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UniversitĂ degli studi della campania L.Vanvitelli Dip. di Architettura e disegno industriale, C.D.L. in design per la moda A/A 2016/2017. Docente: Angelo Esposito Marroccella Alunna: Melania Nascari Matricola: A03000741


UniversitĂ degli studi della campania L. Vanvitelli, Dip. di Architettura e desiegno industriale, C.D.L. in design per la moda A/A 2016/2017. Docente: Angelo Esposito Marroccella Alunna: Melania Nascari Matricola: A03000741


Biografia

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abrielle Chanel chiamata “Coco” nata a Saumur, Francia il 19 agosto 1883, ebbe un infanzia molto umile e triste, trascorsa in gran parte in un orfanatrofio, per poi diventare una delle più acclamate creatrici di moda. Il suo stile ha rappresentato il nuovo modello femminile del 900’, capace con le sue opere di rivoluzionare il concetto di femminilità. Nelle collezioni di Chanel si può percepire l’influenza degli anni di vita monacale, le suore hanno ispirato in Mademoiselle l’«amore per il bianco ed il nero» e

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l’«austerità». Superato il limite di età per restare all’orfanotrofio, Coco compì diciotto anni iniziò a lavorare come commessa lì mise a punto le nozioni di cucito apprese dalle suore di Notre Dame. ntorno al 1909, Coco Chanel iniziò la sua carriera realizzando cappellini di paglia ornati da semplici fiori in raso o singole piume. Nel 1912, quando il negozio era già ormai avviato da due anni, Chanel iniziò a vendere oltre ai suoi cappellini anche capi di vestiario come maglioni, gonne e qualche vestito. Il bianco ed il nero non furono gli unici colori utilizzati da Chanel, che impiegò nei suoi abiti anche tonalità come il beige, il grigio e il blu marine. Nel 1913, Cnel aprì un nuovo negozio nella località balneare di Deauville. A Deauville, ispirata dai marinai al lavoro, Chanel reinterpretò il loro abbigliamento,

realizzando dei maglioni col medesimo scollo. Tutto lo stile di Chanel si rifaceva alla vita comune delle persone che la circondavano, per dare all’abbigliamento quella praticità che la Belle Époque aveva sostituito con bustini, corsetti e impalcature per cappelli. Negli anni venti, Chanel lanciò la moda del capello corto. Fu una fatalità. Essendosi accidentalmente bruciata i capelli su un fornello, tagliò anche il resto. Dopo poco tempo le giovani donne alla moda imitarono il suo taglio. Il 1926 per lei fu l’anno del debutto del tubino nero. Nel 1921 uscì sul mercato il suo profumo Chanel N°5, messo a punto con l’aiuto del profumiere Ernest Beaux, La fragranza era del tutto innovativa, in un’epoca in cui iniziavano a farsi timidamente largo i profumi di sintesi. Il profumo di Chanel venne realizzato, con mo-


lecole sintetiche. Nasceva così un nuovo ideale di profumo frutto di una fabbricazione, La fragranza prese il nome di N°5 in quanto corrispondeva alla quinta essenza scelta da Chanel (ma si dice anche che il 5 fosse il suo numero preferito). Al N°5, seguirono il N°22 nel 1922, Gardénia nel 1925, Bois des îles nel 1926, Cuir de Russie nel 1927, Sycomore, Une idèe nel 1930, Jasmin 1932, Pour Monsieur nel 1955 e per finire il N19 nel 1970. Coco Chanel, attraverso la moda, rappresentò il nuovo modello femminile che stava sviluppandosi nel 900: una donna dinamica,che lavorava e che non poteva più essere schiava dell’abbigliamento costrittivo della Belle Époque. Chanel diede a quella nuova donna il vestito giusto. Lo stesso famoso vestitino nero sembra proprio ispirato alla divisa delle

