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NOTIZIE DALL’EUROPA
1. Politica agricola comune 2023-2027: la Commissione adotta i primi piani strategici della PAC La Commissione europea ha adottato il primo pacchetto di piani strategici della PAC per sette paesi: Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda, Polonia, Portogallo e Spagna. Si tratta di un importante passo avanti per l'attuazione della nuova politica agricola comune (PAC) il 1º gennaio 2023.
La Commissione europea ha adottato il primo pacchetto di piani strategici della PAC per sette paesi: Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda, Polonia, Portogallo e Spagna. Si tratta di un importante passo avanti per l'attuazione della nuova politica agricola comune (PAC) il 1º gennaio 2023. La nuova PAC è concepita per plasmare la transizione verso un settore agricolo europeo sostenibile, resiliente e moderno. Nell'ambito della politica riformata i finanziamenti saranno distribuiti più equamente alle piccole e medie aziende agricole a conduzione familiare e ai giovani agricoltori. Sarà inoltre fornito sostegno agli agricoltori per attuare soluzioni innovative, dall'agricoltura di precisione ai metodi di produzione agroecologici. Sostenendo azioni concrete in questi e in altri settori, la nuova PAC potrà essere il pilastro per la sicurezza alimentare e per le comunità agricole nell'Unione europea. La nuova PAC prevede metodi di lavoro più efficienti ed efficaci. I paesi dell'UE attueranno i piani strategici della PAC nazionali in cui confluiranno i finanziamenti per il sostegno al reddito, lo sviluppo rurale e le misure di mercato. Nell'elaborare il proprio piano strategico della PAC ciascuno Stato membro ha scelto da un'ampia gamma di interventi a livello dell'UE, adattandoli e indirizzandoli in modo da rispondere alle proprie specifiche esigenze e condizioni locali. La Commissione ha verificato che ciascun piano convergesse verso i dieci obiettivi chiave della PAC, che riguardano le sfide ambientali, sociali ed economiche; i piani saranno pertanto in linea con la legislazione dell'UE e dovrebbero contribuire agli obiettivi climatici e ambientali dell'UE, anche in materia di benessere degli animali, come indicato nelle strategie della Commissione Dal produttore al consumatore e Biodiversità. Janusz Wojciechowski, Commissario per l'Agricoltura, ha dichiarato: "Oggi abbiamo fatto un passo avanti per l'attuazione della nuova PAC per i prossimi cinque anni, un passo che avviene in un momento cruciale, in cui è ormai chiarissima l'importanza di fornire un solido sostegno al nostro settore agricolo. Gli agricoltori si trovano ad affrontare un contesto difficile, caratterizzato dal forte aumento dei costi di produzione dovuto all'aggressione russa contro l'Ucraina e dalla recente siccità estiva. L'agricoltura è un'attività a lungo termine; gli agricoltori europei devono disporre di un quadro giuridico e finanziario chiaro per il futuro. La nuova PAC ci aiuterà a sostenere la stabilità dei mezzi di sostentamento agricolo e a garantire la sicurezza alimentare a lungo termine promuovendo un settore agricolo intelligente, competitivo, resiliente e diversificato. Mi congratulo con gli Stati membri per l'impegno profuso nel finalizzare i rispettivi piani e nel sostenere il settore agricolo. La Commissione continuerà a fornire orientamenti per utilizzare al meglio ciò che la PAC ha da offrire ai nostri agricoltori, alle comunità rurali e ai cittadini in generale." La PAC beneficerà di 270 miliardi di € di finanziamenti per il periodo 2023-2027. Questi sette piani rappresentano una bilancio di oltre 120 miliardi di €, di cui oltre 34 miliardi di € destinati esclusivamente agli obiettivi ambientali e climatici e ai regimi ecologici. Tale importo può essere utilizzato per promuovere pratiche benefiche per il suolo e migliorare, ad esempio, la gestione delle risorse idriche e la qualità dei pascoli. La PAC può inoltre promuovere l'imboschimento, la prevenzione degli incendi, il ripristino e l'adattamento delle foreste. Gli agricoltori che partecipano ai regimi ecologici possono essere ricompensati, tra l'altro, per aver vietato o limitato l'uso di pesticidi e per aver arginato l'erosione del suolo. Una percentuale compresa tra l'86% e il 97% della superficie agricola utilizzata a livello nazionale sarà coltivata sulla base delle buone condizioni agronomiche e ambientali. Inoltre finanziamenti ingenti sosterranno lo sviluppo della produzione biologica, con l'obiettivo, per la maggior parte dei paesi, di raddoppiare o addirittura triplicare la propria superficie agricola. Le zone soggette a vincoli naturali, come le zone montane o costiere, continueranno a beneficiare di finanziamenti specifici per mantenere le proprie attività agricole. Nel contesto dell'aggressione russa contro l'Ucraina e dell'attuale impennata delle materie prime la Commissione ha invitato gli Stati membri a sfruttare tutte le opportunità offerte dai piani strategici della PAC per rafforzare la resilienza del proprio settore agricolo al fine di promuovere la sicurezza alimentare. Queste opportunità comprendono la riduzione della dipendenza
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dai fertilizzanti sintetici, l'espansione della produzione di energia rinnovabile senza compromettere la produzione alimentare e la promozione di metodi di produzione sostenibili. Una delle sfide principali che l'agricoltura europea dovrà affrontare nei prossimi anni è il ricambio generazionale. È essenziale che il settore agricolo rimanga competitivo e che l'attrattiva delle zone rurali aumenti. Il sostegno specifico ai giovani agricoltori occupa un posto di primo piano in ciascun piano adottato, con oltre 3 miliardi di € che arriveranno direttamente ai giovani agricoltori dei sette paesi. I fondi per lo sviluppo rurale sosterranno migliaia di posti di lavoro e imprese locali nelle zone rurali, migliorando al contempo l'accesso ai servizi e alle infrastrutture, come la banda larga. In linea con la visione a lungo termine per le zone rurali dell'UE, le esigenze dei cittadini di queste zone saranno affrontate anche da altri strumenti dell'UE, come il dispositivo per la ripresa e la resilienza o i fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE). Dopo aver adottato i primi 7 piani strategici della PAC, la Commissione europea conferma pienamente il proprio impegno per la rapida approvazione dei 21 piani rimanenti, tenendo in considerazione la qualità e la tempestività delle reazioni a seguito delle osservazioni della Commissione.
