Kazuyo Sejima & Ruye Nishizawa_Seijo Town Houses

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Kazuyo Sejima

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Ryue Nishizawa

SEIJO

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INDICE

A n alisi Progetto Scheda progetto Loc alizzazione: Tokyo Setagaya Analisi socio - culturale

I committenti Collaborazioni Progettisti Il progetto

Metropolitan Housing Studies A n alisi tecnologica

Piante Prospetti Sezioni Dettagli costruttivi

A p profondimenti

Vegetazione Fibra di legno A special brick

Bibliografia


Kazuyo Sejima

SCHEDA

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Ryue Nishizawa

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PROGETTO

Architetto:

Kazuyo Sejima & Associates

Team progetto: Kazuyo Sejima, Mizuki Imamura, Takashige Yamashita, Sadaharu Ota, Tetsuo Kondo, Kansuke Kawashima
 Impianti: Taisei Corporation
 Cliente: Grace Hanner
- Cosmo Kaihatsu Inc. Localizzazione: Seijo, Setagaya, Tokyo, Giappone
 Cronologia progetto: 2005-2006 Cronologia real izzazione: 2006-2007 Area del sito: 1399,47 mq Area del costruito: 442,85 mq Totale superficie calp estabile: 1481,48 mq


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LOCALIZZAZIONE Tokyo è la c apitale del Giappone, s ituata ne l l a regione d el Kantō, sull’isola di Honshū . Troppo spesso definita città, essa è in realtà una metropoli: la sua c r e s c i t a h a a v u t o i n i z i o a partire dall’inizio del 17 ° secolo. O g g i ha u n a s u p e r f icie totale di 2187,42 chilo metri q u a d r a t i e d è s e d e di circa il 10 % della popolazione del Giappone. I noltre la zona di conurbazione ha u n a po p o l a z i o n e t o t a le di oltre 33 milioni di abitant i , l a p i ù g r a n d e c o n centrazione di popolazione al m ondo.

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Setagaya si colloca nella zona sud-ovest dei 23 quartieri speciali, cioè quelle 23 municipalità che formano il centro di Tokyo; è uno dei quartieri più residenziali, dove risiedono molte celebrità legate alla televisione. Nel 2008 il quartiere conta una popolazione di 844.638 abitanti ed una densità di 13960 persone a km²; la sua area totale è di 58,08 km², che lo rende il secondo quartiere più grande della città. Indubbiamente questa elevatissima densità di abitanti (e di costruito) pesa sul territorio e sulle quotazioni immobiliari; come in molte altre grandi capitali con le medesime caratteristiche demografiche, il costo al metro quadrato degli alloggi (e, di conseguenza, anche delle aree residenziali su cui realizzarli) ha raggiunto ormai cifre enormi, tanto che un monolocale di 50/60 mq arriva a costare 4000 dollari al mese, standard secondo solo a Hong Kong. Le politiche ultra-espansive oltre a regalare al Giappone un grande sviluppo economico, hanno anche fomentato le speculazioni finanziarie, soprattutto nel mercato immobiliare.