commesse. La stilista sosteneva che «la vera eleganza non può prescindere dalla piena possibilità del libero movimento», La stilista liberò le donne da corsetti e impalcature per cappelli, donando loro abiti comodi, semplici nelle linee per intraprendere una vita quotidiana dinamica. A partire dal 1913 fino ad arrivare al 1930, Chanel portò la lunghezza delle gonne sotto il ginocchio e abbassò il punto vita, promosse l’utilizzo del jersey e dello stile alla marinara, e per finire introdusse l’utilizzo dei pantaloni femminili. Chanel crea la nuova donna del XX secolo, una donna che afferma la propria femminilità, attraverso la rivisitazione di abiti maschili. Prendendo i vestiti maschili e dando loro una piega femminile, Coco diede anche un significante contributo al movimento femminile. Non si volle mai descri-

vere come femminista, ma la sua rivoluzione nel disegno dell’abito femminile coincise con l’esplosione del movimento femminista. Negli anni trenta Chanel si dedica alla realizzazione di gioielli. Fino a quel momento la stilista aveva proposto — in abbinato ai suoi capi — pezzi di bigiotteria, come i gioielli di cristallo, pietre finte, collane di perle false e catenelle dorate. Con l’avvento della seconda guerra mondiale, Chanel chiuse il suo atelier, per riaprirlo solo alla fine del conflitto. Negli anni in cui Chanel si assentò dal panorama della moda, si affacciò con le sue stravaganti proposte Christian Dior, che nel 1946 aprì il suo salone a Parigi, il look di Dior rinviava al passato al busto della Belle Époque e alle gonne lunghe Chanel non apprezzò il recupero dei vecchi canoni. Nel 1954, riaprì la sua mason e si ripresen-

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che non poteva più essere schiava dell’abbigliamento costrittivo della Belle Époque. o stile Chanel « Fino a quel e la rivoluzio- momento avevane femminile. mo vestito donne Al termine delinutili, oziose, la prima guerra donne a cui le mondiale, ducameriere doverante la quale vano infilare le Chanel Modes maniche; invece, aveva imposto la avevo ormai una sua presenza sul clientela di donne mercato, nasce attive; una donna il prototipo delattiva ha bisogno la garçonne, che di sentirsi a suo Chanel interpretò agio nel proprio insieme a Patou. vestito. Bisogna Coco Chanel, at- potersi rimboccatraverso la moda, re le maniche. » rappresentò il (Coco Chanel, nuovo modello Storia illustrata femminile che della moda e del stava sviluppancostume, 2001, dosi nel 900: una Chanel diede donna dinamia quella nuova ca,che lavorava e donna il vestito

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giusto. Lo stesso famoso vestitino nero sembra proprio ispirato alla divisa delle commesse. La stilista sosteneva che «la vera eleganza non può prescindere dalla piena possibilità del libero movimento». Per l’utilizzo di materiali umili e per l’ispirazione che traeva dalle figure legate alla vita lavorativa, Chanel venne rinominata la regina del genre pauvre, una «“povertà di lusso” molto moderna e snob». Paul Poiret chiamava lo stile di Coco misérbailisme de luxe. La stilista liberò

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le donne da corsetti e impalcature per cappelli, donando loro abiti comodi, semplici nelle linee per intraprendere una vita quotidiana dinamica. A partire dal 1913 fino ad arrivare al 1930, Chanel portò la lunghezza delle gonne sotto il ginocchio e abbassò il punto vita, promosse l’utilizzo del jersey e dello stile alla marinara, e per finire introdusse l’utilizzo dei pantaloni femminili. Chanel crea la nuova donna del XX secolo, una donna che afferma la propria

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femminilità non per contrasto, bensì per paradosso, attraverso la rivisitazione di abiti maschili.

mai descrivere come femminista, ma la sua rivoluzione nel disegno dell’abito femminile coincise con

«Prendendo i l’esplosione del vestiti maschili e movimento femdando loro una minista» piega femminile, Coco diede anche un significante contributo al movimento femminile.Non si volle


MOOD

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Goosip -Gli Amori:

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rthur Capel, soprannaminato da Coco “Boy”. Fu lui il più grande (e forse anche l’unico) amore della stilista francese. Arthur Capel un uomo d’affari inglese che aiutò la giovane Gabrielle a realizzare il suo sogno, facendo della moda il suo lavoro. Il loro fu un amore travolgente e

appassionato nato durante gli anni della guerra e improvvisamente interrotto dalla morte prematura di lui, vittima di un disgraziato incidente automobilistico che fece chiudere Coco in se stessa, afflitta e prostrata dal dolore. Oggi si anela la borsa Boy di Coco Chanel, quello, invece è un amore che meriterebbe un romanzo “singolo”.