Contesto
La Commissione europea ha presentato una proposta di riforma della politica agricola comune (PAC) nel 2018, introducendo nuovi metodi di lavoro per modernizzare e semplificare la politica agricola dell'UE. Il 2 dicembre 2021, a seguito di intensi negoziati tra il Parlamento europeo, il Consiglio dell'UE e la Commissione europea, è stato raggiunto un accordo ed è stata formalmente adottata la nuova PAC. Il termine fissato dai colegislatori per la presentazione dei piani strategici della PAC da parte degli Stati membri era il 1º gennaio 2022. Dopo aver ricevuto i piani, la Commissione ha inviato lettere di osservazioni a tutti gli Stati membri entro il 25 maggio 2022, pubblicate sul sito web Europa con le reazioni degli Stati membri, in linea con il principio di trasparenza. Successivamente i servizi della Commissione e le autorità nazionali hanno riallacciato un dialogo strutturato per risolvere le questioni in sospeso e finalizzare i piani riveduti della PAC. Per essere adottato, ciascun piano deve essere completo, compatibile con la legislazione e sufficientemente ambizioso per realizzare gli obiettivi della PAC e gli impegni dell'UE in materia di ambiente e clima.
(Fonte Commissione Europea)
2. La Commissione approva un regime italiano per la gestione di prestiti con garanzia pubblica La Commissione europea ha dichiarato esente da aiuti di Stato il piano italiano che permette di cedere determinati prestiti garantiti dallo Stato a una piattaforma di nuova costituzione gestita da AMCO S.p.A.
La Commissione ha constatato che nell'ambito del regime lo Stato italiano sarà remunerato secondo le condizioni di mercato. Ha inoltre rilevato che la vendita dei prestiti alla piattaforma gestita da AMCO e la concessione di eventuali nuovi prestiti da parte di AMCO saranno effettuate alle condizioni di mercato. Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza, ha dichiarato: "Questo regime consentirà all'Italia di massimizzare il recupero dei prestiti, riducendo l'impatto delle garanzie statali esistenti sul bilancio nazionale e gli effetti sui mutuatari con buone prospettive di redditività. Si tratta di un passo importante verso la ripresa dell'economia italiana che non comporta distorsioni della concorrenza."
La misura italiana
AMCO è una società multiservizi di gestione dei crediti le cui azioni con diritto di voto sono interamente di proprietà del ministero italiano dell'Economia e delle finanze. Ha istituito una piattaforma allo scopo di centralizzare la gestione dei prestiti, massimizzarne il valore a lungo termine e limitare i pagamenti che l'Italia deve effettuare in caso di attivazione delle garanzie statali. L'Italia ha notificato alla Commissione l'intenzione di autorizzare le banche a trasferire fuori bilancio circa 12 miliardi di EUR sotto forma di due tipi di prestiti: prestiti che beneficiano di una garanzia statale inizialmente approvata nell'aprile 2020 a norma del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato (SA.56966); e prestiti non garantiti degli stessi debitori o di
debitori a questi collegati. Le condizioni economiche e giuridiche delle garanzie statali, vale a dire la durata, la copertura e i premi, rimarranno quelle inizialmente approvate dalla Commissione. Il regime prevede che i prestiti siano dapprima trasferiti dalle banche alla piattaforma di AMCO e il loro prezzo si basi sulle offerte degli investitori privati. In cambio dei prestiti trasferiti, gli investitori, che possono essere anche le banche cedenti, riceveranno titoli. Se le banche cedenti decidono di tenere tutti i titoli, il prezzo sarà concordato tra tutte le banche in modo che non vada a vantaggio di nessun portafoglio di prestiti. Il prezzo sarà inoltre verificato da un valutatore terzo indipendente. In ogni caso, AMCO non acquisterà nessuno di questi titoli. Una volta che i prestiti saranno sulla piattaforma, AMCO sarà responsabile della loro gestione. AMCO si concentrerà sui prestiti più complessi e, per i portafogli di prestiti più piccoli, coopererà con società private di servizi. La remunerazione di AMCO per questi servizi è stata confrontata con operazioni analoghe per le quali erano disponibili dati sul mercato italiano. AMCO può anche fornire nuovi finanziamenti ad alcuni mutuatari, che devono essere imprese redditizie solo momentaneamente in difficoltà. Questi prestiti saranno concessi da AMCO insieme al finanziamento da parte di operatori privati alle stesse condizioni. AMCO può infine fornire alla piattaforma sostegno di liquidità a breve termine per coprire i disallineamenti tra gli afflussi dai prestiti e i pagamenti necessari per i titoli. Questi prestiti saranno remunerati a un tasso di interesse in linea con i parametri di riferimento di mercato.
Valutazione della Commissione
La Commissione ha valutato il regime alla luce delle norme dell'UE sugli aiuti di Stato, in particolare dell'articolo 107, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE). Secondo le norme in materia di aiuti di Stato, se lo Stato membro interviene come farebbe un investitore privato e ottiene una remunerazione per il rischio assunto equivalente a quella che avrebbe accettato l'investitore privato, l'intervento non costituisce un aiuto di Stato. Nel caso di cui trattasi, la Commissione ha constatato che la cessione dei prestiti e i servizi di AMCO saranno effettuati a condizioni di mercato, ossia secondo modalità che sarebbero accettabili per un operatore privato. Ciò sarà garantito in particolare dai seguenti elementi: • in primo luogo, il prezzo dei prestiti ceduti alla piattaforma sarà stabilito attraverso un meccanismo guidato da investitori privati tramite una procedura aperta e competitiva. Anche nel caso in cui i titoli sono tenuti dalle banche cedenti il prezzo sarà fissato in linea con le condizioni di mercato, attraverso un sistema verificato in modo indipendente. Infine, qualunque investitore pubblico sarà accettato come detentore di titoli solo alle stesse condizioni degli investitori privati; • in secondo luogo, la remunerazione della gestione dei prestiti avrà come riferimento le commissioni negoziate dalle società di gestione patrimoniale per operazioni analoghe sul mercato, garantendo un livello sufficiente di redditività. I subgestori saranno selezionati mediante una procedura di gara aperta per escludere qualsiasi vantaggio; • in terzo luogo, i nuovi finanziamenti di AMCO ai mutuatari saranno erogati allo stesso tasso di quello che offrirebbero operatori privati. Per quanto riguarda il sostegno alla liquidità, il prezzo applicato per questi prestiti si basa su un metodo che tiene conto del rischio assunto da AMCO e risulta in una remunerazione in linea con le condizioni di mercato. Su queste basi la Commissione ha approvato la misura italiana in quanto conforme alle norme dell'Unione sugli aiuti di Stato.