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ANALISI SOCIO - CULTURALE Da sempre, nella cultura giapponese, i processi di standardizzazione (degli spazi, ma non solo) hanno avuto un’importanza fondamentale; dagli origami al tatami, la pratica dell’agire, pensare e progettare per moduli coincide con la necessità di prendere misura dello spazio e delle azioni. Nella tradizione architettonica questo aspetto diventa in special modo protagonista attraverso il tatami, ossia lo spazio occupato da una persona sdraiata, che risulta tutt’ora essere utilizzato come principale unità di misura degli spazi. Questa pratica risulta essere oggi portata alle estreme conseguenze anche a causa dell’enorme sviluppo terziario e urbanistico a cui è andato incontro il Paese a partire dagli anni ‘60 che ha comportato delle conseguenze inevitabili sull’assetto del territorio, la sua estrema occupazione e la conseguente crescita esorbitante dei valori immobiliari. Inevitabile esito di questo processo è la massima standardizzazione possibile degli appartamenti condominiali giapponesi, nonché la riduzione e la razionalizzazione estrema degli spazi per unità abitativa. Ecco allora che la progettazione viene spesso relegata all’utilizzo di capitolati che specificano ogni dettaglio, dalle tec niche edilizie, all’impiantistica, alle finiture; questi manuali rappresentano perfettamente la simbiosi creata da tradizione e caotico sviluppo: essi sono tutti uguali, pensati per creare uno standard minimo. In un clima di questo tipo troppo spesso la figura dell’architetto viene relegata al ruolo di consulente piuttosto che di progettista, destinato al disegno della sola la facciata, dell’ingresso o degli interni. Un’altra logica conseguenza risulta essere l’impossibilità di creare un’atmosfera collegata al singolo sito o di stabilire un rapporto con la città, che non è nemmeno presa in considerazione. A ciò si unisca il fatto che in Giappone, nonostante determinate ordinanze e regole, si è generalmente molto liberi di costruire (a patto di avere la necessaria disponibilità economica), a causa della mancanza di regolamenti edilizi organici che hanno portato, tra l’altro, al frazionamento del territorio in molteplici lotti di minuscole dimensioni. La logica conseguenza negativa di questa libertà concessa è che ogni edificio è inteso come singolo e non come parte di un quartiere, ogni architettura è vista come un’unità isolata: ne deriva un panorama in cui la mancanza di omogeneità edilizia è chiaramente percepibile.

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I CO M M I T T E N T I I n un p a n o r a m a d i q uesto tipo, per Kazuyo Sejima “la scoperta di una gara indetta da u n i m m o b i liarista privata che cercava un architetto per progettare un c o m p l e s s o r e s i d e n z i a le con lo stesso livello di at tenzione normalmente riservat o a e d i f i c i d i a l t ro tipo ci è sembrata una sfida interessante”. A lanciare il b a n d o d e l c o n c o r s o nel 2005 è stata la Cosmo Kaihatsu Inc. (impresa di costruz i o n i e d i l i c h e d i m ostra particolare attenzione per le tecnologie per la sos t e n i b i l i t à e n e r g e t i ca , in particolare per la ge otermia) con a capo la canad e s e G r a c e H a n n e r ; il progetto nasce quindi da un investimento speculativo che p e r ò f i n d a l l ’ i n i z i o riserva una particolare attenzione per i futuri utenti.

CO LL A B O R A Z I O N I La parte impiantistica è stata realizzata con la TAISEI Corporation, società di costruzioni istituita nel 1873 tra le cinque maggiori aziende Giapponesi, nota per puntare sulle più moderne tecnologie e sulla bioedilizia. La TAISEI, con sedi in dodici città, si occupa di infrastrutture sociali e soluzioni ottimali per spazi pubblici e privati, e con lo slogan “think globally and act locally” ha adottato due principali politiche: la prima è quella di abbassare il proprio impatto ambientale, in quanto azienda leader nel settore delle costruzioni. Riconoscendo questa responsabilità la società svolge tutti i suoi progetti di costruzione con particolare attenzione alla conservazione e preservazione dell’ambiente. La seconda prospettiva è quella di affrontare i problemi ambientali della società; prima di ogni progetto, la società si impegna in valutazioni ambientali, sondaggi, previsioni e valutazioni di possibili impatti ambientali per proteggere l’ecologia del sito. Contribuisce inoltre allo sviluppo di una società orientata al riciclaggio e offre prodotti ad alta efficienza energetica suoi clienti attenti all’ambiente. Gli interventi della società si estendono oggi a livello internazionale, compresa la costruzione di dighe e altri progetti infrastrutturali e ambientali in paesi in via di sviluppo.


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I PROGETTISTI:

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KAZUYO SEJIMA + RYUE NISHIZAWA

BI OG RA F I A Kazuyo Sejima, dopo aver studiato all’Università giapponese delle donne e lavorato nell’ufficio di Toyo Ito, nel 1987 ha fondato lo studio Kazuyo Sejima ed associati. Nel 1995 ha fondato lo studio SANAA (Sejima e Nishizawa e associati) con sede a Tokyo insieme al suo ex dipendente Ryue Nishizawa. Sejima è stata la prima donna a essere stata nominata Direttore per il settore Architettura della Biennale di Venezia nel 2010. Lo stesso anno, inoltre, ha vinto unitamente a Ryue Nishizawa il Premio Pritzker.