-Le grandi

amicizie di Coco Chanel:

L’amica, la musa, la consigliera. Fu questo per Coco, Misia Sert. La forza, l’energia, l’ossigeno di cui Chanel negli anni si nutrì, specie per superare la perdita del suo amato Arthur. Fu proprio in quel frangente che Misia, nel tentativo di aiutare l’amica a rialzarsi dallo sconforto in cui si era gettata, invitò Coco

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a seguirla a Venezia. E sarà qui che l’ancora timida e giovane Coco, rimasta abbagliata dai luccichii delle botteghe veneziane, trarrà ispirazione per il suo stile inconfondibile. A Venezia, Misia salverà Chanel dalla solitudine, ma allo stesso tempo, ne scriverà il futuro aiutandola a divenire il mito Chanel. Un’a-

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micizia unica, complice e indissolubile, quella di Coco e Misia.

-I film e i libri sulla vita di Coco Chanel:

Chiunque, che sia uno scrittore o un regista non ha potuto non cedere alla tentazione di rappresentare a suo modo, il mito di Coco. Da questo sono nati decine di

libri e biografie (vedi ad esempio History Chanel di Justine Picardie), ma anche film e cortometraggi che raccontano la vita, gli amori e il suo «fare moda». Come quello interpretato da Geraldine Chaplin, Reincarnation di Karl Lagerfeld in occasione della sfilata Métiers d’Art tenutasi a


-I luoghi amati da Coco Chanel:

I luoghi. Un tour nel mondo di Mademoiselle.Dai primi anni passati all'abbazia di Aubazine fino a Parigi, passando per Deauville, Venezia e New York. Luoghi magici e cari alla stilista che hanno ispirato le sue collezioni e che

ancora oggi continuano a caratterizzare l'identità del marchio. Con uno spirito proiettato verso il futuro ma sempre con uno sguardo verso il passato: proprio come faceva Coco.

-Coco Chanel spia nazista: rivelazioni shock: Coco Chanel, icona dello stile e dell’eleganza

francese, la “rivoluzionaria” della moda femminile che libera le donne dai corsetti e introdusse nel loro guardaroba i pantaloni, fu una spia nazista. la rivelazione shock del giornalista americano Hal Vaughan, che in una biografia, appena uscita negli Stati Uniti, ha riportato alla luce.

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Il Brand Image. -Storia del logo Chanel:

Il marchio Chanel è diventato uno dei più celebri e riconoscibili nel campo della moda anche grazie al suo geniale e prezioso logo, che in molti poi hanno cercato di copiare.

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Facile intuire che derivi dalle iniziali di Madame Coco Chanel, Coco in realtà era il suo soprannome (la stilista all’anagrafe era Gabrielle Bonheur Chanel) che si intersecano come i petali di una camelia e siano poi diventate il simbolo della casa di moda più amata di sempre. La doppia C intrecciata ha un font privo di decori - lo stesso da sempre - ed è nata in previsione

del lancio del profumo N°5; anche se era solo l’inizio del ‘900, Coco intuì che fosse necessario avere un’etichetta ben riconoscibile. Anche in questo caso Madame Gabrielle ha scelto di seguire una linea priva di eccessi, anzi decisamente minimal: il bianco e il nero, la purezza delle linee, le stesse caratteristiche che troviamo nello stile che contraddistingue, da sempre, gli abiti e gli accessori di


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SHOP

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Sito ufficiale http://www.chanel.com/it_IT/


Twitter https://twitter.com/chanel?lang=it

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Instagram https://www.instagram.com/chanelofficial/?hl=it

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Il Brand oggi.