Contesto
Il trattato UE non opera distinzioni tra proprietà pubblica o privata. Secondo le norme dell'Unione sugli aiuti di Stato, se lo Stato membro interviene come farebbe un investitore privato e ottiene una remunerazione per il rischio assunto equivalente a quella che avrebbe accettato l'investitore privato, l'intervento non costituisce un aiuto di Stato ed esula dal controllo degli aiuti di Stato dell'UE. Ciascuno Stato membro sceglie il tipo di intervento e decide se concedere aiuti di Stato. La Commissione, in qualità di autorità responsabile del controllo degli aiuti di Stato nell'UE, è tenuta a garantire che qualsiasi misura attuata sia in linea con la normativa dell'Unione. La versione non riservata della decisione sarà consultabile sotto il numero SA.64169 nel Registro degli aiuti di Stato, sul sito internet della DG Concorrenza, una volta risolte eventuali questioni di riservatezza. Le nuove decisioni relative agli aiuti di Stato pubblicate su Internet e nella Gazzetta ufficiale figurano nel bollettino elettronico di informazione settimanale in materia di concorrenza (Competition Weekly e-News).
(Fonte Commissione Europea)
3. La CE pubblica uno studio di mercato sulle pratiche di distribuzione dell'offerta alberghiera La Commissione europea ha pubblicato i risultati di uno studio esterno di mercato sulle pratiche di distribuzione dell'offerta alberghiera nell'UE.
Condotto nel 2021, lo studio di mercato copre il periodo compreso tra il 2017 e il 2021 e verte su un campione rappresentativo di sei Stati membri (Austria, Belgio, Cipro, Polonia, Spagna e Svezia). Lo studio era finalizzato a: ottenere dati aggiornati sulle pratiche di distribuzione dell'offerta alberghiera, dopo un monitoraggio analogo condotto nel 2016 dalla rete europea della concorrenza (ECN, European Competition Network); stabilire se le pratiche differiscono da uno Stato membro all'altro; individuare eventuali cambiamenti intervenuti nelle pratiche rispetto ai risultati del monitoraggio del 2016; scoprire se le leggi che in Austria e in Belgio vietano alle agenzie di viaggio online di applicare clausole di parità ampie e ristrette hanno determinato cambiamenti nelle pratiche di distribuzione dell'offerta alberghiera in questi Stati membri. Le clausole di parità non consentono all'albergo di offrire condizioni migliori su canali di vendita diversi dal sito web dell'agenzia di viaggi online con cui esso ha un contratto. Le clausole ampie di parità riguardano il prezzo e altre condizioni offerte dall'albergo su tutti gli altri canali di vendita, mentre le clausole ristrette riguardano unicamente i prezzi pubblicati dall'albergo sul proprio sito web.
Principali risultati dello studio di mercato
I risultati dello studio di mercato non indicano alterazioni significative della concorrenza nel settore della distribuzione dell'offerta alberghiera nell'UE rispetto al 2016. In particolare: le agenzie di viaggio online (OTA, online travel agency) rappresentano il 44% delle vendite degli alberghi indipendenti, percentuale leggermente più alta rispetto al 2016; Booking.com ed Expedia rimangono le principali OTA per le prenotazioni alberghiere e non vi sono segnali di cambiamenti significativi nelle quote di mercato delle OTA né dell'ingresso di nuove OTA; le commissioni pagate dagli alberghi alle OTA risultano essere rimaste stabili o appena diminuite; la differenza di prezzo e disponibilità delle camere degli alberghi, sia tra le diverse OTA sia tra i siti web degli alberghi e le OTA, risulta essere diminuita; alcune OTA usano accorgimenti commerciali, come una maggiore o minore visibilità sui propri siti web, per incentivare gli alberghi a offrire loro i prezzi e le condizioni migliori; l'importanza relativa dei canali di vendita di sistemazioni alberghiere (online/offline, diretta/indiretta) varia in qualche misura da uno Stato membro all'altro, ma non si osservano differenze significative nelle condizioni di concorrenza tra le OTA; non risulta che le leggi di Austria e Belgio che vietano alle OTA di applicare clausole di parità ampie o ristrette nell'offerta alberghiera abbiano mutato in modo sostanziale le pratiche di distribuzione dell'offerta alberghiera rispetto agli altri Stati membri oggetto dello studio. La Commissione ha progettato lo studio di mercato consultando le autorità nazionali garanti della concorrenza nell'UE, con cui ne ha poi discusso i risultati.
Prossime tappe
I risultati dello studio saranno presi in considerazione dalla Commissione e dalle autorità garanti della concorrenza nelle loro attività di monitoraggio e contrasto in corso nel settore della distribuzione dell'offerta alberghiera. Anche la legge sui mercati digitali, che dovrebbe entrare in vigore in autunno, potrebbe avere un impatto sulla concorrenza in questo settore: i mercati delle piattaforme dovranno essere contendibili e le piattaforme che esercitano un controllo dell'accesso (gatekeeper) dovranno offrire condizioni eque agli utenti commerciali e non potranno ricorrere a clausole di parità ampie o ristrette né a misure commerciali equivalenti. Il processo per designare le piattaforme gatekeeper inizierà una volta che la legge sarà divenuta applicabile, ossia sei mesi dopo l'entrata in vigore.