W A Y T O WORK Sejima ha un modo di approcciarsi alla creazione totalmente diversa da qualsiasi altro architetto. Come po ssiamo leggere nel suo libro, ogni edificio è elaborato come una rappresentazione fisica di un’ideale schematizzazione delle attività quotidiane che l’edificio è destinato ad ospitare; esso risulta così essere composto da spazi flessibili che stimolano un dialogo tra l’architettura e le persone, tenendo conto delle loro esigenze e dei loro desideri. L’uso di volumi elementari, geometrie semplici, materiali traslucidi e involucri in policarbonato contribuiscono a creare un’architettura rarefatta e attuale. Essa sostiene così la sua tesi di apprezzare maggiormente le architetture degli spazi interni e della vita che racchiudono, piuttosto di quelle che puntano sull’impatto visivo esterno.


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Gli edifici di Kazuyo Sejima sono senz’altro tra i più belli e significativi di questi ultimi anni. Lavorando da sola o con Nishizawa, la concezione di etereo e delicato si traduce in strutture sottili che riescono a fuggire al senso di gravità, al tempo e al caos di tutti i giorni. Queste inducono a giochi di trasparenza e porosità, rifrazione e riflessione.

“In a park you can join a big group but at the same time, somebody could be next to you alone, reading a book or just drinking juice. I like that feeling, or that character for public buildings.” —Kazuyo Sejima SANAA, Serpentine Gallery Pavillon 2009, Sketches

Per Sejima l’architettura contemporanea è un “work in progress”: si sperimenta, si indaga, si aprono questioni. La sua è un’architettura radicata nel suo utilizzo collettivo che considera primarie le relazioni tra contesti pubblici e privati. Il grande interesse e lo studio di Sejima e Nishizawa nei confronti del rapporto tra architettura, i suoi spazi e gli utenti ha come fine il ripristino di quella relazione che sta alla base di ogni sviluppo: sia che si tratti di un grande spazio unico, un gruppo di piccoli spazi individuali o di un insieme di spazi a strati, l’architettura ha sempre stato creato diversi tipi di spazio, diverse relazioni e esperienze. Ma ci sono anche altre influenze esterne all’architettura che contribuiscono al suo sviluppo: tradizioni, cultura, religione e clima hanno contribuito alla realizzazione della città Giapponese. Il clima dell’arcipelago, caldo e umido, ha costituito le basi per la predilezione di un’architettura ben ventilata e aperta verso l'ambiente circostante. Le architetture in grande scala, che impongono la propria presenza all’interno della città, comportano sempre un impatto con il contesto non indifferente, a cui non è immune neanche la più piccola casa. Per questo creare architettura significa creare uno sviluppo, un’atmosfera completamente nuova.Dal punto di vista dell’ utente, l’esperienza non è mai limitata all’architettura stessa; al contrario è composta da un insieme variegato di spazi. Partendo da questa base, Sejima e Nishizawa hanno concentrato il loro interesse sul creare delle nuove architetture che siano in rapporto con l’ambiente circostante. Anche l’atto delle persone che utilizzano lo spazio è un comportamento creativo, per questo è importante realizzare delle architetture che invoglino la gente a usarle e a farle proprie, che invochino creatività nel loro stesso uso. Ciò che l’architetto deve creare è un’architettura che fa riflettere su come tali argomenti e interessi, che sembrano diversi frammenti, ma sono invece tutti parte della stessa cosa.


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PROGETTO Os s e r v a n d o q u e s t o c o m p lesso residenziale ci si sente di fronte ad un pr o t o t i p o , a q u ei progetti che Kazuyo Sejima a ma creare p e r c o n d i v i d e r e c o n le persone “nuove esperienze spaziali”. Ne l l e S e i j o T o w n H o u s es troviamo molti temi cari all’archite t t o ( r a p p o r t o e s t e r n o- interno, lavoro sui bordi e confini di un ed i f i c i o , d i m e n s ione privata- collettiva) ; il progetto si in s e r i s c e i n f a t t i a ll’interno di uno specifico per corso di st u d i co m p i u t o d a l l ’ a r chitetto riguardante l’housing e il suo sv i l u p p o i n u n c o n t e s t o come quello giapponese. Ciò si traduce in u n i m p i a n t o u r b a n i stico innovativo, sviluppato a ttraverso di v e r s e t i p o l o g i e r e s i denziali che si snodano tra i 20 piccoli ed i f i c i , o g n u n o a g e o m etria differente, interconnessi tra loro.