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hanel S.A. (è una casa di moda parigina fondata all’inizio del ventesimo secolo da Coco Chanel. Specializzata nei beni di lusso (alta moda, prêt-à-porter, borse, profumeria e cosmetica, fra gli altri), il marchio Chanel è diventato uno dei più riconoscibili nomi nel campo della moda. La casa di moda è attualmente in mano ad Alain Wertheimer e Gerard Wertheimer, che sono i nipoti di Pierre Wertheimer, socio in affari di Coco Chanel.

Anni recenti.

Karl Lagerfeld si occupò dal 1983 della linea d’alta moda e dal 1984 del prêt-à-porter. Pur mantenendo inalterati lo stile ed i valori del marchio “Chanel”, Lagerfeld attualizzò l’azienda in-

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troducendo importanti innovazioni e lanciando nuove linee, mentre la famiglia Wertheimer si occupò di creare nuove società per differenziare la produzione Chanel, spaziando dalla cosmetica, alla gioielleria, ai costumi da bagno (tramite il marchio Erès), agli orologi ed agli occhiali (licenziati da Luxottica). Nel febbraio 2002, in collaborazione con il Musée National d’Histoire Naturelle, è stata organizzata a Roma una mostra dedicata al diamante presso le scuderie del Quirinale. Insieme ai gioielli Cartier e de De Beers ed ai quadri di Tiziano e Rubens sono stati esposti tre gioielli firmati da Coco Chanel: la spilla del 1932 Étoile, in platino e diamanti, il collier Comète tempestato da 650 diamanti, ed un anello composto da 22 diamanti di 2,15 carati, ed al centro un diamante da un carato.

Oggi la griffe è la perfetta proporzione tra l’heritage della sua fondatrice, l’eclettismo di Lagerfeld e le strategie di marketing della società Wertheimer che controlla il marchio, dall’abbigliamento alla cosmetica e la gioielleria. Con il suo talento Lagerfeld ha reso Chanel una griffe di culto mondiale. Negli anni 80, la donna Chanel, impersonata da Inès de La Fressange, ha un’immagine dinamica e cosmopolita, con pull dai richiami breton e felpe su cui sono stampati i simboli della maison: il numero 5, le due C e le camelie. Negli stessi anni, Lagerfeld utilizza per le sue creazioni la pelle nera, fino campagne pubblicitarie della maison, alle quali imprime la sua personale e preziosa visione di artista e creatore. Nell’autunno 1996, le top model, vestite come amazzoni moderne, si lasciano trasportare da


campagne pubblicitarie della maison, alle quali imprime la sua personale e preziosa visione di artista e creatore. Nell’autunno 1996, le top model, vestite come amazzoni moderne, si lasciano trasportare da un tapis roulant sulla passerella. È il momento della giacca: inno alla praticità, portata su pantaloni alla caviglia. Oggi la sua azienda omonima continua a prosperare e sembrerebbe fatturare centinaia di milioni ogni anno. Tra le tante cose che ha fatto, Lagerfeld ha voluto anche compiere un restyling della celeberrima borsa 2.55 aggiungendo una sottile strisciolina di pelle tra gli anelli della catena che componevano la tracolla: ha inoltre cambiato la chiusura, il “Mademoiselle lock” rettangolare, con il “Double C lock”, ovvero la chiusura a doppia C, il logo distintivo della maison. Questa nuova

borsa ha preso il nome di “Classic flap”, detta anche 2.88. Nel 2005, in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita della borsetta, Lagerfeld ha reintrodotto sul mercato la 2.55 originaria con il nome “Reissue” ovvero “riedizione”: quasi ogni anno, la 2.55 viene riproposta nelle nuove collezioni, talvolta impreziosita da svariati materiali, tessuti o pellami. La classicità di Chanel si conserva negli anni grazie alle linee definite dei contorni e ai tessuti opachi, che con i loro colori sono in grado di catturare la luce.

KARL

LAGERFELD (attuale direttore creativo)

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