Contesto
Negli ultimi anni la distribuzione dell'offerta alberghiera è stata oggetto di diversi interventi normativi e antitrust. Dal 2010 varie autorità nazionali garanti della concorrenza hanno esaminato l'uso delle clausole di parità nella vendita al dettaglio da parte delle OTA nei loro contratti con gli alberghi. Clausole ampie di parità non consentono all'albergo di offrire prezzi o disponibilità migliori in nessun altro canale di vendita, mentre clausole ristrette permettono di offrire prezzi migliori in altre OTA e nelle vendite offline, ma non sul proprio sito web. In esito a queste indagini nazionali, nell'aprile 2015 le autorità garanti della concorrenza di Francia, Italia e Svezia hanno accettato l'impegno di Booking.com di sostituire volontariamente le clausole ampie di parità nella vendita al dettaglio con clausole ristrette in tutto lo Spazio economico europeo (SEE) per un periodo di cinque anni. In agosto 2015 anche Expedia ha deciso di non applicare più le clausole ampie a favore di quelle ristrette in tutto il SEE. Nel dicembre 2015 l'autorità garante della concorrenza in Germania ha messo al bando le clausole di parità ristrette di Booking.com, decisione che, in seguito a un ricorso presentato dall'impresa, è stata confermata in via
definitiva dalla corte suprema tedesca. Tra il 2015 e il 2018 la Francia, l'Austria, l'Italia e il Belgio hanno adottato leggi che vietano alle OTA di usare clausole di parità, ampie e ristrette, nelle vendite al dettaglio nel settore alberghiero. Nel 2016 un gruppo di dieci autorità nazionali garanti della concorrenza e la Commissione hanno condotto un monitoraggio nel settore della prenotazione alberghiera per misurare gli effetti prodotti dalle modifiche delle clausole di parità applicate dalle OTA in seguito a tali interventi normativi. Nel febbraio 2017, sulla base dei risultati del monitoraggio, l'ECN ha stabilito che occorreva più tempo perché le misure correttive della concorrenza già adottate producessero effetti e che la situazione sarebbe stata riesaminata a tempo debito. Nel 2020 Booking.com ed Expedia hanno comunicato alla Commissione e alle autorità garanti che avrebbero continuato a non applicare clausole di parità ampie nella vendita al dettaglio in tutto il SEE almeno fino al giugno 2023. Nel maggio 2022 la Commissione ha adottato il nuovo regolamento di esenzione per categoria per gli accordi verticali (nuovo VBER), che esenta determinati accordi verticali (ridefinendo il cosiddetto "safe harbour"), e gli orientamenti che lo corredano. L'esenzione introdotta dal nuovo VBER non riguarda le clausole di parità ampie nella vendita al dettaglio applicate dalle piattaforme online, ma continua ad offrire un "porto sicuro" ad altri tipi di clausole di parità, comprese quelle ristrette nella vendita al dettaglio. Gli orientamenti sugli accordi verticali aiutano le imprese ad applicare il nuovo VBER alle clausole di parità e a valutarle nei casi che esulano dal campo d'applicazione dell'esenzione.
(Fonte Commissione Europea)
4. La Commissione decide di registrare la nuova iniziativa dei cittadini europei sul tabacco La Commissione ha deciso di registrare l'iniziativa dei cittadini europei (ICE) dal titolo "Appello a creare un ambiente senza tabacco e la prima generazione europea libera dal tabacco entro il 2030".
Gli organizzatori dell'iniziativa invitano la Commissione a presentare una proposta legislativa per salvare le nuove generazioni dalla dipendenza dal tabacco, contrastare i danni ambientali correlati e lottare contro il fumo. Più specificamente chiedono alla Commissione di proporre atti giuridici per mettere fine alla vendita di prodotti del tabacco o a base di nicotina ai cittadini nati dopo il 2010. L'iniziativa chiede inoltre misure specifiche per realizzare spiagge e rive fluviali libere dal tabacco e da mozziconi, istituire una rete europea di parchi nazionali ugualmente liberi dal tabacco e da mozziconi, ampliare gli spazi in cui è vietato fumare sigarette elettroniche ed eliminare la pubblicità dei prodotti del tabacco e la presenza del tabacco dalle produzioni audiovisive e dai social media. Poiché l'iniziativa dei cittadini europei soddisfa le condizioni formali, la Commissione la ritiene giuridicamente ammissibile ma in questa fase non ne ha ancora analizzato il merito. La decisione di registrazione è di natura giuridica e non pregiudica le conclusioni giuridiche e politiche finali della Commissione sull'iniziativa né l'eventuale azione che andrà a intraprendere se l'iniziativa otterrà il sostegno necessario. Il contenuto dell'iniziativa esprime esclusivamente il punto di vista degli organizzatori e non può assolutamente considerarsi rappresentativo del parere della Commissione.
Prossime tappe
A partire dal 24 agosto, data di registrazione dell'iniziativa, gli organizzatori avranno sei mesi per avviare la raccolta delle firme. Se entro un anno riusciranno a raccogliere un milione di firme in almeno sette Stati membri, la Commissione sarà tenuta a reagire e potrà decidere se dare o meno seguito alla richiesta, giustificando la decisione.
Contesto
Prevista dal trattato di Lisbona come strumento per dare modo ai cittadini di influire sul programma di lavoro della Commissione, l'iniziativa dei cittadini europei è stata varata nell'aprile 2012. Una volta registrata ufficialmente, consente a un milione di cittadini provenienti da almeno sette Stati membri di chiedere alla Commissione europea di proporre atti legislativi nei settori di sua competenza. Per essere ammissibile, l'azione proposta 1) non può esulare manifestamente dalla competenza della Commissione di presentare una proposta di atto giuridico, 2) non può essere manifestamente ingiuriosa, futile o vessatoria 3) né può essere manifestamente contraria ai valori dell'Unione. Dal varo dell'iniziativa dei cittadini europei la Commissione ha ricevuto 118 richieste di registrazione, di cui 91 ammissibili e quindi registrate.