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Vengono meno quelle che nel mondo occidentale sono le ormai assodate distanze minime, mentre si creano stretti passaggi, a volti aperti su piccoli giardini o su corti interne, che definiscono uno spazio introspettivo e lasciano percepire il grande spazio verde-giardino di forma rettangolare che contiene i piccoli edifici alti uno, due o tre piani fuori terra. Le due dimensioni della privacy e del vivere comunitario vengono qui tenute assieme in un progetto fisico che a prima vista può sembrare arbitrario ma che coniuga perfettamente queste due mondi diametralmente opposti. Il rapporto interno-esterno ricopre in questo progetto un ruolo di particolare attenzione: ogni residenza gode di un piccolo giardino o di un terrazzo, e quando l’appartamento di snoda su più edifici, ognuno ricopre una diversa funzione abitativa, che tuttavia resta difficile a individuare dall’esterno; in questo modo la Seijma trasporta la dimensione della città e dello spazio esterno all’interno del progetto, creando una stretta relazione di rimandi tra queste due dimensioni I volumi di cui si compone il progetto fungono quindi da contenitori per le 14 abitazioni del complesso, con superfici che variano tra i 90 e i 120 mq.

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T u t t i i p e r c o r s i s o n o collegati tra loro e tra i vari edif i c i s i c r e a c o s ì u na comunità residenziale; le d efinizione s t e s s a d i a p p a r t a m e n t o o casa a schiera è qui superata: l’id e a a l l a b a s e d i q u esto complesso residenziale è quella di p r e s e n t a r e u n n u o v o m odello di insediamento urbano, capace di c o s t i t u i r e u n e s e m p i o per tutta l’edilizia collet tiva. Inf a t t i , l a c o m p o s i z i o n e generale può essere ripetuta, estesa, m o d i f i c a t a , q u a s i a voler “occupare” l’intera città o vaste p o r z i o n i d i e s s a ; r a p presenta un vero e proprio esempio abit a t i v o a l t e r n a t i v o , i mprontato su una maggiore orizzontalità e “ d e m o c r a z i a ” a b i t a t iva. Alla villa esclusiva e “ch iusa” vien e c o n t r a p p o s t o u n m o d ello residenziale esteso trasve rsalmente. N e l l e Se i j o T o w n l a c omplessità è compositiva, mentre la strutt u r a in c e m e n t o a r m a t o e parzialmente in acciaio è molto semplic e . I ma t e r i a l i s c e l t i sono pochissimi: rivestimento in mattoni a v i s t a , p a r q u e t p e r le pavimentazioni interne, infissi metall i c i . Gl i e d i f i c i h a n no altezze diverse e molte visuali sono a p e r t e e d i v e r s i l i v e lli di profondità: le finestre sono ampie p e r m e t t e n d o u n a b u o n a ventilazione e un’ottima illu minazione.

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METROPOLITAN

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HOUSING STUDIES

L’interesse di Sejima per l’edilizia collettiva e residenziale risale al 1996, quando insieme a Nishizawa concentra i suoi studi sull’housing metropolitano (la prima espressione materiale sarà il Gifu Kitagata Apartment Building nel 2002). Al centro di questo studio troviamo la residenza collettiva, il modo più diffuso di abitare in città, il cui pattern (composto da un certo numero di camere, soggiorno, sala da pranzo, cucina) è il risultato della considerazione del solo spazio interno. Questo metodo di pensiero, a cui corrisponde un ben preciso sistema di progettazione degli spazi, è utilizzato in qualsiasi parte del Giappone; il risultato che questa pratica porta con sé è l’omologazione delle nostre vite e del nostro modo di vivere lo spazio, con delle differenze minime. Alla luce di quanto analizzato , Sejima e Nishizawa sono stati spinti a prendere in considerazione l’inserimento dello spazio esterno nel disegno delle abitazioni collettive, pensando così di coinvolgere il contesto della città e il paesaggio circostante all’interno dei loro progetti di housing e non solo. Lo spazio esterno, da sempre stato considerato come elemento autonomo, viene ora coinvolto a parità d’importanza con il “paesaggio” principale, a sua volta determinato dalla disposizione dei volumi su un lotto predefinito.

