fiorentina di alta formazione per il dialogo interreligioso e interculturale: il nunzio Alberto Ortega Martín, Marc Schneier, presidente della Foundation for Ethnic Understanding; Wajih Kanso, Director of the Royal Institute for Inter-Faith Studies (RIIFS), coordinati da Joseph Levi, presidente della Scuola fiorentina, con il coordinamento di un grande uomo di dialogo come Wael Farouq, professore di Lingua e Letteratura Araba all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dialogo però non significa non guardare in faccia la realtà, lo si è capito negli incontri con i leader religiosi cristiani e musulmani di Aleppo o con la testimonianza di padre Thomas Georgeon, postulatore dei martiri di Algeria. Eppure proprio il martirio può rivelare storie di amicizia impensabili, come Lo stand di Avsi quella raccontata nello spettacolo “Pierre e Mohammed” - 1400 repliche in tutta Europa – tra il vescovo cattolico di Orano in Algeria e un giovane musulmano, uniti nella morte a causa di un attentato di fondamentalisti islamici.
Lo stand della Commissione europea al Meeting 37
A quale modello guarda il Meeting nello sviluppare i suoi contatti internazionali? «Nel caso dei rapporti con esponenti del mondo islamico sicuramente le nostre figure-guida sono personalità come papa Francesco e il compianto cardinale Jean-Louis Tauran, che fu più volte nostro relatore», racconta la presidente del Meeting Emilia Guarnieri, «quest’anno però potevamo guardare a un esempio più lontano nel tempo, con la mostra ‘Francesco e il Sultano 1219-2019. L’incontro sull’altra riva’. Ci siamo lasciati provocare da questo incontro di 800 anni fa che inizialmente sembrò quasi privo di esiti, ma che fu il seme da cui maturò la Custodia di Terra Santa, con i francescani che hanno accompagnato nei secoli la presenza della fede cristiana in quelle terre». Si è già accennato al tema dell’Europa. Quest’anno in Fiera ha fatto il suo primo intervento pubblico davanti a una grande platea il nuovo presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, che ha dialogato con esponenti dell’economia civile, ma il suo intervento nel giorno di chiusura della manifestazione, sabato 24 agosto, è stato il coronamento di un’intera
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settimana, se è vero che il termine “Europa” ricorre altre cinque volte nei titoli di incontri dell’edizione 2019. Infatti Enrico Giovannini, Stefano Manservisi e altri relatori si sono confrontati sul tema “L’Europa dopo le elezioni e l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”, l’economista Paolo Savona ha dialogato con Giorgio Vittadini su “Europa: problema o opportunità per l’Italia?”, lo scrittore Paolo Rumiz è stato intervistato da Davide Perillo in un incontro dal titolo “Riviva l’Europa” mentre con l’interrogativo “L’Europa salverà il lavoro?” si sono cimentati il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, Annamaria Furlan, segretaria generale Cisl e il professor Mario Mezzanzanica. Di grande rilievo infine l’incontro “Diritti, doveri. Europa: 1979-2019” con il segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede Paul Richard Gallagher, Enrico Letta, presidente dell’Istituto Jacques Delors, il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Enzo Moavero Milanesi, Nicola Renzi, segretario di Stato per gli Affari Esteri, gli Affari Politici e la Giustizia della Repubblica di San Marino, con il coordinamento di Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà.
Enrico Giovannini, portavoce di Asvis, nell’Area Internazionale del Meeting 2019
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