(Fonte: Commissione Europea)
5. Dispositivi medici: azioni per facilitare la transizione a norme più rigorose ed evitare carenze A seguito della riunione dei ministri della sanità del 14 giugno 2022, il gruppo di coordinamento per i dispositivi medici, presieduto dalla Commissione, ha approvato un elenco di azioni a sostegno della capacità degli organismi notificati e della preparazione dei fabbricanti al fine di agevolare la transizione al regolamento sui dispositivi medici e al regolamento sui dispositivi medico-diagnostici in vitro.
Stella Kyriakides, Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, ha dichiarato: "Le nostre norme sui dispositivi medici garantiscono che i pazienti dell'UE abbiano accesso a dispositivi medici sicuri in grado di salvare vite umane. Queste misure mirano ad affrontare le sfide immediate connesse alla disponibilità di dispositivi medici per i pazienti dell'UE. Lavorando insieme, ci impegniamo a trovare soluzioni sostenibili per garantirne la disponibilità costante ed evitare innanzitutto le carenze.” Tra le azioni elencate, il gruppo di coordinamento per i dispositivi medici consiglia agli organismi notificati di ricorrere ad audit ibridi, di organizzare dialoghi strutturati con i fabbricanti per migliorare l'efficacia del processo di valutazione della conformità e di fornire sostegno alle piccole e medie imprese (PMI) e ai nuovi richiedenti. I fabbricanti sono invitati ad adoperarsi con ogni mezzo per conformarsi tempestivamente ai nuovi obblighi normativi. Il gruppo di coordinamento per i dispositivi medici continuerà a monitorare la disponibilità di questi ultimi. La Commissione riferirà al Consiglio nel dicembre 2022. L'elenco delle azioni è disponibile qui. Maggiori informazioni sui regolamenti relativi ai dispositivi medici sono disponibili qui.
(Fonte: Commissione Europea)
6. Siccità in Europa: la carenza di precipitazioni colpisce le colture e aumenta il rischio di incendi Le condizioni di siccità in molte regioni d'Europa rimangono gravi, secondo l'ultima relazione del Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione, dal titolo "La siccità in Europa — agosto 2022", che aggiorna la valutazione della situazione di siccità in Europa sulla base dei dati e delle analisi dell'Osservatorio europeo sulla siccità.
L'evoluzione e gli effetti della siccità prolungata nell'UE confermano la tendenza al peggioramento: il 47% dell'Unione è ancora in condizioni di allerta – vale a dire che le precipitazioni sono state meno del solito e l'umidità del suolo è insufficiente – e il 17% dell'UE è in stato di allarme, il che significa che anche la vegetazione e le colture risentono della siccità. Complessivamente, il 64% dell'Europa è in stato di allerta o allarme, il che implica un’estensione delle aree a rischio di incendio in tutta l'UE. Mariya Gabriel, Commissaria per l'Innovazione, la ricerca, la cultura, l'istruzione e i giovani, ha dichiarato: "Una grave siccità in combinazione con ondate di calore ha provocato uno stress senza precedenti sui livelli idrici in tutta l'UE. Osserviamo una stagione degli incendi boschivi sensibilmente più intensa della media ed effetti marcati sulla produzione vegetale. I cambiamenti climatici sono indubbiamente più significativi ogni anno; la Commissione europea e i suoi scienziati stanno lavorando instancabilmente per mappare e studiare questa crisi con le migliori tecnologie disponibili, dallo spazio e sul terreno, e guidano gli sforzi per proteggere l'ambiente e i cittadini dalle emergenze." Gli stress termici e idrici peggiorano le prospettive precedenti, già negative, sulla resa delle colture estive, come riportato nel bollettino MARS del Centro comune di ricerca dell'agosto 2022. Le attuali previsioni di resa per il mais, la soia e il girasole a livello dell'UE sono, rispettivamente, del 16%, del 15% e del 12% al di sotto della media su 5 anni. La grave carenza di precipitazioni ha colpito quasi tutti i fiumi d’Europa, con effetti sia sul settore energetico in relazione alla produzione di energia idroelettrica e al raffreddamento di altre centrali elettriche, sia sul trasporto fluviale. Diversi Stati membri dell'UE hanno adottato misure di razionamento idrico, in quanto nelle prossime settimane l’approvvigionamento potrebbe ancora essere compromesso. Nei prossimi mesi, fino al novembre 2022, si verificheranno probabilmente condizioni più calde e più secche del solito nella regione euromediterranea occidentale. Negli ultimi giorni le precipitazioni hanno attenuato le condizioni di siccità in alcune regioni d'Europa, ma hanno provocato nuovi problemi, in
quanto in alcune zone sono avvenute sotto forma di violenti temporali. Secondo gli esperti del Centro comune di ricerca, l'attuale siccità sembra ancora essere la peggiore degli ultimi 500 anni. A confermare eventualmente questa valutazione preliminare saranno i dati definitivi disponibili alla fine della stagione. Il Centro comune di ricerca produce informazioni sulla siccità in tempo reale mediante gli osservatori europeo e mondiale sulla siccità (EDO e GDO), che fanno parte del servizio di gestione delle emergenze di Copernicus (CEMS).
(Fonte: Commissione Europea)
7. Consultazione sul nuovo quadro dell'UE per il monitoraggio delle foreste e i piani strategici La Commissione ha avviato una consultazione pubblica online sull'imminente proposta legislativa relativa a un nuovo quadro dell'UE per il monitoraggio delle foreste e i piani strategici, come previsto nella strategia dell'UE per le foreste per il 2030.