Divi dendo le tipologie dei volumi in t orri, edifici bassi ed edifici medi , è stato analizzato come questi inte ragiscano con lo spazio aperto circ ostante; è emerso che, nonostan te gli edifici-torre consentano un maggior volume e allo stesso tempo un m aggiore spazio pubblico usufruibile , non permettono una vita a contatt o con il suolo tanto quanto gli edif ici bassi. Gli edifici a media alte zza, di circa tre piani, garantisc ono invece una combinazione ottima le di spazio abitabile e spazio aper to (sia privato che collettivo).


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D a qu e s t o p r e s u p p o s t o , sono stati definiti 5 prototipi di residenze collett i v e c h e r i s p o n d a n o a i requisiti di comfort per gli spazi interni e dispon i b i l i t à d i s p a z i e s t e rni. Il complesso residenziale di Seijo rispecchia non a c a s o u n a d i q u e s t e 5 categorie, the low rise type with separate gardens.

All’interno di questo stesso prototipo, il più approfondito da Sejima e Nishizawa, ritroviamo soluzioni a diverse scale; un altro noto esempio, e probabile riferimento nella progettazione dell’intervento oggetto di analisi, è Moriyama House. In questo caso si tratta di una singola residenza costituita da dieci volumi ognuno in grado di ospitare diverse esigenze; tali volumi sono indipendenti l’uno dall’altro e sono sparsi in tutto il sito, creando una serie di collegamenti tramite singoli giardini e spazi aperti. In questa casa è data al cliente la libertà di decidere quali spazi utilizzare come residenza o quali destinare come camere in affitto, se occupare tutte le stanze contemporaneamente oppure secondo la stagione o altre circostanze. Tanto qui quanto nel progetto per Seijo gli architetti privilegiano il particolare rapporto che connette interno e esterno, gli spazi modulari collegati tra loro in modo da offrire allo stesso tempo indipendenza e condivisione, l’interesse per la libertà individuale senza escludere la collettività, tematiche coerenti con un’architettura in cui gli spazi abbiano il preciso compito di mettere in comunicazione diretta la gente, in un’epoca in cui la comunicazione fisica manca sempre più.


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U n ’ a t r a b a s e p e r l a rivisitazione di q u e s t a s i n g o l a r e u n i tè d’habitation è l a c r e a z i o n e d i u n m o d ulo spaziale , che a s s e m b l a t o e m o l t i p l i c ato in diverse dir e z i o n i e s e q u e n z e p u ò dare teoricamente v i t a a u n ’ i n t e r a c i t t à. Non si deve dim e n t i c a r e c h e g l i e s o rdi della Sejima, a n c o r a p r i m a d e l l ’ i n c ontro con Nishizaw a e la f o r m a z i o n e d i SANAA, sembrano r i s e n t i r e l o n t a n a m e n t e l’influenza di c e r t i g r u p p i r a d i c a l i, in particolare d e g l i i t a l i a n i S u p e r studio e Archizoo m , d e l l e l o r o g r i g l i e concettuali deg l i an n i ’ 7 0 , l u n g o l e quali avrebbero p o t u t o s v i l u p p a r s i n u ove utopie urbane.