L'obiettivo è sviluppare un quadro per l’osservazione forestale a livello dell'UE allo scopo di fornire un accesso aperto a informazioni dettagliate, accurate, regolari e tempestive sullo stato e sulla gestione delle foreste dell'UE. Virginijus Sinkevičius, Commissario per l'Ambiente, gli oceani e la pesca, ha dichiarato: "Le nostre foreste sono sottoposte a forti pressioni. Tutti noi abbiamo assistito agli incendi boschivi di quest'estate e, oltre ai cambiamenti climatici, le foreste subiscono la perdita di biodiversità, l'aumento dell'uso del suolo, i parassiti e l'intensificazione delle operazioni di taglio. Svolgono tuttavia anche un ruolo chiave nel rispondere a tali sfide. Questa nuova iniziativa sul monitoraggio delle foreste e sui piani strategici garantirà la disponibilità di informazioni tempestive e accurate sulle foreste dell'UE, in modo che i responsabili politici, i silvicoltori e i gestori del territorio siano in grado di intervenire rapidamente e con decisione in risposta ai nuovi stress forestali." Oltre a migliorare il monitoraggio delle foreste, le informazioni raccolte mediante osservazione porteranno a processi decisionali maggiormente basati sui dati. Si prevede che ciò sarà fondamentale per aumentare la fiducia del pubblico nella gestione delle foreste, ridurre il disboscamento illegale, incentivare e premiare una gestione forestale più sostenibile e favorire l'adattamento delle foreste ai cambiamenti climatici. L'iniziativa contribuirà inoltre a realizzare un'Europa pronta per l'era digitale, in quanto consentirà a cittadini, imprese e amministrazioni di avere accesso a dati armonizzati sulle foreste e di utilizzare meglio le tecnologie digitali. Il Green Deal europeo invita ad agire per migliorare la quantità e la qualità delle foreste nell'Unione europea, così che l'UE possa raggiungere la neutralità climatica e ottenere un ambiente sano. La nuova strategia dell'UE per le foreste per il 2030 ha definito la visione per un imboschimento efficace e per la conservazione e il ripristino delle foreste in Europa. Tutte le parti interessate sono invitate a condividere le loro opinioni partecipando alla consultazione pubblica online, che rimarrà aperta fino al 17 novembre. Ulteriori informazioni sono disponibili qui.
(Fonte: Commissione Europea)
8. Statistiche su asilo e immigrazione La migrazione nell'UE ha subito l'impatto di crisi come la pandemia e le ostilità russe.
Le restrizioni dovute alla pandemia hanno portato a una diminuzione dei flussi migratori, ma i numeri hanno ricominciato a salire nel 2021. I recenti aumenti sono dovuti in parte alla guerra della Russia in Ucraina e in futuro, anche il cambiamento climatico potrebbe avere un impatto. L’arrivo di più di un milione di rifugiati e migranti nel 2015 ha messo in luce le carenze del sistema europeo di asilo. A settembre 2020 la Commissione Europea ha presentato il Patto sulla migrazione e l'asilo e il Parlamento europeo sta lavorando a proposte di legge per creare una politica di asilo più equa ed efficiente. In questo articolo, tutti i dati circa la crisi dei migranti in Europa: chi sono i migranti, cosa sta facendo l'UE per affrontare la situazione e quali sono le implicazioni finanziarie.
Definizioni: Chi è un rifugiato? Chi è un richiedente asilo?
I richiedenti asilo sono persone che presentano una richiesta formale di asilo in un altro paese perché temono per la propria vita nel proprio paese d'origine. Al momento i cittadini dei paesi terzi devono presentare domanda di protezione nel primo paese dell’UE in cui arrivano, diventando così dei richiedenti asilo. Ricevono poi lo status di rifugiati o una diversa forma di protezione internazionale
solo dopo l’approvazione da parte delle autorità nazionali. I rifugiati sono persone con una fondata paura di essere perseguitati per motivi di etnia, religione, nazionalità, orientamento politico o appartenenza a un determinato gruppo sociale e che sono stati accettati e riconosciuti come tali nel paese ospitante. Nell'Unione europea, la direttiva sulla qualificazione stabilisce le linee guida per assegnare la protezione internazionale a coloro che ne hanno bisogno. Nel marzo 2022, il Parlamento ha sostenuto l'attivazione della Direttiva sulla protezione temporanea per la prima volta da quando è entrata in vigore nel 2001, per garantire protezione immediata alle persone in fuga dalla guerra in Ucraina.Leggi di più sulle cause dei flussi migratori.
Decisioni in materia di asilo nell'UE
Nel 2021 ci sono state 632.315 richieste d'asilo in Europa ovvero 33,8% in meno rispetto al 2020. Questo significa che siamo tornati ai numeri pre-pandemia. Nel 2019 ci furono 700.810 richieste, un numero significativamente minore rispetto alle domande ricevute nel 2015 e nel 2016 che superarono il milione. Un considerevole aumento si è fatto riscontrare in Bulgaria (212%). Polonia (179,9%) e Austria (170,3%) nel 2021. Un calo nei numeri è stato registrato in Ungheria (65,2%), Malta (38,9%), Grecia (30%), Spagna (26,2%), Finlandia (20,8%) e Svezia (13,7%). I richiedenti asilo per la prima volta nel 2021 provenivano principalmente dalla Siria (più di 98.800 persone o il 18% del totale), dall'Afghanistan (83.700 o il 16%) e dall'Iraq (circa 26.000 o il 5%).
La guerra in Ucraina ha causato un nuovo afflusso di migranti in Europa
L'invasione russa dell'Ucraina ha costretto migliaia di persone ad abbandonare le proprie case. Dall'inizio della guerra sono stati 8,8 milioni i valichi di frontiera dall'Ucraina, secondo l'UNHCR. 73.850 richiedenti asilo per la prima volta hanno chiesto protezione internazionale nel marzo 2022, in aumento del 115% rispetto a marzo 2021. L'aumento è dovuto principalmente al conflitto in Ucraina. Gli ucraini furono inizialmente ricevuti dai paesi vicini, principalmente Polonia, Romania, Ungheria, Slovacchia, Cechia e Moldova. Secondo Frontex, l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, da febbraio a giugno oltre 2,5 milioni di ucraini sono tornati a casa. Nel 2015 e nel 2016 sono stati rilevati oltre 2,3 milioni di attraversamenti illegali. Il numero totale di attraversamenti illegali nel 2021 è stato di 200.000, il livello più alto dal 2017. Il numero di attraversamenti rilevati è aumentato su tutte le rotte di migrazione irregolare dal 2020 al 2021, ad eccezione del Mediterraneo orientale, dove il numero è sceso a 13.184 da 15.980 nel 2020 e 52.169 nel 2019. La traversata del Mediterraneo è rimasta mortale, con oltre 1.500 persone dichiarate morte o disperse nel 2021 rispetto alle 1.754 persone nel 2020. Gli arrivi irregolari attraverso la rotta del Mediterraneo centrale (verso l'Italia e Malta) sono aumentati di quasi due volte nel periodo gennaio-settembre 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020. Ci sono stati più di 48.800 arrivi di questo tipo tra gennaio e settembre nel 2021, rispetto a oltre 25.400 nello stesso periodo dell'anno precedente. Nel complesso, la maggior parte degli arrivi recenti proviene dall'Ucraina. Altri provengono da paesi che soffrono di una recessione economica. È probabile che anche un calo delle rimesse globali contribuisca a questa tendenza. Fino a quando la ripresa economica non sarà avviata, le scarse prospettive occupazionali e sanitarie rimarranno un incentivo per le persone a venire nell'UE.
Finanziamenti dell'UE per la migrazione
La migrazione è da anni una priorità dell'UE. Sono state adottate diverse misure per gestire i flussi migratori e per migliorare il sistema di asilo. L'UE ha notevolmente aumentato i suoi finanziamenti per le politiche in materia di migrazione, asilo e integrazione sulla scia del maggiore afflusso di richiedenti asilo nel 2015. 22,7 miliardi di euro vanno alla gestione della migrazione e delle frontiere nel bilancio dell'UE per il periodo 2021-2027, rispetto ai 10 miliardi di euro per migrazione e asilo nel 2014-2020. Per saperne di più su come l'UE gestisce l'immigrazione leggi qui.
I rifugiati nel mondo
Il numero totale di persone che sono costrette a fuggire da guerre e persecuzioni ha raggiunto gli 80 milioni: come a dire che quasi tutta la popolazione di Italia, Austria e Grecia fosse costretta a scappare dalle proprie case. Circa il 36,5% dei rifugiati nel mondo sono bambini. I paesi che ospitano il maggior numero di rifugiati sono Turchia, Colombia, Pakistan, Uganda e Germania. Solo il 17% dei rifugiati è ospitato in regioni economicamente sviluppate. Guarda nell’info grafica i dati sulle richieste di asilo nell'UE per il 2020 e i dati UNCHR sul numero di rifugiati per paese UE.
(Fonte: Parlamento Europeo)
9. Ridurre le emissioni di anidride carbonica: obiettivi e azioni dell’UE Scoprite quali misure sta adottando il Parlamento europeo per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni nel quadro del pacchetto "Pronti per il 55%" entro il 2030.
Per contrastare i cambiamenti climatici, il Parlamento europeo ha approvato la Legge europea sul clima, che innalza l'obiettivo di riduzione delle emissioni dell'UE per il 2030 dal 40% ad almeno il 55%, rendendo giuridicamente vincolante la neutralità climatica entro il 2050. La legge sul clima fa parte del Green Deal europeo, la tabella di marcia dell’UE verso la neutralità climatica. Per raggiungere il suo obiettivo climatico, l'Unione Europea ha elaborato un ambizioso pacchetto legislativo noto come "Pronti per il 55%" che comprende la revisione di 13 leggi interconnesse tra loro, insieme a sei proposte di legge su clima e energia.
Un sistema di scambio di quote di emissione per il settore industriale
Il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (ETS –dall’inglese Emission Trading Scheme) punta a ridurre le emissioni di carbonio prodotte dall’industria obbligando le aziende ad avere un permesso per ogni tonnellata di CO2 (anidride carbonica) emessa. Le aziende devono acquistare i permessi attraverso delle aste. Esistono anche alcuni incentivi per promuovere l’innovazione nel settore. Il sistema di scambio di quote di emissione ETS dell’UE è il primo e più grande mercato mondiale delle emissioni. Regolamenta circa il 40% di tutte le emissioni di gas effetto serra dell’UE e riguarda approssimativamente 11.000 tra centrali energetiche e impianti industriali all’interno dell’Unione europea. Per allineare l'ETS agli obiettivi di riduzione delle emissioni del Green Deal europeo, l'UE sta lavorando a un aggiornamento del sistema. Il Parlamento vuole che le emissioni nei settori ETS scendano del 63% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2005, e del 61% rispetto alla proposta della Commissione.
Taglio delle emissioni dei trasporti Emissioni di aerei e navi
L'aviazione civile rappresenta il 13,4% delle emissioni totali di CO2 dei trasporti dell'UE. L'8 giugno il Parlamento europeo ha approvato la riforma del sistema di scambio per i diritti di emissione nel settore dell'aviazione. In linea con gli obiettivi stabiliti nell'accordo di Parigi, i deputati intendono estendere il campo di applicazione del sistema di scambio di emissioni, a tutti i voli in partenza dallo SEE compresi i voli in atterraggio al di fuori di quest'area. I deputati vogliono che l'olio da cucina usato, il carburante sintetico o persino l'idrogeno diventino gradualmente la norma per il carburante per aerei. Vogliono che i fornitori inizino a fornire carburante sostenibile dal 2025, raggiungendo l'85% di tutto il carburante per aerei negli aeroporti dell'UE entro il 2050. Il Parlamento vuole anche accelerare la decarbonizzazione dell'industria estendendo l'ETS al trasporto marittimo.
La riduzione delle emissioni delle automobili
Il 15% delle emissioni di CO2 in Europa è prodotto dalle auto e dai furgoni. Il Parlamento ha appoggiato la proposta della Commissione di zero emissioni per automobili e furgoni nel 2035. Gli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 sarebbero fissati al 55% per le automobili e al 50% per i furgoni. Scoprite di più sui nuove soglie di emissioni di CO2 per le auto. Il Parlamento ha convenuto di introdurre la tariffazione del carbonio per il trasporto su strada e il riscaldamento, solitamente denominata ETS II e denominata ETS II. I deputati vogliono che le aziende paghino un prezzo del carbonio su prodotti come carburante o olio combustibile, mentre i consumatori regolari sarebbero esentati fino al 2029.