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PIANTE

PIANTA PIANO INTERRATO

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PIANTA PIANO TERRA

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N PIANTA PIANO PRIMO

PIANTA PIANO SECONDO

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PROSPETTI

PROSPETTO NORD

PROSPETTO SUD

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SEZIONI

A A B B

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10

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1 2 8

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8

4 13 7

7

3 6

6

5

Piante di: helleborus, polygonatum odoratum, hosta, sarcocossa, liriope platyphylla, anemone hupehensis, astilbe, lavandula angustifolia, mascari armeniacum, kerria laponica

5


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1. SOLAIO DI COPERTURA

Strato di ghiaia mm 20 Tessuto non tessuto mm 4 Membrana impermeabilizzante mm 3 Solaio in cls armato mm 200 Pannello isolante in fibra di legno

mm 35

Telaio in profili scatolari acciaio mm 20 Controsoffitto in pannelli di cartongesso verniciato 9,5 mm

2. CHIUSURA VERTICALE ESTERNA

Rivestimento in pannelli di cartongesso verniciato mm 12,5

Telaio in profili scatolari acciaio mm 20

Pannello isolante in fibra di legno mm 20

Setto in cls armato mm 195

Strato di malta mm 5

Rivestimento in mattoni mm 15


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3. SOLAIO DI COPERTURA CONTROTERRA Pavimentazione galleggiante composta di listelli di finitura in legno di betulla mm 12 Pannello di compensato di legno di appoggio mm 12 Pannello isolante in fibra di legno mm 20 Giunti di regolazione dell’altezza in acciaio mm 205 Soletta in cls armato mm 100 Pannello isolante in fibra di legno mm 35

Solaio controterra in cls armato mm 305 Membrana impermeabilizzante mm 0.2 Magrone mm 50 Strato di pietrisco mm 60 Terra

4. SOLAIO CONTROTERRA

Solaio in cls armato mm 200 Membrana impermeabilizzante mm 5 Pannello isolante in fibra di legno mm 35 Massetto in cemento mm 50 Terra


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5. SOLAIO CONTROTERRA PIANO INTERRATO Pavimentazione galleggiante composta da listelli di finitura in legno di betulla mm 12 Pannello in compensato di legno di appoggio mm 12 Pannello in fibra di legno mm 20 Giunti di regolazione dell’altezza in acciaio mm 155 Soletta in cls armato mm 100 Barriera al vapore Pannello isolante mm 50

Solaio controterra in cls armato mm 405

6. CHIUSURA VERTICALE ESTERNA CONTROTERRA

Terra

Membrana impermeabilizzante

Setto controterra in cls armato mm 3000


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VEGETAZIONE 1.

Rhodoleia Henryi Ton

E’ una pianta più resistente al freddo della più conosciuta Rhodoleia Championii, e cresce ad altitudini molto elevate. Questa inusuale pianta sempreverde ha dei fiori di un colore che va dal rosa al rosso, molto accesi, del diametro di 3-4 cm; forma un largo cespuglio su un piccolo tronco e per questo risulta ottima per filtrare il sole; questa pianta non presenta problemi con insetti ne animali e deve essere posta su un terreno ben drenato e al riparo dal caldo sole del pomeriggio.

2. Ilex Pedunculosa E’ una pianta di origine Giapponese, di facile crescita in zone poco soleggiate, purchè protette dai freddi venti invernali. L’albero si presenta come un piccolo arbusto sempreverde di medie dimensioni, che produce bacche rosse in autunno e piccoli fiori bianchi in primavera. Molto tollerante nei confronti di clima e inquinamento atmosferico, è una pianta molto usata sia come arbusto singolo che come siepe per bordi.

3 . Fraxinus griffithii Di origine europea, il Fraxinus griffithii è un piccolo albero di frassino alto circa 6 metri. Molto usato sia come albero di strada che per parchi e piccoli giardini, tollera la maggior parte dei terreni ed è molto resistente alle condizioni climatiche urbane. Non necessita particolare manutenzione e in primavera produce una gradevole fioritura bianca.