Tassa sul carbonio alle frontiere dell'UE
Il Meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera (CBAM - dall’inglese Carbon Border Adjustment Mechanism) incentiverebbe le industrie commerciali dell'UE e dei paesi terzi a decarbonizzare, in quanto porrebbe una tassa sul carbonio alle importazioni di alcuni beni provenienti da paesi con normative meno severe dell'UE sul clima. Lo scopo è quello di evitare la delocalizzazione delle emissioni di carbonio - la pratica adottata dalle industrie dell'UE che consiste nel delocalizzare la produzione verso paesi con normative sulle emissioni di gas serra meno restrittive. Nell'ambito del pacchetto Fit for 55, la Commissione europea ha proposto un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) nel luglio 2021, che applicherebbe una tassa sul carbonio sulle importazioni di determinati beni dall'esterno dell'UE. I deputati vogliono che sia attuato dal 1° gennaio 2023, con un periodo transitorio fino alla fine del 2026 e la piena attuazione entro il 2032.
Contrastare le emissioni di CO2 in altri settori: la condivisione degli sforzi
Circa il 60% delle emissioni totali dell’UE proviene da trasporti, agricoltura, edilizia e gestione dei rifiuti. Questi settori non fanno parte dell'attuale sistema di scambio di quote. La Commissione ha proposto un taglio nelle emissioni di questi settori del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005.
La riduzione avverrà attraverso degli obiettivi concordati di emissione nazionali che vengono calcolati sulla base del prodotto interno lordo (PIL) pro-capite. I paesi dell’Unione europea a basso reddito riceveranno un supporto.
Gestire le foreste per combattere il cambiamento climatico
Le foreste dell’UE sono in gradi di assorbire l’equivalente di circa il 7% di tutti i gas serra emessi dall’UE ogni anno. L’Unione europea è intenzionata a usare questa capacità per combattere il cambiamento climatico. L'8 giugno 2022 il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione su una proposta di legge per ridurre le emissioni di gas serra (GHG) e migliorare i pozzi naturali di carbonio nei settori dell'uso del suolo, del cambiamento dell'uso del suolo e della silvicoltura (LULUCF). Questi settori coprono l'uso di suoli, alberi, piante, biomassa e legname. I deputati hanno sostenuto l'aumento dell'obiettivo per i pozzi di carbonio nel settore LULUCF, che porterebbe a una riduzione ancora maggiore delle emissioni dell'UE rispetto all'obiettivo del 55% fissato per il 2030.
(Fonte: Parlamento Europeo)
10. Importanza, benefici e politiche dell’UE per la trasformazione digitale Scopri come l’UE contribuisce alla trasformazione digitale in Europa a beneficio dei cittadini, delle aziende e dell’ambiente.
La trasformazione digitale è una delle priorità principali dell’UE: il Parlamento europeo contribuisce a creare le politiche per rafforzare i mezzi a disposizione dell’Europa nel campo delle nuove tecnologie digitali, offrire nuove opportunità ad aziende e consumatori, permettere la transizione verde dell’UE e la neutralità carbonica entro il 2050, creare occasioni di formazione digitale per cittadini e lavoratori, e aiutare la digitalizzazione dei servizi pubblici rispettando diritti e valori fondamentali. Il Parlamento europeo voterà una relazione per plasmare il futuro digitale dell’Europa che chiede alla Commissione europea di affrontare le sfide della transizione digitale, per cogliere in particolare le opportunità del mercato unico digitale e migliorare l’uso dell’intelligenza artificiale.
Cos’è la trasformazione digitale?
• La trasformazione digitale consiste nell’integrazione di tecnologie digitali da parte delle aziende e nell’impatto sociale di queste tecnologie. • Piattaforme digitali, l’internet delle cose, la tecnologia in cloud (o “nuvola informatica”) e l’intelligenza artificiale influenzano... • ... settori come trasporti, energia, agroalimentare, telecomunicazioni, servizi finanziari, fabbriche e i servizi sanitari, cambiando la vita delle persone. • Le tecnologie digitali potrebbero aiutare a ottimizzare la produzione, ridurre le emissioni e i rifiuti, aumentare i vantaggi competitivi delle aziende e portare nuovi servizi e prodotti ai consumatori.
Finanziare le priorità digitali dell’UE
La scommessa sul digitale ha un ruolo fondamentale nelle politiche dell’UE: la crisi della pandemia ha evidenziato la necessità di un piano per la digitalizzazione che guardi al futuro, che dia benefici nel lungo termine sia alla società che alla competitività. Le soluzioni digitali presentano ottime opportunità per la ripresa e la competitività dell’Europa nel quadro economico globale: il piano dell’UE per rilanciare l’economia chiede agli stati membri di investire almeno il 20% dei 672.500 milioni di euro del Dispositivo per la ripresa e la resilienza nel settore digitale. Anche i programmi di investimento come Orizzonte Europa per l’innovazione e Fondo per collegare l’Europa per l’infrastruttura investono grandi somme per l’avanzamento del digitale. Le politiche generali e i programmi dell’UE mirano a sostenere gli obiettivi digitali, mentre alcuni investimenti e nuove regole sono pensate proprio per raggiungere questi obiettivi.
Programma Europa digitale
Il Parlamento ha votato il programma Europa digitale in occasione della plenaria di aprile 2021: si tratta del primo strumento finanziario dell’UE appositamente creato per portare la tecnologia più vicina alle aziende e ai cittadini, investendo nel digitale per facilitare la competitività dell’Europa, la transizione verde e la sovranità tecnologica. 7,5 miliardi di euro saranno investiti in cinque diverse aree: supercalcolo (2,2 miliardi di euro), intelligenza artificiale (2 miliardi di euro), sicurezza informatica (1,6 miliardi di euro), conoscenze digitali avanzate (577 milioni di euro) e per assicurare un ampio utilizzo di tecnologie digitali nell’economia e nella società (1 miliardo di euro).