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FIBRA

DI

LEGNO

L a fi b r a d i l e g n o è un materiale d i o r i g i n e v e g e t a l e , prodotta dall a la v o r a z i o n e d e l l egno di conif e r e de r i v a t o d a s c a rti e residui d i se g h e r i e o d a l l a selvicoltura. P e r l a p r o d u z i o n e d e i pannelli, le f i b r e d i l e g n o v e n g o n o impastate con a c q u a , p r e s s a t e i n a p p osite forme ed e s s i c c a t e f i n o a l l ’ o t tenimento dei p a n n e l l i d e l l a d e n s i t à desiderata. I l co l l a n t e u t i l i z z a to può essere l a l i g n i n a ( r e s i n a n a turale del leg n o ) c o n t e n u t a n e l l e fibre di legno s t e s s e o , i n a l c u n i casi, possono e s s e r e a g g i u n t i c o l l a nti atossici, p r i v i d i s o l v e n t i e formaldeide. I p a n n e l l i d i f i b r a di legno vengono utilizzati nei sistemi di isolamento t e r m o a c u s tico a cappotto, n e l l ’ i s o l a m ento intern o , n e i s o l a i e n e l le coperture. L a f i b r a d i l e g n o s i distingue dag l i a l t r i i s o l a n t i s i ntetici o naturali per diverse proprietà: - è u n m a t e r i a l e n a t u rale eco-comp a t i b i l e e r i c i c l a b i l e; - c o n s e n t e u n ’ o t t i m a traspirabil i t à e d i l p a s s a g g i o del vapore, g r a z i e a l l a s t r u t t u r a a pori aperti; - è u n m a t e r i a l e i g r o scopico (cap a c e d i r e g o l a r e l ’ u m idità); - h a o t t i m e p r o p r i e t à di assorbim e n t o s o n o r o g r a z i e a lla struttura fibrosa; - g r a z i e a l l ’ e l e v a t a densità all u n g a l o s f a s a m e n t o d ell’onda term i c a ( p r o t e z i o n e d a l caldo estivo); - i n c a s o d i i n c e n d i o non sprigiona gas tossici; - n o n c o n t i e n e s o s t a n ze nocive; - l a m a t e r i a p r i m a è ampiamente d i s p o n i b i l e e r i g e n e r abile.

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A SPECIAL BRICK

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Nell’articolo The Background of the Seijo Townhouse project and a note on the exterior brickWalls (in “Domus” n. 915, 2008), Sejima dichiara: “Dopo aver valutato numerosi campioni, abbiamo deciso di usare un tipo di mattone più piccolo, lievemente più sottile e allungato rispetto allo standard locale, riducendo al contempo anche lo strato di malta utilizzata per i giunti. La misura del mattone è stata determinata da una delle unità abitative, la più piccola. Vale a dire che i mattoni utilizzati in tutto il progetto presentano delle dimensioni derivanti dal rapporto tra la grandezza dei mattoni stessi e questa porzione dell’edificio. Abbiamo inoltre scelto un materiale di colore più chiaro, di modo che le ombre sulle pareti creassero un effetto di morbidezza. Per produrre dei mattoni meno rossi e dalla tonalità più pallida, il fabbricante ha utilizzato un particolare metodo che prevede di immergere questi elementi di elevate qualità in una soluzione acquosa di pigmento bianco prima della cottura. Il processo, per quanto laborioso e insolito, ha permesso di produrre dei mattoni con una tonalità calda e rosata. Inoltre, durante la costruzione è stata utilizzata della malta bianca grazie alla quale abbiamo ottenuto una finitura omogenea che enfatizza la tonalità dei mattoni. Nel complesso, siamo riusciti a creare una texture luminosa per una superficie muraria composta con grande cura”.


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BIBLIOGRAFIA

S. Casciani, “Kazuyo Sejima , Sejioville”, Domus n.915 , 19 Giugno 2008 M. A. Rossi, “Seijoville”, Habitat n.6, Agosto 2008

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SITOGRAFIA Ht t p : / / w w w . a r c h i s quare.it/kazuyo-sejima-compless o-residenziale-a-seijo-tokyo/ (Nicolò Ondelli, “Ka zuyo Sejima – Complesso Residenziale a Se ijo – Tokyo”, 16 Agosto 2011) Http://www.archdaily.com/tag/sanaa http://iwan.com/photo_seijo_apartment_Seijima_Tokyo.php www.sanaa.co.jp Ht t p : / / w w w . a r c h i t e ctlines.com/Kazuyo-Sejima-resid ential-complex-at-seijo-tokyo


Kazuyo Sejima

Gli studenti Poloniato Melania Scalise Federica Gadotti Riccardo

+

Ryue Nishizawa

SEIJO

TOWNHOUSES


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